Il pezzo mancante

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    Un nemico sconosciuto




    ~Ore 12:13 Fuori Konoha.



    I 5 protagonisti di questa missione uscirono dalla maestosa villa e percorsero il sentiero che li avrebbe portati fuori dalla tenuta. Il signor Arami rimase zitto per quei pochi minuti spesi per raggiungere il portone sulla strada. Le prime gocce di pioggia stavano cominciando a bagnare il terreno. Il medico si fermò due secondi per potersi aprire l’ombrello, rosso come la porpora e dal manico di legno. Non era sua intenzione inzupparsi come un pulcino, non poteva sopportare quel tempo e i suoi inconvenienti. Appena uscito dal cancello, avrebbe cominciato a parlare verso i ragazzi, con una voce dura, sicuramente innaturale. Sicuramente non sarebbero state parole tenere.



    -Ci sarà da camminare parecchio ragazzi miei. Quindi, armatevi di santa pazienza e sentitemi bene.
    Prima di tutto io solo Pen Arami, la persona che ha richiesto il vostro aiuto. Non sto qui a dirvi quello che dovete fare, lo sapete già. Presentatevi, per piacere, almeno così posso chiamarvi per nome.
    Quei tizi loschi di cui vi ho parlato, i Mosu per intendersi, non sono più effettivamente shinobi. Ormai si sono dedicati solo ad attività illecite come ricettazione o rapine e da quanto ne so non si allenano neanche più come un tempo. Ovviamente, questo fino alla data del mio ultimo incontro con loro. Non so se qualche cosa è cambiata in questi anni. Ma non preoccupiamoci più di tanto di loro, tanto voi li prenderete a calci nel sedere se ci attaccano, no?.



    La pioggia si stava facendo sempre più battente, adesso nemmeno l’ombrello serviva più per ottenere riparo. Il forte vento che stava soffiando deviava le gocce d’acqua, bagnando ogni più insignificante frammento di tessuto. Konoha fortunatamente non era lontana, mancavano solo poche case prima di raggiungerne il centro. Era ancora molto presto. A passo lento ci avevano messo una mezz’oretta ad arrivare, se non qualcosa di più. La casa in cui si sarebbe tenuta l’asta era ancora chiusa, il banditore probabilmente ancora non aveva permesso l’accesso.



    -Uff, prima la pioggia ed ora questa dannata burocrazia. Prima di un’asta non permettono a nessuno di entrare per controllare i pezzi e assegnargli dei prezzi indicativi. Maledetti. Vi avevo detto io di andare via più tardi..



    Ovviamente non era per niente così, ma il suo modo d’essere imponeva il fatto di avere sempre ragione, sempre. Avrebbero dovuto aspettare almeno 2 ore. Non potevano nemmeno passeggiare liberamente per le strade della Foglia, il brutto tempo impediva una tranquilla camminata per le vie del villaggio. Avrebbero dovuto attendere. Niente di più scocciante quando non si sa cosa fare.



    -Ragazzi, perché non andiamo a mangiare ramen? Offro io, come vi ho offerto la cioccolata in Accademia. Ve l’hanno portata calda?



    Si sarebbero diretto verso il chiosco del ramen per ordinare un piatto fumante di zuppa. All’interno c’erano ben pochi clienti, quindi non ebbero difficoltà a prendere posto comodamente attorno ad un tavolo. La scarsa clientela permise loro di essere serviti subito, cosa che raramente accadeva. La gustosa pietanza avrebbe ristorato il signor Arami e la sua scorta. Non c’è niente di meglio di un qualcosa d’appetitoso e caldo in queste giornate invernali, no? I 4 giovani avrebbero potuto discorrere tranquillamente, mentre il medico di Konoha sarebbe rimasto in disparte in quei discorsi da giovani che avrebbero probabilmente argomentato. Avrebbe solo accompagnato la conversazione con dei sorrisi sinceri, sorrisi che nascondevano la voglia di poter tornare nuovamente alla loro età, da lui considerata da sempre la migliore. Non appena tutti finirono il loro pasto, avrebbe lasciato uscire i shinobi indicandogli di aspettarlo fuori. Nel frattempo avrebbe pagato il conto lasciando anche una cospicua mancia al cameriere che li ha serviti. Il temporale sembrava aver perso potenza sebbene stesse ancora piovendo con intensità rilevante. Forse tra qualche ora avrebbe smesso. Almeno si sperava. In men che non si dica, il gruppetto tornò alla villa, finalmente accessibile al pubblico. Non era molto grande, aveva un recinto di pietre e un giardino attorno di nemmeno 300mq. La casa, interamente in legno, non presentava altre entrate al di fuori di quella. Nel giardino 5 alberi, alti e frondosi. Anche se era inverno, erano dotati di folte chiome, particolarità degli alberi sempreverde. Avrebbero potuto notare altri shinobi posti di guardia nell’entrata della mansione stessa. Solamente due ninja avrebbero tenuto sotto controllo la situazione. Troppo pochi secondo lui per potersi sentire sicuro. Era quello il motivo per cui il signor Arami ha richiesto una scorta privata. Erano sistemati in piedi ai lati della porta d’ingresso, fermi con le braccia conserte, chiaramente scocciati di trovarsi lì.



