La Mensa dell'Accademia

Luogo di ritrovo per Sensei e Allievi

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  1. Tokì
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    Accompagnato da un ululato che più si addiceva ad un orso che ad un ninja lo Yama diede l’impressione di fare uno sforzo veramente immane nello spostare l’avversario; ma alla fine ce l’aveva fatta. Aveva impattato contro qualcosa, qualcosa di approssimativamente duro –o così gli sembrava- ma che non poteva vedere in modo adeguato vista la posizione di sfavore in cui si trovava: se era sicuro di una cosa era che un uomo con la schiena spaccata non andava da nessuna parte. Ma a dirla tutta, quel tizio non era evidentemente uno studentello, e diede prova della sua esperienza nel reagire in modo tale da far vedere a Jyazu le stelle: principalmente ci fu la mazzata di stordimento, cioè il duplice colpo alle orecchie dell’otese, il quale pero poteva godere della protezione dell’orecchio destro, che spinto insieme alla spalla contro il corpo dell’avversario non poteva essere raggiunto, a differenza però il sinistro era bello in vista e venne colpito con abbastanza forza da fargli un male CANE, iniziò ad udire un fischio basso e fastidioso che dal fondo della sala sembrava elevarsi esclusivamente all’interno del proprio cranio. Insomma, un colpo improvviso che lo fece sollevare e arretrare di qualche centimetro l’otese: al seguito dello schiaffo però venne anche una possente ginocchiata sotto al costato, un colpo che lo Yama non si propose nemmeno di parare, e che a dirla tutta non vide nemmeno visto arrivare: difatti, quando la ginocchiata gli impattò con tutta la forza sotto al fianco sembrò sbandare di colpo, proprio come se un enorme camion l’avesse colpito in pieno: BRANG. Un passo di lato fuorisamente accompagnato da un ringhio di dolore, un ringhio che si propagò come un esplosione all’interno della mensa che oramai, volente o dolente aveva completamente catalizzato l’attenzione sulla scazzottata.

    Gli occhi dell’otese, come quelli di un animale ferito si puntarono verso la figura di Yoku, il quale avanti a lui poteva notare un filo di rabbia mista a quella luce di follia che non lasciava presagire nulla di buono: No. Non sarebbe andato al tappeto così facilmente, e fu appunto quando la gamba dell’avversario si distese vero l’otese che la prova della follia dello Yama intrise l’aria: spinse il corpo in avanti piegandolo per proteggere lo stomaco, stomaco che comunque venne marginalmente colpito dalla scarpata di Yoku poiché difeso delle mani dello Yama, il quale muovendole come due tenaglie aveva appunto cercato di afferrare il polpaccio ed il piede dell’avversario in una stretta incredibilmente salda: così, aveva cercato di bloccare la sua offensiva subendo in parte il potenziale del calcio ma cercando di crearsi una situazione di favore, E poi, in quell’esatto momento gli sembrò di veder avvicinare dall’altro lato un tipetto tutto pacifico con l’intenzione di mettere pace: brutta mossa. Cattivissima mossa. Pessima, direbbe qualcuno.

    Con un barlume di forza lo Yama strinse con maggior rabbia la presa intorno all'arto di Yoku e flettendo le gambe cercò di compiere una rotazione di tutto il proprio corpo sfruttando a propria volta l’avversario come “Clava” per colpire il tizio in avvicinamento: insomma, la gamba era il manico ed il corpo era appunto la mazza. Un colpo che lo Yama non sarebbe riuscito ad eseguire se non impastando una grossa quantità di chakra nella muscolatura superiore delle braccia, le quali avrebbero spinto con una forza piuttosto sostenuta il corpo dell’altro da sinistra verso destra, in un micidiale colpo che avrebbe visto come maggior vittima il povero elsamu.
    Se poi il colpo avesse avuto buon esito e Yoku si fosse schiantato contro il genin in avvicinamento allora lo Yama avrebbe lasciato la presa sfruttando la rotazione per lanciare via l’avversario.
     
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  2. elsamu
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    SI INIZIA BENE



    Ormai ero vicinissimo ai due ragazzi, ma del fatto di smetterla non c'era proprio nessuna intenzione.

    Il ragazzo alla mia destra riuscì a prendere la gamba dell'altro ragazzo e usarlo come clava per colpirmi.
    Il mio istinto "felino" mi fece piombare a terra, schivando per pochissimo l'avversario usato come clava. Ero stato sfiorato sui capelli, ma almeno avevo evitato il colpo e non sarei stato balzato distante, anche se avevo un fortissimo male al sedere. [Slot azione I]

    Senza rialzarmi, per evitare di essere colpito dal ragazzo usato come clava, mi rialzai, quasi in ginocchio, e mi lanciai a livello stomaco del ragazzo. [slot azione II]

    Difficilmente sarebbe riuscito a schivare il mio colpo, visto che aveva le mani impegnate a tenere la "clava" e ci saremmo ritrovati distesi a terra. Sicuramente il colpo subito avrebbe fatto mollare la presa dell'uomo clava che sarebbe finito in qualche altro tavolo li vicino.
    Se il mio avversario mi avesse visto in faccia in quel momento avrebbe notato che la mia faccia sembrava una faccia da indemionato.
    Odiavo vedere dei combattimenti inutili, e sopratutto non era giusto prendersela con una persona di grado inferiore, visto che era seduto nel tavolo degli studenti.

