Energie - Conventional Training -Energia Rossa - Chakra II

Sensei: Febh Yakushi

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    Questo deve essere di certo un raccomandato...beh...allora vedremo di farlo sudare abbastanza da farmene dimenticare...

    Così pensava lo Yakushi, seduto su un ceppo in mezzo alla foresta, poco lontano da Konoha. Sul viso aveva un sorrisetto che non prometteva niente di buono. Assolutamente niente di buono.

    Tempo prima aveva messo in chiaro con l'accademia che non voleva più fare da balia..pardon, da sensei alle nuove leve, e nonostante tutto era stato contattato per addestrare un certo Raizen qualcosa. Povero diavolo...non sapeva cosa lo aspettava...

    L'allievo doveva arrivare entro dieci minuti. Senza nemmeno presentarsi Febh avrebbe gettato ai suoi piedi la lettera che lo identificava come Sensei e poi avrebbe chiesto

    Nome, Cognome, Grado e Villaggio. Poi voglio sapere con quale voto hai superato l'esame Genin.


    CITAZIONE
    Addestramento: Passaggio a Energia Rossa e Controllo del Chakra II
    Sensei: Febh Yakushi
    Allievo: Raizen, MiracleManu
    Durata: 5 post +1 (Energia Rossa); 5 post (Controllo del Chakra II)

    L'utente MiracleManu è libero di unirsi all'addestramento.

    Nota, ci sono due posti liberi. Qualora qualcuno volesse unirsi all'addestramento mi contatti per PM o Msn.



    Edited by Febh - 26/11/2008, 21:18
     
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    Puf...finalmente.

    Una stanca parola mentre una lettera veniva letta al contrario da un ragazzo fuori dal normale già, perché nel normale non ci stava, mise la testa in posizione normale e lasciò cadere il foglietto per terra mentre con una mano scacciava l’uccello che gli aveva portato la missiva.

    Pussa via non ho da mangiare per te.

    La sua dispensa non era vuota, ora come ora semplicemente non ne aveva, era in viaggio da un po’ di tempo per il paese del fuoco e a dirla tutta non sapeva nemmeno come il volatile avesse fatto a trovarlo.
    A quanto pare però si trovava vicino al punto di incontro col suo sconosciuto sensei, a passo rilassato si recò da lui.


    Beh, finalmente, almeno ora ho qualcosa per distrarmi.

    Fece un piccolo scatto e la sua velocità aumentò, mentre rimbalzava da un albero all’altro come una pallina in un flipper, il chakra adesivo che aveva imparato a gestire poco tempo fa gli diede una mano.
    Arrivò di fronte al sensei dopo 10 minuti...all’incirca, infatti erano poco più di undici.
    Nemmeno il tempo di notare il sorriso demente che il sensei aveva che venne travolto da una valanga di domande che lo lasciò un po’ spiazzato.


    Beh vediamo, dovrei ricordarli...Raizen, Sounzouhakai, genin di Konoha sensei?

    Forse il suo solito umorismo da quattro soldi a fargli porgere quella domanda al ragazzo che gli stava davanti, o forse voleva semplicemente sottolineare quanto secondo lui quel tipo fosse inadatto a ricoprire quel ruolo.
    Lesse il foglietto....tenendolo al contrario e piegando un pò la testa


    Ah si, sensei.
    Per caso ha/hai da mangiare?

    Non si notava dall’esterno ma aveva saltato un pasto e ora aveva fame, però aveva ancora delle energie per pensare a quella piccola sottigliezza che andava a rispecchiare il suo pensiero nei confronti del suo sensei.

    Ah già, il voto dell’esame genin mi pare fosse 15 o 16, non ricordo bene.

    Espressioni: 0 non sorrise, non squadrò in modi strani il sensei, come un lago in una placida giornata estiva, le aveva perse poco tempo prima.

     
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  3. MiracleManu
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    Un addestramento non voluto. Un' inattesa nuova prova.



    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato

    Hamano era stanco, parecchio stanco. Aveva faticato come un mulo per riuscire a trovare quel dannato libro, ma alla fine, ispezionando varie librerie antiche e parlando con le persone giuste, era riuscito a trovare qualcuno che possedesse il libro. Appena trovato Hamano dovette trattare come un disperato. Quel dannato pretendeva un prezzo esorbitante, come se Hamano avesse le tasche piene di soldi. Comunque dopo una lunga trattativa era riuscito a raggiungere un prezzo accettabile, e in questo modo riuscì ad acquistare quel benedetto libro. L'uomo gli disse che lo avrebbe inviato in accademia, perchè non lo aveva con sé, ma in questo modo Hamano trovò una buona scusa per uscire fuori a fare, per una buona volta, una sana passeggiata.
    Il sole splendente illuminava tutto e tutti, e Hamano come al solito perse del tempo per dare un'occhiata al panorama, ma comunque si affrettò. Non vedeva l'ora di mettere le mani su quel libro.
    Finalmente arrivò ed entrò velocemente nel palazzo per poi dirigersi davanti ad un bancone, dove un impiegato grassoccio e con la tipica espressione da puzza-sotto-il-naso stava mettendo a posto varie scartoffie.


    Saaaaaalve, dovrebbe esserci una cosa per me che avete ricevuto oggi. Mi chiamo...

    Non ebbe neanche il tempo di finire di pronunciare il proprio nome che l'impiegato lo interruppe bruscamente per poi guardarlo con aria seccata.

    So benissimo chi è lei, sono stato avvisato del suo arrivo.

    Hamano non capì perfettamente. Era stato avvisato? E come?
    Il ragazzo volle riprendere a parlare, ma l'impiegato gli fece cenno di stare zitto.


    Lei è una persona fortunata. L'addestramento che ora lei può affrontare è di alto livello. Di solito è il secondo vero addestramento che un genin deve sostenere, quindi spero ben capisca di che livelli stiamo parlando.

    Ora Hamano era proprio confuso. Era venuto lì solo per ritirare quel suo sacrosanto libro e ora gli veniva dato una specie di permesso per un addestramento.

    Si molto interessante, ma il fatto è che io...

    Venne nuovamente interrotto, e questa volta l'impiegato gli fece segno di abbassare la voce.


    Zitto, zitto. Non vorrà di certo farsi sentire. Ciò che l'accademia le stà concedendo è una cosa più unica che rara, e a molte persone questa cosa non piacerebbe affatto. Di certo, senza la sua... emh... donazione... i piani alti non glielo avrebbero permesso, ma a quanto pare ha trovato un modo di convincerli.

    L'impiegato fece l'occhiolino con aria complice ad Hamano, che sinceramente non credeva alle proprie orecchie. Era stato scambiato per un'altra persona che a quanto pareva piaceva usare i propri soldi per ottenere qualche privilegino.
    L'impiegato prese a frugare tra le proprie carte, fin a tirare fuori una lettera col timbro dell'accademia.


    Bene, con questa il maestro la accoglierà nell'addestramento. Dovrebbe essere a conoscenza del suo arrivo, e non potrà vietarla di venire addestrato, non con un permesso di provenienza dai piani alti. Orario e luogo dell'incontro sono indicati sulla lettera.

    Hamano prese di malavoglia la lettera in mano, solo per uscire da quella situazione il prima possibile. Ma perchè queste genere di situazioni toccavano sempre a lui?

    Bene, io vado. Se qualcuno ci vedesse parlottare qui potrebbe insospettirsi. Ora vada e si faccia onore, così anche la sua nobile famiglia potrà vantare di avere un grande shinobi.

    Con un sorriso che sapevo solo di gran falsità, l'impiegato se ne andò, lasciando Hamano da solo con in mano quel dannato permesso.

    Meraviglioso. Ora mi toccherà aspettare un'eternità per prendere il mio libro

    Hamano fu tentato di buttare per terra il permesso, ma poi si decise a guardarlo. Indicava che l'addestramento si sarebbe tenuto a Konoha. Magari ora quel sensei stava spettando di allenare un raccomandato, e gli sarebbe toccato aspettare parecchio. Poveretto.
    Di certo Hamano non avrebbe atteso il giovane rampollo nobiliare per consegnargli il foglio e spiegargli l'accaduto. Quello lì voleva diventare forte grazie ai soldi disonorevolmente, e questo Hamano non lo sopportava. Mentre il sensei magari non vedeva l'ora di finirla con questo addestramento per andarsene a casa. Però non lo sapeva che il suo allievo non sarebbe venuto.
    Hamano perciò si trovò costretto a viaggiare verso Konoha per avvertire l'uomo, anche se l'idea dell'addestramento cominciava a turbinargli in testa.
    Era da tempo che non faceva un serio addestramento, e dopotutto questa era un'ottima occasione per farsi un bell'allenamento.


    [...]



    Finalmente Hamano arrivò nel luogo indicato dalla lettera, trovando però due persone. Immagino che quello seduto fosse il sensei perciò si diresse verso di lui.

    Salve, è lei il sensei Febh Yakushi? Dovrei avvertirla del fatto che un suo allievo non verrà a questo addestramento.
    Vede, è successo che io sia stato scambiato per un'altra persona e in pratica mi hanno dato questo permesso per unirmi al suo addestramento.


    Hamano consegnò il foglio al sensei n modo da farglielo leggere.


    Vede, questo tizio sarebbe una specie di rampollo nobiliare che ha dato un po' di soldi in giro per ottenere questo permesso, ma credo che alla fine abbia gettato solo il suo denaro.

    Rise allegramente per poi farsi serio. Ora veniva il momento della richiesta.

    Ora però dovrei chiederle una cosa. Lei tecnicamente dovrebbe essere qui per allenare due allievi, ma uno non può venire. Che ne direbbe se lo potessi sostituire?
    Il mio nome è Hamano Iga, genin del villaggio della sabbia, orgoglioso membro del clan Iga.


    Dette queste ultime parole Hamano tornò silenzioso in attesa del responso del sensei.





     
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    Problemi che raddoppiavano. Ebbene sarebbe raddoppiato anche il carico, su questo non c'era dubbio.

    Il raccomandato era un completo idiota, e prima che lo Yakushi potesse rispondere per le rime alla domanda sul cibo, un altro ninja si era avvicinato. A quanto pare era la sagra dei raccomandati, anche se lui non sapeva nulla di un secondo allievo.

    Squadrò il sunese a lungo, poi si alzò in piedi sul tronco e disse: Fa vedere un pò qua. Fece cenno per farsi lanciare il permesso. Una volta avuto in mano il foglio di carta, senza nemmeno leggerlo lo avrebbe piegato con estrema calma per poi stracciarlo in tanti infimi pezzettini.

    Puoi pure unirti alla festa. Sogghignò. Aveva un'aria ben poco raccomandabile in quel momento. Ma non so dirti quanto tu abbia fatto un buon affare.

    Stavo giusto per rispondere al tuo degno compare che ovviamente ho del cibo per voi, anzi, credo proprio che faremo un bel pic-nic. Il mio nome è Febh Yakushi, Chunin di oto. Buono e caro con tutti, purchè non si sia miei allievi o nemici.
    Avvicinò le mani fino a congiungere i polpastrelli.

    Benissimo, quindi faremo una scampagnata. Se non erro quando si fa un pic-nic la prima cosa è trovare il posto, no? Indicò un grosso zaino poco lontano. Ra-coso, mettiti quello zaino. Solo dopo che il genin avesse posto sulle spalle quei sessanta chili lo Yakushi avrebbe candidamente avvertito Ah, bada che è pesante! E ovviamente non puoi aprirla per nessun motivo!

    Quanto a te....uhmmm In effetti non si aspettava un secondo allievo. Poteva fargli portare un tronco ma non sarebbe stato divertente, quindi passò ad altro. Intrecciati un paio di sigilli, richiamò a sè una piccolissima lucertola, le disse alcune parole sibilate sottovoce e poi la congedò. Tempo tre minuti e nuovamente eseguì il richiamo, solo che stavolta ad apparire fu una lucertola grande come un cane di grossa stazza, che teneva in bocca uno zaino del tutto simile a quello di Raizen. Ora anche tu hai il tuo zainetto. E ora gambe in spalla! Sogghignò.

