Esame Jonin - Mistero all'Albero Bianco

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  1. Yami Kaguya
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    Oto - Accademia

    CITAZIONE
    -Eh si, dispiaciuto della notizia?-

    La fissai alcuni istanti, cogliendo del sarcasmo nella sua voce. Non riuscii però a replicare con lo stesso sguardo, quindi mi limitai a fare spallucce, e muovermi per superarla.

    Na, anzi.

    Al mio commento successivo, sentii dietro di me una risposta. Solo che avendola data per una domanda retorica, mi fece sentire come se mi stesse prendendo in giro. Al che replicai allo stesso modo stavolta.

    Ehm, non era chiaro?

    Dopodichè mi dileguai a prendere le mie cose, prima che potesse tirarmi dietro qualcosa. Ma che ci potevo fare, me l'aveva servita su un piatto d'argento.

    Ok, tutti al West, datemi mezz'ora.

    Uscito di là, andai da Ledah e subito dopo mi diressi al gate. Una volta là, Shin fece un commento che le fece avere un'occhiata rovente, che però venne sostituita l'attimo dopo da una divertita.

    D'accordo, si và coi falchi. Ma ti suggerisco di non mettere in dubbio le loro qualità, se loro presenti. Beccano forte.

    In accademia poi, la domanda sul simbionte, ebbe risposta positiva. Al che la fissai, replicando con tono neutro mentre tornavo a camminare.

    Suggerisco allora che tu lo alleni un pò meglio. Mi sà che come simbionte è un pò facile da far secco.

    Probabilmente, pure io ero in simbiosi. Lo stesso caratteraccio dei falchi verso i draghi, che consideravano sotto di loro nella gerarchia di chi si innalzava nei cieli, lo stavo scoprendo in me. Ma se voleva delle scuse, le avrei fatte dopo. Per il momento, volevo vedere come reagiva. In un certo senso, mi sembrava strana. Diversa dal solito. Forse era quello a rendermi così suscettibile.
    Una volta dentro, dovemmo affrontare il nemico della burocrazia, prima in fase labirintica, e dopo in forma di un impiegato che mise in crisi Febh, rendendolo bisognoso di un riassunto. Afferrai le mie cose appena me le porsero, dopodichè mi sentii addosso due sguardi. Uno non lo identificai, l'altro era di Shin, che aveva appena chiesto due kit di cura. La fissai di rimando, non capendo quale fosse il problema.
    Forse dovevo chiederne uno anche io?

    Credo bastino due.

    Avevo capito fischi per fiaschi forse. Ma sinceramente, non mi pareva avesse detto nulla che potesse necessitare la mia opinione, se non nel numero di kit. Uno a testa fra noi sarebbero bastati, contando due medici e un tipo che si faceva male di continuo e per cui non avevo intenzione di sprecare una sola benda.

    Nave

    Dopo la scoperta del mezzo che ci avrebbe portati a destinazione, non ci furono molti eventi interessanti. Almeno non contando la rivelazione di Febh su come, almeno da ciò che immaginavo potesse aver visto, Kuroka fosse una sorta di regina sadica, il viaggio si rivelò fin troppo tranquillo, le ragazze furono di una attività parecchio celere nell'andarsene in giro a cercare informazioni a quanto avevo capito, ma da parte mia mi limitai a fissarle, alternativamente a Febh. Sparirono solo una volta per un pò, probabilmente chiudendosi in cabina. Fissai il punto alcuni istanti, ma sapevo benissimo che rischiavo la morte a entrare in una stanza al femminile quando ce ne erano presenti più di una, e per motivi diversi dalle attività comuni.
    Unico momento di svago, fu quando lo Yakushi gettò a mare una delle sue lucertole, una poveretta che partecipava insieme alla gallina alla partita a poker. Al che, chiedendo una canna, mi divertii qualche minuto a starmene appollaiato sul parapetto a cercare di pescarla, fra le probabili imprecazioni dell'animale verso di me o il suo padrone.
    Nessuno si lamentò per l'assenza di una gallina, con mio stupore. Vidi Ko che da quella notte sembrava averci fatto amicizia, quindi evitai altri pasti fuori luogo. Anche perchè non passavano più davanti alla porta.
    Shinodari mi venne vicino solo una volta, in tutto quel tempo. Si mise accanto a me a fissare il mare, senza dire una parola. Immaginai ce l'avesse con me per tutti i commenti, quindi la lasciai in pace. Delle cose che volevo dirle, nessuna raggiunse la gola.
    Sapevo che ero incapace di impegnarmi finchè non sentivo una minaccia. Mi chiesi solo quando ciò sarebbe avvenuto. A quel punto, supponevo i gesti valessero più delle parole.