    L'hai finita di dar fastidio qui. Per quale motivo devi dar fastidio alle altre persone?

    Se il mio avversario avesse cercato di togliermi da sopra di lui avrei cercato velocemente di colpirlo con un pugno alla massima potenza per fargli capire che non stavo scherzando. [slot azione III]

    CITAZIONE

    Tabella riassuntiva



    Slot difesa I: /
    Slot difesa II: /
    Slot difesa III: /

    Slot azione I: caduta a terra battendo il sedere
    Slot azione II: lancio verso lo stomaco dell'avversario in piedi
    Slot azione II: pugno

    CITAZIONE
    Ho aspettato per un po il commento di Kalastor, ma non rispondeva più e penso che aspetasse il mio commento allora ho postato io :)
     
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  3. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~In giro per l'accademia - Un salto alla mensa~


    Atasuke aveva deciso di fare un giro quel giorno e dato che per troppo tempo era rimasto, giustamente, rintanato in casa, oggi si sentiva di uscire ad esplorare il mondo. Con disappunto scoprì che con il suo grado non poteva uscire liberamente da konoha, salvo che per andare all'accademia, o almeno quello che ne restava dopo le ultime guerre. Stringendosi tra le spalle e con una sorta di smorfia sul volto si incamminò quindi verso l'accademia nella speranza di fare delle conoscenze durante il suo viaggio.

    °Certo che è pallosa sta storia delle uscite dal villaggio limitate, così non si stimola affatto il turismo!°


    Scherzò fra se e se mentre raggiungeva l'edificio accademico. Li una volta si svolgevano i vari corsi genin. Bei tempi quelli in cui il corso era veramente un corso e non ti spedivano di quà e di la in cacce assurde infilandoti in situazioni astruse. Fece per addentrarsi nell'edificio quando notò, o meglio, il suo stomaco brontolante gli fece notare che era ora di pranzo.

    °Bene, speriamo che la mensa sia aperta oggi, o almeno che sia ancora intera°


    Si inoltrò con attenzione nell'edificio concentrandosi alla ricerca di un profumo di cibo o più semplicemente di una porta con su scritto "mensa". La sua ricerca fù abbastanza breve e il che gli permise di studiarsi cosa offriva il menù con un po più di calma. Ordinò quindi una ciotola di spaghetti una bottiglietta d'acqua e si diresse ad un tavolo libero. Notò che quasi tutti i tavoli erano liberi e che in giro erano presenti un sacco di sedie e tavoli rotti come se da poco ci fossero state delle lotte in quella stanza. Era palese che non erano danni provocati da una guerra come quelli esterni dell'edificio, tuttavia quell'ambiente non lo rassicurava affatto.

    °Proprio figo, vengo in accademia per vedere qualcosa di nuovo e mi ritrovo in un edificio ancora più fatiscente di come era casa mia, e fortuna che volevo vedere qualcosa di nuovo! Anche se visto lo stato delle cose di questo passo non sarà difficile vedere una bella rissa ed in effetti... una rissa sarebbe qualcosa di nuovo!°


    Scherzò fra se e se mentre attendeva il suo pasto mettendosi comodo sulla sedia dalla quale poteva tenere sotto controllo l'entrata della mensa. Non che cercasse qualcuno o volesse fissare chiunque entrasse, ma non era una cattiva idea controllare che non entrassero teppisti come quelli che avevano fatto casini nei giorni precedenti.
     
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  4. Grey Knight
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    Un salto alla mensa



    <<parlato>>
    -pensato-
    <<parlato altri>>


    Quella mattina non avevo voglia di mangiare a casa, sopratutto non avevo voglia di beccarmi la solita ramanzina dal vecchio sul dolore che gli avevo inflitto iscrivendomi all'accademia, perciò decisi di mangiare a mensa.
    l'edificio era fatiscente, i segni delle precedenti guerre sfregiavano le pareti come cicatrici su un guerriero, vagai per i corridoi in cerca della mensa, leggendo tutti i cartelli ma il mio olfatto fu più veloce della vista, l'odore inconfondibile di cibo mi attrasse come il canto di una sirena.
    Seguii l'odore fino alla porta che dava sulla sala da pranzo, la spalancai ed entrai nell'immenso e semideserto spazio della mensa, ovunque vi erano tavoli e sedie rotte, quel locale non era certo famoso per la sua tranquillità, sicuramente era appena finita la solita rissa.
    Mi avvicinai alla zona di distribuzione, presi un vassoio e guardai cosa offriva il menù quel giorno.
    CITAZIONE

    Menù


    Soba
    Ramen
    Zuppa di miso e tofu
    Pollo teriyaki
    Tempura mista
    Spiedini di carne
    Sushi misto
    Insalata di germogli
    Insalata di carote e rafano
    Mitarashi Dango
    Macedonia con gelato al macha


