Alla fiera

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    È colpa tua. Ratty

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    La città di Aokiji.
    Un luogo non esattamente allineato con nessun potere politico ma sufficientemente piccolo da non importare a nessuno o quasi. Se si esclude una singola settimana all'anno. Una settimana che i cittadini aspettano in quanto fonte del 90% dei guadagni annuali. La settimana della Fiera Campionaria.

    Centinaia di persone si raccolgono per le strade dove chioschetti, tappeti e palchi spuntano come funghi. Ovunque rappresentanti di quasi tutto il continente mostrano le specialità tipiche dei loro luoghi d'origine, i ristoratori fanno a gara per accalappiarsi i passanti e i mendicanti e gli artisti di strada cercano di tirar su qualche spicciolo. Il tutto condito da turisti, nobili circondati da guardie del corpo, risse tra ubriachi e borseggiatori che la fanno da padrona.

    Non è raro che i ninja rientrino in uno qualsiasi di questi personaggi.

    Nello specifico Febh, in quel momento, aveva un doppio ruolo. non solo Nikaido lo aveva come al solito schiavizzato e obbligato a lavorare allo stand dell'Hungry Bug, ma al contempo era stato assoldato per una missione di infimo rango, ma richiesta da una amica della vecchia Ogen: occuparsi di un animale domestico.

    Il fatto che fosse una puzzola rendeva ovviamente le cose più complesse.

    Come ovvio, tra un cliente e l'altro (l'estratto di sperma di lucertola del tuono vendeva stranamente bene!) Febh la aveva persa di vista per un singolo, minuscolo istante. E quella era sparita nella folla....


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    Post per fare libero gdr, posti chi vuole :zxc:

     
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    « Uhmm... »
    Aveva il faccino immerso in un batuffolo di zucchero filato formato maxi che le avevano offerto. Inoltre... indossava uno yukata talmente bello che quando l'aveva visto quasi non le veniva un colpo. Ed anche quello le era stato offerto.
    Per di più si trovava nel bel mezzo di una fiera di paese piena di colori e di gente che vociava, giocava, rideva, oppure assaggiava le infinite pietanze dall'aspetto invitante servite alle bancarelle.

    « Deidi? »
    « M-mh? »
    « Qualcosa non va? »
    Mise in bocca un altro po' di zucchero filato rosa, che si sciolse rapidamente in bocca lasciandole una sensazione piacevole.
    « Ecco, come dire...? Ho l'impressione che stia andando tutto troppo bene. »

    Ai rise spensierata in risposta. Anche lei indossava il kimono estivo da festa ed anche lei stava mangiando dello zucchero filato, ed ovviamente anche lei aveva avuto tutto quel ben di dio gratis.
    ...
    Bisognava quindi credere che -finalmente- in qualche modo la fortuna aveva iniziato a girare per il verso giusto?

    « WOAAAAAAAAAAAAAAH!! »
    Un paio di flash iniziarono a colpirle a ripetizione. Deidara assunse la sua tipica espressione incazzata mentre Ai, al contrario, emise un risolino divertito da ochetta, avvicinandosi con il viso alla biondina e sollevando indice e medio a formare una "v" che in quel momento era decisamente poco opportuna. Il fiume di flash continuò e Deidara aveva a sua volta una certa voglia di emulare la moretta sollevando anche lei un dito. Il medio. Da solo.
    « Fantastiche, fantastiche!!! Il mio genio ha colpito ancora, le misure sono perfette! Perfette! Ci vuole l'occhio di un dio per confezionare simili capolavori, e degli angeli per indossarli!!! »
    La metà delle persone che erano presenti alla festa si voltarono ad osservare quel pazzo che sbraitava agitandosi come una donnicciola in preda ad una qualche frenesia. Il diciassettenne fotografo era un mocciosetto dall'aspetto mingherlino, era anche lo stilista che aveva disegnato gli yutaka indossati da Deidara e da Ai, nonché il sarto che gli aveva cuciti, nonché l'oggetto della "missione" delle due kunoichi, nonché un individuo ritenuto ad altissimo rischio di essere soggetto di tentativi di rapimento, nonché un porco, un maniaco sessuale patentato ed un otaku incallito. Era anche l'unico figlio di uno dei Damiyo, e secondo l'analisi di Deidara era anche completamente pazzo. Non riusciva a capacitarsi di come quella missione fosse di rango C, come non riusciva a concepire che la numero due e la numero quattro di un corpo d'elite come i Danzatori di Suna fossero impegnate in una missione del cavolo che fino a quel momento aveva consistito in:

    ... Sorridere come una deficiente ad ogni azione assurda di quel pazzo...

    ... Indossare i vestiti che lui stesso confezionava a tempo di record...

    ... Accompagnarlo ad una festa di paese assurdamente famosa nonostante si tenesse in un postaccio manco segnato sulle cartine...

    ... Sopportare i flash continui di quella macchina fotografica del cavolo...

    ... Evitare di ucciderlo.


    « Wooooh!!! Ed ecco come anche senza conoscere le misure di una fanciulla, il mio nobile animo di artista incantato dalle bellezze offerte da questo mondo pieno di splendori divini intessuti dalle mani di Dei benevoli e giusti ha saputo miracolosamente intessere questi piccoli capolavori a giusto tributo di fanciulle sì graziose. »
    Deidara gli gettò uno sguardo di compatimento, morsicando un altro po' di zucchero filato. In verità ci aveva provato a prendere le loro misure. Lei in tutta risposta l'aveva spedito contro una parete.
    Accanto a lei, Ai ridacchiava divertita mentre il porco si era buttato a terra in ginocchio davanti a loro continuando a decantare versi di pseudopoesie dai contenuti assurdi. Finalmente la piantò con le foto e riprese la marcia, Ai e Deidara gli tennero dietro, l'una sorridendo con l'aria di divertirsi un mondo, l'altra mangiucchiando lo zucchero filato rosa confetto con l'aria di voler fare a pezzi qualcuno.

