"Itai kara" vs "Deidara Yagi"

Post di presentazione ~ 1

Sbadigliò sonoramente ignorando l'istinto di portare alla bocca una mano per coprirla. Sbatté più volte le palpebre lottando per tenerle bene aperte, una battaglia già persa in partenza. Ormai considerava la notte come il giorno e viceversa, si assopiva alle sette o alle otto del mattino dormendo come un sasso fino a sera. Era inverno inoltrato, già alle cinque il sole tramontava e quindi non di rado si era alzata quando non c'era più luce, il che tutto sommato non le dispiaceva, anche se l'abitudine non le aveva ancora sottratto quel senso di straniamento quando si svegliava con il buio invece che con l'alba.
Vivere da sola era più stressante del previsto. Già sregolata di per se fin da prima, la quattordicenne Deidara aveva adottato abitudini del tutto malsane per il suo fisico, che invece dovrebbe essere preparato per il combattimento. E' sempre stata pallida, ma in quel periodo sembrava quasi diafana, malaticcia, le occhiaie erano abilmente nascoste con un po' di trucco e doveva ritenersi fortunata di essere in grado di mascherare così abilmente i segni di malnutrizione e del poco sonno.

Mangiava poco, anche questo era legato indirettamente al suo poco dormire. Lei non lo sapeva, ma il suo bioritmo in quel momento era ridottissimo rispetto al normale, assimilava molto anche mangiando poco prendendo peso seppure nutrendosi il minimo indispensabile. Questo problema era combattuto dalla ragazza semplicemente mangiando ancora meno di quanto già facesse, rischiando a momenti di sfociare nell'autentica anoressia. Star fuori di giorno le faceva strano quasi quanto svegliarsi di sera, era indolente eppure pronta a scattare come una faina alla minima provocazione, nervosa come mai nella sua vita per quanto già di suo avesse da sempre conservato un caratteraccio da primato, che le era valso dapprima la cacciata dal casato Yagi ed infine le attenzioni non sempre ben desiderate da parte della sua "sensei preferita" (in quanto l'unica), ovvero Shaina, l'unica che forse si è resa effettivamente conto delle condizioni preoccupanti su cui versava l'allieva, e non sorprende che era proprio lei il motivo per cui si trovava sulle sponde di quel minuscolo laghetto in attesa di un avversario.

Già, perché per gli altri -pochi- individui con cui entrava in contatto con frequenza era difficile notare differenze fra la Deidara entrata in accademia e quella attuale. Anche adesso, a guardarla, si sarebbe detta solo una ragazzina un po' magrolina per la sua età, niente di più e niente di meno.
Un secondo sbadiglio, mentre attendeva con pazienza. Poi volse lo sguardo al cielo coperto e plumbeo, pensando a che razza di giornata aveva scelto il suo... "compagno di allenamenti" così l'aveva descritto la sensei. Tirò un sasso nello stagno immaginando che l'acqua fosse la testa di quella donna, sorridendo a quel pensiero quando il sasso perforò la superficie liquida con un tonfo sordo.

"Disciplina". Ecco il pretesto per spedirla a fare a schiaffi con una matricola d'accademia.
Che fastidio...

Senza alzarsi dalla sponda dello stagno, voltò lo sguardo annoiato a squadrare il nuovo arrivato, quello che doveva essere il suo sedicente avversario. In tutta risposta lo studente le tese una lettera, su cui lei riconobbe la grafia della sensei. Sbuffò infastidita, poi puntò su di lui il dito indice, esile e delicato come tutto il resto di Deidara, indicando il viso del ninja della foglia.

« Allora potrei risponderti, perché quella...? »

Fece in tono sarcastico ed antipatico alludendo alla sua faccia.