    Grimdad

    Le risposte alle domande furono relativamente interessanti. Gli assassini amavano variare, a giudicare dai diversi metodi per uccidere le vittime. Almeno seppi che Hu ye era lontano da quel luogo. Niente facce conosciute quindi, nel bene e nel male. L'uomo poi chiese informazioni sulla nostra presenza precedente, al che attesi Febh prima di commentare a mia volta.

    Se vedete un tizio che ama fare il camaleonte che ha la mania per geyser e attacchi dalla distanza, potreste dirgli "senza rancore"? Doveva essere anche lui di Mizukumi, se non ricordo male.

    Probabilmente nessuno avrebbe capito a chi mi riferivo. D'altronde, nemmeno io sapevo che fine avesse fatto quel tizio della prova pratica chunin. Quasi ci ammazzava e nemmeno si era presentato o fatto vedere sul serio.
    Dopo di che, ci furono solo spiegazioni sul perchè avessero scelto noi, sulla geografia del tempio, e sulle autopsie delle morti. Quasi mi dispiacque, che nessun Sanga fosse stato ucciso. Immaginavo che ad un fatto simile, il tempio della nuvola bianca avrebbe davvero potuto risultare pericoloso nel reagire.

    Infine fummo congedati, e ci venne quindi indicato il luogo dove riposare. Prima però, la lingua lunga di febh gli fece sbattere la testa contro le mie nocche, provocandone i conseguenti decollo e brusco atterraggio contro un muro. Le urla ne furono l'ovvia conseguenza, insieme agli sguardi scioccati del resto del gruppo. Sguardi a cui non ebbi il tempo di rispondere, visto come Shinodari mi si parò davanti, mettendomi un dito sul petto e parlandomi. Al che immaginavo nel mio sguardo avrebbe letto un pò di sorpresa. Seguita subito dopo da una sorta di freddezza. Quasi meccanica. Lo sguardo che avevo quando ero in missione.

    ...Ora và meglio?

    La fissai alcuni istanti così, mentre assorbivo le sue parole. Non replicai, tornando come prima e lasciando che dicesse quello che voleva.

    Tranquillo, moccioso. Io ti capisco. Era inevitabile.

    ..Consolante.

    Cosa ti aspettavi? Tu sei diverso. Tu non sei fatto per stare in una squadra alla pari, lo sai.

    ...Sono qui perchè è ciò che voglio.

    Stronzate. Sei qui perchè vuoi il grado che ti consenta di non esserci, in una squadra. Ti senti così, perchè ti stà facendo la ramanzina dopo che hai fatto la figura del novellino da disciplinare.

    ...e allora cosa, ho sbagliato?

    ...
    Eh?!
    Ahahahahahaah!! Uahhahaha!
    Co..scoppio...pfff...


    Che diamine c'è da ridere?!

    Ripensa alla tua storia con lei, moccioso. Capirai da solo se hai sbagliato o meno.

    Rimasi fermo alcuni istanti, mentre mi sentivo i lembi della bocca venire tirati verso l'alto. Tornai alla realtà, trovandomi davanti quel sorriso solare che ricordavo. Di un tempo in cui a una ramanzina, avrei saputo come rispondere subito. E capii allora cosa intendeva Yamata. Come avessi dimenticato qualcosa che dovevo ricordare pure a me stesso, a quanto sembrava. Le misi quindi due dita sulla fronte, prima di spingere lievemente, e quindi costringerla a guardarmi negli occhi. Dove sentivo di nuovo quell'indole che avevo represso quasi inconsciamente.