    « Uh? »
    Una bancherella attirò la sua attenzione. Credette di aver già visto da qualche parte il simbolo che vi capeggiava (l'insegna del negozio di alimentari a cui apparteneva, probabilmente), come una strana sensazione le diceva di aver già visto la merce che esso esponeva. Incuriosita, si staccò da Ai per avvicinarsi e guardare più da vicino, gettando anche uno sguardo incuriosito al proprietario, il cui viso però non le diceva niente di nuovo.
    « Deidara, sbrigati! »
    « Ah, scusa, arrivo!! »
    Si voltò un attimo, poi tornò a guardare i cibi esposti mentre dei clienti la superavano avvicinandosi al banco, guardò ancora il tizio dall'aria un po' persa che era alla cassa, poi infine si decise a tornare con Ai.

    ... Quando quest'ultima, ormai, era sparita, inghiottita dalla folla.

    « ... »
    Si guardò intorno, notando che la festa proseguiva in due vie distinte.
    Immersa nei suoi pensieri, si era completamente isolata dal mondo ed aveva finito con lo staccarsi dalla compagna, che adesso probabilmente era impegnata nel seguire quell'idiota e a farsi scattare fotografie.
    « Occavolo. »

     
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  3. Shu
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    image Diario di Guerra del Punitore image
    image Nota 2
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    Mi trovavo nella cittadina di Aokiji, seduto ad un banchetto di specialità locali. Stavo osservando i dintorni in cerca del mio obbiettivo e avevo deciso per la prima volta di muovermi come un ninja, e non come il Punitore. Essere un ninja, seppur di infimo rango, mi garantiva una certa mobilità oltre al fatto che potevo facilmente far perdere le mie tracce. Ero comunque una persona che spiccava anche se cercavo di tenermi fuori dal coro. Ero abbastanza alto e robusto da poter essere catalogato come "uomo di fatica" oltre a portare, se non in bella vista, un coprifronte. Quasi nessuno, vista l'età media degli shinobi, avrebbe potuto capire che io non ero altro che un semplice studente. Certo, secondo gli standard accademici.

    Osservai in giro a vidi un banchetto che portava delle strane insegne. Dalle specialità che offriva dedussi che si trattava di un locale otese. La fama dei loro strani piatti era rinomata quasi ovunque e inoltre bisognava sempre avere informazioni sul "nemico".
    Tornai al mio pranzo, decisamente gustoso, quando sentii delle urla e degli schiamazzi. Mi voltai e vidi quello che mi sembrò essere un patetico imbecille infastidire due giovani ragazze. Ma non era un mio problema. Finché teneva le mani apposto il fatto che pensasse con il ***** non riguardava il Punitore.

    Tornai al mio pranzo e quando stavo per finire notai il mio bersaglio, il motivo per cui ero li: Tukiyugi Shirakawa, membro del clan Shirakawa della Yakuza. Quale luogo e momento migliore per concludere una colossale vendita di oppio che non una gigantesca festa paesana? Il posto migliore per nascondersi è sempre quello in bella vista. Terminai con calma il pasto, ormai avevo visto dov'era entrato, e pagai. Mi diressi sul retro del locale che aveva fama di essere molto "riservato". Sarei dovuto entrare dal retro ma dopotutto è a questo che serve l'addestramento ninja no? Mi diressi sul retro del locale dove c'era una piccola finestrella che conduceva al seminterrato. Aspettai un momento di grosse urla dalla strada principale per romperla e penetrare nell'edificio.

    Continuai, tenendomi sempre nelle ombre, fino a giungere nel luogo della trattativa. Salii su una scala laterale portandomi sopra di loro. Tukiyugi era li a testare di prima mano la qualità dell'oppio. Perfetto, non sarebbe stato un problema. L'altro invece sembrava decisamente irritato, e a ragione, dal comportamento del tossico. Prese i suoi soldi e fece per uscire. Grave errore. Estrassi due dei miei coltelli da lancio e lo colpii in piena fronte. Un colpo pulito. Mentre gli Yakuza si guardavano attorno spaventati i due uomini di Shirakawa tentarono di portarlo fuori. Grave errore. Due coltelli e anche loro furono sistemati con due colpi alla nuca. Grazie alla penombra della stanza non ero ancora stato scoperto anche se le urla dei mercenari Yakuza stavano cominciando a farsi sentire. Ne avevo altri tre da sistemare, oltre all'oppiomane. Uscirono a tutta velocità, lasciando anche i soldi. Scesi a terra, raccolsi i soldi e recuperai i coltelli.

    Incendiai poi la valigetta piena di semi di oppio per poi chiuderla in modo che i fumi non si spandessero in aria. Afferrai il tossico (per fortuna era ancora nel regno dei sogni e non era molto pesante) e lo trascinai nel seminterrato. Avrei preferito dargli una morte lenta e dolorosa ma vista la situazione dovevo optare per il "rapido ma indolore". Estrassi il mio coltello da guerra e gli tagliai la gola in modo che il sangue non mi imbratasse. Uscii poi dal mio stesso punto di accesso, sistemai le armi in modo che non fossero visibili (ovviamente le avevo già ripulite dal sangue) e cominciai a dirigermi verso la strada incurante della folla urlante che entrava e usciva dall'edificio. Un'altra giornata di lavoro era finita, forse adesso mi sarei potuto godere la festa.
     
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  4. kane-hell1
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    Come gustare la vendetta

    Erano passati undici anni ormai dall'omicidio del caro padre di Haru a causa di un gruppo di banditi Inagawa che avevano assaltato il suo villaggio. Da quel giorno in poi era cominciata una lunga e saporita vendetta.

    Ogni volta che individuava un gruppo di Inagawa che vagava per le foreste cominciava la sua caccia che sarebbe terminata solo dopo averli uccisi tutti. Quel giorno un drappelo di sfortunati banditi avrebbe udito il suono del suo flauto, un suono meraviglioso che ormai per gli Inagawa era come un preavviso di morte.

    [...]

    Haru seguì nascosto nell'ombra il gruppo di banditi, attendendo il momento migliore per toglierli di mezzo, quando improvvisamente cominciò a sentire in lontananza una grande quantità di schiamazzi. Gente che rideva, musica ... rumori tipici di una festa.

