Sopravvivenza & Patriottismo

[Kiri] | [Energia][Talento]

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    A quanto pareva ciò che li dicevo non sembrava colpirlo minimamente. Poco male, speravo solo che almeno in missione mi avrebbe risposto, visto che altrimenti mi sarei dovuto far sentire con metodi decisamente di scuola militare. Quasi pensasse a tutto a tutt' altro mi chiese informazioni di Ishimaru. Strinsi appena il pugno a sentire il nome del compagno scomparso e sospirai. Morto in missione, ucciso da un colpo di spada, da chi non si sa. E così tutti i sogni e la vita di un giovane Uchiha rinnegato erano andati in frantumi.
    « E' morto. » dissi solo, seccamente, chiudendo definitivamente quel discorso. Era stata la mia ultima, gravosa perdita, anche se questa volta avevo avuto la forza di non andarmene. Perché a Kiri avevo sempre avuto qualcuno affianco a me.

    […]


    Giunsi al cancello che io ero già arrivato, mi avvicinai alla guardia che stazionava li per regolare il flusso in ingresso ed in uscita dal villaggio. Presi il foglietto della missione dalla mia tasca e glie lo porsi, la guardia lo aprì e l' esaminò per qualche istante, leggendo le specifiche ed i nomi autorizzati a lasciare il Villaggio.
    « Sei Aokawa Ryo tu, no? » chiese l' uomo, attendendo risposta dal ragazzo. Ovviamente se avesse mentito lui l' avrebbe saputo, viste le sue ottime doti interpretative, sicuramente maggiori a quelle del ragazzino. La guardia mi porse il foglio e fece aprire il portone con un cenno della mano.
    « Buona fortuna Itai-san. » mi disse la guardia. Alzai la mano, imitando un simil saluto militare.
    « Grazie Gokudera-san, buona giornata. » risposi per poi uscire insieme al Genin fuori dalle mura di Kiri. Quando il portone si richiuse dietro di noi dinanzi ai nostri occhi vi erano solo due cose: nebbia e terra. Il vapore freddo, l' aerosol d' acqua che era la nebbia si fondeva con l' aria, rendendola pesante e quasi irrespirabile, la terra sembrava invisibile da li a cinquanta metri ed ogni passo sembrava di muoverlo verso l' ignoto.
    « Sei mai stato fuori Kiri? » chiesi quindi, sistemando meglio la mia sacca sulle spalle per iniziare la camminata. Mentre avanzavamo, con destinazione l' entroterra dell' isola, mi guardavo attorno: insomma, quella nebbia era si abituale ma abbastanza persistente che mi sembrava alquanto strana. Non credevo fosse opera umana, troppo estesa, ma probabilmente non faceva pensare a nulla di buono.
    « Ascolta, la missione è di eliminazione. Un ricco proprietario terriero ci ha commissionato l' omicidio di un suo concorrente. A quanto pare quest' uomo ha già ucciso tre o quattro dei contadini del nostro mittente. Potrebbero esserci altri Ninja però, quindi la missione può rivelarsi più complicata del previsto, ma niente di inaffrontabile. Non fare di testa tua e segui i miei ordini, su questo non transigo. » quelle erano le direttive della missione, non richiedeva poi un genio a capire che per uccidere l' uomo avremmo dovuto mettere fuori combattimento i Ninja che aveva assoldato. Circa dieci minuti di calmo viaggio il paesaggio affianco a me parve rischiararsi. Il banco di nebbia si rischiarò decisamente e la zona divenne più solare e luminosa, quasi fossimo usciti da quello spettrale mondo che era Kiri, anche se a dire il vero non era che a mezz' ora di cammino dietro di noi. Le coltivazioni di riso iniziarono ad essere visibili ai lati della strada ed ancora dopo qualche minuto, quando ormai la nebbia sembrava essere solo un ricordo sotto il sole tiepido della primavera si potevano vedere quelle che sembravano sterminate risaie. Ed a quanto pare proprio quel semplice ed innocente riso era la causa del sangue versato in quelle lande così tranquille.