    ...I gatti, amano graffiare all'improvviso. Stà sicura che se non mi controllo sul serio, te ne accorgi.

    Sorrisi quindi al suo indirizzo, guardandola un attimo mentre si affiancava a Shaina, e fissando quindi il "graffiato". Lo sguardo di Shaina mi aveva chiarito che se continuavo così finivo per farmi nemica tutta la componente femminile del gruppo, dopo che con Shin ero riuscito a farmi fare il rimprovero. Gli andai quindi vicino, dandogli qualche pacca sulla spalla, replicando per poi tornarmene a distanza di sicurezza.

    Tranquillo, non mi avrebbe convinto lo stesso.

    La domanda era chiara. Mi aveva visto strozzare impiegati, lanciare kunai agli allievi, e ogni genere di cose. Ma ora c'era qualcosa di diverso, a quanto sembrava. Guardai quindi Shin un attimo, ripetendomi di nuovo la risposta in mente. Io ero sempre stato così. Solo che ora l'avevo fatto per me, e non per la gelosia che nutrivo nei suoi confrtoni. La differenza, stava tutta là.
    Ma se la stavo facendo irritare, volevo che mi affrontasse di petto. Mi stava trattando in maniera strana, ora mi era perfettamente chiaro. Ma ora non era il momento di chiedere. E in missione avrei di certo messo da parte i problemi.
    Subito dopo comunque, "ora che ci eravamo calmati", Shin chiese se potevamo condividere le informazioni, al che Febh scattò sull'attenti, seguito da me.

    Và bene da Febh.

    Andammo tutti nella sua stanza, al che mi sedetti appoggiato al muro, e rimasi in attesa, lasciando a quello che ormai avevano identificato come l'esperto di Grimdad il compito di aggiornarle. Solo quando finì e mi guardò come a passarmi la parola, completai con quelle poche cose che sapevo in più.

    I monaci di Hiramya vivono come delle guardie del corpo dei Sanga. Dei secondi non sò praticamente nulla, mentre i primi hanno una tecnica fastidiosa basata su una nuvola. Una volta che ci sei dentro, sei praticamente finito. Da tuoni a fulmini, è come essere dentro a un temporale.
    Per mizukumi, da parte mia non conosco i Kasov, ma hanno delle tecniche di mimetizzazione che noi ce le sogniamo. Sono anche abili nel creare barriere perimetriche, ma perlopiù mi è parso di capire prediligano il combattimento dalla distanza. Quel Kasov forse appartiene a un clan dell'eccezione che conferma la regola.
    Per il resto, Febh ha detto tutto.


    La notte almeno, fu più interessante. Più per fortuna che per altro, visto come l'ombra del rapace continuava a volare in religioso silenzio, sentii delle voci, quindi mi appostai, attivando la trasparenza e appiattendomi al muro giusto per precauzione. Riuscii a sentire che c'erano state altre due morti, ma nulla di più. Gli unici pensieri che mi venivano in testa riguardavano come avessero ucciso un monaco e uno di Mizukumi, a quanto sembrava. Poi un'altro della nuvola uscì, e tornò il silenzio. Rimasi però al mio posto, immobile, sino a che non entrarono altre figure, e rizzai di nuovo le orecchie. A parte Hiruko, le facce nuove erano di Mizukumi una, e del tempio l'altra, giudicando dai vestiti. Quella di Mizukumi non si risparmiò certo nell'esprimere la sua irritazione, anzi sembrò essere venuta solo per dare un avvertimento, visto come sparì subito dopo il suo discorso. Per il resto Hiruko parlò all'altra ragazza di qualcuno chiamato Aosei, e l'altro monaco assicurò che ci saremmo mossi. Poi i toni di voce si abbassarono tropp, così decisi di andarmene. Tornato sul tetto, allungai il braccio perchè il volatile vi si posasse, e facesse quindi rapporto. A parte un elenco di richiami, non aveva saputo dirmi altro. Tanto valeva tornare di sotto, avrei riferito il giorno dopo agli altri. Ricordavo fin troppo bene come Febh odiasse le sveglie indesiderate.

