Setacciando il paese del Thè

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  1. Shiltar Kaguya
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    Falce dei Kaguya


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    Lo scontro era finito, l'amaro in bocca era tutto ciò che restava, mentre, voltatosi, rotolo di richiamo sotto il braccio destro e Falce di Luna appoggiata sulla spalla sinistra, si volgeva a lasciare l'anonima e sperduta collina che aveva scelto come luogo di quello scontro.
    Quando era arrivato lì era emozionato all'idea di saggiare cosa l'altro sapesse fare. Curioso di vederlo combattere e, in minima parte, anche di capire quanto ne sapesse sui fatti avvenuti fra Oto e Kiri per l'assalto ad uno dei Gate del primo villaggio da parte, come stupidamente qualcuno sosteneva, di un genin del secondo. Oltre ad emozionato e curioso, sotto sotto, lui era speranzoso: speranzoso in un bel combattimento, come da anni non ne viveva, e speranzoso di rimandare l'altro alla propria casa così mal ridotto che gli otesi ci pensassero non due, ma mille volte, prima di presentarsi di nuovo a reclamare con accuse idiote.
    Le sue speranze erano state, però, solo parzialmente soddisfatte: lo scontro era stata fantastico e soddisfacente, aveva apprezzato le qualità dell'altro ed utilizzato le sue come poco spesso gli veniva data la possibilità di fare, ma, altresì, non poteva rimandarlo indietro come monito per il Suono.
    Yami Kabane, al secolo Kayle Kaguya traditore della Nebbia e del suo clan, infatti, aveva scelto di abbandonare la propria vita, l'ultima di molte, molte, scelte sbagliate, lasciando l'amaro in bocca a Shiltar Kaguya, Mizukage di Kiri.

    Abbandonato il luogo dello scontro, il Jonin della Nebbia raggiunse il villaggio più vicino, alla base di quelle colline, sul limitare della foresta dalla zona da cui lui era arrivato, disinteressandosi di quanto qualcuno potesse restare sorpreso nel vedere la Falce di Luna sulla sua spalla, pagando, nella prima locanda che aveva trovato, per una stanza in cui riposare per quella notte e tutto il giorno successivo: in fondo aveva consumato molto chakra, in ultimo anche per cercare di curare Yami, cosa che però non era servita, anzi, aveva permesso a qualcosa di diverso di apparire e portarne via il corpo.
    Passò quella seconda metà del giorno e la giornata successiva facendo poche cose che potessero tenere la sua mente occupata e trattenere il disappunto che quel tanto poco atteso esito faceva rodere dentro di lui: pulì le lame della Falce di Luna e della Falce d'Osso, controllandone il filo, fece qualche esercizio fisico, mangiò e fece un paio di conti sui tempi del viaggio.

    Quando aveva mandato la lettera a Yami, quasi una settimana prima, gli aveva detto d'incontrarsi cinque giorni dal giorno in cui era stata spedita: in fondo, un volatile ci avrebbe messo quanto? Uno, al massimo due, giornate per Oto, poi, due giorni fino al luogo nel Paese del Thé ed uno di margine.
    Shiltar dal canto suo ci aveva messo tre giorni di viaggio: uno per la traversata in mare su Mick, il suo Crocodylus acutus, ed i successivi due per raggiungere dal Paese del Fuoco, dov'era sbarcato, il luogo dello scontro.
    (forse, se non avesse viaggiato dentro uno dei suoi coccodrilli, avrebbe anche potuto incontrare Shinodari diretta verso il Paese della Nebbia, ma questo non poteva saperlo)

    Considerando che dubitava che Yami fosse partito con anticipo, quando Shiltar fosse arrivato a Kiri, sarebbe passata quasi una settimana dall'assenza dell'amministratore dal suo villaggio, quindi, probabilmente, qualche dubbio sarebbe sorto, e già da parecchio magari... in fondo, Shinodari non era una sprovveduta, antipatica, dal punto di vista del Kaguya, ma non sprovveduta.
    E proprio l'idea di doverle mandare una missiva, in cui alla fin fine avrebbe dovuto spiegare di aver causato la morte chi voleva solo umiliare e disossare, rendeva il disappunto qualcosa di ben più difficile da spiegare, un misto di rabbia, orgoglio ferito e frustrazione.
    (Non sapendo che, tempo un giorno, tornando ad Oto, Shinodari avrebbe scoperto da se molto e dedotto il resto ed essendo del tutto e completamente allo scuro degli avvenimenti accaduti a Konoha)

