La Piazza di Suna e il Mercato[Ambientazione]

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  1. Casìn
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    La Piazza di Suna e il Mercato


    Contrattazioni per la spesa della "Nonnina Annullatrice"


    Antecedente a: I Meravigliosi Aborti Chimera

    Ormai era palese: Jurobei Gaho aveva un'innata e particolare propensione nel cacciarsi nei guai. Specialmente nell'ultimo periodo della sua vita, gli albori della sua vita da ninja accademico. Stavo sopravvivendo, questo è vero, ma a quale prezzo? Continui incontri con persone poco raccomandabili, avventure in boschi sperduti con strane creature e ora questo. Una vecchia dai poteri incredibili lo aveva praticamente assoggettato al suo volore, lo stesso valeva anche per gli altri membri del gruppo. Torikeshi alternava momenti di lucidità a dei black out totali e dai due bambini non poteva certo aspettarsi chissà che cosa. Un gruppo molto vario, con delle sostanziali divergenze sull'età. Proprio una bella situazione. In quel breve temppo che lo aveva conosciuto, non aveva mai pensato a quantificare l'età dell'anziano. Ora che aveva la vecchia davanti, poteva comunque ben definirlo più giovane di lei. Il giovane accetto quindi il foglio, e chi non lo avrebbe fatto dopo aver visto di che cosa era capace quella donna? Riempì in silenzio con il suo nome e cognome lo spazio bianco. Non era troppo teso, ma sicuramente accettare così a scatola chiusa un incarico da una anziana che lo aveva trascinato fluttuante da lei non poteva nemmeno lasciarlo tranquillo. Una perfetta manipolatrice, aveva inchiodato tutti e tre e adesso toccava solamente a loro trovare un modo per uscirne, la via più semplice sembrava proprio seguire le direttive dell'anziana Umezawa. «No, ci mancherebbe. Non vogliamo farla arrabbiare...»
    Dopo aver ricevuto il documento compilato da ognuno, la donna sfruttò ancora un'altra chicca per intimorire e legare il gruppo completamente al contratto. Con una rapida imposizione delle mani sul foglio, l'Umezawa aveva sollevato i kanji che componevano i loro nomi andandoli a depositare sul suo palmo destro. Un brivido percorse l'intera schiena del Gaho. Era ben chiaro cosa la donna potesse aver fatto con quella mossa, ovviamente non era immaginabile il come. Adesso avrebbe dovuto seguire alla lettara ogni indicazione. Dopo quell'inquietante gesto, la donna sembrò intenta a cercare freneticamente qualcosa. Probabilmente qualcosa che sarebbe servita al gruppetto per proseguire il loro incarico. Si voltò, lasciando che tutti potessero vedere i suoi grigi occhi privi di pupille. Jurobei indietreggiò di qualche passo, l'ennesima dimostrazione del potere di quella donna lo stava facendo terrorizzare. Ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Il suo nome era letteralmente stato sollevato dalla carte ed era entrato in possesso della signora. Chissà cosa sarebbe stata capace di farci.

    Aveva consegnato una sottospecie di polvere esplosiva ai bambini. Un gesto rischioso, ma chiaramente nessuno ebbe il coraggio di opporsi. Poteva solamente sperare che sarebbero stati in grado di utilizzarla al momento del bisogno. Ma la domanda principale era un'altra: per quale motivo doveva avere la necessità di utilizzarla? La faccenda si stava facendo più preoccupante ogni momento che passava. Per Jurobei, la donna ebbe in serbo un'imponente gemma preziosa. I suoi riflessi verdi riflettevano perfettamente la luce, illuminando gli occhi di chiunque la stesse osservando. Jurobei compreso, il quale la prese delicatamente tra le sue mani. Dovevano scambiare tale tesoro per una somma incredibile di denaro, una somma che lui non aveva neanche mai sentito nominare. Sperava che, dato la palese qualità del prezioso, non sarebbe stato difficile convincenre Amune a scambiarla anche per qualcosa in più, ma lui non lo aveva mai conosciuto e doveva sfruttare quel poco che sapeva di contrattazione per arrivare almeno alla cifra richiesta. All'anziano non tocco nessun "dono" all'infuori della fantomatica "lista della spesa". Alcuni elementi che la componevano sembravano di uso comune, altri invece non li aveva mai sentiti nominare oppure richiedevano un grado accademico a lui irraggiungibile per essere acquistati. Sarebbe stata una bella piccola impresa riuscire ad avere tutto, ma sicuramente nessuno di loro la voleva deludere.
    Ancora in silenzio, Jurobei riprese il suo scarso equipaggiamento dalla poltrona e con un cenno con la testa salutò l'anziana, azzardando un modesto inchino. Si avviò all'uscita, riponendo la gemma nella sua tasca interna sinistra più o meno ad altezza del petto. La medesima mano andò nella tasca esterna dello stesso lato, in modo da mascherare il più possibile l'eventuale rigonfiamento. Si rivolse poi ai suoi compagni. «Già poteva essere andata ben peggio... allora come prima tappa andremo dal gioielliere.» Torikeshi sembrava in qualche modo sodisfatto di come si era sviluppata tutta la vicenda. Sì, è vero avere ancora la testa attacata al collo era buon segno, ma il fatto di essere legati a quella strana quanto potente donna poteva essere un particolare alquanto importante. «So bene dove si trova questo posto, anche se non ci sono mai stato.» Un leggero sospiro uscì involontariamente dalla sua bocca. Era effettivamente teso e preoccupato! Subito le sue responsabilità verso sua sorella riemersero. Lei era prigioniera di quel pezzente di Bussho e come se non bastasse le strade di Suna pullulavano dei suoi uomini, mentre lui doveva badare alla lista della spesa di una vecchia. E fare ciò che vi era scritto era l'unica cosa per rimanere in uno stato tale da poterla aiutare. Attese che ogni membro del gruppo fosse disposto a seguirlo, magari anche loro sapeva bene la strada verso la loro nuova meta. Si chinò raggiungendo l'altezza dei due bambini. «Mi dispiace che anche voi due siate rimasti coinvolti in questo casino. Mi raccomando, state vicini a me e Torikeshi e se non vi sentite di utilizzare quella polvere datela a me o a lui.» Si voltò quindi verso il più anziano del gruppo. «Giusto? In ogni caso io direi di andare tutti insieme.»


