I Nuovi Guardiani

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    Cerimonia per assegnare i seals

    Palazzo del Suono



    Era un dato di fatto: Ryukage aveva perso le tracce di Yashimata.
    Shinodari aveva avvisato le sentinelle ai gate...
    Messo in allerta le squadre interne alle mura...
    Odiava ammetterlo, ma poteva solo aspettare ora.
    Tra l’altro non era stato esattamente saggio lasciare Yami e Shiltar nello stesso posto anche si fosse trattato solo di una manciata di secondi.
    Ritornare sui suoi passi, però, era come ammettere la sconfitta ed evidenziare ai suoi illustri ospiti che la sicurezza di Oto aveva qualche lacuna.
    Sospirò.
    Si sarebbe inventata una storia strada facendo.

    Per poco non ci finì dentro.
    A pochi passi da lei si era materializzato un vortice oscuro, una sorta di portale.
    Per un istante pensò ad un trucchetto del Kiriano, mettendosi in posizione di guardia.
    Naturalmente quando fece la sua comparsa il Kokage, l’espressione della ragazza mutò in puro stupore.
    Espressione che venne cancellata immediatamente dal suo viso, mentre rivolgeva un inchino formale al capo villaggio, che in apparenza sembrava un ragazzo come lei.



    Tempo dopo...



    Era stata un’esperienza strana viaggiare attraverso quei vortici di essenza oscura.
    Non spiacevole però, più che altro interessante.
    Erano in una sala all’interno del Palazzo del Suono.
    Tre guardiani per quattro gate, fino a quando anche l’ultimo aspirante non avrebbe ricevuto l’invito dal Nidaime a raggiungerlo.
    Yami Kabane, Kodachi Yamagata, Aloysius Diogenes Mikawa...
    Per loro tre era arrivato il momento di ricevere l’agognato seal per il quale avevano messo in gioco le loro vite.
    Shinodari era l’unica testimone, in quanto amministratrice del villaggio.

    Provò una sensazione di deja-vu.
    Alla fine il tempo passa, ma la vita si chiude ogni volta a cerchio...
    Poteva solo sperare che i nuovi guardiani mantenessero fede al loro ruolo.
    Non desiderava che i gate si tingessero del loro sangue, se mai avessero preso la strada del tradimento.


    Edited by Shinodari Jaku Kazekumo - 6/4/2010, 18:27
     
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  2. Yami Kaguya
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    Fu un viaggio strano. Sentirsi la terra mancare da sotto i piedi, e subito dopo tornare su base solida, come se avessi appena spiccato un saltello sul posto. Portai istintivamente un piede lievemente all'indietro per sopportare quello che a grandi linee si poteva chiamare atterraggio.
    Mi guardai quindi intorno, mentre la pupilla si restringeva per effetto del buio presente. Unica illuminazione le fiaccole, sebbene sempre insufficienti a fornirne una sufficientemente potente da illuminare bene il luogo. D'altronde era lo stile di Niidiame, e non avevo dubbi a credere che probabilmente il buio fosse più utile a lui che ai suoi avversari.
    La sala comunque era ampia, il che dava un senso di importanza a quelo che era un evento. Finalmente i gate avrebbero avuto dei nuovi guardiani a difenderli. Ce l'avevo fatta, nonostante tutto. Anche se un problema rimaneva. Mi voltai verso Aloisyus, poi di nuovo nel buio a cercare il Niidaime. Aveva parlato di 3 cancelli, quindi era presumibile che quello di Akashi avrebbe comuque avuto un padrone. Ma chi, fra me e il Mikawa? Chi si sarebbe legato al gatto demoniaco, e chi al lupo divino?
    Domanda che forse, avrebbe atteso la comparsa del Kokage per avere risposta. Da parte mia, non diedi voce alla questione per il momento. Anche perchè un nuovo varco si aprì, e vidi una figura dai capelli bianchi uscirne.
    Probabilmente, fu la prima volta che ringraziai il Niidaime con tutto il cuore. Sorrisi vedendola, spostandomi verso di lei. Per un momento, solo per un momento, mi disinteressai al resto del mondo. Fissai i suoi occhi il tempo di avvicinarmi, per poi sfilarle a lato, e abbracciarla a livello della vita dalla schiena. Poggiai il mento sulla sua spalla, chiudendo gli occhi un secondo per assaporare il momento. Forse strinsi un pò troppo, ma già controllare le braccia per fermarle in quel singolo abbraccio, mi risultava difficile.Riaprii gli occhi, fissandola a lato e sussurrandole alcune parole.

