Vecchia Magione

Il Vecchio Maniero della Casata

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  1. Amanimaru
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    [Segue dal Chunin di Fenix]



    [Questo intermezzo è abbastanza lungo da spaziare dall'esame chunin di Fenix all'attacco ad Oto da parte di Yashimata.]


    Quando arrivai alla vecchia magione con l'enorme cadavere di Raizen in spalla, ero ababstanza stremato, il viaggio era stato lungo, e portarsi dietro quella carcassa gigantesca non aveva aiutato. E la carcassa di un fallito è sempre più dura da portare. Sbattei la porta del maniero con un possente calcio e mi portai avanti nei corridoi fino a raggiungere le sale sotterranee, una delle quali, era adibita ad un misto tra una prigione e un laboratorio medico, il fatto che Rengoku mi era stata maestra, si sentiva molto nella mia vita. Arrivai vicino ad un muro incrostato di sangue secco, tra le piastrelle, e appoggiai il corpo del giovane in un angolo per riposare qualche ora, così mi gettai a terra e dormii per qualche ora.
    Al mio risveglio il suo corpo già emanava un odore decisamente poco gradevole, era un pezzo ormai che era morto. Quindi lo afferrai per un piede e lo sbattei violentemente sul tavolo operatorio, che era stato ricavato da un enorme blocco di marmo ancorato nel terreno. Ottimo da pulire dopo le schifezze che facevo laggiù. Quindi afferrato un vecchio paio di forbici iniziai a tagliare i suoi capelli fino ad arrivare alla cute, stessa cosa cercai di fare con il resto della peluria. Dove non mi era possibile arrivare con le forbici, usai un panno bagnato e una piccola fiamma. Non ero certo un estetista. Quindi usando le risorse idriche a me concesse colpii violentemente con getti d'acqua il suo corpo, fino a rimuovere gli strati superficiali di pelle. Se dentro di se dal cielo stava ringraziando di non essere stato nel corpo, dopo che ci fosse tornato, avrebbe pregato di trovarsi invece all'inferno. Ora era pronto per tornare indietro. Come aveva fatto mio nonno durante il mio chunin, prima di ucciderlo avevo preparato uno speciale rotolo, costatomi un occhio della testa, non mia, per riportarlo indietro. Lo presi di nuovo, lo riposai nel solito angolo sudicio, e legai braccia e coscie al muro tramite spessissime catene. Quindi mi sedetti a circa 5 metri da lui con il rotolo aperto davanti a me, dopo aver tracciato col mio sangue migliaia di simboli in tutta la stanza, e aver eseguito una trasfusione totale delmio sangue, nel suo corpo.


    << Bene stronzo. Vedi di muoverti. >>




     
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31 replies since 5/3/2008, 17:26   1206 views
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