-ALTRO-Classe 1 - Parte Pratica

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  1. Yondaime_4th Hokage
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    SPOILER (click to view)
    CITAZIONE
    Narrato
    "Parlato"
    'Pensato'


    § Chapter I
    †A New Mission



    C
    onoscete la sensazione che si prova bevendo un bicchiere d’acqua fresca in piena estate, sotto un sole cocente e in un ambiente umido? Quando si prova quel senso di benessere che rende soddisfatti? Ebbene fu quella la sensazione che avvolse il giovane Areiz alla notizia di una nuova missione.

    Il kagefusha apparso all’improvviso, con volto palesemente assorto e leggermente preoccupato, aveva indotto il giovane a credere che qualche problema fosse sorto e che fosse richiesto l’aiuto del sensei. Conosceva bene la fama di cui l’Inuzuka godeva a Konoha, tra l’altro procuratagli dalle sue lodevoli capacità. Non si sarebbe stupito se quello sarebbe diventato l’inizio di una nuova missione…

    La lettera stropicciata che il sensei aveva tra le mani e reggeva con un certo vigore, di sicuro portava cattive notizie, dato che l’Inuzuka si volse verso di loro con queste parole:

    “Un gruppo di banditi ha appena saccheggiato una locanda nelle vicinanze. l'Amministrazione ha richiesto la mia presenza per risolvere la questione, tentando di raccogliere un gruppo di almeno 4 persone, per facilitarmi l'impresa.”

    Sorrise prima di buttare la lettera a terra, e questo colse il giovane studente, che ritenne il maestro felice di poter portare con sé i suoi allievi. Era la prova finale da dover sostenere, quella vera, dove il caso e le proprie capacità decidono quello che accade della propria esistenza. Pronti o meno, la vita continua sempre.
    Dalla sua espressione, si poteva pensare che il giovane biondo avesse paura o rimuginasse su ciò che il maestro aveva appena detto, ma non era così. In realtà i suoi pensieri erano rivolti indietro nel tempo, quando la sua chioma era ancora bionda come adesso, ma il suo volto leggermente più giovane di qualche mese. La faccia sorridente incorniciata dai capelli castani del maestro Musashi gli riaffiorò alla mente.

    ‘Ne è passato di tempo dall’ultima volta…la mia prima missione!Chi se la può dimenticare?Quel diluvio di emozioni e paura che mi avvolse quando entrammo affrontammo quei loschi ricercati…non sarà poi tanto diverso da allora!Mi mancava il gusto dell’avventura!’

    Gli occhi vacui, perché fissi nella mente, tornarono alla realtà rinvigoriti dai bei ricordi del passato corso sulle basi del combattimento, in cui aveva conosciuto i suoi primi compagni ed in cui aveva imparato i primi fondamenti dell’arte ninjia. I terribili momenti passati nel nascondiglio dentro l’albero,il duello contro gli uomini in nero, la sfida contro il capo-bandito erano tutti attimi salienti di quel mistero che aveva svelato tempo addietro. Avevano portato a termine una missione di livello C con grande maestria. Ora era il momento di fare lo stesso…

    Non ho mai ceduto di fronte al pericolo ed ho sempre seguito la retta via cercando di fare la cosa giusta nei momenti difficili!Così sarà anche questa volta…e poi avremo con noi il sensei.’

    Intanto Isidor-sama riprese il suo discorso, mandando un aiuto- sensei ad accettare la missione all’Amministrazione dell’Accademia, che gestiva le situazioni riguardanti le missioni da affidare ai neo-genin sotto la guida di un Jonin.

    “Abbiamo poco tempo quinti state bene a sentire. l'Amministrazione mi ha incaricato una missione che devo portare a termine. Ho deciso dunque che voi sarete i miei compagni di squadra ed io il vostro Capogruppo. Partiamo immediatamente. Dovremo attraversare il bosco e raggiungere un paese qui vicino. Una volta arrivati fuori dalle Mura decideremo la modalità di esecuzione della Missione. Se avete qualche domanda inerente, fatela ora...”

    “Domande?Che domande potrei mai fare? Non ho informazioni sulla missione,anche se ho già qualche idea, ma mi basta sapere che sarà lei a guidarla. Mi fido del suo giudizio e seguirò i suoi ordini…non penso ci sia altro da aggiungere”

    Chiuse il suo discorso con un sorriso, per poi osservare tutto il suo equipaggiamento e controllare che fosse tutto in ordine. Prese un kunai e ne osservò la lama affilata e lucida. Si dedicava sempre alla cura delle sue armi la sera. Era un’abitudine a cui non rinunciava.

    ‘Una buona arma è raro che tradisca, ma un arma ben tenuta non tradisce mai.’

    Un dogma che non discuteva, ma applicava costantemente perché testato dalle numerose esperienze dei duelli. Il suo destino era un po’ legato a quella lama, l’arma base di uno shinobi:

    ‘Non so perché, ma di sicuro mi salverà la vita in questa missione…’

    […]



    Una volta pronti si avviarono vero le mura, saltando di tetto in tetto, il possente Shuko in testa. Ognuno sembrava assorto nei pensieri, probabilmente immaginando ciò che poteva accadere in questa missione, sperando di farcela dando il massimo di se stessi.
    Rimase leggermente indietro, osservando l’ultimo della fila, Ryuma, andare solitario, perso totalmente nei pensieri, ma che dall’espressione sembravano poco opportuni. Rallentò il passo, portandosi alla sua velocità e , sempre tenendo fisso lo sguardo verso il sensei, per non perderlo d’occhio, cominciò a chiacchierare:

    “ Non pensare troppo a ciò che accadrà”

    …disse con semplicità…

    “ piuttosto cerca di pensare che puoi affrontare tutto senza problemi. Qualunque cosa si presenti di fronte”

    …prese una pausa…

    “ È inutile rimuginare sulle difficoltà o sul fatto se siamo idonei o pronti per un passo del genere. Queste sono cose che si sapranno solo nel mezzo dell’azione, o alla fine di essa.”

    Si voltò verso di lui, sorridendo…

    “Preoccuparsi non serve a niente, distrae solo la concentrazione, credimi…non è la prima volta che affronto una missione…basta solo pensare di dover dare il massimo”

    Rimase in silenzio lasciando al ragazzo il tempo di riflettere su ciò che aveva detto. I consigli erano preziosi e bisognava sempre farne un buon uso, anche se con i tempi che corrono, è raro trovare qualcuno disposto a darli. Ma in fondo, bisognerebbe dare più fiducia alle persone.
    E lo Hyuga, non sapeva perché, gliene ispirava parecchia…
    Intanto con la coda dell’occhio dava uno sguardo alla città sottostante, in cui la vita continuava come in un mondo parallelo. Raramente una persona si sofferma a pensare che, mentre sta facendo una cosa, contemporaneamente ce ne sono altre migliaia che fanno ognuna una cosa diversa?

    Molti tuttavia li osservavano, domandandosi perché un così folto gruppo marciasse verso le mura. La gente del villaggio era molto curiosa, soprattutto perché il paese era uno dei più grandi e potenti.
    Intanto le grandi mura diventavano sempre più vicine, tanto che si riuscivano a vedere gli uomini appostati sopra i bastioni, che delimitavano gli angoli. Le grandi porte cominciarono a sorgere tra le varie casupole, che si ergevano nella zona residenziale della città.
    Accelerarono un po’ sul tragitto finale per giungere infine alle mura. Li avrebbero atteso le istruzioni…
     
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16 replies since 8/11/2007, 23:07   385 views
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