Cacciatori di tesori

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    CACCIATORI DI TESORI



    Overture 00.00
    ~ Meeting



    Un bambino era posto all’ingresso delle cinta basse che circondavano il villaggio della Tigre Bianca. Una vecchia tunica ormai sporca e logorata dal tempo, un paio di sandali troppo piccoli e ormai troppo vecchi e maleodoranti, un berretto per coprire i capelli troppo lunghi e troppo sporchi per metterli in mostra...così si presentò il giovane agli occhi del gruppo di ninja. Aveva in mano un cartello con scritto:

    CITAZIONE

    Ai ninja dell’accademia..
    Takagi Satori



    Il bambino, facendo un accennato sorriso ai presenti, incominciò a camminare addentrandosi nel centro del villaggio. Le case comuni erano molto spartane, o almeno all’esterno, ma belline nella loro semplicità. Struttura lignea, tetti a spiovente tipici della cultura orientale con i vertici che andavano a curvarsi per concludersi con statue di mostri mitologici, tigri e divinità. Questo almeno era quello che si poteva capire da un’attenta analisi. Ormai le strutture avevano perso il loro fascino iniziale. Molte di quelle statuine erano scalfite, altre mancanti di parti del corpo...

    Proseguirono sotto la leggera pioggerellina per un bel tratto di via. Stavano percorrendo la via principale, lo si poteva capire dalla grandezza della stessa…in fondo la piazza centrale. Era proprio lì che il giovane si sarebbe fermato mostrando ai ninja, con un gesto della mano, un grosso palazzo posto al centro della piazza. La struttura, simile per stile alle altre, spiccava nel mucchio. Costruita su tre livelli era ben tenuta, parecchi stendardi e pendenti si vedevano appesi ai cornicioni dei tetti. Un laghetto esterno si intravedeva sul lato destro, dietro la struttura, caratterizzato all’esterno da un verde variopinto.

    Per chi possedesse vista aumentata


    Osservando bene i margini della struttura, si potevano vedere due sentinelle di guardia che facevano la ronda attorno al palazzo. Sembravano ben addestrate o almeno questo si poteva dedurre dal loro equipaggiamento: avevano wakizashi che pendevano sui lati, attaccate alla cintola.

    Per chi possedesse udito aumentato


    Prestando molta attenzione sulla struttura, si poteva sentire oltre il rumore dell’acqua proveniente dal ruscello del laghetto retrostante la villa, il suono di passi. Sembravano regolari e abbastanza marcati.

    Così il ragazzino se ne andò correndo, con l’aria apparentemente felice.
    Se il gruppo avesse tentato di interrogare il ragazzino in qualunque istante, questi non avrebbe risposto a qualunque domanda o affermazione dei ninja.

    Soltanto se il gruppo di ninja si fosse avvicinato alla villa, una delle due guardie avrebbe interrotto la ronda e si sarebbe presentato davanti ai ninja:

    “Suppongo vuoi siate i ninja mandati dall’accademia per la missione...”


    Attese un attimo per avere conferme dai visitatori, per poi aprire la porta facendo segno ai quattro di seguirlo. L’entrata era uno spettacolo. Un’enorme scalinata lignea, tappezzata di un lunghissimo tappeto dorato, immetteva ai piani superiori. La guardia le salì rapidamente. Le pareti erano riempite di quadri. Alcuni di essi rappresentavano signori baffuti atri invece figure mitologiche: un’idra, un cane a tre tese, un minotauro…

    Percorsero quindi un lungo corridoio, girarono in seguito a sinistra poi a destra e all’ultimo “incrocio” ancora a sinistra. Il passo era spedito e memorizzare bene il percorso non era facile. Inoltre tutti i corridoi erano identici, pochi i quadri o i particolari di riferimento. Un grosso portone appariva come unica entrata del vicolo. Si fermò davanti la porta, la aprì e, scansandosi di lato, fece gesto ai ninja di entrare.

    La stanza era un perfetto cubo di lato trenta metri all’incirca. Le pareti erano provviste di circa trecento mensole, ognuna delle quali custodiva un manufatto. La scelta era vasta: dalle armi esotiche più elaborate ai vasi più strambi, dalle pelle di animali più pregiate agli amuleti più antichi.
    In fondo alla sala c’erano due signori: il primo era molto in carne, mediamente alto, e sembrava essere allegro;il secondo, molto più magro, aveva l’aria un po preoccupata e tesa. I due si strinsero la mano e il secondo prese a camminare verso l’uscio. Passò davanti al gruppo di ninja, passandoli con un fugace sguardo, e varcò la porta.

    “ Entrate pure! Venite, venite!!!”


    Era la voce dell’omone, il quale da infondo alla sala invitava i quattro ad avvicinarsi.

    “ Ero ansioso di vedervi. Io sono Takagi Satori, famoso collezionista di manufatti e oggetti preziosi. Sono il cliente del mandato...”


    Dalle sue parole si poteva capire che Takagi era una persona molto vanitosa. Come in senso di conferma aspettava una risposta dal gruppo.

    “ Ma andiamo subito al punto. Come ben sapete, si dice che in queste terre sia custodito un manufatto di immenso valore, o almeno per un collezionista del mio calibro. In particolare esso viene chiamato “L’artiglio demone bianco” e, secondo i miei studi, viene custodito all’interno di un monastero situato sulle pendici del monte Sueri. Penso che questi si trovi lì perché dimenticato da tutti e incustodito. Gli abitanti di questo villaggio pensano che il templio sia sacro...naturalmente sono tutte fandonie...non più di semplici miti tramandati dai vecchi di questo posto. Il luogo è disabitato...nessun essere umano sarebbe in grado di vivere così isolato e in un posto così maltenuto. Ricerche fatte mi confermano che il luogo è impraticabile...insomma andato in rovina. “


    Calcò forse un po troppo su quell’ “insomma”, però schiarendosi la voce proseguì nel discorso questa volta passeggiando nella sala e ammirando i sui manufatti.

    “ Per anni ho viaggiato alla ricerca dei tesori più rari nei posti più sperduti del mondo e ormai sono diventato uno dei migliori nella mia attività. Una volta, quando il fisico me lo permetteva, io stesso mi addentravo nelle tombe e nei monasteri alla ricerca dei tesori, ma ora mi avvalgo di efficaci sguatt...collaboratori.”


    Disse queste ultime frasi toccandosi la sporgente pancia e fissando una maschera dorata appartenente a qualche popolazione indigena.

    “ Ultimamente, però, due mie spedizioni non sono andate a buon termine. In esse ho perso tre miei sudditi, forse troppo incapaci anche per un compito di così poca difficoltà. Daltronde cosa ci vuole a prendere un manufatto da un luogo disabitato e privi d’insidie che non siano una fossa da evitare o un trave da spostare???? ... Be ma voi siete ninja, siete dei veri professionisti...posso essere sicuro del vostro successo.”


    Dette le ultime parole, con una leggera smorfia di autoconvincimento e riso, un’altra voce si sentì alle spalle dei ninja.

    “ E quindi sareste vuoi i ninja scelti...bene seguitemi. Col vostro permesso signore prendo in custodia io i nostri “ospiti” per informali sul da farsi.”


    “ Certo fai pure Anteras”


    Anteras era un vero e proprio omone. Alto sui due metri e con un fisico ben allenato. Portava corti capelli neri e gli occhi erano di un nocciola intenso. Il suo abbigliamento era da “lavoro”. Una grossa cintola in cuoio era appiglio di due lunghi pugnali della grandezza di 25 centimetri, indossava un giubbotto imbottito su cui numerevoli tasche prendevano posto. Si poteva capire che era entrato da tempo nella cinquantina.

    Esso sembrava moto più loquace e simpatico della guardia di prima che aveva condotto il gruppo da Takagi. Subito si interessò al gruppo.

    “ Allora...io Sono Anteras Miruku, mercenario assolto da ormai molto tempo al servizio della famiglia Satori. Io vi guiderò per le aspre vie che conducono al santuario. La neve rende impraticabile i luoghi già stretti e tortuosi per natura. Per me sarà la terza volta, quindi conosco le vie più agibili. Arrivati al templio vi lascerò. Lì sarà un’altra la vostra guida; conosce quei luoghi meglio di chiunque altro... ”


    Così Miruku si fermò davanti una porta. La aprì mostrando ai presenti il suo interno. Armi di svariato genere erano appese alle mura, giubbotti protettivi, armamentari da scalata. Quattro zaini erano posizionati sul tavolo.

    “ Questi sono vostri. Contengono due rampini, due corde con moschettoni, una tenda monopersona, dieci razioni di cibo (una a giorno). Potrete trovare gli stivali in quel cassetto, prendeteli ed indossateli. Gli indumenti pesanti sono in quell’armadio...”


    [...una volta equipaggiati tutti...]


    “Bene adesso siamo pronti. Se avete domande, dubbi, perplessità riguardo il viaggio e l’obbiettivo chiedete pure. Il ritmo sarà veloce...spero di arrivare al monastero in quattro giorni.”








    CITAZIONE
    Post introduttivo, non c’è niente di difficile.
    Potete fare un massimo di due domande a testa a Miruku, organizzatevi come meglio credete.



    Edited by DioGeNe - 2/1/2008, 21:45
     
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  2. Sou Tamahome Kishuku
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    ` S u p e r s t i t i o n s |
    F i r s t P o s t «
    C h a p t e r 1 / ? «

    Porto di Kiri ~ 02.30
    Ragazzi, è stato un piacere di conoscervi, state certi che ci ritroveremo di nuovo, per vendetta, farò condurre ricerche riguardanti Usanagi e andremo a scovarlo a casa sua per ucciderlo, potete contarci. Si concludeva così la missione del trio Sou/Yashimata/Ryu, che vedeva i 3 usati da Usanagi per qualcosa che lui stesso aveva combinato, lasciando momentaneamente ogni speranza di vendetta. Ora, da solo, stava tornado verso Oto, con la lancia che aveva decretato la fine del figlio di Usanagi. Veloce e silenzioso nella notte correva verso Oto, deciso sul fare ricerche per vendicarsi, ma prima, fece un salto all'Accademia per raccontare le peripezie e le conseguenze della missione, reclamando il giusto compenso.
    Ufficio Riscossione Pagamenti ~ 03.00
    E questo è tutto, ora sapete come sono andate le cose, grazie per aver comunque saldato quanto pattuito, arrivederci. Fredde parole senza emozioni o sguardi, per poi agguantare rabbiosamente ciò che gli spettava ed uscire dalla stanza per tornare a casa. Ricomincia la solita vita pallosa. Passando per i corridoi dell'accademia, guardava le varie stanze dell'edificio, alcune in cui vi era stato anche lui parecchio tempo fa, ed altre immacolate o con restrizione d'accesso, era l'unico a passeggiare per quei corridoi irradiati dalla flebile luce al neon, il silenzio regnava, e diede un motivo in più per guardarsi intorno, fino a che, non trovò un foglio fuori posto, lo afferrò al volo e lo lesse, si trattava di una richiesta di 4 Genin per una missione, forse messa nel posto sbagliato data la poca conoscenza dell'Accademia. Villaggio della Tigre Bianca eh...si tratta di una missione di recupero, massì, mi calmerà per ora. Presa la decisione di partecipazione, passò davanti alla bacheca delle proposte di missione e attaccò quel foglio che aveva trovato fuori posto, per poi dirigersi verso la stanza per adibita per le iscrizioni alle missioni.

    [...]

    Villaggio della Tigre Bianca ~ 00.00
    La sua iscrizione venne accettata, e ora si trovava con i 3 compagni verso la strada per il villaggio, 2 con sua grande sorpresa si rivelarono essere niente meno che Yashimata e Ryu, mentre l'altro, da quanto aveva capito, era un Kaguya, il suo nome era Meriu, ma non lo conosceva. Allora ragazzi, di nuovo insieme eh ? Ryu, vede che le tue braccia stanno bene, sono contento per te, e te Yashi, come va ? Piacere di conoscerti Meriu, io sono Sou, forse, ho sentito nominare il tuo nome da Shiltar, al corso Chunin, comunque, sia, siamo proprio un bel gruppetto! Disse ai 4 con aria spensierata, mentre lentamente si dirigevano verso le mura di cinta del villaggio. Giunti alla base delle mura, trovarono un bambino dai vestiti non proprio nuovi con un cartello con su scritto un nome familiare.

    « Ai ninja dell’accademia..
    Takagi Satori »

    Direi quel piccoletto attende noi. Disse al gruppo, per poi dirigersi verso il bambino che alla vista dei 4, fece un sorriso per poi incamminarsi dentro il villaggio, in modo che lo seguissero. Il tragitto fu tranquillo, il villaggi presentava abitazioni piccole ma adornate con sculture di animali mitologici e tigri, ma certamente non erano quelle di un tempo, i segni dell'usura si vedevano chiaramente, anche agenti atmosferici o bambini che giocavano avevano inciso su quei rilievi, molti presentavano scalfitture, punti in cui erano spezzati, o vistosi graffi, ma dopotutto, la gente, sembrava vivere tranquillamente anche in quello stato, probabilmente si accontentavano di quello che avevano aggrappandosi al mito che accerchiava il loro villaggio lasciando la strada alla speranza e alla preghiera. Per tutto il tempo della camminata un leggere pioggerella cadde sulle teste del gruppo, fortutamente era coperto dal suo mantello e dal cappuccio, ma la pioggia lo infastidiva. Cristo, ne ho veramente abbastanza della pioggia, se lo sapevo, cercavo una missione ai Tropici! Disse in modo infastidito aggiungendo un pizzico di ironia, mentre man mano che proseguivano sulla via principale data la grandezza e la piazza posta sul fondo, il bambino, fermandosi sulla piazza stessa, indicò una struttura ben più grande e nuova delle case al centro della piazza, un palazzo piuttosto alto, adornato da stendardi e bandiere varie ed in condizioni assolutametne migliori delle altre case, quella era la loro destinazione. Ah, si tratta bene il nostro collezionista, guardate lassù ha anche delle guardie ben armate. Uhm...ah ecco cos'è questo rumore d'acqua. Guardando sul lato del palazzo notò un laghetto da un colore verde vivo che si alimentava da un sentiero non molto distante. Dentro c'è qualcuno, andiamo a vedere. Pochi passi e subito i 4 vennero fermati da una delle guardie, mentre il bambino era già andato via.

    « Suppongo vuoi siate i ninja mandati dall’accademia per la missione... »

    Disse una guardia di ronda, il Mikawa, guardando verso costui, mostrò il coprifronte del Suono posto sul braccio e con cenno di assenso rispose positivamente alla guardia. Si, siamo noi. Subito le porte del palazzo si spalancarono, e con un segno - la guardia - si fece seguire, l'interno sembrava un museo, quadri ovunque, ed una lunga scalinata con un tappeto dorato che risaltava la stanza, dopo essere saliti al piano superiore, la guardia e il gruppo continuarono lungo un corridoio, Sou si guardava a destra a sinistra, osservando brevemente i quadri, alcuni riportavano besti mitologiche come Cerbero, il cane a tre teste, poco dopo, conclusosi il corridoio, girarono a destra, per poi più avanti rigirare a sinistra, quella casa sembrava un labirinto, come una di quelle case bizzarre ai Luna Park, ogni corridoio era uguale. Mi dica, per caso avete un navigatore satellitare per raggiungere ogni camera della casa ? Chiese alla guardia ironizzando, per poi giungere davanti ad una enorme porta lignea, che si spalancò alla loro presenza, l'interno era immenso, le pareti erano cosparse da innumerevoli mensole, ognuna riempita da qualcosa, dalle pelli di animali ad armi dalla pregiata fattura, almeno alla vista. All'interno vi erano due persone, prima si strinsero la mano, poi una delle due avvicinandosi all'uscio invitò il gruppo ad entrare nella stanza. Appena entrati nella stanza, l'omone da prima al suo interno, prese parola.

    « Ero ansioso di vedervi. Io sono Takagi Satori, famoso collezionista di manufatti e oggetti preziosi. Sono il cliente del mandato... »

    Disse l'uomo che si era rivelato essere il mandante, l'aria era quella di qualcuno che navigava nell'oro e a cui piaceva vantersene.

