La presa della Neve - Parte II

Grado B

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    L a P r e s a D e l l a N e v e - P a r t e I I

    P o s t - 0 1



    Convocazioni Urgenti&Ufficiali
    Con piccoli, modesti, rifiuti.




    La situazione nel Paese della Neve era drammatica e stava peggiorando sempre di più. La morsa di quell' organizzazione dal nome a dir poco ridicolo si stava facendo sempre più stretta e pericolosa ed ormai oltre che le città ed i soldati, anche i cuori della gente e le loro anime erano diventati succubi di Jumemba. Ma dinanzi a quella tragica situazioni chi ancora aveva uno spirito libero non aveva esitato a radunare le forze da ogni ceto sociale, ogni ricchezza ed ogni briciolo di coraggio per mettere fine a quella terribile minaccia. Chojiro Sato aveva guidato la rivoluzione che aveva respinto l' esercito di Jumemba fuori da Iwamizawa. Grande uomo Chojiro, grande carisma e grande intelligenza, ma sarebbe morto se non fosse stato per sua moglie e per chi per lei aveva deciso di assoldare quattro validi Ninja che avevano rischiato la vita pur di eliminare i suoi assassini anzitempo. E così da dieci, forse, i membri numerari di Jumemba erano scesi ad otto, ma erano solamente i più pericolosi e crudeli. Centinaia di Ninja fedeli a quell' organizzazione costituivano l' esercito criminoso che aveva conquistato quasi del tutto una nazione.
    Tuttavia Yukigakure, Ayabe, Fujisawa, Kitami ed Otaru erano ancora in mano nemica e bisognava liberarle, una ad una. Ma bisognava agire con razionalità, bisognava evitare pericolosi errori di valutazione e sapere dove colpire con le esigue forze che si possedevano. Quindi colpire Otaru, per quanto arduo fosse, avrebbe permesso ai buoni di indebolire il nemico ed ai cattivi di ripiegare equamente su Ayabe, Fujisawa e Kitami. Ma per far questo le sole forze dei normali soldati non bastavano, per far questo servivano dei Ninja, esperti e pronti a rischiare, che aiutassero quell' esercito scalmanato a vincere quella pericolosa battaglia.

    […]



    Un rumore assordante di passi, veloci e pesanti, risuonava nei corridoi deserti dell' amministrazione. A quell' ora ad occuparsi di carte ci poteva essere solo una persona al mondo, ovvero il Mizukage. E così quell' uomo, un semplice impiegato dell' Accademia, si catapultò nel suo ufficio. Evitò di bussare, pur sapendo di rischiare la vita, ma forse la situazione era abbastanza critica da non permettere di pensare a semplici formalismi.
    Ansimante si avvicinò alla scrivania del Kaguya, sempre se fosse stato vivo ed avrebbe posato la lettera, ancora chiusa, con su il simbolo dell' Accademia.
    « E' di priorità assoluta, Mizukage-sama. » disse il giovane commesso. Dentro vi era una lettera che recitava esattamente così:
    CITAZIONE
    Nobile Mizukage

    Come forse saprà il Paese della Neve è sotto assedio da molte settimane ormai. Per quanto difficile sia sempre stato entrare un canale sicuro, lontano dai controlli dei pericolosi conquistatori, presso Iwamizawa, ormai liberata dalla sua popolazione.
    E' richiesto il vostro aiuto e quello di un Chunin a vostra scelta presso Iwamizawa, la missione è liberare il Villaggio di Otaru.
    E' catalogata come una missione di grado B, per quanto possa sembrare pericolosa non sono stati rilevati Ninja di esagerata pericolosità. La sua presenza è richiesta per via della sua esperienza e per i rapporti ottimi tra il villaggio di Kiri ed il Paese della Neve.
    L' incontro sarà tra tre giorni presso Iwamizawa, è possibile raggiungerla sbarcando sulle coste del paese del Thè per poi usare una corriera apposita. Sbarcate nella città di Asahikawa, li vi sarà una corriera ad attendervi. L' incontro con tutti i restanti è previsto tra cinque giorni ad Iwamizawa.
    Ci sarà anche il Kazegake a supportarla.

    L' Accademia.

    Come si era visto, non c' erano poi tante scelte.


    […]



    « Questi non hanno capito niente, non ci vado. Hishin! » il Kazegake urlò dalla sua sedia, mentre posava la birra che aveva in mano per terra. La ragazza mestamente entrò nella stanza, con aria interrogativa e forse un po' infastidita.
    « Chiama Nanoshi e digli di andare li al posto mio. Direi che basta ed avanza per questa missione. » Gin Chikuma passò, poco delicatamente, la lettera alla ragazza, muovendola con uno sbuffo di vento fin nelle sue mani. La ragazza lesse velocemente ed alzò gli occhi al cielo.
    « Kazekage, è richiesta espressamente la sua presenza! » disse la ragazza, cercando di far ragionare il Kage di Suna. Ma a quanto pareva non c' era niente da fare.
    « Non ci vado in un post gelido. E poi Hoshikuzu deve farsi le ossa,, avanti. Chiamalo e vediamo... vogliono un altro Chunin. Di ad Hoshi di avvisare anche Tatsumaru Azuma, è diventato da poco Chunin, un po' di azione non gli farà male. » disse Gin, prima di bere un altro sorso dalla sua birra. Hishin uscì sconsolata dalla stanza e si diresse verso casa di Hoshi, Erano le dieci di sera, forse dormiva o forse no, dal tono di quella lettera non sembrava esserci tempo da perdere in chiacchiere e se quel nano aveva qualcosa da ridire l' avrebbe dovuto convincere entro le prossime tre ore, altrimenti il Kazekage se la sarebbe presa sicuramente con lei.
    « Ma perché non sono nata Soshi? » disse sconsolata la ragazza, quando era ormai in strada.


    […]




    Hishi bussò con forza alla porta del Chikuma finché lui non fosse venuto ad aprire. Quando l' avrebbe fatto la ragazza avrebbe spinto il ragazzino nuovamente dentro entrando in casa sua e sbattendogli in faccia la lettera.
    « Quell' ubriacone del Kazekage non vuole andarci in missione e mi ha detto di dirti che devi andarci tu. Quindi vacci, domani devi partire con una corriera, alle dodici, davanti all' amministrazione. Sono cinque giorni di viaggio. E passa a chiamare Tatsumaru Azuma dall' amministrazione. » quindi uscì, veloce com' era entrata.
    A volte era meglio appioppare compiti senza sentire proteste piuttosto che avere la pazienza di convincere la gente a fare ciò che deve.

    […]




    Amministrazione di Oto, ore ventitrè. Il messo accademico correva spedito verso l' ufficio dell' amministraotre Kabane. Il palazzo a quell' ora era vuoto e sperare di otrvare li l' Otese era pura follia, ma già in casa non era stato possibile trovarlo. Forse, quindi, era li. Il giovane, ingenuo, messo fece irruzione nell' ufficio dell' amministratore, urlando le parole ancor prima di verificare se percaso ci fosse o meno.
    « Amministratore Kabane c'è un urg...» un mesto rumore di rotelle poco oliate fece rendere conto il messo che li non c' era nessuno. Il postino, ormai nervoso, si voltò verso la fonte del rumore e vi trovò solamente una magra ed occhialuta ragazza.
    « Guarda che qui non c'è nessuno. » disse la ragazza.
    « Sai dove posso trovarlo? » chiese speranzoso il messo.
    « West Gate, dovrebbe essere li questa not... » ma il messo era già sparito.


    […]




    Arrivato la gate il giovane messo accademico individuò subito l' amministratore e lo raggiunse velocemente, progendogli la lettera. Del tutto identica alle altre, con tanto di omissione che ci sarebbe stato il Mizukage (Accademia furba) e con l' assicurazione che sarebbe stato il Kazekage.
    « E' urgente, si metta in viaggio domattina tramite corriera. Ce ne sarà una alle dodici ad aspettarla davanti all' amministrazione. E si porti qualcosa di pesante. »














    Edited by -Max - 28/4/2009, 20:08
     
    .
  2. Hoshikuzu
        Like  
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Narrato
    -Parlato-
    ..Pensieri..
    -Terze Persone-


    -Quest-
    ..Incastrato da Gin!!!..
    Post di Presentazione



    Un'altra giornata di intenso lavoro da ninja era terminata. Le stelle ormai brillavano già da un pezzo su alte nel cielo ed Hoshi proprio non vedeva l’ora di buttarsi finalmente a letto ad ammirare il cielo. Dopotutto la sua stanza era ancora semi demolita e l’immenso buco nel muro permetteva di ammirare l’immenso cielo stellato. Stava per tuffarsi in quel paradiso quando la voce severa della madre gli ordinò di andare a vedere chi aveva osato bussare alla porta a quell’ora tarda, il rosso proprio non capiva per quale dannata ragione dovesse essere sempre lui ad andare ad aprire la porta. Sbuffando e maledicendo qualche divinità durante il tragitto Hoshi raggiunse la porta di casa che intanto non sembrava voler smettere di battere violentemente, chiunque vi fosse dall’altra parte doveva avere una fretta assurda.

    -Si si.. arrivo dannazione.. ma chi diavolo rompe a quest’ora?.. chi è?.. eh ma che diavolo!!!-

    Nemmeno il tempo di aprire completamente la porta che il Chikuma si ritrovò in casa la cugina ritenuta scomparsa da tempo. Era tornata da poco al villaggio e già rompeva i maroni, con se portava una lettera che non esitò un istante a spiattellare addosso al ragazzino, balbo ed incapace di rispondere al discorsetto della parente Hoshi rimase immobile. Ogni suo tentativo di interromperla falliva in una serie di parole tagliate a metà, sembrava un balbuziente, solo l’inizio della frase bastò per fargli assumere un espressione piuttosto imbronciata, aveva nominato quel nome, la dannata distilleria ambulante aveva fatto la sua astuta mossa.

    -Quell' ubriacone del Kazekage non vuole andarci in missione e mi ha detto di dirti che devi andarci tu. Quindi vacci, domani devi partire con una corriera, alle dodici, davanti all' amministrazione. Sono cinque giorni di viaggio. E passa a chiamare Tatsumaru Azuma dall' amministrazione. -

    -SI.. ma io.. non ho...-

    Scomparsa. Come era arrivata Hinin era scomparsa, sembrava che le donne possedessero qualche strano potere nascosto che permetteva loro di defilarsi quando le cose si facevano pericolose o pesanti per loro. Ad Hoshi non rimaneva che dare una letta alla lettera e prepararsi per l’ennesima estenuante e mortale missione, sperava almeno così di poter mettere da parte qualche soldo extra da utilizzare per soddisfare qualche sua voglia o desiderio. Hinin era stata chiara per quanto veloce, la lettera diceva già tutto quello che c’era da sapere, i ninja si sarebbero diretti verso le fredde terre della neve per sostenere un gruppo di partigiani in lotta per la libertà della loro terra, una missione difficile e pericolosa che avrebbe nuovamente messo alla prova il coraggio e le abilità del Chikuma. La cugina tuttavia aveva accennato anche a Tatsu, sembrava infatti che Gin avesse ordinato anche la sua presenza durante la missione, forse come rappresentate ufficiale della presenza e partecipazione del villaggio di Suna alla missione, dopotutto politicamente il pervertito contava molto di più del moccioso. Hoshi non perse tempo e corse subito ad avvisare l’amministratore della missione, impiegò qualche ora a trovare la casa, sembrava che quasi nessuno conoscesse l’ubicazione esatta, nessuno a parte le donne e le ragazze avvenenti che sembravano conoscere piuttosto bene l’ubicazione della sua dimora. Una volta giunto il ragazzino non si sarebbe trattenuto nonostante fosse mezzanotte passata. Il suo pugno chiuso placcò a piena potenza la porta dell’abitazione mentre la sua voce esplodeva per cogliere l’attenzione dell’inquilino.

