Un nuovo spirito libero

Come ogni mattina, Apollo stava passeggiando per le vie di Konoha diretto verso il bosco. Come tutti i giorni, Voja era al suo fianco e gli gironzolava attorno scodinzolando come un cagnolino felice. Cosa strana se il “cagnolino felice” in questione era un lupo dal pelo bianco adulto di 40Kg, uno dei più grandi.

°Che bella giornata, non trovi?°

°Piantala di prendermi per il culo, cazzone, sai che odio le giornate assolate°

°E partendo dal presupposto che tu sia veramente me, non riesco proprio a capire come sia possibile, è un assurdo!°

°Non ti preoccupare, anche io non riesco mai a capire come fai ad essere così stupido°

Immerso nei suoi pensieri, Apollo avanzò per il bosco in cerca di erbe utili ai suoi studi, ma soprattutto erbe utili per creare tonici. La mattinata pareva avanzare senza problemi e pareva che proprio nulla potesse essere di intralcio allo scorrere felice di un altro giorno, finchè ad un tratto non udì delle urla femminili provenire dal profondo del bosco. Preso dalla furia e da un istinto protettivo, si lanciò in corsa verso il luogo da dove proveniva l'urlo. Una banda di banditi stava aggredendo una giovane donna sola ed inerte.
La donna gridava e non era necessaria una laurea in psicologia per capire cosa volessero farle quegli uomini che con forza la strattonavano e cercavano di tenerla ferma, sempre se potessero essere definiti degli uomini. Ognuno di loro pareva essere particolarmente forte, seppure non potesse minimamente essere definito uno shinobi. Tuttavia, le loro caratteristiche potevano essere paragonate ad un ninja medio (en. Verde). C'era poco tempo per intervenire ed Apollo da solo, non sarebbe riuscito a fare molto. Per sua fortuna, sbucò una giovane ragazza di Konoha che poteva essere di supporto...

Come previsto, la ragazza iniziò l'assalto, portandosi allo scoperto e minacciando la banda formata da 5 banditi. L'inizio non poteva essere peggiore per lei, che si ritrovò osservata da tutta la banda. Uno alla volta, tutti quanti lasciarono la loro “preda” e sguainarono i loro pugnali. Uno di loro parlò, dimostrando di avere un certo grado di importanza ne gruppo.

“Ma guarda un po' che gran bella giornata, non finiamo neppure di divertirci che arriva un altra bella gallinella che vuole farsi spulciare”

Rise, e con lui tutto il resto della banda. Approfittando del momento di distrazione, la ragazza tentò la fuga, ma venne arpionata dalla possente mano di uno della banda.

“Dove pensi di scappare? Non abbiamo ancora neppure cominciato a divertirci, cos'è? Non ti va che quella bella signorina ti tolga del divertimento?”

Ricaddero tutti in una sonora risata.

°Maledetti bastardi!°

°Ma no, non sono poi così male in fondo, se solo tu fossi un po più come loro...°

°Sarei morto, e tu con me!°

Quella volta la discussione fu breve ed Apollo non si permise altri svaghi. La ragazza riprese a parlare, questa volta rivolta verso Apollo. Gli disse di stare attento e pronto ad intervenire. Non poteva sapere che con quel tono uno dei membri della banda riuscì a sentirla per il suo udito particolarmente sviluppato.

La ragazza aveva cominciato a combattere, come ovvio. E come ovvio, sfruttò al meglio le proprie doti da ninja, cercando però di non uccidere o ferire mortalmente gli aggressori. Questo era un segno di buon cuore o di stoltezza, anche se, in certi casi, anche il buon cuore diviene stoltezza.

“Ma che cazzo fate? Non statevene li impalati ed andate ad aiutarli, idioti! Alla puttanella ci penso io!”

Urlò Apollo, come in preda al panico ed alla furia della battaglia Il primo che avanzò, fu quello che aveva posato il corpo di Apollo e che stoltamente non aveva neppure verificato se fosse morto o meno. Passò ad un passo da Apollo, una distanza troppo piccola per sbagliare. Con una veloce rotazione della mano, mosse il pugnale del bandito di cui aveva “affittato” il corpo e lo conficcò in piena schiena all'altro che si era appena affiancato. Il colpo era mortale ed Apollo sapeva bene di aver tranciato un arteria. Preso dal sadismo, dal desiderio di vendetta o dalla semplice compassione, si avvicinò all'orecchio del malcapitato e gli sussurrò alcune parole, ad un volume che nessun altro avrebbe potuto in alcun modo sentire.

“Ed ora, prega per la tua anima, prega che gli dei vogliano accettarti per ciò che hai fatto, pentiti essere immondo e muori.”

