-ALTRO-Classe 1 - Parte Pratica

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  1. H a t e
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    SPOILER (click to view)
    scusate, ma la parte teorica si continua?


    Il vero esame


    CITAZIONE
    Narrato
    -Parlato-
    §Pensato§
    -Parlato Altrui-

    Le lezioni stavano ormai per volgere al termine, le conoscenze base che Ryuma avrebbe dovuto apprendere dall'Accdemia erano ormai tutte regstrate nella sua ottima memoria, aveva assistito a spiegazioni impartite da ottimi sensei che non avevano avuto problemi nel rispiegare qualche passo che agli allievi fosse sfuggito, ma soprattutto si trovava molto bene nella sua classe: non era molto numerosa, contava 5 membri incluso lui, aveva già apprezzato la simpatia di Sashi Akimichi in un'altra occasione, mentre non era riuscito a conoscere bene l'unica ragazza del corso ed un altro shinobi della foglia, ma aveva avuto la fortuna di incontrare un konohano che con gioia lo aveva accolto, il suo nome era Areiz Yondaime Kudo...

    [...]



    Gl insegnanti stavano per dare le ultime nozioni fondamentali prima di salutarli e reincontrarli nella sessione pratica dell'accademia, quando un uomo con gran affanno e dimenando le braccia per farsi notare corse verso di loro.
    Quando Ryuma si voltò vide un uomo comune, di età indefinita, capelli neri, occhi castani, carnagione chiara, portava indosso classici vestiti che non davano troppo nell'attenzione, un tipo come un altro, un tipo che in mezzo alla folla sarebbe passato inosservato, ma in quel momento tutta l'attenzione dei presenti era canalizzata su di lui.
    Con il fiatone consegnò un foglio, stropicciato dalla foga, al sensei Isidor Inuzuka questi con calme parole, che il ragazzo non riuscì bene ad udire, tranquillizzò il messaggero, mentre con gli occhi scorreve le nere righe della lettera.
    L'Inuzuka chiamò a raccolta la classe intorno a lui con un gesto del braccio, lo Hyuga spostò rumorosamente la sedia sull'erbetta del giardino, rischiò quasi di farla cadere per la velocità con cui si era alzato, la prese al volo mentre già si avviava rovinosamente a terra, per poi posarla senza troppa attenzione vicino al banco e posizionandosi il più vicino possibile al capo-classe, allungò il collo per poter leggere la missiva, notò solo qualche frase scritta in una calligrafia stretta e frettolosa, dati i numerosi segni di correzione, poi il sensei parlò illustando la situazione:

    -Un gruppo di banditi ha appena saccheggiato una locanda nelle vicinanze. l'Amministrazione ha richiesto la mia presenza per risolvere la questione, tentando di raccogliere un gruppo di almeno 4 persone, per facilitarmi l'impresa.-



    Ryuma rimase con la bocca semi aperta, il respiro tenuto al minimo, gli occhi fissi sui neri scarponi decorati con borchie e pezzi di metallo che spinti dal vento tintinnavano, ipnotizzato dai loro movimenti per qualche minuto non pensò a nulla, poi ritornò alla realtà quando sentì parlare ancora una volta il sensei:


    -Abbiamo poco tempo quinti state bene a sentire. l'Amministrazione mi ha incaricato una missione che devo portare a termine. Ho deciso dunque che voi sarete i miei compagni di squadra ed io il vostro Capogruppo. Partiamo immediatamente. Dovremo attraversare il bosco e raggiungere un paese qui vicino. Una volta arrivati fuori dalle Mura decideremo la modalità di esecuzione della Missione. Se avete qualche domanda inerente, fatela ora...-



    Lo shinobi sollevò lo sguardo al cielo, guardando di sfuggita le nuvole che rapide si andavano ad addensare in lontananza, dopodichè abbassò lo sguardo per tornare all'altezza del volto del sensei, la concentrazione era tutta rivolta a quel pericoloso incarico affidatogli, non era pronto, le domande che affollavano la sua testa erano innumerevoli, ma la maggior parte di esse erano dettate solo dalla cieca paura...


