Il Lazzaretto

Quest per il "Cursed Seal" [II° Torneo di Oto]

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    Il Mikawa era giunto infine.
    Akashi era colui che si era proposto per una prova, una prova il cui esito avrebbe modificato non solo il destino del Mikawa, ma anche il destino di molte persone, a prescindere dalla nuova direzione che gli sarebbe stata data.
    Una voce da un'altoparlante posto nella saletta dove il tronfio Neo-Chunin andava vantandosi delle proprie abilità e dei propri successi, proruppe imperativa, era una voce femminile, forte e decisa:

    "Akashi Mikawa!
    Poni la mano sul sigillo situato nel muro a sud della stanza e preparati a giungere nel luogo dove comincerà la tua prova!"


    Se Akashi fosse andato verso sud, avrebbe riconosciuto il Kanji del lupo nella tecnica di sigillo, impastandovi chakra, si sarebbe sentito mancare per poco, trovandosi a chiudere gli occhi, per poi riaprirli barcollando di fronte ad una porta blindata in ferro, ora il muro era dietro di lui, ma non aveva passato semplicemente un muro, aveva attraversato una distanza ben maggiore e presto ne avrebbe avuto la certezza.
    L'ambiente era scuro, giusto una lampada che penzolava dal soffitto dava una lieve illuminazione alla buia stanzetta, guardando attentamente, si sarebbero potuti vedere dall'alto i riflessi di una telecamera, l'odore di chiuso era quasi soffocante.
    La porta si aprì da sola, con un sinistro rumore di leve ed ingranaggi, facilmente visibili dall'interno della stanza illuminata debolmente, in fondo alla sala, una figura attendeva Akashi seduta su di una comoda poltrona di pelle e seminascosta nell'ombra , la stessa voce dell'altoparlante uscì dalle labbra della donna:

    "Vieni Mikawa, non vorrai far aspettare i telespettatori!"

    Una mano destra uscì dall'ombra per indicare ad Akashi una scomoda sedia di legno, posizionata in maniera tale da essere rivolta verso il centro della sala, più precisamente, verso un'altra telecamera.
    La donna avvolta nell'ombra riprese a parlare una volta che il Mikawa si fu' seduto, l'ombra era troppo fitta perchè il Mikawa riuscisse a distinguere qualcosa oltre alla sagoma:

    "Akashi Mikawa, ninja del valoroso clan Mikawa e Neo-Chunin del suono, come puoi vedere, sei in diretta televisiva, se hai qualche cosa da dire agli spettatori puoi farlo, dopo di che, passerò ad illustrare sia a te che a loro i pericoli che dovrai affrontare in questo luogo, del quale ne tu, ne' loro, sapete ancora niente."

    Il tono era sempre categorico, per quanto si fosse ingentilito un poco per via della trasmissione.
    La donna avrebbe atteso che Akashi dicesse qualcosa al pubblico, per poi dire:

    "Passiamo alla tua prova, al momento, ti trovi in un lazzaretto, non uno come gli altri, in quanto questo è nato per arginare i danni di una malattia incurabile nel suo stadio avanzato ed è attrezzato in maniera molto particolare.
    La malattia in questione si chiama Corpus e produce deformazioni dei tessuti muscolari ed ossei, causando spesso la fuoriuscita delle ossa dal corpo, non tutte le mutazioni cominciano nella stessa maniera, ogni individuo le manifesta in punti diversi, arrivando anche a far crescere talmente tanto le labbra da non poter più mangiare e morire di fame,ma il vero problema non è questo, bensì, il fatto che la malattia col proprio avanzare, debilita le facoltà intellettive del paziente, portandolo a divenire una folle macchina da guerra che sfrutta la propria deformazione per attaccare, questo virus inoltre, si diffonde per via aerea, pertanto un solo individuo può diffondere facilmente il contagio.
    E sarà in un lazzaretto pieno di questo tipo di persone che tu ti farai strada, dovrai arrivare in fondo e trovare un malato particolare, dovrai estorcergli del midollo osseo e dei campioni di sangue da analizzare essendo il paziente più in salute tra i malati terminali."


