Esame Jonin - Mistero all'Albero Bianco

Topic di Gioco

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  1. Yami Kaguya
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    CITAZIONE
    Ci hanno preso per fare da giudici alla fiera annuale delle torte di frutta del paese del fulmine??? So che scelgono sempre uno o due shinobi nella giuria!

    Per un attimo la tentazione di dirgli che sì, poteva presentarsi a quella fiera ovunque fosse e strafocarsi di torte sino a che fosse diventato così grasso da non potersi muovere, fu forte. Tuttavia, implicava perdere altro tempo e supponevo che ringraziando Sato ne avessi perso già troppo. Quindi lasciai correre sino a che non smise di parlare, quindi gli passai accanto dandogli un colpo sulla spalla nemmeno troppo leggero.

    Metti giù quella cosa e decidi con Shin un gate da cui partire per l'esame. Ci si vede là, io devo finire una cosa.

    Mi diressi quindi a casa, cambiandomi e prendendo le ultime cose, dirigendomi poi al Gate. Dove Febh mi diede un altro esempio della sua nonchalance per le cose serie, ben diversa dal suo essere permaloso sulle sciocchezze.

    Per ora con i tuoi, di rettili, ho un brutto ricordo e uno che non è stato male, quindi sono ancora dubbioso. Di norma non mi fanno nè caldo nè freddo. E spero di finirla bene, questa "formalità".

    Ad ogni modo, terminato il primo passo di arrivo all'accademia, dovevamo quindi procedere con il re-indirizzamento verso la vera destinazione che dovevamo raggiungere. Quindi iniziammo a cercare quell'ufficio, incappando però poco dopo in un'altra sorpresa. Dato che ci ritrovammo davanti Shaina in carne ed ossa, mentre a sua volta lei notava noi. Mi sarei quasi aspettato di vedere spuntare la testa di Tatsu da un momento all'altro, ma ovviamente non poteva essere così. Sorrisi però nel vederla, rispondendo al saluto.

    Ciao Shaina.

    La ragazza quindi continuò parlando con Febh, prima di chiederci se sapevamo dove fosse l'ufficio che in effetti stavamo cercando anche noi. Mi fece un pò sorridere vedere come sembrasse davvero grata di aver trovato qualcuno che l'aiutasse. Solo non sapevo se avesse trovato un buon rimedio.

    Sì, mi sembra sia quello.

    Febh parlò per primo ad entrambe le domande, indicando quindi una strada subito dopo. Sinceramente non ricordavo bene quella zona dell'accademia, dato che una missione di tale livello non l'avevo mai eseguita e quindi il suddetto ufficio mi era sconosciuto. E come già detto, non è che mi fidassi molto delle capacità orientative dello Yakushi dopo l'esperienza con lui alle grotte, ma non avendo una risposta migliore non mi restò altro che seguirlo.
    Idea dall'esito prevedibile. Pessima, insomma. Dopo quindici corridoi percorsi e ancora nessuna traccia, al che se avesse anche solo provato a usare metodi in cui erano incluse giravolte a occhi chiusi, l'avrei afferrato per la collottola del vestito e me lo sarei tirato dietro verso un'altra direzione, fissando i cartelli.

    Di là ci sono le classi, ormai non abbiamo provato solo questo corridoio.

    Si rivelò infine quello esatto, e d'altronde non poteva essere altrimenti. Arrivati, il discorso che ci venne fatto fu un programma. Fra scarica-barili, informazioni segnate su post it e ulteriormente sintetizzate più vari protocolli e uffici che rappresentavano il percorso che la richiesta aveva seguito, mi parve di capire che Febh si fosse perso a metà discorso, visto come mi guardava.

    Insomma la destinazione è Suisan, a grimdad, e abbiamo sette giorni per arrivarci?
    Ok, afferrato. Può darmi anche un set di strumenti da Eliminatore di Cadaveri? Anche un rotolo per la collocazione. Grazie.


    Mi vennero posti sul bancone gli oggetti richiesti insieme a un lasciapassare, che pose fine alla nostra permanenza lì, a quanto sembrava.
    Uscimmo quindi dall'edificio, mentre fissavo la mappa che ci avevano dato, che richiamava i ricordi del corso chunin, con quei simboli.

    Beh, suppongo dobbiamo trovarci una nave per questo posto, e trovarne una che parta proprio ora...

    Detta così, sembrava di chiedere un colpo di fortuna, ma Febh si fece avanti con una soluzione l'istante successivo che pronunciai quelle parole. Mi fecero sorridere le sue parole sui ninja arcobaleno, ma la prospettiva di mettersi nelle sue mani per un viaggio, un pò meno. Comunque, alla fine sembrò essere l'unica soluzione applicabile in poco tempo e con un certo margine di sicurezza, quindi ci dirigemmo verso Konoha, nel villaggio di Otafuku.

    [...]