« Non era meglio qualcosa di diverso? Di più adatto a te? Magari si, ma non hai avuto scelta. Lo stesso vale per me. »

E così dicendo tornò a voltarsi, dando le spalle allo studente, gettando nella pozza un altro sasso con un gesto noncurante, provocando un leggero schizzo

« La sensei rompe, tutto qui. Non c'è un preciso perché. Non essere così teso, non ne hai motivo. Tanto sono la più scarsa del corso. Mi chiamo Deidara, Itaikara. Questa è la prima volta che combatti...? »

Non c'era da stupirsi se aveva pronunciato nel modo sbagliato il nome del suo avversario, aveva prestato scarsa attenzione alle sue parole, così come aveva prestato scarsa attenzione a tutto il resto fra l'altro. In preda alla noia afferrò una delle due wakizashi che teneva legate nelle rispettive custodie poco al di sopra il bacino, parallele l'una all'altra. Come se l'arma fosse uno dei sassi che fino a quel momento aveva gettato nel laghetto al centro dell'arena, buttò l'arma ancora rinfoderata in modo che la punta del fodero si conficcasse nell'acqua fangosa. Il manico sporgeva oltre il pelo dell'acqua ed era quindi facilmente recuperabile, ma dal gesto della ragazza si capiva benissimo che vi doveva rimanere fino alla fine del duello.
Sbuffando prese anche la seconda ed ultima wakizashi. Stavolta non la gettò, la aprì per un istante fissando i suoi occhi azzurri nello scorcio di lama libero dal fodero, poi la richiuse in un gesto secco, provocando uno scatto sinistro.
Attese.

~ Primo turno attivo

« Eh...? »

Tutto qui? Esibì un ghigno infastidito alzandosi stancamente, sempre tenendo la wakizashi stretta in pugno, senza alcuna voglia di iniziare lo scontro.
Si voltò, ed immediatamente la sua espressione mutò radicalmente illuminandosi di sorpresa quando con la coda nell'occhio vide l'avversario estrarre e scagliare due kunai. La sua reazione fu frenetica, istintiva, non attese più del dovuto, né ebbe la lucidità per analizzare le dinamiche dell'attacco, scartò immediatamente a lato, forte della sua rapidità e dei suoi riflessi.

« Ehi, ma... »

Non ebbe il tempo materiale di finire la frase, comprese l'errore dovuto alla fretta solo quando si ritrovò l'avversario addosso, e riuscì ad imbastire una difesa decente solo grazie all'adrenalina che ora scorreva nel suo sangue, ed ai suoi riflessi noncomuni. Sapeva quanto potesse essere pericoloso per lei subire danni nelle primissime fasi di un duello, ed anche se non voleva ammettere per nessun motivo la sua fragilità fisica, la teneva in considerazione almeno a livello inconscio, e questo si rifletté nella difesa frenetica, del tutto priva di qualsiasi traccia dell'arroganza finora mostrata.
Deviò con foga l'affondo, potenziandolo con l'immissione di mezzo basso in forza per competere con l'avversario e portando così una veloce parata con la wakizashi, tenuta come sempre con la lama rivolta verso il basso, facendola scorrere parallela al corpo dell'avversario ed andando ad impattare sul corto pugnale stretto dal suo avversario, accompagnandola oltre il suo fianco piuttosto che cercare di contrastarla attivamente, sfruttando quindi almeno in parte la poderosa forza generata da un affondo di quel genere, lasciando presumibilmente l'avversario sbilanciato in avanti.

A questo punto, trovandosi teoricamente una situazione di vantaggio, di riflesso la mancina andò a stringere un'inesistente seconda spada, puntando ad usare il manico come elemento contundente per sfondare la mascella al ninja della foglia per poi ferirlo al petto con un colpo di rimando.
Ebbe una smorfia di disappunto sul grazioso visino pallido, ed i grandi ed espressivi occhi azzurri si illuminarono di stizza, rendendosi conto di non avere in pugno la gemella della corta spada che stringeva nella destra.