    Dovrete cercare di starmi dietro mentre faccio strada. Spero conosciate il chakra adesivo perchè la prima parte sarà a piedi ma la seconda la faremo balzando di ramo in ramo E quei sessanta chili ve li suderete tutti.

    Quindi senza preavviso scattò [Velocità 250] Iniziando a sfrecciare tra gli enormi alberi, cercando di mantenere un percorso quanto più rettilineo possibile, anche se questo implicava di dover passare rasente agli alberi.

    Sarebbe stato meglio se quei due gli fossero stati dietro, perchè dopo circa un chilometro avrebbe aumentato la sua velocità [Velocità 300] in corrispondenza di un tratto più sgombro dove era possibile correre più liberamente. Questo per circa settecento metri, fino all'arrivo in una radura che sembrava proprio fatta apposta per accamparsi. Ovviamente lo Yakushi proseguì dritto senza fermarsi, ma rallentò [Velocità 225] per riavvicinarsi agli inseguitori e dire loro

    Correre e basta non sarebbe divertente no? Correva all'indietro, così da gustarsi i loro volti presumibilmente sudati. Quindi per questo breve tratto sgombrò facciamo un gioco. Farò due domande a testa. Per ogni risposta che mi soddisfi, leverò cinque chili di peso dal vostro zaino quando faremo una pausa. Ma se la risposta è sbagliata o imprecisa, allora aggiungerò cinque chili al vostro compagno. Sogghignò. Ovviamente avrebbe messo a tacere qualunque accenno di protesta con un semplice: Ogni protesta aggiunge dieci chili allo zaino di entrambi.

    Ra-coso. Ecco le tue domande:
    - Quale pensi che sia il modo migliore per mettere alle strette un ninja che usa grosse armi da lancio?
    - Delle Tecniche Base, quale è la più versatile secondo te e perchè?

    Tu invece, sabbioso:
    - Quale pensi che sia il modo migliore per mettere alle strette un ninja che usa prevalentemente Taijutsu lenti ma estremamente potenti
    - Delle Armi Base, dimmi un vantaggio per ciascuna, secondo te.


    Comunque andasse, quando la radura era ormai terminata e gli shinobi si stavano gettando nuovamente nel sottobosco, Febh balzò, accelerando nuovamente [Velocità 275] e cominciando a balzare di ramo in ramo, aspettandosi che i due facessero lo stesso. Questa corsa folle sarebbe continuata per circa un chilometro e mezzo, balzando di ramo in ramo, fino a che lo Yakushi non diede lo stop alzando la mano e facendoli fermare.

    CITAZIONE
    A voi la prima prova: Velocità e Resistenza alla Fatica

    Per dubbi o simili chiedete pure per Pm o Msn. La prova è abbastanza lineare, quindi cercate di essere fantasiosi e stupirmi. Potete impastare chakra se volete, ma ricordate che un impasto potenzia una sola azione e per tempi abbastanza brevi.

    Per le domande, ricordate il contesto in cui ve la sto ponendo, che non è esattamente ottimale, quindi anche una risposta ineccepibile nella teoria verrà contata come sbagliata se non terrà conto del contesto,per lo stesso qualche imprecisione potrebbe venir condonata, se invece la risposta è coerente al contesto.

    Buoni post potrebbero presupporre un premio finale :utsi:



    Edited by Febh - 30/11/2008, 22:40
     
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    Bene.
    Aveva iniziato male, la faccia del sensei lo confermava ma forse per lui sarebbe andato veramente meglio, prediligeva gli allenamenti duri a quelli per mammolette.
    Ghignò velatamente.
    Ascoltò finchè non le venne dato il primo ordine.


    non Ra"coso"
    Ra...izen.
    Racoso suona male.

    Afferrò una delle tirelle dello zaino che rimase prepotentemente piantato a terra, il sensei vide ed aggiunse l’ultima piccola specificazione: lo zaino era da sessanta chili.

    Bene in questo zaino probabilmente non ce l’ombra di una briciola di roba commestibile paiono tutti pesi.

    Non aveva intenzione di aprirla, per cui la mise sulle spalle per poi sistemarla mentre il suo sensei preparava un secondo zainetto per l’inaspettato compagno.
    Appena il sensei scattò Raizen parlò al suo compagno.


    Ciao, comunque.

    Sorrise, nella maniera più strana mai vista, o meglio il sorriso era normale, ma si poteva notare la falsità e la scarsa voglia con cui veniva esternato. Appena voltato iniziò a correre dietro al sensei, impastò una piccola quantità di chakra [1 bassissimo] per darsi una spinta in più alla partenza e farsi seguire dallo zaino alquanto pesante.
    Aveva una falcata parecchio lunga, ma il sensei era inequivocabilmente più veloce, contando che quello era un addestramento atto a far aumentare le sue caratteristiche di base avrebbe dovuto raggiungerlo senza impastare chakra, avrebbe fatto come suo solito, ne aveva visto di ninja dello stesso calibro del suo sensei, almeno per quelle poche affrettate valutazioni che potè fare osservandolo quei pochi secondi: Febh ancora non correva al suo massimo, quindi per ora avrebbe mantenuto un profilo basso atto a stare dietro al sensei più che raggiungerlo in quanto questo avrebbe significato avere una velocità maggiore anche se per un breve periodo, e per ora era meglio non chiedersi troppo.
    Irrigidì i muscoli quel tanto che bastava per spezzare il moto circolare delle gambe e avanzare a falcate più larghe del normale, utilizzando le gambe come efficientissime leve, abbassò poi il baricentro del suo corpo per avere più equilibrio e schivare i vari alberi che si frapponevano di quando in quando fra lui e il sensei, inoltre così dava più “trazione” alle gambe, anche se con il peso che aveva sulle spalle non gli serviva quasi per nulla, quel ridicolo “zainetto” inoltre gli sottraeva un po’ di equilibrio, tirò ulteriormente le tirelle in modo da farlo aderire bene alla schiena e continuò a correre.
    Le sue caviglie però iniziarono a sentire presto quei settanta chili, infatti ogni volta che poggiava il tallone pareva che affondassero un poco e dolevano, anche se non spaventosamente.
    Proseguì con quello stile di corsa senza badare alla fatica che si faceva sentire sui polpacci e sui quadricipiti, giunti nel punto in un punto in cui la foresta si diradava Febh aumentò il ritmo.


    Merda!

    Un esclamazione o un aggettivo?
    Dalla faccia indispettita pareva un aggettivo, ma non lo esternò, si limitò a reclinare lievemente il capo e a sfilare le mani dalle tirelle (infatti fino a poco prima le teneva incastrate tra la tirella e la spalla per darsi maggior reazione durante le schivate) per darsi un ulteriore spinta in avanti facendole andare a tempo con le gambe. I muscoli delle gambe si rilassarono lievemente, pronti a quello che era il vero sforzo, infatti mentre prima gli bastava giocare solo sulla loro elasticità ora avrebbero dovuto faticare, i piedi cambiarono approccio col terreno: i tacchi non toccarono più la terra, solo le punte sforavano la terra quel tanto che bastava per piantarsi e dare lo slancio a Raizen che acquistava velocità.
    Tuttavia lo zaino gli dava evidenti problemi, ballonzolava da una parte all’altra e non le permetteva di acquistare la velocità che le serviva per raggiungere Febh, l’unica cosa che gli rimaneva fare era chiedere di più a se stesso, la strada di fronte a lui era sgombera.
    La terra sotto ai suoi passi veniva battuta sempre più violentemente mentre i muscoli lentamente facevano sentire le loro voci affogate in quel liquido tanto scomodo per uno shinobi, all’esterno il suo sudore cominciava ad inumidire il coprifronte e la sua bocca a chiedere più ossigeno, i suoi occhi però chiedevano più fatica, che il più severo maestro per Raizen non fosse Raizen stesso?
    Il ritmo a cui si muovevano le sue gambe era sempre più incalzante, il dolore veniva sempre più messo da parte, mentre Raizen si concentrava solamente sulla schiena del sensei che stava pochi passi davanti a lui, schiena che ad un tratto rallentò e si voltò mostrandole il volto fresco del sensei che le porse delle domande.
    Correva ora a ritmo sostenuto e riusciva ad ascoltarlo.


    Bene, posso rispondere anche sbagliando senza farmi alcun problema.

    Ascoltò le domande annuendo col capo.

    Non fargliele lanciare...anf...cioè cioè...anf...direi che il metodo migliore e tenermi ad una distanza tale....anf....da impedire il lancio di un arma di quelle dimensioni favorendo anche le mie attitudini nel corpo a corpo.
    Quanto alle tecniche base...dipende dalle priorità...anf...senza dubbio la sostituzione...anf...in svariati casi potrei salvare la pellaccia con quella tecnica....la henge se dovessi servirmi di un agguato...la bushin se dovessi confondere il nemico.

    Chiuse la bocca ormai secca, per la corsa e per il parlare.
    Il sensei aumentò nuovamente la velocità, ma non eccessivamente, non era quindi complesso starle dietro, se non per il fatto che prese a saltare da un tronco all’altro, non si preoccupò Raizen.


    Sensei schiappa.

    Impastò una minima quantità di chakra nei piedi [bassissimo] e grazie al chakra adesivo si lanciò appresso a Febh che saltava agevolmente di ramo in ramo.
    Ormai i muscoli erano quasi abituati al peso che gravava sulle spalle, tuttavia doveva darsi un maggior slancio per passare da un ramo all’altro per essere sicuro di non finire di sotto, i quadricipiti ormai erano rigonfi e ad ogni nuovo salto vibravano impazienti di irrigidirsi in un dolorosissimo crampo, decise a quel punto di aiutarsi anche con le braccia in modo da non fare tutto con le gambe, erano infatti infiniti i rami che comparivano in quella folta foresta, e da un ramo al prossimo in cui doveva poggiarsi ve ne stava almeno uno su cui si sarebbe potuto “appoggiare” per giungere al prossimo con minor fatica.
    Lo zaino lo impacciava lievemente ma riuscì ad aiutarsi ugualmente con le braccia e ad afferrare prontamente i rami che si mostravano utili allo scopo, il ritmo diminuì lievemente ma almeno le gambe si prendevano un meritato riposo.
    Quando ormai Raizen iniziava a divertirsi a passare di ramo in ramo come una scimmia Febh si fermò di colpo alzando la mano e venne prontamente assecondato da Raizen che sopraggiunse dopo qualche istante.


    Quindi, già finito?

    Chiese sinceramente mentre sfilava dalle spalle il pesante “zainetto” per poggiarlo sul tronco e massaggiarsi le spalle





    SPOILER (click to view)
    Shuriken [AaD]x8
    Kunai [AaD]x8
    Filo di Nylon Rinforzato (10 metri) [Vario]
    Kusari Fundo [AdCC]x1
    Uchiha Shuriken [AaD]x4
    speroni [PpCC] x2
    Muschio di Recupero Minore [Tonico]

    Chakra:
    135/140

    ferite://





    CITAZIONE
    perdono per lo spaventevole ritardo ç_ç

     
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  6. MiracleManu
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    Un carico pesante. Una lunga corsa.