    -Eccoci arrivati. Spero che abbiate mangiato bene. Allora, tu Kon e tu Auron dentro con me. Voi due posizionatevi come quei due ragazzini, però qui sull’ingresso al giardino. Controllate eventuali movimenti sospetti e state in guardia. In bocca al lupo.



    I tre entrarono nella casa assieme ad altre persone, probabilmente anche loro interessate a qualche pezzo pregiato che sarebbe stato venduto in quella grigia giornata.



    ~Ore 16:20: Villa



    -Aggiudicato!



    Il signor Arami ce l’aveva fatta. Era riuscito ad acquistare il vaso di Kamaru con un’offerta che lasciò senza fiato tutti i presenti. Dopo l’acquisto, tutto loro si sarebbero alzati e si sarebbero congratulati con lui, affermando di essere riuscito ad accaparrarsi il pezzo migliore. Tutto perfetto. Niente stava andando storto fino a quel momento, senza motivo apparente una grande macchia di sangue avrebbe distratto e spaventato le persone all’interno della stanza. Le donne cominciarono ad urlare, mentre gli uomini si sarebbero diretti verso l’uscio. Un signore sulla 50ina fece scorrere la porta per vedere cosa stava accadendo. Non appena si affacciò, uno spiedo piombato sarebbe partito da un albero e l’avrebbe colpito preciso dentro un occhio. Una scena raccapricciante. Si distese a terra, in una pozza di sangue in continuo aumento, urlando in preda ad atroci dolori. Accanto a lui ora era possibile scorgere i due giovani ninja per terra, anche loro colpiti gravemente da quelle strane armi al volto e al collo. Il panico prese la maggior parte dei presenti, ormai avevano tutti paura di morire. Qualcuno avrebbe dovuto calmarli. Si stavano sentendo in trappola, avevano il terrore di essere colpiti quando avrebbero tentato di scappare dalla villa.



    -Fermi tutti, sono un medico. State calmi, ora provo a vedere se sono morti. Ma cazzo, quei due fuori non stavano controllando? Che siano morti anche loro?



    Li vide.



    -Ah no, eccoli.. voi cercate di fare qualcosa no? Sennò per quale motivo vi ho ingaggiato? Venite subito qua!



    Non avrebbero trovato nessuno attorno e nella villa qualora avessero controllato. Sembrava che le punte fossero state lanciate da un’entità evanescente. Niente li aveva insospettiti, non accadde proprio nulla in quella ora e mezza d’asta. Nessuno aveva visto partire i dardi quindi è praticamente impossibile risalire a chi li ha lanciati e da dove. Bisognava solo stare in guardia, altrimenti sarebbero tutti morti. Mentre accorrevano verso il signor Arami, Hoshikuzu avrebbe visto la sua manica sfaldarsi. Anche lui sarebbe stato preso di mira, ma il caso volle di non rimanere ferito.




    ~Ore 12:47: Fuori Konoha



    -Se non ci vedi tornare entro le 17:30, accorri il più in fretta che puoi.



    Poche parole pronunciate dal ragazzo. Stava parlando con il complice, il famoso “palo”, che avrebbe dovuto assicurare loro massima autonomia d’azione. I 3 delinquenti corsero velocemente verso Konoha, incuranti della pioggia e del forte vento. L’avrebbero raggiunta in meno di 10 minuti. Non incontrarono nessuno poiché, a causa del tempaccio, la maggior parte degli abitanti si era rintanata in casa. In breve tempo raggiunsero la villa dove avrebbe dovuto prendere luogo l’asta. Non c’era ancora la folla che avrebbe preso parte alle trattative, sembrava quasi abbandonata. Avevano tutto il tempo di organizzarsi a dovere.