    Continuando a seguire gli Inagawa Haru si ritrovò nel bel mezzo di una fiera. La gente si divertiva ed era felice, tutto era decorato con striscioni e le strade erano contornate da una quantità infinita di bancarelle. Vendevano di tutto, ed erano riusci ad organizzare tutti i giochi tipici delle fiere, ma in quel momento Haru non aveva tempo per le distrazioni.

    A quanto pareva quei banditi avevano in mente di combinare qualche guaio, quale momento migliore per farli fuori. Haru continuò a seguirli tra la folla, un gruppo così grande non poteva certamente essere perso di vista, ironia della sorte però, la gente cominciò ad urlare.

    Haru fece l'errore di voltarsi un secondo verso il luogo da cui giungevano le urla e le sue vittime erano già sparite ... dannazione!!
    Guardandosi intorno notò che si era fermato davanti allo stend di uno dei ristoranti di Oto, l'Hungry Bug. Ma non poteva pensare al cibo proprio in quel momento e decise di cercare un punto alto da cui individuare le sue prede.

     
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  5. ~Shiro
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    Tempo Libero



    Finalmente ero arrivato. Il posto doveva essere quello. C'era tanta gente, tanta confusione ed era in una zona praticamente sconosciuta.
    Chissà chi era il genio ad aver scelto quel luogo per la fiera... Fortunatamente io, in quanto dipendente di un famoso luogo di ristorazione, avevo accesso a notizie di quel genere. Soprattutto perchè il mio caro "cugino" Febh era stato mandato a lavorare in uno stand in quella fiera.
    Entrai con calma, tutto me stesso esprimeva spacconeria ed allegria. Allegria dovuta al fatto che io non dovevo lavorare in quel giorno, grazie al mio ruolo di Guardia all'East Gate, che avevo usato per strappare a Nikaido un giorno di riposo. O meglio, per lei in quel momento io sarei dovuto essere al Gate, ma ovviamente era una menzogna.
    Comunque avevo trovato un buon modo per passare quella giornata di libertà, ossia venire in quella fiera. Così con l'occasione avrei anche potuto stuzzicare il mio parente. Subito con lo sguardo cominciai a cercare lo stand, un'impresa piuttosto facile, poichè era uno dei migliori in quella fiera così fatiscente.
    In pochi secondi mi diressi verso il mio obiettivo, facendomi strada tra i vari clienti. Una volta davanti al bancone, gli feci un cenno di saluto con la mano.


    - Ciao cugino! Come vanno le vendite? -

    Tirai fuori una espressione di scherno, quindi ripresi a parlare dopo la sua eventuale risposta.

    - Alla fine ti sei fatto incastrare da Nikaido eh? E pensare che sarei dovuto stare io a vendere sperma di lucertola oggi... -

    Calcai il tono quando parlai della bevanda, naturalmente per provocare il mio cugino maggiore. D'improvviso notai una biondina accanto a me, che stava dando un'occhiata alle pietanze. Indossava un abito molto sontuoso, che non le impediva però di nascondere la quasi totale assenza di seno.

    - A proposito... -

    Mi girai verso la ragazza, con la solita espressione stupida da spaccone.

    - Ehy, biondina... Ti consiglio anche a te un pò di Sperma di Lucertola Tuono, è una bevanda molto buona e nutriente, potrebbe farti bene... -

    Stavo per alzare il braccio, per indicare il petto della ragazza ed evidenziare così la sua evidente mancanza, quando evidentemente successe qualcosa. Infatti sentii delle urla provenire dalla folla e vidi alcune persone fuggire. Mi girai per capire cosa stava succedendo, ma non capii molto. Tuttavia ciò mi permise di vedere Haru, il mio compagno di Corso Genin, in lontananza. Misi indice e medio di entrambe le mani in bocca, quindi emisi un lungo fischio tipico dei pastori che volevano richiamare le proprie bestie. Se quello si sarebbe voltato, avrei allora sorriso rivolto verso di lui.

    - Ehy, ciao Haru! -

    Gridai verso il ragazzo, ignorando chi si trovava attorno a me, quindi gli feci cenno di avvicinarsi con la mano. Rimasi quindi ad aspettarlo, completamente la ragazza a cui avevo rivolto prima la parola, ignaro che forse mi sarei pentito di quella disattenzione.



    SPOILER (click to view)
    Ot: Questa giocata si trova temporalmente dopo l'Add per la Verde e la giocata successiva ad esso con Max, tuttavia mi comporterò come se fossi una Gialla visto che mi manca ancora un post per finire almeno l'add. Questo perchè, se subissi menomazioni (e con Deidara nei paraggi che viene provocata da me è possibile XD), non voglio influenzare giocate già cominciate.
     
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  6. Aydan
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    - Spiegamelo un'altra volta, per favore. Perché sono dovuta venire anche io?

    Alice si voltò verso di me, un'espressione esasperata dipinta sui delicati lineamenti del volto. Non pareva contenta che le avessi posto la stessa domanda per la trentaquattresima volta.


    - Ma scusa, cos'hai contro il mio voler passare una giornata alla fiera in compagnia della mia sorellina?

    La mia unica reazione fu un mezzo risolino, camuffato da un sospiro. Come se davvero le fosse importato qualcosa di portare la "sorellina" alla fiera.
    Ci eravamo inoltrate nel bel mezzo dei banchi già da un po', ma lei continuava a camminare imperterrita, non solo non degnando di uno sguardo l'innumerevole numero di attrazioni intorno a noi, ma muovendosi come se sapesse esattamente dove andare. Sì, la sua era proprio una visita di piacere.

    - D'aaaaccordo, quindi tu hai chiesto e ottenuto il permesso a mamma di portarmi per una giornata a divertirci. Insieme.

    Lei annuì convinta.

    - E allora, chi è quel tipo che si sta sbracciando da tre ore per attirare la tua attenzione mentre tu sei impegnata a parlare con me?

    Non nascosi un piccolo sadico sorriso di trionfo, nel vederla guardarsi intorno spaventata e poi arrossire violentemente. Centro.