    image
    Lieto che tu sia tornata. Per ora mi accontento di questo, ma credo di meritare il diritto ad avere un debito con te per qualcosa di più. Facciamo che prendo un sigillo e poi torno per il resto, ok?

    Le mordicchiai un orecchio dandole un rapido bacio su di esso, prima di staccarmi e tornare accanto ai miei compagni, così da cercare di mantenere comunque l'atmosfera da cerimonia ufficiale, cosa che era.
    Almeno, ora se aveva intenzione di mordermi come faceva il vecchio Kokage, avevo di nuovo un ricordo fresco di lei a cui pensare. Pensiero più piacevole, delle labbra di uomo sul collo. E anche se non era umano sempre maschio era. Inoltre mi ero reso conto solo dopo averlo fatto, di quanto stessi trattenendo l'istinto di toccarla di nuovo. Forse a causa di quel vecchio e delle sue marionette psicopatiche.
     
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    Essere una kunoichi, ricoprire l’incarico di amministratrice, ma in fondo Shinodari era pur sempre una ragazza.
    Si era ripromessa di non lasciarsi trasportare dalle emozioni, almeno per ora.

    image
    Ma alla fine quando sentì le braccia di Yami cingerle la vita, ogni cosa perse il suo significato.
    Aveva rischiato di perderlo.
    Ma non era successo.
    Lui era accanto a lei.
    Non un fantasma, ma tangibile mentre lei con le dita gli sfiorava il dorso delle mani.
    La testa di lui sulla spalla di lei.
    L’argento dei suoi occhi, i capelli bianchi...
    Anche se si era spostato, poteva vedere il suo volto.
    Per un istante fu sorpresa da quella stretta che quasi le tolse il respiro, poi il suo viso si illuminò in un sorriso solare.


    CITAZIONE
    Lieto che tu sia tornata. Per ora mi accontento di questo, ma credo di meritare il diritto ad avere un debito con te per qualcosa di più. Facciamo che prendo un sigillo e poi torno per il resto, ok?

    Le disse.

    Un piccolo gesto di affetto era tutto quello che potevano concedersi in quel momento.

    -In effetti credo proprio di si, che te lo meriti un premio... Promessa e debito per dopo la cerimonia, ma...-

    Rapidamente gli rubò un bacio sulle labbra, per poi lasciarlo riunire ai suoi compagni.


     
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  4. Soulafein
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    orse Kodachi odiò il Kokage più in quel momento che in qualsiasi altro istante della sua esistenza.
    Non perch si era appropriato di una posizione che non gli spettasse, non perchè fosse di un altro villaggio, totalmente estraneo al pensiero che aveva lasciato il vecchio boa...ma solo perchè si era permesso di entrare subito dopo di lui, oscurandolo, come il rosso sipario che chiude la sua scena da protagonista incontrastato.

    Così adirato forse, da non riuscire nemeno a nascondere totalmente quei pensieri, per quanto consapevole della capacità telepatica del demone.
    Non avera paura dopotutto, nulla in quel momento lo poteva far tremare.
    Lui era li, in quella sala, come nuovo guardiano, nuovo pilastro del villaggio della serpe.
    Nemmeno il Kokage in quel preciso momento, in quel preciso posto, era più importante di lui...