    Con il cappuccio calato sulla testa, camminavo dietro allo Yakushi, vagando con la mente riguardo alla nostra destinazione. E quando la raggiungemmo, pensai a uno scherzo di cattivo gusto. La nave era fin troppo perfetta. Lussuosa, con uomini in livrea e decorazioni.

    ...Febh, sai che stavolta mi hai davvero...

    Lo Yakushi però, in avvicinamento alla nave, la superò senza degnarla di uno sguardo. Dirigendosi invece verso qualcosa che poteva chiamarsi nave da trasporto solo perchè stava a galla. Non che ci tenessi molto al lusso, solo che vedere galline che se ne vanno in giro per il ponte e dei marinai che si potevano immaginare benissimo intenti nel tagliarti la gola nel sonno, non era proprio il massimo. Le parole mi morirono in gola, mentre abbassavo la testa chiedendomi quale parte di me non avesse ancora capito come era fatto Febh Yakushi. Fissai le ragazze con un sorriso ironico, quindi mi diressi a mia volta verso la nave, fissando in maniera neutra i marinai, ed evitando le galline.

    Oh sì. Incredibile, certo.

    Probabilmente io e lo Yakushi intendevamo il senso della parola incredibile in modo diverso.
    Ad ogni modo, appurato che se non davamo fastidio ai marinai, loro non lo davano a noi, non avevo alcun problema a viaggiare su quel tipo di imbarcazione. Se non con qualche gallina, che si mise a chiocciare davanti alla mia porta in maniera insistente, senza vagare come le altre. Al che la porta si aprì, e la mia mano scattò fuori per afferrarla per il collo. Il suo urlo morì nella notte come lei stessa, e speravo nessuno se la prendesse se il giorno dopo mi sarei cucinato del pollo sulla punta della nave.
    Per il resto, il viaggio fu tranquillo, e passavo il tempo appollaiato sulla prua della nave fissando alternativamente l'oceano e le partite di Febh con una gallina piuttosto abile al poker. Il gioco d'azzardo mi ricordava un periodo della mia vita da dimenticare, e per tanto mi limitai sempre a osservare, dicendomi che non conoscevo lo Yakushi nei momenti in cui la gallina vinceva la mano.
    Il resto del tempo, fu facile notare che la più insonne di tutti era sempre Shaina. Qualcuno mi sibilava il motivo all'orecchio, ma non avevo ancora mai trovato conferma di quel sospetto.
    Insomma, non ci furono grandi eventi ma in qualche modo trovavo nell'osservare i miei compagni il mio passatempo. Oltre a dormire come un ghiro metà del tempo, dato che mi fidavo abbastanza fra galline e marinai che la barca non affondasse troppo facilmente.

    [...]

    Alla fine comunque, riuscimmo ad arrivare nel luogo indicato tutti e quattro. E la prima cosa che notai una volta sul posto, fu un uomo dai lineamenti duri, vestito di blu. Un conterraneo di Zhan, supponevo, idea che confermò lui stesso presentandosi non appena arrivammo di fronte a lui, mostrano il lasciapassare se necessario. Ci condusse quindi verso un edificio, che mi fece prudere il centro del petto, mentre lo fissavo. Bianco, con alcune nuvole, e con un occhio sopra di esso. Mi chiesi se avrei rivisto così presto il ragazzo che mi aveva scaricato addosso varie migliaia di volt, mesi prima. Tuttavia ci accolse un altro servitore di quei cosiddetti Sanga, ricordandomi Hu Ye fin dalla prima parola, con tutta la sensazione di deja vù derivante.

    Che i sanga illuminino anche il vostro. Sono Yami Kabane, Chunin di Oto. Piacere.

    Avrei parlato non appena ci fosse stato un secondo libero, non avendo particolare fretta di fare una qualsiasi cosa, ora che eravamo arrivati a destinazione. Quando le presentazioni furono terminate quindi, Hiruko riprese la parola, spiegando i motivi della nostra chiamata. Dal discorso del ninja in blu mi parve di capire che fossero i ninja di Mizukumi e di Himarya insieme a quelli del proprio villaggio, quelli coinvolti. E in effetti, questo spiegava la composizione del loro gruppo tempo addietro, fra le altre cose. Comunque, il punto principale sembrava essere una missione investigativa, dato che stavano sparendo delle persone. O meglio di eliminazione nel peggiore dei casi, se quelle ritrovate erano morte. Il resto del discorso vertiva sul motivo della chiamata, ovvero la necessità di un elemento esterno ai tre che avrebbero dovuto risolvere il problema. Sebbene quando parlarono di problemi con Mizukumi, sorrisi in maniera nervosa. L'Akino a quanto sembrava aveva creato non pochi problemi a Midori, che per non si limitavano al semplice vincere o perdere. Per il resto in un certo senso fu strano ritrovarsi di nuovo là, dopo l'esperienza del Chunin.