    « Ma andiamo subito al punto. Come ben sapete, si dice che in queste terre sia custodito un manufatto di immenso valore, o almeno per un collezionista come me. In particolare esso viene chiamato “L’artiglio demone bianco” e, secondo i miei studi, esso viene custodito all’interno di un monastero situato sulle pendici del monte Sueri. Naturalmente penso che questi si trovi lì perché dimenticato da tutti e incustodito. Gli abitanti di questo villaggio pensano che il templio sia sacro...naturalmente sono tutte fandonie...non più di semplici miti tramandati dai vecchi di questo posto. Il luogo è disabitato...nessun essere umano sarebbe in grado di vivere così sperduto e in un posto così maltenuto. Ricerche fatte mi confermano che il luogo è impraticabile...insomma andato in rovina. »

    Esplicò tutto al gruppetto, la missione, come già scritto sul mandato per la missione, era una semplice missione di recupero, per dei ninja, evitare trappole o nemici era una cosa naturale, e prendere un manufatto era oltretutto semplice. Non si preoccupi, le faremo avere ciò che ci chiede, dopotutti siamo pagati per questo no ? Disse avanzando verso Takagi. Le successive parole del mandante furono altre vanitosità di uno che se la tirava in modo pazzesco, vecchi ricordi e sogni di alcun valore. Alla fine della conversazione, il gruppo venne chiamato da un altro dei servitori di Takagi, costui li avrebbe messi al corrente sulla missione, ma prima di andare con quella persona, si rivolse un'ultima volta al mandante. Non si preoccupi per noi, di certo non finiremo come, scusatemi, quegli incompententi dei vostri sguatteri. Disse calcando la parola "sguatteri" alzando leggermente il tono di voce seguito da una risatina. Dopo poco, uscirono da quella stanza, seguendo quell'omone il cui nome sembrava Anteras, indossava un completo simile a quello dei Chunin, e anch'esso era armato, ma sembrava decisamente più amichevole degli altri incontrati finora.

    « Allora...io Sono Anteras Miruku, mercenario assolto da ormai molto tempo al servizio della famiglia Satori. Io vi guiderò per le aspre vie che conducono al santuario. La neve rende praticamente impraticabile i luoghi già stretti e tortuosi per natura. Per me sarà la terza volta, quindi conosco le vie più agibili. Arrivati al templio vi lascerò. Lì sarà un’altra la vostra guida; conosce quei luoghi meglio di chiunque altro... »

    Disse con voce altisonante, dall'aspetto poteva incutere paura, ma aveva un animo buono, almeno per ora, anche se aveva l'aria attempata, aveva un corpo ben allenato. Informò il gruppo della prossima guida all'arrivo al tempio, per poi spalancare una porta il cui interno della stanza era pieno zeppo di armi, attrezzature di ogni tipo, dalle scalate alle immersioni, ed un tavolo, su cui erano disposti 4 zaini per loro, inoltre, Miruku, informò i 4 della presenza di stivali e abiti pesanti, probabilmente lassù tirava un gelo pauroso, e come detto prima, la zona era innevata. Farà un freddo cane lassù, ma almeno spero non piova. Dopo che tutti si equipaggiarono a dovere, uscirono dalla stanza e si diressero verso la loro guida.

    « Bene adesso siamo pronti. Se avete domande, dubbi, perplessità riguardo il viaggio e l’obbiettivo chiedete pure. Il ritmo sarà veloce...spero di arrivare al monastero in quattro giorni. »

    Approfittando della possibilità di fare domanda si precipitò sul primo argomento a cui stava pensando. Mi dica, Miruku, da quello che ho potuto sentire dal nostro cliente, avete perso già 2 ricercatori, lui li ha chiamati incompetenti, e ha accennato soltanto ad una buca ed una trave, ma sono quasi certo che non è così, sinceramente, dato come si tratta il vostro padrone, vedo poco chiaro che i ricercatori persi fossero solo dilettanti, e che è bastata solo una buca a farli fuori, quindi, mi spieghi cos'è realmente accaduto, sa, al fine di prendere contromisure adatte e poi, vorrei sapere che tipo è quello a cui ci affiderà all'arrivo al tempio, sa, dall'ultima missione compiuta, non fido di nessuno, neanche di lei e del nostro cliente, poi, fidarmi di uno che conosce alla perfezione un posto del genere, fa' crescere maggiormente i miei sospetti e quindi controllarlo continuamente sarebbe una delle mie preoccupazioni principali, e penso che il Takagi non voglia che i suoi ninja abbiamo preoccupazioni che possano mettere a repentaglio la protezione di tale manufatto.

    Dopo le eventuali risposte e domanda dagli altri del gruppo avrebbe infine seguito la loro momentanea guida. 4 giorni di camminata che palle. Pensò guardando il cielo, poi voltandosi verso i compagni disse loro sottovoce. Tenete gli occhi ben aperti, non si sa mai, voi due lo sapete bene no ? Guardando Ryu e Yashimata. Infine, uscirono dal palazzo seguendo Miruku.

     
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  3. Hayabusa15
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    Villaggio della Tigre Bianca. Una missione. Ryu stava per giungere al luogo dell'incontro col mandante della Missione, un tale Takagi Sueri; Aveva già sentito quel nome, era appartenuto ad un ninja del suono con cui aveva combattuto tempo addietro. Ryu si trovava alla base delle piccole mura che circondavano il Paese, quando notò un bambino vicino all'entrata, con appeso al collo un cartello che citava "Ai ninja dell’accademia..Takagi Satori"; Ryu capì benissimo che quel ragazzino era il mezzo con cui i partecipanti alla missione avrebbero raggiunto il mandante, perciò, con passo lungo e veloce, si avvicinò. Erano presenti altri tre ninja oltre a lui in quel luogo: Yashimata, suo ex capogruppo nella missione che lo aveva visto coinvolto in un'enorme tranello, un ragazzo misterioso e oscuro, se si può dire, perennemente avvolto sotto un impermeabile opaco; Sou, un ragazzo in gamba e simpatico; Meriu, un buon ninja della Nebbia che aveva eseguito il ruolo di sensei in uno dei tanti addestramenti di Ryu, cordiale nonchè molto abile e capace di estrarre le sue ossa dall'epiderme.

    " Salve ragazzi! Sou, Yashimata, Meriu..."

    Ad ogni nome, Ryu eseguiva un cenno col capo verso la persona per mostrare rispetto e per, naturalmente, effettuare le dovute presentazioni, anche se in quel momento risultavano vane. I quattro vennero condotti all'interno del villaggio, facendo si che potessero vedere le condizioni e le abitazioni del luogo: erano presenti molte casupole in stile orientale, anche se la loro bellezza era stata offuscata dal tempo, visibile dalle decorazioni scalfite o addirittura rotte. La pioggia colpiva ininterrottamente i quattro, dei quali probabilmente l'unico a non risentirne era Yashimata, il quale possedeva un impermeabile. Il bambino, dopo alcuni minuti, li condusse dinanzi ad un enorme infrastruttura lignea, costituita da tre piani, ognuno con molti stendarmi indicanti probabilmente la famiglia che vi abitava presenti sui cornicioni. Ryu riusciva a scorgere dalla notevole distanza un lago, esattamente sulla destra del'abitazione; puntando le orecchie dal fine udito verso l'entrata poteva anche sentire i passi continui e marcati di alcune persone, probabilmente guardia che eseguivano ripetutamente lo stesso giro. Il bambino, dopo alcuni istanti, riprese a camminare e tornò indietro, non curando i quattro ragazzi. Ryu, assieme agli altri ninja, si avvicinò alla casa, prestando ben attenzione affinchè fossero notati dalle sentinelle.

    CITAZIONE
    “Suppongo vuoi siate i ninja mandati dall’accademia per la missione...”

    Ryu lasciò che fossero i compagni più carismatici e degni di nota a rispondere, poi furono condotti all'interno del salone d'entrata: un enorme gradinata copriva tutta la magnifica sala, adorna di grandi e piccole tele raffiguranti personaggi probabilmente appartenuti alla famiglia della casa e creature mitologiche quali un’idra, un cane a tre tese, un minotauro… I quattro seguirono la sentinella al piano successivo, dove, dopo alcune manovre tra i vari corridoi che caratterizzavano il livello, raggiunsero un'enorme porta lignea: lì la guardia di arrestò e, dopo aver aperto il portone, si spostò e indicò ai quattro di entrare. Erano presenti due uomini dentro l'enorme stanza adornata con vari manufatti, uno abbastanza grassottello ed uno meno in carne: il secondo, dopo una fugace stretta di mano, si diresse verso l'uscito, osservando i quattro ragazzi.

    CITAZIONE
    “ Entrate pure! Venite, venite!!!”

    L'uomo in carne li aveva invitati ad andare verso di lui.

    CITAZIONE
    “ Ero ansioso di vedervi. Io sono Takagi Satori, famoso collezionista di manufatti e oggetti preziosi. Sono il cliente del mandato...”

    " Piacere... "

    Ryu proferì quelle parole solo per pura formalità, poichè gli stava già antipatico quell'uomo, all'apparenza troppo vanitoso e pieno di se.

    CITAZIONE
    “ Ma andiamo subito al punto. Come ben sapete, si dice che in queste terre sia custodito un manufatto di immenso valore, o almeno per un collezionista come me. In particolare esso viene chiamato “L’artiglio demone bianco” e, secondo i miei studi, esso viene custodito all’interno di un monastero situato sulle pendici del monte Sueri. Naturalmente penso che questi si trovi lì perché dimenticato da tutti e incustodito. Gli abitanti di questo villaggio pensano che il templio sia sacro...naturalmente sono tutte fandonie...non più di semplici miti tramandati dai vecchi di questo posto. Il luogo è disabitato...nessun essere umano sarebbe in grado di vivere così sperduto e in un posto così maltenuto. Ricerche fatte mi confermano che il luogo è impraticabile...insomma andato in rovina. “

    Colpetto di tosse.

    CITAZIONE
    “ Per anni ho viaggiato alla ricerca dei tesori più rari nei posti più sperduti del mondo e ormai sono diventato uno dei migliori nella mia attività. Una volta, quando il fisico me lo permetteva, io stesso mi addentravo nelle tombe e nei monasteri alla ricerca dei tesori, ma ora mi avvalgo di efficaci sguatt...collaboratori.”

    Quel "squat..." era la conferma che quell'uomo era una persone adagiata che ama dare ordini agli altri. Ryu sentì che di certo un amicizia tra lui e quel grassone non sarebbe mai stata possibile.

    CITAZIONE
    “ Ultimamente, però, due mie spedizioni non sono andate a buon termine. In esse ho perso tre miei sudditi, forse troppo incapaci anche per un compito di così poca difficoltà. Daltronde cosa ci vuole a prendere un manufatto da un luogo disabitato e privi d’insidie che non siano una fossa da evitare o un trave da spostare???? ... Be ma voi siete ninja, siete dei veri professionisti...posso stare sicuro del vostro successo.”

    Subito dopo quelle parole, un'altra voce prese parola alle spalle dei quattro.

    CITAZIONE
    “ E quindi sareste vuoi le guardie scelte...bene seguitemi. Col vostro permesso signore prendo in custodia io i nostri “ospiti” per informali sul da farsi.”

    Ryu voltò rapidamente il volto: l'uomo che aveva parlato era un uomo non più nel fiore della giovinezza, attorno alla cinquantina, ma comunque altezzoso nonchè abbastanza muscoloso. Era vetsito a mo' di guerriero, completo di armi e giubbotto resistente in pelle.

    CITAZIONE
    “ Certo fai pure Anteras”

    L'omone riprese parola, interessandosi del gruppo.

    CITAZIONE
    “ Allora...io Sono Anteras Miruku, mercenario assolto da ormai molto tempo al servizio della famiglia Satori. Io vi guiderò per le aspre vie che conducono al santuario. La neve rende praticamente impraticabile i luoghi già stretti e tortuosi per natura. Per me sarà la terza volta, quindi conosco le vie più agibili. Arrivati al templio vi lascerò. Lì sarà un’altra la vostra guida; conosce quei luoghi meglio di chiunque altro... ”

    Ai quattro venne mostrato un'equipaggiamento completo di rampini per la scalata: Ryu comprese in breve tempo che quella sarebbe stata una missioni più che mirati ai combattimenti di sopravvivenza, dove la forza di ognuno sarà chiamata in causa.

    CITAZIONE
    “ Questi sono vostri. Contengono due rampini, due corde con moschettoni, una tenda monopersona, dieci razioni di cibo (una a giorno). Potrete trovare gli stivali in quel cassetto, prendeteli ed indossateli. Gli indumenti pesanti sono in quell’armadio...”

    Ryu prese tutto ciò che gli era stato dato e lo indossò, poichè prendersi un raffreddore o una bronchite in quei luoghi così remoti gli sarebbe costata anche la vita.

    CITAZIONE
    “Bene adesso siamo pronti. Se avete domande, dubbi, perplessità riguardo il viaggio e l’obbiettivo chiedete pure. Il ritmo sarà veloce...spero di arrivare al monastero in quattro giorni.”

    Ryu, riprendendo ciò che era stato detto da Sou, chiese evitando di ripetere ciò che era già stato richesto

    " Ci sono belve nella zona? O demoni? O mostri mitologici? Insomma, qualche pericolo? "

    Quella sarebbe stata l'unica domanda che avrebbe fatto al mercenario di takagi.


    SPOILER (click to view)
    Narrato
    " Parlato "
    " Parlato Guardia "
    " Parlato Takagi "
    " Parlato Miruku "























     
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  4. Meriu
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    Presentation - Meeting

    La missione. Villaggio della Tigre Bianca. Era stato accettato per quel che si prospettava un lavoro di investigazione da farsi in fretta. Recuperare un manufatto, una sorta di pietra preziosa, per conto di un ricco collezionista, assetato di nuove conquiste e ritrovamenti interessanti. Meriu e altri erano stati assoldati per compiere questa missione, ed avrebbero ricevuto in cambio una ricompensa. Cospicua. Negli ultimi tempi, Meriu era riuscito a migliorarsi fisicamente, a raggiungere un nuovo livello di forza e si era nuovamente allenato con Shiltar, per indurire e migliorare le sue Ossa. Si diresse verso il luogo indicato, nel Paese afoso e secco che gli era stato assegnato. Un bambino li attendeva con fare gentile, con un cartello attorno al collo. L'invito era chiaro, cercava i ninja dell'Accademia, per conto del mandante stesso, il signor Takagi Sueri, il collezionista. Altri tre ninja gli erano a fianco. Yashimata, suo compagno all'addestramento del Mikawa, che li aveva visti superare prove insidiose e dure, Ryu, suo allievo al corso per combattere con i pesi, il quale aveva dimostrato una grande resistenza e una forza d'animo ancora più grande. L'ultimo era un certo Sou Tamahome Kishuku Tsumuji Mikawa, sconosciuto al Kaguya, ma che pareva essere cordiale, come dimostrò anche nel primo approccio con Meriu stesso. Amichevole, ma nascondeva qualcosa di più grande.

    « Piacere... »

    Meriu non volle parlare più di tanto, ancora stanco com'era per il viaggio fino a quel luogo arido, con clima totalmente differente da quello tipico Kiriano. Nel Villaggio della Tigre Bianca, le case si ergevano tipicamente rustiche, con tetti a spiovente spesso malcostruiti, con i vertici che andavano a curvarsi per concludersi con statue, che parevano raffigurare divinità, nemici uccisi in battaglia o mostri mitologici. Le statue sgretolate, davano evidenti segni di una ristrutturazione pressochè assente delle aree storiche della città. Attraversarono diverse vie, finchè non si ritrovarono in quella centrale, grande ed ampia per via della sua importanza. Una lieve pioggerellina, attenuava in parte il clima afoso della città. Il bambino si fermò davanti a quella che poteva considerarsi una residenza imperiale. Stendardi puliti e ben tenuti, stavano appesi lungo tutta la balconata del palazzo, agitandosi per le forze del vento. Due guardie, sulla stessa balconata spiovente e ben resistente, camminavano e controllavano tutto il perimetro circostante, per non farsi scappare nulla. Le Wakizashi nel fodero, facevano comprendere a pieno che gli stessi fossero dei ninja. Rumori di acqua corrente in una sorta di rigagnolo, appena dietro al palazzo. Dei passi forti e pesanti, piuttosto marcati. Meriu seguì gli altri, che nel frattempo si erano avvicinati al palazzo, venendo fermati da una guardia. Domandò ai ninja se fossero loro i ninja richiesti. Il Mikawa e Ryu con un cenno di assenso lo confermarono, mostrando il coprifronte. Meriu stette zitto, non era in vena di parole quel giorno. Le porte si spalancarono, dopo un cenno della guardia ad un suo collega. Si richiusero dietro alle spalle dei ninja, che nel frattempo si incamminarono per una scalinata con un tappeto dorato, che faceva sembrare il tutto sempre più regale. I ninja vennero accompagnati per una rampa di scala circa, per essere poi condotti lungo un corridoio, che ai lati presentava dipinti e quadri, raffiguranti avi del ricercatore e bestie mitologiche, come l'Idra o Cerbero. Girarono a destra, per poi più avanti rigirare a sinistra, il percorso sembrava non finire mai. Il Mikawa fece una battuta ironica, che mosse le labbra di Meriu, che composero sul suo volto quello che pareva essere sempre di più un sorriso. Dopo aver girato una decina di volte, per corridoi e altro, i ninja si trovarono davanti ad una porta lignea, che si spalancò al loro arrivo, quasi a comando. C'erano domande ? Solo Sou e Ryu parlarono per ora, mentre Meriu si limitò a dir di no con un gesto della mano. Era sazio di quell'aria di parole e connessioni mentali. Era tempo di entrare in azione.