    Si guardò intorno, la commuovente scena dei due amanti lo superò come aria, anche se, il traditore se ne stupì, questa brezza, per quanto leggera, assunse all'ultimo istante una freschezza per nulla benefica...quasi un amaro gelo che gli strinse con scherno lo stomaco.

    Non se ne curò, guardando chi, fra i contendenti ai cancelli, non era nella sala...

    Quasi non si stupì di non vedere l'Orso Carminio...La sua lingua schioccò, e l'amico svanì come i resti di una preda nell'ombra della sua tana.

    Lo aveva tradito, come il vecchio boa prima di lui, ma ora sapeva, e questa non era certo l'unica prova, forse l'ultima goccia...che lui doveva fidarsi solo di se stesso, per quanto da solo fosse incapace di fare tutto...d'ora in avanti i legami sarebbero stati rapidi e fatali, come il morso di un cobra...come il suo Morso.

    La vipera sibilò, mentre il traditore cercava a stento di far tacere i pensieri inopportuni che stavano nascendo nella sua testa.
    Non era ancora il momento...non ancora.

    La muta non era ancora completa.


     
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    Una finestra di tenebra inghiottì il colosso. Eppure nessuna oscurità supera quella che ha tinto il suo animo.
    In breve la gioia, l’euforia per aver ottenuto un traguardo ambito quanto prestigioso, un potere demoniaco, in definitiva tutto era presto cangiato e la moneta aveva presentato al sua seconda faccia.
    Mai.Mai nella sua vita avrebbe pensato ad una cosa del genere...eppure quello schermo, le parole del Kokage...tutto un mondo gli era crollato sulle spalle insieme a quella persona.Grazie a lei la realtà presente trovava valore di esistere...ed adesso lui era scomparso, strappato dalla sorte e dalla crudeltà delle prove di Oto.
    Certo...quando ci si era iscritti al torneo lo sapevano bene, tutti loro sapeva bene a cosa andavano in contro se non per la fama del villaggio, certamente per il lungo elenco di persone che avevano trovato la morte durante la prima competizione per i Seals. Eppure non se lo sarebbe mai aspettato, ed adesso che la realtà si mostrava a lui nella sua consueta faccia immutabile, gravava enormemente sul suo petto quasi impedendogli di respirare.
    Intanto il Kokage lo aveva trasportato in una stanza molto ampia, illuminata da fiaccole. Diogenes stava fermo, quasi sull’attenti, leggermente costretto da quell’opprimente uniforme, lui che era solitamente abituato a vestire con larghi e comodi kimono.
    Con lui c’era Yami e Kadaki.Diogenes non si stupiva che fossero diventati guardiani al suo pari...erano entrambi ninja straordinari.

    “ Ci dovevi essere anche tu...cugino..."


    Sentì la rabbia montargli nel petto.Un sentimento che non aveva bersagli su cui scaricarsi perché di nessuno era la colpa di quello che era successo.Però non riusciva a calmarsi...era più forte di lui.
    Solo quando Yami abbracciò l’amministratrice Shinodari, sentì sciogliersi di poco la morsa nel petto.Ma la ferita della perdita era troppo grande...
    Prima non aveva notato che c’era anche l’altra amministratrice, ma del resto doveva aspettarselo.
    Intanto il Kokage non c’era.Sebbene l’importanza del momento, Diogenes non ce la faceva a stare in quel luogo.Dovrà avvertire il clan nel caso non lo avessero già fatto, ma soprattutto voleva sapere cosa diavolo era successo al cugino.
    Ma deve aspettare...lui ,dopotutto, è il nuovo guardiano di Oto.


     
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  6. Nidaime
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    - I Nuovi Sigilli -


    Un varco oscuro aveva portato l'Amministratrice Jaku presso la sala in cui sarebbero stati eletti i nuovi guardiani; un secondo aveva poi portato i tre ninja già usciti vincitori dalle prove che erano state loro proposte, ma ancora nemmeno l'ombra del Kokage.
    Dovettero attendere qualche minuto, intrattenendosi due nel reciproco ritrovarsi, gli altri nei loro pensieri e sentimenti contrastanti, ma, in qualche modo, entrambi diretti al più rilevante assente in quella sala: Akashi Mikawa.
    D'un tratto, un nuovo buco nell'aere ed il Nidaime apparve con una piccola cassa di legno nelle mani, inciso sopra quello strano oggetto, il simbolo del Suono.