    -TATSUUUUU!!!.. EHI AMMINISTRATORE APRI SONO HOSHI!!!.. ma che diavolo.. non apre.. TATSUUUU!!!-

    Il ragazzino avrebbe così insistito fino a quando non ebbe risposta. Una volta trovato contatto con Tatsu il rosso avrebbe mostrato la missiva spiegando come fosse richiesta la sua presenza durante la missione. I due si sarebbero accordati sul luogo e l’orario del ritrovo l’indomani per partire alla volta del paese della neve, salutato il compagno con un gran sorriso il rosso sarebbe così corso a casa per gettarsi finalmente tra le dolci braccia delle sue lenzuola.

    [...]

    image
    L’alba del nuovo giorno giunse come sempre inesorabile, preparato tutto l’armamentario ninja il giovane Chikuma si prodigò a caricare lo zaino di cibo, acqua ed ogni genere di oggetto o cosa che potesse permettergli di sopravvivere ai lunghi giorni di estenuante viaggio. Preparato a dovere tutto il rosso partì alla volta dell'amministrazione, non dopo aver subito l'ennesima romanzina da parte della madre preoccupata a morte per le sorti del moccioso. Non si fece attendere davanti al portone dell’amministrazione del villaggio. Era bardato di ogni genere di arma e addosso portava abiti per nulla adatti al caldo sole del deserto, sembrava quasi dovesse andare a sciare il moccioso, imbacuccato come era sembrava più una mummia che un essere umano. Continuando di quel passo ben presto avrebbe fatto i vermi dal sudore, un esca umana, ecco cosa stava diventando lentamente. Salutato Tatsu il rosso si sarebbe così preparato a partire alla volta del paese della neve, non prima di essersi tolto qualche vestito inutile al momento.

    -WAAAA!!! STO MORENDO DAL CALDOOO!!!.. mi sembra di essere un gelato.. devo spogliarmi!..

    Dimenandosi ad ogni parte il ragazzino avrebbe così tolto la pesante giacca che teneva addosso, sarebbe finito persino a terra per riuscire nell'impresa. Forse aveva esagerato con i vestiti, o meglio aveva sbagliato ad indossarli così in anticipo. Le fredde lande del paese della neve lo stavano aspettando, ricche di pericoli e nuove avventure. Cinque giorni lo dividevano dalla battaglia, di certo in compagnia di tatsu non si sarebbe annoiato.

    -Accidenti stavo morendo!.. uff.. ok ormai è ora di partire.. ci aspettano cinque giorni di viaggio intenso.. io sono riuscito a trafugare un paio di riviste a mio fratello più grande da sfogliare durante il viaggio.. non pensavo leggesse riviste come playninja.. spero ti sia equipaggiato a dovere pure tu!..-


     
    .
  3. Hanzo Hattori
        Like  
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Legenda:
    ... = Narrato in terza persona
    "..." = Parlato
    °...° = Pensato
    [Flashback]...[/Flashback] = Flashback


    Presentazione: il Kazekage è un tappo!


    Quella sera, Tatsu era intento a... non stava facendo una mazza di niente, visto che non aveva tanta voglia di uscire a combinare qualche casino dei suoi. Stava sonnecchiando sulla poltrona del soggiorno, con la tv che trasmetteva immagini casuali di video musicali, dando l'effetto di un vero e proprio bombardamento luminoso, sul volto abbioccato del ragazzino. Ad un tratto, il volume decisamente basso si alzò repentinamente, facendo sussultare un mezzo addormentato Tatsumaru, sopratutto perchè aveva come la sensazione che la tele lo stesse chiamando per nome.

    CITAZIONE
    -TATSUUUUU!!!.. EHI AMMINISTRATORE APRI SONO HOSHI!!!.. ma che diavolo.. non apre.. TATSUUUU!!!-

    " Eh? "


    Ci mise qualche secondo a comprendere che non era il televisore, bensì la porta di casa. Data la voce maschile, poteva trattarsi solo di uno scocciatore, visto che Yami -l'unico a non rompere mai- sarebbe entrato in casa da qualche finestra, per poi far finta di nulla. Fu così che Tatsu si alzò di mala voglia, trascinandosi fino all'uscio per poi aprirlo, ma non trovandosi davanti nessuno... o meglio: non ad altezza d'uomo! Riconobbe quasi subito il cugino di Gin e la tentazione di chiudergli la porta in faccia fu forte, ma la sua indole gli ispirò di stare a sentire cosa aveva da comunicargli, visto che -magari- ne sarebbe uscita qualche proposta di spiata interessante.

    " Ciao Yoshi...!
    Senti stasera non ho voglia di u... "


    Al di là del fatto che gli aveva pure sbagliato il nome, si interruppe quando il ragazzino gli mise dinnanzi al naso un lettera da parte dell'Accademia. L'Azuma si riebbe leggermente dallo stato semi-embrionale e iniziò a dare un lettura, per poi ascoltare la spiegazione a voce annessa, che avrebbe fornito il Chikuma.

    " Sì ma qui dice che è richiesta la presenza di Gin-chan... "


    Ecco, conoscendolo e apprendendo dalla bocca del ragazzino che il Kage era svogliato e al suo posto aveva mandato lui, capì immediatamente e da sè tutto il resto. Assunse un'aria un po' fatalista, accordandosi per l'indomani.

    " Ok, allora passa domani dall'Amministrazione di buon'ora...
    ... Vedrai: avranno il loro Kazekage!... "


    Parole un po' sibilline a cui non seguì altro: l'Azuma si congedò dal rosso augurandogli la buonanotte e si rintanò in camera sua, preparando tutto l'occorrente per il viaggio e il luogo in cui si sarebbero dovuti recare, senza dimenticarsi del suo equipaggiamento. Le "grandi manovre" durarono all'incirca una mezzoretta, passata la quale il chunin si coricò serenamente, senza altri pensieri per la testa.

    [...]


    La mattina del giorno seguente giunse senza intoppi e Tatsumaru si svegliò come sempre di buon'ora: si lavò, si vestì, fece colazione e partì alla volta dell'Amministrazione, luogo deputato all'incontro con il Rosso. Non dovette attendere molto, poichè anche l'altro fu puntuale e Tatsu apprezzò, visto che, tra le poche cose che odiava, c'era sicuramente l'attesa in senso lato. Alla vista di quel coso imbacuccato, però, si sentì un po' strano: non gli capitava spesso, ma quella volta gli risultò molto facile ritenere che, sulla faccia della terra, qualcuno era più sprovveduto di lui.

    CITAZIONE
    -WAAAA!!! STO MORENDO DAL CALDOOO!!!.. mi sembra di essere un gelato.. devo spogliarmi!..-

    " Strano a dirsi, eh?! "


    Lo osservò dimenarsi, per riuscire nel tentativo di scrollarsi di dosso tutta quella palandrana che lo stava letteralmente soffocando.

    CITAZIONE
    -Accidenti stavo morendo!.. uff.. ok ormai è ora di partire.. ci aspettano cinque giorni di viaggio intenso.. io sono riuscito a trafugare un paio di riviste a mio fratello più grande da sfogliare durante il viaggio.. non pensavo leggesse riviste come playninja.. spero ti sia equipaggiato a dovere pure tu!..-

    Sorrise, nell'udire quelle cose. I giornaletti rivestivano un ruolo importante nella sua vita e ne possedeva una grandissima collezione, ma durante i viaggi e le sue ricerche -per così dire- sulle forme con rotondità perfetta, non vi era bisogno di certe scartoffie. Il Rosso era ancora un moccioso e doveva ancora venir avviato alla nobile arte della perversione, ma, se avesse accettato, sarebbe potuto diventare uno dei tanti discepoli di Tatsumaru.

    " Vedrai che non ce ne sarà bisogno...!
    ...
    Comunque, resta qui un attimo...! "


    image
    Si spostò in uno sgabuzzino che dava direttamente nell'ufficio, uscendone poco dopo con una lunga veste bianca e un ampio sakkat di tesa, su cui era stampato -su campo blu- l'ideogramma "kaze", vento. Passò il tutto al Rosso, iniziando a spiegare.

    " Gin non li usa mai, così me li ha regalati...
    La veste la puoi indossare sopra i vestiti ed è leggera, per cui non ti farà schiattare dal caldo...
    Magari è un po' lunghetta per te, ma al massimo la accorciamo...
    ...
    ... E questo è il copricapo: da questo momento, ti dichiaro Kazekage del villaggio! "


    Così dicendo, mise un po' bruscamente il sakkat sulla testa del Rosso e pretese che si mettesse anche la veste bianca, visto che era l'Amministratore e doveva obbedire ai suoi ordini. Al di là di quello, c'era anche un motivo: non voleva doversi fare un viaggio a vuoto.

    " Hanno chiesto il Kage e il Kage gli daremo...
    ...
    D'altro canto sei anche tu un Chikuma, no? "


    Spente tutte le possibili obiezioni di Hoshi, che magari non ne avrebbe nemmeno fatte, i due si sarebbero recati con passo tranquillo al gate. Durante il tragitto, tutti gli abitanti si sarebbero voltati ad osservare la scena, rimanendo a bocca aperta. C'era Tatsumaru in compagnia di un nano con i vestiti del Kage... o forse era il Kage stesso ad essersi rimpicciolito, probabilmente sotto l'effetto della Henge no Jutsu. Quando -qualche ora dopo- la notizia fosse giunta all'orecchio di Gin, il ragazzo sarebbe prima sbiancato e poi diventato verde di rabbia, visto che, anche solo l'idea che qualche ragazza avesse potuto accostare un figo come lui con quell'aborto di tubero del cugino, era sufficiente per farlo sbroccare. Ovviamente, anche un domani venendo a conoscenza che l'idea era stata di Tatsu Azuma, il Tatsumaki se la sarebbe presa solo ed esclusivamente con Hoshi, tanto da farlo volare via per alcuni chilometri. Giunti al gate, anche le guardie strabuzzarono gli occhi, per la meraviglia.

    - Azuma-san...
    Ma lui è... -


    " Sì è lui! "

    - ... Ed è qui per... -

    " ... Perchè dobbiamo uscire dal villaggio: non farci perdere tempo, su! "

    - Oh certo, mi scusi!...
    Ci mancherebbe altro...!
    ...
    Salve a lei, Kazekage-sama...
    Ci perdoni, ma non siamo abituati a vederla qui...!
    ...
    EHI VOI: SALUTATE E DATEVI UNA MOSSA AD APRIRE !!! -


    SALVE, KAZEKAGE-SAMA!


    Risposero tutti in coro, con l'aria incredula e pensando, anch'essi, che si trattasse del vero Gin, ma sotto henge. Se il ragazzino non avesse detto nulla, Tatsu gli avrebbe tirato una leggera gomitata sul braccio, sussurrandogli di rispondere.

    " Allora noi andiamo: buona giornata, ragazzi! "


    I guardiani risposero a loro volta, con tono quasi reverenziale. I due chunin passarono il cancello, che si richiuse immediatamente alle loro spalle; fecero qualche passo, ma poi Tatsu si rivolse al suo compare.

    " Bene, siamo fuori!...
    ...
    Se vuoi per adesso te li puoi levare, ma tieni ben a mente che, una volta che arriveremo, te li dovrai rimettere su!... "


    Era un tono che non concedeva spazio a repliche. La cosa davvero ridicola, sarebbe stata che sia Shiltar che Yami conoscevano il Kazekage e quindi la farsa sarebbe durata meno di zero. Tatsu, però, non sapeva della partecipazione dei due e quindi era convinto di tirare una bella fregatura, ai committenti della missione. Senza attardarsi oltre, i due si misero in marcia.
     
    .
  4.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,446
    Reputation
    +603

    Status
    Offline
    Al messo accademico che avesse cercato il Mizukage nelle stanze dell'Amministrazione, l'Impiegato della suddetta struttura kiriana avrebbe fatto, banalmente, notare che per incontrare il Kage della Nebbia, doveva andare negli uffici che si trovavano nel suo palazzo, così, oltre alla fretta, l'uomo dell'Accademia avrebbe dovuto fare ben due viaggi in quel di Kiri per trovare la persona che cercava.