    A quel punto, dopo una breve pausa d'effetto sul pubblico, la donna continuò:

    "Quell'individuo è stato l'unico capace di mantenere la propria razionalità, certo, in maniera limitata, ma comunque c'è riuscito, ovviamente dovrai fare attenzione agli altri pazienti, più scenderai, più la loro malattia avanzerà rendendoli più potenti e furiosi e sopratutto, affamati.
    Ora, ci sono due cose che puoi fare arrivato a questo punto Mikawa, decidere di gettare la spugna o andare avanti, ma dovrai tenere a mente una cosa, sei già stato contagiato!"


    La luce s'accese e Neala, la Direttrice del Lazzaretto, venne rivelata agli occhi del pubblico, metà del suo corpo visibile presentava un colorito rosso e delle piaghe, era leggermente in risalto rispetto al resto, un ciuffo di capelli copriva il volto della donna, la quale appariva molto bella nonostante la deformità di quella parte del corpo.

    image



    Afferrando un contenitore di pasticche, ne rovesciò il contenuto sulla mano rossa, tenendola frale dita, disse ad Akashi:

    "Ho creato queste pasticche mentre lavoravo ad una cura, permettono di rallentare gli effetti della malattia ma non di bloccarli, se non ne prendessi con la dovuta frequenza, potrei ritrovarmi come nel disegno dietro di me, deforme e folle."

    La mandò giù per poi chiudere il contenitore, dicendo al Mikawa:

    "Questo t'attenderà se non riuscirai a prendere ciò che ti si chiede."

    Rivolgendosi infine al pubblico:

    "Bene, ora manderemo un po' di pubblicità mentre il Mikawa si prepara, se vuol dire qualcosa, ora potrà farlo prima che si chiuda il collegamento."

    Dopo un'eventuale discorso di Akashi, sarebbe stata mandata in onda la pubblicità, prima tra tutte, quella dell'ottimo riso del paese omonimo dove si trovava Oto, seguita da quella dei locali come il Neko Senzai.

    Nel frattempo, la direttrice disse al Mikawa ora che nessun orecchio indiscreto li avrebbe ascoltati:

    "Ascolta bene Akashi, nel tuo caso, la malattia te l'ho trasmessa io, non dovresti avere troppi problemi ad arrivare nel pieno delle tue facoltà mentali alla fine della missione, ti consegnerò delle boccette ed un contenitore per le pillole, ne avrai cinque e ritarderanno gli effetti del virus, se sentirai qualche parte gonfiarsi, ingoiane una per bloccarne la crescita, se una zona comincia a cambiare colore, la trasformazione sarà più graduale e sarà difficile per te accorgertene, ovviamente, avrai un'altra alternativa alle pasticche."

    Neala porse ad Akashi un contenitore di metallo da allacciare alla cintura come si fa' con le sacche porta-oggetti e gli disse:

    "In quel contenitore troverai le due siringhe, una dovrai usarla nel sistema sanguigno, l'altra, nella colonna vertebrale per prendere il midollo osseo, in modo da prelevare abbastanza sostanze, accanto a quelle, troverai le 5 pillole, usale quando sentirai la necessità di farlo e ricorda, il Corpus aumenta la potenza ed ottenebra la mente, decidi liberamente come agire, sei qui per mostrare il tuo valore e rendere un servizio ad Oto, difatti, abbiamo bisogno di quelle informazioni per completare l'esperimento di Orochimaru oltre che guarire la gente del paese del riso."

    A quel punto, Neala g'indicò un'altra porta blindata, gli disse:

    "Quando entrerai in quell'ascensore, le telecamere ricominceranno a trasmettere, non fare parola in missione su Orochimaru, se hai delle domande da fare, falle ora e poi entra."