Molto semplicemente si accontentò si portare un colpo con la mancina, di palmo, che nel suo caso -essendo lei destra- risultava leggermente meno potente del normale ma sempre piuttosto dannosa colpendo una zona sensibile come lo stomaco, costringendo presumibilmente l'avversario a piegarsi, e quindi lasciandolo soggetto ad un secondo attacco portato stavolta usando la wakizashi, che per la difesa precedente si sarebbe dovuta trovare in posizione esterna rispetto al viso dell'avversario. Proprio per questo motivo la ragazza avrebbe preferito un più improvviso e violento colpo usando il manico, che le risparmiava una torsione innaturale della lama e quindi rendendo l'attacco più improvviso, e puntando quindi a far male più che ad infliggere danni risolutivi.

Qualora il colpo di palmo fosse andato completamente a segno, il manico si sarebbe abbattuta proprio sul lato sinistro della mascella, infliggendo un brutto colpo, e di sicuro facendo sputare qualche dente al suo avversario. Qualora per qualsiasi ragione il colpo di palmo fosse andato a vuoto Deidara avrebbe optato per una veloce ritirata arretrando il piede e cercando di guadagnare la posizione di guardia, sempre con la wakizashi tenuta con la lama rivolta verso il basso nella destra, e la mancina a guardia pronta a reagire ad altre offensive.

~ Secondo turno attivo

'L'ammazzo' fu il suo primo pensiero formulato mentre ancora l'altro era intento a scandire l'ultima sillaba. Complimenti? Complimenti?!? 'Poi imparo da qualche parte una tecnica per resuscitare la gente e lo ammazzo di nuovo!!' Fu il secondo pensiero.

« Ma vai a c... »

Cercò di dire in risposta a quegli assurdi complimenti, ma l'insulto fu frenato dalla successiva manovra offensiva dell'altro. Era incredibile, ben più che semplicemente fastidioso! Non la faceva nemmeno parlare!!!
Il fatto che fosse fuori guardia al momento dell'attacco avversario, non significava che non poteva di fatto reagire ad esso. Si trovava con la zona del ventre sguarnita, poiché aveva attaccato sia con la destra che con la mancina, le quali si trovavano quindi in posizione alta. I due istanti che separavano il suo attacco da quello avversario le furono quindi preziosi, consentendole se non di recuperare del tutto la guardia, almeno di prepararsi a subire quell'attacco e restituire lui quanto dato.

Non poteva di fatto né schivare né parare completamente la prima ginocchiata, optò per subirla in pieno irrobustendo la zona colpita con una quantità di chakra pari a mezzo basso, ma contemporaneamente al colpo fu rapida a calare la wakizashi, la cui punta era come sempre rivolta verso il basso, che come una ghigliottina calò nella delicata zona del ginocchio che si trovava, del tutto scoperta, a pochi centimetri da essa.
Rimase sorpresa nel vedere l'avversario arretrare dopo quell'attacco, ma comprese immediatamente le sue intenzioni nell'istante stesso in cui sferrò un poderoso calcio alto diretto al volto. Deidara ebbe i riflessi sufficienti a sollevare il braccio armato ed attutire per quanto possibile il colpo, ma lo subì ugualmente soffrendolo moltissimo per la sua costituzione fragile, venendo scagliata lontano a rotolare nella polvere per la violenza dell'impatto.

Si rialzò con un grosso ematoma che le copriva parte del volto, ed un rivolo di sangue che le scorreva dalla guancia. Piantò nel terreno la wakizashi, ora a circa quattro metri dall'avversario, sentendosi umiliata, rossa in viso ed infuriata come mai nella sua vita.