    Optai per la zuppa e il pollo con contorno l'insalata di carote e rafano e per finire la macedonia, tutto accompagnato con una bottiglia di acqua.
    Una volta riempito il vassoio ringraziai cortesemente l'inserviente e mi girai verso i tavoli, erano tutti vuoti tranne uno, li uno studente stava consumando il suo pranzo in santa pace e io decisi di andare a scomodarlo, non me la sentivo di stare da solo, anche se ero in procinto di diventare ninja non volevo che si potesse dire che fossi una spia o un ladro, visto il famoso detto.
    Mi avvicinai allo sventurato chiedendo <<scusa, posso?>> e senza aspettare la sua risposta mi sedetti e aggiunsi <<mi chiamo Daisetsu, vengo da kiri, piacere di conoscerti, tu sei?>>
     
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  5. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~In giro per l'accademia - Pasto con contorno di Kakita~


    Atasuke aveva ormai iniziato a mangiare tranquillamente i suoi spaghetti qundo ad un tratto un tizio attirò la sua attenzione. Era un giovane che lesse con attenzione il menù prima di ordinare e che osservò anche con attenzione la stanza.

    °Interessante tipo, probabilmente o è la prima volta che viene qui o è un tizio molto guardingo, oppure ha qualcosa da nascondere°


    Riflettè buttando ogni tanto un'occhiata per osservare lo sconosciuto. Passò giusto il tempo per prendere l'ordinazione ed ecco che giungeva dritto filato verso il suo tavolo.

    "scusa, posso? ... mi chiamo Daisetsu, vengo da kiri, piacere di conoscerti, tu sei? "


    Disse sedendosi senza neppure aspettare un diniego o un approvazione da Atasuke. Di certo quello non era uno dei modi migliori per approcciare una persona, e se quello era il metodo più consono ed utilizzato da quelle parti non era difficile immaginare come partissero le risse da quelle parti.

    °Proprio un gentiluomo, uno di quelli che ti fa quasi venire voglia di sgozzarli di mattina presto°


    Scherzò fra se nacondendo tuttavia le sue opinioni e le sue espressioni e sfoderando il suo sorriso migliore.

    «Beh, se anche non ti avessi voluto qui, oramai temo sia tardi e alquanto scortese cacciarti... Tuttavia, visto che è scortese non presentarsi, io sono Atasuke Uchiha di Konoha»


    Bevve un sorso d'acqua per spezzare il filo del discorso con una rapida pausa per poi proseguire facendo a sua volta qualche domanda a Daisetsu.

    «Come mai da queste parti? Anche tu sei uno studente in attesa dell'esame Genin?»


    Sapeva benissimo che quella frase era estremamente banale e che non avrebbe probabilmente portato a nulla di che, ma era altresì ben conscio del fatto che dopo una presentazione tale non era buon costume iniziando a raccontare di se stessi prima di fare domande ed allo stesso modo non poteva di certo permettersi una domanda mirata e dall'alto potenziale informativo.
    Era interessato a quel ragazzo, anche se quella sorta di invasione del suo pasto in solitudine era certo un ottimo modo per farsi odiare, ma poco importava, ormai Atasuke aveva imparato a sopportare le intrusioni e le situazioni più assurde per conoscere gente, dall'essere fissato a lungo all'andare a caccia di cucine per un pazzo...

     
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  6. Core_
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    L'accademia



    Mensa dell'Accademia - 12.30


    Finalmente mi lasciavo alle spalle quel malefico deserto. Non ne potevo più del sole e del caldo, volevo tornare in un paese civile. Ma soprattutto, non ne potevo più del vecchiaccio tiranneggiante che mi stava rovinando l'esistenza. Negli ultimi tempi stava addirittura peggiorando. Però avevo intuito che qualcosa stava cambiando e, per la prima volta in cinque anni, abbi il permesso di lasciare il deserto. Meta: l'Accademia.

    Subito l'edificio mi deluse un po'. Nonostante la sua fama, più che una struttura imponente sembrava una delle vecchie case nobili di Suna: bella forse un tempo, ora devastata. Nel complesso, non un bello spettacolo. Non essendo abituato a viaggiare a quell'orario, visto che nel deserto a mezzogiorno non sin poteva fare altro che dormire, decisi per prima cosa di rifocillarmi.
    Mentre mi dirigevo verso la mensa, ripensai alle parole di Gatsu. Dovevo andare all'Accademia per "fare un sopralluogo e indagare sui soggetti con cui avrai a che fare a breve". Probabilmente qualcuno avrebbe riso a quelle parole, ma il vecchiaccio riusciva a trasformare qualunque cosa in un incarico. E le punizioni per non averlo portato a termine non erano mai piacevoli. Rinunciando a un pasto in santa pace, mi misi a pensare a che genere di storie potevo propinargli su quel viaggio.
    Arrivato alla porta un po' sghemba tirai un sospiro ed entrai. L'interno era, se possibile, peggio dell'esterno. Una buona parte della mobilia era devastata da quelli che sembravano segni di rissa, e chissà cos'altro. Facendo finta di niente, mi diressi al bancone e chiesi gentilmente del riso e dell'acqua, poi andai a sedermi. C'era pochissima gente e optai per un tavolo vuoto, leggermente in disparte.

