Esame Jonin - Mistero all'Albero Bianco

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  1. Yami Kaguya
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    Un passo. Un altro passo. La consapevolezza che il vuoto si avvicina, e la soddisfazione nel saperlo. Poi il salto, il tempo in aria, e infine l'atterraggio e la capriola. Inutile negarlo, ero eccitato. Tanto che arrivare sino al palazzo delle lance secondo le strade normali non mi era nemmeno passato per la testa. Il fiatone diminuiva l'adrenalina, quindi alla fine la corsa sui tetti mi aveva fatto bene. Solo un cigolio accompagnò la mia entrata, e da lì quella per la radura delle lance. Sino a che arrivai di fronte a quell'albero, alla terra smossa, e alla listella in legno. Alla fine era accaduto, ovviamente. I corpi non si conservano in eterno. E in aggiunta, i riti funebri erano ciò che per la prima volta aveva distinto gli uomini dalle bestie. Alle domande sul perchè non ne avessi bruciato prima il corpo, come avrebbe meritatp, non sapevo darmi una risposta. O forse non volevo.

    ...Suppongo una parte di te, sarà contenta. O forse chi lo sà, potrei credere che c'entri, a farlo succedere proprio ora, dopo tanto.

    Stringevo in mano la lettera arrivata via falco meno di mezz'ora prima. Quella lettera che mi comunicava la decisione di farmi accedere alla possibilità di fare il primo gradino, di quella che era la scala per diventare uno dei migliori. Un Jonin...la libertà assoluta. Nessun maestro a controllarti. Nessun compagno da guidare per forza. Potevi anche essere semplicemente tu, un unica arma completa e quindi sufficiente alle necessità per molte missioni in solitaria.

    ...Stavolta non è un "prometto che tornerò con un grado più alto". Se dovessi farcela, non avrei più scuse. E ormai non credo scenderò con campo con la pacifica idea di reclamare una vita tranquilla. Così come lui non lo farà per il semplice sistemare una macchia minuscola su un cognome prestigioso. Solo ora che provo i tuoi stessi sentimenti per Kiri, capisco come fossimo diversi. Oggi sono qui solo per ringraziarti di avermi portato via da quel posto, di non aver detto a Mataza di lasciarmi dov'ero. Ma rimane quello che è, un addio. Kaguya.

    Mi tirai di nuovo su in piedi, stringendo ancora fra le dita quel semplice pezzo di carta come se avessi paura di lasciarlo. Da una parte era ironico, sembravo un ragazzino che rincorre il fratello maggiore. Dall'altra, era l'ultimo passo. L'ultima protezione del bambino che non era nemmeno riuscito ad andarsene con le proprie forze. L'ultima difesa passiva prima di dover usare i propri artigli per scacciare gli altri animali, incuranti dei territori. L'ultimo passo per superare il maestro e liberarsi da quell'ombra irritante che persisteva come un fantasma.

    Stai facendo un pò di riferimenti velati al sottoscritto o sbaglio?

    ...come no, "Maestro".

    Scherza, scherza...tanto ti dò due giorni sul campo prima di evocarmi.

    Io dico quattro e per sfizio.

    Abbassa la cresta, mezza sega. Tre.

    Fatta.

    Feci dietrofront, chiudendomi la porta del palazzo delle lance alle spalle per l'ultima volta. In un certo, senso, mi sentivo più leggero. Certo non tardarono ad arrivare i commenti su come sistemare le cose prima di partire, presupponeva scarsa sicurezza in sè stessi. Ma almeno per me era stato un modo per chiudere anche quello. Di kiri mi restavano solo i segni sul corpo. Parenti, amici, sensei...Shiraku era l'ultimo legame. Come avevo affrontato il genin da Kaguya, e il Chunin da metà e metà...quale momento migliore, per troncare anche l'ultima cosa piacevole di Kiri che avevo quasi incorniciato.
    Comunque, chiusa quella faccenda tornò l'eccitazione infantile, insieme alla noia. Ora restava solo da mettersi in viaggio, ma rimaneva una cosa "fastidiosa" da fare. Stavolta non potevo sgattaiolare via lasciando due righe sulla scrivania con la prima scusa che mi veniva in mente, che però non fosse controllabile in un lasso minore di un giorno, o comunque richiedesse troppo stress il controllo, conducendo insomma a una inevitabile accettazione delle due righe per quello che erano. Due righe.
    La fregatura era che mi occorreva una cosa controfirmata per il Niidaime a causa del mio simpatico collare, quindi mi diressi verso l'ufficio amministrativo, per vie normali visto come dovessi trovare una persona normale e non meritasse entrate particolari. Sulla soglia, fissai alcuni istanti l'attendente di Shinodari, senza una parola. Tralasciando i trascorsi da rompiscatole inopportuno, non avevo mai capito il motivo esatto per cui ci tenesse tanto a lui, quando io vivevo tranquillamente senza attendenti e simili. Domande senza risposta, forse per mia pigrizia o disinteresse alla fine. Mi avvicinai alla sua scrivania, e lasciai scivolare il foglio sotto i suoi occhi. Appiccicandoglielo sulla fronte con un post it, se non mi avesse dato la massima attenzione possibile in quel luogo e in quel momento precisi.

    Scusa il disturbo, ma avrei un pò di fretta. L'accademia mi ha convocato e mi serve una controfirma amministrativa per sbrigarmela in fretta. Shinodari è dentro? Se non c'è puoi mettermela tu così non rompo a nessun altro?

    Finite le domande, rimasi in attesa di una risposta quindi. Pensandoci solo allora, in effetti. Girava voce che tale esame fosse sul podio delle peggio missioni, come difficoltà. Mica volevano mandarmi da solo?
     
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42 replies since 4/3/2009, 13:19   2872 views
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