    Entrando nell'ascensore, Akashi avrebbe potuto notare la telecamera eman mano che scendeva, avrebbe sentito più forte un odore acre ed una volta aperto l'ascensore, sarebbe stato investito da un miscuglio di odori tra sterco, urina e vomito, oltre che sangue secco.
    La discesa era durata a lungo, pertanto si trovava a diversi metri dal suolo ed essendo anche lo studio di Neala privo di finestre, non sarebbe stato difficile intuire che l'intero lazzaretto si trovasse sotto terra.
    il corridoio era scarsamente illuminato ed un'altra porta blindata lo separava dai malati, si sarebbe aperta automaticamente al suo passaggio per poi richiudersi altrettanto automaticamente dietro le sue spalle.
    Da quel momento in poi era solo, o quasi, una figura deforme stava già arrancando verso di lui, zoppicando infelicemente, fermandosi a pochi metri di distanza da lui, dopo aver urlato agitando la mano normale:

    "GHIAOOOO!"

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    Era una ragazzina, doveva avere poco meno di 13 anni e sembrava socievole, aveva l'espressione non molto sveglia, lunghi capelli sporchi e lei stessa era sporca, il volto era incrostato di lacrime secche, muco e forse vomito, il vestito era lacero e sudicio e portava i segni d'alcune ferite, c'erano persino segni di morsi e delle ferite sui piedi scalzi, tuttavia, non pareva ostile nonostante la mostruosità del suo corpo.
    Le telecamere, continuarono a riprendere.
     
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  2. Akashi Mikawa
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    "Sapete, proprio mentre stavo per...

    Il Mikawa stava raccontando le sue gesta a quanti erano gli interessati tra i presenti all'interno di quella saletta mantenendo un timbro vi voce calmo e basso, evitando di vantarsi eccessivamente adottando sfumature prorompenti della voce, quando una voce altisonante e decisa proveniente da chissà quale altoparlante in quella sala, gli indicò di portarsi nei pressi del sigillo stampato sul muro a sud, postazione dalla quale avrebbe avuto accesso alla zona nella quale il torneo si sarebbe svolto per lui. Era l'unico concorrente partecipante. Era l'unico aspirante al potere di Fenrir. Era l'unico a poter sopravvivere a quella prova. Era Lui Fenrir.

    Comprese che forse era già in diretta, e divenne paonazzo. Si passò le mani sul viso come a nascondere il suo colorito, e quando fu calmo e rasserenato, ritornò al suo colore naturale, e sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi disse ai presenti:

    "Mi hanno chiamato. Quando avrò assimilato il Fenrir potremo riprendere il discorso. A dopo.

    Strinse la mano in un pugno e alzò il pollice verso l'alto. Continuava a sorridere radiante come il sole. Con molta calma prese a camminare verso sud. La calma gli conferiva quasi un'aria di totale disinteresse: sembrava che non stesse andando a lottare per il sigillo, ma che piuttosto stesse semplicemente andando a farselo imprimere, come se lo avesse già vinto in precedenza.

    Ma era tutta finzione. In totale contradizione con la sua calma esteriore, all'interno del suo cervello v'era un marasma di innumerevoli sensazioni ed emozioni, Caotico marasma che contribuiva ad aumentare la sua ansia, per ora tenuta nascosta. Tra tutte le sensazioni presenti in quella bolgia, ve ne era una predominante. La paura. Ma non la paura di morire, o la paura di sbagliare. La paura di non apparire. S'era costruito con molta fatica una immagine spesso associata alla forza ed al coraggio, era divenuto monito per quanto intendevano essere come lui. E aveva paura di tradire le aspettative dei suoi "fans".

    Era certo di rasentare la morte con quella prova, ma essa non lo avrebbe colto impreparato, poichè lui l'attendeva ed era già pronto a schivarla: sapeva che ci si poteva ritirare in qualsiasi momento e non avrebbe esitato ad alzare la bandiera bianca qualore fosse stato necessario. Ma era proprio in questo modo che avrebbe distrutto la sua immagine deludendo le aspettative del prossimo. Il villaggio lo avrebbe rinnegato, e nona avrebbe avuto più accesso a nessuna carica all'interno del villaggio. Sarebbe stato come essere contrassegnati da un bollino rosso che a caratteri cubitali recitava: DIFFIDATO.