    « La stoltezza degli uomini raggiunge limiti inimmaginabili Ryo. A furia di fare missioni ti troverai a servire le cause meno nobili che perseguono li interessi di chi le commissiona. Arriverai a disprezzare il genere umano se non saprai separare la vita dal lavoro. » dissi mentre la strada più grossa che percorrevamo si riduceva ad un sentiero tra le risaie. Proseguendo per altri pochi minuti ci trovammo al cospetto di una casa che era stata visibile anche da lontano per le sue dimensioni rispetto alle modeste casette contadine che spuntavano qui e li come funghi nel deserto. Arrivati davanti all' enorme portone della casa la mia mano colpì qualche volte il legno. Un' attesa di qualche secondo ed un uomo basso, calvo e ricurvo, con mani dalle dita lunga e decisamente vecchio e brutto aprì l' enorme battente, fissandoci con aria sospettosa.
    « Chi siete voi? » mi chiese scortesemente, mostrando tutta una serie di denti gialli.
    « I Ninja che avete chiesto. » risposi velocemente, porgendogli il foglio della missione. L' uomo, quindi, allungò le lunghe dita sulla carta e l' afferrò, leggendo le righe che sembravano sciogliere ogni dubbio.
    « Seguitemi. » disse solamente, prima di voltarsi e dirigersi dentro. Entrai insieme a Ryo e mi richiusi il portone alle spalle, seguendo il vecchietto che procedeva velocemente. Senza dire una parola quindi ci condusse in una stanza che rispetto l' arredamento scarno che avevamo incontrato in quella poco luminosa casa stonava. Il tappeto che ricopriva tutta la stanza era color rosso fuoco, vi erano parecchi mobili eccentrici e quasri che raffiguravano l' uomo che stava seduto sulla poltrona poco davanti a noi. Era un signore distinto sulla sessantina, con i capelli bianchi e molte rughe sul volto, osservava stancamente i suoi immensi campi fuori dalla finestra e forse contemplava il gesto che voleva far compiere a noi.
    « Ben arrivati Ninja, avanti sedetevi qui dinanzi a me. » l' uomo non distolse nemmeno lo sguardo dalla finestra. Quando noi ci avvicinammo e ci sedemmo l' uomo ci guardò stancamente.
    « Sapete, io e Tetsuo eravamo grandi amici da piccoli. E per denaro a cosa ci siamo ridotti? Ad ammazzarci... » quell' uomo sembrava molto deluso e sospirò pesantemente.
    « La casa di Tetsuo si trova a circa due chilometri ad est da qui. Non so darvi altre informazioni utili. » io annuii a quelle parole per poi alzarmi. Quell' incontro con il mandante era stato alquanto rapido.
    « Andiamo Ryo, non abbiamo bisogno di altre informazioni. » dissi quindi, prima di uscire da quella stanza e subito da quella casa.

    […]


    Una volta fuori guardai un attimo il sole, poi puntai lo sguardo ad Est. Due chilometri di cammino non erano molti, ma nemmeno così pochi da permetterci di perdere tempo. Quindi unii le mani, composi l' unico sigillo della tecnica della trasformazione prima e poi dalla terra creai altre due figure. Due cloni di me, teoricamente, ma che trasformati erano due contadini diversi, un uomo e una donna, con uno sguardo che meno particolare non si poteva. Io mi trasformai anche in un contadino, poco espressivo come quei due: l' ideale per passare in sordina
    « Henge come me Ryo, meglio non farci notare con la luce. » detto ciò, quando lui eseguì la Henge, iniziammo la camminata verso la meta. Avevo paura di un attacco da parte dei Ninja ed avevo tutto il diritto di averla.









    OT

    Ultimo post GDR, consideralo post id presentazione della verde *O*




     
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38 replies since 15/4/2009, 14:42   1146 views
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