[Secondo Accesso] Le Mura

[Free GdR] [Macro GdR]

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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    Alle Mura
    chi si assomiglia si piglia



    Beh avrebbe imparato a comportarsi quella ragazzina a Kiri non poteva fare quello che voleva…
    E poi un fischio
    Avevo percepito il suo chakra (sensitivo) speravo però di togliermi l’impiccio prima che arrivasse e invece-

    Ah… ci mancavi tu adesso…
    Non mi pare di aver fatto nessun ordine alla foglia…
    Di armadi qui a Kiri ne abbiamo almeno al pari di pescivendoli e tonni
    Quindi sei inutile come sempre


    Lasciai alla ragazza solo la compagnia della creazione demoniaca che si sarebbe dissolta di li a poco assieme al colore dei miei occhi.

    Non mi aspettavo una tua visita.
    Mi ero avvicinato abbastanza da essergli quasi di fronte
    Che ci fai da queste parti? Ti son mancato ammettilo…
    Sorrisi, al pari di quello che aveva fatto lui prima
    Dopotutto la sua presenza era l’evento più piacevole della giornata.

    Ah beh… se la mettiamo su questo piano…
    Fate pure.
    Pare anche che hai fatto colpo sulla ragazzina

    Diedi una leggera gomitata al fianco del ninja
    I tuoi modi rozzi, sono impeccabili con le tipe rozze come te
    Ancora un occhiolino
    Sarai registrato in entrata sulla nostra agenda e dovrai depositare le tue armi all’ingresso…
    Anche tu ragazza, prima di entrare.
    Sarà Raizen a scortarti

    Son sicuro andrete molto d’accordo.

     
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    Il Colosso osservò la ragazza con un sopracciglio alzato, senza preoccuparsi di mostrare un lieve stupore.

    Credevo fosse impossibile trovare qualcuno che capisse quando scherzo e che ridesse alle mie battute.

    Mentre pronunciava la frase parve prendere coscienza dell’evento, mutando l’espressione in una di puro stupore.

    Non è che gli hai fritto il cervello vero?

    Chiese rivolgendosi ad Etsuko.

    E comunque galantuomo dillo al Kokage.

    Appuntò l’otese come se avesse ricevuto un insulto, anche se si poteva leggere, nuovamente, dell’ironia nelle sue parole. Per poi prestare orecchio al kiriano, che tentava di ribattere alle sue parole.

    Armadi? Dove? Vedo solo un accozzaglia di checche isteriche che si lamentano dell’umidità che gli arruffa i capelli dal porto in su!
    Comunque no, a me non mi manca nessuno, non sono mai solo!


    Aggiunse l’ultima frase facendo una smorfia che lo portò ad abbassare la palpebra dell’occhio sinistro con la rispettiva mano, mostrando una pupilla verticale e un iride rossa come il fuoco.
    Mentre al fare colpo rispose facendo spallucce e rivolgendo le mani al cielo.


    Che vuoi farci, ce le ho tutte dalla mia, evidentemente seppur bastardo ho del buon sangue.
    Ma temo che non ci si possa fidare troppo di quegli occhi.


    Una piccola allusione, a rimembrare un danno che al Colosso era sempre rimasto un po’ di traverso, ma che come tutti i suoi problemi veniva magistralmente tenuto su delle spalle sufficientemente ampie da mantenere quelli di un intero esercito.

    Comunque, stiamo dando sin troppa aria alla bocca, sono qui per apprendere l’ultima arte che mi permetterà di dare vita ad una delle mie migliori creazioni, un arte in cui a Kiri dovreste esser maestri, anche se a quanto pare non avete fatto certo passi da gigante dopo i sette spadoni, anzi.
    Però potete vantarvi delle sette grandi lime per unghie!


    Si fermò per prendere fiato, non era suo carattere essere così socievole, e qualcosa, nei movimenti del suo corpo, forse inconsci, lo suggeriva.

    Per cui dovrei chiederti un favore, devo portare le armi con me! Potrebbero essermi utili, e poi, soprattutto, a che diavolo serve privarmi delle armi se dentro il villaggio posso trovarne delle altre?
    Senza contare che sareste pure in grado di vendervele per tirare su due spiccioli.
    Se mi dai un foglio ti firmo una dichiarazione o quello che serve per portarmele appresso.


    Disse in un misto di serietà interrotto dall’ironia della seconda frase. Non aveva spesso bersagli così facili come la fatiscenza di kiri o il poco malizioso Etsuko, un ragazzo che neanche con dell’impegno sarebbe in grado di ferire i sentimenti della ragazza più fragile e premestruata del mondo.
     
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    Scheda di Etsuko della Nebbia

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    L'epilogo


    Quando la smetterai con la tua ironia spicciola sarà sempre troppo tardi, dopotutto è degna dei migliori spettacoli di cabaret dei bar di periferia della foglia…
    Gli unici che potrebbero ospitarti mio caro Raizen.