    Il mattino dopo, scoccai un occhiata a Hiruko mentre sbadigliavo come replica al suo commento, ma non feci altri cenni di sorta per mostrare di aver notato le sue parole. Colpa loro che facevano casino mentre la gente cerca di dormire.
    Per il resto gran parte delle domande vennero rinviate al nostro arrivo sul posto, e in effetti li capivo. Prendendo in mano i fascicoli dei nomi, feci scorrere lo sguardo tre volte su ognuno di loro, per ricavarne solo l'informazione che ogni cosa che respirasse andava bene come vittima. Era ora di una visita sul campo, di congetture ne avevamo fatte pure troppe.

    In fase di partenza, sollevai le spalle alla proposta di Shin, evocando due falchi e salendo su uno di essi. In campo nemico non mi andava troppo di dimezzarmi la riserva arrivando a tre, quindi avrei preferito che gli altri due usassero o draghi o lucertole, ritenevo piuttosto inutile cercare di nascondere le tracce quando avevo visto poco prima come fosse altrettanto inutile cercare di fare le cose di soppiatto contro ninja che sapevano il fatto loro. L'unico motivo dell'evocazione era che in linea d'aria si tagliava.

    Il viaggio comunque fu monotono, se non per un fatto. Febh ruppe le scatole per fare l'ultimo turno di guardia, cosa che gli lasciai fare, mettendomi primo o secondo a volere delle ragazze. Finito il mio turno mi addormentai quindi, rilassandomi in minima parte visto come per sfortuna o fortuna che fosse, fra Shinodari e Shaina non sapevo chi dormisse meno in quel viaggio. E come se non bastasse c'erano pure 8 teste che si davano il cambio nel fare la guardia dentro la mia testa.
    Sottovalutai però un fatto. Ovvero che ciò valeva per i pericoli di vita in cui nemmeno Yamata voleva crepare. Per ciò che fece febh quindi, il serpente non emise un fiato. E fu così che la mattina, mi sarei probabilmente svegliato fissando Shin o chiunque altro che ridacchiava. Febh escluso. Tanto che slacciandomi il coprifronte, vidi che avevo la faccia piena di scarabocchi. Non riconoscevo le parole, ma potevo intuirle. Rimasi fermo alcuni istanti, poi sospirai, e tirai fuori il kit da eliminatore. Poi evocai una Kage bunshin, mettendomi quindi fermo ad aspettare facesse il suo lavoro. Nel mentre mi disse pure cosa c'era scritto, ma non feci una piega, rimanendo in una sorta di stato mezzo rincitrullito, sino a che non partimmo. Evocai un falco singolo stavolta, visto che doveva portare me e il clone e quindi dovevo usare il chakra di due. Ringraziassero lo Yakushi.
    In due ore comunque, la copia terminò di tagliare e incollare, e quindi sparì. Mi misi le mani sul volto, riunendo i lembi di pelle tenuti insieme da punti di sutura e rimarginando i punti in cui la pelle non scarabocchiata era stata asportata e rimessa posto. Dopodichè mi misi a pensare, rimanendo in silenzio tutto il giorno.