    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato

    Senza neanche leggerlo il sensei strappò in mille pezzettini la lettera che Hamano gli aveva dato. Di certo il ragazzo non aveva nulla da ridirgli, in fondo si trattava di un raccomandato che voleva provare a fare il ninja, quindi tanto meglio se non si poteva presentare.
    La cosa che invece sorprese Hamano fu che il sensei acconsentì senza tante storie al suo ingresso nell'addestramento. In realtà Hamano lo aveva chiesto più per sfizio che per altro, convinto che non sarebbe mai stato accettato, invece, come se in realtà al sensei non importasse niente, gli venne acconsentito di allenarsi con loro.
    Ma la cosa che più inquietò il ragazzo fu quel sorriso che di raccomandabile aveva ben poco. Forse non era stata proprio una grande idea chiedere di unirsi all'addestramento.
    Il sensei si presentò col nome di Febh Yakushi per poi ad indicare al suo altro allievo di caricarsi sulle spalle uno zaino poco distante. Già dalla mole dello zaino Hamano immaginò che il sensei stava tramando qualcosa, e per Hamano bastò vedere come il suo compagno d'addestramento faticò a metterselo sulle spalle per convalidare la propria ipotesi.
    Siccome il sensei era sprovvisto di un altro zaino Hamano si aspettava di dover portare chissà quale cosa sulle spalle, ben più scomoda di uno zaino, ma a quanto pareva il sensei aveva una soluzione.
    Hamano guardò il sensei comporre qualche sigillo per poi evocare una lucertola. Il ragazzo guardò allibito la creatura comparsa dalla tecnica. Hamano aveva sempre trovato particolarmente interessanti le creature richiamabili da un'evocazione. Le persone capaci di questi richiami, agli occhi di Hamano, spiccavano di più tra gli altri ninja.
    Dopo averle detto qualche parola, la lucertola scomparve nell'esatto punto in cui era stata chiamata. Subito dopo si instaurò un silenzio un po' imbarazzante, dove Hamano cercò di intrattenersi facendo vagare lo sguardo qua e là. Non capiva che cosa il sensei stesse aspettando, ma dopo qualche minuto la lucertola che aveva chiamato prima ricomparve, insieme ad un altro zaino identico a quello che portava il suo compagno.
    Hamano prese lo zaino, e con qualche piccola difficoltà riuscì a metterselo saldamente in spalla.


    Non credo proprio che si vada a fare un pic-nic.

    l sensei scattò rapidamente, e i ragazzi dovevano ovviamente seguirlo, e Hamano lo avrebbe fatto se il suo compagno non lo avesse salutato, con un sorriso quasi forzato.

    Ciao, piacere di conos...

    Non ebbe neanche il tempo di rispondere a dovere che venne lasciato indietro dagli altri due. Sbuffando, scattò anche lui, rallentato però dal grande peso che portava sulle spalle. Davanti a sé aveva il compagno di cui non ricordava bene il nome, anche se l'aveva pronunciato poco fa.

    Ehi, scusami, aspettami!

    Un tutta risposta egli scattò in avanti ulteriormente, e dato il cambio di velocità Hamano suppose che fosse avvenuto grazie al chakra. Hamano non prese bene il fatto di essere stato ignorato, ma concesse il beneficio del dubbio al compagno. In fondo poteva non aver sentito bene.

    Di certo non voglio rimanere troppo indietro.

    Hamano impastò un Bassissimo di chakra, una quantità minima ma che almeno poteva dargli una mano a prendere il ritmo della corsa.
    Il sensei non sembrava stesse andando particolarmente veloce, all'incirca alla normale velocità di Hamano, solo che con quel peso sulla schiena non era particolarmente facile mantenere il passo.
    Hamano si abbassò con la schiena per fare in modo che lo zaino gli desse meno fastidio possibile. Cercò di ignorare la crescente fatica ed aumentò lievemente il passo, giusto per portarsi a qualche metro dal compagno. Voleva chiedergli il suo nome, ma in quel momento tutto il corpo e tutte le sue facoltà erano incentrate sulla corsa e sulla sopportazione di quel dannato peso.
    Ad ogni passo sentiva il piede affondare nel terreno, ma concentrandosi sulle caviglie riusciva benissimo ad alzare la gamba velocemente per compiere lunghi passi. Dato il peso sarebbe stato stato stupido sforzarsi continuamente con piccoli passetti.
    Ulteriore ostacolo furono gli alberi che si frapponevano tra loro, e dato il peso, e quindi la maggior difficoltà di manovra, Hamano cominciava già a curvare parecchio anticipatamente all'albero, così da non costringersi ad eccessivi cambi di direzione che avrebbero potuto fargli perdere l'equilibrio.
    Se la corsa avesse continuato su questi binari Hamano sarebbe riuscito senza eccessive fatiche a stare dietro al sensei, ma ovviamente appena speri che qualcosa non succeda ecco che la sorte ti frega alla grande.
    Appena gli alberi si fecero più radi il sensei aumentò notevolmente la velocità, lasciando indietro i due ragazzi.
    Hamano sbuffò sonoramente. Immaginava che anche il suo compagno non l'avesse presa bene, ma la fatica cominciava a deconcentrarlo, quindi non tentò in alcun modo di accertarsene. Aveva già abbastanza da pensare per sé.
    Il distacco tra lui e il sensei continuava ad aumentare, perciò Hamano cominciò, anche se dolorosamente, ad aumentare velocità.
    Lo zaino cominciava a far sentire i suoi effetti. Ad ogni passo le caviglie mandavano fitte di un dolore ancora sopportabile, e le braccia, costrette a tenere le bretelle dello zaino per farlo ben aderire alla schiena, davano qualche fastidio per essere rimaste in quella posizione scomoda.
    Hamano doveva ignorare il dolore, anche se il sudore che gli calava dalla fronte ogni tanto andava a finirgli negli occhi, dandogli quindi ulteriore fastidio. Il suo corpo si stava trasformando pian piano in un bagno di sudore. In pratica gli erano partite entrambe le ascelle.
    Hamano si portò avanti, rischiando di sbilanciarsi. Ora doveva mantenere una velocità costante, altrimenti rischiava di cadere, ma perlomeno aveva acquistato della velocità, anche se le sue gambe ad ogni passo soffrivano sempre di più.
    Dopo qualche interminabile centinaia di metri il gruppo dei tre passò davanti ad una radura ben piazzata, dove Hamano sperò vivamente di fermarsi. Naturalmente continuarono a correre per la gioia delle idee malsane del sensei.


    Mi sa di essere incappato in uno che si diverte con la sofferenza altrui. Fa te che sfiga...

    Quasi attirato dai pensieri di Hamano il sensei rallentò fino a farsi raggiungere. Chissà perchè la cosa non piacque per niente ad Hamano.


    CITAZIONE
    Quindi per questo breve tratto sgombrò facciamo un gioco. Farò due domande a testa. Per ogni risposta che mi soddisfi, leverò cinque chili di peso dal vostro zaino quando faremo una pausa. Ma se la risposta è sbagliata o imprecisa, allora aggiungerò cinque chili al vostro compagno.


    Hamano guardò il suo compagno cercando di attirare il suo sguardo. Gli scoccò un'occhiata supplichevole che voleva dire "ti-prego-non-sbagliare", nella speranza che non si fosse ritrovato in mezzo a due che non vedevano l'ora di far soffrire l'altro.
    Hamano ascoltò attentamente le proprie domande, per poi rifletterci su. Non era certo la cosa più semplice correre con quel peso e riflettere allo stesso tempo, perciò sperò che il sensei fosse elastico con le risposte.


    Bhè... se il mio avversario usa solo taijutsu... la soluzione migliore sarebbe quella di metterlo sotto qualche genjutsu, in modo da incantarlo... oddio cosa pesa lo zaino.

    Prese fiato. A parlare perdeva la concentrazione sul peso che portava sulle spalle, e a causa di questo avvertiva tutto il dolore della schiena.

    Per le armi base invece... bhè, il kunai ha il vantaggio della versatilità... lo shuriken come arma da lancio può assumere diverse traiettorie... e questo può sorprendere il nemico... invece gli spiedi sono i più facilmente occultabili.

    Hamano sperò con tutto il cuore di aver risposto giusto. Togliersi dei chili da quello zaino si sarebbe rilevata una vera e propria manna dal cielo.
    Purtroppo il sensei non disse niente, ma invece scattò nuovamente in avanti, per poi cominciare a saltare da un ramo all'altro, seguito a ruota dall'altro ragazzo.
    Oramai Hamano non chiedeva nient'altro che un po' di riposo, perciò, speranzoso che quella dovesse essere l'ultima fatica, seguì l'esempio dei due e si preparò a salire sui rami. Attese un ramo basso su cui saltare per primo, e appena lo vide caricò le piante dei piedi di chakra adesivo per poi saltare sul ramo, che però si spezzò sotto al suo peso e quello dello zaino. Soprattutto quello dello zaino.
    Hamano non se lo aspettava, e perciò ruzzolò malamente a terra, riportando qualche graffio superficiale e qualche piccolo livido.


    Ma porca di quella porca, proprio il ramo marcio dovevo beccare

    Con qualche imprecazione mormorata sottovoce Hamano si rialzò rapidamente per ricominciare a correre. Arrabbiato com'era per via di essere caduto non avvertì neanche troppo il peso e la fatica, ma sentiva solo l'umiliazione.

    Speriamo non mi abbiano visto

    Ora però era tremendamente indietro. Riusciva ancora a scorgere gli altri due, qualche albero più avanti, e perciò Hamano riprese subito a correre. Prima di saltare su un ramo ne controllò qualcun altro, e convinto che non si sarebbe spezzato come quello precedente, ci balzò su.
    Anche se il peso limitava l'elevazione di Hamano, il ragazzo riuscì pian piano a guadagnare quota fino a portarsi ad un certa altezza.
    Per cercare di compiere salti il più lungo possibile Hamano saltava come un canguro. Atterrava su un ramo a piedi unti, e poi, facendo leva su entrambe le gambe, spiccava un lungo salto. In aria si aiutava con le braccia per acquistare più spazio, come facevano i saltatori in lungo. Ogni volta che atterrava su un ramo sentiva qualche scricchiolio poco raccomandabile, ma grazie al cielo tutti i rami riuscirono a sopportare il peso congiunto di Hamano e dello zaino, evitandogli così un'altra dolorosa caduta a terra. Si aiutò anche con le mani tenendosi al tronco di ogni ramo su cui saltava. Lo zaino minava l'equilibrio di Hamano, e perciò il ragazzo per scurezza si portava sempre vicino al tronco.
    Hamano non ce la faceva più, e quando in lontananza vide il sensei fermarsi provò una piccola sensazione di gioia, e percorse rapidamente le ultime falcate che lo separavano dagli altri. Arrivato dal sensei gettò malamente a terra quel dannato zaino e poi si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato.
    Guardò il compagno che sembrava fresco come una rosa. Sembrava solo un po' dolorante alle spalle, ma aveva lo sguardo di uno che non ne aveva avuto abbastanza.


    Ah, poi non ho... ancora capito... come ti chiami...

    Il pensiero di Hamano tornò al libro che doveva prendere in accademia. Ma perchè diavolo aveva voluto unirsi a questo massacrante addestramento? Maledetto lui e la sua linguaccia.

    Non è che avrebbe da bere? Sto morendo di sete.

    Hamano guardò con aria supplichevole il sensei. Solo ora si era accorto che aveva la gola secca come il deserto. Dannata corsa, dannato zaino, dannato ramo marcio, dannato tutto.






     
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    Li aveva fermati con un gesto della mano, ed ora erano in piedi su dei grossi rami proprio al limitare di una radura. Fermi. Disse con voce improvvisamente seria. Ra-coso faceva lo sborone, ma era palese quanto fosse stanco, mentre l'altro chiedeva dell'acqua.

    Acqua, dici? Beh, lì c'è tutta l'acqua che potresti volere...sempre che ti vada di berla..

    Mormorò, puntando una mano in avanti. uno spettacolo non particolarmente edificante si stagliava davanti a loro: proprio in mezzo alla radura tre strane strutture circolari si ergevano col loro macabro carico.

    Erano come tre grossi gomitoli di liane, o rami, e in ognuno di essi era imprigionato un corpo umano, capovolto, che sporgeva all'esterno con la sola testa e le spalle. E la testa di ciascuno dei tre uomini era a mollo in una banalissima bacinella con dell'acqua. Probabilmente quelle liane erano l'effetto di un qualche Jutsu che li aveva imprigionati, e poi erano stati lasciati ad affogare dai loro aggressori, forse era una forma di tortura.

    Brutta fine...decisamente... Sinceratosi che non vi fossero nemici nei dintorni, Febh si avvicinò a quei grovigli. Questi tre sono di Konoha... disse, notando ora il coprifronte. Credo sia meglio liberarli. Eppure, pur provando a tagliarle, quelle liane si rigenerava all'istante! E nemmeno l'occhio dell'annullamento avrebbe prevenuto questo effetto, se per caso fosse stato usato (probabilmente perchè c'era troppo chakra in quel jutsu per le limitate capacità di Hamano)

    Niente. Tagliarle è inutile... Provò a estrarre a viva forza uno di quei disgraziati, ed effettivamente riusciva a muoverlo, almeno un poco, però quelle dannate liane offrivano una notevole resistenza. Ehi. Si riesce a estrarli. Occupatevi degli altri due. Disse, con un tono che non ammetteva repliche.