    Sarebbe stata la seconda volta che un villaggio gli voltava le spalle, e sarebbe stata la seconda volta che avrebbe reagito in quella maniera. Avrebbe tradito il villaggio che lo aveva accudito dopo il tradimento di Suna. Sarebbe andato a vivere alla Rosa: quale villaggio era più adatto per una vita nuova lontanto da un passato che vedeva solo porte chiuse?

    Ma l'idea non gli andava a genio. Odiava se stesso ogni volta che ricordava cosa aveva deciso di fare nel caso in cui avrebbe visto la morte allungare la mano su di lui. Tuttavia non vi erano altre alternative.

    Interruppe il flusso di coscenza nel momento in cui avvertì il freddo sul palmo della mano: mentre era assolto nei suoi pensieri si era mosso come meccanicamente fino a portarsi nei pressi della fredda roccia sulla quale aveva inconsciamente appoggiato la mano.

    Eseguì quanto gli era stato detto di fare, e si trovò a riprovare quella scomoda sensazione caratteristica dei viaggi rapidi. Quella sensazione gli rinfrescò il ricordo di Dorton Flega e del ragazzo che era a lui subentrato come suo avversario, Tyr Kère. A ricordo di Tyr, subentrò il ricordo della ferita da lui lasciata.

    Akashi si ritrovò ad occhi chiusi in preda ad una sensazione di equilibrio precario. Prima ancora di aprire gli occhi, si abbandonò alla gravità e si sedette per terra. Aveva ancora vivido di fronte agli occhi il ricordo della ferita infertagli da Tyr. Massaggiò la zona dove adesso si trovava quella grande cicatrice.
    Tossì: l'aria era inrespirabile, la puzza di stantio e di chiuso erano imperatrici di quella stanza, e come tali urtarono il naso e la gola di Akashi.

    Fiinalmente aprì gli occhi. Dalla posizione nella quale si trovava riusciva a scorgere ben poco: sembrava quasi che non avesse aperto gli occhi per quanto era buio. Tuttavia, guardando verso l'alto, non potè evitare di vedere un riflesso. Il riflesso del vetro di un obbiettivo, il riflesso dell'obiettivo della telecamera che già lo aveva immortalato in quella posa singolare. Pensò che ormai era già in onda e quindi ormai doveva far solo bella figura. Si rimise in posizione retta e percosse i pntaloni per pulirli dalla polvere. Si voltò per vedere cosa c'era alle sue spalle.

    Un muro, un semplice muro. Lo tastò ben bene, da capo a fondo, da destra a sinistra, alla ricerca di incisioni, sigilli, o pertugi. Ma la superficie era liscia, nemmeno una sola increspatura caratterizzava qual piano verticale di cemento.

    Si voltò in seguito ad un sussulto: un rumore metallico proveniente dall sue spalle lo colse di sorpresa mentre era assolto dallo studio di quel muro sterile. La porta si era in questo modo aperta. La stessa voce che prima lo aveva invitato a teletrasportarsi per mezzo del sigillo sul muro suonò nuovamente, ma questa volta meno artificiale: non proveniva da altoparlanti. La risposta giunse dal Mikawa con un tono secco e deciso, che a suo parere "rendeva fighissimi chi lo usava"

    "Uhm...non sono qui per dare spettacolo a quanti mi stanno osservando. Gli spettatori possono aspettare. Sono qui per arrivare vivo al compimento di un mio obiettivo, se permettete, voglio assumere quante più precauzioni possibili.


    Poi varcò la soglia della porta metallica che si era appena aperta. Osservando la mano sbucante dall'ombra, Akashi notò che questa gli chiedeva di sedersi in maniera tale da essere rivolto verso una telecamera. Assecondando le volontà del possessore di quela gracile mano, Akashi si sedette sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi. Poi ascoltò la presentazione che la donna fece di lui. Parlò quando gli fu offerta la possibilità di farlo:

    "Oh...non ho molto da dire a quanti mi osservano. Solo delle precisazioni: l'aggettivo "valoroso" è troppo poco altisonante per essere associato al nome del mio clan, e Neo-Chunin non è un grado, diversamente da Chunin, quello si che è un grado. Per sua informazione io Sono un Chunin.