    Appena atterrati, informai gli altri che andavo a caccia, per poi sparire in cerca della mia preda. Trovato qualsiasi cosa che avesse una pelliccia e fosse abbastanza grosso, delle dimensioni di un maiale o anche poco meno, l'avrei ucciso con una freccia, per poi caricarmelo in spalla e tornare indietro. Mi sarei messo da parte per il lavoro sporco, ovvero lo scuoiarlo, cosa che mi interessava più della carne al momento. Per un attimo mi venne da sorridere, al ricordo dell'ultima volta che avevo cacciato nella mia infanzia.
    Il tutto terminò con il taglio di una parte della pelle dell'animale, un quadrato di una trentina di centimetri, a cui avrei fatto quattro fori, per poi farci passare del nylon, senza tagliarlo. Lo appallottolai quindi, tornando dagli altri con qualche pezzo della carne che feci allo spiedo, seppellendo il resto per evitare qualsiasi divoratore di carogne che stesse in giro. Ultima parte del piano, misi delle pietre nel fuoco, lasciandovele senza limiti di tempo. In caso di domande, avrei solo detto che ero curioso di vedere lo spettacolo delle pietre roventi.
    Probabilmente sarebbe poi venuto il mio turno di guardia. Prima però, assicuratomi che Febh dormisse, sarei andato a cercare un corso d'acqua, con la caccia di prima ne avrei sicuramente trovato uno. Riempii quindi la sacca di pelle, rivoltandola con la parte del pelo all'interno, e la pelle all'esterno. Dopodiché tagliai dei paletti con la katana, piantandoli in cerchio a qualche metro dal fuoco, attaccando alla sommità il filo di nylon con la sacca piena d'acqua. Il fatto che il pelo fosse all'interno avrebbe evitato una puzza assurda, e al contempo avrebbe permesso all'acqua di bollire quando vi avessi gettato dentro le pietre roventi. Avrei infatti afferrato le pietre nel fuoco dopo essermi corazzato le mani, e buttatele nell'acqua, bastarono pochi secondi perché quest'ultima arrivasse ad ebollizione. Dopodiché dovevo solo aspettare. Togliendo le pietre e rimettendole nel fuoco, per poi ributtarle in acqua all'occorrenza. Calcolai i tempi in modo che quando fosse giunto il turno di Febh, l'acqua non stesse bollendo, ma nemmeno fosse carente in calore. Dopodichè, avrei svegliato lo yakushi per il suo turno con un gavettone a 60 gradi.

    Buongiorno.

    Io non facevo finta di nulla. Quella supponevo fosse la mia carenza nei confronti di Febh. Certo però che era più divertente.

    In vista del tempio però gli scherzi smisero, almeno da parte mia, anche perchè da quella volta avevo minacciato Yamata di ripetermi in mente qualche decina di volte storie di Susanoo, la sua compresa. Aveva bene o male assicurato che faceva la guardia contro ogni cosa fastidiosa da allora in poi.


    Prima o poi arrivammo però a destinazione, e osservai con un pò di curiosità quella costruzione che si stava macchiando così rapidamente dell'atmosfera della morte.
    Febh poi propose un modus operandi degli omicidi a suo modo, ma non replicai.
    All'entrata due shinobi forse di Astris ci sbarrarono la strada, chiedendoci che esseri fossimo. Shaina parlò per prima, poi seguii io, tagliando però le parole rispetto alla sunese.

    Il mio nome è Yami Kabane, chunin di Oto.

    Febh rimase in silenzio, al che gli diedi una gomitata leggera per farlo parlare, visto come quei tizi avevano il chiaro sguardo di chi non lasciava correre una domanda senza risposta. Alla peggio avrei detto io il suo nome, fissandolo con sguardo interrogativo subito dopo.
    Una volta dentro poi, ci venne chiesto di aspettare un monaco, cosa che facemmo. Ci venne incontro poco dopo un uomo, che riconobbi come il domatore di tigri della notte prima. Fece un discorso sulle scelte che avevamo a disposizione, ma shaina e febh furono lesti a prendersi la parte divertente. Chiusi quindi la bocca, accettando ciò che era il mio dovere, consolato almeno dal fatto che con Shin poteva magari essere meno pesante.
    Tale pensiero però venne meno quando incontrai uno dei ninja di Solis che rese pesante pure la pre-autopsia. Prima ne arrivò la voce, che rovinò gran parte di una qualsiasi futura possibilità di buona impressione. Quando poi lo vidi, mi si svegliò qualcosa in testa, come se l'avessi già visto. Quando poi disse il suo nome, dopo aver identificato un genere opposto al proprio nel nostro gruppo ed averci quindi degnato di attenzione, me ne ricordai. Non tanto il nome, quanto l'appellativo. Il commento fu spontaneo.

