Vecchia Magione

Il Vecchio Maniero della Casata

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  1. Amanimaru
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    Preludio al Chunin



    Stavo passando la mia giornata nello stesso modo in cui passavo tutte le altre, nella antica cappella presente in una zona segreta della villa. Non era passato molto tempo da quando avevo scoperto che la mia famiglia in antichi tempi era composta da fedeli discendenti dai primi discepoli di Jashin, e da quando lo avevo scoperto, mi ero votato corpo e anima allo studio e alla pratica di questa splendida religione, oltretutto questo credo rifletteva del tutto il mio modo di vedere il mondo, uccisioni e stragi, cosa poteva esserci di meglio per un ninja del villaggio del suono, no? Continuando, stavo passano come al solito il mio pomeriggio, quando fui colto dalla voglia di esplorare alcune zone della magiorne che no avevo anchroa mai esplorato, alcuni scantinati, la soffitta, e l'ala est. Ero seduto davanti al fuoco acceso nel camin della cappella, con i pantaloni neri indosso, e tronco nudo, leggendo un libro antichissimo scritto in lontani caratteri, che narrava la vita di Jashin prima che egli diventasse una divinità, quando sentii uno scricchiolio provenire da una possibile stanza dietro al muro alla mia destra, in corrispondenza dell'ala est. Da qui, la voglia di capire cosa vi fosse, poichè mai vi ero entrato. In effetti però, non c'era alcuna porta per recarsi dietro a quel muro, anzi, secondo la piantina della casa che avevo trovato, non avrebbe dovuto nemmeno esserci un muro.

    [...]

    Mi alzai, incuriosito, afferrai la lunga giacca che avevo appeso lì vicino, stando attendo a far passare sopra al colletto i lunghi capelli grigi, e mi avvicinai al muro, appoggiandovi l'orecchio. In quel momento udii una voce spettrale borbottare qualcosa, qualcosa che ancora non riuscivo a comrpendere, poichè stava parlando in antiche lingue arcane, non troppo dissimili a quelle contenute nel libro. Quindi, come colpito nell'orgiglio che ci fosse qualcuno nel mio territorio, estrassi il paletto dalla giacca, quello che usavo per i cerimoniali, e col manico iniziai a colpire forte il muro, che si rivelò essere di materiali molto scadenti, tanto che la parete si forò senza troppa fatica. Davanti a me un corridoio illuminato da fiaccole appese al soffitto, in fila, una dopo l'altra. Camminai nella luce soffusa, poi iniziai a correre, la giacca, non legata con i bottoni, si apriva ad ogni spinta in avanti, facendo colpire i miei fianchi da un venticello leggero, fresco.
    Impiegai circa 10 minuti di corsa, in discesa, per raggiungere quello che sembrava un portone altocirca 4 metri, e largo 3, molto strano, non sapevo nulla di questa parte della magione, nè tantomeno avevo trovato scritto nei volumi che avevo letto, ma dopotutto essendo migliaia, ancora non li avevo consultati tutti.


    [...]

    Cercai di aprirlo di forza, ma nonostante la mia possente fisicità non riuscii ad aprirlo, quindi provai a battervi sopra, ma nulla. Fino a che, dopo aver osservato bene, notai un piccolo piattino sporgere da una parte della porta, in basso, con inciso il simbolo di Jashin. Beh intuitivo quanto assurdo. Praticai un piccolo taglio sul mio palmo sinistro, e vi poggiai la mano. Il sangue, consacrato a Jashin, riempì il piattino, che fece aprire il portone, cigolando. Dietro, una sala, una sala enorme, sconfinata, una cosa era certa, dovevo essere molto sottoterra, davvero molto, perchè una sala così immensa potesse esistere. Per raggiungere il centro della sala stessa impiegai forse più del tempo che avevo speso per raggiungerla, incredibile. Fu proprio lì in mezzo, che mi resi conto che sotto ai miei piedi, c'erano delle mattonelle colorate, in rosso e nero, disposte in modo strano. Provai a saltare sempre più in alto, anche con il chakra, per rendermi conto che il pavimento non era che un enorme simbolo di evocazione. Sempre più assurdo.