    §E' impossibile! Non ce la posso fare!
    Tu che sei sempre alla ricerca della morte ora la temi?!
    Hai ragione, ma non credevo che potesse essere così vicina.
    Non puoi mai saperlo...§



    Alzò davanti al naso la mano destra, pallida e tremante, riassumeva in sè tutto quello che il ragazzo stava provando, ma ormai non poteva tornare indietro, anzi, in verità lo avrebbe potuto fare, ma ciò avrebbe comportato l'eliminazione dal corso e non avrebbe atteso l'apertura del prossimo...
    Si avvicinò con lenti passi al banco, saggiando il terreno ad ogni movimento, raccolse il suo zaino, che conteneva la maggior parte dell'armamentario che rimaneva fuori dalle sacche porta oggetti, collocate intorno alla vita e sulla coscia destra, lo tirò su con poche energie e se lo issò sulle spalle.
    Con la bocca storta ,in un'espressione che riuniva indecisione e dubbio, chiese rivolto al sensei:


    -Io avrei una domanda.
    Qual'è il livello dei nostri nemici?-



    [...]



    Dopo che il sensei ebbe risolto ogni dubbio posto dagli studenti, si misero in marcia senza attendere oltre: la squadra era capitanata dall'Inuzuka e dal suo possente lupo che con grande agilità sorvolavano i tetti di konoha, gli altri li seguivano mantenendo il passo appositamente rallentato per non farsi perdere di vista...
    Ryuma chiudeva il gruppo, in coda camminava sopra i caratteristici tetti rossi della foglia, mucchi di persone li guardavano passare al di sopra delle loro teste con il naso all'insù, incuriositi dalla foga con cui i ninja si muovevano, i più curiosi continuavano a seguirli con lo sguardo per metri e metri, quelli che invece preferivano mantenere un pò più di dignità davano solo un fugace sguardo per tornare nei propri pensieri...
    Passando sopra la città molti erano i pensieri che affollavano la mente di Ryuma: inizialmente la paura era forte, le giunture erano più rigide del solito, sentiva un formicolio percorrergli tutto il corpo partendo dalla pianta dei piedi, era confuso da come una normale lezione teorica era andata a regredire fino a terminare con una missione.
    Dopo poco però la testa era divenuta sempre più leggera, i passi più rapidi e leggeri, la corsa più veloce, al posto del fastidioso formicolio ora sentiva una calda sensazione lungo tutta la schiena, spesso si trovava a guardare attentamente ogni membro della squadra, passando sempre per il sensei e il suo fido compagno, mano a mano che si avvicinavano sentiva una carica positiva provenire dai suoi compagni, erano un team e avrebbero lavorato come tale, se anche uno si sarebbe tirato indietro ne avrebbero pagato le conseguenze tutti, e lo Hyuga non era il tipo da fare queste cose...

    §Se abbandonassi quale sarebbe la differenza tra me e un topo?!
    Non ho un cuor di leone e questo è appurato, ma non voglio scappare, troppe volte l'ho fatto e altrettante ho sbagliato nel mollare così facilmente!
    La vita dello shinobi è fatta anche di pericoli, sarei uno stupido se non li cominciassi a prendere in considerazione sin dall'inizio.§



    [...]



    Il foglioso non sapeva da quanto erano in viaggio, aveva completamente perso la cognizione del tempo e dello spazio, distratto dai suoi pensieri e da quello che lo circondava, pretesto usato per evitare qualche ripensamento che lo avrebbe fatto tornare sui suoi passi.
    Giunti in prossimità delle enormi mura che fungevano da invincibile baluardo di Konoha la squadra si fermò, lì avrebbero dovuto ricevere nuovi ordini dal sensei e dare il via alla missione vera e propria.
    Ryuma alzò la testa per poter guardare fino a dove arrivava la sommità delle difese, poste a distanze studiate, per garantire apppoggio a quelle che si sarebbero potute trovare in difficoltà, erano collocate delle torrette alte almeno 3 metri, alcune guardie percorrevano la distanze delle mura passando da una postazione all'altra, alcuni si fermavano più tempo di altri quando notavano strani avvistamenti...
    Le altre sentinelle poste a controllare i traffici della merce portate da numerosi carri, passavano più tempo a sbadigliare e smuovere qualche vecchio telo per controllare con un disattento sguardo il contenuto protetto da qualche geloso commerciante che sbraitava verso le guardie perdendo tempo a discutere contro nessuno.
    Altre ancora, poste in una posizione intermedia, si aggiravano lungo il muro affacciandosi sulle feritoie che davano sul bosco per controllare la situazione.
    Sembrava proprio una giornata come un'altra...
     
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16 replies since 8/11/2007, 23:07   385 views
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