    Shiltar, nel suo palazzo, era tranquillamente intento a lucidare la lama della Falce di Luna, o per meglio dire, le lame, essendo un'arma a quadruplo taglio, uno dei pochi hobby che aveva quando non doveva firmare quintali di burocratiche scartoffie.
    Quando quel anonimo impiegato portò una missiva della "massima urgenza", incuriosito il Mizukage si lesse la lettera, scoprendo la missione a cui era stato invitato.
    "Ci sarà il Kazekage e mi devo pure portare un chunin... per una missione livello B? Ma non basta il Kazekage?", si chiese, dopo aver congedato il messo e prima di andare a consultare la Gerarchia interna del villaggio, prendendo i nomi di tutti i chunin.
    "Allora... vediamo: Meriu non c'é, Kyoshiro non c'é, Kisugy appena lo becco lo spello, Etsuko si sta occupando dell'ospedale, Giants è in missione... vediamo chi mi resta.", brontolò, scartando il più dei nomi.
    "Neo chunin: Raven Shinretsu, Itai Nara e... Alkaid Barzhad?", disse leggendo i tre nomi, "Il primo è un ex traditore con dei seri problemi di rispetto dei ruoli; il secondo l'ultima volta che ci sono andato in missione per poco non ci ammazzavano entrambi; il terzo... mi ricordo il nome, fa parte di una delle squadre speciali, sarà un ninja con delle qualità. Vedremo in missione.", così, deciso con chi partire, il Kaguya scrisse una veloce missiva da mandare alla casa dello stesso.

    CITAZIONE
    Alkaid Barzhad,

    Sei stato convocato per domattina alle 7.00 presso il molo di Kiri, da lì dovrai partire per una missione nel Paese della Neve assieme a me.
    La missione riguarderà la liberazione del villaggio di Otaru, sii preparato per la stessa.

    Shiltar Kaguya,
    Sandaime Mizukage

    Dopo aver spedito quella missiva, il Jonin si occupò di far preparare una nave perché partisse il giorno dopo per Asahikawa: uno dei piaceri di essere il Kage, non si doveva cercare una nave che partisse per un luogo, ma ordinare che se ne preparasse una per l'occasione, in pratica non si era ai comodi di nessuno.

    Fatto tutto ciò, Shiltar si preoccupò di sistemarsi l'equipaggiamento, compresa la Falce di Luna, una volta finito di lucidarne le lame.

    [...]

    Il mattino dopo, Tsuki No Kama nel rotolo di richiamo ed il resto nelle apposite sacche, con il mantello pesante arrotolato e sulle spalle, il Kaguya si presentò al molo, organizzandosi con il capitano della nave che li avrebbe portati fino alla loro prima destinazione e da lì poi avrebbero preso la corriera come indicato.
    Avrebbe atteso l'arrivo del Chunin, per poi salutarlo e riferirgli velocemente dei fatti: "Da ciò che mi hanno detto, dovremmo raggiungere un posto chiamato Iwamizawa e da lì partiremo per espugnare una città chiamata Otaru, il tutto dopo essere sbarcati ad Asahikawa e preso una corriera fino al punto d'incontro con il Kazekage, che, immagino, porterà anche lui un ninja con se per la missione.", avrebbe spiegato, prima di salire sulla nave.

    Se non ci fossero stati problemi, dopo i tre giorni di navigazione, avrebbero preso la corriera fino alla loro meta ultima, dove, poi, avrebbero dovuto incontrare il Kage di Suna e chiunque fosse con lui.
     
    .
  5. Alkaid69
        Like  
     
    .

    User deleted


    La Presa della Neve - Parte II
    Capitel Eins



    Ma quale assurdo scherzo del destino rese false quelle mie parole, pronunciate con tanta sicurezza solo per essere spazzate via da una assurda missiva.
    Non potevo fare a meno di pormi delle domande; una sola lettera da quell'uomo era capace di risvegliare in me il dubbio, l'ansia, e tanto altro ancora.
    Perchè Sandaime aveva scelto me? Perchè ancora il Paese della Neve? Sarei riuscito a sopravvivere non alla guerra ma alle mie stesse menzogne?

    Strano come fossi più preoccupato che le mie colpe venissero a galla piuttosto che di perdere la vita. Chissà da quando l'immagine di "Alkaid" era diventata più importante di tutto il resto. Forse da quando la sua esistenza era stata cancellata col sangue per lasciar spazio a "me"?

    [...]

    Fu una notte travagliata, durante la quale non chiusi gli occhi neppure per un attimo. Mi chiedevo se l'insonnia fosse dovuta al timore oppure... all'eccitazione. Sì perchè il rischio che correvo era mortale, ma dannatamente allettante. E questa polarità inconciliabile mi turbava fortemente.

    Sarebbero bastate le mie doti e la mia esperienza a nascondere la mia natura al Signore della nebbia? Avevo pensato a una trentina di soluzioni in caso contrario, e tutte sembravano al tempo stesso efficaci e completamente inutili.

    Non potevo commettere errori.

    Mi diressi al molo incapace di rifiutare la missione, sia per non destare sospetti, sia perchè i miei istinti non me lo permettevano. Ero in una gabbia, e ogni volta che cercavo di immaginare le fattezze delle sbarre, queste mi sembravano fredde, invisibili e maledettamente familiari.
    Salutai Sandaime con un leggero inchino e lasciai che parlasse. Mi limitai ad annuire, per poi dire:

    «Grazie per avermi scelto»

    Si prospettavano giorni Incandescenti nel Paese delle Nevi.

     
    .
  6. Yami Kaguya
        Like  
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Nobile Kabane

    Questa missiva ha lo scopo di informarla che il Paese della Neve è sotto assedio da molte settimane ormai. Per quanto difficile sia sempre stato entrare esiste un canale sicuro, lontano dai controlli dei pericolosi conquistatori, presso Iwamizawa, ormai liberata dalla sua popolazione.
    E' richiesto il vostro aiuto presso Iwamizawa, la missione è liberare il Villaggio di Otaru.
    E' catalogata come una missione di grado B, per quanto possa sembrare pericolosa non sono stati rilevati Ninja di esagerata pericolosità. La sua presenza è richiesta per via della sua presenza spesso rilevata a Suna piuttosto che a Oto di questi tempi. Di fatti ci sarà anche il Kazegake a supportarla, insieme a un altro chunin compatriota scelto da egli stesso.
    L' incontro sarà tra 5 giorni presso Iwamizawa, come vi sarà stato riferito è possibile raggiungerla utilizzando una corriera apposita.


    L' Accademia.

    Stava ancora fissando la lettera, come a studiarla. Poi si voltò verso di me, fissandomi con quel suo sguardo freddo. Al contrario del mio.

    Quindi?

    Non mi piace il freddo. E credo ci siano ninja più adatti a una missione sulla neve.

    Il punto non era tanto quello, quanto che mi sembrava strana la missiva. Avrei capito se la neve fosse stata una alleata di Suna, quello sì. O che avessero chiamato dei Jonin come rinforzo a un Kage e a un suo sottoposto. Che non poteva essere Tatsu, altrimenti sarebbe arrivato un messaggio prima ancora della convocazione. Chiedere conferma a quel punto era inutile, non potevo starmene fermo due giorni per aspettare la risposta, e nel migliore dei casi doveva già essere in viaggio. Insomma, era plausibile sì, ma quanto mai strana come situazione.

    Ho presenti i tuoi pregiudizi per simili ambienti, Yami, tuttavia te hanno chiesto, e tu andrai. Fine dei discorsi, ora scopriti il collo.

    ...Da quando teniamo così in considerazione gli ordini accademici, Niidaime-sama?

    Il Kage si avvicinò, mentre riluttante mi toglievo le bende dal collo atte a coprire il sigillo e la cicatrice del tatuaggio precedente. Rispose solo una volta che lo toccò con le dita, mentre avvertivo la solita fitta. Sentii il suo sguardo addosso, mentre sembrava soppesare le parole.

    Quale è stata la tua ultima missione accademica, Yami?

    ..Beh, io e i miei allievi abbiamo svolto una missione alla Roccia poco tempo fà.

    Niente insegnamenti o aiuti amichevoli. Parlo di una qualsiasi missione accademica classificata tra il D e la S, e con quale rango l'hai affrontata.

    Terminato il processo di prolungamento per prevenire l'inedia del sigillo, il kage senza nome tornò a concentrarsi su dei simboli sopra una pergamena posta su un tavolo, mentre pensavo. E la risposta mi fece capire l'andazzo della discussione non appena l'ebbi formulata nella mia mente.

    ...L'incidente alla Mantide, Impero di Smeraldo, rango C. Ero ancora un Genin.

    Quindi non hai nessuna missione accademica all'attivo, Yami Kabane, da quando sei tornato da Grimdad con il tuo attuale grado. Per quanto tu ti sia fatto valere per Oto, viviamo in un sistema che fà capo a un organismo più grande di me. E se questo sistema può offrire una sfida simile a un mio ninja con tutto ciò che comporta il successo, non ho nulla in contrario. In aggiunta, anche nel caso tu rimediassi un fallimento, anche quello sarebbe comunque qualcosa in grado di fornire risposte. E ora, se non hai altre lamentele, ti esorto a prepararti.

    ...Sì, Kokage.

    Mi voltai, uscendo dal palazzo del suono con la lettera in mano. Sospirai, riflettendo alcuni minuti, e alla fine decidendo che potevo passar sopra al freddo. D'altronde le parole del Niidaime avevano punto sul vivo. Come sempre.

    [...]

    Shin si era fatta stranamente difficile da trovare negli ultimi giorni. Quindi, lasciai detto al vecchiaccio altresì chiamato Sato che andavo in missione per un pò. Per il gate non occorreva dire nulla. Quindi, l'unica cosa rimastami da fare, era caricarmi di impegni. Cinque giorni di viaggio in una scatola, era qualcosa che poteva essere annoverato fra quelle per cui potevi spararti che soffrivi di meno. Ma d'altronde, quel posto non avevo idea di dove fosse, quindi c'era poca scelta.
    Alla fine optai per portarmi dietro tutti gli allegati a For Ninja che mi erano capitati fra le mani. Paradiso, Violenza e Tattiche della pomiciata, tutte in un solo volume. Non mi ispirava molto, complice il fatto che gli allegati alle riviste sono sempre bidoni che vogliono sbolognare. E nemmeno aveva fatto successo in passato quella roba, a quanto pareva.
    D'altronde non avevo altro da fare, quindi mi misi il cappuccio in testa, aspettando la corriera, e una volta salito, mi misi in fondo all'autobus a leggere. Un volume al giorno, e negli altri due affilai ogni cosa affilabile che avevo.
    Insomma, quando arrivammo in vista di Imamizawa, avevo delle lame che sembravano nuove a forza di farci il filo. Ringraziai il cielo che ero arrivato. Ora dovevo solo trovare il Chikuma e vedere se il sottoposto era un conoscente o proprio Tatsu.
     
    .
  7.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    L a P r e s a D e l l a N e v e - P a r t e I I

    P o s t - 0 2



    Mappe, Soldati, Nukenin ed Avamposti
    Un pò di sana teoria bellica.