    Il foglioso capitava a fagiuolo, mi avrebbe liberato immediatamente dall’impiccio. Dopotutto avrei potuto seguire i loro spostamenti percependo il loro chakra. Ero comunque sicuro, Raizen non avrebbe creato problemi e con lui a far da balia alla ragazzino avevo preso due piccioni con la stessa fava.

    Siamo d’accordo Raizen i miei occhi non mentono, stai sicuro che se combini qualche casino non uscirai vivo da Kiri siamo intesi?

    Pronunciai quelle parole sorridendo
    ma Raizen che sapeva della scarsa malizia del nebbioso,
    avrebbe fatto bene a prender sul serio quello parole, perché Etsuko non avrebbe nel caso esitato a tagliargli la testa o per lo meno tentare di farlo.

    Potrai portare le armi con te.
    E guarda che Kiri non è così povera quanto credi.
    I tuoi luoghi comuni sono al pari del tuo umorismo spicciolo, ma forse a noi fa comodo che tu creda quello che vuoi credere.
    Buona giornata ad entrambi e divertitevi per le vie di Kiri

     
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  4. The Retribution
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    Territorial Landing.

    Un'isola nel mezzo del mare
    circondata da un arcipelago
    di amare incertezze.


    Se non altro potevo entrare a Kiri, indipendentemente dal fatto che fosse più o meno utile per trovare mio padre, ed era questa la cosa importante. Di Armi ne avevo una quantità irrisoria e la lasciai volentieri al poco simpatico guardiano, avvicinandomi a Raizen, questo il nome di quell'altro tipo appena giunto, per entrare dentro il villaggio. - Grazie per l'impiccio, quel tizio non mi piace granché. - E lo dissi fregandomene del fatto che mi stesse sentendo o meno, non era certo mia intenzione piacere a tutto il mondo, tanto più se aveva iniziato lui a dirmi su senza motivo.

    - Io devo andare in amministrazione, una volta li penso mi potrai mollare a qualcuno, così farai tutte le cose tue che sei.. venuto a fare a Kiri. - Non era propriamente una frase corretta, ma riprendeva bene il senso di ciò che stavo cercando di dire al foglioso. - Mi chiamo Ren Yakushi, e sono a Kiri per cercare mio padre. - Speravo di aver anticipato tutte le possibili domande con quelle parole: odiavo parlare a lungo della mia vita e degli affari miei, ma non perché non mi fidassi o stronzate da shinobi, semplicemente perchè c'era solo da dire male e quindi non mi sentivo invogliata a farlo. Semplice.
     
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  5. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]

    Un nuovo nukenin a Kiri?


    ~Prima tappa: Kiri~


    Quell'insana avventura era terminata da pochissimo tempo ed Atasuke aveva a malapena recuperato il chakra e le ferite subite nello scontro, tuttavia sapeva di dover andare a Kiri il prima possible per chiudere con quella faccenda.
    Il nukenin lo avrebbe atteso a Taki nelle due settimane successive, quindi, se voleva sfruttare quell'occasione per avere chiarezza doveva sbrigarsi, ma di certo per evitare ritorsioni o eventuali menate aggiuntive, doveva prima chiarire con Kiri la posizione di Etsuko segnalandone il comportamento che tutto poteva essere, meno che a favore del suo villaggio e dell'accademia, o almeno questa era la posizione di Atasuke.
    Quando ancora era a Suna per recuperare le ferite, aveva spedito un messaggio cifrato direttamente a Konoha, in modo che i suoi colleghi guardiani sapessero del suo ritardo e del perchè anzichè rientrare immediatamente si sarebbe diretto a Kiri a fare rapporto.
    Ora erano passati quasi quattro giorni da quello che era accaduto nel deserto dell'Anauroch e durante il viaggio in incognito fatto alternando marce forzate a trasporti nelle carovane incrociate lungo il tragitto, Atasuke aveva anche compilato i relativi rapporti d'intervento nelle consuete tre copie, una per l'accademia, una per il villaggio di appartenenza e l'altra per il villaggio richiedente la missione, tuttavia, decise di farne un'ulteriore quarta copia, che non avrebbe depositato nell'archivio accademico dove sarebbe poi stato smistato, ma che avrebbe direttamente consegnato nelle mani dell'amministrazione di Kiri.

    [...]


    All'alba del quinto giorno, Atasuke era là nel porto di Kiri dinnanzi alle porte del villaggio della nebbia.
    Attorno a lui la più completa desolazione ed una costante e persostente nebbia. C'era in effetti da chiedersi se tutta quella nebbia fosse una costante naturale a Kiri o se fosse in qualche modo il risultato di una qualche tecnica. Una cosa tuttvia era certa: Tutti i viaggi compiuti fino a Kiri si erano sempre dimostrati immensi viaggi nella più completa, avvolgente e fastidiosa nebbia.
    Giunto a pochi passi dal gate attese un guardiano prima di procedere come la procedura richiedeva.
    Quando questi fosse giunto, Atasuke senza batter ciglio ne aspettando l'ordine avrebbe iniziato a sciogliere i nodi che tenevano fissate le armi al corpo iniziando a presentarsi.