    Al suo interno, sedeva Takagi, il mandante, su una sorta di trono, fatto apposta per lui, dove poteva esercitare tutto il potere che desiderava. Narrò ai quattro le vicende che lo avevano portato in quel luogo, per ritrovare il Manufatto per cui ormai stravedeva. Un luogo impraticabile, era quella la sua locazione. Alcuni dei suoi, erano morti trafficando al suo interno, per trovare il manuscritto. Trattò in malo modo quei morti. Il Mikawa si infuriò, sottolineando il modo scortese e quasi privo di rispetto con cui aveva indicato la morte dei suoi sudditi. Era chiaramente un uomo pieno di sè e si credeva un imperatore. Dopo una certa attesa e uno straziante discorso di Takagi, i ninja vennero portati fuori e la guardia di nome Anteras, con un corpetto da Chunin, li accompagnò in un'altra stanza, ove si sarebbero preparati per il viaggio. Uno zaino a testa. Equipaggiamento da scalata e quant'altro. Tutto il necessario per gli Shinobi. Anteras spiegò la situazione, dicendo che essi avrebbero avuto come guida lui stesso, fino all'arrivo al tempio e poi il loro aiuto sarebbe cambiato. Abiti pesanti, il freddo lassù era chiaramente il clima regnante, come anche venne sottolineato dal Chunin.

     
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    Chapter 1
    .Primo Post Attivo.
    The Beginning


    Un passo lento e cadenzato mi distingueva dal resto delle persone. Sotto la tenue pioggerellina, camminavo lentamente per giungere al Villaggio della Tigre Bianca, ove dovevo incontrare un signore. Ebbene sì, ero stato ingaggiato da un certo Takagi Satori per svolgere una missione di recupero per sconto suo; la missione pareva abbastanza facile in apparenza, visto che essa era stata valutata come una semplice missione di rango C; tuttavia diffidavo molto del metodo con cui l'accademia valutava ed assegnava un rango alle missioni, al solo pensiero dell'ultima missione svolta - la quale era anch'essa di grado C - mi venivano i brividi lungo la schiena. Lo scopo, per essere raggiunto, prevedeva lo sterminio di massa di alcuni mutanti, i quali prima di essere trasformati erano innocui bambini. Al termine della suddetta missione, però, avevamo scoperto che il fautore di tale esperimenti non era altro che il mandante della missione; era riuscito a scappare, quindi nel corso della stessa non avevamo avuto il piacere di vendicare i bambini, uccidendo il fautore di tali crimini. Raggiunsi il villaggio in un giorno, in teoria alle cinte basse delle mura dovevo incontrare i compagni che mi avrebbero affiancato in tale missione e una guida che ci avrebbe condotto alla casa di Satori. Il nero cappuccio impediva che la pioggia potesse bagnare il mio candido volto, il mantello tenebroso copriva il resto del corpo anche se la mia corporatura era visibile ai più. Ero abbastanza alto, di fisico slanciato e con occhi di color nocciola, anche se essi non erano visibili a causa - appunto - del cappuccio che indossavo abitualmente. Dunque, una volta che giunsi alle mura, non riuscii a credere ai miei occhi, dinanzi alle sopraccitate vi erano tre ninja; due dei quali mi erano particolarmente familiari. Erano senza ombra di dubbio Sou Tamahome Kishuku Mikawa Tsumuji e Rey Hayabusa Kakita. Gli conoscevo davvero bene, poiché erano stati i miei compagni di squadra durante la missione che avevo svolto precedentemente, ove ricoprivo il famigerato ruolo di capogruppo. Le grigi nubi si muovevano agilmente come se giocassero a nascondino. Talune prendevano varie forme di animali o cose, mentre liberavano dal loro grembo la leggera pioggerellina che cadeva incessantemente sulle nostre teste. Mi avvicinai al gruppetto di ninja che si era creato, che altro non erano se non i compagni che mi avrebbero affiancato durante quest'altra ardua prova, quindi, mi avvicinai in silenzio e prestai i miei saluti al ninja di Oto e di Kiri. Prima di ciò, però , riconobbi nel terzo ninja un volto anch'esso familiare. Avevo fatto insieme ad lui un corso, mi per che si chiamasse Meriu e che appartenesse al prestigioso clan Kaguya.

    « Lieto di Rincontrarvi. Spero che questa missione si svolgerà in modo differente rispetto alla precedente; ad ogni modo, il nostro team è stato rinforzato dalla presenza di Meriu Kaguya. »

    Proferii per mostrare apertamente il mio piacere nel rivederli. Dopo questi banali, quanto inutili, convenevoli, un ragazzino, che aveva poco più di 10 anni a prima vista, si prostrò a noi e ci fece cenno di seguirlo. Era un ragazzino anomalo, se così poteva definirsi. Portava dei piccoli sandali, i quali non erano della tagli adatta, emanava un cattivo odore che stava ad indicare che non si lavava da giorni o settimane. Un piccolo dubbio percosse la mia testa, se Satori era un tipo tanto ricco perché mandare da noi un piccolo barbone e dare un impressione sgradevole sul suo conto? Dopo l'ultima missione, diffidavo molto di coloro che dall'accademia erano comunemente chiamati mandanti. Forse ero un tipo troppo diffidente, ma come dice il detto ' fidarsi è bene, non fidarsi è meglio'. Comunque, la città, seppur fosse piccola, era davvero carina. Le case avevano un che di spartano, le strade erano ornate di strane sculture di animali mitologici. Il bambino tacque per tutto il tragitto, dal mio canto non porsi a lui nessuna domanda, poiché per il momento non avevo particolari dubbi circa lo svolgimento della missione; inoltre dubitavo, che quel povero ragazzino, potesse rispondere ai dubbi che vi erano nella mia testa.

    [...]

    image

    Il breve tragitto proseguì tranquillo sotto i colpi incessanti della pioggia, eravamo giunti nella piazza principale ed, in essa, non vi era molta gente. Il nostro tragitto continuò fino a che non giungemmo nella piazza principale, ove al centro di essa vi era una casa dalle dimensioni mastodontiche. Giunti alle cinta della stessa, sulla destra si poteva intravedere chiaramente un piccolo laghetto dalle cristalline acque. Grazie al mio udito sviluppato, riuscivo a sentire dei passi costanti, come se due persone facessero la ronda intorno al castello. Strano, forse aveva paura di eventuali ladri, dato che lui era un rinomato collezionista di opere famose. Una guardia interruppe il suo quotidiano giro, si arrestò e ci diede il permesso di entrare. All'interno, la casa assomigliava ad un labirinto. Corridoi intricati, ognuno dei quali era distinguibile dagli altri grazie ai quadri che vi erano appesi suoi muri. Quivi vi erano sculture imponenti che rappresentavano le creature mitologiche più rinomate, tra i quali possiamo annoverare Cerbero, il cane a tre teste, il Minotauro, essere per metà uomo e per metà toro, ed infine un idra, la quale assomigliava vagamente tanto ad un drago. Davvero una bella casa, il signore della stessa doveva essere necessariamente un uomo di cultura. Dopo qualche peripezia, scortati dalla guardia che poc'anzi ci fece entrare, raggiungemmo un stanza e dopo qualche istante di attesa, ricevemmo il permesso di entrare. All'interno della sala vi erano due figure. Uno di loro era un uomo grosso fisicamente, pareva allegro e rilassato, l'altro, invece, era di corporatura esile e, al contrario del compagno, pareva teso e preoccupato. Assecondai il tutto, vi era qualcosa fra i due; tuttavia era troppo presto per indagare ed, al contempo, la cosa - probabilmente - era inutile ai fini della missione stessa. Il tizio più teso si congedò, mentre l'altro, il quale corrispondeva al nome di Takagi Satori, ci diede il permesso di accomodarci. Era una stanza perfettamente cubica, le pareti erano costellate di mensole, dove su ognuna vi era riposto un tesoro. Si presentò, dopodiché prese parola per spiegarci nel dettaglio il motivo della nostra convocazione:

    « Ma andiamo subito al punto. Come ben sapete, si dice che in queste terre sia custodito un manufatto di immenso valore, o almeno per un collezionista come me. In particolare esso viene chiamato “L’artiglio demone bianco” e, secondo i miei studi, esso viene custodito all’interno di un monastero situato sulle pendici del monte Sueri. Naturalmente penso che questi si trovi lì perché dimenticato da tutti e incustodito. Gli abitanti di questo villaggio pensano che il tempio sia sacro...naturalmente sono tutte fandonie...non più di semplici miti tramandati dai vecchi di questo posto. Il luogo è disabitato...nessun essere umano sarebbe in grado di vivere così sperduto e in un posto così maltenuto. Ricerche fatte mi confermano che il luogo è impraticabile...insomma andato in rovina. »

    Rimasi in silenzio mentre l'uomo più grosso proferiva cotali parole. Vi erano molte frasi che non concordavano con la successiva. Era un tempio abbandonato e allora perché aveva richiesto l'aiuto di tre ninja e la missione era stata valutata come una missione di rango C? Vi era qualcosa che non quadrava, probabilmente il luogo era protetto da qualcuno o qualcosa, forse aveva qualcosa in comune con le tigri bianche, oppure erano proprio esse le guardiane di tale territorio. Tuttavia, rimasi in silenzio ad ascoltare cos'altro avesse da dire il signore Takagi.

    « Ultimamente, però, due mie spedizioni non sono andate a buon termine. In esse ho perso tre miei sudditi, forse troppo incapaci anche per un compito di così poca difficoltà. D'altronde cosa ci vuole a prendere un manufatto da un luogo disabitato e privi d’insidie che non siano una fossa da evitare o un trave da spostare???? ... Be ma voi siete ninja, siete dei veri professionisti...posso essere sicuro del vostro successo.»

    Quante lusinghe, ne sono onorato. Avrei detto sarcastico, ma preferii rimanere in silenzio, celato nel nero mantello. Dubitavo fortemente che in quel tempio vi fossero solo un paio di buche o qualche trave di troppo, c'era ben altro sotto, sicuramente. Mentre riflettevo vacuo sulle parole del ricco signore, un altra persona entrò in quella sala. Un tipo di nome Antares, in teoria egli doveva essere colui che doveva farci da guida fino al tempio. Ci scortò in un altra stanza ove trovammo tutto gli eventuali strumenti che ci potessero essere d'aiuto una volta giunti in quel tempio abbandonato. Vi erano rampini, materiali per la scalata e delle razioni di cibo; 10 per la precisione, quindi avevamo 10 giorni per recuperare il manufatto, ma, considerando che 8 giorni li usavamo per compiere il tragitto sia di andata che di ritorno, potevamo contare solo su due giorni pieni. Sarebbero bastati ? La strada per arrivare nel suddetto tempio pareva lunga e tortuosa, la neve rendeva le cose ancor più difficili. Tuttavia, se Antares era davvero una guida esperta - come egli diceva - che conosceva quei luoghi molto bene, non avevamo nulla di cui preoccuparci - in teoria- . L'impermeabile nero, probabilmente, non sarebbe stato utile in quei lochi lassù, poiché a causa del freddo e del gelo, qualora non volessi morire assiderato, doveva necessariamente indossare qualcosa di più pesante. Mi tolsi, quindi, l'impermeabile ed indossai un giubbotto pesante. Per la prima volta i miei compagni potevano vedere chiaramente il suo volto. Mentre faceva ciò, senza dare peso a ciò che dicessero gli altri, si rivolse ad Antares per porli una banale - quanto importante - domanda.

    « Lieto di conoscerla signor Antares. Avrei alcune domande da porle: nel tempio vi sono delle trappole ? Inoltre vorrei sapere se il tempio è abbandonato da tutti, animali compresi, oppure non è così abbandonato come il signor Satori ci ha voluto far credere poc'anzi ? »

    Avevo esposto i miei dubbi. Ora eravamo davvero pronti per partire, sperando che in questa missione non vi fossero retroscena sgradevoli.

     
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    CACCIATORI DI TESORI



    First Act 00.01
    ~ Courage


    CITAZIONE
    Mi dica, Miruku, da quello che ho potuto sentire dal nostro cliente, avete perso già 2 ricercatori, lui li ha chiamati incompetenti, e ha accennato soltanto ad una buca ed una trave, ma sono quasi certo che non è così, sinceramente, dato come si tratta il vostro padrone, vedo poco chiaro che i ricercatori persi fossero solo dilettanti, e che è bastata solo una buca a farli fuori, quindi, mi spieghi cos'è realmente accaduto, sa, al fine di prendere contromisure adatte e poi, vorrei sapere che tipo è quello a cui ci affiderà all'arrivo al tempio, sa, dall'ultima missione compiuta, non fido di nessuno, neanche di lei e del nostro cliente, poi, fidarmi di uno che conosce alla perfezione un posto del genere, fa' crescere maggiormente i miei sospetti e quindi controllarlo continuamente sarebbe una delle mie preoccupazioni principali, e penso che il Takagi non voglia che i suoi ninja abbiamo preoccupazioni che possano mettere a repentaglio la protezione di tale manufatto.

    “ Ti dimostri attento ninja e questo mi rassicura sulle vostre capacità. Purtroppo posso rispondere a solo uno dei tuoi quesiti. Io non ho preso parte alle spedizioni delle quali siete a conoscenza, in quanto il mio compito era unicamente quello di portare quegli uomini al tempio. Il resto lo conosciamo tramite delle comunicazioni via auricolari, e non è per niente rassicurante. Se abbiamo decifrato bene i suoni scomposti che le ricetrasmittenti ci hanno mandato, probabilmente le spedizioni non sono mai arrivate oltre l’ingresso del tempio. Qualcosa le ha fermate...ma più di questo non so che riferirti. “


    Qui l’omone attese un attimo, chinò il capo ma subito si riprese.
    CITAZIONE
    " Ci sono belve nella zona? O demoni? O mostri mitologici? Insomma, qualche pericolo? "
    "Lieto di conoscerla signor Antares. Avrei alcune domande da porle: nel tempio vi sono delle trappole ? Inoltre vorrei sapere se il tempio è abbandonato da tutti, animali compresi, oppure non è così abbandonato come il signor Satori ci ha voluto far credere poc'anzi"

    “Come già detto al tuo compagno ,nessuno è mai entrato nel tempio. Ricerche ci hanno confermato che nella zona, su quelle montagne, uniche forme di vita sono gli animali che risiedono in quei luoghi, ma mai lasciano le loro tane in questo periodo dell’anno. Qualche branco di tigri si sono insediate tempo addietro più in basso, a valle, dove le temperature sono più miti, ma non riescono a salire la montagna innevata. Se vive qualcosa lassù certamente non si tratta di bestie normali...
    Comunque il luogo non è totalmente disabitato. Nei pressi del tempio abita un eremita, un vecchio che si è dimostrato disposto ad aiutarci nelle precedenti missioni...a lui vi affiderò al termine dei quattro giorni di scalata.”


    [...]



    Così il gruppo partì capitanato dall’esperto Anteres. Il viaggio si prospettava lungo ma di sicuro i ninja non si sarebbero annoiati. Solo il percorso iniziale non impegnò più di tanto il gruppo, o almeno fino alle pendici della prima montagna che dava inizio alla catena. Erano passate 5 ore dalla partenza.

    “Da qui inizia la nostra scalata. C’è uno stretto sentiero che sbuca tra due montagne, è la via meno esposta alle intemperie. Usiamo comunque corde e rapini, non sono sicuro che si riesca a camminare. Inoltre sta iniziano ad imbrunire...”


    Infatti i dubbi di Anteras trovarono riscontro. Il sentiero era completamente innevato e il passaggio era arduo. Per primo iniziò a fissare i paletti con l’ occhiello per creare con le corde un rudimentale appiglio. Non prese tutte le precauzioni necessarie...lui praticava la scalata da ormai diversi anni e quelli che portava con se erano ninja, mica gente comune. La neve era alta, circa un metro, e la via da percorrere stretta e tortuosa. I ninja erano avvolti da purissimo bianco, mentre nelle loro orecchie forte rombava la tempesta dei venti.

    Però Anteras sapeva che alla fine sarebbero riusciti a passare...la parte difficile doveva ancora venire. La situazione rimase invariata per gran parte del giorno. Ancora non avevano pranzato...il territorio non lo permetteva. Solo per le 6 del pomeriggio, la stretta via si allargava. Lì avrebbero piantato le tende e avrebbero pranzato e cenato.

    “ Questa tappa è forzata. Durante gli scorsi viaggi ci siamo sempre accampati qui. I prossimi insediamenti non saranno così confortevoli, quindi dormite e mangiate tanto oggi...nei prossimi giorni non è detto che ne avremo l’occasione.”


    La notte stava calando, non valeva la pena continuare.
    Col calare del sole il freddo raggiungeva anche temperature di dieci gradi sotto lo zero. Sì le tende erano provviste di coperte termiche e tutto, ma lo stare fermi non permetteva al corpo di ignorare il forte gelo. Comunque la notte passò tranquilla con il vento che forte ululava.

    Il dì seguente si aprì all’insegna di una temperatura alquanto mite. Il sole alto irradiava la zona...la scalata sarebbe stata favorita. Tutto il gruppo sarebbe ripartito abbastanza presto.