    - Ok, forse non era esattamente quello che intendevo, con "portarti alla fiera". Insomma, l'hai visto anche tu, no? Ti prego solo di non dire niente a Mitsuko, su, te ne prego!


    - Non capisco perché tu abbia tanta paura di mamma da nasconderle la tua nuova fiamma sotto una bugia, ma comunque... Forse, tutto sommato, potrei anche non dirle nulla.

    Alzai un sopracciglio, aspettando che capisse. Alice mi fissò perplessa per qualche secondo, ignorando le richieste del tizio di poco prima che si erano fatte ancora più pressanti, dopodiché un'espressione di totale stupore le si dipinse sul volto.

    - Quanto?

    - Giusto quanto basta per godermi una giornata alla fiera anche senza la mia sorellona.

    Lanciandomi uno sguardo che avrebbe ammazzato un bue, Alice tirò fuori il portafogli.

    I denti affondati in una mela caramellata, me ne andavo in giro osservando tutto quel bendiddio che si trovava su ogni banco. Le monete della "sorellona" tintinnavano allegramente nella mia tasca, aspettando solo di essere spese, ed io stavo aspettando solo di trovare qualcosa da comprarmi. Intanto era toccato a quel capolavoro di dolce, che però era ormai quasi finito. Che cos'altro avrebbe potuto seguire?
    Cinque minuti dopo, la mela era stata sostituita da uno spiedino fatto con pezzi di frutta e ricoperto di cioccolata fusa. Una bomba per la linea, ma pazienza. La gola non ha limiti.
    D'improvviso, tra la folla notai due ragazze vestite con degli abiti bellissimi: due kimono di fattura veramente squisita, dai colori magnifici e portati in maniera superba. Rimasi letteralmente a bocca aperta, nell'accorgermi che entrambe avevano all'incirca la mia età. Diamine. Perché loro sì e io no?


    Continuai a camminare, come ormai stavo facendo da un'ora. Parte dell'entusiasmo per il denaro gentilmente donatomi da Alice era svanita, e adesso iniziavo a sentirmi sola.
    Diamine, era tutto spettacolare, certo, ma... Avrei fatto volentieri due chiacchiere. Non conoscevo nessuno, non essendo del luogo, e non intravedevo la minima possibilità di fare conoscenza con qualcuno. E quindi?
    E quindi, l'unico modo per tentare di non pensarci era concentrarsi solo ed esclusivamente sui banchi intorno a me, ammirandone le meraviglie e distraendomi.
    Passai davanti ad un uomo che decantava la grande probabilità di fare vincite milionarie al suo banco, semplicemente pescando un fagiolo. Sì, come no.
    Passai davanti alla "filiale" distaccata di un ristorante di Oto, almeno a giudicare dall'insegna. "Hungry Bug". Il menù, esposto in bella vista, non presentava piatti dai nomi troppo... Invitanti. Cercando di costringermi a non guardare dentro i piatti degli avventori, affondai i denti nel nuovo spiedino di frutta e continuai a marciare.
    Passai davanti ad un venditore di animali, la cui merce, contenuta in decine di minuscole gabbie di metallo, o tentava disperatamente di uscire o si rassegnava al proprio destino e lo attendeva pazientemente, sdraiato sul fondo.
    Dio, quanti gattini che c'erano. Anche a gruppi di tre o quattro nella stessa gabbia.
    D'istinto, provai odio puro nei confronti del baffuto grasso uomo che tentava di blandire i passanti tessendo le lodi dei suoi animali. Non aveva il minimo diritto di tenerli in quelle condizioni.
    Non riuscii a togliere gli occhi di dosso a quella scena, nonostante i miei piedi stessero continuando a muoversi l'uno dopo l'altro. Risultato, arrivai ad un punto in cui stavo letteralmente camminando con la testa girata indietro; e ovviamente non vidi la persona con cui mi scontrai.
    Sbam.
    Lo spiedino cadde, spargendo il suo dolce cibo sulla terra battuta. Io stessa rischiai di schiantarmi al suolo, ma riuscii a riprendermi miracolosamente. Fu allora che notai due cose.
    Uno, che la persona con cui avevo avuto l'incontro ravvicinato del terzo tipo era una delle due ragazze che avevo visto prima portare il kimono con tanta eleganza.
    Due, che metà del cioccolato, prima di cadere a terra, aveva fatto in tempo a spalmarsi ben bene sul suddetto vestito.

    - Oh mio dio... Scu-scusami tantissimo! -

    Riuscii solo a balbettare, il mio volto divenuto improvvisamente color porpora.

     
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  7. MiracleManu
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    Alla fiera dell'est, per due soldi, una puzzola mio padre comprò.



    Ma perchè si era fidato di quell'idiota. Eppure questa volta sembrava sincero, e Hamano non aveva dubitato neppure un momento, ma ora che si ritrovava in quel paese di cui non sapeva neanche l'esistenza sapeva che quel dannato Shimishika lo aveva tradito. In fondo cosa poteva aspettarsi dalla Pecora Nera degli Iga.
    Aveva promesso che gli avrebbe rivelato la storia e i segreti del clan Iga se lo avesse accompagnato in quel posto. Doveva riscuotere un debito e non gli andava di andare senza una guardia del corpo.
    Ad Hamano i suoi loschi traffici interessavano ben poco in confronto all'idea di conoscere la storia del proprio clan fin dalle radici. La biblioteca del palazzo degli Iga era impossibile da accedere per persone giovani come lui, quindi alla fine aveva deciso di dare fiducia all'uomo.
    Aveva girato come un disperato e alla fine, senza quasi accorgersene, era finito dalle parti di una festa di paese che a quanto pareva stava richiamando un sacco di gente.
    Probabilmente Il maledetto Shimishika sarà rimasto ad intrattenersi con una qualche donna di un qualche bordello, e Hamano dubitava che avrebbe avuto problemi alla coscienza al sapere di aver mandato il ragazzo in un posto lontano inutilmente. Quando quel farabutto aveva tra le mani una donna tutti gli altri bisogni erano secondari.
    Oramai che era lì, tanto valeva farsi un giro.
    Subito venne attirato dall'intensa fragranza delle varie cibarie esposte. Tutti i tipi per tutti i gusti. Si sarebbe volentieri messo a perlustrare quelle bancarelle, ma la consapevolezza di essere stato nuovamente tradito da quel dannato donnaiolo lo rendeva nervoso ed infuriato, come ogni volta che quella carogna gli mente.
    Era incredibile solo anche da pensare. Un Iga che mente. Un giorno avrebbe chiesto alla capoclan chiarimenti sulla faccenda, soprattutto perchè uno come lui era ancora considerato un Iga.
    Pazzesco.