    «Sono Atasuke Uchiha, Ninja della foglia. Devo parlare assolutamente con un vostro amministratore in seguito a quanto accaduto cinque giorni fa nel deserto dell'Anauroch. È di vitale importanza che parli con loro, altrimenti si potrebbe creare una brutta situazione di tensione con Suna»


    Egli guardò negli occhi il guardiano, mostrando le nere e penetranti iridi segno tangibile del suo clan ed attese che questi lo lasciasse passare, dandogli magari qualche informazione sul come e dove rintracciare l'amministrazione.
    Intanto le sue armi erano come un fagotto tra le sue mani, pronte ad essere consegnate o, in caso di scherzi, ad essere ancora impugnate per difendersi...

     
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Il Mizukage che non c'è



    Alle mura non c'era Hikari come al solito. Ma a scorrere le tabelle dei turni, chiunque avrebbe potuto notare che il suo nome era sparito. Del resto Hikari aveva visto chiaramente ciò che era successo qualche mese prima durante la fuga di quello. Così disposizioni erano state date e chiunque sapeva che il Quarto Mizukage non era in realtà il Quarto Mizukage aveva avuto l'ordine, espresso e preciso, di tacere sull'accaduto. Hikari, così come la moglie del Mizukage, erano sorvegliate. Così quando Atasuke parlò la sentinella, svogliatamente, ripose.
    Mi dispiace, ma non ci sono Consiglieri a Kiri per ora. Il Mizukage è sparito da qualche mese, la versione ufficiale è missione, ma in ogni caso se proprio ci tieni a lasciare questa lettera a qualcuno entra e va al Palazzo del Mizukage. Lì sta sua moglie ed il suo animaletto da compagnia la guardia parve un attimo rabbrividire Molla le armi e va pure. Sei dove andare o ai bisogno di qualcuno che ti accompagni?



    Era svogliata la guardia, ma sapeva il suo mestiere. Atasuke, lasciate le armi, avrebbe potuto varcare le porte del Villaggio ed eventualmente accompagnato da una kunochi che non poteva avere più di tredici anni sarebbe stato accompagnato fino al Palazzo del Mizukage.

     
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    Il viaggio da Oto a Kiri era stato più lungo del previsto, certo l'avevano avvisata a riguardo ma mai avrebbe creduto che ci sarebbe voluto realmente così tanto.
    Inoltre il problema non era tanto il fatto della distanza, quanto che più ti avvicinavi a Kiri più la nebbia si faceva fitta.
    Trovare una guida non fu semplice, tanto più visto che avrebbe dovuto fare l'ultima parte con una qualche imbarcazione, e a meno che non fossi una persona del luogo o un mercante che conosceva la zona... Beh, di sicuro saresti finito col perderti o schiantarti contro qualche scoglio.
    In parte era felice di essere arrivata fin lì, non aveva mai visto una distesa d'acqua così grande. Però l'atmosfera del posto, unita alla compagnia così diversa da quella cui era abituata, finiva per rovinare il tutto.
    Sconsolata si lasciò sfuggire un sospiro, mentre le onde la culla vano e le sue iridi ne riflettevano il movimento.
    Si era appoggiata al parapetto, così da avere una vista completa. Ora però non le sembrava più tutto quel granché, probabilmente era dovuto al fatto che comunque era da sola, e non avendo nessuno con il quale confrontarsi l'unica cosa che sentiva, a livello emotivo, era di essere persa in sé stessa.
    Lo sguardo assottigliato assieme alle labbra mantenute in un espressione neutra, lasciavano intendere quanto fosse di cattivo umore in quel momento.
    Doveva ammettere che tutta la parte prima del viaggio era stata piacevole, aveva visto posti nuovi, mangiato cose assaporato prima di allora e così via discorrendo. Però quegli ultimi momenti proprio non riusciva a farseli piacere, forse era anche dovuto al fatto che si stava avvicinando sempre di più alla verità che stava cercando.
    Come finalmente intravide le banchine si staccò dal parapetto, portandosi l'unica ciocca cinese dietro l'orecchio sinistro e preparandosi a scendere.
    Una volta a terra fu questione di pochi attimi raggiungere l'ingresso delle mura, e una volta innanzi ad esse si fermò, attendendo l'arrivo di un Guardiano com'era giusto.
    Non era propriamente nervosa, dopotutto non aveva nulla da nascondere ed era lì per ragioni puramente personali. Però come dire, era la prima volta che si allontanava così tanto dal proprio villaggio e che faceva richiesta per entrare in un altro.
    A braccia conserte attese l'arrivo del figuro, e di chiunque si fosse trattato avrebbe esordito con le seguenti parole.