    La donna riprese a parlare senza alterazioni nella voce: era ancora avvolta nell'ombra e parlava della situazione nella quale Akashi era stato introdotto. Lui-ascoltava il discorso con interesse, ma c'era qualcosa che gli sfuggiva. Non capiva le modalità con le quali si sarebbe difeso dal virus.

    La risposta giunse quando la donna finì di parlare e le ombre che la tenevano celata vennero dissipate. La visione che Akashi ebbe lo portò ad avere un leggero senso di nausea. Tuttavia, quando realizzò di essere già contagiato da quella malattia, "dimenticò" la nausea e si lasciò andare all'ira. Agrottò la fronte e digrignò i denti. Balzando in piedi fece cadere la sedia di legno alle sue spalle. Alzò le braccia, e le sbattè sulla scrivania dietro la quale c'era la donna che adesso ai suoi occhi pareva come il demonio. Parte della scrivania andò in frantumi, e lui, preso ancor di più dall'ira, spinse in avanti la scrivania, affinchè questa premesse sul corpo di Neala. Dunque avvicinò il capo a quello della donna, e quando tra i due dovevano esserci poco più di 3 centimetri, iniziò a gridare

    "PUTTANA! BASTARDI! GLI ACCORDI NON ERANO QUESTI, SE UNO VOLEVA RITIRARSI PTEVA FARLO LIBERAMENTE! ADESSO CHE FACCIO SE SONO NELLA MERDA? vAFFANCULO, FOTTETEVI TUTTI! NON POSSO CREDERE CHE DIETRO TUTTO QUESTO CI SIA L'AMMINISTRAZIONE DI OTO! IL KOKAGE NON LO PERMETTEREBBE! COSI' OBBLIGATE LA GENTE, QUANDO ERA STATO DIVERSAMENTE DETTO! STRONZI!


    Battè nuovamente i palmi sulla scrivania, incrinandola ancora. Piangeva. Era stato obbligato. Era stato preso in giro. Esigeva spiegazioni. Ma non le voleva adesso prima avrebbe ucciso chiunque si sarebbe messo tra lui e quell'uomo che doveva essere una fonte di cura. Tornò allla ragione, prese la sedia e si sedette di nuovo, il viso rigato ancora da lacrime. La donna mostrò il tonico che le peretteva di contollare l'avanzare della malattia. e mandarono la pubblicità. In quel momento, mille pensieri si affollarono nella mente di Akashi. Lui provò a esprimerli tutti insieme.

    "Ch...Cos...M...Cio..Mic...

    I pensieri e le domande erano immischiati in una diatriba all'interno della mente del Mikawa. Il vincitore si arebbe accaparrato il diritto di utilizzo delle corde vocali, ma sembrava che nessuno prevalesse sugli altri, così riusciva solo ad iniziare discorsi, senza terminarli.

    Riuscì a calmarsi, solo quando vide che Neala gli offriva delle pasticche e delle sirighe. Era sorprendente la facilità con la quale l'umore di Akashi mutava. Gli era stata di nuovo offerta la possibilità di porre domande. Indagò a fondo nella sua mente. che poteva chiedere? dopo attente riflessioni, trovò la domanda giusta.

    "L'uomo che devo trovare....oltre ad essere il più in forma, come lo trovo? Ha segni particolari?


    Attese la risposta. Poi si mosse verso la porta blindata. Ed entrò nll'ascensore.

    La discesa era già iniziata e sembrava essere interminabile. Era osservato da tutti. E decise di parlare a quelli che lo guardavano. Si voltò verso la telecamera e disse:

    "Come sapete, mi chiamo Akashi Mikawa. Sono nato fuori dalle mura accademiche, ma vivo a Oto dopo aver tradito Suna. Volevo solo dire a quelli che guardano di non aspettarmi a casa da morto. Perchè da questo schifo uscirò più vivo che mai.

    Pochi istanti dopo, l'ascensore si fermò. Uscì dallo stesso per ritrovarsi all'interno di un corridoio scarsamente illuminato. Ma lui era allenato a vedere il uelle condizioni, così, ai suoi occhi sembrava che fosse giorno.
    CITAZIONE
    Vista Crepuscolare
    Grazie ad un allenamento particolare il personaggio vede perfettamente in zone poco illuminate, come se fosse giorno, distinguendo anche i colori. Il personaggio non è comunque in grado di vedere nel buio assoluto.