    [...]

    Deluso. Incredibilmente deluso.
    Come suo solito, approfittando d quell'occasione, Hamano era andato alla ricerca di un qualche libro antico, e non dovette faticare molto per trovare delle botteghe di antiquariato.
    Ognuna di loro però cercava di fregarlo su qualunque prodotto su cui Hamano metteva gli occhi, spacciando per pregiati tomi dei libricini fatti in fabbrica in serie, e celebrando nomi di autori sconosciuti che in realtà erano dei filosofi alle prime armi.

    Il colmo fu quando un commesso basso e calvo cercò di vendergli un manoscritto che a sua detta era di un illuminatissimo monaco eremita, ma guardando le ultime pagine Hamano vide ben chiaro il marchio di una casa editrice.
    Sembrava che quei maledetti prendessero un po' di libri, li facessero prendere un po' di polvere e poi li facevano passare per vera cultura.
    Affaticato dalla lunga passeggiata, nervoso per tutti gli avvenimenti successi, Hamano si accasciò su una panchina di legno per riprendere le forze.
    Col volto stanco osservò il cielo, maledicendo mentalmente quella disgraziata di una Pecora Nera.
    Davanti a lui il flusso di gente era interminabile, e tra semplici cittadini che si guardavano intorno ogni tanto passava qualche tizio dal sangue blu con al seguito guardie del corpo e vassalli vari.
    Il sunese continuò ad osservare la marea di gente, non accorgendosi che un piccolo animale, pian piano, si era avvicinato a lui, o meglio agli avanzi di un panino lì a terra poco distante dalle gambe del giovane.
    Al sentire il fruscio di qualcosa sulla propria gamba Hamano si ridestò violentemente dalla sua contemplazione, cercando subito con lo sguardo la causa di ciò.
    La prima cosa che vide fu una lunga coda nera con una striscia bianca nel mezzo, poi due occhietti neri che lo stavano fissando, allarmati.
    Ciò che Hamano aveva davanti era una puzzola, che con la propria coda aveva fatto scattare il ragazzo come una molla, ma la cosa più preoccupante era il fatto di avere il deretano dell'animale puntato proprio verso di lui.
    Interdetto da quella situazione, e spaventato dalle possibili conseguenze, Hamano cercò di tranquillizzare il mammifero.


    Calma bello, non ti voglio fare niente.

    Nel dire queste parole il sunese si sporse verso l'animale, allungando una mano per accarezzare la sua pelliccia.
    Errore fatale.
    Interpretando quel gesto come una minaccia per la propria incolumità la puzzola fece scattare il proprio meccanismo di difesa.
    Dalle sue ghiandole spruzzò il proprio liquido fetido a gran velocità, che colpì il povero Hamano in pieno volto, dato che si era avvicinato per tranquillizzare la bestia.
    Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
    Subito non si accorse di quello che era successo, ma appena inspirò le proprie narici vennero otturate da un odore nauseabondo che fece tossire violentemente il ragazzo.
    Era stato abbandonato lì.
    Avevano tentato di abbindolarlo per tutto il giorno.
    Era stato spruzzato da una puzzola.
    Questo era sufficiente per farlo infuriare.
    Si alzò violentemente dalla panchina, con l'odore della puzzola che lo rendeva furioso. In preda alla sua rabbia gli partì un pugno di frustrazione contro la panchina, che essendo di semplice legno si spaccò senza tanti complimenti.
    Attorno a lui le persone cominciarono a girarsi preoccupate, ma perlopiù continuarono nelle loro faccende guardandolo come un pazzo.


    MALEDETTA PUZZOLA, MALEDETTA CREATURA, CHE TU POSSA BRUCIARE ALL'INFERNO

    In tutto il trambusto oramai l'animale si era dileguato velocemente, così che la scena che Hamano stava offrendo era proprio quella di un povero, sfortunato, pazzo.







     
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    - Ehy, biondina... Ti consiglio anche a te un pò di Sperma di Lucertola Tuono, è una bevanda molto buona e nutriente, potrebbe farti bene... -


    Sobbalzò quando si sentì urlare quella frase oscena, voltandosi verso la fonte e individuando un tizio con la faccia da idiota. Gli scoccò un'occhiataccia al vetriolo, riuscendo praticamente di polverizzarlo sul posto con un solo sguardo, quando senza alcun preavviso e senza alcuna possibilità di reazione da parte della distratta kunoichi, uno "splat" eloquente la fulminò sul posto assieme alla spiacevole sensazione di umido che dilagò sulla pelle attraverso la leggera stoffa dello yutaka.

    « NOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! »

    Strillò con tanta forza che il suo urlo si udì da un capo all'altro della fiera, quasi facendo vibrare i vetri e minacciando di far esplodere tutti i bicchieri che fossero nel raggio di venti metri, nonché i timpani della disgraziata che aveva fatto quel disastro. Lo yutaka lussuoso ed elegante nuovo di zecca ed indossato per la prima volta era impasticciato di appiccicoso e disgustoso cioccolato, e come se non bastasse anche una ciocca di capelli biondo grano della ragazza aveva ricevuto lo stesso identico trattamento.

    « SPECIE DI DEFICIENTE, GUARDA DOVE VAI QUANDO CAMMINI!!!!! »
    Sbraitò all'indirizzo della mocciosa che aveva fatto quel sacrilegio punibile con la morte, affannandosi verso il chiosco più vicino, sfortunatamente quello del tizio che poco prima aveva cercato di venderle quella roba dal nome osceno.
    « Una salvietta!!! Qualcosa per pulirmi!!! Muoviti!!! »
    Dimenticò a casa ogni possibile "per favore" del caso e mentre parlava cercò di sollevare un lembo dello yutaka cercando di impedire alla bozza di cioccolato strutto di scivolare lungo l'abito spinto dalla gravità, in modo da limitare per quanto possibile i danni già ingenti.
     