    Era possibile estrarre quei corpi, questo è vero, ma occorreva esercitare una forza notevole e per parecchio tempo, senza pause o le liane avrebbero inglobato nuovamente la loro vittima in una frazione di secondo.

    Inizialmente le liane offrivano una certa resistenza all'estrazione della vittima [forza 250 per razen, forza 325 per Hamano]
    La resistenza sarebbe aumentata poi man mano che la vittima veniva estratta [Aumento di una tacca per ogni 20% di corpo che liberate. Contate che al momento il 20% è già libero] Ma bastava cessare la trazione anche solo per un istante e avrebbero dovuto ricominciare da capo, allo stesso modo una trazione più vigorosa per azione del chakra sarebbe corrisposta a una stretta più serrata delle liane [+5 tacche], stimolate dall'improvviso movimento.

    CITAZIONE
    L'esercizio mi sembra semplice, descrivete le vostre reazioni all'evento e durante la prova. Ovviamente impastare chakra è inutile visto che si tratta di uno sforzo continuo e dare dei boost istantanei servirebbe solo a squilibrare il tutto e rendere più facile il gioco alle liane.

     
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    Tiro alla fune con cadaveri. Liane ostinate.



    CITAZIONE
    Narrato
    Parlato
    Pensato


    CITAZIONE
    Acqua, dici? Beh, lì c'è tutta l'acqua che potresti volere...sempre che ti vada di berla..


    Hamano guardò nella direzione indicatagli dal sensei per osservare uno spettacolo raccapricciante.
    Poco lontano da loro si ergevano tre grossi gomitoli di liane, dove all'interno si trovavano dei ninja, con solo la testa che sporgeva da quella specie di uovo vegetale. Il problema era però che le teste erano immerse in una bacinella d'acqua.
    Chissà quali pazzi psicopatici hanno ideato una simile tortura. Oltre tutto quelle liane non avevano niente di naturale; doveva per forza di cose trattarsi di un qualche jutsu strano, che Hamano sperò di non doversi mai trovare ad affrontare.
    Hamano seguì il sensei intento ad avvicinarsi ai tre poveracci, costatando che provenivano da Konoha. Poveretti, quale morte orribile, senza neanche una degna sepoltura. Il ragazzo provò una sincera compassione per quei tre poveri shinobi. Dovevano assolutamente liberarli.
    Immediatamente Hamano caricò nel proprio sguardo una discreta quantità di chakra per risvegliare la propria innata. Il suo sguardo si illuminò di una luce divina che presto si spense, ma lasciò gli occhi carichi di energia.
    Voleva annullare quelle liane, ma appena attivato l’Occhio dell'Annullamento poté vedere come quelle liane erano altamente impregnate di chakra. Troppo chakra. Con delusione e frustrazione per non poter aiutare i tre malcapitati Hamano sciolse la tecnica per poi girarsi verso gli altri due.


    Ho provato ad annullare la tecnica che li avvolge, ma non c'è niente da fare per questi tre poveretti.

    Il sensei provò a tagliare le liane, ma quelle appena tranciate, ricrescevano a tutta velocità, senza possibilità di bloccarle. Che tecnica diabolica.
    Senza demordere il sensei provò con altri metodi. Tentò a tirare fuori il cadavere usando la nuda forza, e anche se lentamente, si vedeva comunque il corpo liberarsi sempre di più.
    Animato dalla nuova speranza di poter aiutare quelle anime disgraziate, Hamano non ci pensò due volte prima di gettarsi davanti ad uno dei shinobi, però in quel momento si bloccò.
    Gli era già capitato di vedere dei cadaveri, ma ora qui si trattava di toccare un corpo imputridito dal tempo e da quella foresta.
    Anche se un po’ riluttante Hamano mosse veloce le mani ad afferrare la testa del ninja, per poi cominciare a tirare.
    Subito avvertì la forte resistenza che le liane opponevano, come se non volessero lasciare la propria preda. Il terreno non offriva un buon appoggio per tirare fuori il corpo, ma Hamano continuò a tirare con tutte le proprie forze.
    Quando, faticosamente, riuscì a tirare fuori il corpo fino all'altezza delle spalle, le liane si strinsero di più al loro macabro contenuto, aumentando così la resistenza che opponevano.
    Sinceramente Hamano non ne poteva più. Ci stava mettendo troppo tempo, e cominciava a stancarsi di dover continuare a tirare, perciò senza pensarci troppo Hamano incanalò nelle proprie braccia un Basso di chakra per poi strattonare con vigore il cadavere.
    Tecnicamente Hamano sarebbe riuscito a estrarre il corpo senza grossi problemi, ma quelle dannate liane erano terribilmente ostinate ed erano preparate anche per emergenze del genere. Nel momento del primo strattone Hamano sentì le liane indurirsi ulteriormente, rendendo impossibile tirare fuori l'uomo. Il ragazzo stava sudando parecchio, e appunto con le mani bagnate di sudore perse la presa sul cadavere che venne risucchiato dal globo di liane, mentre Hamano, che non si aspettava di farsi scivolare così il cadavere, cadde a terra malamente.
    Subito si rialzò con una evidente espressione infuriata.


    MA PORCA MISERIA, CHE RAZZA DI JUTSU DEL CAVOLO! MA DIMMI TE COSA CERTA GENTE VA AD INVENTARSI.

    Il fatto che a quegli uomini fosse stato negato il ritorno in patria, che quelle liane erano fin troppo resistenti, e per essere caduto a terra, fecero crescere in Hamano una rabbia poco consona al suo solito atteggiamento ottimista e sorridente.
    Non era intenzionato a darla vinta a quelle liane, voleva a tutti i costi liberare quel corpo. Oramai era diventata una questione di principio.
    Si sputò sulle mani per riprendere subito a tirare il cadavere. Cercava di non guardare direttamente il morto, ogni volta che vedeva quel corpo putrescente gli saliva la colazione.
    Facendo presa sul collo Hamano tirò vigorosamente, ansimando per la fatica. Sarebbe stato tutto più semplice con l'uso del chakra, ma quelle liane bastarde avevano una buona difesa contro quella strategia.
    Che se ne andassero a benedire pure quelle liane insieme a tutte le cose che hanno rovinato la giornata di Hamano.
    Estrapolato parte del cadavere le liane si irrigidirono maggiormente. Ma questa volta Hamano non avrebbe mollato il morto. Cambiò la presa, e mise le mani sotto le ascelle del cadavere. Ebbe un sussulto a toccare quella zona del corpo, ma in questo modo riusciva a tirare con molta più stabilità. Anche se più lentamente rispetto a prima, Hamano riuscì pian piano a tirare fuori il cadavere sempre di più, ma arrivati nella zona del bacino le liane aumentarono ancora di più la loro ferrea presa sul corpo, attorcigliandosi fortemente su tutte le gambe.
    Ora Hamano doveva spingersi aldilà della sua già notevole forza fisica. Sudando e mugugnando dalla fatica il ragazzo riusciva a tirare l'uomo fuori da quell'inferno di liane, anche se la lentezza con cui ci riusciva era estenuante. Non osava fermarsi neanche un momento, aveva la paura che le liane, appena avesse smesso di muoversi, si sarebbero riprese velocemente il corpo del cadavere, vanificando così i tentativi del ragazzo.
    Cercando di non perdere l'equilibrio Hamano usò tutte le sue forze per far sfilare il corpo fuori dalle liane mentre il sudore imperlava la fronte dello shinobi. Lentamente anche le gambe cominciarono a sfilare, ma all'altezza del ginocchio la presa delle liane si fece ancora più serrata.


    Non ti arrendi eh? Bhè, nemmeno io.

    Le braccia tremavano per lo sforzo e le gambe rischiavano di cedergli, ma ormai, giunto a questo punto, il ragazzo non l'avrebbe mai data vinta a quella pianta nefasta.
    Ormai mancava poco per liberare l'uomo. Il suo corpo rimaneva penzolante, dove era conteso tra Hamano e la pianta. Il ragazzo puntò i piedi sforzandosi di tirare finalmente fuori il cadavere, ma le forze stavano per abbandonarlo. Avvertiva la grande stanchezza, infatti sembrava che la pianta stesse recuperando terreno, e parte delle gambe erano ritornate ad essere avvinghiate dalle liane, ma Hamano non voleva perdere3 anche questo round, perciò richiamò quelle che erano le sue ultime energie, le sue ultime scorte di forza per poter riuscire a battere quella piante nel tiro alla fune.
    Con un incredibile sforzo Hamano riprese a tirare e del cadavere rimasero solo i piedi intrappolati nella pianta.


    WOOOOOOOOOOOOOOOOOH

    Con un ultimo, disperato sforzo, Hamano riuscì finalmente a liberare l'uomo. Aveva vinto. Questo gli dava un enorme piacere. Cadde a terra a causa dello slancio, si era meritato del riposo. Ma non ebbe neanche questa soddisfazione. Il cadavere gli crollò addosso e Hamano ebbe una paura tremenda. Dopo un piccolo momento di confusione Hamano scagliò lontano il corpo. Era vero che voleva aiutare quei uomini a ricevere una degna sepoltura, ma erano pur sempre dei cadaveri.

    Non so voi ma io sono esausto.

    Attendendo che anche loro terminassero il loro compito, Hamano si distese per riposarsi, con il petto che saliva e scendeva a gran velocità.




     
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    Seguì la mano del sensei ed esclamò con tono estremamente calcolato ed attono:

    Miseriaccia che brutta fine

    Non ne venne colpito, non era la prima colta che vedeva gli effetti di una tortura o un morto, e quella era sempre morte, anche se apportata differentemente.
    Poco più in la stavano 3 bozzoli umani avvolti quasi completamente da delle liane solo la testa ne spuntava fuori ed era immersa in una bacinella d’acqua (una per ciascuno) in cui probabilmente i 3 erano affogati dopo inutili e disperati tentativi di salvarsi.


    Semplice ma efficace.

    Di nuovo quel tono indifferente, forse ora un po’ canzonatorio, mentre osservava la bacinella con fare critico, gli scappò un sorriso ad immaginare la sua persona in quella situazione, dato che non poteva vedersi piegare la schiena e allungare il naso sulla bacinella.
    Notò con poco piacere che le face erano grigiastre e l’acqua le aveva fatte marcire prima del previsto, assomigliavano a giganti prugne grige.
    Si voltò verso il sensei per prestargli orecchio, mentre lo guardava tentare di tagliare le liane inutilmente.


    Ve bene.

    Non disse null’altro, sfilò le mani di tasca e con la bocca ancora secca si avvicinò ulteriormente al cadavere, lievemente disgustato dallo spettacolo.

    Uff

    Sbuffò e afferrò la testa del mal capitato, far cedere le liane sarebbe stato difficile, soprattutto nel primo tratto in cui inglobavano le spalle, calciò via la bacinella mentre lentamente faceva passare l’avambraccio destro sotto il mento del suo ex compaesano e afferrava il gomito sinistro per poi concludere la presa facendo passare l’avambraccio sinistro dietro il collo per farle afferrare il braccio sinistro, non le sarebbe certamente sfuggito.
    Appena tirò il corpo le liane si animarono lamentandosi come le corde troppo tese, aveva certamente cinto bene il cadavere, ma più tirava più era complesso compiere il lavoro per bene dato che tutto il pacco le veniva dietro.


    Beh, tanto ormai è morto, se le faccio un po’ di male non si lamenterà.

    Si tenne sul collo del povero cadavere e issò le gambe sino all’attaccatura della liana in modo da fare forza anche con i piedi, anche perché il vegetale non pareva avere interesse per lui, rimase a testa in giù, quasi faccia a faccia con la prugna desaturata.
    Strinse le braccia intorno al collo del morto e prese a tirare con le ganbe (raddrizzandole) e con la schiena lentamente e con qualche sbuffo la vittima sgusciò lentamente fuori, aveva raddrizzato quasi del tutto la schiena quando decise di lasciare la presa per assumere una posizione migliore per il secondo strattone, ma appena mollato il konohaniano venne riavvolto dalle liane in pochissimo tempo, Raizen rimase sconcertato, non tanto per le liane che si erano mosse quanto per la fatica buttata al vento.