    Creeva di esser solo, ma così non era. Passi. Udì passi. E poi scorse una figura dalla anatomia mostruosa. Si mise in posizione di guardia, con la mano pronta a far scattare in avanti quell'aikuchi abilmente nascosto nella manica. La figura mostruosa sembrava emulare le fattezze di una bambina. Ma lui l'avrebbe uccisa ugualmente. Ironizzò sulla scenetta quando la bambina si fermò a pochi passi da lui. Lui si accovacciò e disse:

    "uh...ciao piccolina dove sono i tuoi genitori? Muhuhuhahahaha!


    Quando finì di ridere, scattò in avanti, e con un rapido movimento delle mani fece apparire quell'aicuchi chissà da dove.
    CITAZIONE
    Prestigiatore
    Il ninja ha una precisione e una finezza nei movimenti delle mani che sfiora il sovrannaturale. Può compiere facilmente giochi di prestigio con le carte o nascondere nell'incavo delle mani, o nelle maniche o dietro al polso oggetti non più grandi di un Aikuchi. Possono inoltre combattere normalmente anche con i suddetti oggetti "occultati", come se non li avessero, e possono passarseli da una mano all'altra in un tempo infinitesimale, tanto rapido che un parigrado privo di Sensi Potenziati (vista) non possa rendersene conto.

    La lama aveva una direzione ben precisa. Mirava al collo della ragazzina, un affondo preciso tale che la bambina non avrebbe ne potuto reagire ne soffrire. Una morte fredda avrebbe rapito la ragazza qualora questa sarebbe stata colpita.

    "In situazioni diverse non l'avrei uccisa, ma non posso perdere tempo, ne permettermi di lasciarmi queste "cose" alle spalle, anche se sembrano buone...

    Disse rivolgendosi agli spettatori.
     
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    Dalla penombra la donna rispose soltanto con un sorrisetto alle parole del Mikawa, dicendogli:

    "Certo certo."

    Quando poi si arrivò alla rivelazione, il Mikawa fece qualcosa che nemmeno un Neo-Chunin avrebbe potuto fare a suo dire, avere una reazione estremamente umana.
    Il Mikawa battè i pugni sulla scrivania, rompendola per poi spingerla verso di lei, avvicinandosi al suo viso sfigurato dalla malattia e gridando la propria ira e la propria frustrazione a pieni polmoni, Neala assunse un'espressione sorpresa, era abituata ad essere minacciata da un ninja, ma non credeva che il Mikawa avrebbe reagito in quella maniera.
    Tuttavia, dopo essersi sfogato tornò al suo posto e Neala poté recuperare la calma necessaria a dirgli:

    "Nessuno ti ha obbligato a scendere in questo luogo e se vorrai ritirarti, ne avrai la possibilità, ma la malattia resta ed ovviamente saresti curato e ci sono buone probabilità che una cura definitiva esca fuori in tempi brevi, l'esito della missione ne influenzerà la durata."

    A quel punto, gli mostrò le pillole, era ancora confuso e riuscì a riprendersi solo a telecamere spente, dopo aver saputo che almeno una possibilità di rallentare il procedere della malattia ce l'aveva, riuscì addirittura a porre una domanda intelligente riguardo al suo obiettivo, cui Neala rispose:

    "Non ne conosciamo bene l'aspetto, l'abbiamo scoperto perché una volta l'abbiamo visto tendere una trappola ad un altro malato ed al quarto livello interrato, nessuno può essere tanto intelligente da pensare ad una trappola.
    Dovrebbe stare in un luogo riparato dalle telecamere ed il suo volto dovrebbe apparire molto anziano, aveva una lunga barba bianca."


    E fu' allora che il Mikawa entrò nell'ascensore che lo avrebbe condotto verso il primo livello interrato, verso la prova che lo avrebbe incoronato guardiano o affossato nella tomba, Neala si sarebbe goduta lo spettacolo in diretta.