    [...]

    image
    Quindi notai infondo alla sala un enorme altare con un rotolo altrettando grande, quindi corsi verso di esso, ma quando fui a circa 3 o 4 metri dal toccarlo, sentii una potente stretta, afferrami tutto il corpo, e ritirami all'indietro ad una velocità tale da farmi socchiudere gli occhi, e quasi vomitare. Fui sbattuto dall'altra parte della sala, contro il muro, sfracellandomi tutte le ossa. Il dolore fu immenso, tanto quanto il grido che emisi dalla bocca, prima che diventassi fioco, dalla visione che avevo davanti. Un enorme...animale, sembrava una specie di gorilla, o almeno, quello che ne restava. Un enorme scimmione mezzo scheletrico che mi guardava pieno d'odio. Che vedendomi rialzare, con il rumore delle ossa che si riattaccavano le une alle altre, sorpreso, parlò.

    - UHM ? PENSAVO TU...FOSSI UN ALTRO....INSETTO CHE MI CERCAVA...MA TU NON SEI MORTO DOPO LA MIA STRETTA...CHI SEI? -

    Il tempo di risistemarmi, e mi alzai da terra avicinandomi ad uno dei suoi piedi, perchè più in alto non potevo andare, quindi urlai, per farmi sentire dal mostro.

    << COME SAREBBE CHI SONO?! SEI TU CHE DEVI DIRMI CHI SEI, CHE CI FAI IN CASA MIA UUH ? NO ASPETTA, PRIMA DI DIRMI CHI SEI, COSA DIAVOLO SEI TU ?!?! >>

    Senza nemmeno doverlo dire, l'uso di tale tono mi valse un biglietto di sola andata per la parete dall'altra parte della sala, con contorno di sfracellamento fisico. Quindi la bestia parlò di nuovo.

    - NON C'E' DUBBIO, TU SEI UN ADEPTO DI JASHIN, E A GIUDICARE DALL'ODORE DEL SANGUE, SEI ANCHE UN EREDE DI QUESTA FAMIGLIA, E IL MIO COMPITO E' DI SERVIRE I JAKU ADEPTI DI JASHIN, MI CHIAMO EL MUNDO, E SONO IL RE DELLE BESTIE NON TRAPASSATE, SEI MOTO FORTE, LO SENTO, DIMMI RAGAZZO, SEI UN JONIN DEL SUONO ? -

    << Mi chiamo Amanimaru, hai detto bene, discendo da questa famiglia, e sono anche un fedele servo del nostro dio, ma mi spiace deluderti, sono un Genin. >>

    - IN QUESTO CASO, NON TI DEVO PROPRIO NIENTE, VATTENE, QUESTO LUOGO TI E' PRECLUSO ! -

    Una potente ventata mi risucchiò per tutta la sala facendomi oltrepassare la porta e rispedendomi nella cappella attraverso il corridio, quindi il muro di mattoni s richiuse, e non sentii più nulla.

    [ Un mese dopo ]

    Era passato circa un mese da mio incontro con El Mundo, e avevo, spinto da tali eventi, spedito una lettera all'accademia in cui chiedevo notizie sugli esami chunin. La risposta mi sarebbe arrivata di a poco. Una mattina notai un uccello messaggero con un contenitore per rotoli, lo accolsi in casa e lessi le missive, la prima mi invitava a partecipare, la seconda era una mappa, e la terza era un documento da riconsegnare firmato. Quindi afferrai una penna di falco, la conficcai nel mio polso, e scrissi col sangue.
    CITAZIONE


    Io, Amanimaru,

    Confermo di aver ben compreso che l'esame chunin a cui sto per partecipare si basa su uno scontro alla morte, prendendo quindi responsabilità di tale decisione ed accettando questo rischio.

    Il Fu Amanimaru Jaku


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    Una settimana di tempo per raggiungere il Colle del Tuono. Ci sarebbero stati nuovi ninja, persone che si cimentavano nell'esame per la prima volta, principianti, carne fresca per i miei rituali. Chiusi la giacca da battaglia, con i due paletti dentro, recuperai tutto l'equipaggiamento, quindi mi recai nella cappella, mi rasai i capelli a zero, e li gettai nel fuoco, una nuova battaglia stava per iniziare, e non sarebbe finita tanto presto...
     
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