    << Piacere Nakora, sono una studente dell'Accademia di Oto. Avrei bisogno di entrare nel vostro villaggio per motivi familiari, cerco una persona. >>

    Come si poteva intuire la persona stessa che stava cercando, presumibilmente, doveva trattarsi di un parente o simili.
    Comunque sia il tono di voce risultò essere abbastanza pacato e tranquillo, mentre le braccia erano conserte sul suo petto. Il peso leggermente più spostato su una gamba che sull'altra.
    Non sembrava essere troppo impensierirti dalle sue stesse parole, anzi per lei non vi era niente di strano. Dopotutto un parente alla lontana, poteva pur essere che si trovava in un altro villaggio differente dal proprio. Soprattutto se non si era parte di un Clan o simili.
     
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    Ingrato Lavoro, Parte I

    Disturbo


    Per tutti i kami...
    Il mio ufficio, o sarebbe meglio dire gabbiotto, era completamente serrato. Posto all'interno della torretta di destra rispetto al cancello, le poche finestre erano state chiuse con tutto il necessario affinché la luce del sole non entrasse nella stanza. Io, con la faccia completamente immersa nel cuscino, dormivo con la pancia sul materasso e gli arti divaricati. Sulla scrivania, un'imponente montagna di fascicoli e carte da firmare. Arretrate di giorni, ovviamente. Roba poca importante, come visti di controllo eseguito regolare di qualche carro di mercanti che erano alla loro prima esperienza lavorativa a Kiri e cose del genere.
    Nulla di preoccupante. Almeno per Akira.
    Quello che stava succedendo adesso invece era molto più preoccupante.
    Era tornato la sera prima dalla sua gita a Taki ed, ovviamente, aveva un sacco di turni da recuperare. Nel letto, ovviamente.
    Toc - Toc - Toc - Toc... « Eh... Ehm... S-Si... Che volete? » Mi rotolai sulla branda, con gli occhi ancora chiusi e la bocca aperta. Ehi, Capo! Si deve svegliare! C'è una ragazza di Oto che vuole entrare! Misi un braccio sul viso. « E fatela entrare allora! »
    Un attimo di silenzio.
    MA E' IMPAZZITO! SE LO VIENE A SAPERE IL MIZUKAGE-SAMA LA SBATTE FUORI! C'E' UNA PROCEDURA DA RISPETTARE! SOPRATTUTTO IN PERIODI COME QUESTO! La porta ricominciò ad essere colpita con violenza. Sbuffai. « Si, si... SI! Basta! Adesso scendo, ho capito! » Mi sedetti sul letto, il viso tra le mani. « Preparati ad un bel fine settimana in servizio, eh! Doppio, anzi no, triplo turno! » Vuote minacce, neanche ero io a fare i turni. Delegato anche quello. « Cinque minuti! Dammi cinque minuti! L'Otese può attendere cinque minuti, no?! »

    Ovviamente i cinque minuti diventarono dieci. Poi quindici. Infine venti. Uscii dall'ufficio - ancora mezzo assonnato - ma almeno presentabile ai più, vestito e armato di tutto punto, quasi come si confarebbe ad un vero guardiano. « Allora... Attende alla porta? » Lo sguardo truce della sentinella che mi aveva svegliato fu più significativo di tutte le risposte del mondo. « Va bene, va bene... Era solo una domandaa-a-a... » Sbadiglia sul terminare della frase, mentre uscivo fuori sulle imponenti mura di Kiri. Giornata nebbiosa, come molte, ma un leggero sole penetrava tra l'umidità riscaldando la pelle. Potei osservare fin da sopra le mura la piccola figura ferma sotto di me. Presi la solita scorciatoia, impastando il chakra lungo tutte le piante dei miei piedi ed incominciando a camminare in verticale, incominciando a scendere lungo il bastione di fianco del cancello. In poco più di un minuto di lento cammino, arrivai nuovamente a poggiar piede sulla nuda terra. La ragazza attendeva a braccia conserte, probabilmente leggermente scocciata. « Studentessa di Oto, interessante... Difficile la vita per una kunoichi in quel villaggio di pervertiti, vero? » Sorrisi leggermente. « Scusa il ritardo, stavo... Ehm... Finendo una ronda lontano da qui, ecco, si. Sono Akira, del clan Hozuki. Cerchi una persona, quindi... » Squadrai la ragazza. Non sembrava avere niente di sospetto, oltre a qualche equipaggiamento ninja. « Potrei sapere chi stai cercando, per cortesia? » Le braccia sui fianchi, in attesa di una risposta.