    - Vi chiedo scusa per il ritardo, nuovi guardiani delle Mura, ho dovuto prendere ciò che sarà necessario per l'acquisizione di questo grado. -

    Il tono era pacato, mentre, posando la cassa, il Nidaime la apriva, rivelando quattro rotoli piuttosto semplici, sigillati anch'essi con il simbolo del Suono.

    - Al contrario del mio predecessore, il vostro legame con Oto e con le diverse Mura, assieme alle creature che vi saranno insite, non si fonderà su un morso, non sarò io ad inniettarvi qualcosa, ma voi ad offrire qualcosa per legarvi al villaggio. -

    Poche parole per spiegare qualcosa che fu, ad un tratto, più chiaro: il Kokage prese tre rotoli e ruppe il sigillo sul primo.
    Sul sigillo era rappresentato un gigantesco serpente e vi era inciso il simbolo del Nord.


    - Kodachi Yamagata, vincitore delle prove per il Muro Settentrionale di Oto, firma con il sangue questo contratto ed avrai il comando su Jourmungander, il Serpente mostruoso, ed otterrai il sigillo del Serpente. -

    Poi, dopo il primo, aprì il secondo rotolo, su cui campeggiava l'immagine di un grosso lupo a due teste ed il simbolo del Sud, ma non si fermò qui, aprì anche il terzo, con sopra rappresentato un grosso felino minaccioso ed il segno dell'Ovest.

    - Yami Kabane e Diogenes Mikawa, voi avete entrambi superato le prove per ottenere il controllo su Behemoth, il Diabolico Felino, e sul Cancello Occidentale, ma, poiché la perdita di un vostro compagno, Akashi Mikawa, ha liberato al qual tempo il ruolo di Guardiano del Cancello Meridionale e di Fenrir, il Lupo a Due Teste.
    Lascio a voi la scelta, uno controllerà l'Ovest, l'altro il Sud. -

    Quando tutti e tre ebbero firmato i diversi contratti, il Kokage li avrebbe riposti assieme al quarto, ancora immacolato.

    - Aspetterò Jin Tsuji, augurandomi che diventi l'ultimo guardiano, quello d'Oriente, intanto, a voi inciderò il Sigillo Maledetto. -

    Li avvisò, eseguendo quattro veloci sigilli.
    Pochi istanti, un lungo silenzio e poi i diversi rotoli si sarebbero illuminati, sembrando quasi prendere fuoco prima di quietarsi; allo stesso tempo, però, sul corpo dei tre ninja guardiani si sarebbero generati i sigilli, con un forte bruciore per le loro carni, ma utile per fargli ottenere quel potere.


    - Salute a voi, guardiani delle Mura di Oto. -
     
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    Scelta.

    I due rotoli sono aperti dinnanzi ai due spirati guardiani sotto lo sguardo austero del Kokage.
    Eppure il colosso sa cosa fare, lo aveva capito dal principio. Non avrebbe peccato di superbia nel realizzare ciò che si appresta a compiere. La katana viene sfilata dal fodero e la lama è stretta con forza dalla grossa mano del ragazzo.
    Forse un accenno di lacrime mentre il sangue viene manipolato dalle facoltà Mikawa per andare a formare in aria il nome di Aloysius Diogenes Mikawa. Il vermiglio liquido, ora figurato come caratteri, si pone di movimento rigido sulla pergamena del Lupo, andando a stipulare l'indelebile contratto.
    Yami avrebbe capito, non si sarebbe opposto a tale decisione. Aloysius lasciava con gioia l'infernale Gatto per il quale aveva combattuto e rischiato la vita per unirsi al guardiano del Sud. Il suo era un gesto nel ricordo del cugino, un regalo carico di sofferenza, una promessa.