    Fottute liane!

    Aveva gli occhi spalancati e le labbra chiuse in un espressione comica di stupore.
    Afferrò nuovamente il cadavere e riprese a tirare, ancora a testa in giù, mentre le tempie cominciavano a pulsare.


    1...2....sssssssssssssssssst

    Inspirò e tiro a se e sentì nuovamente le liane cedere mano a mano che il corpo veniva estratto, ma arrivato poco più sotto del costato le liane parvero animate da nuova forza e si annodarono più saldamente intorno al morto, Raizen, lentamente e senza far calare l’intensità di trazione fece passare le braccia sotto le ascelle per poi intrecciare le mani sul costato di X (verrà chiamato così d’ora in poi per comodità).
    Il cadaverico viso di X non si muoveva, ovviamente, nel rigore della morte rimaneva impassibile di fronte alla forza delle liane che veniva combattuta dalle smorfie di fatica di Raizen.


    Fottuto bastardo proprio in questa maniera dovevi farti ammazzare.

    Arrivato al bacino le liane ripresero a tirare il corpo di X a loro, con ancora più forza rispetto a prima, ma Raizen non cedette, avrebbe buttato al vento, o meglio, alle liane, troppo lavoro, i muscoli spinali si irrigidirono e aiutati dalle gambe estrassero anche il bacino dalle liane, ormai la parte più complessa, vista la forma del corpo umano, doveva essere passata, le liane non avrebbero avuto nulla a cui appigliarsi.
    Ma si sbagliava, arrivato alle ginocchia le ruvide radici aeree strinsero la presa, le parve eccezionale quella tecnica che nonostante l’assenza del suo fautore reagiva agli stimoli in quella maniera, aveva vita propria, dopo quel breve pensiero sopraggiunse un dubbio, e se a distanza qualcuno stesse controllando le loro azioni? Lui in quella posizione era sicuramente il più svantaggiato: doveva muoversi.
    Strinse le braccia su X, probabilmente gli incrinò una costola visto lo strano cedimento che percepì, ma dopotutto ormai era morto.
    Gli stinchi vennero via, ma come prima, quasi a tappe regolari, le liane si strinsero sulle caviglie di X, quelle liane non volevano lasciarlo andare a nessun costo, ma nuovamente l’altezza di Raizen venne in suo aiuto, infatti calciando la liana e dando un ultimo strattone anche i piedi vennero fuori, e grazie ad un po’ di chakra adesivo fu in grado di non piombare testa a terra.


    Maledetto, potevi andare da un’altra parte a farti uccidere.

    Guardo male il cadavere come se il suo sguardo potesse colpire un morto, mentre ascoltava le parole del suo compagno e dei muscoli che vibravano per la fatica fatta.

    Già stavolta lo sono anche io.
    Ho notato i tuoi occhi prima, veramente...belli.

    Un sottile ghigno diede un immagine strana al suo tono distaccato e privo di emozione, si stesse sul lato della faccia opposto ad Hamano, e non visto si ritirò.

    Tieniteli stretti.

    Si distese a riposarsi, pensando a cosa quell'affermazione potesse far pensare al suo "compagno".

    Sensei, avrei bisogno di cibo

    Chiese nuovamente, anche se ormai non ci sperava tanto in una risposta affermativa.





    SPOILER (click to view)
    Shuriken [AaD]x8
    Kunai [AaD]x8
    Filo di Nylon Rinforzato (10 metri) [Vario]
    Kusari Fundo [AdCC]x1
    Uchiha Shuriken [AaD]x4
    speroni [PpCC] x2
    Muschio di Recupero Minore [Tonico]

    Chakra:
    135/140

    ferite://

     
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    Perchè vi siete seduti? Chiese Febh con un tono assolutamente gelido. Aveva terminato molto prima di loro, vista la superiorità fisica, ma non per questo era meno stanco. Sono stanco anche io ma non avete pensato che il nemico potesse essere stato avvisato della rottura del suo Jutsu? O magari è ancora nei dintorni

    Privi di vittime, i grovigli di lame stavano lentamente avvizzendo, fino a scomparire completamente. Genin... Sbuffò, scuotendo il capo.

    In effetti... Mormorò una voce lagnosa sopra le loro teste. Alle loro spalle stava uno Shinobi vestito interamente in nero, col volto coperto ad eccezione degli occhi, neri anch'essi. Non penso di avere abbastanza chakra rimasto per fronteggiare tre ninja assieme, ma tant'è... Compose tre sigilli prima ancora che il gruppo potesse reagire, e dai fusti rinsecchiti delle liane esplose letteralmente una nube di fumo che li avvolse.

    Febh compose due sigilli e puntando le mani al suolo balzò via grazie a una possente corrente d'aria, ma nessuna tecnica dei due allievi nè le loro capacità fisiche avrebbero consentito loro di cavarsela. Rimasero bloccati, come paralizzati agli occhi dello Yakushi Merda! Che gli hai fatto? Ringhiò alla volta dell'aggressore Un semplice, utile genjutsu per tenerli a cuccia per un poco.

    Hamano e Raizen tuttavia non erano più coscienti per sentire tutto questo.

    Ognuno di loro si ritrovò immerso nel buio più assoluto, pur riuscendo a distinguere chiaramente la propria figura e la sedia su cui stavano..una sedia identica a quelle che avevano nelle proprie case, o nel luogo che più apprezzavano. Ciascuno di loro era solo.

    Se si fossero alzati, la sedia sarebbe scomparsa all'istante, ma in un modo o nell'altro dopo quelli che sembrarono parecchi minuti (una manciata di istanti nel mondo reale) sentirono come un battito nell'aria intorno a loro, come se il nero pulsasse. Nuovi battiti, via via più ravvicinati li avrebbero condotti (ma erano loro a muoversi o era lo spazio a spostarsi?)

    Si trovarono infine davanti a una specie di sfera di luce pulsante, che nonostante questo non rischiarava affatto il nero circostante, ed anzi ne sembrava schiacciata, divorata. Ogniqualvolta una parte di "nero" si lanciava nella sfera, i genin sentivano l'aria pulsare e si sentivano affaticati.
    Non ci volle molto per capire che si trovavano al cospetto del loro stesso Tantien, tato che provando a impastare chakra o usare tecniche (pur senza alcun effetto nel mondo reale) parte della luce bianca veniva drenata sotto forma di un raggio brillante che si disperdeva nel nero.

    Ed ora qualcosa, forse quel fumo che li aveva avvolti, stava divorando tutto il loro chakra, obbligando la fusione tra l'energia fisica e quella mentale e poi disperdendo quella forza. Afferrare la materia nera che corrodeva la luce era impossibile, erano entrambi immateriali..i genin erano solo spettatori...eppure dovevano trovare un modo o sarebbero stati completamente prosciugati!

    CITAZIONE
    Prova di sviluppo del Chakra.
    Il Nero divora circa un Basso ogni minuto del mondo illusorio. Ci sono molti modi per superare la prova, a voi trovarne uno e ovviamente motivarlo :zxc:

    Buona fortuna

     
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    O beh, sensei, di quello si è occupato lei, se ci fosse qualcuno nei dintorni la colpa andrebbe certamente alla sua spavalda affermazione, non a noi che abbiamo eseguito le disposizioni.

    Ricambiò lo sguardo gelido, con un mezzo sorriso posto istintivamente dalla parte opposta del viso che il sensei vedeva.
    Infatti poco dopo una voce accusò il sensei.


    Babbeo.

    Strizzò gl’occhi vedendosi impossibilitato a sfuggire a quella nebbia che lo avvolgeva così velocemente per poi ritrovarsi...seduto.

    Ma che cazz...!!!

    Si alzò con uno scatto dalla sedia per poi vederla scomparire, rimase a guardarsi intorno.
    Si, intorno a lui non c’era nessuno, era un genjutsu, poco dopo i suoi sensi comandati dalla tecnica udirono dei battiti, come se Raizen fosse immerso in un enorme, nebbioso cuore nero che gli si stringeva attorno, dopo aver rotto quel innaturale silenzio i battiti si facevano più vicini, ma non sapeva se l’ambiente attorno a lui cambiava o si muoveva, sapeva che in un modo o nell’altro avanzava.
    Il suo lento e sregolato procedere lo portò al cospetto di un enorme sfera di luce pulsante che però non riusciva a disperdere le tenebre, ne era avviluppata, un ennesimo battito e il nero si lanciò nella sfera.


    Anf

    Non era stanco, non lo era per nulla, ma appena il nero si lanciò nella sfera si sentì privato di parte della sua forza, come se una enorme mano l’avesse afferrato per il tantien e l’avesse tratta via con forza.
    Raizen rimase impietrito, ma allo stesso tempo insicuro, impastò del chakra, ma subitò se ne sentì privato e contemporaneamente a ciò una lingua di luce proveniente da quella sfera si disperdeva nel vuoto, quella sfera era il suo tantien e ritmicamente le veniva sottratto del chakra, sia quello impastato sia quello di riserva attraverso una forzatura della sua mente, poco ma costantemente, se non fosse intervenuto si sarebbe presto ritrovato in difficoltà.
    Era dentro un genjutsu ma non aveva alcuna tecnica per dissiparlo, si diede varie volte dell’imbecille per questa sua lacuna.
    Eppure era lui a fare tutto questo casino, era influenzato da quella visione, ma era pur sempre il suo corpo a impastare chakra inutilmente, doveva bloccarsi, doveva superare quel irrazionale visione e smetterla di cedere il suo chakra al nulla.
    Si sedette, proprio come un buddha, però poggiò i gomiti sulle cosce e congiunse i polpastrelli formando con le mani quasi una sfera.


    Vediamo quanto è utile questa merda che ho intorno.

    Passò un minuto dentro quel illusione e non ne voleva passare altri velocemente pensò ad un metodo per tirarsi fuori da quella situazione, come già successo doveva dare una “consistenza” al suo chakra e manovrarlo a suo piacimento, quella era un illusione, certo, ma dopotutto la realtà non è un insieme di percezioni soggettive? Non è un insieme di segnali elettrici? E ora per quanto sfasati quelli che il genjutsu gli mandava erano sempre segnali elettrici, solamente la sue esperienza, la sua vita trascorsa le dicevano che tutto quello non era possibile, quindi forse era più semplice interpretare tutto quello come un effettiva realtà e manovrarla a suo piacimento.
    Doveva attirare a se quella sfera e proteggerla.
    Scese al suo interno, sapeva dove il cuore batteva, dove i polmoni si espandevano, dove il suo stomaco si contraeva, e allo stesso modo sapeva dove il suo tantien produceva chakra grezzo, doveva trovarlo per l’ennesima volta, ritrovare quella sfera nuovamente, al suo interno, non era difficile, bastava volerlo.
    Ora doveva avvicinarsi a quella sfera, doveva riuscire ad abbracciarla, ma era impalpabile, come fare? Come agguantare una fetta di nebbia a forma di sfera? Con un sacchetto.
    Doveva creare attorno a quella sfera una membrana, crearla non era difficile, doveva solo tenerla in mano, doveva solo immaginarla.
    Come un eterea coperta una membrana si posò sul suo tantien e riaperti gl’occhi la sfera stava tra le sue mani, non badò al fatto che durante il procedimento il nero gli aveva sottratto dell’altro chakra.
    E ora? Ora che era protetto cosa doveva fare per evadere? Non sapeva quanto bene avrebbe funzionato il suo metodo e non voleva testarlo possibilmente, e anche se funzionava non poteva restare li in eterno, l’unica possibilità era un esplosione controllata, doveva comprimere il suo chakra, farlo aumentare e poi farlo riespandere, solo in quel modo avrebbe estinto le tenebre.
    Strinse le mani, compresse il suo chakra durante lo sforzo i muscoli cominciarono a vibrare, era immane lo sforzo che compieva, dalle braccia alla schiena ricurva sulla sfera alle gambe irrigidite che premevano contro il terreno, stava spremendo se stesso, ogni sua fibra muscolare, ogni sua proteina.
    La sua mente invece si occupava del tantien, lo inglobava come un polpo e lo stritolava come un serpente costrittore corpo e mente si spremevano sino all’ultimo, ogni singola cellula cedeva chakra e ne richiedeva di nuovo il tantien prese a battere alla stregua di quella nebbia nera che lo avvolgeva, un singolo profondo battito che echeggiò in quella dimensione creata solo dalla mente di Raizen come se si costruisse un letto più grande per non danneggiare nulla durante la futura esplosione, ora non gli importava dei suoi muscoli doloranti, della mente affaticata, per un microsecondo tutto venne interrotto e l’energia fluì al tantien, aperse nuovamente gl’occhi.
    La sfera compressa nelle sue mani brillava molto più di prima, ribolliva di energia compressa e inespressa, doveva solamente aprire il sacchetto.