    Chi prima, chi dopo, tutti e cinque i Ninja che erano stati convocati per quella missione arrivarono ad Iwamizawa. Già a qualche chilometro dalla città avrebbero potuto notare che c' erano molteplici accampamenti militari, molti soldati e fuochi accesi che stonavano in un paesaggio di assoluto candore come quello della Paese della Neve. Le corriere, entrate ad Iwamizawa si sarebbero fermate davanti all' Amministrazione della città. Ad attenderli vi era un uomo sulla cinquantina che dimostrava, in quel momento, almeno vent' anni di più. Stanco e stressato, fissava i Ninja scendere dalle corriere, attendendoli tutti quanti. Quando furono tutti dinanzi a lui si presentò, anche se Alkaid lo conosceva già vista la sua precedente esperienza in quella cittadina.
    « Sono Bokkai Eishi, amministratore di Iwamizawa ormai sempre con meno poteri. Seguitemi, il signor Sato vi attende. » la stanchezza di quel vecchio si poteva percepire dalla voce. Non combatteva in prima linea per riconquistare la libertà, ma lo stress di avere la responsabilità di riuscirci, insieme a Chojiro Sato, era ben evidente. L' uomo li condusse all' interno dell' amministrazione, caotica come non mai, piena di impiegati che andavano avanti ed indietro con pile di fogli tra le braccia, soldati e talvolta anche qualche Nukenin.
    « Non fate caso ai Nukenin. Sono qui per aiutarci, a quanto pare Jumemba – che nome ridicolo – è un problema grosso anche per loro. Forse avranno un po' di rimostranze a collaborare con voi, anche se vi assicuro che sono capaci di cose interessanti. » disse l' uomo proseguendo fino a giungere per delle scale. Le salì celermente, dimostrando nonostante l' età e la stanchezza un' insolita agilità, fino a giungere davanti alla porta più grande e decorata di quel posto: la stanza del Capovillaggio.
    « Qui un tempo c' era il nostro amato Capo, ma si sa, quando si vuole conquistare qualcosa la prima cosa da fare è tagliare la testa ai capi per disorganizzare la popolazione. » quindi Bokkai spinse la porta per aprirla. La stanza, pregevole, era un ufficio finemente arredato in perfetto stile orientale, con una grande finestra dietro la scrivania che dava una vista sul villaggio ed in lontananza, su una città che pareva piccola e scura. Dentro l' ufficio c' erano due persone, una delle riconobbe Alkaid, ma che non salutò. Li c' erano Hikari e Chojiro Sato. Hikari in tutta la sua bellezza, sebbene sembrasse stressata e Chojiro in tutta la sua imponenza. Un uomo alto quasi due metri, con profondi occhi neri così come i suoi capelli, cortissimi.
    « Hikari, va a prendere le mappe. Salve nobile Mizukage, amministratore Kabane. A quanto vedo manca il nobile Kazekage, il che potrebbe essere un problema. » sospirò l' uomo, passandosi le dita sulle tempie. La sua voce era profonda e risultava essere alquanto magnetica. Non c' era tanto poi da chiedersi perché fosse lui a guidare la resistenza.
    Hikari poco dopo tornò e portò alcune mappe, precisamente tre rotolo, posandoli sulla scrivania.
    « Io sono Chojiro Sato, colui che si è ritrovato a guidare questa folle ma necessaria rivoluzione, lei è mia moglie Hikari. » le presentazioni furono sbrigative, perché a quanto pareva, non c' era tempo per gli onori di casa.
    « La missione che vi devo affidare è semplice, almeno in fatto di comprensione: conquistare Otaru. Otaru è la città che potete vedere alle mie spalle e dista circa venti chilometri in linea d' aria. E' la punta di diamante della milizia della Neve. Conquistata quella città avremo armi e uomini a disposizione per conquistare Ayabe, la città che affianca Otaru e quindi spingerci per conquistare almeno Fujisawa, per poi cercare di riprendere la capitale con un attacco su quattro fronti. Ma ciò non interessa noi, almeno per ora. » Chojiro fece una pausa e srotolò sul tavolo una mappa lunga un metro ed alta cinquanta centimetri che sembrava mostrare tre città.

    image



    « Osservate la situazione ora. La zona con il confine verde è quella conquistata da noi, quella con il confine rosso è la zona che dobbiamo conquistare, quella con il confine Blu è la zona per ora controllata dai Nukenin. Non ci sono ostili e potremmo anche vincere la loro lealtà, il che non sarebbe male. Agiscono indipendentemente da noi e non puntano ad Otaru, piuttosto mirano alla destabilizzazione di alcuni avamposti nei pressi di Yukigakure. La zona con il confine nero è zona proibita. Pullula di nemici e bestie messe in giro dall' organizzazione, entrare in quella zona è significato per otto soldati su dieci, morte certa. » Chojiro fece una pausa quindi.
    « I puntini blu che vedete attorno ad Iwamizawa e più in generale nella zona verde sono i nostri avamposti. Ogni avamposto è presidiato, ad ora, da circa cinquanta uomini, uomo più uomo meno. Validi guerrieri, ma nessun Ninja. Infine i punti rossi attorno ad Oratu sono gli avamposti. Ce ne sono nove esterni ed undici interni: venti avamposti che pullulano di mercenari al soldi di Jumemba, Ninja al soldo di Jumemba, Nukenin al soldo di Jumemba e bestie varie. Solo quattro strade per entrare ad Otaru, il resto è solamente un bosco fitto ed impervio, troppo per un esercito intero. Purtroppo però a quanto pare si sono organizzati bene sulla difensiva. Purtroppo possiedo una mappa più dettagliata solo degli avamposti W-01, W-02 e W-03. » detto ciò Chojiro prese altri due rotoli, decisamente più grandi del precedente, e li pose affianco alla mappa mostrata in precedenza.


    W-01 / W-02 W-02 / W-03




    « Come avrete immaginato il traffico dentro e fuori Otaru è strettamente controllato. Dove vedete questi punti rossi ci sono dei posti di blocco, ogni posto di blocco è presieduto da circa sei o sette Ninja di vario livello, né troppo forti e né troppo scarsi. Ogni attacco al posto di blocco è immediatamente rilevato dagli altri posti della stessa strada grazie ad un sistema di sigilli. Dalle osservazioni abbiamo rilevato che in ogni posto di blocco c'è un Ninja che non si muove ma che rimane sempre in un evidente stato di concentrazione. Quando si subisce un attacco quest' uomo esegue qualche sigillo e tutti gli altri posti di blocco della stessa strada sono allertati. » Chojiro si prese una nuova pausa prima di ricominciare a parlare.
    « Non conquisterete Otaru da soli. Avete ottanta uomini a disposizione, pronti a seguirvi ed a rischiare la vita. Non sono Ninja, ma sono validi e forti. Potete passare anche da qualche avamposto per cercare di convincere qualcuno a seguirvi, anche se solitamente sono restii visto che la loro posizione è assai comoda. Poi c'è una via un po' rischiosa, che consiste nel cercare di farsi amici i Nukenin presenti nel loro accampamento. Sono una ventina circa, ma sono certo quando dico che uno di loro equivale ad un nostro uomo. A voi la scelta su cosa fare, per spostarvi più velocemente avete a disposizione dei cavalli, spero sappiate montarli. » disse Chojiro. In caso contrario avrebbe trovato un cocchiere pronto a guidare il cavallo per loro.










     
    .
  8. Hoshikuzu
        Like  
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Narrato
    -Parlato-
    ..Pensieri..
    -Terze Persone-


    -Quest-
    ..Tattiche di Guerra..
    1° Post Attivo



    Uscire dal villaggio vestito da Kazekage fu un vero spasso. Quando Tatsu propose al nano di vestirsi come la distilleria ambulante Hoshi si illuminò come se un raggio di onnipotenza lo avesse travolto donandogli un potere immortale. Finalmente poteva sbeffeggiare il grande Gin come meglio credeva, finalmente poteva fargliela pagare per le innumerevoli volte che lo aveva catapultato con uno starnuto nel bel mezzo del deserto, finalmente poteva mostrare al mondo chi fosse in realtà Gin Tatsumaki Chikuma. Il rosso tutto agghindato era praticamente impossibile da riconoscere, assieme a Tatsu si avviò così verso l’uscita del villaggio salutando le persone che si fermavano a guardarlo un po’ perplesse. Nascosto dal sakkat posto sulla testa Hoshi sghignazzava mentre sganciava ogni volta che si avvicinava ad una persona un peto a potenza mach cinque. Raggiunto il gate le guardie perplesse chiesero se il nano era effettivamente il grande maestro dei venti, il rosso in silenzio attese che i soldati abboccassero all’amo.

    -Salve a lei, Kazekage-sama...Ci perdoni, ma non siamo abituati a vederla qui.. EHI VOI: SALUTATE E DATEVI UNA MOSSA AD APRIRE !!! -

    -Ehm.. si si.. ottimo lavoro soldati.. ehm.. mi raccomando tenete d’occhio il portone mentre sono via.. ah.. e fatemi un piacere.. dite a chi di competenza di andare a svuotare i miei magazzini personali dove tengo la birra e di portarla a casa.. di una certa Deidara Yagi!.. buon lavoro..-

    Il rosso sarebbe partito così alla volta del grande deserto, non prima di aver scaricato anche sui poveri soldati una serie di raffiche di vento dal rumore piuttosto noto. Il viaggio con Tatsu fu un vero spasso, l’amministratore sembrava avere sempre la battuta pronta inoltre si vedeva che alle spalle aveva anni di esperienza in fatto di donne. Hoshi non perse una virgola delle varie lezioni impartitogli durante tutti i cinque giorni di viaggio. Man mano che si spostavano la temperatura ed il paesaggio mutavano passando dal caldo deserto alle infinite distese boscose per poi passare alle nude e fredde lande del paese delle nevi. Hoshi aveva già visto la neve una volta nella sua vita, rivederla per la seconda volta fu una vera e propria gioia per lui, arrivati al luogo dell’incontro infatti si fermò per quasi mezz’ora a giocherellarci prima di ritornare con la mente alla missione che lo aspettava. Grande fu la sorpresa del ragazzino nel vedere che lui e Tatsu non erano i soli ad essere stati chiamati in quel luogo colpito dalla guerra, altri ninja si erano uniti per aiutarli e tra questi c’era niente popò di meno che il sensei Yami. Hoshi corse con un gran sorriso verso di lui non appena si accorse di chi era quel viso familiare, sbracciandosi come un ossesso, mai si sarebbe immaginato di affrontare una così pericolosa missione con la stessa persona che lo aveva per così dire iniziato al difficile mondo dei ninja. Oltre all’otese altre due persone si aggiunsero al gruppetto, un ragazzo molto più grande di lui dall’aspetto piuttosto carismatico, sembrava davvero forte ad una prima impressione ed il ragazzino scoprì perché, la persona che aveva davanti altri non era che il mizukage. Inoltre anche un altro shinobi di kiri lo accompagnava, come al solito si ritrovava circondato da persone molto più grandi di lui, senza timore il rosso si presentò mentre si toglieva di dosso il sakkat del kazekage che aveva portato sulla testa durante tutto il viaggio.

    -Per chi non mi conosce il mio nome è Hoshikuzu Chikuma.. turbine rosso di suna non che futuro kazekage.. non appena riesco a trovare il modo di sbattere fuori da palazzo quella dannata distilleria ambulante di Gin.. piacere di conoscervi!-

    Le presentazioni non durarono a lungo, il gruppetto ben presto venne convocato dal luogo dell’incontro presso il mandante della missione. Era un vero casino quel luogo, tutti correvano agitati ed indaffarati, soldati, civili e a volte pure facce losche di nukenin si vedevano in giro, quel posto faceva da punto di ritrovo di diverse fazioni diverse. Fu un anziano signore logorato dal tempo e dalla fatica a condurli all’interno di una ricca stanza, li il vero capo di tutta la marmaglia che stava fuori li stava aspettando accompagnato da una donna di pregiata bellezza. Chojiro, questo il nome del loro mandante era a capo di una fazione di ribelli in lotta per la liberazione delle loro terre natie, la missione per cui aveva chiamato gli shinobi non si delineò per niente facile fin dalle prime battute, uno sguardo perplesso accompagnò lo sguardo del ragazzino per qualche istante mentre ascoltava la spiegazione ed osservava la topografia del luogo. Non era tuttavia quello il problema, era uno shinobi addestrato per superare difficoltà e missioni come quelle, per Hoshi quella non era altro che un'altra giornata all’insegna della lotta. La loro missione consisteva nel conquistare una cittadina poco distante dal loro attuale punto, una città fortificata punto nevralgico per i movimenti delle truppe nella zona, stavano partecipando ad una guerra in grande stile. La mappa proposta da Chojiro mostrava come le varie fazioni fossero disposte sul territorio, per i giovani non sarebbe stata affatto cosa facile prenotare nelle difese nemiche, questa volta le sue abilità di tiratore si sarebbero rivelate essere essenziali per la riuscita della missione. Dovevano prepararsi a partire in fretta, al loro seguito un piccolo manipolo di soldati avrebbe dato la vita per aiutarli nell’impresa, in mezzo a tutte quelle persone si sentiva poco a suo agio il Chikuma abituato da sempre ad agire e combattere per lo più da solo, o con altri ninja preparati. Prima di partire tuttavia sarebbe stato forse saggio prepararsi al meglio cercando tra le varie fazioni nuovi alleati da schierare sul campo di battaglia. Senza peli sulla lingua Hoshi diede la sua opinione personale, di certo non aveva paura di esprimersi il moccioso.