    " Akashi, costudirò il cancelo del Sud con la stessa forza con cui avresti saputo gestirlo tu. Il mio è un impegno mortale ed è in tuo onore."



    La luce coinvolge i tre guardiani imprimendo sui loro corpi i sigilli corrispondenti. Nessuno dei tre avrebbe probabilmente sofferto per le bruciature, il dolore si sarebbe tramutato per tutti in gioia e soddisfazione...
     
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  8. Yami Kaguya
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    Sorrisi quando le sue labbra toccarono le mie. Ma sentivo addosso lo sguardo di Kodachi, che nemmeno mi aveva risposto su cosa fosse successo ad Oki. Ma alla fine poco importava, visto che il Niidaime era entrato in scena, e ogni altro pensiero sfuggì via. Mi allontanai da Shin, e mi misi accanto ai miei compagni. Si scusò per il ritardo, ma da parte mia mi aveva solo dato modo di calmarmi dopo la prova. D'altra parte vedevo come Aloisyus non fosse tranquillo. Rimasi in silenzio senza dir nulla a nessuno, nè al Kokage, nè al Mikawa per l'assenza del suo parente. Che alla fine, era anche uno degli ultimi Tsumuji. Restavo solo io, sebbene ormai quel cognome non significasse nulla, quanto il fatto che eravamo stati uniti sotto un unica bandiera per un pò. Non sapevo cosa dire ad Aloisyus, anzi in parte mi sentivo in colpa per la dimostrazione di affetto con Shin. Probabilmente anche lui avrebbe voluto sentirsi dire bravo dando una pacca sulla spalla ad Akashi. Ma il torneo era così, quindi decisi di restare solo zitto ascoltando il Kokage.
    Le sue parole chiarirono in fretta il metodo che avrebbe usato per legarci a quelle terre. Sangue, il flusso vitale più puro, secondo solo al chakra come potenza, uguale come importanza. Kodachi fu il primo, poi giunse la scelta che immaginavo. E ovviamente qualcuno aveva da dire la sua.

    ...Un Canide e un Felino...certo che scegliere il serpente no, eh? Solo le specie di quei due imbecilli di Nekomata e Hokou. Te lo chiederò un'altra volta, e stavolta prova a cambiare risposta: Perchè?!

    Fissai Aloisyus, mentre afferava la propria Katana, e la stringeva senza alcuna pietà per il suo corpo. Il suo sangue si mosse verso il contratto, sino a recarvi il suo nome. Aveva scelto Akashi. Sia per convenienza che per comprensione, lo lasciai fare. Il lupo si sarebbe comunque legato a un Mikawa. Riguardo a me, estrassi un nekote dal pollice, e mi colpii quindi l'altro, tracciandovi una linea orizzontale. Allungai il braccio, e scrissi il nome che ormai mi rappresentava: Yami Kabane.
    Arretrai quindi, mentre un dolore si faceva strada alla base del collo, sulla 4° vertebra. Dolore accolto con un sorriso, mentre giravo il collo come a mitigarlo.

    Perchè a un gatto è inutile provare a mettere un collare.

    A metà strada però, mi fermai, inchinandomi lievemente verso il Kokage. Era passato quasi un anno da quel giorno. L'arrivo a Oto, il primo incontro con il Kokage, la prima volta che l'avevo vista. Allora non avevo fatto nulla per prenderla, ero conscio della mia debolezza, ed ero ancora un cucciolo al guinzaglio di Mataza. Ora avevo superato la sua forza, avevo guadagnato il suo ruolo, e fatto miei i suoi insegnamenti sull'essere spietato e senza regole se non le proprie o quelle necessarie da rispettare.
    Il precedente detentore era scomparso. Il custode di ripiego, scomparso anche lui dopo che la sua padroncina l'aveva lasciato in mezzo a quelli che sfidava.
    Credevo che ormai, fosse il momento.