    Bang!

    Aprì le mani e la sfera con una singola pulsazione si ingrandì ad estrema velocità senza però disperdersi, rimase compatta e luminescente estinguendo lentamente le tenebre che la avviluppavano e insieme a loro tornava nel suo luogo d’origine.
    Si sentiva estremamente stanco e la testa gli doleva lievemente.







    SPOILER (click to view)
    Shuriken [AaD]x8
    Kunai [AaD]x8
    Filo di Nylon Rinforzato (10 metri) [Vario]
    Kusari Fundo [AdCC]x1
    Uchiha Shuriken [AaD]x4
    speroni [PpCC] x2
    Muschio di Recupero Minore [Tonico]

    Chakra:
    115/140

    ferite://
     
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  12. MiracleManu
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    Nel buio. Prova da superare.



    Non rispose al commento del suo compagno sui suoi occhi. Si mise solamente a fissarlo. Il commento non era di certo mirato al colore o alla grandezza dei suoi occhi, e se fosse stato così Hamano si sarebbe intimorito su un altro aspetto del compagno, ma sicuramente stava parlando delle sue abilità.
    Smise di guardarlo per evitare di farsi venire strane idee in testa, quando il sensei cominciò a parlare.
    Per una volta Hamano condivise ciò che ebbe da dire il suo compagno. Era terribilmente maleducato da parte del sensei dire quelle cose. Era ovvio che lui avesse fatto meno fatica ad estrarre il corpo, altrimenti sarebbe stato un po' difficile che fosse il loro sensei, o no?
    Faticosamente Hamano si rialzò, lasciando cadere grosse gocce di sudore dalla fronte. Guardò stizzito il sensei che aveva sbuffato sulle loro minori capacità.


    Simpaticone

    Ad un tratto sembrò che la morte si fosse presentata davanti a loro. Completamente rivestito di nero, sembrava l'incarnazione della morte, fatta eccezione per l'assenza dalla falce, e in un primo momento Hamano ebbe un reverendo timore di quella figura.
    Fu l'ultima cosa che provò, dato che i grovigli di liane dietro di loro esplosero in un denso fumo nero, che lo portò lontano con la mente, ma lasciando lì il corpo in uno stato di trance.
    La totalità del buio fu la prima cosa che colpì Hamano. Fece vagare lo sguardo alla ricerca di uno spiraglio, di un punto dove fissare lo sguardo e riuscire così ad orientarsi. Solo dopo si accorse di essere seduto. Quando si accorse di questo, finalmente tornò anche a sentire il resto del suo corpo. All'inizio era solo la mente a vagare, ma adesso se muoveva un braccio poteva avvertirlo, ma non seppe se rallegrarsi della cosa.


    Ovvio che si tratta di un genjutsu, ma se riesco ad avvertire il mio corpo mi sa che ci sono dentro fino al collo.

    Sicuro di avere qualcosa di solido sotto ai piedi, e non di piombare all'infinito nello spazio buio, Hamano si alzò dalla sedia, e quest'ultima scomparve lasciando piccole macchie eteree di quello che era prima.
    Ora che era in piedi però cosa avrebbe fatto?
    Già di suo non aveva un grande senso di orientamento, e in mezzo a quel buio si sarebbe perso dopo pochi passi, ma d'altronde che cosa poteva fare?
    Cercando di riflettere su quello che gli stava accedendo Hamano si incamminò speranzoso di trovare una via d'uscita da quel dannato inferno mentale.
    I primi passi furono incerti, la paura di cadere nel vuoto era forte, ma poi acquistò sicurezza, come se il buio che lo circondasse lo stesse guidando in un certo senso.
    Non seppe per quanto camminò. Potevano essere pochi minuti come parecchi mesi, ma di colpo si ritrovo davanti ad un globo di luce che lo estasiò per quella sua bellezza pura di luce. L'unica luce in quel mondo buio.
    Alla vista di quel globo Hamano si sentì già molto più ottimista, e i pensieri inquietanti che prima lo stavano attanagliando sembrarono diradarsi, lasciando solo una sorda sensazione.
    Hamano rimase fermo, imbambolato davanti a quella presenza rassicurante. A lui bastava rimanere così, anche per sempre, a crogiolarsi nella vista di quel globo di luce.
    All'improvviso un fascio di oscurità entro violentemente nel globo di luce e Hamano soffrì terribilmente. Che diavolo stava succedendo. Quel momentaneo dolore servì a rinsavirlo dalla sua estasi contemplativa e così prendere coscienza di quello che stava succedendo. Nel momento in cui il fascio oscuro era entrato nella luce lui aveva sofferto nella zona dello stomaco, proprio dove stava...

    Il tantien.

    Finalmente comprese la situazione, ma fece un ultimo esperimento per essere sicuro al cento per cento. Gli bastò impastare una piccolissima quantità di chakra che dalla sfera partì un piccolo raggio di luce che si disperdette dall'oscurità vorace.
    Ciò che stava succedendo quindi era palese. L'oscurità si stava divorando tutto il suo chakra.


    Maledetto chiunque tu sia, adesso oltre a fuggire devo trovare un modo di proteggere il mio tantien e mettermi a parlare da solo sicuramente non mi aiuterà.

    Ora sapeva cosa doveva fare. Però non come.
    Prima di tutto doveva trovare un modo per proteggere il suo chakra, ma quando tentò di afferrare la sfera le sue mani trapassarono il globo luminoso.
    Osservando questo si diede del stupido. Lui non doveva guardare quella luce, doveva concentrarsi sul proprio tantien.
    Conscio di questo si concentrò sul proprio sistema circolatorio, proprio nell'esatto momento in cui un altro raggio oscuro entrò nella sfera. Hamano tentò di non badarci, ma fu difficile non avvertire quella spiacevole sensazione di qualcosa che ti veniva risucchiato.
    Pian piano Hamano attivò il proprio chakra, facendolo scorrere in continuazione, ma delicatamente. Appena fece questo il globo luminoso reagì, e cominciò ad emettere continuamente una serie di piccoli raggi sottili che crearono attorno al globo una piccola membrana protettiva. Hamano ebbe conferma di questo quando un'altro raggio oscuro tentò di penetrare la luce, ma al contatto col continuo vorticare di chakra si disperse nel nulla.


    EVVAI!

    Hamano esultò per quell'importante risultato. Ora non gli restava altro che uscire da quell'intricatissimo genjutsu.
    Si osservò attorno. A parte lui e la sfera luminosa tutto ciò che era attorno era solo oscurità.
    Doveva fare breccia in quel muro oscuro che lo separava dalla realtà, e per farlo doveva distruggerlo utilizzando il suo stesso chakra.
    Concentrandosi come meglio gli riusciva, Hamano cominciò a canalizzare il proprio chakra tutto in un unico punto, ovvero nel suo tantien.
    Lo stesso sembrava stesse facendo la sfera luminosa, dato che si rimpicciolì ma cominciò ad emanare molta più luce del solito. Sentendo di non riuscire a trattenere ulteriore chakra Hamano lo lasciò libero di scorrere nel proprio sistema circolatorio. La sfera, rispose con 'emissione di un unico, grande raggio che partì a razzo dirigendosi verso l'oscurità, ma al contrario dei soliti raggi, che appena inghiottiti dal buio non lasciavano più traccia, questo andò a colpire il buio, producendo un grosso frastuono, simile ai tuoni durante una tempesta.


    Bene, questo è il procedimento giusto. Ora devo solo concentrare più chakra possibile.

    Lentamente stava trovando, o meglio costruendo, la via d'uscita da quell'illusione, e ciò rendeva Hamano felice e fiero di sé stesso.
    Però mantenere la protezione sul globo e l'emissione di quel gran raggio lo avevano stancato non poco, e non era sicuro di riuscire a rimanere così a lungo.
    Di nuovo portò la concentrazione ai limiti per cercare di concentrare quanto più chakra possibile nel suo corpo affaticato, e oltretutto doveva rendere il raggio il più fine possibile, così da avere maggiori possibilità di sfondare la parete buia che si ostinava a separarlo dalla realtà.
    Con grande fatica riuscì a concentrare molto più chakra di quello che riusciva a fare di norma, e il globo si fece ulteriormente più piccolo, e quando liberò il chakra un nuovo raggio, più fine, ma molto più luminoso, partì all'attacco dell'odiata parete oscura, infrangendosi su di essa.
    Sembrava che anche questo attacco fosse stato vano, ma un piccolo rumore, come di qualcosa che si stava crepando, riempì l'aria. La parete era danneggiata.
    Hamano si fecce coraggio. Quell'ultimo raggio aveva consumato quasi tutto il suo chakra, e ora per lanciare un altro raggio doveva utilizzare riserve a lui sconosciute, prosciugare le sue energie per uscire vincitore dal genjutsu.
    Un ultimo tentativo, e se avesse fallito... bhè, ci avrebbe pensato quando sarebbe successo.
    Imperlato di sudore, col fiato corto, Hamano tornò di nuovo a concentrare chakra per un ultimo raggio, costretto a ricercare ne più profondi animi di sé stesso per trovare energia sufficiente per l'ultimo assalto, e quasi privo di forze concentrò tutto nel tantien. Il globo si rimpicciolì quasi a scomparire, ma emise talmente tanta luce che per un attimo Hamano intravide la crepa creata nel muro di buio, e quando rilasciò il chakra, un sottilissimo, luminosissimo raggio partì, producendo un sibili terribile che costrinse Hamano a tapparsi le orecchie. Il raggiò si abbatté con terribile violenza contro il muro, sfaldandolo in tanti piccoli pezzi e liberandolo così dal jutsu avversario.
    Si ritrovò disteso a terra con quasi nessuna energia, ma aprendo gli occhi rivide finalmente il cielo azzurro, e a fianco Raizen, che sembrava anche lui provato. Probabilmente anche lui doveva aver patito la stessa fatica di Hamano.


    Per la miseria... sono sfinito... anf... anf... Chi è quella canaglia che... anf.... ha osato... anf... farmi questo...

    In quella posizione sembrava stesse delirando. Stravaccato a terra a pancia in su, che parlava con tutti e nessuno. Si, era terribilmente esausto.





     
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    È colpa tua. Ratty

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    E in quale delle mie disposizioni avrei detto "abbassa pure la guardia dopo aver liberato questo poveraccio" ?Chiese sarcasticamente. Il fatto che lui non avesse visto nessuno non significava certo che non ci fosse nessuno!

    [...]

    Quando gli allievi si svegliarono, Febh era ferito alla spalla (o almeno, aveva una manica tagliata e zuppa di sangue) ma dell'aggressore non c'era traccia. Buongiorno principesse, dormito bene? Chiese con aria candida. Stava seduto con la schiena a un albero ed assicurò loro di essere effettivamente Febh Yakushi dicendo loro quali erano state le domande da lui poste durante la "sgambatina" di prima.

    Dei due allievi, al momento compagni di sventura, Hamano era quello messo peggio. Aveva praticamente esaurito tutto il suo chakra per spezzare il genjutsu avversario, mentre il foglioso era riuscito a mantenere più condensato il suo chakra senza perderlo, rendendolo di fatto una scorta in più. Avete delle facce che fate schifo..toh! Lanciò a ciascuno uno dei suoi tonici, ben più potenti di quelli da Genin [Tonico di Recupero (medio)] Ora li aveva finiti, ma sperava che non ce ne fosse bisogno.

