Regno d'oltretomba - Inferno (I° Cantica)

Corso Chunin

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    Interrotto.
    Una missione era più importante del futuro di konoha?
    Mah, forse si, fattostà che Raizen si ritrovò con le chiappe a terra, senza un sensei e con il corso per diventare chunin vanificato, un brutto scherzo.


    Vecchie conoscenze


    Con le dovute scuse dell’accademia convocò nuovamente Raizen ad un nuovo corso genin, lesse con piacere la lettera e svogliato si recò fuori dalla casa.
    Strisciò verso l’accademia come un ombra, come non avesse corpo, come non dovesse sobbalzare sulle punte e sui tacchi dei suoi passi.
    A testa bassa, col viso messo in ombra dai suoi bianchi capelli che riflettevano tutti i colori, un’ombra camminava verso l’accademia, verso 4 opprimenti mura.
    Non temeva il corso, non per ora, aveva sentito del loro pericolo, ma per lui il tutto si riduceva a divertimento, dopotutto cosa era il divertimento? L’uomo è paragonabile ad un dio solo quando sta per morire, solo in quel momento lo sorpassa, solo in quel momento ottiene ciò che un dio non avrà mai: l’ultimo attimo.
    Lui viveva per raggiungere quell’ultimo attimo per fare invidia alle divinità di tutti, per vivere quel momento nel più magnifico dei modi, per tenerlo stretto tra i denti e non mollarlo a nessuno, per decidere quando lasciarlo.

    [...]



    Si, anche noi siamo qui per quello.

    Con una faccia amichevole prese il foglio dalle mani del ninja kiriano e lo lesse velocemente.

    Piacere...mmmm...Godsan... perdona ma hai un nome che è troppo difficile da pronunciare per un Raizen, prima o poi ti trovo un nomignolo.

    Strinse vigorosamente la mano a Godsan

    Per lo stomaco...beh...avremmo modo di trovarti un buon digestivo

    Era strano Raizen, poco prima era tetro, e ora solare, chi mai l’avrebbe capito?
    Sorrise a Godsan dandole una pacca sulla spalla.


    Che dire Jin...

    Sorrise ricordando il corso genin.

    È un inaspettata ma piacevole sorpresa rivederti e averti nuovamente come compagno

    Guardò e seguì attentamente i tentativi dei due di adempiere alla richiesta del postum scrittum.

    che polli, se veramente è un sensei degno di nota quell’affare sarà ben piantato nella porta, e ammenochè non si allarghi la venatura il legno non mollerà la presa facilmente

    Jin parve leggergli nel pensiero, dandogli voce, nel mentre Raizen ridacchiava spavaldo.

    Ovvio Jin

    Disse, con ancora un resto di sorriso nelle labbra, mentre estraeva tre kunai.

    Però potresti anche darti da fare con la pratica oltre che con la teoria...scansafatiche

    Scalfì lievemente il kunai del sensei per non confonderlo con gli altri, poi iniziò ad armeggiare con i suoi,ne piantò uno sotto quello del sensei con quanta più forza aveva, non lo piantò casualmente, prima di farlo con un unghia segno la traccia percorsa dalla venatura, il legno non era eccelso, e un unghia bastava a segnarlo, inoltre il kunai del sensei aveva formato una piccola crepa, era troppo grande per tagliare solamente una venatura senza dilatarla per poi spaccarla, Raizen ne approfittò e in quella crepa inserì il primo kunai, quasi sopra quello del sensei.
    Il secondo venne piazzato trenta centimetri più sotto, il terzo trenta centimetri sotto a quest’ultimo.


    Bene: pronto

    Colpì violentemente col palmo montante la linea immaginaria che correva tra i kunai, in pochi istanti la porta si spaccò e tutti i kunai furono liberati da una crepa che si propago dalle loro punte aiutate dalla forza del colpo.

    SPOILER (click to view)
    Palmo Distruttivo (Houshou - Crushing Fist)
    Villaggio: Tutti
    Posizioni Magiche: N/A
    Un violento colpo dato con il palmo della mano aperto con una potenza superiore alla normale del ninja, aumentata di 4 tacche. Per poterlo eseguire efficacemente bisogna avere una forza non indifferente. Date le linee di forza sfruttate in questo attacco, anche se il ninja dovesse subire un contrattacco il corpo risentirebbe in modo ridotto il danno, ma questo non intaccherebbe la forza o la buona riuscita del colpo. Il colpo inoltre spinge l'avversario di 2 metri indietro e il danno ignora le sue eventuali protezioni.
    Tipo: Taijutsu
    (Livello: 4 / Consumo: Medio)


    Semplice no?

    Appena menato il colpo si accese in lui la miccia la solita miccia che dava fuoco al suo spirito.
    Il suo animo divento presto irrequieto e euforico.
    Voleva iniziare.
    Voleva iniziare!