    Venne quindi il momento delle domande, ma a parte quelle poste da Febh, non me ne venivano in mente altre. Mi grattai di nuovo il petto qualche secondo quando lo Yakushi parlò di nuovo di Hu ye, al che iniziai a temere un qualche riflesso condizionato.

    Sì, me lo ricordo. Fra l'altro deve una lezione sui Sanga, se non mi sbaglio.

    L'incontro informativo si concluse quindi, e ci fu consigliato di riposare, così da partire il giorno dopo freschi, dopo altri 5 giorni di viaggio dall'accademia. Dopodichè, una volta soli se possibile, Febh diede voce a ciò che si era tenuto dentro per tutto l'incontro. Cosa su cui concordavo per la maggior parte.

    Qualsiasi cosa sia, suppongo ce la troveremo davanti prima o poi, il che non mi rallegra molto. Per il resto sinceramente mi incuriosisce, vedendola così a parte un rancore verso Himarya, la tesi del serial killer è quella più plausibile per quanto non credo sia quella reale. D'altronde uccidere dei monaci in un territorio neutrale è quantomai inutile per un qualsiasi movimento politico.

    Era assai poco utile fare supposizioni al momento con niente di più che racconti, quindi non aggiunsi altre battute al discorso. O meglio, nessun'altra replica verbale. Febh se ne procurò invece una fisica, non appena cambiò argomento. I muscoli delle braccia si contrassero involontariamente sotto la giacca, mentre scoccavo un'occhiata di avvertimento allo Yakushi, dalla sua sinistra. Solo che quello si era voltato per fare l'unica cosa che invece avrebbe dovuto evitare. Parlarne alle persone meno indicate sulla faccia della terra.
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    Fu così che un Medio di chakra si diresse al Braccio, dandogli il massimo potenziamento possibile, mentre quello usciva dalla tasca destra dei pantaloni, per dirigersi come un treno verso l'arcata dentaria dello Yakushi. Se tutto fosse andato come doveva, l'intera area dei canini e qualche molare sarebbero stati colpiti dalle nocche della mia mano, movimento a cui seguii il recupero del pugno e il suo riposizionamento nella tasca. Ignorando qualsiasi volo che avrebbe potuto fare lo Yakushi o danno che si voglia, mi voltai con un sorriso sadico, fissandolo con aria fintamente allegra.

    Sì, me la ricordo. Il peggior ricordo di quel corso.

    Tornai quindi a camminare, annuendo a ogni domanda sullo stile "ma sei pazzo". Sebbene ciò che mi aveva legato a Shin, i motivi della mia reazione erano diversi. O almeno, quello principale lo era. Non c'era stato nulla con la ragazza, quindi non avevo alcun motivo per malmenare lo Yakushi. C'erano però altre ferite nell'orgoglio e nel cuore, che il pensiero di quella ragazza faceva bruciare come il fuoco, sebbene per cilò che rappresentava più che per ciò che era davvero. Sinceramente ritenevo le ragazze al momento con me decisamente di due livelli superiori a lei, per quanto Febh desse ovviamente la sua opinione. D'altronde nei giochi delle stronze ci si cade, lo sapevo per esperienza personale.

    [...]

    Le stanze rispecchiavano il carattere spartano dei monaci, per quanto enfatizzato. Ad ogni modo, non c'era stato granchè da fare sino ad allora, quindi avevo l'intero corpo che iniziava a protestare per tanta dedizione al riposo. Così, decisi di appollaiarmi sul tetto, trovando un silenzio che però non durò molto. Sentii dei passi in lontananza, più qualche lamentela e rumori non identificati. Unii le mani, facendo comparire un piccolo falco alla mia destra, e fissandolo prima di alzarmi.

    Tieniti a quota 40 metri per un pò. Se qualcuno arriva o si allontana, fatti sentire.

    Per quanto mi riguardava, scesi di nuovo, e iniziai a vagare per il tempo, cercando l'origine di quei rumori se fossero stati ancora presenti, altrimenti avrei cercato la cucina. Se non avessi trovato nulla, o mi si fosse chiesto cosa facevo, avrei risposto sinceramente. Era mezzanotte e facevo sempre uno spuntino a quel'ora, non importava cosa mi fossi mangiato prima.

    [...]

    La mattina dopo aveva l'oro in bocca. O il pugnale nel cuore, visto come sembrava fossero morte altre due persone, della nuvola e delle piante.

    Eventuali analogie con le morti precedenti? Chi sono le vittime? C'è qualche villaggio più colpito o sembrano andare a caso fra i tre?

    Ad ogni modo, preferivo non sentire nomi conosciuti venire dalla lista dei morti, quindi per me potevamo partire, dubitavo ci fosse rimasto qualcosa da fare là. E qualunque fosse stata la risposta a quei rumori, anche nei casi sospetti dubitavo fosse possibile attardarsi ancora senza motivi più importanti di una lista di omicidi sempre più lunga.
     
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42 replies since 4/3/2009, 13:19   2872 views
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