PASSAGGI DI GRADO - Raizen Sounzouhakai vs Eustass Kidd

Rossa contro Rossa

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  1. F e n i x
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    “torna vittorioso e riceverai il potere”

    Le uniche parole che riuscì ad udire, poi si risvegliò...dove?

    Coglione, è un debito, tu non mi darai nulla

    Dopo aver lasciato al vento parole che probabilmente non sarebbero arrivate a Lucy Raizen si diede uno sguardo intorno, pareva che avessero allestito quel combattimento solamente per lui.
    I campi elisi, dove riposano gli eroi; l’azzurro cielo che sovrastava l’infinita distesa di grano era innaturalmente bello pareva che fossero gli dei stessi ad abbracciare la volta celeste per proteggere gli eroi che si erano battuti per tenere integra la loro più grande creazione.
    Camminò per qualche metro sfiorando le spighe di grano che gli arrivavano al ginocchio, quel posto non era fatto certo per combattere.
    Alzò lo sguardo e l’ago scivolò dal grammofono, la nota stonata, l’intruso.
    Un uomo più basso di Raizen stava ad una ventina di metri da lui, prese ad avvicinarsi con passo rilassato, con lo sguardo sognante e i sensi appagati da quel ambiente così onirico, quasi stesse vivendo un sogno, ma una nota stonata stava anche nel suo viso, tra il mento e il naso un lungo ghigno iniziava a distendersi.
    Giunse a due metri dal suo avversario con ancora il ghigno stampato in faccia, e con quel espressione strafottente che avrebbe fatto girare le palle anche ad un buddha si rivolse al suo avversario.


    Ey...

    Cercò un aggettivo per iniziare a sfottere il suo avversario, lo divertiva farlo.

    ...Tappo, come mai la mamma ti ha fatto venire a così lontano dal giardino di casa?

    Si fermò a due metri dall’avversario e iniziò ad armeggiare con i due guanti che aveva preso dal fabbro, lentamente li indossò e prese nuovamente a parlare, l’aggettivo moccioso non l’aveva minimamente smosso, non ora che si preparava a rendere pan per focaccia con quel sorrisetto ostinato che non voleva sparire.

    Perdona la maleducazione, si dice che si debba dire il proprio nome alla persona che si sta per uccidere, visto che del tuo non c’è bisogno passiamo direttamente al mio: Raizen Sounzouhakai.

    Fini di indossare i guanti, erano larghi nella zona dell’avambraccio, ma non vi era metodo per stringere quello strano materiale che pareva essere composto da pelle viva e metallo, cominciò a muovere le mani come se volesse testarne la comodità e mentre riprendeva a parlare assicurò la katana alla striscia di tessuto rosso che gli reggeva i pantaloni.

    Sai, non mi piace toccare la cacca a mani nude.

    Allargò il sorriso e alzò la guardia.



    edit: modifica colore

    Edited by F e n i x - 30/7/2009, 10:17
     
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