     
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  7. Grey Knight
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    A quanto pareva il mio comportamento aveva infastidito non poco il ragazzo, in effetti avrebbe infastidito chiunque essere interrotto durante il pasto da un rompicoglioni.
    Atasuke, così diceva il ragazzo di chiamarsi, era della famosa famiglia Uchiha di Konoha perciò era meglio non infastidirlo troppo, conoscevo delle storie sulla forza di quel clan e anche sulla loro irascibilità e non volevo far partire una rissa, non sarebbe stato conveniente, almeno fino alla fine dell'esame genin.
    <<mi scuso per la mia scortesia, ma è la prima volta che vengo qui ed ero un po emozionato>> dissi per scusarmi <<per farmi perdonare prendi pure qualcosa dal mio pranzo se vuoi, o ti offro un dolce visto che non l'hai preso>> -meglio tenere un profilo basso, almeno fino a quando non capisco se è a posto o meno- gli elargii un sorriso amichevole.
    Atasuke mi chiese se ero in attesa di iniziare l'esame genin, un modo come un' altro di rompere il ghiaccio, anche se sapeva già la risposta.
    <<esatto, spero inizi presto>> dissi mentre mangiavo la zuppa <<anche tu vero? In che team sei?>>
     
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  8. Asgharel
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    ~In giro per l'accademia - Scambio di informazioni~


    L'invadente compagno di pasto si scusò non appena udì le parole del giovane Uchiha, forse resosi conto della sua scortesia, forse spaventato dalla fama del clan degli Uchiha.

    °Beh, almeno ha un minimo senso della decenza in fondo, magari è solo un po stanco e ha agito senza pensare, comunque non pare proprio un teppista°


    Pensò ritenendo il tono del suo "compagno" di tavolo veritiero.

    «Comunque no grazie, oggi non ho troppa voglia di dolci, magari la prossima volta»


    Gli rispose aggiungendo con appena un filo di voce che sgusciava tra i suoi denti con un tono talmente basso che faticò a sentirsi lui stesso.

    «Sempre se ci sarà una prossima volta»


    Continuò poi il discorso asserendo che anch'egli era in atetsa di esame per passare al grado di genin e gli chiese curiosamente in che team fosse Atasuke. In effetti non ne era certo neppure lui, dacchè quello con cui ebbe a che fare non fù propriamente un team quanto un ammasso di persone lanciate in una folle missione con cui avevano ben poco a che fare.

    °In che team ero? Diciamo piuttosto in che gabbia di matti ero finito! Dannazione, speravo quasi di poter dimenticare quella razza di missione in cui ero finito, ma a quanto pare sembra che la cosa interessi a molti... Sono condannato a non scordare... Dannazione!°

    «Beh, io ero nel team 9, anche se ora siamo tornati dalla "missione" e siamo in attesa di test, o perlomeno so per certo che darò l'esame in questa sessione, ma non ne ho idea per quanto riguarda gli altri, ma se non ti spiace preferirei non parlare di questo argomento, piuttosto... Tu non mi hai detto il tuo cognome... Appartieni a qualche clan interessante di kiri? Sei forse un kakita?»


    Chiese gentilmente nascondendo abilmente quell'alone seccato che ancora stava aleggiando su di lui ma che comunque non ne dominava le azioni. Chiese dei kakita notando la grossa spada che il giovane Daisetsu si portava appresso, arma che lasciava ben intendere delle caratteristiche da spadaccino e nei suoi ricordi c'erano solo due clan di spadaccini ed in quel momento il clan kakita sembrava essere il miglior candidato da affibbiare a quello strano individuo.
     
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  9. Grey Knight
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    A quanto pare le scuse avevano raggiunto il loro scopo, l'Uchiha si era calmato subito rifiutando però l'offerta di cibo, cosa che non mi piacque molto.
    Dopo aver rifiutato con fare cortese, il volto del ragazzo si contrasse quasi impercettibilmente in una smorfia di velato disprezzo, mormorando qualcosa che non mi riuscì di udire, una sensazione sgradevole mi pervase, facendomi raggelare le ossa <<p-peccato, la mensa è famosa per i suoi dango>> risposi mentre una fredda goccia di sudore mi attraversava la schiena, stavo iniziando a pentirmi di averci attaccato bottone e ciò era in qualche modo positivo.
    Alla domanda su a quale team appartenesse Atasuke rispose quello che speravo, non era affatto contento del dei propri compagni ergo era libero e ben disposto a formare un gruppo.
    Sapevo che sarebbe stata dura ma non così dura.
    D'improvviso il ragazzo mi mostrò un sorriso chiedendomi quale fosse il mio cognome, menzionando il clan kakita, probabilmente per via del pesante dadao che portavo sul fianco destro, un'arma poco usuale per uno shinobi <<esatto, sono un kakita da ormai sei lunghi anni. Sai, sono un orfano di guerra adottato dal fabbro del mio villaggio, mi ha trovato che vagabondavo per il mio paese natio, quello del ferro, mentre stava andando ad acquistare metalli rari per katane>>
    Per quanto a molti orfani dia fastidio parlare di ciò, io non me n'ero mai vergognato e non avevo mai fatto segreto di ciò, quello che avevo da nascondere era molto peggio.
    Di colpo riaffiorarono alla mia mente le immagini che avevo sempre cercato di costringere in un angolo della mia memoria, una figura nell'ombra, occhi rossi come il sangue e poi io, le mani rosse come quegli occhi, il tanto in mano, un letto, due persone sopra di esso con la gola tagliata, un urlo.
    Un' altra goccia di sudore gelido attraversò la mia schiena -Devo rimanere calmo, non farti prendere dal panico Daisetsu!- iniziai con finta disinvoltura a mangiare il pollo.
    Decisi di fare un'altra domanda per rompere la tensione <<sembri forte, ai già fatto qualche scontro?>>