    “ Ok, sono le 7 del mattino. Spero che riusciremo a fare una buona scalata per arrivare alle 14.00, a circa metà montagna. Là c’è un piccolo spaizzo dove potremo accamparci e recuperare le forze. Da qui proseguiremo per quasi un chilometro per poi iniziare la scalata. Qui giù la neve ancora non ha coperto tutta la montagna, non sarà difficile. Comunque mettetevi sempre nella condizione di sicurezza.”


    Come aveva detto Anteras, lo stretto percorso si andava riducendo fino a ricongiungersi con la montagna. Una parete abbastanza ripida gli aspettava e sembrava continuare per diverse centinaia di metri. Senza indugi Miruku avrebbe iniziato a scalare, nel modo che si confà in quelle occasioni.

    Procedevano abbastanza spediti, quella scalata non era impegnativa per dei nina addestrati, inoltre la loro guida era prudente e prendeva le vie più agibili ove la neve e gli appigli naturali erano più sicuri. La meta prefissata fu raggiunta in meno tempo del previsto, e di questo la guida fu felice. Intanto il cielo si erano oscurato.

    “Mi avevano detto che voi ninja eravate gente fuori dal comune, però non immaginava fino a questo punto. Penso che non sarà difficile raggiungere la cima...”


    Che non avesse mai detto quelle parole. Se non la montagna, adesso era il tempo ad essere contro il gruppo. Fulmini e neve si abbatterono sul pendio. La scalata risultava ancora più ardua. Abbastanza velocemente la montagna immagazzinava tutta quella neve nascondendo la viva roccia e ricorporendola di bianco.

    Il tempo rimase invariato per due giorni di fila. Le condizioni si facevano sempre più critiche: spesso piccole valanghe e cedimenti si verificavano. Si procedeva molto a rilento, lo steso Anteres trovava difficoltà nella salita. Inoltre più si saliva più la parate diventava ripida, fino a divenire asse del terreno. La mancanza di ossigeno si faceva sentire. L’altitudine era abbastanza elevata e anche per i ninja non sarebbe stato facile avanzare. Inoltre spesso non potevano fermarsi negli orari canonici, in particolare ad ora di pranzo. La sera trovavano appigli momentanei e abbastanza precari.

    La sera del terzo giorno si trovavano appesi nel vuoto. Le tende erano state fissate abilmente da Miruku con cavi e corde in modo da ancorarsi alla parete a strapiombo nel vuoto. Quella sera le intemperie sembrarono placarsi.

    “ Siamo leggermente indietro con il piano originale ma, contando le situazioni che abbiamo trovato, fino ad ora il viaggio e stato più che positivo. Abbiamo incontrato una dura lastra di ghiaccio nel secondo giorno ma pare non ve ne siate accorti. Le vostre forti membra hanno resistito bene alla scalata. Non posso che congratularmi...adesso manca poco alla vetta. La neve qui è completamente ghiacciata, quindi l’attenzione deve essere al massimo. Mezza giornata e siamo arrivati”


    La scalata incominciò all’alba e solo il freddo e il vento questa volta sembravano attendere il gruppo. Ma fu circa alle 11 che la situazione cambiò.

    Per chi avesse udito sviluppato


    Prima degli altri il ninja avrebbe capito ciò che stava per accadere. Una valanga di proporzioni molto elevate. Nel viaggio spesso ne avevano incontrate ma mai come questa. Prima degli altri avrebbe realizzato che avevano pochi secondi per trovare una soluzione

    Per chi avesse vista aumentata


    Guardando in alto, il ninja avrebbe intravisto dei movimenti. Subito avrebbe realizzato del pericolo imminente. Questo avrebbero avuto un vantaggio rispetto agli altri: avrebbe visto che il pericolo era di proporzioni gigantesche, anche se con un leggero ritardo.

    In tutti i casi.


    Un mare di neve avrebbe quindi inondato quel versante della montagna. La sua forza distruttrice avrebbe portato con se diverse rocce e pezzi di giaccio. Miruku, anche se fosse stato avvertito dai compagni, sarebbe stato travolto dalla valanga. Sarebbe toccato ai superstiti decidere se continuare avanti. Comunque il ritorno era impensabile, senza una guida non avrebbero saputo come orientarsi. La vetta era situata a 100 metri.

    [...]



    Ansanti, sfiniti, il gruppetto di ninja avrebbe percorso con sforzo immane gli ultimi passi, quando una strana visione sarebbe loro comparsa. Il colore bianco della neve e quello azzurro del cielo avrebbe finalmente smesso di regnare come despoti davanti alla loro vista. In mezzo al candore, infatti, prepotente incominciava a prendere vita una scalinata di pietra. Stranamente la neve non si posava sui gradini, lasciando intonso il lugubre grigiore dalla pietra. Ai lati della scalinata, piccole ed agili colonne svettavano, contornando il camino. Anche su di esse sembrava vigere lo stesso incanto che proteggeva dalle intemperie la scala.
    Sul primo gradino, vicino alla prima colonna della fila di destra sostava un uomo. Il suo volto era indubbiamente quello di un anziano, eppure non una ruga segnava la sua nera pelle, ed infinita calma e pacatezza, quanto tristezza, trasparivano dalla fronte liscia, dalle guance imberbi. Il vecchio era vestito di giallo e verde e spiccava nella tormenta. I vestiti che tra tutta quella furia naturale, avrebbero dovuto svolazzare impazziti, restavano distesi, come una vela non battuta dal vento. Quando i ninja si furono avvicinati abbastanza, quello mantenendo gli occhi chiusi,avrebbe detto:

    “ Ben venuti visitatori al tempio della Tigre Bianca...se me lo permetterete vi condurrò sino alle sue porte...”


    Il vecchio si girò ed , aiutandosi col bastone, incominciò a percorrere la scalinata.
    Appena i ninja avessero posto il loro piede sul primo gradino, non avrebbero avuto più freddo, il vento si sarebbe placato, e le loro orecchie avrebbero trovato finalmente il silenzio.Mentre camminavano avrebbero avuto una strana impressione. Una forza potentissima, un’aura smisurata proteggeva quel luogo, e solo chi avesse già incontrato un demone sarebbe riuscito a notare le somiglianze tra due energie.

    [...]



    La marcia procedeva lenta, scandita dal rumore del bastone del vecchio che rompeva il silenzio irreale del luogo.

    Senza preavviso quello avrebbe detto:

    “ Voi non siete persone comuni, sbaglio?
    Oh scusate la mia curiosità, ma il vostro passo è stranamente fluido e leggero , e se non vado sbagliano, è il rumore di armi che cozzano quello nelle vostre borse. Bha...da un lato è meglio così...non li sopporto più quei turisti che spiano il tempio da lontano, temendo le leggende...almeno sapessero la verità...ma immagino che le stesse fandonie siano state raccontate pure a voi...bhe...volete sentire una storia...o meglio la verità sul tempio?
    A voi, immagino, che vi sia stato detto che il tempio fu costruito dagli dei per onorare la Tigre Bianca del Sueri...ahahah...che fantastica menzogna.
    Il luogo che state per raggiungere non è un luogo di gloria, ma di castigo. Dovete saper che la Tigre Bianca del Sueri era una divinità dell’antichità. Si dice che ella preferisse stare con i mortali al posto di glorificarsi della compagnia degli dei suoi simili...per questo le divinità la punirono e la costrinsero a vagare sulla terra come un mortale per l’eternità. Poi costruirono questo tempio dal nulla...un insulto alla Tigre. Infatti si dice che l’unico modo per salvarla dalla sua maledizione, sia quello di affrontare tutte le prove del tempio...e dovrà farlo un mortale, ovvero l’essere vivente che stata la causa della sua rovina.
    Ma questo la gente comune non lo sa...vengono qui e scattano foto, ridono...sarebbe diverso se conoscessero il vero. Adesso è solo buisness...tutti hanno scordato i valori che la Tigre simboleggiava: coraggio, forza, perspicacia, altruismo, arguzia, attenzione, fede...”


    Le parole del vecchio sfumarono nel nulla, mentre a capo chino continuava ad avanzare. Per due ore non avrebbe proferito parola lasciando che solo il bastone e i suoi passi parlassero della sua persona. I ninja avrebbero potuto discorrere riguardo qualsiasi cosa durante questo tempo che veniva loro concesso. Trascorse le due ore il vecchio avrebbe detto:

    “ Bene signori...se gli dei, oltre che la vista, non mi hanno privato anche della capacità di contare...questo è il quattromilaseicentoventisettesimo gradino e alla mia sinistra sorge il tempio...”


    Così dicendo avrebbe alzato la mano sinistra indicando la loro meta.

    Lo sguardo dei ninja avrebbe vagato per uno spazio vastissimo. Una piazza,circolare e contornata di colonne, sorgeva con il suo raggio di cinquanta metri sulla montagna...un’opera spettacolare.Come la scalinata era priva di ogni sporcizia, e vi regnava il silenzio. In fondo e a destra la montagna saliva bianca per svariati metri, e la fine non era visibile a causa delle nuvole e della neve che vorticava sopra le loro teste, senza potersi posare a terra.
    La parete in fondo recava una porta, anzi un portone. Completamente in pietra vantava due ante ognuna di tre metri, e cresceva in altezza di venti. Bassorilievi erano disegnati su di essa e narravano una storia che i ninja non conoscevano.
    Ai lati dalla porta, maestose due statue erano poste in modo da guardare la piazza. Due tigri, ognuna alta sei metri e completamente in pietra, affiancavano il passaggio. La pietra della quale erano composte aveva varie crepe, ma la struttura era salda e destinata a vivere per secoli. Le tigri erano in posizione rampante e poggiavano solo con le zampe posteriori a terra, mente le zampe anteriori fendevano l’aria con artigli enormi.
    L’ingresso del tempio era davanti i ninja, una sola la strada possibile...come gli dei avevano voluto.

    Per chi avesse vista aumentata:


    Arrivati a dieci metri dalle tigri, guardando attentamente le statue, avrebbe notato che le iridi e le pupille degli occhi delle statue non guardavano la piazza, bensì erano voltati verso la parete alla destra dei ninja, guardando ad est. Ciò nonostante, se i ninja avessero controllato la parete non avrebbero trovato nulla.

    Per chi avesse olfatto aumentato:


    Arrivato a dieci metri dal portone, avrebbe avvertito un vago sentore di sangue a terra, e avrebbe potuto rinvenire minuscole particelle di sangue in quella zona
    Il vecchio sarebbe rimasto al di fuori della piazza mentre i ninja avanzavano, e non avrebbe detto nulla.
     
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  7. Meriu
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    Post I - Akimoto

    Era tempo di partire, di abbandonare quella sorta di residenza imperiale, per dirigersi verso il luogo ove avrebbe avuto inizio la ricerca. Sarebbe stato a loro, giungere fino al tempio, prendere il Manufatto e tornare indietro, ricevendo la ricompensa e sbattendo quell'affare tanto ricercato, in faccia a Takagi.

    Il viaggio cominciò, senza intoppi e cinque ore passarono, solamente camminando. Dopo tutta quella strada di tragitto, si parò davanti agli Shinobi, una sorta di montagna, pronta solamente per essere scalata. Le corde che montò Anteras, sorrette da paletti rudimentali, erano un'equipaggiamento piuttosto consumato e rudimentale, ma ugualmente utile ai fini della scalata. Nella mente di Meriu, innumerevoli pensieri facevano trafilare una possibile caduta dal pendio, seguita da una morte certa, data l'altezza del posto. La neve era alta, circa un metro, e la via da percorrere stretta e tortuosa. Tutti gli Shinobi, avvolti dal bianco velo di neve, potevano sentire distintamente, il forte rumore provocato dai venti in tempesta, che si agitavano e sprizzavano neve e pioggia ovunque. La scalata procedette bene. Bastò che gli Shinobi si tenessero saldi alle corde e piantassero il loro rampino ove volevano, permettendo una migliore aderenza dello stesso al terreno. La situazione di scalata, rimase invariata per diverse ore, fino a che il pomeriggio non prese il sopravvento : già il buio incominciava ad attanagliare le nuvole e a creare dei giochi di luce e colori, che illuminavano il terreno e il resto a lui circostante, in uno strano modo.

    Le bufere, mischiate e aggiunte al colore pallido e scuro del cielo, rendevan il tempo un qualcosa di intrigante. Si accamparono lì, sia per ristorarsi, con appositi cibi preparati interamente per il viaggio, piuttosto caldi, in modo che si conservassero a lungo e potessero essere utilizzati anche in più momenti del viaggio. Il tempo però, li aveva già resi freddi. Si fermarono, montando le tende, come mostrato anche da Anteras. La sera si prodigava agli occhi freddi e tempestati dal vento dei giovani Shinobi, che riparati nelle loro tende, tra coperte termiche e altro, avrebbero passato la notte senza problemi. Un solo ninja, non aveva riparo : il Kaguya. Egli, era sdraiato dentro alla tenda, solamente con indosso i suoi pantaloni e la cerniera della stessa tenda aperta, cosicchè il freddo potesse irrorare il corpo del ninja. L'ambiente di Kiri era simile a quello, forse più caldo. Rimase tutta la notte in piedi, senza chiudere occhio, intento a scrutare le stelle nel cielo e osservare la bufera imperversare sui pendii scoscesi.

    Il mattino non tardò a giungere e Meriu, già in piedi fuori dalle tende, si era seduto su un masso, ormai congelato, con una lastra di ghiaccio tutt'intorno e il sedere completamente gelato. Si girò verso i compagni, qualora si fossero alzati.

    Potevate svegliarvi più tardi, mentre c'eravate...

    Era un tono quasi ironico, che voleva sottolineare semplicemente la voglia di dormire dei compagni, piuttosto che la possibilità di godersi il panorama circostante, che si era colorato di un verde chiaro, in seguito alla bufera della notte prima. Dopo Meriu, il primo a svegliarsi fu Anteras, che annunciò con tono gioioso e felice l'inizio di un nuovo percorso di scalata ai ninja. Altri kilometri di cammino, prima di ricominciare a scalare. Lo stretto percorso si andava riducendo fino a ricongiungersi con la montagna : iniziarono nuovamente a scalare, aggrappandosi a ramoscielli resistenti o pietre sporgenti, che, modificate dagli agenti atmosferici, permettevano un perfetto appiglio, utilizzabile con una mano. Nel frattempo, il cielo era stato squarciato da un qualcosa di nero, che stava per abbattersi sui ninja ancora disinformati sulle condizioni temporali e convinti di procedere con il tempo normale per tutto il giorno. Anteras parlò e qualcosa squarciò il cielo : un fulmine si abbattè su un alberello ad una ventina di metri di distanza dagli Shinobi. Meriu rimase incredulo davanti a tutto ciò, credendo che sarebbero stati colpiti da un fulmine.

    Il tempo era quel che era, fulmini, neve, pioggia. In continuazione, per due giorni di fila. I ninja erano in condizioni pessime, l'ossigeno incominciava a mancare, data l'altitudine e addirittura lo steso Anteres trovava difficoltà nella salita; più si saliva più la parate diventava ripida, fino a divenire asse del terreno. Ormai non toccavano cibo da diverse ore, dato anche che gli appigli su cui montare tende o fermarsi per la notte, erano scarseggianti. Miruku riuscì a scovarne uno, la sera del terzo giorno, montando abilmente le tende e saldando tutto per bene. Erano quasi su uno strapiombo, a ridosso del vuoto. Solo il tempo mite e calmo, li aiutava e dava conforto a tutti gli Shinobi, compreso Anteras. Buone notizie giunsero dallo stesso. Mezza-giornata di scalata ed i ninja sarebbero giunti alla meta tanto agognata. Ormai si trattava solo più di attraversare neve ghiacciata, senza scivolare e cadere di sotto. Allerta massima indi. Il solito vento avrebbe accompagnato il viaggio degli Shinobi.

    Verso le undici, poche ore dopo l'inizio della traversata dell'ultima tappa, Meriu potè udire una valanga di proporzioni davvero enormi, che a breve sarebbe arrivata e si sarebbe infranta addosso ai ninja, portando i ciottoli, i resti in pietra e il ghiaccio, addosso ad essi, i malcapitati che passavano di lì. Anche i ninja stessi, avrebbero potuto notare la massa e la grandezza dell'intera valanga. Avrebbe devastato tutta la superficie. Meriu, si girò verso il gruppo, squadrandoli con fare insospettito. Mosse la testa verso la valanga imminente, per poi mettersi a correre, dopo aver fatto notare ai compagni la valanga, qualora non l'avessero fatto da soli. I passi erano pesanti, sulla lastra di ghiaccio in corrispondenza del grande burrone che portava alla terra-ferma. Meriu provò a portare in salvo anche Anteras che, inavvertitamente, scivolò e finì sotto, nel burrone, andando in contro a morte certa. Meriu, piuttosto velocemente, concentrando un Bassissimo di chakra nella mano per aumentare la velocità di movimento della stessa {Vel 325} afferrò il Kunai nella sacca e tagliò i fili che univano lui ed Anteras. Il filo del Chunin scivolò di sotto, mentre ancora le sue urla risuonavano in tutta la lunga distesa di neve e roccia.