    Se si fossero incamminati (tutti e quattro o solamente lui), avrebbe cercato di stare più allerta possibile. Sapeva bene che perdere o farsi rubare la gemma sarebbe equivalso ad una gran ulteriore preoccupazione. Allo stesso tempo, doveva cercare di sembrare tranquillo e rilassato, in modo da non destare molti più sospetti del normale. Lo sguardo si spostava freneticamente in ogni vicolo o angolo scoperto che poteva vedere. Ladri, malavitosi o semplicemente qualche sgherro di Bussho in grado di riconoscerlo potevano essere proprio lì in attesa del loro passaggio. Poteva e doveva essere pronto anche al peggiore dei casi, e di questo aveva paura.
    Una volta giunto all'ingresso del negozio, avrebbe accelerato leggermente il passo. Come se quel luogo rappresentasse in qualche modo una zona sicura, quando in realtà poteva non esserlo affatto. Con un rapido cenno della mano, fece cenno anche ai suoi compagni di entrare nel modo più veloce possibile. Sicuramente togliersi dalla strada poteva essere un modo di essere più sicuri. Una volta entrato tutto il gruppo, si sarebbe rivolto al commerciante. «Salve! Amune, vero? Molto piacere, sono Jurobei.» Porse amichevolmente in avanti la mano destra, attendendo una sua stretta. In ogni caso, avrebbe poi utilizzato il medesimo arto per estrarre il tesoro che aveva in tasca. I suoi movimenti erano lenti e ben scanditi, come se stesse cercando volutamente ogni punto di luce per risaltare il verde di quello smeraldo. Lentamente lo allungò verso il negoziante, un'espressione sicura avvolse il volto del giovane. Doveva utilizzare le sue amatoriali abilità da venditore. «Direttamente dalla Valle del Vento. Non è bellissimo?» Per quanto ne sapeva lui, poteva anche essere rubato. Ma doveva appellarsi a ciò che la Umezawa gli aveva detto. Avrebbe lasciato la gemma in mano al negoziante per qualsiasi valutazione lui ritenesse necessaria, dopodiché avrebbe preso parola. «Io, mio nonno e i miei cuginetti stavamo pensando a 16000 ryo.» Fece una breve pausa. «So che può sembrare molto, ma come può ben vedere questo è un vero e proprio tesoro. E...» La sua espressione si fece seria e contratta, non era un grande attore ma ce la stava mettendo tutta. «Abbiamo bisogno di quel denaro per pagare le spese di salute di mio nonno. Siamo disperati... quella gemma era un cimelio di famiglia per generazioni. E ora siamo costretti a venderlo.» Grosso rischio ricorrere subito al mentire per ottenere qualche ryo in più. Se il commerciante era veramente un osso duro come diceva la vecchia, allora neanche le povere richieste di Jurobei sarebbero bastate a convincerlo. Ma era partito da una cifra un po' più alta di quella sufficiente agli acquisti, in modo da avvicinarcisi il più possibile quando la contrattazione si sarebbe fatta più spietata. Sperava che anche gli altri membri del gruppo -nel caso fossero stati lì con lui- avrebbero retto il gioco, magari condendo qualche recitazione ancora più spinta o eclatante. Chissà perché, proprio Torikeshi gli stava dando più pensieri al momento. Ora era nelle mani dei suoi compagni, aveva cercato di creare una ghiotta opportunità e il suo successo poteva dipendere maggiormente dal loro apporto. D'altra parte poteva quasi pensare di aver fatto carriera in un certo modo: era passato da vendere del semplice thé matcha a gemme da incredibile valore e bellezza. Un bel salto di qualità. Una volta gestita la contrattazione, avrebbero deciso come spartirsi i vari elementi della lunga lista. Insomma, da fare ce n'era per tutti e poteva anche permettersi il lusso di dividersi.
     
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