La Città Dei Morti

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  1. - Hohenheim -
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    Ritorno nell' Ombra

    Prima era la quiete di mille candele fiammeggianti nell’oscurità.
    Lì giù, dove al sole era stato impedito l’accesso, dove l’aria asettica era impregnata dell’odore della pietra e dell’inaccessibilità si era mosso,poi,qualcosa...dopo mesi. Tutto era incominciato con un crepitio indistinto nell’aria, poi lo spazio collassò in un punto infinitamente piccolo, per poi allargarsi di colpo. Dove prima c’era solo l’aria, ora due figure si ergevano immobili mentre l’aria fuggiva via da loro, spostata.
    Solo le loro ombre danzavano nella stanza, loro che lì erano quasi a casa.
    L’individuo più alto teneva una mano sulla spalla del più basso. Quella era la sala delle convocazioni, uno spazio al quale è impossibile pervenire tramite un accesso fisico ,dato che esso non esiste. Per arrivarvi era necessario conoscere l’esatta ubicazione sotto decine di metri di rocce e teletrasportarvicisi.
    Concluso il suo compito, l’uomo più alto, o meglio dire colui che una volta era stato un uomo, scomparve richiamato nel suo opportuno spazio tempo.
    La sala delle convocazioni.
    Una sola volta Eiatsu era stato lì, molti anni prima, al tempo della sua iniziazione. Come allora l’unica cosa distinguibile erano le pareti della stanza, in pietra lavorata, tremolanti per le innumerevoli candele. Il pavimento, della stessa fattura della restante parte della sala, era decorato con un complesso motivo, a mo di sigillo, del quale Eiatsu ignorava il significato e lo scopo.
    In verità era un pò eccitato. Mai prima di allora il suo signore lo aveva chiamato, mai il suo sigillo di allarme(disegnato sotto pelle, vicino al cuore) gli aveva bruciato nel petto.Eppure dopo tutti questi anni…
    Ora che era lì le istruzioni del suo maestro tornarono alla mente. Rapidamente si diresse verso la parete a nord ovest e con forza premette un sigillo dalle insignificanti dimensioni imprimendovi la nota quantità di chakra.
    Immediatamente quello brillò di luce propria , luce che velocemente si diffuse in tutta la stanza in migliaia di venature.

    “Le trappole dovrebbero essere disattivate”

    Quindi si recò verso il complesso disegno sul centro del pavimento. Lo osservò per due minuti buoni prima di trovare quello che stava cercando. Quando trovò il glifo che gli interessava, lo tasto con la mano sinistra e vi immise nuovamente il suo chakra.Nuovamente il disegno reagì e una nuova serpentina di luci iridescenti sgattaiolarono verso la parte per poi sparire contro il muro. Con quello il suo signore era stato avvertito del suo arrivo.
    Infine si posizionò dove sapeva essere il suo posto. Piegò un ginocchio, poggiandolo a terra, e posò il braccio sinistro sulla gamba del medesimo lato posta a squadro. Chinò il capo.

    “Sono qui mio signore.Comandi.”

    Aspettò che le ombre gli rispondessero.

     
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