    I piedi saldi a terra, che si muovono e tentano di raggiungere una piccola grotta appena sotto al luogo nel quale la frana sarebbe scesa. Meriu vi trovò riparo e subito dopo, vide anche i suoi compagni entrarvi. Tutti riuscirono a salvarsi, tranne il povero Anteras. Egli era perito, sotto alla potente e irruente violenza della frana. Rimasto vittima di questa, Meriu non potè che sentirsi in colpa, dato che proprio lui lo stava tenendo al momento della caduta. Era colpa sua ? Avrebbe dato a vedere il suo stato d'animo per tutto il viaggio, almeno per il tragitto restante. Deluso, amareggiato, il Kaguya sembrava quasi distrutto all'idea di aver ucciso involontariamente un uomo. Percorsero ancora un tragitto più o meno lungo, che li portò alla vicinanza con la struttura tanto ricercata, il Tempio della Tigre Bianca.

    Il candore del cielo e il colore bianco delle nuvole, quasi a fondersi, presero un colorito acceso, bianco e giallo allo stesso tempo, che illuminava la struttura ricercata dagli Shinobi. Una scalinata in pietra, con ai lati piccole colonne, rotonde e tozze, colorate di un grigio spento, il quale caratterizzava l'intera struttura. Sopra al primo gradino, un vecchio anziano era in piedi, poggiato sul bastone, nella mano destra. La sua nera pelle, era perfetta, nitida e pulita da ogni tipo di ruga o segno della vecchiaia. Il vecchio era vestito di giallo e verde : non un minimo spiraglio di vento, muoveva i vestiti da monaco, perfettamente stirati lungo la pelle del vecchio e perfettamente intatti e puliti. Il vecchio li condusse verso l'entrata del Tempio, come indicò prima di intraprendere la salita verso la scalinata. Un'aura demoniaca, come Meriu non ne aveva mai sentite, altisonante, circondava le pelli dei ninja e veniva emanata da quello strano vecchio. La marcia iniziò e il freddo ormai non era più prerogativa di cui i ninja avrebbero dovuto preoccuparsi, dato il clima mite all'interno del tempio.

    Uno scatto. Il vecchio iniziò a parlare. La vera leggenda, per quanto fosse credibile, venne raccontata ai quattro Shinobi, che durante la salita per le scale, non proferivano parola, ascoltando con grande devozione le parole del vecchio. Una leggenda era, codesta tigre, rinnegata dai suoi stessi simili, per via del suo desiderio di abitare nella terra, con gli umani. Ormai il tempio non era un luogo sacro, ma un luogo di markenting, business e visite di turisti, intenti a fotografare e scrutare il vecchio e il tempio. Il numero esatto degli scalini, venne confermato dal vecchio, dopo ben due ore di cammino. Al termine della scalinata, una visione spettacolare e enorme avrebbe atteso gli Shinobi. Una piazza, circolare e contornata di colonne, sorgeva con il suo raggio di cinquanta metri sulla montagna. Scalinata priva di sporcizia e a destra un'altra struttura, una montagna bianca, innevata e divisa dalla struttura stessa. Una porta nel mezzo del Tempio, composta da due ante di tre metri ciascuna, enormi ed imponenti, con decorazioni e pitture che rievocavano gli antichi eroi e i dei mitologici. Dietro ad essa, due statue erano poste in modo da guardare la piazza. Due tigri, alte circa sei metri ciascuna, affiancavano l'enorme porta d'entrata. Le iridi e le pupille delle stesse, i ninja avrebbero potuto notare che esse erano rivolte verso la parete posta a destra dei ninja, come probabilmente era stato deciso all'epoca della loro costruzione. Erano finalmente giunti all'entrata del tempio, cosa li avrebbe attesi ?

     
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  8. Sou Tamahome Kishuku
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    ` Cl i m b U p |
    Se c o n d P o s t «
    C h a p t e r 2 / ? «

    « Ti dimostri attento ninja e questo mi rassicura sulle vostre capacità. Purtroppo posso rispondere a solo uno dei tuoi quesiti. Io non ho preso parte alle spedizioni delle quali siete a conoscenza, in quanto il mio compito era unicamente quello di portare quegli uomini al tempio. Il resto lo conosciamo tramite delle comunicazioni via auricolari, e non è per niente rassicurante. Se abbiamo decifrato bene i suoni scomposti che le ricetrasmittenti ci hanno mandato, probabilmente le spedizioni non sono mai arrivate oltre l’ingresso del tempio. Qualcosa le ha fermate...ma più di questo non so che riferirti. »

    Villaggio della Tigre ~ 05.00
    Furono queste le parole dell'uomo, in parte risolsero i dubbi del Mikawa, ma ancora qualcosa sfuggiva alla suo sapere, qualcosa che avrebbe potuto constatare solo sul all'arrivo al tempio, del resto, era comunque preparato ad ogni evenienza. La ringrazio per le delucidazioni. Disse per poi mettersi in cammino capitano da Miruku, l'aria era sempre quella dell'arrivo, e il mattino era quasi alle porte, qualche donna già era fuori pronta a stendere i propri capi approfittando del tempo favorevole e dell'assenza di pioggia, il cielo era tornato azzurro e sgombero da nubi, e le casette della Tigre acquistavano un bianco splendente irradiate dai primi raggi di Sole. Si preannuncia una bella giornata, almeno qui.All'uscita dalla Tigre, il gruppo si avviò in direzione della montagna, in freddo man mano che ci si avvicinava alle pendice del monte si faceva sentire, ma solo lievemente, i vestiti e gli stivali in dotazione erano di ottima qualità, il caldo che si sentiva con quegli indumenti era rilassante e rendeva più fluido il passo. Anche se dovesse far più fredde, posso sempre contare sul mio sangue. Dopo 5 ore di lungo, ma del tutto tranquillo, cammino, il gruppo raggiunse la base del monte, la guida informò che da quel punto sarebbe cominciata la scalata, subito, togliendosi lo zaino di dosso, lo aprì e prese i due rampini e le 2 corde dando così inizio alla scalata subito dopo Meriu, fissando paletto su paletto, lasciando passare dentro la corda, creava un saldo appiglio sia per se che per gli altri che lentamente lo seguivano, la neve già ricopriva quel percorso, ma le mani non ne risentivano grazie ai guanti da lui indossati e lo sforzo per poi salire da un rampino all'altro era infimo, ma questa prima prima parte era piuttosto semplice, lunga ma semplice, infatti il gruppo arrivò alla fine di quel primo tratto dopo intorno alle 6 circa di pomeriggio, quella fu la prima tappa a detta di Miruku, per questo, rimettendo a posto i propri attrezzi estrasse la tenda e la montò fissandola saltamente a terra, l'indomani li avrebbe aspettati un altro tratto di scalata, sicuramente più complicato del primo, per questo, il riposo era essenziale per riacquistare le energie usate in precedenza. Domani ci aspetta un lunga scalata ragazzi. Disse dopo aver consumato la sua parte di cena. Io vado a dormire ora, voi fate come volete. Salutò i compagni e Miruku con un cenno di mano e poi si rintanò nella tende addormentandosi nell'attesa del nuovo mattino.

    [...]

    I raggi del sole che filtravano davano un leggero tepore all'aria dentro la tende, questo cambiamento di temperatura, così gratificante, svegliò il Mikawa, il tempo di alzarsi e stropicciarsi gli occhi per poi cacciare la testa fuori dalla tenda in cerca del Sole. Ehilà Meriu, sei mattiniero a quanto vedo eh, ma non ti si congela il culo su quel masso ? Disse in modo ironico, mentre con calma e pazienza smontava la tenda, sapeva che un passo falso nel togliere i picchetti avrebbe causato un distrastro di proporzioni epiche intrecciando tutti i cavetti sospensori della tenda rendendo il tutto in districato rompicapo di fili e barrette di ferro, ma fortunatamente aveva molta manualità, e non sbagliò a smontarla, dopodiche, estraendo di nuovo l'attrezzatura da scalata dallo zaino, vi ripose la tenda dentro. Ah, oggi si aspetta un bel pezzo di montagna. Disse guardando in alto, intanto gli altri si erano già svegliati, anche Miruku era ormai pronto.

    « Ok, sono le 7 del mattino. Spero che riusciremo a fare una buona scalata per arrivare alle 14.00, a circa metà montagna. Là c’è un piccolo spaizzo dove potremo accamparci e recuperare le forze. Da qui proseguiremo per quasi un chilometro per poi iniziare la scalata. Qui giù la neve ancora non ha coperto tutta la montagna, non sarà difficile. Comunque mettetevi sempre nella condizione di sicurezza. »

    Agli ordini! Disse scattante, mentre si preparava l'imbracatura addosso per cominciare poi a prendere i rampini e i chiodi per la scalata, avrebbero dovuto scalare per 7 ore, senza fermarsi, ma di certo questo non era un problema, almeno per lui, durante il corso per i pesi con l'Uchiha, aveva già scalato una montagna, ma tutta in un giorno, scesa compresa, quindi era già preparato per ogni evenienza in caso di pericolo. Inchiodata dopo inchiodata, ognuna a controllare la stabilità delle corde senza così correre rischi, la neve era quasi assente, la temperatura mite, ma forse solo per il mattino o almeno fino a quel momento, in cui Miruku, sorpreso dall'abilità dei ninja, lasciò scorrere un commento, che quasi come un'offesa al cielo, immediatamente, addensamenti di nubi si formarono, a quell'altezza la pioggia non c'era, ma di neve ce n'era fin troppa, accompagnata da fulmini, il vento imperversava ma ormai la prossima tappa era più che vicina. Ci siamo quasi... Alla fine, si trovarono appesi, con le tende attaccate alla parete rocciosa ancora visibile, la nevicata non cessò per due giorni di fila, e si poteva fare ben poco in quelle condizioni, solo al terzo giorno, il gruppo si rimise in marcia. Come avvisava la guida, vi era un leggero ritardo e ormai, la neve diventa ghiaccio, quindi bisognava stare con gli occhi ben aperti attenti a dove ci si appendeva. Non si preoccupi, siamo esperti in questo. Dopo ore ed ore di scalata, un tragitto che ebbe inizio sino dall'alba, ormai si erano fatte le 11 di mattino, ma le uniche cose che c'erano erano il freddo e il vento, nulla di più, almeno per quel momento. Oddio, questo rumore non piace affatto...VALANGA! Urlò a tutti, aveva sentito chiaramente la neve che come un'orda di gente che si ammucchiava in corsa a causa dei saldi natalizi, sentiva il la parete rocciosa che tremava, le vibrazioni erano piuttosto forti, e guardando verso l'alto affermò la sua tesi, un immane valanga stava per schiantarsi su di loro, poco il tempo a disposizione per correre ai ripari. Svelto Meriu! Intimò al compagno direttamente sopra di lui, la neve aveva raggiunto Anteras, che in un urlo a squarciagola mollò la prese travolta dalla forza della neve e precipitò nel burrone, subito Meriu, recise la corsa che teneva tutti attaccati alla guida, Miruku sarebbe morto di certo cadendo da quell'altezza, ma quel pensiero non lo sfiorò minimamente, l'istinto di sopravvivenza lo fece aggire immediatamente, la neve era alle porte, e sotto di lui vi erano ancora Yashimata e Ryu, intanto Meriu aveva trovato riparo, ma lui era ancora aggrappato, l'unica cosa da fare era di contrastare la valanga. Yashi, Ryu, tenetevi forte! Urlò ai compagni, mentre portanto un [Bassissimo] ai piedi, aderì perfettamente alla parete rocciosa, e assumendo una posizione eretta perpendicolarmente alla parte, compose i sigilli e sparò la Palla di Fuoco Suprema [Medio] contro la valanga, la quell'ammasso di fuoco avrebbe di certo scioltò gran parte della neve che si trovava nella sua traiettoria, ma non avrebbe fermato la valanga, bensì, avrebbe fatto guadagnare tempo sia a lui che hai suoi compagni. ORA! Urlò ai due sotto, afferrando la corda che teneva gli altri due, avrebbe portato un [Basso] alle braccia [Forza = 250 + 75 = 325] e con l'aiuto del chakra ai piedi avrebbe scalato gli ultimi metri di parete ghiacciata sorreggendo così anche gli altri due compagni, il fuoco da lui emanato avrebbe creato una sorta di corridoio in cui la neve si sarebbe sciolta, ed appena avrebbe toccato terreno con i piedi, avrebbe tirato su gli altri due, per poi correre ai riparo nella grotta dove anche Meriu si era nascosto. Comodo te eh, noi quasi ci rimettiamo le pelle, vabbè fa nulla. Disse un po' seccato, mentre la valanga continuava il suo percorso cadendo nel vuoto.

    [...]

    Con fatica, il gruppo, raggiunse la tanto bramata ultima tappa, li la calma regnava, una luce bianca rendeva il tutto un posto suggestivo, e davanti a loro si presentava una lunga scalinata, neanche un fiocco di neve era presente, ai lati, colonne perfettamente allineate costavano le scale dal grigio colore, ed all'inizio della rampa, un'uomo aspettava, si poteva vedere benissimo che si trattava di un anziano, ma i segni della vecchiaia neanche si accostavano a lui, era di colore, e le sue vesti, come se avessero avuto volontà propria, restavano immobili sfidando quel freddo vento, poi, parole, l'uomo prese parola, il suo era un invito, li stava aspettando, era la guida che avrebbe dovuto condurre il gruppo nel tempio, ma mai si sarebbe aspettato un anziano alle porte di un tempio così temuto. Che bel posto. Disse guardandosi intorno, per poi seguire la nuova guida su per quella gradinata, durante la salita l'uomo avrebbe di nuovo parlato al gruppo.

    « Voi non siete persone comuni, sbaglio?
    Oh scusate la mia curiosità, ma il vostro passo è stranamente fluido e leggero , e se non vado sbagliano, è il rumore di armi che cozzano quello nelle vostre borse. Bha...da un lato è meglio così...non li sopporto più quei turisti che spiano il tempio da lontano, temendo le leggende...almeno sapessero la verità...ma immagino che le stesse fandonie siano state raccontate pure a voi...bhe...volete sentire una storia...o meglio la verità sul tempio?
    A voi, immagino, che vi sia stato detto che il tempio fu costruito dagli dei per onorare la Tigre Bianca del Sueri...ahahah...che fantastica menzogna.
    Il luogo che state per raggiungere non è un luogo di gloria, ma di castigo. Dovete saper che la Tigre Bianca del Sueri era una divinità dell’antichità. Si dice che ella preferisse stare con i mortali al posto di glorificarsi della compagnia degli dei suoi simili...per questo le divinità la punirono e la costrinsero a vagare sulla terra come un mortale per l’eternità. Poi costruirono questo tempio dal nulla...un insulto alla Tigre. Infatti si dice che l’unico modo per salvarla dalla sua maledizione, sia quello di affrontare tutte le prove del tempio...e dovrà farlo un mortale, ovvero l’essere vivente che stata la causa della sua rovina.
    Ma questo la gente comune non lo sa...vengono qui e scattano foto, ridono...sarebbe diverso se conoscessero il vero. Adesso è solo buisness...tutti hanno scordato i valori che la Tigre simboleggiava: coraggio, forza, perspicacia, altruismo, arguzia, attenzione, fede... »

    Finalmente qualcuno di sincero, lei conosce il nostro cliente no ? Ero sicuro che pur di avere ciò che desidera non avrebbe detto tutto chiaramente, e quindi solo balle erano state dette a noi, odio chi mi mente, e odio ancor di più chi lo fa solo per il proprio profitto, comunque non si preoccupi, qualunque sia il significato di questo posto, noi compiremo solo il nostro lavoro, e di certo non ficcheremo il naso in affari a noi non riguardanti, ma una domanda vorrei comunque fargliela, sa, lei è l'unica persona che vive qua, l'unica risposta che ho ricevuto da, l'ahimé, nostra defunta precedente guida, non è stata del tutto esauriente, anzi, direi per niente, e dato che lei qui sa molto, dovrebbe aver presente le 2 spedizioni di Takagi in cui totalmente sono morti 3 ricercatori, se lei lo sa, la pregherei di rivelarmi la vera causa della loro morte. Disse all'anziano. Dopo l'eventuale risposta, la guida si sarebbe fermata e dicendo con precisione il numero dell'ultimo gradino, avrebbe indicato al gruppo il tempio della Tigre Bianca. UauH! Avrebbe detto con aria stupita, davanti a loro si stagliava un paesaggio da dipinto, le montagne innevate fungevano da sfondo alla spettacolare costruzione. Il tempio. L'entrata era una grande porta in pietra, colonne contornavano la costruzione, e rilievi sul muro erano frutto di grande maestria, statude candide di due tigri erano poste all'ingresso, i loro occhi erano diritti verso un muro, guardando sul muro fissato dai felini, il Mikawa, non avrebbe trovato nulla, la costruzione, anche se antica, presentava solo piccole crepe il resto, era perfetto. Quanti uomini ci saranno voluti per costruire una cosa del genere ? Disse mentre si avvicinava al portone, per poi a pochi metri da esso fermarsi, aveva sentito l'odore del sangue, ormai elemento da lui ben conosciuto, aleggiava nell'aria come l'odore del pesce in un porto, istintivamente guardò a terra, sulla fredda pietra vi erano piccole macchie di sangue, sicuramente qualcuno era stato attaccato. Infine si voltò verso l'anziano e disse. Bene, credo che da ora sia lei la nostra guida o sbaglio ? A lei l'onore di spalancare il portone. Disse in attesa dell'apertura del tempio, ciò che li attendeva, era di sicuro pericoloso, e se all'interno del tempio avrebbe sentito del sangue, allora si stavano avvicinando al punto in cui era posto il manufatto.