    Ok, lezione numero uno. Se un nemico fugge è probabile che poi torni con due amici pronti a farci il culo quadro. Indovinate quante soluzioni esistono al problema? Due. Inseguirlo e fermarlo prima. O scappare. Fece una pausa. Ma dato che non ho idea di dove sia andato perchè dovevo fare da balia a due principessine...a proposito adesso vi chiamate Biancaneve e Cenerentola. Disse indicando rispettivamente Raizen e Hamano.

    Tuttavia c'è un piccolo problema..anzi tre, e nemmeno tanto piccoli. Per non parlare dell'odore. Aggiunse indicando i cadaveri. Ho idea che quei tre fossero stati messi tra le liane come trappola o esca..o per chissà quali altri motivi. Quindi eviteremo di lasciare tre Accademici in mano a quel tipo. Ognuno se ne carichi uno sulle spalle. Ce ne andiamo. E se vi fa schifo o vi rifiutate...beh...posso trovare molti modi per convincervi Concluse, lasciando a intendere che tornare con tre cadaveri o quattro non era molto diverso. Non era quello il momento per fare i bonaccioni.

    [...]

    Stavano tornando sui loro passi, rapidi anche se non alle velocità folli dell'andata, quando un Kunai si piantò pochi metri sopra di loro. Cazzo...VIA!!! E TENETE I CADAVERI FINCHE' POTETE Dovevano scappare, e in fretta. Alle loro spalle tre sagome scure lanciavano numerosi coltelli affilati.

    Ciascuno di loro sarebbe stato bersaglio di dodici attacchi. Otto composti da un terzetto di kunai, due sarebbero stati una salva di cinque spiedi ciascuno e infine due attacchi portati con uno Shuriken Gigante ciascuno (non necessariamente in quest'ordine. I primi quattro sono portati con forza 350, i successivi quattro con forza 375 e gli ultimi quattro con forza 400)

    Col peso aggiuntivo del cadavere avrebbero dovuto mettere a dura prova i loro riflessi e la loro agilitò, per schivare i dardi e districarsi in mezzo ai rami, poichè dopo i primi sei attacchi, i vegetali avrebbero preso a muoversi, come animati, formando ostacoli e strettoie che richiedevano prodezze atletiche non indifferenti (rispettivamente ogni due attacchi a distanza il percorso si sarebbe fatto più difficile, richiedendo una tacca extra in agilità.)

    Arrivati infine alla radura tutto si sarebbe placato...le sagome non sembravano più sulle loro tracce...

    CITAZIONE
    Prova di Riflessi e Agilità.
    Se volete potete in qualunque momento liberarvi del cadavere (e subire poi le ire di Febh) e facilitarvi la prova, ovviamente questo implica una maggior difficoltà alle prove successive.

    Per dubbi o altro chiedete pure.

     
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    Non tanto, non mi sento riposato.

    Rispose Raizen sarcasticamente stando al gioco di Febh.

    Lei invece pare abbia avuto proprio un bell’incubo.

    Commentò mentre osservava la manica del vestito del sensei.

    Grazie del tonico, comunque, servirebbe anche un po’ d’acqua, immagino non ce ne sia nei dintorni...?
    [...]
    Ok, Jasmine.

    Disse mentre annuendo sollevava uno dei cadaveri e, senza alcun segno di schizzinoseria lo caricava sulle spalle prendendolo per i polsi per poi lasciarlo cadere come uno zainetto lungo la schiena.

    rimarrò a mollo un anno intero passato sto casino.

    Pensò solo dopo che i suoi capelli si stavano impregnando di chissà quale liquido pestilenziale.
    Una volta sistemato il cadavere alzò la testa verso il sensei.


    Immagino non si conosca il loro paese di appartenenza, vero?

    Era quasi una domanda retorica, ma non gli costava farla, anche se la bocca era un po’ asciutta.
    Dopo i primi metri di tragitto il suono sordo di un kunai che si piantava poco sopra di loro gli avvertiva che, come anticipato da Febh, erano braccati, al grido del sensei Raizen guardò per un attimo alle sue spalle e poi scattò in avanti.
    Tenendo il cadavere per i polsi iniziò a muoversi tra i rami con estrema agilità nonostante la sua stazza.


    Beh almeno questo affare potrà servirmi da scudo

    Mentre correva sentiva i dardi fischiare verso Febh e Hamano, presto l’attenzione tornò anche su di lui, guidati da un segmento obliquo che partiva dalla sua spalla destra al suo polpaccio sinistro tre kunai avanzavano a velocità impressionante (1) per le sue capacità, aveva però un secondo scarso per percepire il corpo del cadavere dondolare verso sinistra, portò la gamba destra verso l’esterno e calciando il tronco schivò rapidamente verso sinistra aiutato dal peso morto del cadavere sentendo i kunai piantarsi nel tronco.
    Non era finito, i kunai parevano uno stormo di rapaci senzienti che volavano dietro Raizen per ghermirlo con i loro rostri, individuato il ramo su cui sarebbe atterrato si occupò dei kunai che puntavano al suo fianco, (2) afferrò con la mano destra la mano sinistra del cadavere e lo tirò violentemente, e quello come un mantello ubbidì intercettando i kunai, appena toccato il tronco, proprio mentre si accucciava per prendere lo slancio altri tre kunai corsero verso il suo viso (3) disposti ai vertici di un diedro, erano il risultato di 3 lanci, ma era un attacco più complesso e studiato, Raizen non potè far altro che reclinare tutto il suo corpo verso dietro, e facendosi aiutare dal peso del cadavere, abbandonarsi, sacrificò uno zigomo da cui iniziò a colare del sangue, ma la testa era intatta, mentre si lasciava cadere i suoi piedi scivolarono di proposito sulla parte anteriore del tronco per poi perderne del tutto il contatto e lasciando le ginocchia a fare da gancio, ora si ritrovava con un cadavere per le mani e a testa in giù, troppo scoperto e invitante per non essere preda di altri 3 kunai tutti puntati al suo torace, (4) con i riflessi quasi avvezzi a quei veloci kunai sganciò la gamba sinistra dal tronco e con un colpo di reni si avvitò sulla destra mettendosi di profilo e facendo scorrere i kunai, continuando il movimento della gamba sinistra si diede abbastanza velocità per ultimare la capriola per ritrovarsi in piedi sul tronco sottostante col cadaveriche pendeva dalle sue braccia stanche.
    Avanzò nuovamente, portando con un rapido movimento il cadavere alle sue spalle.
    La seconda serie di attacchi giunse togliendoli il fiato, erano ancor più rapidi dei precedenti ma fortunatamente giungevano dalle spalle e dato il movimento di Raizen erano lievemente più lenti rispetto a come lo sarebbero stati normalmente, la reazione fu rapida, alla sua sinistra stava un tronco si rivelò abbastanza fine per agguantarlo col braccio corrispondente, con l’abile e sicura mano destra afferrò entrambi i polsi del cadavere senza problemi per poi cingere il tronco che trasformò il moto di Raizen da rettilineo a circolare, permettendogli di schivare i kunai puntati alla sua schiena, (5) con grandissima efficienza; non perse tempo a voltarsi si diede lo slancio saltando verso dietro, aiutato da un ramo, che non gli pareva di aver individuato durante la rotazione, riuscendo a raccogliere le gambe per poggiarle al ramo e darsi lo slancio necessario a lanciarlo verso dietro, nel frattempo altri tre kunai gli venivano incontro (6) un violento colpo di reni e il cadavere si frappose tra Raizen e le affilate lame riportandolo in assetto normale.
    Un’altra breve pausa e i kunai furono sostituiti da famelici e rapidi spiedi, quasi invisibili, non poteva prevederli, prese a schivare a caso tentando di non farsi ostacolare dalla mutevole foresta che nuovamente lo ostacolava con un ramo all’altezza della vita, il tenace cadavere stava ancora al suo posto, mentre la foresta pareva stiracchiarsi dopo una dormita troppo lunga, le fronde iniziarono a frustargli il viso i rami tentavano di fargli lo sgambetto, uno particolarmente vicino gli fece perdere l’attenzione che dedicava ai kunai, lo uso come scalino per lanciarsi verso l’alto, il movimento era stato rapido e imprevedibile per la prontezza con cui era stato apportato ma un kunai riuscì a sferzargli il mantello (7) : i lanci avevano aumentato la loro potenza.
    La foresta diventava un tunnel troppo stretto per Raizen e ogni tanto pareva chiudersi, sembrava quasi un enorme intestino e Raizen una piccola ulcera al suo interno.
    Il cadavere dondolava alle sue spalle, ma non eccessivamente per toglierli equilibrio arrivarono altri 3 kunai all’altezza della testa, Raizen abbassandosi prontamente li evitò e con l’utilizzo del chakra adesivo fece perno sul tronco fino a trovarsi alla giusta angolazione per lanciarsi verso il basso, proprio mentre variava la sua inclinazione per atterrare con i piedi sul ramo successivo altri 3 kunai (8) fendevano l’aria alle sue spalle, la discesa gli permise di schivarli senza sforzo alcuno ma un ramo animato gli si parò davanti e lo placò pesantemente all’altezza dello stomaco togliendogli il fiato, dopo la malefatta il ramo si ritirò velocemente come un bambino a cui vengono pestate le mani proprio mentre ruba i biscotti.
    Mentre recuperava il fiato poggiato sul tronco una slava di spiedi giunse su di lui (9) come un danzatore girò su se stesso aiutato da un basso sparso negli addominali e nelle gambe cercò di tenere il più possibile le braccia schiacciate al petto gli spiedi non avevano abbastanza massa per conficcarsi nel suo corpo che compieva una rotazione completa su se stesso e vennero deviati.
    Si bloccò piantando un piede su un tronco e con lo stesso si diede la spinta per saltare via, quando i suoi capelli ricaddero sulle spalle un’altra salva di spiedi gli correva dietro (10) mentre la foresta pareva si scuotesse ancor maggiormente come un cieco che cerca un appoggio, Raizen decise di correre sul terreno, si disse che non avrebbe dovuto affrontare i rami pronti a farlo cadere da chissà quale altezza.
    Gli spiedi vennero evitati con una rapida spaccata che portò Raizen quasi rasoterra, sarebbe caduto se non avesse prontamente mollato il cadavere, che rotolo per qualche metro, per poggiarsi a terra con le mani mentre un ramo tentando di sferragli un altro colpo gli offriva una mano Raizen si alzò con ancora una mano a terra si voltò pancia in su e da quella posizione continuo a ruotare per poi afferrare il cadavere per il colletto e veloce ultimare la sua ascesa per riprendere la corsa.


    Merda!


    Uno shuriken gigante (11) a velocità assurda lo stava raggiungendo, quello se l’avesse colpito non avrebbe perdonato, era un missile terra aria che viaggiava all’altezza delle sue cosce, la corsa lo stava stremando, sbatteva da un tronco all’altro come una pallina da ping pong nella più grande sfida tra campioni mondiali, i rami lo costringevano a modificare la sua traiettoria e ormai per poco non gli si chiudevano intorno diventando ad ogni passo più fitti, riuscì a spiccare un salto abbastanza alto all’ultimo momento ma prima di piantarsi qualche metro più in la lo shuriken riuscì a strappargli il mantello e i pantaloni nella loro parte interna, poiché nel salto aveva divaricato le gambe lasciando passare lo shuriken sotto di lui.
    Appena i suoi piedi toccarono il suolo un secondo shuriken (12) comparve alle sue spalle, ormai giunto ad una radura lasciò il cadavere che nuovamente rotolo per terra per afferrare lo shuriken evitato prima, in quel corridoio di alberi semoventi che lo frustavano lo shuriken si era piantato sulla parte sinistra, Raizen lo afferrò con entrambe le mani, piantò il piede destro a terra con una smorfia avvitò il busto verso sinistra e caricò le braccia per poi mandare avanti il piede sinistro e utilizzando il destro come perno iniziò la rotazione accompagnandola con il busto che si avvitava verso destra, le braccia presero a muoversi scagliando con potenza lo shuriken verso quello avversario riuscendo a deviarlo.