    Niidaime-sama. Posso chiedere, ora che Luis Mikawa e Max Liart mancano da molto al villaggio, cosa intende fare con la proprietà di Luis, la Kusanagi no Tsurugi?

    La testa rimase semi-chinata, mentre aspettavo. Yamata non disse nulla su quelle parole, praticamente non espresse negazioni o approvazioni. Ora stava al Kokage la parola. Sapevo che quella spada era il tesoro di Oto. Ma arrogantemente sapevo, che quella spada, sebbene persa in combattimento, era proprietà del serpente che aveva fatto del mio corpo la sua arma.

     
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  9. Soulafein
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    Sangue, Serpenti e Spade



    Giunse infine, nello stesso modo in cui era arrivato all'arena si presentò in quella sala scura.

    Il Kokage, quel demonio sconosciuto e pieno di misteri che dal nulla era giunto per prendere il posto del vecchio Boa al comando del villaggio più potente che le terre avesse mai visto.
    Dove i migliori ninja avevano mosso i loro passi, ed ancora lo facevano, nelle nuove generazioni.
    Tre di questi nuovi ninja eccelsi erano in quella sala per ricevere un premio che li avrebbe resi superiori alla massa...ora loro erano migliori di molti.

    Il contratto sarebbe stato firmato con il sangue...quello che a fiumi era sgorgato durante quelle prove, quel liquido così coldo e puro...
    Gli occhi della vipera, nel turbinio della sua mente, si illuminarono per un istante, osservando i due compagni ferirsi...per quanto li considerassi ninja estremamente valorosi e per ora utili da vivi vedere quel sangue e immaginarsene il sapore lo eccitava non poco, o meglio...accresceva l'appetito della bestia.

    Con il pugnale che aveva ancora in mano, per ora immacolato, si taglio con mano ferma e leggera la punta dell'indice, togliendo dalla mente ogni altro pensiero, se non quello di firmare il rotolo che gli era stato dato.

    Il suo sangue venne assorbito dal tessuto del rotolo rendendo indelebile il suo nome e, soprattutto, il suo legame con quel villaggio...ora quel villaggio per lui era importante al pari del suo sangue.

    Osservò come il Secondo Mikawa tentò di occupare l vuoto lasciato dal compagno, occupandone il compito che sarebbe dovuto spettare a lui.
    Sarebbe stato difficile essere al pari dell'Orso...ma quel giovane Lupo colosso forse ne avea le potenzialità; dopotutto era li, fra loro, come i migliori ninja del Suono.

    Pochi sigilli bastarono al demone per attivare in loro i sigilli...quelli non erano ovviamente semplici rotoli.
    Al lato sinistro del collo comparve il sigillo del serpente leviatano.
    Ora Lui era il Serpente in tutto e per tutto...passo per passo la muta stava per compiersi, ma quello non era il momento per parlarne, tantomeno per pensarci...

    Un leggero bruciore sulla pelle, ma Kodachi sapeva che quello era solo il calore del potere, così forte da avvampare le carni.

    [...]

    La spada che fu del demone serpente.
    Perchè mai il gatto dagli occhi di bragia la voleva?
    Quel falso randagio, legato più d'un cane a quella donna, cosa mai avrebbe potuto farsene della spada che fu del vecchio Boa?
    Non ne era certo pronto.
    Non ne era certo degno.
    Quella lama doveva essere sua, e solo sua.
    Il vero simbolo della rinascita del Nuovo Serpente Bianco, armato come il vecchio dall'esterno, ed immensamente più forte nell'interno.

    Rimase ad aspettare, ma Yami non avrebbe avuto difficoltà ad avvertire quegli occhi rossi e gelidi come il sangue ormai morto, fissi sui suoi...e sulle sue intenzioni.
    "Non ci Provare"
    Sembrava dirgli senza nessun pudore da quegli occhi che luccicavano nella penombra.
    "Non ci provare nemmeno se ci tieni alla vita..."
    Quasi con scherno un sorriso su quel volto...mai un sorriso sarebbe stato più inappropriato e in contrasto a quello sguardo.