    Kujaku della Piuma Rossa? Quello che Kisugy-san ha pestato?

    Cercai di fare un sorriso ammirato, quasi fossi un fan del kiriano che effettivamente mi stava più sulle scatole dopo Giants. Me ne ero ricordato più per il collegamento con lo Shinetsu che per altro, quel tizio mi sembrava ci fossimo finiti davanti pure per arrivare a Mizukumi. A parte quel commento però, non dissi altro visto che mi aveva assicurato l'immunità al fissarlo male a causa della sua parlantina. Quasi quanto la risposta di Shaina.
    Nella sala autopsie invece, il clima era ben meno cordiale con entrambi i sessi dei visitatori. Kujaku ci presentò i due medici presenti, mentre io sorridevo lievemente fissando il rapace che una di loro teneva sul braccio. Il sorriso rimase poco però, quando uno di essi ci passò il testimone, senza nemmeno provare a celare il fatto che gli stavamo scassando solo con la nostra presenza. Ci mostrarono comunque i due corpi, e senza dire una parola mi avvicinai a Bai Qi. Sia perchè sull'altro non vedevo cause di morte a primo impatto, sia perchè in un certo senso mi incuriosiva di più. Non fu difficile immaginare la causa della morte, vista la quantità di tagli sul corpo, ma preferii comunque chiedere alla Mawaha, visto che sembrava più bendisposta del suo collega. Morte da emorragia, e nel braccio era anche facile notare come fosse rotto. La gamba aveva fatto una fine anche peggiore, visto che le fratture erano multiple, forse si erano accaniti sulla gamba per evitare una fuga. Guardai Shin per sentire di cosa era morto Tyr, o se non c'erano indizi evidenti come per Bai per definire la causa della morte. Dopodichè passai alle domande, fissando alternativamente i due cadaveri.

    Dove avete trovato i corpi? Nemmeno attorno al Kasov c'erano segni che potessero spiegare i danni interni al corpo?

    I tagli a Bai Qi siete riusciti a capire se appartengano a un unica lama, o a diverse?

    Siete riusciti a capire se magari il Kasov a ingerito qualcosa che possa c'entrare, prima della morte?

    Nelle vittime morte nello stesso modo, non c'era nulla come ambiente, ora, giorno della settimana, abitudini o simili, che potesse indicare una scelta di un modus operandi rispetto a un altro per tale condizione?


    Rimaneva solo da chiedere se avessero idee sulle striature del cuore, ma mi immaginavo la risposta. Per il resto, non mi venivano in mente altre domande per quei due. Sembrava fossero troppo abili per lasciare tracce chiare sui corpi. Tentai solo un ultima volta con il tipo, elencando ciò che avevo capito magari anche ascoltando Shin, e quindi facendone un elenco.

    Il cadavere di Tyr non presenta segni di lotta, ma ci sono i sintomi di un qualche problema agli organi interni come stomaco, fegato, pancreas e l'apparato digerente in generale, più qualche striatura strana sul cuore.
    Mentre Bai Qi è tutto il contrario, e i segni di una colluttazione sono evidenti, braccio e gamba sinistri rotti anche in sei punti, e vari tagli al petto, alle spalle ed alla gola, quindi morte per dissanguamento dopo un combattimento.
    Ho dimenticato qualcosa?


    Se lo punzecchiavo, forse ci cascava e poteva dirci qualche cosa che mi era sfuggita. Altrimenti, grande. Avremmo risolto presto tutto, quando i dottori più esperti facevano gli infantili con chi ne sapeva meno di loro. E poi era la nostra la generazione rovinata.

     
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