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  9. kane-hell1
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    Omicidio rinviato

    Haru era finalmente riuscito a trovare il posto adatto per individuare le mie vittime, un'alto edificio il cui tetto a punta sembrava perfetto per scrutare la zona. Fece per incamminarsi quando sentì come un fischio richiamare la sua attenzione.

    Si voltò verso l'Hungry Bug notando che qualcuno lo stava salutando. Riconobbe subito il suo compagno di corso, Yari, il ragazzo a cui Amanimaru aveva amputato un braccio. Decise così di lasciar perdere la sua vendetta per il momento e si avvicinò verso il suo compagno.


    << Ciao Yari, che piace... >>

    Le parole dell'otese furono interrotte da un grido disumano. Una ragazza li vicino allo stand aveva appena macchiato il vestito di una Kunoichi che ora sembrava furiosa. Ordinò a Yari di prendergli una salvietta.

    Tutto questo baccano per una macchiolina, manco le avessero tagliato una mano ... Haru continuò ad avvicinarsi allo stand, aveva proprio voglia di fare due chiacchiere con Yari e scoprire a cosa si stava dedicando ora che era un genin.



    Edited by kane-hell1 - 25/5/2009, 19:52
     
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  10. ~Shiro
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    Non stuzzicare la Bionda che è Macchiata



    La biondina non reagì esattamente bene alla mia frase. Si girò immediatamente e mi fulminò con lo sguardo. Istantaneamente sentii una forte sensazione di morte, era sorprendente cosa potesse fare quella ragazza con un solo sguardo. Una goccia di sudore freddo mi scese lungo il collo, mentre il lontananza sentivo Haru che mi salutava. Fortunatamente qualcosa intervenne a bloccare quello sguardo omicida. Infatti una ragazza, evidentemente molto distratta, finì addosso alla biondina e le versò addosso della cioccolata calda che la macchiò completamente. Istantaneamente sentii sparire la sensazione di morte, sostituita da un'improvvisa ilarità.

    - AHAHAHAHAHAHAH -

    Scoppiai ovviamente a ridere, mentre la biondina venne presa da una forte rabbia e cominciava ad inveire contro la malcapitata che le aveva sporcato il vestito. Poi si voltò di nuovo verso di me, rivolgendomi uno sguardo furente e mi ordinò di passarle qualcosa per pulirla. Io smisi di ridere e la guardai con ancora le lacrime agli occhi, quindi mi girai per cercare dei fazzoletti con lo sguardo. Vidi che si trovavano a pochi centimetri dalla portata del mio braccio, quindi senza spostarmi, lo allungai fino ad arrivare con la punta delle dita a pochi centimetri dal cestino che li conteneva. Rimasi qualche secondo così, facendo finta di tendermi il più possibile per arrivare a prenderli, poi mi girai verso la ragazza e le parlai con una voce ed un espressione che solo una persona esperta nelle finzioni avrebbero potuto riconoscere come finto dispiacere.

    SPOILER (click to view)
    Interpretazione [2]
    Grazie ad un accurato studio sulle abitudini, gli usi, gli accenti, deri vari paesi, oltre che ad un allenamento sulla recitazione il Ninja in possesso di questa abilità è in grado di copiare perfettamente una qualsiasi persona che abbia prima osservato o studiato da informazioni questa riguardanti riuscendo a copiare perfettamente la mimica e raggiungere un tono di voce molto simile.
    Oppure può imitare una persona da lui inventata da usare come copertura, grazie alle conoscenze sulle varie classi e mestieri delle regioni.
    Inoltre può mentire o recitare con poche probabilità di venire scoperto, e potrebbe anche ingannare l'interpretazione psicologica degli Hyuga (II) se parigrado.
    Potranno inoltre smascherare, grazie ad una analisi molto approfondita, le persone che cercano di raggirare il prossimo con una abilità inferiore alla propria, oppure con un abilità al suo pari, ma di grado inferiore.

    [Da genin in Su]


    - Mi dispiace, ma non ci arrivo proprio. E per farmi spostare ho bisogno delle paroline magiche... -

    Rimasi quindi a guardarla con quell'espressione dispiaciuta, mentre rivolgevo un cenno di saluto con la mano ad Haru che si stava avvicinando.

     
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  11. Aydan
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    Certo che, con la folla di persone che assiepavano l'intero spazio riservato alla fiera, centrare la meno indicata di tutte per scontrarsi era stata un'impresa con minime probabilità di riuscita.
    Riuscii a capirlo al quinto secondo dell'urlo disumano lanciato dalla ragazza alla vista del cioccolato sul vestito, quando fui costretta a tapparmi le orecchie per timore dell'implosione dei miei timpani.
    Diamine, la reazione mi pareva un tantino esagerata, solo per un vestito, fosse esso il più bello o il più elegante di questo mondo; così come allo stesso modo, trovai leggermente eccessivo l'epiteto che mi affibbiò.
    D'accordo, avevo commesso un errore, anche particolarmente grosso, ma era stato causato solo dalla distrazione. Insomma, non ero una "Specie di deficiente". Ma ovviamente non ebbi il coraggio di farglielo notare, vedendola così infuriata: dava l'impressione di potermi uccidere sul momento.