    Che allenamento del cazzo, ci ho rischiato la pellaccia già due volte.

    Arrivò alla radura e agguanto il cadavere tirandolo su per poi guardarsi intorno alla ricerca di nemici.

    Jasmine, ce ne stanno altri in giro, o meglio siamo ancora in pericolo?

    Nonostante il nome si rivolse a Febh perché sapeva che era un ninja più preparato e con più esperienza di lui, ingerì il tonico, averlo risparmiato prima si rivelò una buona scelta, guardo poi il cadavere che era ancora più morto di quando era avvolto tra le liane.

    beh, meglio un morto mal concio che un vivo sofferente.





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    Muschio di Recupero Minore [Tonico]

    Chakra:
    140/140

    ferite:graffio sullo zigomo
     
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    In fuga. Cadaveri in spalla.



    Era incredibilmente stanco. E naturalmente il sarcasmo da quattro soldi del sensei non lo aiutava di certo a sentirsi meglio.
    Non badò neanche ai suoi commenti, ed era così stanco che non badò neanche alla ferita che aveva riportato. Sicuramente l'unico momento in cui apprezzò l'operato del sensei fu quando gli offrì il tonico e sentì finalmente recuperare le energie. Se non lo avesse assunto al più presto sarebbe svenuto dall'assenza di chakra.
    Subito tornò attento alle parole del sensei che elencò il loro grosso problema. Il tipo di prima sarebbe tornato con qualche amico che per loro avrebbe significato ulteriori problemi.
    Ancora stanco per replicare Hamano eseguì l'ordine del sensei e si caricò il cadavere in spalla, ignorando il puzzo e il viscidume del cadavere e cominciò a correre.
    Il cadavere in confronto allo zaino di prima non era così tanto pesante, anche se il rigor mortis dava qualche problema nel caricarsi comodamente il corpo in spalla.
    Senza pensarci troppo Hamano si incamminò velocemente insieme agli altri due, quando un kunai sfrecciò sopra le loro teste. Hamano reagì meccanicamente, senza ascoltare gli altri. La sua fatica era palpabile, ma perlomeno non si sarebbe lasciato colpire per farsi perforare come un formaggio.
    Diede un'occhiata alle sue spalle per vedere chi li stesse inseguendo, ma rinunciò subito. Era meglio guardare davanti a sè ed evitare gli attacchi facendo affidamento sulla propria agilità.
    Ce l'avrebbe fatta, anche con quel dannato cadavere.
    Non badò agli altri due, se la sarebbero senz'altro cavata, doveva solo concentrarsi su ciò che gli veniva lanciato contro.
    Dando un'occhiata dietro di sé notò tre kunai arrivargli addosso. Calcolò più o meno quando i kunai sarebbero arrivati in prossimità del cadavere. Sentendo che stavano arrivando, e che era un colpo anche abbastanza alto, Hamano si abbassò di scatto, sentendo il peso del cadavere schiacciarlo maggiormente al terreno (1). Senza fermarsi si rialzò con un ghigno sul volto, soddisfatto di avere evitato egregiamente quell'offensiva. Ma sicuramente non sarebbe stata l'unica.
    Guardandosi dietro notò un'altro attacco di kunai, questa volta però gli inseguitori avevano mirato a mezza altezza, rendendo gli impossibile un'altra schivata come quella di prima.
    Conscio di questo, il ragazzo, aumentando la stretta su cadavere, saltò dal suolo, attaccandosi sufficientemente da riuscire ad evitare i kunai, che sibilarono sotto di lui (2).
    Due attacchi su due era riuscito ad evitarli, ma il terreno sotto di lui si fece ulteriormente più arduo da percorrere, e insieme al cadavere la cosa poteva essere parecchio fastidiosa.
    Ma non c'era tempo per farsi troppe paranoie sul terreno, gli assalitori non accennavano a smettere di attaccarlo.
    Nuovamente si guardò le spalle per vedere cosa si erano inventati per attaccarlo, ma subito non notò nulla. Magari si erano già arresi, ma in un momento vide un riflesso del sole su qualcosa di particolarmente piccolo e affilato.


    Oh cavolo!

    Come un'illuminazione capì che si trattava di uno stormo di spiedi, ma data la velocità delle armi e il ritardo con cui Hamano se ne accorse, ebbe solo tempo di schivarne un paio, mentre uno si conficcò nel cadavere e due andarono a piantarsi sulle natiche del ragazzo (3).
    Hamano si lasciò scappare un piccolo urlo, più per la sensazione della zona colpita che per il dolore vero e proprio. L'unico vero problema degli spiedi è che davano un fastidio bestiale nel punto colpito.
    Nel momento in cui venne colpito Hamano rallentò leggermente la propria andatura, giusto il momento per strappare via gli spiedi, per poi cercare di recuperare la solita velocità.
    Voleva non badarci, ma era parecchio difficile non sentire l'affaticamento crescente misto ad un senso di nausea per colpa del cadavere.
    Guardò dritto a sè, pensando solo a fuggire da quel posto il più velocemente possibile, anche se "velocemente" non era proprio ciò che stava facendo. Dannato cadavere.
    Il proprio udito lo avvertì di un nuovo attacco, e girando la testa vide nuovamente tre kunai pronti a ferirlo. Questa volta però non volle farsi trovare impreparato e nuovamente saltò, aggrappandosi con una mano su un ramo. Il cadavere era una zavorra pesante, infatti il ragazzo dovette fare ricorso a tutta la sua forza di volontà per non cedere e cadere violentemente a terra (4).
    Le armi sfrecciarono sotto di lui a gran velocità, e Hamano tirò un sospiro di sollievo, e con uno slancio atletico saltò dal ramo. Si diede uno forte slancio, ed era ancora in aria quando vide lanciarsi addosso un shuriken gigante. In aria non poteva evitarlo, ma ebbe un'idea, il cadavere poteva rilevarsi un ottimo scudo. Voltandosi velocemente Hamano afferrò il corpo tra le mani e lo frappose fra sé e l'arma che andò a conficcarsi nella carne del cadavere ormai martoriato (5).
    La caduta non fu delle migliori, ma almeno era riuscito ad evitare un colpo che se lo avesse preso difficilmente si sarebbe rialzato. Estrasse l'arma dal cadavere e riprese a correre, mentre il terreno era diventato terribilmente fangoso e camminarci sopra rallentava non poco il ragazzo. Per cercare di recuperare Hamano sfruttò un Mezzo Basso di chakra per aumentare la propria velocità e continuare nella sua fuga. Non ci volle molto tempo che venne di nuovo assalito, oramai si era abituato a quello stato di perenne assedio e il ronzio delle armi in avvicinamento era un suono nitido per lui. Nuovamente arrivarono tre kunai, ma ad una velocità ben maggiore.
    Hamano puntò i piedi per terra e giro di 90° a destra, tutto il più velocemente possibile, mentre nuovamente i kunai lo superarono (6).
    Gli alberi attorno a lui momentaneamente non gli davano ancora fastidio, ma già da un po' Hamano vide come la vegetazione si facesse man mano più fitta per rallentarlo ulteriormente. Correndo in mezzo agli alberi Hamano attese l'arrivo dell'ennesimo attacco, che non tardò ad arrivare. Nuovamente gli shuriken arrivarono a creargli qualche problema, ma Hamano non ea intenzionato a farsi colpire. Purtroppo però lo aspettò un'amara sorpresa. La vegetazione attorno a lui si trasformò, mentre cespugli, rami e liane cominciarono ad ostacolarlo di proposito.
    Era un bel problema. Vedendo che le armi stavano arrivando Hamano saltò tenendo il cadavere con un mano, mentre con l'altra afferrava una liana, che spinta dalla forza del salto dondolò velocemente. Ormai i kunai erano a poca distanza, perciò Hamano, nel punto più alto raggiunto dalla liana si staccò, volando parecchio in alto, mentre i kunai nuovamente lo mancavano (7).
    Hamano riuscì ad atterrare su un ramo robusto, ma non ebbe tempo di riflettere che altri tre kunai viaggiavano a gran velocità per raggiungerlo. Il ragazzo si lasciò cadere insieme al cadavere evitando l'ultimo attacco, per poi cadere perfettamente in piedi (8).
    Nel momento in cui rivolle partire si accorse che quel balzo gli aveva parecchio indolenzito le gambe, e avere ancora il cadavere con sé lo fece innervosire ulteriormente.
    Un po' lentamente ma Hamano ripartì mentre vari cespugli e radici cercavano in tutti i modi di farlo inciampare, mentre liane e chiome di alberi lo costringevano ad abbassarsi e saltare. Arrivò l'ennesimo attacco, sempre con il solito trio di kunai che oramai il ragazzo conosceva, ma sfrecciavano ad una velocità estrema. Il ragazzo tenne il cadavere con una mano mentre con l'altra si armò di un kunai e velocemente tagliò una liana che lo stava infastidendo parecchio. Subito dopo la afferrò e continuò a correre con la liana in mano, per poi poggiare violentemente i piedi sulla corteccia di un albero e darsi così una spinta che gli permise di sfuggire alle armi che si conficcarono sul legno (9).
    Appeso alla liana Hamano vide questa volta che una selva di spiedi stava per raggiungerlo. Saltò rapidamente dalla liana per sfuggire al colpo, ma in volo un ramo apparve davanti a lui e lo andò a colpire in volto facendolo cadere. Per via del colpo perse la presa sul cadavere mente i spiedi lo stavano raggiungendo, perciò sfruttò il chakra adesivo sui piedi appoggiandoli sul cadavere, e con una capriola si portò il cadavere a scudo delle armi (10).
    Scendendo a terra Hamano fece una capriola per attutire la caduta, sciogliendo con il cadavere il contatto col chakra adesivo. Velocemente se lo issò nuovamente in spalla, mentre la natura attorno a se era più cattiva che mai.
    Un forte sibilo raggiunse lo orecchie del ragazzo, un nuovo shuriken gigante stava arrivando all'attacco. Nella foga della corsa Hamano non si accorse della radice di un albero che infidamente si era allungata per far cadere Hamano, infatti il ragazzo ci inciampò su. Lo shuriken stava arrivando e lo avrebbe tranciato di netto se lo avesse preso, perciò mentre cadeva Hamano porse le mani in avanti poggiandole sul terreno, lasciando così la presa sul cadavere e spingendo più che pote con tutta la sua forza si diede una spinta in verticale con la sola forza delle braccia, effettuando un alto balzo degno di un atleta. Hamano vide la lama tagliente sfrecciargli a poca distanza dalle mani ed ebbe un tremito quando atterrò con una elegante capriola (11).
    Recuperò ancora il dannato cadavere che gli stava complicando la vita, per poi percorrere nuovamente quella foresta maledetta.
    Improvvisamente un ramo volle colpirlo all'altezza delle ginocchia, ma Hamano saltò in alto per evitare quella e altre minacce terrene, ma fu un bell'errore. In quella posizione era facilmente bersaglio di attacchi aerei, infatti un'altro attacco con i tre kunai non tardò a fare la sua comparsa.
    Da quella posizione era davvero difficile schivare un colpo simile, ma ad Hamano venne un'idea. Lasciò cadere il cadavere, e appena fu sotto i suoi piedi si diede una spinta per saltare ulteriormente in alto, mentre il cadavere veniva nuovamente colpito (12). Quando scese a terra Hamano evitò di togliere i kunai dato che si erano tutti conficcati nella testa del poveraccio, mostrando una piccola sostanza grigiastra su cui Hamano non volle indagare oltre, e continuò la propria corsa vedendo che la foresta aveva smesso di attaccarlo come anche i suoi inseguitori.
    Arrivò in una radura dove i suoi due compagni lo stavano aspettando, e senza tante cerimonie buttò il cadavere per terra.


    Mi sa che gli stia uscendo il cervello fuori dal corpo, e sinceramente mi fa ribaltare lo stomaco.

    Osservò Raizen chiedere al sensei di un possibile nuovo attacco, mentre rimaneva in silenzio a fissare la natura intorno a sé, in ricerca di un segnale dei nemici,




    SPOILER (click to view)
    Scusate il mio ritardo imperdonabile :sob:
     
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35 replies since 25/11/2008, 23:42   835 views
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