    -Dai, ai propri posti.



    Fu e Nito si sarebbero disposti sull’albero nel giardino alla destra del viottolo che conduceva all’esterno. Lan in quello dalla parte opposta. I fusti avevano una folta chioma, così chi si trovava al di sotto d’esso non avrebbe potuto vedere niente mentre da sopra si poteva osservare tranquillamente ciò che accadeva di sotto. Tutti e 3, per maggiore sicurezza, usarono la tecnica dell'occultamento.



    -Eccoli arrivare, ma non sono in anticipo? Ah ora se ne vanno, non fate niente, dobbiamo aspettare la fine dell’asta quando siamo sicuri che lui è aggiudicato il vaso ok? Niente azioni inutili adesso.


    -Ok, tranquillo, ti ricordi tutto Fu?


    -Si, i miei gingilli sono pronti ehe, forse anche noi con del ramen però..



    Dopo mezzora d’attesa, i tre avrebbero visto arrivare il banditore ufficiale, due burocrati e 2 giovani ninja che avrebbero dovuto sorvegliare la situazione.



    -Quasi quasi mi dispiace farli fuori, sono così giovani..



    ~Ore 16:21 Villa



    La situazione avrebbe cominciato adesso a prendere una brutta piega. L’asta finì, e quando dalle stanze si sentì urlare “Aggiudicato”, scattò il piano. Fu si mosse leggermente per avere una migliore visuale, prese uno spiedo e mirò al ragazzo di guardia più vicino a lui. Sfruttando la sua incredibile precisione [Precisione = 250], colpì proprio dove aveva mirato, la giugulare. Un potente getto di sangue inondò la porta, creando gran rumore che chiunque avrebbe notato. Un rumore per niente attenuato dalle urla del ragazzo, rimasto zitto e inerme dopo il colpo subito. Il suo amico cercò di prestargli subito soccorso chinandosi verso di lui. Anche lui colpito, questa volta al volto. Lo spiedo, dalla punta più pesante, penetrò nel bulbo destro agilmente e raggiunse il cervello. Urla e movimenti frenetici animavano la sala. Tutto andava come avevano previsto i tre criminali. Con il panico sarebbe stato più facile rubare il vaso ad Arami. Improvvisamente un errore. Una morte imprevista. Carico d’adrenalina, Fu colpì sempre al volto un signore che improvvisamente aprì la porta. Una morte che non avevano messo in conto, ma che non gli avrebbe creato più di tanto problemi. Quella svista, nata dalla tensione maturata in quelle ore d’attesa, portò i suoi vantaggi. La gente si sentì più spaventata, era palese che ora erano in trappola.



    -Ottima mossa, bravo, non tutti i mali vengono per nuocere. Ora appena puoi pensa alla sua scorta.



    Il signor Arami chiamò a sé i due giovani rimasti fuori. Fu mirò al ragazzo con i capelli rossi. L’avrebbe ucciso impietosamente ma, fortuna per il giovane shinobi, una goccia d’acqua fece strizzare l’occhio del suo possibile assassino, facendogli perdere la mira. Il lancio risultò sicuramente sbagliato, andando a rovinargli i vestiti all’altezza della manica destra. Lo spiedo si conficcò pochi metri dietro di lui.



    -Caz..




    ~Ore 16:45: Casa del signor Arami



    La giovane cameriera camminava per casa senza tregua, evidentemente preoccupata. Aveva sbrigato già durante la mattina e non sapeva proprio che fare. Entrò nella sua stanza. Aprì un cassetto dove teneva un album di fotografie e vecchi oggetti. Quanti ricordi, quanti errori lì dentro. Quante speranze anche. Un sorriso comparve sul suo volto. Stava osservando una vecchia foto da bambina, alle prese con il suo primo fidanzatino. Un ragazzo che non vide più, ma che gli rimase sempre nel cuore. Un ragazzo per il quale adesso avrebbe fatto di tutto, ma che motivi avversi glielo avevano portato via.



    -Ancora non sono tornati, forse meglio incominciarsi a preoccupare..



    Edited by t1m0 - 27/1/2008, 13:29
     
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