     
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    Il Kokage aveva fatto il suo ingresso in quella sala illuminata dalle fiaccole.
    Quasi un’atmosfera suggestiva, se non si considerasse il motivo per cui i tre shinobi erano stati convocati lì, lontano dal clamore della folla, con lei come unica testimone.

    Un patto di sangue li avrebbe legati al villaggio.
    Un patto che avrebbero potuto recidere solo con la morte.
    Non ci sarebbero più stati tradimenti tra i guardiani dei gate.

    Shinodari assistette in silenzio alla cerimonia.

    Il Torneo aveva avuto il suo tributo di sangue...
    La ragazza si augurò che presto il quarto guardiano si sarebbe unito ai suoi compagni.

    Ognuno di loro aveva fatto la sua scelta...

    Ma ancora non era tempo per tornare ai propri ruoli all’interno del villaggio.

    Shinodari scoccò un’occhiata in tralice a Kayle, quando questi rivolse una domanda al Kokage.

    La Kusanagi...

    Già il potere che emanava il semplice nome era inebriante, ma non solo per Kayle.

    Kodachi...
    Lo avvertiva nello sguardo minaccioso...

    Mancava solo il colosso dei Mikawa e il quadro sarebbe stato completo.

    Altre dispute.
    Era mai possibile che Oto fosse un villaggio maledetto?

    La ragazza avanzò fino a ritrovarsi a pochi passi dal Kokage.
    Poggiò un ginocchio a terra.

    Non le piaceva quell’ipotesi, ma si era stufata di vedere questa brama di potere che non si estingueva se non con il sangue.


    -Nidaime sama, sembra che la Kusanagi sia ambita da più di un pretendente. Quell’arma è diventata un simbolo di potere, di predomino... Bene, che lo dimostrino, che mostrino se sono capaci di sopportare questa eredità... L’eredità di qualcuno che aveva messo le catene ad Oto... E per il desiderio di primeggiare ci si dimentica che ora non siamo più degli schiavi.-


    Esordì seria, con un tono di voce tagliente.
     
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  11. Nidaime
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    - La spada della discordia -


    Alla fine i tre sopravvisuti avevano sancito il patto; Diogene aveva scelto di proteggere il luogo che sarebbe dovuto essere di un altro Mikawa, dimostrandosi legato al proprio parente persosi durante una delle prove dei Cancelli del Suono.

    Poi, però, dopo aver sancito i diversi padroni, nacque un nuovo argomento: la Spada Kusanagi; fu il nuovo custode del Cancello Ovest a chiederla per se, poiché il suo passato possessore, Luis Mikawa, non si mostrava più da tempo al Suono, né il pupillo di quest'ultimo.
    Quella spada, però, era un oggetto ambito anche da un altro dei nuovi guardiani, quello del cancello Nord, che, non con le parole, ma con il semplice sguardo e pensiero, trasmetteva il proprio interesse per l'arma.
    Anche l'amministratrice Jaku s'intromise, proponendo che dimostrassero di sopportare l'eredità di Orochimaru, parole che, in qualche modo, il Kokage aveva già pensato da se.


    - Dici il vero, Amministratrice, dovranno dimostrarsi capaci di reggere il potere dell'arma di Orochimaru, ma, più di questo, dovranno dimostrarsi capaci di meritarla, non uccidendosi fra di loro e continuando il fiume d'odio e sangue, anche intestino, che quella spada ha generato ad Oto, ma come otesi e guardiani del suono.
    Solo chi dei due si dimostrerà meritevole riceverà da me quest'arma. -

    Così parlò il Kokage, attendendo una replica dai due che desideravano l'arma, chi per un motivo, chi per un altro.
     