    -Siamo troppo pochi!.. avremmo bisogno di molto più di quattro o cinque soldati se vogliamo avere qualche possibilità di penetrare all’interno delle postazioni nemiche.. io posso occuparmi delle vedette senza alcun problema.. tuttavia avremo bisogno di molti più uomini per sfondare le difese del nemico..-

    Quindi detta la sua opinione personale il Chikuma attese le proposte di chi sicuramente era molto più esperto e preparato di tattica militare. Fremeva il rosso, non vedeva l’ora di aiutare quella gente e mettere alla prova le nuove capacità sviluppate dopo numerosi allenamenti. La missione sarebbe ben presto cominciata, solo il futuro avrebbe rivelato se quei pochi ninja fossero riusciti a salvare quelle terre dalla devastazione portata dalla guerra.

     
    .
  9. Hanzo Hattori
        Like  
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Legenda:
    ... = Narrato in terza persona
    "..." = Parlato
    °...° = Pensato
    [Flashback]...[/Flashback] = Flashback


    Incontri


    CITAZIONE
    -Ehm.. si si.. ottimo lavoro soldati.. ehm.. mi raccomando tenete d’occhio il portone mentre sono via.. ah.. e fatemi un piacere.. dite a chi di competenza di andare a svuotare i miei magazzini personali dove tengo la birra e di portarla a casa.. di una certa Deidara Yagi!.. buon lavoro..-

    I soldati risposero un po' titubanti, ma d'altronde non potevano ignorare un ordine diretto del Kazekage. Tatsu fu soddisfatto di quell'ordine, visto che anche lui non poteva sopportare quella racchia antipatica della Yagi e di certo una trovata simile le avrebbe causato non pochi disagi. Quando furono fuori dalle mura, l'Azuma si complimentò con il Rosso.

    " Ben fatto!
    E' così che si tratta con una ex...! "


    Era convinto che i due fossero stati insieme e che la loro relazione si fosse interrotta un anno prima sulla spiaggia, quando Hoshi aveva deciso di tradirla per un'altra. I ragazzi raggiunsero la stazione delle carovane del deserto e si imbarcarono su quella portava verso la loro destinazione. Furono cinque giorni di viaggio davvero lunghi, ma la compagnia non mancava e Tatsu ne approfittò per coltivare uno dei suoi sogni: dormire tutto il giorno (tra una pausa e l'altra, in cui chiaccherava con Hoshi). Arrivarono sul luogo dell'incontro, ma pareva non ci fosse nessuno oltre a loro: impressione che venne smentita (quasi) subito dopo, quando scese da una corriera il fratellone Yami. Il Rosso vestito da Kazekage gli si fece incontro per salutarlo calorosamente; l'Azuma apprese che era stato suo sensei ai corsi genin e la cosa gli piacque. Si avvicinò anch'egli all'amico, ma con meno foga del suo giovane assistente.

    " Non sapevo che venissi anche tu...! "


    Era felice di sapere il compagno nella stessa missione, ma come sempre non lo dava molto a vedere. Giunse un'altra corriera e il battito del cuore di Tatsu si fermò. Dalla carrozza scese il Mizukage in persona, accompagnato da un chunin che non conosceva. Non era bene che Yami e Shiltar si trovassero nello stesso luogo e fu scontato rendersi conto che anche loro dovevano essere lì per la medesima missione. L'Azuma si portò di fianco all'amico, sperando che non si creassero incidenti.

    " Sembra che questa volta dovremo collaborarci, col cuginone...! "


    Non sapeva bene che dire e la cosa fece passare in secondo piano anche le presentazioni e i saluti, anche se l'unico che non conosceva di persona era l'accompagnatore di Shiltar.

    [...]


    Da quando erano entrati nel paese, Tatsu aveva osservato i cambiamenti del paesaggio con occhio scettico: non gli piaceva quel clima, non gradiva quella merda bianca tutto intorno a lui e sopratutto detestava quel tipo di temperature. A qualche chilometro dal villaggio, poi, si erano iniziati a vedere i primi accampamenti militari e la cosa non prospettava nulla di buono. Arrivati al capolinea e scesi proprio dinnanzi all'amministrazione, gli si fece innanzi un vecchio, presentandosi come Bokkai Eishi, chiedendo poi loro di seguirlo all'interno dell'edificio. Gli uffici in questione sembravano in preda al fermento -fatto comprensibile, visto lo stato di allerta in cui versava l'intero paese- ma cosa ancora più straordinaria fu vedere svariati nukenin, aggirarsi in quei luoghi come se niente fosse. La guerra era capace di richiamare la gente più disparata da ogni dove e in quell'ottica, anche un reietto poteva diventare utile e importante alla causa. Bokkai li guidò in una stanza finemente arredata, in cui li stavano aspettando quello che presumibilmente doveva essere il capo villaggio e la sua assistente: lui un uomo di una corporatura di tutto rispetto, mentre lei una donna dall'aspetto davvero notevole.

    CITAZIONE
    « Salve nobile Mizukage, amministratore Kabane. A quanto vedo manca il nobile Kazekage, il che potrebbe essere un problema. »

    " E' impegnato in un'importante missione di livello S...
    Esse come sleep!
    ...
    Comunque abbiamo qui un suo degno discepolo...! "


    Poggiò la destra sulla spalla di Hoshi, per portarlo al centro dell'attenzione. L'uomo incominciò a spiegare come stava la situazione e non pareva affatto delle più rosee.

    CITAZIONE
    -Siamo troppo pochi!.. avremmo bisogno di molto più di quattro o cinque soldati se vogliamo avere qualche possibilità di penetrare all’interno delle postazioni nemiche.. io posso occuparmi delle vedette senza alcun problema.. tuttavia avremo bisogno di molti più uomini per sfondare le difese del nemico..-

    " Mh...
    Credo anche io che prima di decidere ogni cosa, sarebbe meglio cercare di raccimolare quanta più gente possibile...
    Potremmo tentare di convincere noi i nukenin, mentre qualcun altro farebbe lo stesso con i presidi attorno ad Iwamizawa...!
    A quel punto, ci potremmo dare appuntamento al confine tra le due aree, per poi organizzarci verso il W-03...! "


    Per partire con l'azione militare, a prima vista sembrava che una postazione valesse l'altra, purchè sceglierne una defilata e non in mezzo a due. Attese i pareri degli altri, per poi decidere insieme su come agire.

    " I nukenin vorranno sicuramente qualcosa in cambio...
    Cosa e fino a quanto ci permettete di promettere loro? "


    Chiese infine al signor Sato.
     
    .
  10.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,446
    Reputation
    +603

    Status
    Offline
    I Kiriani: la cosa che li accomunava tutti o quasi, come Shiltar aveva avuto modo di notare più e più volte, era la silenziosità.
    Un viaggio con un abitante di Kiri implicava pochissime possibilità di dialogo, anche se il Mizukage stesso non capiva mai bene perché, però, confrontando quelle volte che aveva viaggiato con abitanti del suo stesso villaggio, escluso Kisugy e qualche altro raro caso, erano sempre stati viaggi molto, ma molto, più silenziosi di quelli fatti con abitanti di altri luoghi, come, ad esempio, Febh, che di certo era un'ottima fonte di chiacchiere.

    Di questa sua teoria, anche Alkaid era una chiara dimostrazione fin dal loro incontro al porto di Kiri: giacché alle parole del Kaguya rispose con un laconico ringraziamento per averlo scelto.
    In ogni caso, il Mizukage non si fece abbattere dal mutismo che pareva avrebbe dovuto contraddistinguere anche quel viaggio e, durante i giorni di navigazione, tentò qualche scambio di parole con il chunin, prima di tutto per ovvi motivi pratici, come fece fin dal primo giorno con un'ovvia, e più che giusta, domanda: "Siccome dovremo collaborare in questa missione, anche con altri ninja, forse già sarebbe meglio metterci in pari con gli altri shinobi sapendo un pò l'uno dell'altro, per ciò che riguarda le abilità ninja. Quindi, Alkaid, dimmi, tu di preciso che sai fare come shinobi? Preferisci Taijutsu, Ninjutsu, Genjutsu... hai abilità speciali, non so, Kinjutsu kiriane o simili?", chiese.
    Poi se l'altro gli avesse risposto, Shiltar non avrebbe avuto problemi a descrivere le proprie abilità come un esperto, principalmente, di Taijutsu con qualche esperienza, qua e là, nell'uso dei ninjutsu.

    [...]

    L'arrivo nei territori della Neve, poi, fu una sorpresa: non tanto per l'ambiente, il clima o il gran numero di quelli che il Kaguya poté definire degli avamposti militari, poiché si trovavano nel Paese della Neve che era caratterizzato da un clima gelido, come il nome sagacemente indicava, ed era nel pieno di una guerra civile; la vera sorpresa furono i loro compagni in quella missione, date le tre figure che si trovò davanti una volta sceso dalla corriera.
    Due figure gli erano note, mentre la terza era vestita come il Kazekage, ma c'era qualcosa che, con quella figura, non quadrava: le proporzioni.
    Shiltar aveva visto Gin Chikuma una volta sola, quando ancora era l'amministratore di Kiri, ed era nella norma come altezza, mentre la figura che vedeva ad una certa distanza da se sembrava, decisamente, più basso della media, quindi, o il Capo della Sabbia era sotto Henge, o aveva il Mizukage dei problemi di vista a distanza, oppure quello non era Gin Chikuma.
    In più, vicino a lui c'era quello strano shinobi della Sabbia che s'era presentato, ai tempi del Torneo dei Sand Scorpions come assistente dell'amministratrice Otori, un tipo piuttosto strano di cui il Kaguya nemmeno ricordava il nome.
    Ma cosa più interessante era il terzo individuo presente, lo stesso che, appena Shiltar lo riconobbe, non poté trattenere un sorriso divertito nel vederselo di fronte, mentre la mano sinistra giocherellava sul Rotolo di Richiamo in cui si trovava la Falce di Luna: Yami Kabane, chissà che questa volta non gli fosse scappata l'occasione per disossarlo!

    Il primo a presentarsi fu comunque il giovane vestito con gli indumenti del Kazekage, che risultò essere quello stesso ragazzetto dai capelli rossi che, ai tempi del Torneo Sunese aveva urlato dagli schermi contro Gin, un membro del suo stesso clan, i Chikuma.
    "Piacere mio di conoscerti, Hoshikuzu, ed è un'inattesa sorpresa trovarti in questa missione, Kabane.", esordì il Kiriano, rivolgendosi prima al ninja dai capelli rossi e poi all'Otese, "Per chi qui non mi conosce, io sono Shiltar Kaguya, Jonin e Mizukage della Nebbia.", si presentò poi, lasciando ai due restanti di cui non sapeva il nome la possibilità di presentarsi.