    Edited by Grey Knight - 19/8/2011, 21:11
     
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  10. Asgharel
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    °Pensato°
    «Parlato»
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    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~In giro per l'accademia - Paura e rabbia~


    L'invadente compagno di pasto poco alla volta sembrava speventato da Atasuke o perlomeno dimostrava una sorta di vaga soggezione dovuta forse alle sue parole o ad un indole aggressiva legara al suo cognome. Poco male, in fondo gli sarebbe potuta servire come lezione in modo da non intromettersi più nel pasto di uno sconosciuto.
    Gli raccontò in breve la sua storia eludendo un sacco di particolari ma confermandogli il fatto che fosse un kakita o che perlomeno ora portava quel cognome.

    °Bene, allora sei proprio un kakita, interessante, mi sono sempre chiesto cosa sapessero fare i kakita, ma credo che non sia questo il momento per testare le tue capacità, oltre al fatto che voglio mangiare pranzo prima di andare in giro in cerca di informazioni sull'esame°


    Pensò mentre il suo compagno di tavolo iniziama ad addentare il pollo con una alquanto mal celata finta disinvoltura. Ormai nella mente di Atasuke era chiaro che il tizio che si trovava davanti stava come cercando di nascondere qualcosa o perlomeno stava temendo qualcosa, ma il chi ed il perchè erano più ardui da dedurre e sapeva bene che non era ancora giunto il momento.
    Poco dopo il kakita proruppe con un altra domanda, forse per rompere ancora un po il ghiaccio, forse per estrapolare informazioni da Atasuke.

    °Ma che ti frega sapere se ho già combattuto? Evidentemente hai questo strano atteggiamento timoroso perchè hai pqura di qualche mia capacità, probabilmente sai qualcosa che io non so, oppure pensi di sapere qualcosa che evidentemente io non so...°

    «In verità si... è per questo che ora sono qui davanti a te, se non avessi combattuto a quest'ora starei a marcire al sole da qualche parte nella foresta come il resto del mio villaggio...»


    Disse la verità aumentando il volume della sua voce con l'aumentare della rabbia nelle sue parole accennando ad una piccola parte del proprio passato, iniziando ad osservare il suo commensale con uno sguardo rabbioso e pieno di dolore senza neppure rendersene conto. Quei ricordi, scatenati da quella domanda forse mal posta, forse posta solo nel momento sbagliato, portarono Atasuke ad una reazione esagerata, forse anche violenta nella sua natura che sfociò poi in una ripresa di controllo triste e malinconica.
    Guardò il soffitto, o almeno li puntavano gli occhi quando si lasciò cadere la testa all'indietro appoggiandosi mollemente allo schienale della sedia.

    «È per questo che sono qui... ed è per questo che non potrò darmi pace finchè non avrò trovato una risposta, ma non è ua discussione piacevole da fare... soprattutto a tavola»


    Tagliò corto rimettendosi in una posizione più consona per proseguire il pasto rapidamente in modo da mettere termine a quella specie di pasto in compagnia forzata.

    °Spero non si offenda, ma è meglio se tagliamo corto con questa specie di pasto, non voglio rischiare di avere problemi qui, ma soprattutto non voglio rischiare di perdere il controllo a causa di qualche maledetto ricordo che non dovrebbe esistere°

    «Scusa per la mia reazione... Ma diciamo che non hai toccato un bell'argomento... Comunque mi hai detto che sei di kiri... Ti va di raccontarmi qualcosa del tuo villaggio? Sono sempre stato curioso di sapere qualcosa sul villaggio della nebbia in mezzo al mare»


    Chiese gentilmente nascondendo i suoi veri sentimenti dietro ad un profondo sorriso. Poco alla volta si stava allenando a nascondere ciò che realmente provava e si stava dando all'arte interpretativa, capacità molto utile per uno shinobi, soprattutto in missioni dove si richiedeva l'infiltrazione o più semplicemente l'investigazione.
     