     
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  9. » Firsterd «
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    Chapter 2
    .Secondo Post Attivo.
    Travel to Temple


    Senza indugiare oltre, ci preparammo per il viaggio. La strada da percorrere era tortuosa e lunga, ciò nonostante non dovevamo avere alcun problema a percorrerla grazie alla guida esperta che comandava il gruppo. Il percorso iniziale lo superammo senza difficoltà, perciò dopo 5 ora raggiungemmo le pendici della montagna, che dava inizio alla catena che dovevamo valicare in quei quattro giorni.

    « Da qui inizia la nostra scalata. C’è uno stretto sentiero che sbuca tra due montagne, è la via meno esposta alle intemperie. Usiamo comunque corde e rapini, non sono sicuro che si riesca a camminare. Inoltre sta iniziano ad imbrunire... »

    La scalata iniziava sin da subito, date le parole di colui che ci avrebbe condotto al tempio. Era un valico stretto ed impraticabile ad occhio nudo. Anteras dovette creare degli appigli rudimentali grazia ai quali - in teoria - doveva riuscire a scalarlo senza troppe difficoltà. La neve era alta circa un metro e su di noi rombavano forte le tempeste di neve. Un paesaggio tempestoso e irato si presentava sotto i nostri occhi, come se anche la natura volesse impedirci di arrivare al famigerato tempio. Dopo che la prima scalata ebbe riscontro positivo, raggiungemmo un valico nettamente più ampio e, poiché la notte incalzava furiosamente, Anteras prese parola:

    « Questa tappa è forzata. Durante gli scorsi viaggi ci siamo sempre accampati qui. I prossimi insediamenti non saranno così confortevoli, quindi dormite e mangiate tanto oggi...nei prossimi giorni non è detto che ne avremo l’occasione. »

    Era una zona ampia e agibile, perfetta per montare una tenda e per riacquistare l'energia perdute durante lo stesso giorno. Ciò nonostante, la notte non la trascorsi in armonia come credevo. Si udivano lo rombanti tempeste dei venti, il fragore dei tuoni e dei lampi. Con la notte, inoltre, la temperature era scesa ancora, i gradi erano scesi sotto lo zero. Tuttavia, non eravamo sprovvisti di materiali per riscaldarci e la tenda pareva un castello assediato dai nemici, il quale castello, però, resisteva orgoglioso sotto gli incessanti attacchi dei nemici.

    [...]

    La mattina si aprì all'insegna del buon tempo, vi era un pallido sole e le tempesta non infuriavano più come nei giorni precedenti. Erano circa le sette quando la rombate voce del Kaguya si poté udire forte nelle nostre orecchie. Dannazione, odio il sarcasmo di prima mattina. Mi sveglia e notai che mi faceva male la testa, forse a causa dei rumori incessanti della notte precedente. Avevo dormito profondamente, quindi, non dovevano essere stati quelli i rumori che mi avevano debilitato. Dopo circa un ora, il bel tempo che contraddistingueva la mattinata mutò ritrasformandosi nello stesso tempo che vi era stato nei giorni precedenti. Tempeste di neve, la quale neve si posava lentamente sulla viva roccia. Salivamo la montagna, fino al punto che diventammo un asse perpendicolare ad essa; il tempo rimase invariato per altri due giorni. Mangiavamo poco, visto che il viaggio non c'è lo permetteva. Dormivamo circa due/tre ore a notte, dopo le quali eravamo costretto a ripartire. La notte faceva molto freddo e rimanere pressoché immobili a scalare la viva roccia era alquanto difficile. Per le undici di mattina del quarto giorno, però, avvenne una catastrofe non programmata dalla nostra guida. Con il mio udito sviluppato riuscii a sentire un abnorme ammasso di neve scendere a piombo dalla montagna. Una valanga, insomma. Quasi tutti furono allarmati, tranne Anteras. Meriu, dopo aver provato - leggermente - a salvare Anteras si era riparato nella grotta. Sou, invece aveva usato il fuoco per bloccare la valanga, tuttavia la grossa quantità di neve non fu completamente bloccata da una mera palla di fuoco. Ad un tratto, però, sentivo degli scossoni. Stavo traballando in mezzo al vuoto, dovevo cercare di sfruttare quella spinta per entrare nella grotta ove Meriu si era riparato. Quando stavo per impastare il chakra, capii. Non era la valanga a farmi muovere in quel modo, era il Mikawa! Si muoveva con il chakra adesivo e grazie alla sua forza riusciva a reggere sia me che al Kakita senza difficoltà mentre continuava a percorrere metri. Prima che la valanga ci travolgesse, ci ritrovammo al sicuro nella grotta insieme al Kaguya.

    « Grazie Tamahome, ma sarei stato in grado, comunque, di sfuggire dalla valanga illeso. Comunque, ritornare indietro è impossibile senza una guida; l'unica cosa che ci resta da fare è andare avanti, da quel che ho capito, dopo questa montagna - in teoria - dovremmo essere in prossimità del tempio. »

    Proferii, dapprima ringraziando il Mikawa e poi esponendo il piano d'azione. Il piano fu accettato all'unanimità , intanto la valanga cadeva inesorabilmente nel vuoto. Dovevamo risolvere un altro problema, per sfuggire dalla valanga, infatti, avevamo tagliato le corde e i rampini erano stati spazzati via dalla neve. Dovevamo cercare degli appigli naturali e rilegare rudimentalmente le corde. Dopo qualche peripezia, il peggio fu passato e con qualche difficoltà raggiungemmo il vertice della montagna.

    [...]

    Non riuscivo a credere ai miei occhi, una lunga scalinata si parava dinanzi ai nostri occhi, ma non era questo il problema. La lunghe scalinate di pietra non erano minimamente toccati dalla tempesta di neve,come se vi fosse un a barriera magica a difenderla. Le colone risplendevano, anch'esse non coperte dalla neve. Vi era un vecchio ai piedi della scalinata, con una veste dorata e verde. Il vento non pareva sfiorarlo, rimaneva - infatti - impavido come se aspettasse qualcuno. Un eremita doveva aspettarci per condurci al tempio, doveva essere lui senza ombra di dubbio. Ci avvicinammo ancora ansanti e una volta messo il piede sul primo gradino, il freddo scomparve, la neve non toccò più i nostri pesanti giubbotti. Una magia, insomma. Rimasi stupefatto, molto stupefatto. Iniziavo avere caldo a causa del giubbotto pesante, me lo tolsi rapidamente e indossai di nuovo il nero mantello con cappuccio. L'eremita aveva perennemente gli occhi chiusi, non capivo per quale motivo, solo in seguito ebbi una risposta adeguata a quel dubbio. Ci diede il benvenuto, era lui - ordunque - la guida, proprio come immaginavo poc'anzi. Dopo queste parole cominciò a salire i gradini della scalinata, noi eravamo al suo seguito incantati ancora della magnifica magia del luogo. Ad un tratto, il vecchio eremita proferì parola.

    « Voi non siete persone comuni, sbaglio?
    Oh scusate la mia curiosità, ma il vostro passo è stranamente fluido e leggero , e se non vado sbagliano, è il rumore di armi che cozzano quello nelle vostre borse. Bha...da un lato è meglio così...non li sopporto più quei turisti che spiano il tempio da lontano, temendo le leggende...almeno sapessero la verità...ma immagino che le stesse fandonie siano state raccontate pure a voi...bhe...volete sentire una storia...o meglio la verità sul tempio?
    A voi, immagino, che vi sia stato detto che il tempio fu costruito dagli dei per onorare la Tigre Bianca del Sueri...ahahah...che fantastica menzogna.
    Il luogo che state per raggiungere non è un luogo di gloria, ma di castigo. Dovete saper che la Tigre Bianca del Sueri era una divinità dell’antichità. Si dice che ella preferisse stare con i mortali al posto di glorificarsi della compagnia degli dei suoi simili...per questo le divinità la punirono e la costrinsero a vagare sulla terra come un mortale per l’eternità. Poi costruirono questo tempio dal nulla...un insulto alla Tigre. Infatti si dice che l’unico modo per salvarla dalla sua maledizione, sia quello di affrontare tutte le prove del tempio...e dovrà farlo un mortale, ovvero l’essere vivente che stata la causa della sua rovina.
    Ma questo la gente comune non lo sa...vengono qui e scattano foto, ridono...sarebbe diverso se conoscessero il vero. Adesso è solo buisness...tutti hanno scordato i valori che la Tigre simboleggiava: coraggio, forza, perspicacia, altruismo, arguzia, attenzione, fede...
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    Immaginavo che le parole di Satori fossero false, ma non fino a quel punto. Eravamo stati ingannati ancora una volta, anche se non in modo così palese come nella missione precedente. La tigre era una divinità, che preferendo vivere con i mortali, era stata cacciata dal luogo ove vigevano gli dei ed era stata rinchiusa in questo tempio. Bhà, non credevo certamente a queste leggende metropolitane, tuttavia le parole del vecchio erano sagge ed inflessibili, erano come se una magia che volesse ammaliarci. Non mi lasciai incantare, non questa volta. Dopo circa due ore di salita, la quale procedeva lentamente a causa dei lenti e cadenzati passi del vecchio, il suddetto aprì di nuovo bocca e ci indicò la sua sinistra. Un maestoso tempio si ergeva imponente dinanzi ai nostri occhi.

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    Dovevo essere sincero, non mi aspettavo tuta quella magnificenza. Un impavido sorriso si dipinse sul mio volto, mentre incautamente avanzavo dinanzi al portone. Il gruppo mi seguì, però, il vecchio rimase fermo nella sua posizione come se qualcuno gli impedisse di muoversi. Arrivati ad una certa distanza dal portone, riuscii a sentire un odore di sangue e di terra. Il tutto faceva supporre che lì vi era stato disputato un incontro, ma fra chi? Rimasi in silenzio, aspettando che il vecchio dicesse qualcosa dopo l'esortazione del Mikawa ad aprire il portone. Secondo me, non si sarebbe mosso, il suo obbiettivo era quello di portarci a questo tempio lungo la scalinata. Era legato a questo tempio attraverso qualcosa, era come se proteggesse il luogo da eventuali trasgressori o banditi. Probabilmente, l'incarico di aprire il portone sarebbe ricaduto su di noi, come se anche in quel portone vi fosse una prova celata...

     
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  10. Hayabusa15
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    CITAZIONE
    “ Ti dimostri attento ninja e questo mi rassicura sulle vostre capacità. Purtroppo posso rispondere a solo uno dei tuoi quesiti. Io non ho preso parte alle spedizioni delle quali siete a conoscenza, in quanto il mio compito era unicamente quello di portare quegli uomini al tempio. Il resto lo conosciamo tramite delle comunicazioni via auricolari, e non è per niente rassicurante. Se abbiamo decifrato bene i suoni scomposti che le ricetrasmittenti ci hanno mandato, probabilmente le spedizioni non sono mai arrivate oltre l’ingresso del tempio. Qualcosa le ha fermate...ma più di questo non so che riferirti. “

    CITAZIONE
    “Come già detto al tuo compagno ,nessuno è mai entrato nel tempio. Ricerche ci hanno confermato che nella zona, su quelle montagne, uniche forme di vita sono gli animali che risiedono in quei luoghi, ma mai lasciano le loro tane in questo periodo dell’anno. Qualche branco di tigri si sono insediate tempo addietro più in basso, a valle, dove le temperature sono più miti, ma non riescono a salire la montagna innevata. Se vive qualcosa lassù certamente non si tratta di bestie normali...
    Comunque il luogo non è totalmente disabitato. Nei pressi del tempio abita un eremita, un vecchio che si è dimostrato disposto ad aiutarci nelle precedenti missioni...a lui vi affiderò al termine dei quattro giorni di scalata.”

    Ryu ascoltò con molta attenzione le parole del vecchio uomo, quasi volesse memorizzarle tutte. L'unica cosa di interessante che Anteres aveva detto ai quattro era di un anziano eremita che viveva sulla cima del monte e che li avrebbe aiutati durante l'inizio della loro vera missione. I cinque, capitanati da Anteres, si avviarono verso le pendici del monte, dopo essersi equipaggiati a dovere ed aver preparato il loro armamento.

    [...]



    Velocemente passarono 5 ore, dove nessuno ebbe il coraggio di spaccare quel gelido silenzio che aveva caratterizzato la prima parte del viaggio. Arrivati alle pendici della montagna, il Capogruppo Anteres prese parola.

    CITAZIONE
    “Da qui inizia la nostra scalata. C’è uno stretto sentiero che sbuca tra due montagne, è la via meno esposta alle intemperie. Usiamo comunque corde e rapini, non sono sicuro che si riesca a camminare. Inoltre sta iniziano ad imbrunire...”

    Anteras preparò un rudimentale sistema di appiglio durante il percorso che si prospettava tortuoso e ricco di pericoli, sicuro che i cinque ce l'avrebbero fatta a superare il primo ostacolo. I cinque si erano posizionati in fila indiana, come è solito nelle scalate di gruppo, e Ryu si trovava in fondo, esattamente nell'ultimo posto. La neve era alta circa un metro e i gelidi venti e la tempesta squarciavano il cielo. Le ore passavano inesorabili durante il loro viaggio e, senza nemmeno accorgersene, giunsero le 6 di sera; i cinque si trovavano alla base di un allargamento della via da percorrere, perciò si accamparono.

    CITAZIONE
    “ Questa tappa è forzata. Durante gli scorsi viaggi ci siamo sempre accampati qui. I prossimi insediamenti non saranno così confortevoli, quindi dormite e mangiate tanto oggi...nei prossimi giorni non è detto che ne avremo l’occasione.”

    Ryu, dopo che la sua tenda fu piantata, rimase dapprima all'esterno ad ascoltare i brevi monologhi die suoi compagni in cui dicevano che sarebbero andati a letto, per poi mangiare una delle sue 10 razioni di cibo. Era essenziale mangiare a quelle temperature ed altitudini, poichè il corpo e la mente lo richiedevano. Quando ebbe finito, senza nemmeno proferir parola, andò dentro la sua monotenda e, dopo essersi accovacciato nella coperta termica, si abbandonò al sonno che gli avrebbe permesso di riacquistare le energie perdute.

    [...]



    CITAZIONE
    “ Ok, sono le 7 del mattino. Spero che riusciremo a fare una buona scalata per arrivare alle 14.00, a circa metà montagna. Là c’è un piccolo spaizzo dove potremo accamparci e recuperare le forze. Da qui proseguiremo per quasi un chilometro per poi iniziare la scalata. Qui giù la neve ancora non ha coperto tutta la montagna, non sarà difficile. Comunque mettetevi sempre nella condizione di sicurezza.”

    Ryu, uscendo dalla tenda, notò che il Kaguya era rimasto sveglio tutta la notte, attendendo paziente il risveglio del gruppo. Ryu era completamente indifferente alla scelta del giovane compagno, se si sentiva sicuro di se e pieno di forze poteva benissimo passare un' altra notte all'esterno.

    ° Faccia come vuole.... sta dimostrando il suo carattere... o follia... °

    Ryu, per prima cosa, cominciò a smontare la sua piccola tenda, rimurginando sul viaggio e sulla missione: ora avrebbero avuto un bel po' di strada senza pericoli, per poi trovarsi tutto un colpo la parte più impegnativa dle tragitto. Finito di smontare la tenda, Ryu seguì per un chilomento circa i quattro compagni per poi giungere dinanzi una lunghissima parete roccioso dalla pendenza incredibile. sena nemmeno protezioni e sistemi di sicurezza, Miruku partì deciso a scalare la montagna e, ovviamente, fu seguito dai quattro ninja. Il passo era molto veloce e, in meno che non si dica, raggiunsero indenni la prima tappa della loro scalata.

    CITAZIONE
    “Mi avevano detto che voi ninja eravate gente fuori dal comune, però non immaginava fino a questo punto. Penso che non sarà difficile raggiungere la cima...”

    Era veramente rassicurante che uno scalatore esperto dicesse a quattro giovani che erano straordinari e che avrebbero raggiunto senza molte difficoltà la meta prevista.