« Ce l'hai fatta. Ti sei impegnato a farlo e ci sei riuscito... »
Veniva il dubbio a che cosa si stesse riferendo, "a colpirla" era la risposta più spontanea, ma anche sbagliata.
« Ora ti faccio VERAMENTE del male. »
Promise a denti stretti, iniziando rapidamente a comporre i sigilli già mentre si rialzava.
« Tecnica Minore delle Sabbie! »

Al comporsi del quinto sigillo, l'onda della genjutsu si mosse rapidamente sul bersaglio, il minimo contatto con essa avrebbe scatenato in lui una violenta illusione, nella quale la parte inferiore del suo corpo sarebbe stata inghiottita dalle sabbie.
Deidara strinse i denti ignorando per quanto possibile il dolore al volto ed al polso sinistro e partì immediatamente all'attacco, recuperando la wakizashi infissa nel terreno e balzando in avanti nell'istante stesso in cui la tecnica illusoria partì dalle sue mani, allo scopo di sfruttare i pochi istanti di stupore in cui l'avversario avrebbe probabilmente versato nell'accorgersi del fenomeno. La kunoichi attaccò alla sinistra del ninja, nella zona in cui sarebbe stato per lui disagevole parare con la Aikuchi, lasciando solo la mancina ed il corto kunai a reagire al singolo, ma feroce, fendente della wakizashi, portato a due mani per imprimervi maggior forza possibile, e dall'alto verso il basso partendo dalla destra, in modo da concludere la sua corsa sul braccio sinistro del ninja della foglia, più precisamente alla spalla.
Fatto ciò avrebbe rapidamente cercato di riguadagnare la posizione di guardia, indipendentemente dall'esito dell'attacco.

~ Terzo post attivo

Ebbe da ridire sui riflessi o sulla fortuna sfacciata del suo avversario, che per qualche strano scherzo del destino non sussultò nemmeno una volta colpito dalla sua genjutsu, come se fosse nato e cresciuto con i piedi immersi in mezzo metro di sabbia, per quanto qualche istante dopo le venne il dubbio di essere stata lei troppo lenta nello sferrare il colpo, perché altrimenti non si spiegava quella reazione così rapida.

Anche così, aveva avuto successo nell'intraprendere l'azione offensiva e nel valutare le possibili risposte dell'avversario, prendendo in considerazione l'elevata pericolosità rappresentata dal pugnale Aikuchi stretto nella mano dominante, se rapportato al kunai stretto nella mancina. Era tenendo a mente questo fattore, unito alla maggiore efficienza della sua wakizashi nel corpo a corpo con armi, che era stata attenta a portare l'attacco dalla sinistra del suo avversario, in modo da rendere disagevole la parata con l'Aikuchi, poiché per raggiungerla era prima costretto ad un leggero movimento del busto, oppure ad una torsione del braccio, pochi istanti quanto meno vitali nei tempi ristretti del corpo a corpo.
La punta affilata della sua spada fendette quindi con facilità le carni della sua spalla, proseguendo oltre. Al culminare di quel gesto, Deidara avrebbe solitamente ritratto l'arma sporca di sangue per recuperare la sua posizione di guardia, ma il movimento dell'Aikuchi la mise in allarme. Il ninja di Konoha tentò infatti di pugnalarla ad una gamba, portando così la sua arma nell'esatta traiettoria intrapresa della wakizashi; fu pertanto sufficiente non ritrarla, ed anzi incrementarne la velocità con un mezzo basso perché la maggiore lunghezza dell'arma facesse il resto, raggiungendo tempestivamente l'Aikuchi e deviandola di quel poco che basta per evitare alla kunoichi un danno che minacciava di assumere proporzioni devastanti nel proseguimento del duello, data la sua costituzione.

B... bion... biondina...?!!??
Afferrò un kunai, cercando di distrarsi o, magari, fingere di non aver capito.