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  11. Grey Knight
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    A volte si può porre una domanda in modo sbagliato o nel momento sbagliato, questo lo sapevo bene, ma non pensavo di aver commesso quell'errore proprio in quell'istante.
    L'Uchiha ebbe un impeto di rabbia, la faccia era rossa di furore, gli occhi sembravano quasi omicidi... per la terza volta in pochi minuti sentii una goccia di sudore attraversarmi la schiena -Questo tipo è davvero inquietante, peccato non riuscirò a conoscere le sue doti, per ora-.
    Di colpo , come era scattato, si era lasciato andare sulla sedia con la testa appoggiata allo schienale, come se avesse perso ogni spirito combattivo «Scusa per la mia reazione... Ma diciamo che non hai toccato un bell'argomento... Comunque mi hai detto che sei di kiri... Ti va di raccontarmi qualcosa del tuo villaggio? Sono sempre stato curioso di sapere qualcosa sul villaggio della nebbia in mezzo al mare»
    probabilmente stava cercando di mascherare la propria rabbia repressa ma penso fosse un principiante, visto che me ne accorsi subito <<tranquillo! Non c'è bisogno di scaldarsi>> dissi sorridendo benevolmente <<cercherò di non ricapitare in questo argomento in futuro>> feci una breve pausa per finire il pollo, lasciato a metà per via della sfuriata di Atasuke, buttai giù un sorso d'acqua
    <<aaaaaah, ci voleva! Tornando a noi, Kiri è un villaggio incantevole anche se non può essere considerato un luogo adatto alla villeggiatura, il cielo è raramente sereno e le temperature sono perfette solo per noi abitanti, in confronto a Konoha, a Kiri è sempre inverno. Uno dei migliori pregi dell'isola è la produzione di ottima birra e sakè, quando ti capiterà di passare da Kiri sarò lieto di offrirti qualche nostra specialità>>
    La cosa non poteva essere più vera, in otto anni che aveva abitato a Kiri, le belle giornate poteva contarle sulle dita delle mani.
    <<a Konoha immagino il clima sia più mite, ho sentito che in primavera sia splendida! Un giorno o l'altro verrò a farci un giro.>>
    Purtroppo il discorso aveva preso una piega diversa da quella che mi aspettavo
    -Non posso uscirmene ora chiedendogli di formare un team, verrei preso a pesci in faccia-
    dovevo trovare una soluzione efficace e il più rapida possibile, ormai avevo finito il secondo e lui aveva quasi finito il suo ramen, il tempo stringeva
    -Meglio evitare per ora di investigare ulteriormente su di lui e sul suo passato o potrebbe finire male, MOLTO male. Penso sospetti già qualcosa ma credo stia travisando le mie intenzioni-
    <<se vuoi possiamo organizzare un giro per Kiri appena sei libero, ti farei volentieri da guida, tanto ormai sono un esperto in questo>>
    dissi riferendomi al giro turistico fatto con Seishiro poco tempo prima.
    <<che ne pensi?>>
     
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  12. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~In giro per l'accademia - Domande dirette~


    Il pasto stava ormai andando a terminare e il kiriano continuava a mostrarsi amichevole verso Atasuke, lasciando quasi intendere che fosse interessato a qualcosa. Raccontò di kiri e della sua nebbia e del maltempo che pareva regnare incontrastato quasi 365 giorni l'anno lasciando appena il beltempo limitato ai giorni aggiunti negli anni bisestili. Venne poi interrogato sul clima di konoha in primavera e con tutta tranquillità Atasuke rispose con quel poco che sapeva.

    °Merda, proprio della primavera dovevi chiedere? A questo punto temo che dovrò fargli sapere anche che non sono originario di konoha, va beh... tanto probabilmente non mi toccherà quasi più rivederlo dopo oggi°

    «In verità non so di preciso come sia Konoha in primavera, anche io ho sentito dire che sia splendida per i suoi fiori e per gli alberi in fiore, tuttavia non me la sono ancora potuta godere appieno a causa di impegni fuori dal villaggio»


    Eluse il punto della sua vita legato ai suoi passati 18 anni fuori dal villaggio, rimanendo tuttavia sicuro di se e senza alsciare alito a optenziali dubbi senza lasciare poi eventuali ed equivoci tempi morti che potessero far pensare ad un: "cavolo non so cosa dire per finire questa balla".
    Proseguì poi con una proposta di visita guidata a kiri nonappena Atasuke fosse andato a visitare il villaggio, ma in quel momento e a causa dell'attrito che ancora c'era tra i due, lui non ne era dello stesso avviso.

    °Sinceramente... che cosa vuoi da me? Ma come ti salta in mente? Prima vieni a rompermi mentre sto mangiando tranquillamente pranzo, mi porti alla mente pessimi ricordi e poi mi chiedi se voglio averti come guida per visitare un villaggio che esponi come l'ultimo buco del fondoschiena con il leggero pregio di avere il mare?°

    «In verità non credo che andrò a kiri per un bel pò. Soprattutto se effettivaemnte c'è un tempo così malevolo... Tuttavia se passerò da quelle parti, ti terrò da conto come guida»


    In fondo non stava mentendo, però aveva omesso il fatto che per quel momento era l'ultimo della lista tra le persone tenute in considerazione per il giro turistico. Dopo quella risposta calò quindi il silenzio ed Atasuke si sbrigò a finire la sua ciotola di ramen. Prese poi ancora un ultimo sorso d'acqua dalla bottiglietta ed infine alzandosi chiese direttamente al kiriano:

    «Dimmi la verità... Che cosa vuoi tu da me? Mi pare chiaro che vuoi qualcosa, altrimenti una normale persona a quest'ora se ne sarebbe andata già da tempo o per paura o per buon senso o anche solo per educazione... Non sei qui per una rissa, altrimenti con il mio comportamento volutamente scortese avresti già attaccato, quindi cosa vuoi da me?»