    ° Sembra, dalle sue parole, che la missione si prospetti molto semplice e banale... °

    In quel momento, mentre i cinque riposavano, una tempesta cominciò ad ululare sopra le loro teste. Ora il nemico principale non era la montagna, bensì le condizioni climatiche che impedivano ai cinque una scalata semplice e sicura. Inesorabilmente passarono altri gionri, scanditi dall'alzarsi del sole e della luna; i cinque procedevano molto lentamente e persino Antersa provava non poche difficoltà nel sfidare la montagna. Ryu si sentiva mancare ogni tanto, segno che a quelle altitudini l'ossigeno era scarso e l'affaticarsi ne consumava parecchio. La goccia che forse, in futuro, avrebbe fatto traboccare il vaso erano le continue slavine che caratterizzavano quella parte del viaggio. Alla sera dle terzo giorno Miruku appese alla parete rocciosa le monotende finchè il tempo sembrava placarsi per lasciare loro il tempo di recuparere le forze.

    CITAZIONE
    “ Siamo leggermente indietro con il piano originale ma, contando le situazioni che abbiamo trovato, fino ad ora il viaggio e stato più che positivo. Abbiamo incontrato una dura lastra di ghiaccio nel secondo giorno ma pare non ve ne siate accorti. Le vostre forti membra hanno resistito bene alla scalata. Non posso che congratularmi...adesso manca poco alla vetta. La neve qui è completamente ghiacciata, quindi l’attenzione deve essere al massimo. Mezza giornata e siamo arrivati”

    Sembrava che, nonostante tutti i disagi e i pericoli, il gruppo se la fosse cavata egregiamente e che la loro destinazione era ormai in un futuro imminente. Mancavano poche ore di viaggio e, prima di trascorlerle, i giovani si riposarono dentro quelle tende appese al vuoto. Ryu non era molto sicuro di quella sistemazione e preferì dormire poco e vegliare molto più tempo all'accampamento che lo rassicurava sempre meno con l'avanzare delle ore. I cinque ripresero il viaggio e, giunti alle 11 della mattinata caratterizzata dal gelo, il rpimo pericolo si presentò a loro. Ryu sentì, seppur minimamente, il rumore incessante della neve che cade nel vuoto: un forte rombo che, nonostante fosse iniziato molto lontano da loro, si faceva sentire alle orecchie del giovane kiriano. Il qrppo ora dovette trovare velocemente una soluzione al problema: Meriu, abilmente, tagliò i fili che tenevano legato il gruppetto ad Antersa, che era precipitato al suolo, e corse velocemente verso una grotta per trovare riparo. I tre ninja rimanenti trovarono un prontissimo Sou che, senza indugiare molto, distrusse parte della neve che scendeva a velocità spaventose con una tecnica Konohana di Katon e portò, a spese del suo corpo, tutti i ninja al riparo dentro alla grotta. Dopo un affermazione sarcastica dellìOtese, fu yashimata a prendere parola, prima ringraziando a modo suo Sou, poi illustrando come, secondo lui, doveva procedere la missione. Il gruppoò allora, nonostante non avesse più i rampini, partì alla volta della cima che si trovava, in quel momento, a circa un centinaio di metri dal gruppo.

    [...]



    I quattro giunsero in cima, dove una visione assai strana gli si presentava dinanzi: un enorme tempio, di grigio opaco, era eretto al centro dell'altopiano, stranamente non ricoperto dalla candida neve che scendeva ancora; sia i gradini, sia le colonne, sia il tetto erano completamente grigi, quasi un velo magico si fosse posato sull'edificio. All'entrata era situato un vecchio, silente ed immobile. I suoi vestiti non erano colpiti minimamente della furia dle vento e si presentavano irrigiditi al gruppo, quasi fosse anche lui fatato.

    CITAZIONE
    “ Ben venuti visitatori al tempio della Tigre Bianca...se me lo permetterete vi condurrò sino alle sue porte...”

    Il gruppo seguì senza esitazioni il vecchio, poichè era proprio lui che era stato citato da Anteras tre giorni prima della sua morte. I quattro, appena posero un piede sul gradino che apriva il tempio, sentirono un calore incredibile ed il silenzio. Un aura incredibile copriva quel luogo, facendolo estraneo all'ambiente circostante. Ryu, senza pensarci due volte, si tolse i pesanti indumenti da scalata e li pose addosso ad una colonna;ad un cert punto, il vecchio, bloccando il suo avanzare, disse

    CITAZIONE
    “ Voi non siete persone comuni, sbaglio?
    Oh scusate la mia curiosità, ma il vostro passo è stranamente fluido e leggero , e se non vado sbagliano, è il rumore di armi che cozzano quello nelle vostre borse. Bha...da un lato è meglio così...non li sopporto più quei turisti che spiano il tempio da lontano, temendo le leggende...almeno sapessero la verità...ma immagino che le stesse fandonie siano state raccontate pure a voi...bhe...volete sentire una storia...o meglio la verità sul tempio?
    A voi, immagino, che vi sia stato detto che il tempio fu costruito dagli dei per onorare la Tigre Bianca del Sueri...ahahah...che fantastica menzogna.
    Il luogo che state per raggiungere non è un luogo di gloria, ma di castigo. Dovete saper che la Tigre Bianca del Sueri era una divinità dell’antichità. Si dice che ella preferisse stare con i mortali al posto di glorificarsi della compagnia degli dei suoi simili...per questo le divinità la punirono e la costrinsero a vagare sulla terra come un mortale per l’eternità. Poi costruirono questo tempio dal nulla...un insulto alla Tigre. Infatti si dice che l’unico modo per salvarla dalla sua maledizione, sia quello di affrontare tutte le prove del tempio...e dovrà farlo un mortale, ovvero l’essere vivente che stata la causa della sua rovina.
    Ma questo la gente comune non lo sa...vengono qui e scattano foto, ridono...sarebbe diverso se conoscessero il vero. Adesso è solo buisness...tutti hanno scordato i valori che la Tigre simboleggiava: coraggio, forza, perspicacia, altruismo, arguzia, attenzione, fede...”

    Il gruppo riprese il cammino, lasciandosi addietro quel breve monologo del vecchio. Passarono due ore, quando l'eremita riprese parola.

    CITAZIONE
    “ Bene signori...se gli dei, oltre che la vista, non mi hanno privato anche della capacità di contare...questo è il quattromilaseicentoventisettesimo gradino e alla mia sinistra sorge il tempio...”

    Prima Ryu si meravigliò della precisione dle vecchio, poi, quando il suo squardò si posò sulla metà, rimase sbalordito dalla costruzione mirabolante. Una piazzetta di circa 50 metri era presente, contornata sul perimetro da colonne altezzose: in lontananza era eretta l'entrata principale del tempio, con un grosso portona centrale; ai lati erano presenti due statue raffiguranti due grossi felini, probabilmente tigri, che, se la vista non lo traeva in inganno, osservavano il centro della piazza. Il gruppo era fermo: Ryu rmase lì, ad attendere il proseguire degli eventi...


    SPOILER (click to view)
    Narrato
    ° Pensato °
    " Parlato Anteras "
    " Parlato Eremita "






     
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    CACCIATORI DI TESORI


    Second Act 00.02
    ~ Strength



    I ninja avanzarono con superbia nella piazza. Incuranti di qualsiasi avvertenza fosse stata loro riferita, seppur come leggenda, essi osarono avvicinarsi al portone che li guardava di rimando alla fine della piazza. Non erano bastati forse gli avvertimenti? Oppure avevano preso alla leggera le superstizioni del luogo? Almeno alle morti degli uomini di Takagi avrebbero dovuto credere...

    Così come burattini guidati dall’evidenza il gruppetto si mosse curioso fino all’entrata. Bastò un passo per far scattare tutto. Appena Sou, il ninja che capeggiava il gruppetto, posò il piede destro a terra, a dieci metri dal portone pietroso, una linea sottilissima si tinse di un colore azzurrino. Questa che formava una specie di semicerchio intorno all’ingresso, brillò pochissimi secondi, come un allarme silenzioso. Poi tacque. I ninja avrebbero atteso l’ignoto nella tensione, perchè adesso sapevano che avevano fatto scattare qualcosa...un qualcosa che ancora non si era mostrato. Avrebbero adesso finalmente creduto alle leggende?

    Un suono di oggetti in frantumi si alzò nell’aria. Subito gli sguardi di quegli sciagurati sarebbe stato diretto vero le strutture di pietra ai lati del portone. Esse tremavano, cercando di liberarsi dal peso dei millenni. E poi, nel grigio, scoppiò il colore. Di rosso e azzurro le orbite delle statue arsero improvvisamente. Il colore sembrava vorticare negli incavi delle belve cercando di uscire, ed infine vi riuscì. Le tigri sembrarono piangere mentre le tinte monocromatiche scendevano attraverso ogni singola crepa del loro corpo, e man mano che scendevano, come linfa vitale, gli arti ed il corpo di quelle incominciavano a muoversi. Sotto gli occhi sgranati dei ninja, le statue erano vive. Forte e potente, un ruggito venne emesso all’unisono da entrambe. L’aria vibrò quasi palpabile mentre le statue si adagiavano sulle quattro zampe dalla loro posizione rampante. Lo schianto delle zampe anteriori sulla pietra rese certo che la mole di quei due giganti era stupefacente. Ma i ninja avevano ben altro a cui pensare, perchè i due granitici felini li guardavano con occhi carichi d’odio, pronti a fare a brandelli i loro corpi.

    Se si fossero voltati indietro, i ninja non avrebbero travato più il vecchio ad aspettarli all’altro capo della piazza. Erano soli.

    Le tigri incominciarono a girare intorno al gruppetto chiudendolo in una morsa. I loro corpi avevano le movenze agili proprie della razza felina, ma la natura rocciosa delle stesse spezzava il movimento dei loro corpi, mentre costante si sentiva il rumore di attrito tra tutte le parti delle statue.
    Poi rapidi partirono gli attacchi. La tigre che vantava la colorazione rossa lungo tutto il corpo si portò rapida tra Sou e Yashimata. La sua mole era impressionante ed il semplice movimento sarebbe bastato a travolgere i due. Ma non era finita. Rapidissimo l’enorme zampa destra di pietra si sarebbe mossa con i suoi artigli fuori misura, verso l’intero corpo di Yashimata avendo infatti la possibilità di colpirlo interamente. Contemporaneamente la coda si sarebbe mossa a falciare le gambe di Sou. Roccia contro carne e ossa...una sfida altamente impari.

    Intanto l’altro felino minacciava i restanti due del gruppo. Rapido sarebbe balzato su Meriu, portando contemporaneamente una zampata sinistra allo stesso.
    Se il Kaguya fosse caduto, la tigre avrebbe cercato di finirlo con un morso all’addome. In caso contrario si sarebbe voltato con un poderoso scatto, cercando di colpire Ryu con il dorso della zampa destra.

    Comunque fossero andate le cose, entrambe le tigri si sarebbero mosse nuovamente così da avere almeno due del gruppo nella loro visuale (movimento gratuito). A questo punto, spalancando le immense fauci, avrebbero compiuto un nuovo prodigio, non contente del caos che stavano già causando. Dalle fauci partirono un conato di ghiaccio, per la tigre con le intarsiature blu, e uno di fuoco, per quella di rosso, della larghezza di 10 metri l’uno e lunghezza di 20.

    Per chi avesse vista aumentata e si trovi giusto di fronte le tigri prima dell’emissione dei coni elementari


    Si sarebbe potuto notare che sul petto dei due felini, nel momento in cui inspiravano per emettere gli attacchi elementari, due placche rocciose si aprivano leggermente lasciando intravedere l’interno delle statue. Per pochi secondi il ninja avrebbe scorto un bagliore più intenso e pulsante della luce che caratterizzava le crepe e gli occhi dei due costrutti.






    CITAZIONE
    Le due tigri sono energie Rosse. Data la loro natura pietrosa hanno forza aumentata (375) e velocità diminuita di due tacche (250). Ciò nonostante lo svantaggio in velocità è ampiamente compensato dall’enorme faccia portata che ogni singolo colpo vanta.

    Per quanto riguarda gli attacchi elementari hanno potenza 50 e sono due coni che raggiungono i venti metri di lunghezza e larghi nel punto massimo dieci metri.
    Per chi colpisce chi...
    Tigre blu: Ryu e Meriu
    Tigre rossa: Yashimata e Sou

     
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  12. » Firsterd «
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    Chapter 3
    .Terzo Post Attivo.
    First Trial?


    Non m'immaginavo che ci erano rimasti solo pochi attimi prima dell'inizio della prova. Neppure il tempo di prepararci allo scontro che, appena entrati nel tempo, un filo azzurro incominciò a lampeggiare sotto i miei occhi. Straordinario, pensai a primo impatto. Finché non lo oltrepassammo esso era invisibile anche alla vista più acuta, solo dopo che il Mikawa aveva oltrepassato l'invisibile barriera, che delimitava la zona sacra del tempio, il mistico filo aveva iniziato a lampeggiare. In un istante, nel mentre che il filo smetteva di lampeggiare, le due grosse statue che rappresentavano ognuna una tigre presero vita. Quella di destra fu pervasa da un colore blu intenso che dagli occhi scese velocemente su tutto il corpo e l'intero corpo assunse un colore azzurrino, mentre essa si destava dal suo millenario sonno. Nemmeno tanto millenario, dopotutto; basta riflettere, vi erano stati dei combattimenti in quella zona, si potevano ancora sentire l'odore del sangue fresco e della terra smossa. Eppure, chi poteva mai pensare che due statue prendessero vita e ti attaccassero senza darti nemmeno il tempo di spiegare. La statua di sinistra, analogamente a quella descritta precedentemente, prese vita colorandosi di un color vermiglio. All'unisono emisero un ruggito, la terra sotto i nostri piedi rombava, come presa da un improvviso spavento. Si muovevano lentamente all'inizio, ma subito dopo acquistarono la nota velocità che contraddistingue le normali tigri. Considerando che erano delle strutture alte sei metri ed erano composte unicamente di pietra, entrambe fecero un balzo molto veloce e la tigre dal vermiglio colore si trovò dinanzi a me ed al Mikawa. Ebbi un attimo di timore nei suoi confronti, forse perché ancora non m'ero reso conto di cosa stesse accadendo, quindi quasi involontariamente, con un unico gesto delle mani composi rapidamente il seal dell'ariete e battei con altrettante rapidità il piede sul terreno. Un gayser d'acqua apparve grazie a quel funesto mio gesto e lo stesso gayser apparve sotto ai miei piedi e, quindi, a causa della sua forza intrinseca fui catapultato in aria. Intanto il gayser fu attaccato invano dalla tigre, la quale in precedenza era in procinto di attaccarmi con una zampata. La direzione del gayser era rivolta verso la tigre, il mio obbiettivo oltre a difendermi dall'artigliata della belva, era un altro che con il passare inesorabile del tempo tutti riuscirono a capire. Volevo salire in groppa all'animale di pietra. Il mio tentativo non fu vano, anzi, caddi di schiena sulla sua testa. Sbattei forte la schiena ma subito mi aggrappai ad un incanalatura della roccia, la cui roccia probabilmente era in quello stato a causa dell'erosione subita nei millenni. Non vidi niente, ero concentrato solo sul mio obbiettivo ed ero leggermente stordito dalla botta subita. Impastai un quantitativo di chakra pari a bassissimo per aumentare leggermente la mia forza nel braccio destro, grazie al quale rimasi attaccato all'appiglio naturale. [Forza --> 275] Pareva un altra difficile scalata atta a migliorare il mio fisico, ero diventato un esperto oramai in quei gesti che potevo definire quasi quotidiani Ad un tratto, dopo un rapido movimento della tigre, la stessa si arrestò di botto. A quel punto mi rialzai cautamente e rimanendo sulla sua groppa osservai cosa stava accadendo. Le fauci della tigre di color rosso sangue erano aperte e dopo alcuni secondi ne uscì un getto di fiamme. Un rovente cono di fuoco fu emanato dalle sua bocca, mentre - all'unisono - dalla tigre di color azzurro usciva un raggio di ghiaccio. L'aria sopra alla tigre vermiglia era diventata irrespirabile a causa dal calore che era venuto a crearsi dopo l'emanazione del getto, mentre cercavo di intravedere le reazioni dei miei compagni. Ora, però, non potevo pensare alla salvezza delle loro vite, non era il momento. Se la dovevano cavare da soli, facendo affidamento ognuno sulle proprie capacità. Non eravamo ancora entrati nel sacro tempio e già avevamo incontrato molte insidie che ci avevano ostacolati in continuazione e ci avevano messo più volte in difficoltà.