« A chi dici 'calmati', specie di invertebrato? »

Non ci riuscì.
Una possibile alta espressione artistica del verbo 'ti ammazzo' si sarebbe potuta avere con sublime precisione e minuzia di particolari semplicemente ritraendo la ragazza in quel preciso istante. Anche tralasciando lo sguardo decisamente poco amichevole ed il grottesco ematoma sulla guancia che andava velocemente gonfiandosi sfigurando i lineamenti altrimenti delicati del suo viso, nei suoi occhi si potevano leggere facilmente ogni possibile sinonimo della parola 'uccidere' esistente, e forse anche una mezza dozzina di vocaboli ancora sconosciuti, parto di una mente fantasiosa e piena d'estro mal coltivato come quella di Deidara.
Fu una fortuna (per lui) che proprio in quel momento si decise ad allontanarsi sottraendosi al corpo a corpo (da invertebrato qual'è, n.d.Deidara) perché altrimenti il successivo colpo avrebbe avuto per motivi del tutto sconosciuti ed indecifrabili per ogni legge della fisica esistente e non, la stessa potenza offensiva di una Tagliateste di sessanta Kg.

Lo studente si allontanò celermente di otto metri, evocando poi quattro copie illusorie. Nella mente di Deidara si susseguirono una trafila interminabile di insulti mentre osservava i movimenti delle bushin in movimento -quelle che si stavano allargando lateralmente- riconoscendole immediatamente come copie giudicando semplicemente dall'erba da loro calpestata, la quale non era minimamente piegata al loro passaggio, tradendone la natura di corpi immateriali e privi di peso. Un'altra persona forse si sarebbe fatta una risata al suo posto, magari trovando un bel modo per sbeffeggiarlo con qualche motteggio o vantandosi della propria arguzia, Deidara da parte sua, invece, si innervosì più di quanto già non fosse, sentendosi poco coerentemente in qualche modo presa in giro da quell'errore del suo avversario.

Riconoscendo il suo avversario come presente in una delle due figure al centro, caricò a testa bassa. La wakizashi si trovava ora stretta nella mancina, con la lama rivolta verso il basso, mentre il kunai era invece fermo e ben saldo nella destra. Nella corsa intraprese una traiettoria leggermente spostata sulla sinistra del suo avversario, ampiamente intenzionata a sfruttare sia l'espediente precedentemente sfruttato di puntare al lato debole coperto dal kunai, sia di martellare sulla parte già ferita ed al contempo dare libero sfogo al vantaggio ottenuto dall'impossibilità del suo avversario di attaccare o difendere liberamente con le gambe.
Solo una volta giunta molto vicina alla posizione dell'avversario avrebbe potuto riconoscerlo con certezza assoluta, utilizzando lo stesso espediente precedentemente impiegato ma osservando stavolta l'erba immediatamente sotto le suole del suo bersaglio, cosa che le era impossibile fare da molto lontano. Riconoscendola, avrebbe ignorato la presenza della bushin disposta frontalmente al suo avversario, presumibilmente attraversandola come se non esistesse, ben sapendo che si sarebbe dissolta nell'istante in cui l'avrebbe toccata.
Nell'attaccare, la sua postura sarebbe stata con il baricentro molto basso, con il ventre quasi parallelo a terra, da quella posizione una volta giunta a distanza utile avrebbe fatto partire un fendente dal basso verso l'alto con la wakizashi diretto sia alla coscia sinistra che -trovandosi sulla traiettoria- anche al ventre avversario, in modo che la spada terminasse la sua corsa in una posizione vantaggiosa in un'eventuale parata contro la Aikuichi. Di contro il kunai sarebbe rimasto in posizione difensiva, vicino al corpo, pronto a reagire all'altro kunai.

Con la guardia così alta era del tutto esposta e indifesa ad attacchi dagli arti inferiori dell'avversario, ma la tecnica minore delle sabbie attiva sul rivale le dava la possibilità di osare tanto. Mise in conto l'eventualità che il dolore inflitto da un danno pieno potesse spezzare la jutsu illusoria, ma confidò nei suoi riflessi e nei danni che Itai aveva subito nel corso del duello alle gambe, vedendo anzi in un simile contrattacco sbocchi offensivi molto convenienti.