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  12. Yami Kaguya
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    Sguardi. Da dietro, di lato, da davanti. Occhi che mi fissavano per quella mia richiesta, probabilmente. E non seppi quale fu peggio da sentire.
    Ad ogni modo, il Niidaime esordì con parole diverse da quelle che mi aspettavo. Si vedeva che aveva sul serio tenuto una condotta diversa dal suo predecessore. Cosa che aveva vantaggi e svantaggi alla fine.
    Quando Shinodari parlò, fissai il mio sguardo su di lei. Ma non dissi nulla per ora, continuando a fissare avanti a me, mentre dietro Kodachi faceva lo stesso ma con me come bersaglio. Infine arrivò il discorso del Kokage, e quindi la mia replica.

    Se ha una qualche proposta in mente, la prego di comunicarla, Niidaime-sama. Se invece stà dicendo che vorrà vedere il nostro operato a lungo termine prima di prendere una decisione....ai suoi ordini. Se la cerimonia è finita, chiedo il permesso di ritirarmi.

    Attesi infine le parole del Kokage. Se ricevuto il congedo, avrei fatto un lieve inchino, prima di andarmene. Poi però mi sarei fermato voltandomi di nuovo.

    Con tutto il rispetto però, la pregherei di non permettere che qualcuno insinui ancora che quella spada è l'eredità dello Shodaime. La Kusanagi no Tsurugi proviene dal corpo di un demone, e di tale essere è l'eredità. Non di un pazzo ipocrita divorato dall'invidia per gli altri sino a morire per causa loro.
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    Ma sembra che per il desiderio di giudicare, qualcuno si dimentichi che a dare un valore a un simbolo è colui che lo impugna.


    Non ci furono altre parole, e con un ultimo mezzo inchino mi sarei voltato, lanciando un'occhiata a Kodachi su come o finiva di fissarmi, o spada o meno l'avrei fatto smettere a mio modo, e in quello stesso istante. Qualcun'altro invece fissò più a destra Shinodari, sibilando la sua irritazione per quell'umana e il suo aver definito la Kusanagi in quella maniera. Riguardo a me, la fissai solo con lo sguardo di chi non ha capito cosa significava per me quella spada. Non la aspettai, andandomene in silenzio. Yamata aveva rubato la Kusanagi, guadagnandosi la libertà dagli uomini con la sua potenza. Macchè catene. Quella spada era il simbolo di chi lottava contro il proprio destino, e come tale Yamata la rivoleva indietro. Ma considerando solo la visione di chi voleva maggior potere, sembrava io fossi messo allo stesso livello di Orochimaru. Dentro di me però, Yamata alla fine sorrise. Per una volta il pensiero era comune.
     
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  13. Soulafein
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    Ascoltò in silenzio, non aveva nulla da dire, non in quel momento, non con quella creatura d ascoltarlo.

    Non si scaldò quando la Gatta delle Ombre mostrò di aver intuito fin troppo bene le sue intenzioni, e, folle o fin troppo fiduciosa, metteva l'anima del suo amato nel piatto del grande serpente delle nebbie.
    Non si scaldò quando tutti , chi più chi meno, insudiciarono con parole vuote e probabilmente dettate dall'ignoranza.
    Se Orochimaru non avesse creato quelle catene, tutti loro non avrebbero avuto le loro bilità, le loro armi...il villaggio per cui ora erano disposti a dare la vita.

    Non si scaldò, perchè in palio c'era l'arma del Vecchio Serpente Bianco.
    L'arma che prima di un demone era passata poi nelle mani di un secondo.
    Lo stesso serpente, in effetti, tutto era fuorchè umano...lui era molto di più.
    Grazie alle sue ricerche lo era divenuto...e lui tramite quella spada avrebbe raggiunto quegli apici di perfezione e immortalità.

    Non fece nulla, se non guardare il Micio dagli occhi di Bragia uscire dalla sala...un sorriso sul suo volto, e poche parole sibilite, così che solo lui, passandogli accanto, avrebbe potuto sentirle.

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    "Lascia perdere...Saresti inutile da Morto"

     
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12 replies since 24/9/2008, 01:25   278 views
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