    Stette a fissarlo a lungo negli occhi dall'alto al basso in attesa di una risposta. Il suo sguardo era serio e diretto e non lasciava scampo a dubbi. Voleva sapere e non si sarebbe schiodato di li senza una risposta.

    °E ora vediamo che ti inventi, Kiriano, spero solo che tu non voglia cercare di fregarmi raccontando una balla°


    Pensava mentre continuava a sostenere quello sguardo inquisitorio...
     
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  13. Grey Knight
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    A quanto pare l'Uchiha non aveva intenzione di passare da Kiri nonostante il morboso interesse mostrato appena qualche minuto prima
    -Ok, ho già capito, continui a essere parecchio irritato eh? Neanche scusarsi ha placato il tuo fottuto animo surriscaldato, che seccatura dovresti imparare un po di buone maniere-
    pensai tra me e me nel breve silenzio che servì al mio scorbutico commensale di finire frettolosamente la sua ciotola di ramen, probabilmente voleva andarsene il prima possibile.
    Di colpo il ragazzo di Konoha si alzò di scatto
    «Dimmi la verità... Che cosa vuoi tu da me? Mi pare chiaro che vuoi qualcosa, altrimenti una normale persona a quest'ora se ne sarebbe andata già da tempo o per paura o per buon senso o anche solo per educazione... Non sei qui per una rissa, altrimenti con il mio comportamento volutamente scortese avresti già attaccato, quindi cosa vuoi da me?»
    Preso alla sprovvista, mi ci volle un momento per capire cosa stesse succedendo.
    Quando tutti i pensieri e i dati si ordinarono nel modo giusto mi spinsi indietro con la sedia e accavallai le gambe in modo da stare più comodo e dissi con fare quasi scherzoso
    << OK,OK, mi hai beccato!>>
    dicendo la frase alzai le mani in alto all'altezza della testa
    <<in effetti mi sono seduto qui per un preciso motivo, ma non quello che tu stai pensando>>
    abbassai le braccia
    <<voglio creare un Team, anzi, IL Team>>
    accompagnai l'ultima parte con un ampio gesto della mano per enfatizzarla
    <<e' Mia precisa intenzione riunire i più promettenti studenti di quest'anno per creare una super formazione, imbattibile, insuperabile, capace di ogni cosa!>>
    il mio tono di voce era aumentato per dare ancora più enfasi al discorso, aggiunsi in tono dispiaciuto
    <<mi sembravi forte, perfetto per il team, peccato che tu non sia sicuramente interessato a entrare in un team dove ci sia anche un rovina pranzi, in effetti penso che potrei chiedere a qualcun' altro, magari qualcuno più qualificato>>
    la frecciata era volutamente velenosa, avevo sentito che gli Uchiha di Konoha erano orgogliosi, così avrei scoperto se era vero e avrei magari potuto stuzzicare il suo interesse.
    Mi alzai dalla sedia, ormai avevo finito anche io di mangiare, e andai a porgere il vassoio all'addetto alla distribuzione
    <<ora penso che toglierò il disturbo, così potrai continuare la tua giornata senza seccature, arrivederci Atasuke-kun>>
    ed iniziai ad incamminarmi verso l'uscita rivolgendo un sorriso particolarmente cortese al giovane.
     
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  14. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~In giro per l'accademia - Fine?~


    Atasuke lo aveva alla fine colto di sorpresa, prova ne fù la "breve" attesa di una risposta da parte del Kiriano. Effettivamente voleva qaulcosa da lui, come sospettava, tuttavia per come erano andate le cose fino a quel momento, quella era proprio l'ultima delle cose che si potesse aspettare.

    °Un team? Anzi... Il team? Composto da studenti? Ma che diavolo si è fumato questo tizio? Non è che con un gesto enfatizzante la cosa acquista più senso! E soprattutto non contarci di istigarmi semplicemente lasciandomi intendere che cerchi qualcuno migliore di me, mi spiace, ma non attacca°

    «Un team? E sarebbe così che cerchi di reclutare gente? Lasciatelo dire... Usi proprio il metodo peggiore possibile...»


    Disse con tono sbeffeggiatorio.
    Senza dare poi il tempo di rispondere, Atasuke proseguì.

