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- Hohenheim -.
" Quello che la gente ama più dell'eroe è vederlo cadere!"
Hohenheim era un adolescente...cosa ne poteva mai sapere della complessa psiche umana?
I suoi tre recenti successi schiaccianti evidentemente erano trapelati nell'accademia e alla sua domanda di scontro nessun ninja rispose. E probabilmente solo adesso tutti si erano accorti del fatto che il giovane su 10 incontri disputati non era mai stato sconfitto. Eppure nella mente del bimbo solo pensieri ben lontani da paura e codardia motivavano questa sua condizione.
" Saranno tutti impegnati con gli addestramenti...adesso gira anche l'influenza...non avranno visto la mia richiesta..."
La completa secca che coinvolse le due settimane a seguire fu spazzata via da una missiva anonima. Il suo contenuto era composto da due parole: Accetto io. Da questa ne seguirono altre citanti il luogo e le condizioni dello scontro.
[...]
Lo spazio a tratti erboso delimitato da quella fitta vegetazione era ormai come casa per l'artista. L'albero sul quale soleva sostare era intatto come la purezza del laghetto poco distante. Il sole batteva forte, nonostante Hohenheim fosse abituato alle alte temperature di Suna, ma un leggero venticello rendeva l'attesa meno pesante.
Il solito mantello copriva l'equipaggiamento del giovane che seduto attendeva il suo rivale.
Solo quando questi si fosse presentato, l'artista avrebbe ricambiato il saluto con l'ingenua espressione di un bimbo:
" Hohenheim, per gli amici Hohe."
Si sarebbe quindi mosso non dando completamente le spalle al ninja, in modo da non essere scortese, percorrendo il limitare nel bosco a passo normale.
" E' stato difficile trovare uno sfidante. Mi fa piacere che tra i tanti impegni accademici, possibili malattie e quant'altro tu abbia trovato un po di tempo per me."
Si sarebbe quindi fermato a 25 metri dal foglioso, percorrendo una buona parte della circonferenza. Poche battute prima dello spettacolo che avrebbe visto due combattenti dalle peculiarità estremamenti differenti a confronto..