     
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    9hCk363
    Dovette attendere più del previsto prima di poter vedere arrivare qualcuno verso di lei, sinceramente si aspettava un benvenuto molto più freddo e tagliente per così dire, soprattutto per via del fatto che aveva detto di essere di Oto.
    Invece erano stati in grado di sorprenderla, per quanto gli sguardi delle guardie sparse lungo le mura rasentassero l'apatia, le parole con cui il Guardiano si rivolse a lei le trovo ben più che cordiali.
    Era un ragazzo abbastanza alto, decisamente più di lei e dal fisico ben allenato.
    I capelli non avevano una direzione precisa, andavano spargendosi un po' ovunque mentre sulla fronte torreggiava un ciuffo bianco latte.
    Per un attimo le tornò in mente Deveraux, tuttavia fu giusto un istante.
    Buffo come ritrovasse quel particolare continuamente lungo la sua strada, e ogni volta ripensava alla sua ciocca cinerea così simile ma allo stesso tempo diversa.
    Un tratto che in un certo senso sembrava quasi indicare che fosse una di quelle persone sempre in bilico, in grado di camminare in punte di piedi sul confine che separava il giorno dalla notte.
    Comunque sia ascoltò quello che ebbe da dire fino alla fine, mentre le sue iridi si andavano a posare su quelle del suo interlocutore, nere come due pozzi senza fondo.
    Doveva ammettere che avevano un chè di inquietante, così, a prima vista.
    In risposta alla sua battuta sorrise di rimando, scuotendo leggermente il capo divertita.
    Una ronda eh? Non sapeva se credergli o meno ma dubitava sinceramente, in ogni caso non vi diede peso. Le importava solo che al termine di quell'incontro potesse entrare, aspettare qualche minuto in più non era un problema.
    Come il Guardiano che apprese chiamarsi Akira, terminò di parlare, si apprestò a rispondere.
    Dopotutto c'era da aspettarsi una domanda del genere, anche se in cuor suo sperava non ci sarebbe stato bisogno.
    Riportò alla mente il nome dell'uomo che sua sorella gemella, Yushino, le aveva detto quella sera. Aveva scoperto che viveva vicino al cimitero, oltre che il nome e il cognome, però non più di quello. Per tanto anche lei avrebbe riferito quanto poteva.
    Inoltre non aveva motivo di non dire tutto, sai quanto gliene poteva fregare a Kiri in generale dell'ennesima studente che entra per farsi un giro e vedersi con una persona qualunque.

    Sì certo, è un uomo di nome Ankato Nebusuki. Dovrebbe abitare vicino al cimitero. Altro non saprei dirti sinceramente Akira, questo è tutto quello che so a mia volta.

    Fece spallucce come a sottolineare maggiormente l'ultima parte, mentre lo sguardo si spostava appena dal viso di Akira al cancello alle sue spalle.
    Con i raggi di sole che filtravano nella nebbia, un po' alla volta, stava riuscendo ad intravedere altri dettagli che prima le erano sfuggiti.
    In ogni caso però non era eccessivamente diverso il Cancello da uno di quelli di Oto, anzi forse cambiava giusto che quello innanzi ai suoi occhi in questo momento era un po' più rovinato oltre che vecchio, però c'era da aspettarselo. Kiri esisteva da molto più tempo di Oto.
    Come riportò lo sguardo sul Guardiano, prese parola nuovamente questa volta lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, morbide, mentre il tono si era fatto un po' più tranquillo e rilassato.

    Pervertiti? Dipende, finchè non lavori come gatta può anche funzionare. Con questa nebbia non mi sorprendo se anche voi avete problemi simili.


    Questa volta fu lei a sorridere leggermente.
    Così come aveva fatto Akira all'inizio, anche lei in un modo o nell'altro stava semplicemente cercando di scherzare un po', dopotutto un minimo di tensione al Cancello era naturale che ci fosse sempre quando un ninja di un altro villaggio chiedeva di entrare, almeno così forse sarebbero riusciti a farla venire meno.
     