    Alla fine delle presentazioni, in ogni caso, furono avvicinati da un individuo piuttosto anziano, almeno dall'aspetto, che si rivelò essere l'amministratore della cittadina in cui si trovavano, Iwamizawa, che li invitò a seguirlo.
    Nel palazzo dell'amministrazione, Shiltar notò un numero decisamente elevato di Nukenin, il che non era poi così rassicurante sul tipo di forze che quella gente della Neve poteva contare dalla sua parte, una forza fatta di soli traditori, "Kabane, scommetto che la tipologia di ninja in questo palazzo ti aggrada.", affermò ad un tratto, volgendosi verso l'ex Kiriano, con una chiara nota di sarcasmo.

    [...]

    I ninja furono portati al cospetto di quello che sembrava essere il capo di quella rivolta e della moglie di lui.
    L'uomo, senza perdersi troppo in chiacchiere, espose al gruppo la situazione: prendere la città di Otaru, ben fortificata e circondata da diversi avamposti nemici, una situazione decisamente non favorevole, specie considerando che loro erano 5 ninja, di cui quasi tutti chunin, ed un gruppo di 80 soldati non ninja.
    C'era però la possibilità di trovare rinforzi sia fra i diversi insediamenti di ribelli, sia dai nukenin, malgrado l'idea non piacesse molto a Shiltar, ma più ninja avevano fra loro, meglio era.

    I due shinobi di Suna già erano arrivati alle sue stesse conclusioni: cioè che erano pochi e servivano dei supporti, quindi il Kaguya non perse tempo e si aggiunse al loro discorso.
    "Concordo che ci servono aiuti da ambo i fronti e possiamo provare a trovarli, in qualche modo.", esordì.
    "Potremmo dividerci in due gruppi, uno, guidato da me, visiterà i diversi avamposti ribelli nel versante che da sui territori dei Nukenin, cioé, circa 7 avamposti, considerando l'ultimo che potremmo scegliere come nostro punto d'incontro fra alcuni giorni... in funzione dei tempi per viaggi ed organizzazioni di truppe.
    L'altro gruppo, guidato dall'Otese, punterà all'accampamento Nukenin per cercare di convincerli.
    Gli uomini che già ci potete offrire, nobile Sato, mandateli, magari divisi in piccole unità, verso la zona circostante il vostro avamposto più a Nord, lo stesso dove, si spera, ci dovremmo incontrare. Questo principalmente per evitare che qualche possibile spia di questo Jumemba scopra il più del piano.
    Al più, un piccolo manipolo, suggerirei, che si muovesse con me e chi, eventualmente, mi accompagnerà per i diversi accampamenti."
    , concluse, aspettando poi pareri dal resto dei presenti.
     
    .
  11. Yami Kaguya
        Like  
     
    .

    User deleted


    Per un ninja la sorpresa, è fondamentale. La capacità di inserire il proprio attacco nei movimenti avversari in maniera tale da spiazzarne la mente, permetteva a un esercito di guerriglieri come erano i primi ninja, di avere la meglio sulle armate dei samurai.
    Ma tutto ciò, valeva anche al contrario.
    Sceso dalla corriera, dopo essermi stancato in meno di qualche minuti ce ne furono due di sorprese. La prima, in qualche modo me l'ero in parte immaginata. Anche se mancavano dei pezzi, dato che ok, c'era un ninja della Sabbia, ovvero Tatsu. Ma l'altro, che effettivamente indossava il sakkat cerimoniale dei Kage, aveva un abito che sembrava essere un pò troppo lungo per le sue dimensioni. E che si stava sbracciando nell'avvicinarsi a me, atteggiamento un pò strano per un qualsiasi capo di villaggio, per quanto ricordassi i commenti di hoshi, i quali avevano tutti in comune il termine "distilleria".
    E a proposito del chunin sunese, me lo ritrovai di fronte quando guardai meglio. Al che, fissai Tatsu, cercando qualche spiegazione mentre mi veniva un pò da ridere.

    Già, nemmeno io sapevo ci foste voi. Ciao Hoshi. Mi aspettavo il Kage, di Suna, per quanto di certo fare una missione con gente che conosco è di certo più piace-

    Fu per caso. Tatsu non era certo basso, quindi a fissarlo negli occhi dopo aver dato un colpo leggero alla spalla dell'ex-genin che avevo avuto in classe, il mio campo visivo spaziava di fronte a me. E in quel bianco manto formato dalla neve, vidi due figure che stonavano. E proprio una di queste, mi fece lasciare la frase a metà. Probabilmente quelli dell'accademia non sapevano proprio scrivere. Oltre ad aver confuso Suna con Kiri, mi premunii di chiedere la pelle di qualunque impiegato che fosse riuscito a scrivere l'ideogramma di Kaze anzichè di Mizu. E se l'aveva fatto apposta, allora poteva anche dirsi morto.
    Non dissi più nemmeno una parola, mentre sotto il mantello una lama talmente sottile da passare attraverso un foro nel palmo, usciva fuori lentamente, mentre i miei occhi non si staccavano dalle figure in avvicinamento. Altro che missione piacevole. Sinceramente fra invasori e il Kage di Kiri, era come stare fra l'incudine e il martello. Non risposi al commento di Tatsu, rilassando qualche fibra muscolare vedendo il sorriso di Shiltar.
    CITAZIONE
    "[...] è un'inattesa sorpresa trovarti in questa missione, Kabane."

    Posso dire lo stesso. Se siamo in due, si vede che l'accademia fà sempre più schifo a progettarle.

    Evitai di dire il mio nome, fissando l'accompagnatore del Mizukage alcuni istanti. Se era un kiriano mediamente attento, il cognome detto da Shiltar poteva fargli capire se non chi ero, cosa ero. Altrimenti, se non avesse detto nulla, meglio per me, un fiato sul collo in meno quando c'e n'era già uno abbastanza pesante a due metri.

    Terminate le presentazioni, tornai a concentrarmi sul resto del paesaggio, notando solo allora la presenza di un uomo anziano che ci fissava. Un tale Bokkai, che ci accolse col tono di chi ha appena finito di ufficializzare un funerale. Ci condusse all'interno del palazzo dove ci eravamo ritrovati, e mentre camminavamo in mezzo all'ambiente così familiare di impiegati, vidi che oltre ai soldati c'era anche qualche personaggio decisamente interessante. Quei simboli rossi sui coprifronte, in un primo momento mi fecero pensare che ci fossero degli infiltrati nemici. Ma quel pensiero morì prima ancora di formarsi del tutto, vista la calma con cui sostavano nell'edificio. A farmi tornare concentrato sul gruppo comunque, ci pensò il neo-kage di Kiri, almeno per me. Non avevo ancora mai avuto modo di incontrarlo dal mio corso, ma di certo puoi nascondere tutto, tranne l'ascesa di un nuovo kage. La sua frase procurò l'ennesimo incrocio di sguardi, ma per ora mi pareva chiaro dovessimo per l'ennesima volta convivere. E ironicamente, dopo il mio ultimo faccia a faccia con Yamata, avevo più problemi con un kiriano in generale, che con un Kaguya, per quanto Mizukage di Kiri.

    Già. Tanti esempi di indipendenza e libertà è sempre uno spettacolo appagante.

    Frecciatina per frecciatina, se fosse iniziato un dibattito ideologico non avrei retto più di due secondi. Ci avevo provato, più volte, ma ormai era chiaro che arrivati a quel punto discuterne a parole era inutile.
    Per il resto, lanciai una nuova occhiata all'altro kiriano, osservandone la reazione se ne avesse palesate. Per ora sembrava quasi che Shiltar si fosse portato dietro un tipo piuttosto silenzioso.
    La passeggiata finì di fronte a quello che ci dissero essere l'ex ufficio dell'ex capo-villaggio. All'interno trovammo un uomo e una donna, e il primo sembrava conoscere sia me che Shiltar.

    Salve a lei.

    Feci un lieve inchino ai due, mentre la donna si allontanava. Tornò prima che il silenzio cui ci aveva lasciati mi desse il tempo di chiedere chi fosse il tipo, visto che si presentò solo in quel momento. Passò quindi a spiegarci la missione, consistente in un ordine semplice quanto con ovvi risvolti laboriosi o violenti a seconda dei metodi adottati. Ci spiegò poi in modo sommario le forze in campo, fra soldati stanziati, avversari con sistemi di comunicazione piuttosto fastidiosi e che annullavano qualsiasi attacco di distruzione sistematica. Alla fine, l'unico piano su cui approvavo venne fuori da sè, almeno nella sua necessità primaria: manodopera. E da parte mia, che Shiltar mi avesse letto nel pensiero o meno, concordavo con quanto aveva detto. Se dovevo scegliere fra soldati e ninja, sceglievo ninja per quanto nukenin. E i casi erano due. Se uno di loro equivaleva un soldato, o i primi erano deboli, o i secondi erano forti. E visto che propendevo per il fatto che i primi fossero più forti e basta, ponevo le trattative con loro nel gradino sopra quelle con i soldati semplicemente "pigri" per le loro postazioni.

    Concordo con il piccolo contingente con chi parlerà con i presidi, si può spacciarla per una visita di controllo sul lavoro dei soldati. Per le bestie che se ne stanno in giro per Otaru, dobbiamo preoccuparci di animali addestrati o solo di qualche quadrupede a dieta e affamato?
    Se qualcuno se la cava bene con l'oratoria, è il benvenuto dai nukenin, comunque.


    Non avevo altre domande per ora, quindi rimasi in attesa, quasi sicuro che Tatsu sarebbe venuto con me solo per tener, quindi mi serviva solo qualcuno abile a parlare, e al limite bravo a darle. Per la potenza esplosiva pensavo il sunese mi bastasse. Restava da vedere per Hoshi e l'altro. Di certo il mio umore non sarebbe migliorato, a lavorare con un kiriano. Ma d'altronde, andandosi a mettere in una guerra lungi da me fare lo schizzinoso.
     
    .
  12. Alkaid69
        Like  
     
    .

    User deleted


    Quella domanda non arrivò senza preavviso. Avevo immaginato un risvolto del genere, e stranamente il mio cuore non perse un colpo, forse proprio a causa di tutti quei pensieri negativi che avevo avuto. Potevo anche dire che la situazione non fosse neppure la peggiore di quelle che avevo immaginato, anzi. Non essendo una domanda diretta non avevo bisogno di mentire. Potevo dire ciò di cui ero capace senza affermare il falso:

    «Sì, indubbiamente Sandaime. Sono ferrato nei ninjutsu, prevalentemente acquatici, del villaggio. Inoltre uso con discreta maestria le armi da lancio. Ma non sono abile nel corpo a corpo»

    Tutto vero, tutto sincero. Se avesse continuato gli avrei mostrato alcune abilità come l'incredibile vista e le capacità con il chakra e infine l'equipaggiamento. La cosa poteva anche finire lì, ciò che sapevo fare lo avevo detto, e omettere "qualcosa" non poteva essere considerato mentire.

    [...]

    L'arrivo e l'incontro col resto del gruppo furono il solito scambio di saluti, durante il quale seguii l'esempio di Sandaime nel rendere omaggio agli sconosciuti. Più che una missione fra ninja sembrava un gala d'alta classe. Non prestai reale attenzione agli alleati, non avevano fatto ancora nulla che potesse destare la mia preoccupazione o peggio... il mio desiderio.
    E ad ogni modo ero troppo impegnato con il tenere a bada il mizukage per preoccuparmi dei tirapiedi.
    Allo stesso modo prestai relativa attenzione alle spiegazioni di guerra fatte dall'ormai obsoleto Bokkai Eishi, il cui tono di voce sembrava essere già essere impresso nella mia mente dopo l'ultima missione, disgustoso.

    Guardai il resto del gruppo; erano tutti molto loquaci, tutti intenti a dire la loro sul piano. Non nascondo che la cosa mi divertiva enormemente.
    Il mio silenzio avrei potuto addurlo in qualsiasi momento al mancato ordine del Mizukage. Semplice e credibile: lui non mi aveva dato l'ordine di parlare dunque io non avevo motivo di farlo. Mi limitai ad osservare, ma ciò che osservavo era soltanto divertente e nulla più.