    [...]


    La ragazzina guardò incuriosita quella persona, faceva qualcosa che nessuno faceva lì dov'era da molto tempo, ridere, quel verso gutturale le suonava strano, stonava con tutto ciò che conosceva ed il poco che rammentava, non s'accorse della mano che veloce, afferrava un'aikuchi con il quale le trafisse la gola.

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    Solo delle lacrime uscirono dai suoi occhi, mentre il pesante corpo andava a cadere al suolo esanime, una morte brutalmente rapida che non le lasciò nemmeno il tempo di ricordare il volto della sorella per l'ultima volta, uno dei pochi pensieri che la distoglieva dalla fame, nonostante il fatto che non ricordasse di chi fosse.

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    Dopo aver eliminato la piccola però, Akashi sarebbe rimasto completamente solo, privo di qualsiasi riferimento sulla strada da prendere, vagò per diverso tempo alla ricerca di un qualche passaggio che lo portasse dal suo obiettivo, in terra, numerosi cadaveri in semidecomposizione affollavano i sudici corridoi di quel piano, assieme alle consuete tracce di vomito e di sangue, accompagnate alle volte dalle montagne d'escrementi secchi.
    Tutti i cadaveri presentavano indiscutibili segni di violenza ed alcuni di loro erano stati parzialmente divorati, fondamentalmente, le parti mutate venivano lasciate ed il resto divorato, ma erano rari rispetto agli altri cadaveri integri, abbandonati nel labirinto di corridoi del piano, mentre un prurito al gomito destro si faceva sempre più forte, se Akashi avesse guardato il gomito, si sarebbe accorto di quanto rapidamente stesse progredendo la malattia, la quale aveva già parzialmente colpito il suo braccio.

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    Dopo non molto, in un corridoio, girando un angolo, si sarebbe trovato di fronte ben due malati, uno molto alto, con un'escrescenza immensa che partiva dalla schiena ed arrivava al suo mento, rendendo i suoi tratti parzialmente riconoscibili nella parte superiore del volto, accanto a lui, c'era quello che sembrava un bebè troppo cresciuto, al quale non veniva cambiato il pannolino da diverso tempo, dalle cui anche uscivano numerosi speroni ossei dall'aria assai pericolosa e parzialmente coperti di sangue.

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    I due lo guardarono con l'espressione ottusa della bambina, non gli rivolsero la parola e si limitarono ad osservarlo, dietro di loro, in una pozza di sangue, giaceva un altro malato, morto di recente e privo di segni che facessero pensare che qualcuno avesse tentato di mangiarlo.
     
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    Akashi affrontò i due malati allo stesso modo nel quale aveva affrontato la ragazzina all'ingresso, li falciò senza pietà, grazie al suo livello, riuscì a sfuggire all'attacco "a trottola" del bambino ed affondò facilmente la wakizashi fino agli organi interni del gobbo, non importa chi fossero stati, erano d'intralcio alla sua missione, non poteva permettersi di rischiare fidandosi di loro.
    Dopo diversi minuti di corsa nei corridoi, perse totalmente di vista il pericolo più grande, quello più vicino di qualsiasisi creatura abitante di quel luogo infernale, il virus che lentamente, spargeva i suoi nefasti effetti deformando il suo corpo ed offuscandola sua mente, vagando ed ammazzando, si ritrovò a mordere la carne umana, divenne sempre meno cosciente di se' e sprofondò nell'abisso di follia al quale si erano abbandonati molti altri prima di lui e le medicine, rimasero inutilizzate, mentre Neala prendeva nota del fallimento e si preparava a scrivere una lettera all'amministrazione di Oto.
    Gli spettatori, avrebbero assistito al rapido corso della malattia fino al primo pasto di Akashi, a quel punto, non era più recuperabile, non senza la cura definitiva.
    CITAZIONE
    AKASHI SI RITIRA DALLA PROVA IN QUANTO ABBANDONA IL GDR, IL PG RESTERA' NEL LAZZARETTO COME PNG, IN VISTA DI UNA FUTURA QUEST.

     
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