    «Sinceramente per ora non sono affatto interessato a far parte di una squadra, tanto più che per ora quelli che avrei dovuto chiamare compagni erano letteralmente dei pessimi elementi, quindi prima di fare parte di un team preferirei scegliere con attenzione i miei compagni... e si, in effetti per ora tu non mi sembri affatto un buon elemento da tenere in squadra, sinceramente mi hai dato una pessima impressione, soprattutto per il modo in cui mi hai avvicinato, se poi dopo la nostra "chiaccherata" non mi ritieni sufficentemente abile, fa pure, non mi interessa»


    Nessuna menzogna, nessun sotterfugio. Quello che aveva detto lo pensava in pieno e nella condizione attuale non aveva alcuna intenzione di unirsi con un kiriano che invadeva un pasto altrui portandogli alla mente brutti ricordi, salvo non fosse stato costretto.

    «Comunque addio Daisetsu, e vedi di modificare il tuo stile di reclutamento, o credimi... Non recluterai nessuno, stanne certo!»


    Se ne andò quindi in giro per l'accademia dando vistosamente le spalle al kakita alzando appena la mano destra di poco oltre la spalla in segno di saluto. Aveva rinunciato ad un interessante offerta, ma per quel momento sentiva di dover ancora lavorare in solitaria, anzi, era tornato a voler lavorare in solitaria, ma soprattutto non aveva intenzione di entrare in team con quell'elemento, o perlomeno in quel momento...
     
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  15. newlord
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    [Campo addestramento]

    °Pugno, pugno, calcio...Pugno, pugno, calcio...


    Effettuai un salto all'indietro rispetto a uno dei comunissimi manichini usati per gli allenamenti all'accademia, per poi continuare con uno scatto e concludere il tutto.

    -Note del dolore: Do Re!-


    Il manichino colpito ad altezza petto venne scaraventato per nove metri, spezzando la base in legno.

    -Alla fine dovevo aumentare un pò di più la velocità, ma tutto sommato è stata buona come mossa-

    Ormai era già da un paio d'ore che mi stavo allenando ed decisi di approfittare dell'ora di pranzo per prendere una pausa.
    Eh già, l'ultima missione mi aveva fatto aprire un pò di più gli occhi sul mio mestiere: non era stato affatto piacevole essere abbrustolito da una katon, quindi dovevo allenarmi, allenarmi e ancora allenarmi.


    [Mensa dell'accademia]

    °Guarda quanta gente

    La mensa era popolata da molte persone o meglio shinobi di tutti e quanti i gradi e provenienze.
    Molti presenti erano studentelli alle prime armi, lì per seguire i corsi, o come me per allenarsi.

    Presa la sbobba del giorno, mi accomodai ad uno dei tavoli e mi sedetti con molta tranquillità avvolto nei miei pensieri.

    La prima cucchiaiata si stava per avvicinare alla mia bocca, quando qualcosa di molliccio e viscido, mi colpìì dietro alla testa.
    Toccai i capelli impregnati di quella roba disgustosa: era una parte della sbossa servita dalla cucina.

    °Bleah...ma che combinano?

    Feci finta di niente...

    <splot>

    °Ancora? Ora basta...


    Mi voltai con un'aria piuttosto seccata.
    Notai dietro di me tre ragazzini, non avevano alcun coprifronte, quindi conclusi fossero semplici studenti.


    350pxfeelin27luckypunk



    -Ehi voi, che diavolo fate?-

    E i tre continuarono tra loro

    -Hai visto Shinji? Colpito in pieno due volte! E tu Kobo? Con quello stupido cappello hai visto o no?-

    -Hihi! Brava Akemi!-

    -Non è stupido e comunque ho visto-

    °Grrr ma che vogliono?

    -Che volete? cercate rogne?-

    Shinji si alzò

    -Certo che no idiota! Io Shinji Inuzuka e i miei compagni del clan Akimichi e Yamanaka vogliamo solo sconfiggere voi feccia del suono. I nukenin del vostro villaggio hanno eliminato i miei genitori in una missione quando ero ancora piccolo e da allora provo un odio profondo per voi miserabili.
    Quindi inizieremo a sconfiggervi senza sosta dandovi una bella lezione! Maledettiiiii!-


    Probabilmente quello era il capogruppo dei tre, quindi mi rivolsi direttamente a lui.

    -Senti amico mi dispiace per i tuoi genitori ma ci sono otesi e otesi: non puoi prendertela con tutti quelli che incontri, se vuoi davvero vendicarti fa pure, io di certo non ti fermo, ma non seccarmi.
    Piuttosto allenati per cercare gli assassini dei tuoi, così faresti un favore anche all'amministrazione e al popolo Otese-


    °Con tutta la gente che c'era proprio a me doveva rompere?

    Nonostante pensassi che il mio intervento gli avesse fatto cambiare idea, il tappo Inuzuka riprese più infuriato di prima.

    -MA ALLORA NON MI ASCOLTI! TU SARAI IL PRIMO A CUI DAREMO UNA BELLA LEZIONE!
    Ragazzi facciamoci sotto-


    I ragazzi si alzarono tutti e tre insieme pronti ad attaccarmi.

    Onestamente anche se solo studenti, tre contro uno la vedevo piuttosto dura.
    Speravo allora che qualcuno mi aiutasse a tirarmi fuori da quella seccatura.
    Guai, invece se altri si fossero uniti al trio della Foglia.
     
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