Un ombra calò sul viso di Apollo ed il corpo esanime del capo, cadde, accasciandosi con quello della sua vittima. Alle sue spalle era giunto l'ultimo compagno e lo aveva pugnalato a tradimento. Sfortunatamente per lui, Apollo aveva buon udito e non sarebbe stata di certo una battaglia del genere ad impedirgli di udire quei passi che rapidi si susseguivano alle sue spalle. In un lampo, aveva rilasciato la propria tecnica, ritornando nel proprio corpo ed evitando ferite inutili e mortali. Il panico scese sul volto dei banditi, in particolare su quello dell'ultimo assassino, quando si ritrovò Apollo alle spalle.

«Ma salve, sai che non è leale pugnalare la gente alle spalle? Lo sai che pugnalare il proprio capo è un tremendo atto di disonore? Lo sai che sarebbe definibile come ammutinamento? Lo sai che chi cerca di uccidermi finisce con il morire?»

In un istante, Apollo estrasse l'aikuchi dalla manica in cui era abilmente nascosto [Prestigiatore] e lo affondò nelle carni del proprio avversario, provocando la stessa ferita del compagno, con l'unica differenza che con quella lama affilata, fu molto più facile fare molti più danni e molto più velocemente. Con gli occhi sbarrati, puntati verso il volto di Apollo, anch'egli si accasciò al suolo e morì, sentendosi la stessa tiritera del precedente. Come ovvio, alla vista della situazione, gli ultimi due fuggirono a gambe levate, scomparendo nel fitto del bosco.

°Ed ora, giustizia è fatta°

°Si, si, credo che ora non si faranno più vedere a Konoha per un bel po°

°Sarebbe un bene, ma soprattutto, spero che almeno loro abbiano imparato la lezione e non ricomincino a fare ciò che stavano per fare...°

Con quei pensieri, Apollo ripulì la lama del suo pugnale, l'aikuchi dell'anima, con cui aveva liberato già diverse anime dalla loro prigione corporale ed a cui si affidava ciecamente. Con passo sicuro, si diresse verso la povera vittima di quella banda e le tese una bano, per aiutarla a rialzarsi.

«Stai bene? Spero non ti abbiano fatto nulla di male, puoi fidarti di noi»

Sul volto di Apollo si stampò un sorriso, e poco dopo, si stampò un ceffone particolarmente sonoro. La ragazza era spaventata e dal suo punto di vista, Apollo era rimasto un bastardo assassino, anche perché non era riuscita ad intuire la sua strategia, come aveva invece fatto la sua giovane compagna di villaggio. Amareggiato e comprensivo, Apollo ritrasse la mano e se ne andò diretto verso il villaggio.

«Grazie per il supporto ragazza, il mio nome è Apollo, spero di poterti rivedere prima o poi»

Disse rivolto alla giovane fogliosa mentre si dirigeva verso il villaggio. Si sarebbe presentata? Lo avrebbe fermato? Gli avrebbe chiesto qualcosa? Apollo ne era quasi certo, ma stava a lei interessarsi a lui, a quello spirito libero, magari, anche per riuscire a liberare il proprio spirito...

La ragazza gli era corsa dietro e lo aveva raggiunto sulla strada per Konoha. Con ansia e fermezza lo aveva chiamato, urlandogli alle spalle per farsi sentire. Con foga lo raggiunse e con equal curiosità si pose nei suoi confronti e nei confronti della tecnica utilizzata.

°Ora voglio proprio vedere come te la risolvi°

°Sta zitto, era nei miei piani che mi seguisse°

°Ma davvero? E com'è che io non ne so nulla?°

°Forse perchè eri troppo distratto ed eccitato per quei tre cadaveri°

«Beh, mi fa piacere che tu mi abbia raggiunto con tanta foga, almeno so di essere nei tuoi interessi...»

Un intervallo di pochi attimi ed Apollo si fermò voltandosi verso la ragazza.

«Miu, giusto? Perchè vuoi sapere tutto questo? Perchè ti intriga tanto sapere che tecnica ho usato poco fa, ma soprattutto, perchè vuoi sapere il mio cognome, quando non mi hai detto neppure il tuo?»

Un altra pausa, diede ulteriore enfasi alle sue parole che proseguirono in tono sommesso e quasi diabolico [Interpretazione].

«Lo so, hai accennato allo stesso cognome Yamanaka, tuttavia, mi risulta quasi strano che esistano Yamanaka in circolazione, quindi, se vuoi, verificherò se sei ciò che pare tu voglia dire di essere, e, nel caso, ti dirò di più sulla tecnica che hai visto. Se invece fallirai la prova, morirai, come tutti gli indegni che hanno provato a passarsi per ciò che non erano»

Finite le sue parole, Apollo attese una eventuale risposta, poi avrebbe carezzato il volto della ragazza con la mano destra e senza farsi notare, le avrebbe nascosto addosso un bigliettino [Prestigiatore], sul quale era scritto un messaggio abbastanza chiaro.