~ Quarto post attivo

Quando giunse a pochi metri da quella che si sarebbe rivelata una copia illusoria, notò che la figura dietro di essa muoveva un passo cauto a destra. Si ritrovò a dover decidere nei brevi istanti che precedettero l'attacco come interpretare quel movimento, se come un'offensiva o come una manovra evasiva. Il primo caso avrebbe significato che la copia era l'itai in posizione più arretrata, mentre quello reale era il più vicino a lei; nel secondo caso più semplicemente lo studente si era mosso preparandosi alla una fuga, quindi tradendo anzitempo la sua posizione, probabilmente avendo intuito che il suo sotterfugio era stato smascherato.
A mente fredda la soluzione era semplice, poiché anche pensandoci bene non riusciva ad immaginare una contro-offensiva che poteva essere portata in quella situazione semplicemente muovendo una singola copia illusoria quasi del tutto incapace di fare alcunché, mentre una tattica difensiva basata sul sottrarsi al corpo a corpo con la fuga era già stata impiegata da Itai, messo sotto pressione dalla genjutsu, rallentato e privato di opzioni offensive importanti come i calci portati con gli arti inferiori. L'errore era palese, il ninja si era tradito anzitempo! Ma purtroppo un ragionamento a mente fredda non è altrettanto facile quando si è immersi nel duello con l'adrenalina, la rabbia, la mente distratta nel tenere d'occhio le due copie ai lati ed infine riconoscere la vera copia fra le due figure che le stavano di fronte, fino anche a dover preparare attentamente gli attacchi da eseguire ponderandone i movimenti come se ne andasse della sua vita.

Fu per questo che quel ragazzino impudente le sfuggì come la fine sabbia del deserto che scivola fra le dita di una mano, e questo nonostante i suoi riflessi e la sua rapidità certamente superiore alla media. La ragazza attraversò quindi la copia come se non esistesse, avendola riconosciuta come tale basandosi sull'espediente di osservare l'erba, ed attaccò con rabbia menando un fendente con la wakizashi, attenta a tenere il kunai prudentemente in posizione difensiva, rimanendo sorpresa nel non percepire alcun impatto. Sorpresa ed irritazione si avvicendarono turbinando nella sua mente quando non percepì alcun impatto, ed anzi rischiò di rimanere sbilanciata per il suo stesso impeto.
Si muoveva, si stava muovendo. Correva a lato, e contemporaneamente le buttava addosso tutte le sue copie. Si disinteressò di quei costrutti di chakra tenendo freneticamente lo sguardo fisso sull'avversario e suoi suoi movimenti. Lo perse di vista per un istante, si mosse con affanno per seguire i movimenti delle copie che cercavano di occluderle la vista. Infine, con la coda nell'occhio, lo vide mentre afferrava qualcosa dalla sua sacca.
E quel qualcosa potevano essere solo degli shuriken o dei kunai!



« ...!!!»

Senza attendere, impastò un mezzo basso nella gamba d'appoggio, gettandosi precipitosamente a lato e schivando in qualche modo i proiettili in arrivo. Rotolò nell'erba, ansimando, portando istintivamente al viso la mano che stringeva il kunai e sentendo al tatto il grosso ematoma gonfiarsi ed irrigidirsi. Doveva avere un aspetto orribile, in quel momento.
Proprio mentre stava per chiedere una pausa, un time-out di qualche istante per riprendere fiato e buttare un po' d'acqua fresca su quel livido, del tutto svuotata ed incapace perfino di rispondere per le rime allo scherno del suo avversario, si rese condo di essersi invece rialzata e di correre addosso all'avversario con un grido di furore, l'espressione rigida e severa di chi sottoposto ad un'eccessiva tensione rischia veramente di ammazzare chi ha di fronte senza volerlo.