    Quando si prospettò l'idea di dividere il gruppo decisi quasi subito di seguire il Mizukage, che era il meno propenso a sospettare un suo sottoposto. Ad ogni modo un suo ordine avrebbe potuto cambiare tutto, ma non senza una lieve protesta, più che credibile: il sottoposto che intende proteggere anche con la propria vita il proprio signore deve essergli accanto in ogni momento, esilarante.
    Ad ogni modo un gruppo con il resto dellla ciurma non sembrava si sarebbe prospettato difficoltoso: gli alleati probabilmente non avrebbero mai capito uno dei miei giochi d'identità.

    Quale gioia.

     
    .
  13.     Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    L a P r e s a D e l l a N e v e - P a r t e I I

    P o s t - 0 3



    Partenza per gli avamposti.
    Cosa non si fa per infoltire le file di uno sguainato esercito.




    Era indubbio che gli ottanta uomini che aveva messo a disposizione Sato fossero pochi. Ma era anche indubbio che era il massimo che poteva dare: la conquista di Otaru era una pedina fondamentale per la presa del Paese della Neve ed i loro abianti avevano lo stesso diritto di essere liberato degli altri di Iwamizawa, Ayabe o Fujisawa. I ninja trovarono le soluzioni che lo stesso Sato gli avrebbe suggerito: dopotutto in alcuni avamposti la presenza di soldati non era necessaria. Richiamarli però avrebbe suscitato i malumori della gente che non voleva combattere in prima fila ma voleva avere la coscienza abbastanza pulita e l' onore di poter dire un giorno “io ho liberato la Neve”. Poi c' erano i Nukenin, spaventosamente forti e pericolosi, sarebbero stati probabilmente l' arma in più per quei Ninja accademici. Che stana coincidenza dopotutto, Nukenin ed Accademici a lottare contro un nemico comune che a dire il vero, minacciava tutte e due le fazioni.
    Un Ninja della sabbia rivolse a Sato una domanda sensata che però non sembrò far piacere all' interrogato. Sospirò e scosse la testa, come per dire “nulla”. Infatti non vi erano più soldi da spendere, tutto quello che rimaneva serviva per evitare il completo tracollo dell' economia già traballate di un paese in guerra.
    « Loro sono interessati a distruggere Jumemba quanto voi. Soldi non ne abbiamo se non quelli necessari per sopravvivere. Credo che vogliano solamente un buon motivo per lasciar perdere la loro missione ed allearsi con voi. » qual' era il buon motivo non era dato saperlo, dopotutto, solo quei Traditori lo sapevano.
    Quando il Mizukage prese parola Sato annuì, approvando l' idea del facoltoso Ninja che per fortuna, insieme agli altri, non aveva avuto problemi nell' accettare idea di chiedere aiuto a dei Nukenin.
    « Faremo sellare i vostri cavalli, ora pranzate, dopo partirete. » disse Sato. Se fosse stato per lui li avrebbe fatti partire immediatamente, ma loro erano umani quanto lui e venivano da cinque gironi di viaggio. La missione sarebbe stata compromessa se non fossero stati perfettamente lucidi.

    Dopo poco Hikari si alzò dal suo posto e fece un mezzo inchino ai cinque Ninja accademici, rivelandosi, per chi non la conosceva, estremamente graziosa ed educata.
    « Se volete seguirmi, vi porterò in mensa. » disse la donna, aspettando i Ninja. Quando si fossero alzai avrebbe provveduto a condurli in mesa, una grande sala colma di impiegati, soldati e Nukenin. Vennero serviti ai tavoli con del semplice Ramen e dell' acqua. Pranzo semplice, dopotutto.

    […]



    Dopo pranzo fuori dall' amministrazione avrebbero trovato i loro cavalli, pronti e sellati, al loro servizio, con quattro uomini che avrebbero aiutato i Ninja a salire, spiegando come interagire con le semplici bestiole. Un urlo per andare avanti, colpi sui fianchi per accelerare, tirare le briglie per rallentare.
    « Sono veloci, forti ed affidabili. Inoltre sanno già dove andare, se non volete guidarli voi basta che diciate al cavallo il luogo dove andare. »
    Una volta saliti sopra i cavalli avrebbero notato che la velocità degli stessi sarebbe stata decisamente alta [600], sarebbero arrivati nei vari posti in davvero poco tempo. Tuttavia Shiltar sarebbe dovuto andare a piedi, avendo la necessità di dover portare dietro tutto quando l'esercito. Ma se l' avesse richiesto c' era un cavallo pronto anche per lui.

    […]







    Yami, Tatsumaru e Hoshikuzu.
    Calorosa accoglienza





    Il viaggio, grazie a quegli splendidi cavalli, sarebbe stato tanto breve quando veloce. Venti minuti di viaggio, non di più, per dirigersi dai Nukenin. Il paesaggio candido accanto a loro aveva qualcosa di anomalo. La neve era sporca, a volte di sangue rappreso altre di terra e la magia che caratterizzava quella precipitazione, quella magica gioia che infondeva nei bambini era completamente svanita. Quella neve era solamente acqua ghiacciata e sporca del sangue di quella guerra. Dopo le desolate lande innevate arrivarono i campi dei Nukenin: non si poté di certo dire che il passaggio non si fece notare: si intravidero le prime tende, alcune montate rozzamente altre meglio. I primi Ninja erano per strada e li fissavano con sospetto, senza però osare alzare le armi, per chissà quale motivo. Le tende divennero sempre più frequenti e ben presto il sentiero ricoperto di neve si scoprì, rivelando quel lastricato di pietre percorso così molte volte da rendere impossibile alla neve di depositarsi li. Quell' accampamento somigliava ad una vera e propria città: le tende era moltissime, ci erano pochi spazi vuoti e c' erano anche capanne più grandi, che chissà che cosa dovevano ospitare.

    […]



    Un Ninja, che indossava una bandana completamente nera che gli copriva persino gli occhi, entrò in quella che sembrava la tenda più grande dopo le capanne che evidentemente avevano altri usi rispetto a quelli abitativi. Dentro c' erano due persone, un uomo che dimostrava una cinquantina d' anni, dalle cui labbra pendeva una sigaretta accesa, ed una ragazza dal volto apparentemente dolce e con una grossa fasciatura sulla gamba destra.
    « Ehi capo, ci sono quattro Ninja accademici. Li facciamo fuori? » disse il Ninja, ricevendo dal vecchio come risposta uno sbuffo di sigaretta. La tenda era immersa nella penombra e di quel Ninja non si riusciva a scorgere ancora il viso.
    « Non uccidere prima di aver sentito ragioni. » disse stancamente il vecchio prendendo la sigaretta tra le dita e facendo cadere su un posacenere posto sul tavolo di fianco a lui la cenere che si era accumulata sulla sigaretta. Quindi l' uomo si alzò e fece un passo in avanti.
    « Vuoi andarci a parlare tu, capo? » disse quindi il Ninja posando per terra la katana che usava come una specie di bastone.
    « Si, ci vado io. Di questi tempi persino gli accademici potrebbero venire non solo per farci fuori... » disse il vecchio.
    « Nonno e se sono qui per ucciderti? » disse la ragazza con tono preoccupato ed incrociando le braccia al petto. L' uomo nella penombra sorrise e fece un passo in avanti, lasciando che la luce illuminasse il suo viso ed i suoi capelli biondi striati di grigio.
    « Spero siano venuti tutti e quattro i Kage allora, non ho voglia di sbarazzarmi di qualche altro stupido e presuntuoso Jonin. » disse il vecchio prendendo la sua katana e legandosela alla vita.
    « C'è il Mizukage la, ma poi niente di che. » disse il Ninja a titolo informativo. La ragazza sbuffò ed il vecchio capo sorrise.
    « Non preoccuparti Hanako, non succederà nulla. Avanti vieni anche tu. » disse l' uomo avvicinandosi alla porta. Una volta fuori parlò all' uomo.
    « Bloccateli. » disse solamente. L' uomo sorrise ed annuì, prima di scattare velocemente per eseguire gli ordini che gli erano stati dati.

    […]



    I Ninja non avrebbero sentito nulla, così come non avrebbero potuto far nulla. Dei fili invisibili si avvolsero attorno ai loro corpi, stringendoli di colpo e facendoli cadere dai cavalli che un istante dopo vennero bloccati dagli stessi fili. Alzando lo sguardo sulla capanna più alta, a circa dieci metri da loro, avrebbero notato due Ninja che recavano il coprifronte di Suna rigato con orgoglio sulla fronte, che sembravano tirare degli invisibili fili, forse gli stessi sottili fili che li stavano avvolgendo. Tuttavia la forza della stretta non era invincibile [Forza: 300], ma forse per la diplomazia era meglio non controbattere a quel lecito attacco.
    « Che volete voi? » disse il primo ragazzo, che era identico all' altro se non per il vestito. Uno indossava un completo Ninja bianco, l' altro completamente nero. Dopo le risposte dei Ninja però una voce profonda sarebbe giunta alle loro spalle, sancendo la loro libertà o forse la loro fine.
    « Haku! Koku! Lasciateli stare! » disse il vecchio biondo. I due ragazzi si fissarono un attimo e ben presto la stretta si sarebbe allentata. Quindi i quattro Ninja sarebbero stati liberi, ma con il fiato del “capo” sul collo, che girava attorno a loro, con fare sospetto. E sarebbe stato meglio non farlo arrabbiare. L' uomo era alto circa un metro ed ottanta, aveva i capelli biondi e profondi occhi castani. Non aveva armi in mano e tutto lasciava presagire che non ne aveva bisogno per farli fuori.
    Ma non attaccò, si limitò a fare la domanda più scontata del mondo.
    « Che diamine volete? »




    Shiltar
    Alcolica Insubordinazione






    Shiltar con parte dell' esercito si sarebbe diretto verso il primo avamposto, ovvero quello esattamente a nord-ovest della città. Giunto li in circa trenta minuti di cammino, dopotutto l' avamposto visitato era assai vicino, avrebbe trovato una situazione a dir poco disperata. Un qualsiasi militare li avrebbe urlato fino a farsi uscire le budella dalla bocca per la rabbia. Gli uomini erano buttati bellamente a terra, non c' erano guardie ad accogliere i visitatori e non si riusciva a capire chi era il capo in quella marmaglia di uomini. Solo dopo qualche minuto un uomo che sembrava più selvaggio che militare, sarebbe giunto spintonando qualche uomo qui e li. In mano aveva una katana e fissava il Mizukage con sguardo sospettoso, notando i soldati che lo seguivano e riconoscendovi soldati appartenenti alla Neve.
    « Che diamine vuole Sato? E tu chi sei? » disse l'uomo con un fiato che puzzava di alcol ed un tono di voce traballante. A quanto pareva ci sarebbe voluta un' abile arte oratoria o forse di più per convincere quegli uomini a seguire il Mizukage in quella battaglia per la libertà.








     
    .
  14. Hoshikuzu
        Like  
     
    .

    User deleted


    SPOILER (click to view)
    Narrato
    -Parlato-
    ..Pensieri..
    -Terze Persone-


    -Quest-
    ..Nella Tana dei Nukenin..
    2° Post Attivo



    I preparativi quindi finirono decidendo di dividere la squadra in due gruppi per tentare di reclutare il maggior numero di soldati possibile, dispersi tra le varie location del posto. Una squadra si sarebbe diretta verso i vari accampamenti alleati mentre una seconda squadra sarebbe andata a trovare i nukenin stanziati poco distanti da Iwamizawa per scoprire se potesse nascere con loro una qualche specie di alleanza temporanea, di certo tra accademici e nukenin non correva buon sangue. Terminati i preparativi i ninja vennero invitati dalla moglie del mandante a servirsi presso la mensa dell’accampamento, un gran casino regnava quel luogo, sembrava più di stare in mezzo al mercato che ad una zona di guerra. Dopo aver finito di mangiare ai ninja vennero accompagnati dall’anziano signore che li aveva accolti durante il loro arrivo presso i loro mezzi di trasporto, dei cavalli stavano infatti pronti e scalpitanti in fila. Il rosso quasi esplose nel vederli, non aveva mai cavalcato in vita sua e non vedeva l’ora di provare l’ebbrezza della velocità di quei maestosi animali.