    - Te-te l'ho già detto, n-non volevo... Scusami... -


    Sentivo il sangue che affluiva alle mie guance come un fiume in piena, ed il fatto di essere consapevole di somigliare ad una mela Stark non contribuiva certamente a diminuire quella situazione di totale imbarazzo.
    Poi, nel momento esatto in cui sentii qualcuno ridere, una parte della vergogna si mutò in quel simpatico stato d'animo chiamato stizza, a metà fra il fastidio e la rabbia vera e propria. Avevo appena combinato un danno, e qualcuno si permetteva di denigrarmi così in pubblico? Eh no. Imbranata sì, ma ancora con un pizzico d'orgoglio.
    Un po' alterata, mi alzai anch'io e mi avvicinai al banco verso cui si era diretta la ragazza mia inconsapevole vittima e da cui erano provenute le risa. Guarda caso, quello del ristorante otese.
    Lì si stava consumando un'altra scena molto simpatica: il tizio dal riso facile stava bellamente prendendo in giro la ragazza bionda, scusandosi per non riuscire a raggiungere i fazzoletti che aveva sotto al naso. Recitava bene e la sua voce pareva del tutto convincente, c'era da ammetterlo, ma i suoi gesti erano palesemente canzonatori.
    Prima che la ragazza scoppiasse in un altro urlo agli ultrasuoni, scavalcai con un balzo il bancone, scoccai un'occhiata poco amichevole al mio nuovo divertente amico, afferrai un paio di fazzoletti e glieli consegnai.

    - Scusami di nuovo, non volevo... Comunque, tanto per la cronaca, esiste un oggetto chiamato lavatrice.

    Non rendendomi conto che quello che avevo appena detto, più che un goffo tentativo di scusarmi, era una presa in giro, scavalcai di nuovo il bancone e guardai la biondina dritta negli occhi. Non con sfida, ovvio. Con intenti amichevoli.

     
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    Ledah sapeva della fiera in quanto vi era stato spedito l'anno precedente da Nikaido, quando ancora lavorava all'Hungry Bug, ma quell'anno era lì da solo.
    Aveva avuto la strana idea di prendere una grossa valigia, infilarci dentro qualsiasi cosa potesse tornargli utile e dirigersi verso Aokiji in qualità di medico ambulante.
    Al suo arrivo in città, l'otese non potè fare a meno di notare gli sguardi che la gente comune gli rivolgeva, ricchi di curiosità nella maggior parte dei casi e dato l'ambiente variopinto, per fortuna non duravano a lungo passando da una stranezza all'altra.

    Il medico indossava un lungo camice bianco dotato di diverse tasche, due spessi occhiali tondi, uno stetoscopio al collo ed una mascherina in tasca; le cicatrici dell'operazione per le braccia chiurgiche, sei fori distribuiti lungo un incisione corrispondente allo sterno, nonv enivano in alcun modo celate dalla rete ninja e se qualcuno pensava ad unc attivo gusto nel vestire si sbagliava, in quanto la rete ninja risultava perfetta per estrarre le braccia chiurgiche liberamente.

    image



    Spinto da un vago appetito, Ledah si diresse verso il luogo dove l'anno precedente aveva gestito il banco dell'Hungry Bug, sicuro che Nikaido avesse riconfermato il posto dell'anno precedente e non si sbagliò, tuttavia, la confusione davanti allo stand era inusuale, arrivando alle spalle di una biondina in yukata, l'otese chiese ai presenti con voce atona e lo sguardo celato dal riflesso del sole sugli occhiali:

    "C'è qualcosa che non va'?
    Ho sentito un urlo e visto che sono un medico ho pensato fosse mio dovere informarmi dell'accaduto."


    Sulla valigia si sarebbe potuto leggere chiaramente -Medico, Artista e Tatuatore Ambulante, prezzi modici- e probabilmente, anche chi lo conosceva avrebbe fatto tatica a riconoscere il pallido otese dai capelli corvini e dall'espressione assente dietro i grossi occhiali che ne celavano in gran parte il volto.
     
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  13. Shu
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    image Diario di Guerra del Punitore image
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    Rimasi per un po' nella via principale, cercando di far perdere eventuali tracce, cosa estremamente facile in quel mare di folla. Tecnicamente ero stato un perfetto "ninja". Ero entrato, avevo fatto quello che dovevo fare, ed ero uscito. Senza che nessuno mi avesse visto. In teoria. Dopo qualche minuto, tempo che ritenni sufficiente, mi diressi verso il più vicino stand che avevo notato. Era frequentato da dei ragazzi il che mi convinse ad andare li, dopotutto sarebbe stato il posto meno probabile dove cercare qualcuno che aveva appena ucciso 3 narcotrafficanti, seppur di scarso valore. La tensione mi aveva fatto venire fame anche se avevo mangiato giusto un paio di ore prima. Notai che c'era un po' di confusione in quello stand, cosa che migliorava ulteriormente la mia situazione. Mi sedetti di fianco ad uno dei ragazzi, non sapevo chi fosse, e misi la valigetta in mezzo alle gambe, in modo da potermi accorgere se qualcuno avesse tentato di trafugarla. Chiesi che mi venisse portato qualcosa di buono da mangiare, oltre a un po' d'acqua per mandarlo giù. Mentre aspettavo, inavvertitamente mi capitò di sentire i discorsi dei miei "compagni di tavolo". Nulla di interessante, solo quelli che sembravano dei banali litigi tra bambini seguiti dallo sguardo preoccupato di quello che si poteva dedure essere un medico, anche se decisamente strano. Nulla di che. Anche se il pelato comiciava a starmi sulle scatole, avevo sempre odiato i bulletti arroganti. Per un istante mi passò per la testa l'idea di dargli una lezione ma poi pensai di lasciar perdere. Nella vita non c'era sempre qualcuno a tirarti fuori dai guai, a volte bisognava cavarsela da soli. Chiesi comunque all'addetto dello stand se conoscesse qualcuno di quei ragazzi, in particolare il pelato.
    Pensai tra me e me che forse un giorno avrei dovuto fargli visita quindi tanto valeva portarsi avanti con il lavoro di intelligence.
     
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    È colpa tua. Ratty

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    E' stato un piacere servirla, arrividerci. Altro cliente, altro incasso, altra riduzione del suo eterno debito. Ed ecco un nuovo cliente.. Salve e benvenuto all'Hungry bug..come posso....Yari? Febh rimase un attimo interdetto...eppure quella palla da biliardo con una faccia da schiaffi era proprio davanti a lui..ma non doveva lavorare?