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    Ingrato Lavoro, Parte I

    Tempi Bui


    La ragazza dai capelli corvini, per quanto minuta, sembrava essere abbastanza sicura di se stessa. Rispose al mio sorriso con uno altrettanto genuino, e provò a rispondere colpo su colpo anche alle mie battute.
    Un bel caratterino, sicuramente, da testare in altri contesti ed occasioni. « Mpf. » Sbuffai, sorridendo, quando la ragazza fece riferimento ai probabili problemi che anche Kiri doveva avere con i pervertiti. Causa nebbia, ovviamente. « Meno di quel che pensi! Li ho pestati quasi tutti, chi più chi meno... Mentre voi... Brrr... » Feci una faccia a metà tra il disgustato e l'ironico. « Avete certi ninja da far accapponare la pelle per il loro essere viscidi! Almeno per quello, qui a Kiri, stiamo tranquilli. » Ricordai lo strano e disgustoso Otese che aveva partecipato alla battaglia contro i Kijin a Suna. C'era anche un altro ninja di Oto, Deveraux, o una cosa del genere, ma almeno lui sembrava essere abbastanza normale, come anche il Mikawa silenzioso. « Cooomunque, torniamo a noi. » Dissi, cercando di riassumere un'espressione presentabile e degna di un guardiano. « Mai sentito questo tizio, poco male comunque. Sicuramente non è un ninja, o se lo è sarà in pensione da anni, perché non l'ho mai sentito. » Incrociai le braccia, dopo di ciò seguì qualche secondo di voluto silenzio.
    Un pò di suspense non avrebbe fatto male, e mi avrebbe dato anche un certo tono severo. « Va bene, puoi entrare. » Annuii in silenzio. « Però dovresti farmi la cortesia di consegnare alle mie guardie tutto il tuo equipaggiamento ninja. Sai com'è... » Mi fermai ancora, pensando alle recenti notizie di dichiarata guerra e promesse di attentati. « Questi sono tempi bui, bisogna sempre stare attenti a chi entra nel villaggio, soprattutto quando sei te il responsabile. Non è mancanza di fiducia, sia ben chiaro, chiamiamola... »
    Portai la mano destra e toccare il mento, assumendo la solita posizione del pensatore. « Eccesso di prudenza. Ecco, così mi piace. Non è un problema, vero? Tanto farai la brava, no? Non vorrei essere chiamato... » In verità pensai, più propriamente, a svegliato. « Per farti buttare fuori, sarebbe una cosa molto fastidiosa. » Guardai, per un solo istante, la ragazza in modo serio. « Ci siamo capiti, no? » Ripresi la mia solita espressione sorniona al termine della frase.

    Edited by H¡dan - 10/9/2015, 16:01
     
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    Lo scambio di battute sembrava aver dato i suoi frutti, smorzando così un po' la tensione.
    Il Guardiano parve come apprezzare la sua battuta in un certo senso, anche se ovviamente non si trattenne dal rispondere nuovamente.
    Probabilmente per com'era fatta lei, avrebbero potuto portare avanti quella discussione per molte ore ancora, tuttavia non poteva permettersi un simile lusso.
    Prima portava a termine i suoi affari dentro Kiri, prima sarebbe potuta tornare indietro a Oto.
    Non doveva dimenticarsi che ogni momento passato fuori era comunque un pizzico d'ansia in più che si aggiungeva a Yushino, e sebbenne quest'ultima fosse conscia che la sorella non era tipa da demordere tanto facilmente, preferiva non farla stare in pensiero per quanto possibile.
    Comunque sia alla battuta dell'altro rise leggermente senza preoccuparsi di darlo a nascondere o simili, arrivando anche a piegare leggermente il volto come un uccellino curioso con il suo sguardo fisso sul viso di Akira.
    I serpenti erano viscidi eh?
    Un giorno avrebbero dovuto cancellare tutti i testi e le memorie con quel detto, in quanto era profondamente sbagliato.
    In ogni caso preferì non interromperlo immediatamente, attendendo così che dicesse tutto quello che aveva in mente, aspettando con calma e senza apparente fretta.
    Dopo qualche istante di silenzio, ecco che le giunse una risposta positiva.
    Poteva entrare, tuttavia... Avrebbe dovuto lasciare il suo equipaggiamento da Ninja all'entrata.
    Non che ne avesse un estremo bisogno, dopotutto per com'era fatta lei preferiva ripiegare sul semplice e puro corpo a corpo, però come dire, ti dava sempre un po' fastidio doverti separare dagli oggetti che ti servivano su lavoro.
    Questa volta sospirò pesantemente, abbassando lo sguardo e andando a toccare con le mani i borselli dov'era contenuto tutto il suo equipaggiamento.
    Chiuse appena un attimo gli occhi, come per pensare, e dopo qualche istante li riaprì andando con le sue iridi incontro a quelle di Akira.
    In quella situazione non poteva fare altrimenti, inoltre era anche vero che non aveva in programma di fare a pugni con nessuno, c'era solo da sperare che non fossero terzi a creare problemi.
    Rapidamente prese parola, il tono decisamente più risoluto rispetto a prima.

    Come vuoi Akira, non è un problema per me. Che sia per questioni di sicurezza o altro non è importante, tanto non ne ho bisogno al momento.