Percorse i dodici metri che la separavano dal suo avversario piombando immediatamente in corpo a corpo. La postura e la posizione delle armi sembravano una fotocopia di pochi istanti prima: spostata sulla sinistra per sfruttare la ferita ivi subita e per mettere centimetri fra la Aikuichi stretta nella destra ed il suo corpo, baricentro basso, kunai nella destrosa in protezione -prevedendo eventuali contrattacchi-, ed infine la fedele wakizashi nella mancina, pronta ad essere usata per attaccare. Itai doveva aver visto la sua precedente azione offensiva, sicuramente la wakizashi era andata vicina a colpirlo e finora Deidara aveva usato solo la spada per attaccare, addirittura uno dei suoi primi movimenti sicuramente non sfuggiti all'occhio vigile del ninja della foglia era stato il gesto di cercare con la mano sinistra la wakizashi gemella, che in quel momento giaceva abbandonata nella pozza d'acqua. Perfino un idiota avrebbe capito che Deidara amava quelle armi, e perfino un idiota avrebbe capito che mancava di lucidità in quel frangente, e perfino un idiota si sarebbe reso conto di quanto facilmente era caduta in una trappola tutto sommato sciocca come quella applicata poc'anzi da Itai.

Proprio per questo fintò l'attacco con la spada e poi la bloccò a metà strada, tenendola a guardia delle reazioni dell'Aikuichi, colpendo invece con il pugnale in un affondo mirato alla sinistra del plesso solare, da dove confidando nelle sue abilità, nella lunghezza della sua spada e nelle condizioni non certo ottimali della spalla di Itai, era certa di poter reagire con prontezza ai movimenti delle due armi bianche.

~ Quinto post attivo

Era pazzo! Aveva avuto l'arroganza di ripetere la stessa contromossa già eseguita in precedenza, ed ampiamente prevedibile anche da un bambino delle elementari, senza apportare la minima modifica nella sua esecuzione.
Itai aveva le gambe bloccate dalla genjutsu illusoria delle sabbie, il braccio sinistro armato di kunai ferito, e la sola aikuichi nella destra. Invece di tentare una manovra difensiva per proteggersi dalla tutto sommato non irresistibile azione offensiva della kunoichi, preferì prenderla in contro tempo per attaccare.

L'azione era stata prevista. Fra l'Aikuchi ed il suo bersaglio c'era la Wakizashi, e le bastò Impastare un mezzo basso nel braccio armato della spada -potenziandolo in velocità- per controbattere efficacemente alla controffensiva del suo avversario. Non riuscì a raggiungere in tempo la corta lama del pugnale, ma riuscì a deviare il colpo urtando il polso del suo avversario un istante prima dell'impatto, riportando quindi una leggera ferita superficiale sulla parte superiore del polso, che immediatamente prese a sanguinare, mentre ancora il suo avversario si dava alla fuga, rifiutando un duello a viso aperto con lei.

« Sbagliato. Ho capito che non devo provare a strapparti la spina dorsale, manderei il colpo a vuoto. »

Il ninja della foglia aveva richiamato le sue stupide copie e le aveva posizionate di fronte a se. Questo le precludeva la visuale, ma non le impediva di individuare il suo bersaglio per un lancio sulla lunga distanza.
Rinfoderò la spada e mosse entrambe le mani sulle sacche porta shuriken che teneva sulla schiena, depositandovi il kunai e prendendo invece quattro proiettili, estraendoli e lanciandoli sul suo avversario. Due di essi alla sua destra ed alla sua sinistra- avevano come bersaglio rispettivamente parte alta del busto ed il plesso solare del suo avversario. Altri due erano leggermente fuori bersaglio, e spostati ai suoi fianchi, in teoria precludendo una facile fuga in quelle direzioni.

Fatto ciò, la ragazza arretrò in atteggiamento difensivo, sapendo di non poter più contare sul vantaggio offerto dalla tecnica minore delle sabbie -che ormai doveva essersi sciolta. Fece dodici metri completi finendo la sua corsa di spalle alla piccola pozza d'acqua, salutando il suo avversario alla tipica maniera delle kunoichi di Suna bene educate da un ambiente nobiliare come lei: un dito medio alzato ed un sorriso radioso sulle labbra, prima di poggiare la mano sul fodero della wakizashi ed in posizione difensiva, pronta a sfoderarla.