    [...]

    Alla domanda di Godsan non seppe dare risposta, o meglio, non lo fece la sua bocca o il suo viso, il suo animo però si intristì, dopotutto lui chi conosceva?
    Tristezze.
    Delusioni.
    Fallimenti.
    Quasi non dava nomi alle persone, le identificava in quel modo, solo Shiroko si salvava da quell’appellativo.


    Beh, io...No, non conosco nessuno, giusto Keita-san e Shiroko, persone a me vicine.
    Auron non lo metterei in conto, ci ho fatto solo una breve missione.
    E poi il frugoletto qui affianco.

    Sorrise e indico con modesta ilarità Jin.
    Le parole sciorinarono fuori dalla sua bocca quasi non richieste, non gradiva spiattellare al mondo queste cose, non gradiva parlare di se stesso agli altri, ma delle volte il suo corpo prendeva l’iniziativa senza ascoltare il suo cervello.
    Non si curava della lieve spossatezza che la camminata gli procurava, rifletteva silenziosamente, totalmente assorto nei suoi pensieri, scuro in volto, come sempre.
    Da quanto e che non vedeva Shiroko? Che non la sentiva? Che non aveva sue notizie?
    Troppo.
    Si morse lievemente il labbro come se col dolore potesse far svanire quei pensieri, era lievemente preoccupato.
    Si promise di cercarla non appena concluso il corso e ottenuto il grado chunin.
    Perché l’avrebbe ottenuto.
    Trasse un profondo respiro e ripensò a quante volte era stato in grado di rialzarsi, di ignorare il dolore fisico, di ignorare la sofferenza derivante dai sentimenti, era lievemente maniaco, si credeva quasi un dio, non era come la maggior parte delle persone che scaricano sul mondo i loro fallimenti, lui se li accollava tutti e se non riusciva ad eliminarli li usava come zavorra per allenarsi, così facendo aveva imparato che tutto ciò che gli ci voleva per portare a termine una cosa era la forza di volontà, e quindi, logicamente, se lui desiderasse diventare un dio delle arti del combattimento, cosa gli impedirebbe di farlo? Nulla perché la volontà di farlo c’era, questa gli avrebbe permesso di diventarlo, e averne la possibilità non lo rendeva già un semidio?
    E il mondo cosa può essere in confronto ad un uomo che è già giunto a metà della scalata che arriva alla vetta dell’olimpo?
    Nulla.
    Sorrise spavaldo e continuò il cammino fino a quando Jin non le porse una domanda.


    Beh, la storia è un po’ lunga, questa ce da sempre, non l’hai notata durante il corso genin probabilmente perché era meno marcata o nascosta dalla manica, non so perché ma poco tempo fa questa cicatrice, come se rinfrescata, si fece più evidente.

    La nascose, nascose quella serata, almeno per ora.
    Nascose il gradino più semplice da salire verso la vetta.
    Tra genio e pazzia dicevano che ci fosse una sottilissima linea, Raizen non era eccessivamente geniale, però il suo piede sconfinava oltre quella piccola linea, e ogni tanto quel terreno di pazze idee e pulsioni le faceva fare cose strane.
    Sostarono per un momento davanti ad uno degli ambienti più tetri che Raizen avesse mai osservato, all’ultimo passo una piccola nube di secca polvere si levò da sotto il suo piede mentre lo scenario si allargava accompagnato da una sottile e spettrale nebbia, silenziosa copriva pungenti scheletri di piante protesi verso il cielo a chiedere pietà, a chiedere cosa mai avessero fatto per germogliare in un terreno così arido, ma tanto quanto il terreno era arido la foresta era fitta e scura, come si protendesse nei pochi stretti corridoi da lei lasciati per ghermire gli avventati passanti che in essa si addentravano, e in quella nebbia respiri e passi ne vicini ne lontani, persi in quella foresta.
    Pareva aver trovato il suo abitat, Raizen, come se quello fosse stato il luogo da cui l’avevano tratto violentemente alla nascita, prese a martellargli nel petto un euforia e un senso di nostalgia fuori dal comune, mentre nel viso si stendeva un sorriso fino e angusto, definirlo un sorriso di felicità sarebbe stato un errore, era attesa, era euforia era la fusione tra quella tetra foresta e Raizen, i suoi occhi arsero come solo quelli di un demone potevano fare.
    Annui in silenzio e insieme ai sue due compagni si avviò verso il colle, ma guardando le loro facce lo faceva con tutt’altri pensieri e con un animo del tutto differente.
    Si delinearono sul colle due spalle, il sensei che gli tendeva un brutto tiro o una di quelle belve a cui il messaggio alludeva?



     
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