    Man mano che il cugino parlava, sul viso "sorridi sempre al cliente pagante" dello Yakushi iniziò a pulsare pian piano un'arteria alla tempia, mentre la figura indistinta di un oni appariva alle sue spalle man mano che montava l'istinto omicida. Senti palla da biliardo...lo sai vero che se c'è una cosa per la quale ammazzerei è il dover fare il lavoro altrui...si? Commentò, più mellifluo possibile, mentre decideva se prendersi un braccio o una gamba...oppure poteva obbligarlo a cercare quella dannata puzzola!

    Intanto stava passando una biondina con addosso un abito elegante, e subito Yari tentò di abbordarla con la peggior scelta dei termini possibile..

    Tu non sei molto pratico di donne, eh? Commentò sardonico allo sguardo omicida di quella ragazzina. Chissà per quale motivo aveva la sensazione di averla già vista altre volte. Ebbe dei flash di un tornado di spade in uno schermo e di alcune insinuazioni irriverenti durante il torneo di oto, ma proprio non riusciva a fare mente locale...e poi aveva anche pensato a quella tizia a cui aveva donato del sangue durante una missione..più per caso che per altro. Ma non era niente di certo..probabilmente era solo una somiglianza...

    Stava per far scattare il braccio e afferrare l'idiota per il collo, approfittando della distrazione data dalla biondina, quando poco lontano la folla prese a urlare e scappare...non poteva che essere una cosa...e lo Yakushi degutì. Cazzo..la puzzola... sussurrò con voce roca..sapeva già che alla fine ci sarebbe andato sicuramente di mezzo..ne era a dir poco certo..e anche se se la fosse scampata..la vecchia Ogen lo avrebbe saputo..lei sapeva sempre tutto...tutto.


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    In ogni caso, quale che fosse il problema in fondo alla strada, una nuova tragedia stava per consumarsi proprio davanti allo stand...Una ragazzina aveva sporcato la bionda elegante, e questa aveva gettato un grido tale che il Muchuuha di Oto al confronto era un sussurro. Yari intanto rideva come un disperato e un nuovo cliente si stava avvicinando..anzi due. Un pò troppo da gestire tutto assieme, al punto che il suo sguardo saettava da una parte all'altra senza controllo.

    Yari continuava col suo pessimo tentativo di approccio col gentil sesso, mentre la ragazzina sembrava pronta a sbranarlo vivo. Troppo casino. E dato che Yari sembrava volerlo alimentare, bisognava punirlo, molto semplicemente. Febh si allungò oltre il bancone, con l'intento di mollare un poderoso pugno sulla nuca calva del cugino, mentre gridava PIANTALA E DAGLIELI, IDIOTA! Non aveva considerato che lui e la ragazza fossero relativamente vicini..sperava solo che quella spinta improvvisa alla testa di lui non esitasse in qualche "incidente di percorso".

    Nel mentre l'altra ragazzina aveva scavalcato il bancone EHI! QUI PUO' PASSARE SOLO IL PERSONALE AUTORIZZATO! E ora ci si metteva pure un tizio strano che sembrava uscito da un circo. Ok..ora le ho viste tutte... fu il suo commento, mentre scuoteva il capo.

    Avrebbe fatto sgobbare Yari fino a implorare la morte..ovviamente dopo averlo obbligato nella ridicola divisa da Kappa che Nikaido aveva creato per l'evento estivo dell'anno prima! E in mezzo a quel casino immane, arrivò uno che forse era ancor più strano del medico-tatuatore: un tizio assolutamente normale.

    Si sedette con calma. ordinò e attese. Febh lo guardava con occhi sgranati. O..Ok..ignori il pelato..è un parente ma lo punirò più tardi.. Nel mentre servì da mangiare: Vescica di Scimmia bicefala con le noci e acqua. Come nella normale politica del locale, non avrebbe detto il nome del piatto..che pure descriveva esattamente gli ingredienti. Perlomeno il sapore era buono...
     
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  15. ~Shiro
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    Incidenti di "Percorso"



    La biondina non reagì subito alla mia piccola farsa con cui avevo risposto al suo ordine. Lo fece però l'altra ragazza, colei che aveva macchiato la biondina, che mi lanciò un'occhiataccia mentre correva a prendere dei fazzoletti per rimediare il più possibile al danno che aveva fatto.

    - Leccaculo... -

    Non mi feci problemi ad esternare ciò che pensavo della ragazzina, mentre quella stava porgendo i fazzoletti. Purtroppo però non mi accorsi della reazione di Febh alla mia pagliacciata. Infatti non aveva preso affatto bene le mie provocazioni e decise di punire quella mia ultima bravata dandomi un cazzotto ed ordinandomi di smetterla di fare il cretino. Purtroppo non aveva fatto bene i calcoli, o forse li aveva fatti fin troppo bene, prima di darmi quel colpo così forte. Infatti il pugno mi spostò in avanti, proprio verso la biondina. Ma la mia sfortuna non finì affatto lì, poichè la cioccolata calda a terra aveva reso il terreno particolarmente scivoloso e naturalmente il mio piede finì su quella viscida sostanza. Fu così che scivolai, cadendo in avanti, con il mio viso che puntava direttamente il petto, perchè di seno non si poteva parlare, della piccola biondina.

    Se la ragazza fosse riuscita a scansarsi in tempo sarei finito con il mio volto a terra, sporcandolo completamente con un misto di cioccolata e terriccio.

    Se invece la biondina non fosse riuscita ad evitarmi, sarei quasi sicuramente finito direttamente sul suo "seno" e forse l'impatto avrebbe fatto cadere entrambi a terra. Comunque, una volta fermo con il mio viso in quella zona imbarazzante, mi sarei lasciato sfuggire un commento ad alta voce, calcando fortemente sulla negazione.


    - Atterraggio non sul morbido... -

    Ovviamente non ero consapevole delle probabili conseguenze mortali che avrebbero seguito quel gesto e quelle parole, ma probabilmente anche se lo avessi saputo non mi sarei fatto sfuggire un'occasione del genere, come non me l'ero fatta sfuggire con Nikaido.

     
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34 replies since 17/5/2009, 22:01   1267 views
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