    « Preparati... ad esplodere ! »

    Esclamai dai veroni della crudele tigre. Dopo questa breve quanto inutile esclamazione mi accinsi a preparare lo show. I preparativi erano terminati, avrei fatto esplodere la parte del corpo più importante dell'ammasso di pietra: la testa. Subito estrassi l'oggetto al momento più importante, senza il quale l'operazione non poteva riuscire. Una vera e propria bomba carta. Estrassi insieme alla bomba un rotolo di filo di nylon lungo circa 10 metri, ne presi una piccola parte e lo legai all'estremità la cartabomba. Dopodiché legai il filo con cartabomba ad un kunai e senza indugiare ulteriormente, imprimendo una quantità di chakra pari ad 1/2 di basso nella cartabomba per innescarla, la lanciai contro la testa della tigre. Essa - in teoria - sarebbe dovuto esplodere completamente qualora il colpo fosse andato a segno, oppure gran parte della testa sarebbe stata ridotta in macerie. Attesi, dunque, l'esito del mio unico attacco, aspettando l'avvenirsi dell'esplosione che avrebbe composto, al pari di più note musicali, il suo infernale requiem.




    OFF GAME



    Carattristich Psicofisiche: Di base un energia rossa possiede tutti i parametri a 300. Yashimata ha una forza è una velocità aumentata di una tacca, a discapito di un doppio svantaggio alla resistenza. Quindi i parametri saranno i seguenti:

    Forza: 250
    Velocità: 400
    Resistenza: 250
    Inoltre possiede un'udito e un olfatto potenziato.

    Stato Fisico: 12/12

    Slot Utilizzati:

    - Slot Tecnica Avanzata per Gayser Respingente

    - Slot Azione per legare una cartabomba ad un kunai tramite il filo di nylon
    - Slot Azione per lanciare la cartabomba

    Chakra Utilizzato: 172.5/180
    Bassissimo power-up, 1/2 di Basso per innescare la cartabomba.

    Equipaggiamento:

    - Mantello con cappuccio (Indossato)
    - Filo di Nylon Rinforzato 9metri/10metri
    - Kunai 5/6
    - Cartabomba 0/1

     
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  13. Sou Tamahome Kishuku
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    ` R o c k ' s T i g e r |
    T h i r d P o s t «
    C h a p t e r 3 / ? «


    Oh cazzo. L'avesse mai fatto ad avvicinarsi al portone d'ingresso, le due colossarli statue delle tigri presero magicamente vita sotto gli occhi sbalorditi del gruppo, il terreno tremava sotto i loro passi, i movimenti dall'inizio erano ancora meccanici, poi man mano acquistavano fluidità, ma soprattutto velocità, una velocità impressionante per due statue di pietra di quelle dimensioni, il tutto accadde perché oltrepassò un raggio di luce celeste invisibile prima dello scattare della trappola, brillava ancora a terra mentre le tigri si avvicinavano contro il gruppo, dividendolo in due: la tigre dal colore blu si precipitò sul Kaguya e sul Kakita, mentre quella dal color vermiglio, aveva preso di mira lui e Yashimata, e non era per niente amichevole nei loro confronti, ciò che lo tormentava era la mobilità della tigre, ad ogni movimento frammenti di roccia e polvere andavano a depositarsi a terra e per poi essere frantumati dai passi della bestia che faceva rimbombare tutto. Dopo la presa di vita delle tigri, il suo sguardo andò a posarsi in direzione del vecchio, in cerca dello stesso, ma era sparito, da nessuna parte in cui l'occhio poteva vedere vi era l'anziano, poteva essere o scappato, o anche l'arteficie di tutto, ma quello ora era l'ultimo pensiero, infatti la tigre aveva dato inizio alla sua offensiva verso i due, il primo attacco vide una zampata contro Yashimata, che per mezzo di una sua tecnica, evitò facilmente, e dato che la sua tecnica l'aveva spinto verso l'alto, utilizzò la spinta per ricadere in testa alla tigre, mentre quest'ultima, passava alla seconda offensiva, ora rivolta verso di lui, l'enorme coda di pietra si mosse verso di lui, aveva un raggio d'azione pazzesco, e la forza era indiscutibile, solo una cosa poteva fare in quell'istante, e quella era di ammortizzare al massimo l'attacco con le gambe, per questo, appena arrivò la codata, vi saltò contro flettendo al massimo le gambe per subire al minimo l'impatto senza subire danni, e poi, per mezzo di un [Bassissimo] aderì alla superficie pietrosa della coda per non essere sbalzato via, per poi subito dopo interrompere il flusso di chakra e staccarsi dalla coda dopo che essa aveva fatto un'altro movimento, ora si trovava praticamente di fronte alla tigre, dietro di se sentiva altre vibrazioni, l'altra tigre che attaccava Meriu e Haya, ma non poteva preoccuparsi di loro in quel momento, ora aveva ben altro da cui difendersi. Oh no... Disse mentre congiungeva le mani nella posizione del Serpente, dinanzi a se la tigre aveva arretrato e aveva aperto la bocca alla massima estensione, aveva capito le intenzioni di quest'ultima, mentre velocemente componeva in sequenza: Tigre, Cinghiale, Cavallo e di nuovo Tigre, lentamente il chakra stava confluendo nella sua bocca, e si scaldava per poi dare vita alla sua tecnica preferita, ormai il momento era arrivato, poteva vedere benissimo l'energia che confluiva nelle fauci della tigre, ma non solo, un istante prima, al centro preciso del petto, 2 placche di pietra si sportarono lasciando vedere un'intensa luce pulsante, probabilmente il cuore della tigre pensò, ma ora non poteva diffondere il suo pensiero, il momento era arrivato. La tigre scagliò il suo raggio, fiamme uscirono dalle fauci, un raggio d'azione impressionante, ma almeno poteva contrastarlo, a sua volta, dato che ormai la sua tecnica era pronta, caricando al massimo il petto, sputò il chakra al di fuori della cavità orale, che subito all'esterno prese tutte le caratteristiche del fuoco [Slot Azione Avanzata/Medio], formando così una palla che andò a contrastare l'attacco della tigre, ma non del tutto, dopo essere sfuggito al cono di fuoco, parte di quelle fiamme andò oltre, e causò una bruciatura sul suo braccio sinistro [Leggera] mentre ora stava correndo sulla sua destra per raggiungere la testa della tigre, da lontanto aveva visto l'azione di Yashimata, il kunai con la cartabomba con conseguente esplosione, e quindi fece lo stesso, afferrò un kunai, gli applicò sopra la cartabomba, e lo tirò tentando di prendere la parte sotto del collo, in modo da causare anche un'apertura sotto alla testa del felino roccioso, sperando così di mettere fine alla pseudovita della statua.



    image
    OT

    Energia Vitale: 110/120
    Ferite:

    Chakra: 13/39
    Utilizzato in questo Turno:


















    © Meriu's Rights.
    Don't copy this code.

    Forza : 250
    Velocità : 300
    (210 con Malus Pesi)
    (360 con Bonus Pesi)
    Resistenza : 187.5
    Riflessi: 225

     
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  14. Meriu
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    Post II - Songai


    Tutto era bellissimo, quello spettacolo che illuminava gli occhi dei ninja, riuscì a mantenere salda l'illusione dell'infito per soli pochi istanti. Di fatti, il Mikawa mise un piede un poco avanti, nell'intento di avanzare alla volta del portone enorme. Una sorpresa infatti, spalancò il sipario, lasciando sui volti di tutti gli Shinobi un tono di incomprensione, mista a incredulità. Una bestia alta circa 6 metri, li minacciava con la sua maesosità e chiaramente era un pericolo da considerarsi difficile da superare. Uno spettacolo incredibile, si stanziava davanti alla vista dei giovani. Nel movimento di distacco dal terreno, moltissimi pezzi di roccia, si depositarono su di esso, per evidenziare la posizione immobile conservata ormai da moltissimo tempo. Erano morto proprio lì gli "incompetenti" mandati da Takagi ? Tutto ciò era racchiuso da un mistero molto fitto e sconfiggere i leoni era il primo passo per scoprire la verità. I due si divisero le prede, dirigendosi rispettivamente da Yashimata e Sou, e da Meriu e Ryu. Quest'ultimi, vennero attaccati da un bestione, sempre sei metri, che a passo spedito, si dirigeva verso il Kaguya stesso. La minaccia incombeva e il felino di pietra, provò, mentre si avvicinava, a colpire Meriu con una zampata. Con il tempo a disposizione dello Shinobi prima dell'attacco, quest'ultimo, concentrando un Basso nelle gambe, riuscì a schivare efficaciemente il colpo, il quale si infranse al terreno, provocando un sonoro rumore, seguito da rottura di pietre poste al terreno, con le quali era stato costruito lo stesso {Vel 375}. Un colpo del genere, lo avrebbe disintegrato, spedendolo all'ospedale o peggio, al creatore. Il movimento di gambe con il quale Meriu schivò l'insidioso attacco, venne costituito da un sollevarsi da terra, che portava le anche a girarsi progressivamente con il corpo stesso, sia per evitarlo dal fianco, sia per allontanarsi abbastanza da depredare l'attacco. Un pelo. Cel'aveva fatta davvero per un pelo.


    « Cazzo, questo è temibile. Devo stare attento ed osservarne ogni movimento, può fregarci da un momento all'altro. »


    Non riuscì a vedere la successione ed il completamento degli eventi, data la loro rapida successione. Lo sguardo non riuscì nemmeno a raggiungere il suo compagno, che già Meriu scorse qualcosa nella parte che poteva definirsi addominale, del leone. Un buco, al quale interno qualcosa incominciava a splendere. Meriu, prontamente, volendo sfruttare l'apertura offritagli dal nemico, legò un Kunai ad una Cartabomba [Slot Azione I], formando un'arma piuttosto efficace, soprattuto perchè con quella tattica, qualora il Kunai fosse giunto a destinazione, il leone sarebbe "imploso" e tutta la roccia con la quale era costituito, sarebbe andata in frantumi, sconfiggendo la bestia temuta. Prontamente, un Bassissimo già era portato all'arto destro del giovane, che lanciava il Kunai legato alla Bomba, verso la bocca dalla quale il felino aveva offerto un'apertura di facile utilizzo ai ninja [Slot Azione II]. Il tiro sembrava andato a buon fine, quando, mentre il Kunai si dileguava vicino alla tigre, raggiungendola e probabilmente entrando dentro al buco, un raggio di colore bianco, prendeva forma. Meriu, sapeva di essere spacciato.


    « RYU, CORRI ! »


    Avvisò il compagno, sperando che questo potesse almeno evitare l'attacco, a differenza di Meriu che ora stava per subire il colpo in pieno e probabilmente, la sua potenza, avrebbe fatto molto male al Genin. Mentre un Basso già si portava dal Tantien a tutto il corpo, distribuendosi uniformemente al fine di limitare i danni, il cono bianco era già a metà strada e a breve avrebbe toccato e devastato il Kaguya. La sua resistenza era altissima e le ferite sarebbero state altrettanto intense {Res 450}. Il cono lo travolse, mentre il Kaguya portava le braccia contro il volto, per proteggerlo. La trazione fu troppo forte: un'enorme corrente di gelo lo attraversò e unita alla potenza del colpo, provocò una ferita piuttosto grave a Meriu, che si ritrovò ancora in piedi, incredibilmente. La sua resistenza. La sua tenacia. Erano riuscite a farlo restare in piedi, nonostante il suo corpo fosse devastato dall'attacco e il dolore fosse troppo acuto [Ferita Medio-Grave]. Non riusciva a muoversi. Il dolore provocato dal cono della tigre, gli impediva di poter pensare lucidamente e correttamente. Ryu e i suoi compagni ? Erano salvi ? Tutte queste domande, permearono la mente del giovane, prima che potesse ancora pensare a qualcosa e ritornare alla realtà.

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    Si appoggiò a terra, con le mani sulla fredda pavimentazione.



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    OT
    Energia Vitale: 80/120
    Ferite: Medio-Grave.

    Chakra: 157,5/180
    Utilizzato in questo Turno: Basso, Basso, Bassissimo.















    Forza : 300
    Velocità : 300
    Resistenza : 375

     
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  15. Hayabusa15
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    I quattro shinobi erano dinanzi all'entrata principale del tempio; ora solo pochi passi li dividevano dal loro obbiettivo, pochi passi li dividevano dal futuro premio che gli sarebbe spettato. Il Mikawa fu troppo irruente e, posizionando il piede a terra, attivò una specie di trappola, anche se all'inizio non parve essere nulla di grave. Il gruppo si fermò dov'era, pronto per fronteggiare qualunque nemico, ma da li a poco le loro brillanti idee sulla loro forza e prestanza sarebebro state abbattute dalla magica apparizione di due enormi tigri sotto le mentite spoglie di statue. Le belve presero vita dalle due forme rocciose che facevano da contorno al portono principale: una era di colore vermiglio, l'altra blu; con un ruggito aggressivo e temibile, le due rocciose creature balzarono verso i ninja.Le tigri iniziarono a camminare attorno gli shinobi, mostrando le fauci e guardando con occhi di tenebra le loro possibili prede, non curanti che dinanzi loro avevano alcuni tra i migliori genin dei loro rispettivi villaggi. Ryu posizionò la mano sull'elsa gelida della spada, muovendola per vedere se il freddo aveva attaccato la lama al fodero.Tutto era pronto per la battaglia, le tigri erano impazienti di assaggiare la carne di quei piccoli umani, gli shinobi erano impazienti di distruggere quelle pseudoroccie; Ryu, in quegli attimi, pensò a quante vite erano state perse in quel tempietto, a quanti corpi erano stati massacrati dalle belve. Dentro di se, nonostante questi pensieri, Ryu non provava alcune emozioni di pietà, poichè solo la stupidità e l'arroganza dei servitori di Takagi erano state la causa di quelle morti. Tutto un tratto la tigre color bluastro balzò contro Meriu, posizionatosi difianco al Kakita: non riuscì a seguire bene l'azione, ma vide con la coda dell'occhio lo shinobi della nebbia balzare via ed evitare il contatto fisico, cosa che lo avrebbe come minimo massacrato. La tigre si vose di scatto e tentò di portare una zampata contro il corpo esile del giovane: un colpo simile lo avrebbe sicuramente ucciso, la sua resistenza era nettamente inferiore ai danni che una zampata come quella avrebbe causato. La schivata del Kaguya gli fece balenare in mente un'idea graziosa: aveva già constatato che la velocità di Ryu e Meriu era pressochè identica, anche se i riflessi del Kakita mostravano una certa debolezza. Il colpo era avvenuto dopo una virata della tigre, cosa che presupponeva un attacco al giovane, perciò con un repentino spostamento di un basso nelle gambe, Ryu effettuò un balzo indietro, evitando nonostante l'enorme faccia della zampa avversaria il colpo. Le tigri, in quel momento, si postarono di qualche passo indietro: Ryu ebbe il tempo per vedere la posizone dei suoi compagni, ovvero Sou e Meriu vicino a lui, mentre Yashimata sul capo della tigre rossa, pronto ad effettuare un attacco. Le tigri, incuranti della presenza minacciosa sopra la testa di una, aprirono le fauci e caricarono un colpo dalla bocca; dopo qualche secondo dalal bocca della tigre blu partì un getto di ghiaccio incredibile, dall'enorme gittata. La schivata, come ben sapeva Ryu, non era possibile, nonostante Meriu lo avesse pregato urlando di scansare il colpo: i suoi riflessi e la sua agilità non gli permettevano tali movimenti. Ryu tuttavia possedeva tra le sue tecniche una che lo avrebbe completamente protetto, a costo di un dispendio incredibile di chakra.

    CITAZIONE
    Muro d'Acqua ~ Suiton: Suijinheki
    Villaggio: Kiri (Orig. Cascata)
    Posizioni Magiche: ???
    Descrizione: Tramite questa tecnica il ninja crea davanti a se un resistente muro d'acqua, che gli permette di preteggersi da attacchi di fuoco e dalle armi da lancio. A seconda delle necessità il muro può assumere una forma cilindrica e proteggere il ninja a 360°, in quel caso però la sua robustezza risulterà indebolita. Il consumo varia da Medio in presenza di una consistente quantità d'acqua (almeno 20 litri concentrati entro 3 metri dall'utilizzatore) ad Alto in assenza della suddetta condizione.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 4 / Consumo di Chakra: Variabile)

    Un muro d'acqua si sarebbe creato dinanzi il ninja, proteggendolo dal cono elementare. In pochi attimi l'acqua divenne solida, manifestando la potenza dell'attacco avversario, essendo riuscito a congelare un muro dall'incredibile spessore. Il chakra del giovane Kakita aveva risentito molto della difesa effettuata, poichè il dispendio di un Alto non era cosa da poco. Ryu, finito l'attacco, uscì allo scoperto da dietro il muro: vide Meriu appoggiato al suolo, ferito; Sou vicino, anch'esso ferito. Ora non sapeva che sarebbe successo, se le tigri fossero state distrutte dai suoi compagni o fossero ancora in piedi.

    " Cazzo... "



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    Riassunto Post
    Stato Fisico:
    Stato Mentale:
    Chakra:
    Equipaggiamento Rivelato:
    Illeso
    Un po' teso
    70
     


    SPOILER (click to view)
    Riassunto Slot Usati

    Schivata [Slot Azione Difensivo]
    Muro d'Acqua [Slot Tecnica Difensivo]
     

     
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46 replies since 2/1/2008, 18:54   1244 views
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