    -Wow!.. dei cavalli!!!.. accidenti sono alti.. forza bello piega un po’ le gambe.. non ci arrivo.. oplà!!.. woo.. cado..!-

    Dopo qualche momento di incertezza il ragazzino finalmente trovò la stabilità per restare a cavallo, sembrava di stare sopra ad una casa con le gambe, o almeno così pareva al piccolo ninja. Un colpo di redini e qualche colpetto con i talloni ed il cavallo impennò per poi scattare a grande velocità verso la meta da raggiungere. Mentre galoppava Hoshi non riusciva a trattenere un sorriso carico di gioia si stava divertendo da morire e per la durata di tutto quel breve viaggio il pensiero della missione sorvolò la sua mente. L’aria rinfrescava il volto di Hoshi mentre correva diventando quasi dolorosa dopo qualche minuto, dopotutto non era abituato a quelle basse temperature il rosso. La galoppata condusse quindi il piccolo gruppetto presso l’accampamento dei nukenin, mentre correvano il paesaggio si modificava divenendo sempre più tetro e carico di sinistri presagi. Le tende dei malfattori erano davvero tenute da cani e sembrava quasi che nessun tipo di ordine o legge vigesse in quel luogo, ognuno agiva per se e per il suo tornaconto personale. La galoppata stava per concludersi, il centro del campo dei nukenin era ormai vicino e nonostante gli sguardi malevoli i ninja non erano ancora stati attaccati o chissà altro. Troppa leggerezza forse, il gruppo aveva dimenticato di trovarsi nella tana del loro peggiore nemico, senza nemmeno accorgersene erano già da tempo caduti in trappola.

    -Siamo quasi arri.. WOAAAH!!!..-

    Un tonfo secco a terra attutito a malapena dalla neve, qualcosa aveva disarcionato il giovane ragazzino dai capelli rossi trascinandolo giù da cavallo. Una smorfia di dolore comparve nel suo volto mentre gli occhi subito riaperti individuarono i fautori del meschino scherzetto, grande fu la sorpresa di Hoshi nel vedere le due figure, erano entrambi traditori di Suna, banditi sulla quale testa pendeva una lauta ricompensa. Non che a Hoshi importasse di quel genere di cose, ora ciò che importava era sfogare in qualche modo quella rabbia e adrenalina che gli pulsava sulla testa a stento trattenne la voglia di spazzare via tutto ciò che gli stava attorno. Era legato come un salame da qualcosa che non poteva vedere, qualcosa però gli diceva che quei due dovessero essere marionettisti, spesso sua madre da piccolo lo legava alla tavola quando non voleva mangiare con dei strani fili invisibili, conosceva bene quella tecnica il rosso, se i geni dei Chikuma non si fossero risvegliati molto probabilmente sarebbe stata quella la strada che avrebbe intrapreso.

    -Maledizione lasciateci andare.. non siamo qui per attaccar briga!..-

    Stava per utilizzare tutta la sua forza per rompere il legame quando venne bloccato dalla comparsa di una figura sinistra. Un vecchio dai capelli biondi era infatti apparso, il suo aspetto aveva del minaccioso, Hoshi non capiva che diavolo era eppure era tremendamente impaurito da quella oscura figura, forse chiedere aiuto ai nukenin non era stata affatto una grande idea, deglutita la saliva il rosso attese che qualcuno di più intelligente di lui prendesse parola, sapeva che spesso e volentieri la sua linea era quella dello scontro diretto senza tanti discorsi, in quella situazione tuttavia restare zitti sarebbe stata sicuramente la cosa più giusta da fare.


     
    .
  15.     Like  
     
    .
    Avatar

    Falce dei Kaguya


    Group
    Y Danone
    Posts
    21,446
    Reputation
    +603

    Status
    Offline
    "Spettacolo appagante per le taglie che probabilmente ognuno di loro ha sulla propria testa?", fu questa la frase con cui Shiltar ribatté alle parole di Yami sulla "libertà e l'indipendenza" che, agli occhi del traditore kiriano, rappresentavano quei mukenin che giravano per il palazzo dell'amministrazione di quel villaggio.

    Tutti e due erano risultati sorpresi del vedersi l'un l'altro lì, anche se per il Kaguya era più un disappunto dover frenare sempre la mano dal prendere un'arma e provare a disossare l'otese, ma, escluso quel fattore, era anche divertente trovarselo incontro, almeno lui interagiva di più del ninja kiriano che, anche nel descrivere le proprie abilità come shinobi era rimasto spaventosamente nel generico.
    E Shiltar aveva preferito non far pesare il suo ruolo di Mizukage per convincerlo a dirgli di più... se avesse voluto condividere altre notizie, il Kaguya era lì.

    [...]

    Il piano fu concordato da praticamente tutto il gruppo: Shiltar sarebbe andato a provare a convincere la gente della Neve, Kabane e gli altri si sarebbero occupati dei Nukenin, solo due cose il Kaguya volle sottolineare, la prima partendo dalle parole del loro datore di lavoro: "Che intendeva quando ha detto che i Nukenin necessitano di un buon motivo per abbandonare la loro missione? Non si sono riuniti qui solo per poter fare un pò di caos in un luogo già segnato dalla guerra?", chiese a Sato.

    La seconda cosa che il Jonin volle precisare, fu verso il suo compagno di viaggio kiriano: "Meglio che tu vada con il resto della squadra, non per altro perché voi andrete fra i Nukenin, di cui non c'é tanto di che fidarsi, io mi dovrò muovere semplicemente qui dentro, fra questi confini già conquistati, niente di altrettanto pericoloso.", suggerì ad Alkaid, attendendo un suo parere più o meno positivo a riguardo.

    [...]

    Il gruppo fu poi portato in un'ampia mensa dove, assieme a gente di ogni sorta, fu dato loro da mangiare, un pranzo piuttosto semplice, ma in fondo non erano certo lì per il cibo, quanto piuttosto per una missione.
    Shiltar ne approfittò per qualche notizia in più sui suoi compagni di missione: "Siccome alla fine dovremo collaborare in questa missione, direi che dovremmo anche conoscerci un pò tutti meglio.
    Ad esempio, io qui in mezzo so solo quando Kabane è diventato chunin, essendo stato suo sensei quella volta, e poco più su ognuno di voi... che so, io sono Jonin ormai da quasi un anno e come ninja direi che sono per lo più un combattente sulle medio-brevi distanze, con preferenza per il Taijutsu.
    Voi invece? Da quanto sei chunin? Tu, Hoshikuzu, ad esempio, hai quella stessa particolare abilità del vostro Kage di muovere gli oggetti senza toccarli?"
    , chiese, più che altro per sapere in che tipo di squadra si trovava, se fossero tutti combattenti sulla distanza, come sembrava essere Alkaid usando armi da lancio e ninjutsu, o se c'era anche qualche altro combattente portato per il corpo a corpo o simili.

    [...]

    I ninja furono poi accompagnati a dei cavalli, su il "Turbine Rosso" ebbe qualche difficoltà a salire.
    Shiltar, dal canto suo, avrebbe preferito uno dei suoi coccodrilli, ma, in effetti, andare in giro su un gigantesco rettile parlante sarebbe stato fin troppo vistoso, tanto più che dovevano evitare di farsi notare, ma il problema per lui nemmeno si pose, giacché, siccome doveva portarsi dietro l'esercito (per quanto avesse suggerito di farlo muovere diviso per evitare eventuali spie), avrebbe dovuto marciare a capo dello stesso.

    [...]

    L'arrivo al primo avamposto non fu dei migliori: nessuno a fare la guardia, gente buttata per terra più ubriaca che sobria, decisamente niente di esaltante.
    "Procuratemi un pò d'acqua gelida...", chiese a quei soldati che lo seguivano, mentre valutava l'idea di evocare qualche coccodrillo per risvegliare gli ubriachi con qualche colpo di coda e morso ai palazzi, ma considerando che quelli erano i suoi alleati, meglio evitarlo.

    Quando poi un uomo, con una katana in mano, si presentò loro chiedendo, con fare traballante e con disappunto, cosa volesse da loro Sato, il Kaguya valutò l'idea di estrarre la Falce di Luna, ma, ancora una volta, puntò ad un modo un pizzico più accomodante, almeno all'inizio.
    Superato quel primo uomo, infatti, il Kaguya si fece qualche altro passo avanti in mezzo a quella folla di gente ubriaca, "Chiedi cosa vuole Sato? Bé, lui di per se credo voglia la libertà della Neve, ma devo dire che considerando come state usando la vostra libertà, potrebbe anche fregarsene di restituirvela...", esordì il Jonin, mordendosi un pollice e passandolo sul rotolo che portava con se, forse i mezzi gentili era meglio risparmiarli per dopo.

    In pochi istanti la Falce di Luna, in tutta la sua maestosità di oltre 2 metri, fu evocata nelle mani di Shiltar che ne diresse la semiluna crescente verso il volto dell'uomo che si era rivolto a lui, ma abbastanza da lontano da non fargli alcun male.
    "Pensa se io non fossi qui come vostro alleato e non lo fossero nemmeno questi soldati... fra i fumi dell'alcool immagini in quanti pezzi saresti finito in questi pochi secondi?", chiese sorridendo, mentre sollevava sopra di se la Falce di Luna per poi calarla in un colpo contro il terreno, il più vicino possibile a qualche altro soldato ubriaco, senza però toccarlo davvero, "Quanti di voi morirebbero prima che qualcuno avesse il tempo di reagire? La vostra bella libertà e la festa che direi state facendo da quando l'avete riconquistata andrebbero in fumo del tutto, lasciandovi cadaveri.", continuò, parlando sempre con tono pacato, ma cercando di alzare il più possibile il tono della propria voce, sperando che quello, assieme all'agitarsi della Falce di Luna, catturasse più attenzione possibile.
    "Per come la vedo io, potete restare qui a festeggiare ed ubriacarvi finché o vi si massacra il fegato, o qualche nemico vi massacra in generale, oppure potete decidere di fare qualcosa per questa rivolta, da una parte o dall'altra.
    Potete allearvi a Sato sul serio, non solo a parole, difendere i vostri familiari, se ne avete, il vostro onore e cercare di uscire dalla battaglia da vincitori, o di essere ricordati alla fine della stessa.
    Oppure potete riavvicinarvi a questo Jumemba ed abbandonare i sogni di libertà che, inizialmente, vi avranno legato a Sato."
    , affermò il Jonin.

    Poi Shiltar si sarebbe riavvicinato ai soldati che aveva con se da inizio del viaggio, sperando che avessero trovato dell'acqua gelida, a quel punto, gli avrebbe chiesto di gettarla addosso a quanta più gente ubriaca potevano, prima di continuare a parlare.
    "Rendetevi conto che una rivoluzione non avviene da sola: se pochi si mettono contro molti, come sta facendo Sato, senza aiuto non arriveranno a conquistare la libertà che tutti meritano, se, invece, tutti si uniranno, allora la libertà arriverà, certo, dovrete rischiare le vostre vite, cosa che comunque già fate bevendo come spugne, ma se restate qui, ubriachi ed inabili a combattere sul serio, allora non potrete evitare che la rabbia del tiranno che non avete aiutato a sconfiggere si abbatta anche su di voi e sui vostri cari.
    Quindi scegliete: vi unirete a Sato sul serio, combattendo per la libertà che state assaporando, a litri aggiungerei, oppure resterete qui ad attendere l'esito di una guerra che, senza il vostro aiuto, vi vedrà morire?"
    , chiese alla fine, attendendo reazioni dai presenti.

    Ora stava agli ubriachi agire.
     
    .
55 replies since 27/4/2009, 17:34   1624 views
  Share  
.