    Con un gesto rapido e secco della mano sinistra, andò vicino al suo fianco e staccò i borselli dalla cintura prendendoli in mano.
    Per quanto riguardava le lame interne nel suo corpo non disse nulla per due semplici motivi: prima di tutto, anche dirlo non avrebbe avuto alcuna utilità se non quella di rallentare ulteriormente le cose.
    Inoltre anche volendo non avrebbe potuto separarsene in alcun modo, e di certo non aveva intenzione di farsele staccare solamente per una visita a Kiri. Non che il processo fosse eccessivamente doloroso, dopo la prima ci si era abituata, però era comunque una rottura.
    Senza pensarci due volte allungò il braccio, progendoglieli.
    Le aveva detto alle sue guardie, però ormai già che c'era tanto valeva consegnarli a lui sul posto, tanto il cancello sempre quello era.
    Fatto questo e se le avesse prese - nel caso non fosse stato così, semplicemente le avrebbe riattaccate salvo darle alle guardie più in la - avrebbe riportato un attimo il braccio indietro per poi sollevarlo sopra di lei assieme all'altro, allungando le gambe e stiracchiandosi in punte di piedi, per poi tornare coi piedi a terra.
    Le braccia scesero nuovamente, e pigramente, fino alla sua vita per poi poggiarsi rispettivamente su un fianco con le mani.
    A quel punto se tutto quanto era stato chiarito, si sarebbe sentita pronta ad entrare come Akira avesse dato segno ai tizi sulle mura.
    Se fosse giunto quel momento, giusto un istante prima si sarebbe rivolta ancora un'ultima volta a lui, sorridendo maliziosamente.
    Altrimenti gliel'avrebbe semplicemente detto stando dove si trovava.

    Ah per quanto riguarda i viscidi, è uno stereotipo. Tocca un serpente vero... E vedrai che non è così.


     
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    Ingrato Lavoro, Parte I

    Ritorno agli Affari


    La ragazza rise ancora una volta dopo il veloce scambio di battute, ma la reazione fu del tutto diversa dopo la richiesta di lasciare il suo equipaggiamento ninja. Nakora sbuffò visibilmente, e a quel gesto risposi con un semplice sollevare delle mie sopracciglia. Capivo che non era semplice lasciare i propri oggetti in mano a degli sconosciuti, ma queste erano le nuove regole che avrei applicato finché la situazione non si fosse fermata. C'era stata una dichiarazione di guerra, ed in tempi di guerra tutti fanno delle rinunce. Alla fine di tutto, però, la kunoichi acconsentì. « Molto bene, staremo tutti più tranquilli così. » Sorrisi di rimando. Quando Nakora prese a sganciarsi le proprie sacche, però, la fermai immediatamente. « Oh, non a me. Ho detto ad una delle mie guardie. Troverai una ragazza sotto il portone. Si chiama Tomiko, Tokigo, una cosa del genere insomma... » Non avevo ancora imparato a memoria i nomi di tutte le sentinelle. « Alta, mora, ben piazzata. La riconosci per forza. Ti accompagnerà in un gabbiotto interno dove ti perquisirà... » Non che Akira lo sapesse, ma se Nakora fosse stata certa di far passare delle armi sotto il suo naso si sbagliava alla grande. « Ti posso assicurare che nessun oggetto che consegnerai verrà toccato da altre persone, e ti riconsegneremo tutto nel momento in cui lascerai il Villaggio. Ci siamo capiti? » Mi posizionai di fianco, lasciandole spazio per proseguire. « Allora piacere di averti conosciuto, Nakora. Ritorno ai miei affari! » Sorrisi gentilmente, ascoltando la sua ultima risposta riguardo il viscidume dei serpenti. « Oh, magari hai ragione, ma si può essere viscidi in molti modi, cara ragazza. E tutti ugualmente disgustosi! » Detto ciò l'avrei seguita da lontano, attendendo che la sentinella la perquisisse e prendesse le sue armi, per, infine, tornare ai miei affari (n.d.a. dormire).
    Avrebbe, ovviamente, trovato le sue lame interne - non che passassero inosservate ad una guardia esperta, soprattutto quando sa di aver a che fare con quei tizi strani provenienti da Oto - ma, non avendo la possibilità di toglierle in tempo breve, e senza fare uso della forza, si limitò a segnalarlo su un foglio di rapporto, insieme alle generalità della ragazza e il quantitativo esatto dell'equipaggiamento lasciato in custodia.
    Adesso, per Nakora, Kiri era aperta.
     
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    Missione in solitaria




    Era la prima volta che mi recavo a Kiri e, purtroppo, non era per motivi piacevoli.
    L'hokage mi aveva affidato una missione molto delicata: dovevo eliminare un certo Isaka, la sua famiglia aveva tradito Konoha ed era stata esiliata, dopo essersi trasferita a Kiri aveva continuato la vita malavitosa e lui, l'ultimo della sua stirpe, mirava a tornare a Konoha per riottenere il titolo criminale che gli spettava, una cosa che l'amministrazione non poteva permettere.
    Non volevo certo intrufolarmi nel villaggio come un criminale, avevo con me l'autorizzazione da parte dell'amministrazione per il soggiorno nel villaggio per il tempo necessario, speravo comunque di cavarmela nel minor tempo possibile.
    Giungi alle porte delle mura del villaggio e, con estrema calma, dissi:

    -Salve, sono Sho Saitama, chunin di Konoha, richiedo l'ingresso a Kiri per completare una missione accademica, ho con me i permessi necessari.-

    Attesi quindi una risposta dal guardiano.
     
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    Ingrato Lavoro, Parte II

    Missione Fuori Sede


    Solita giornata umida in quel di Kiri, con giusto un leggero e fioco sole autunnale che riscaldava la pelle, almeno quando riusciva a penetrare nella fitta nebbia della mattinata.
    E, come tutti i giorni, svolgevo il mio divertentissimo e mai banale servizio alle mura. Un toccasana per tutta la noia del mondo.
    Quel giorno però, invece che solo i soliti mercanti provenienti o diretti al porto, una nuova figura si affacciò al di sotto le mura del Villaggio.
    « Akira-sama, c'è un chunin di Konoha alle porte! Dice di dover svolgere una missione nel Villaggio! » Fu una delle tante guardie - di cui, ovviamente, non ricordavo minimamente il nome - a disturbare la mia quiete sulla sommità del cancello, mentre mi stavo riposando accarezzato dalla brezza del vento e baciato dal leggero calore del sole. « Auff! Che scocciature questi ninja della Foglia! Ma che vogliono?! » Sentenziai, mentre non davo cenno alcuno di volermi alzare dalla mia posizione plastica con la gamba destra piegata sulla sinistra. « Coff.. Coff... Akira-sama... » Sventolai la mano sinistra davanti al volto. « Si...Si. Sto andando. » E, con molto, molta, ma proprio molta calma, mi sarei alzato ed avrei incominciato a scendere in modo annoiato le mura tramite il controllo del chakra, muovendomi sulla parete verticale. Messo piede a terra avrei guardato dalla testa ai piedi il ninja di Konoha, vestito e armato di tutto punto, quasi come un vero guardiano, se non fosse per i poco credibili capelli spettinati color blu e bianco. « Quindi saresti te il ninja della Foglia? » Avrei esclamato, intervallando il discorso con un fragoroso sbadiglio. « Sono Akira Hozuki, il Guardiano di Kiri. » Purtroppo. « Che genere di missione ti porta fin qui? »
    Non che mi interessasse, ma era prassi.
     
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    L'onestà è la migliore delle decisioni (?)






    Il guardiano mi si presentò davanti dopo pochi attimi, il giovane dai capelli blu sembrava assonnato, quasi infastidito dal dover compiere quella mansione.
    Naturalmente chiese i motivi della mia missione, una domanda che mi aspettavo, ma quale risposta avrei dovuto dare? Il fatto che fossi lì per uccidere un suo concittadino, per quanto poco più che un criminale, non lo avrebbe certo entusiasmato. Magari avrei dovuto semplicemente mentire.

    "No, non pare un idea appropriata, sicuramente se do un qualsiasi altro motivo mi sarà sequestrato l'equipaggiamento, inoltre se dovessi essere visto ad uccidere Isaka sarei sicuramente stato condannato , per non parlare delle problematiche intervillaggio tra Kiri e Konoha che ne risulterebbero....no, non vale la pena rischiare."

    L'onestà pareva una decisione più ponderata, ma come avrei dovuto porre la faccenda per farmi accettare all'interno delle mura? Alla fine quello che facevo era semplicemente svolgere il mio lavoro, niente di più. La scelta delle parole doveva essere accurata, avrei dovuto usare tutta la diplomazia di cui disponevo, ma non sarebbe stato per niente facile.

    -Piacere Akira.-

    Cominciai.

    -Sono Sho Saitama, purtroppo i motivi che mi portano qui non sono dei migliori.-

    Estrassi dalla sacca che portavo con me i documenti dell'amministrazione che autorizzavano la mia missione assieme ai dati su Isaka e la sua famiglia e li porsi ad Akira in modo che potesse consultarli mentre io continuavo a parlare.

    -Come puoi vedere ho la missione di eliminare questo ninja, la sua famiglia è stata cacciata da Konoha per gravi crimini ed abbiamo scoperto che si è infiltrata a Kiri sotto mentite spoglie. Isaka , l'ultimo elemento della sua stirpe, sembra perpetuare la vita malavitosa caratteristica della sua famiglia ed avrebbe intenzione di ritornare al villaggio della foglia per riottenere il potere criminale che una volta aveva la sua famiglia in tale sede. Quelli che ti ho dato sono i fogli che provano le mie parole, sei libero di consultarli, so che non è un permesso facile quello che ti chiedo di concedermi, ma sono convinto che se contattassi l'amministrazione ti potrebbe confermare che è la scelta giusta.-

    Attesi dunque la risposta del guardiano.
     
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