    All'alba del secondo giorno dalla morte di Yami, Shiltar prese le proprie cose, Falce di Luna ora di nuovo riposta nel rotolo, assieme agli abiti strappati, e lasciò quella locanda dove si era fermato a riposarsi, quindi iniziò a correre: muoversi velocemente, senza utilizzare il chakra per farlo, contava che lo aiutasse a rilassare la mente.
    In fondo a questo serve l'esercizio fisico.
    Corse dall'alba al tramonto, trovandosi ad essere, forse, addirittura più veloce di quanto era di solito, quasi che dopo quello scontro e l'apposito riposo, il suo corpo avesse scoperto e fatto proprie nuove forze, per poi fermarsi in un altro villaggio, così distante dal luogo dello scontro, che quella collina nascosta fra gli alberi era vicina solo come ricordo.
    Lì, affittò per un'altra notte una stanza in una locanda, riposandosi.
    (ignaro che, ormai, le missive per Oto e Kiri erano ormai arrivate, informando del destino di Godsan e che già Itai aveva iniziato a muoversi in tal senso)

    Il terzo giorno, il Jonin stava per ripartire ancora una volta, quando sentì un suono, o, per meglio dire, una voce: << Mizukage!>>.
    Voltandosi, Shiltar vide arrivare, da un'altezza a dir poco elevata, un qualcosa: sembrava un uomo, malgrado le ali, lo strano colorito del corpo e l'assurdo naso; ci volle qualche secondo perché il Kaguya realizzasse che era una delle stesse creature che aveva visto sulle Mura quando stava partendo, una delle evocazioni di Itai, l'unica persona che sapeva dove lui era diretto.
    L'essere, con un binocolo tra le mani, continuò a svolazzare davanti al Jonin, << Il Mizukage, Shiltar Kaguya, giusto?>>, domandò, ricevendo un cenno d'assenso dal capo dell'altro.
    << L'ho riconosciuta dalla Falce d'Osso! Sapesse quanti villaggi ho controllato ieri pomeriggio e stamattina prima di arrivare qui...>>, stava iniziando a raccontare, con una certa nota di orgoglio nella voce, l'esserino, "Chi sei e cosa vuoi?", domandò secco il Kaguya, interrompendolo sul nascere.
    L'altro riprese fiato e poi iniziò a parlare, decisamente più serio: << Giusto, sono Qan, uno dei Tengu con cui Itai ha sancito un'alleanza.
    E' stato proprio lui ad inviarmi a cercarla: uno shinobi di nome Godsan è stato giustiziato a Konoha. Itai la aspetta all'entrata di Kitami, una cittadina al confine fra il Paese del Fuoco e quello del Thé...>>


    Il Tengu, però, si fermò: Shiltar aveva sollevato una mano in un gesto che lasciava intendere un solo significato, cioé interrompere le spiegazioni:
    "Godsan è stato giustiziato a Konoha?", ripeté, ricevendo un gesto d'assenso dall'altro.
    "Quando?", chiese ancora, << Non lo so, credo due, forse tre, giorni fa...>>, spiegò l'altro, a cui questa informazione non era stata data.
    "Conosci la strada fino a Konoha?", fu la successiva domanda del Mizukage, a cui la creatura stava per replicare asserendo che, comunque, Itai lo attendeva in un luogo diverso, ma non ne ebbe il tempo, perché l'altro continuò con quelli che erano ordini evidenti.
    "Vai a Konoha, non fermarti ad avvisare Itai di avermi trovato, tanto penso che entro oggi, al più domattina, dovrei incontrarlo io stesso.
    Tu dirigiti al Villaggio della Foglia ed avvisali che se non avranno una più che ottima spiegazione per ciò che hanno fatto, il che implica almeno un capro espiatorio da dare in pasto ad ognuno dei miei otto coccodrilli, la situazione non potrà finire per niente bene per loro."
    , poi, con un secco gesto della mano, il Jonin, indicò al Tengu di andare.

    Rimasto solo, Shiltar, in funzione di ciò che immaginava di dover fare a Konoha, qualcosa di molto simile ad uccidere i vari colpevoli, o morire nel tentativo, richiamò a se uno dei suoi coccodrilli, uno degli osteolemi, i coccodrilli nani.
    "Possessore del contratto, possessore del cont...", iniziò a ripetere la piccola creatura, prima che il Mizukage lo bloccasse con un gesto della mano.
    "Ascolta bene: ora ti rimanderò indietro e dalla vostra caverna, devi raggiungere il mio palazzo, chiaro? Voglio che tu vada nella sala dell'armeria, oppure riferiscilo a Myck, o a Schimt, dovete prendere due di quelle pillole verdi ed una rossa, chiaro? Ti richiamerò al tramonto e voglio quei tonici.", sentenziò.
    "Sì, va bene, andrò io, o manderò Schimt... Myck no, no no, antipatico, no no...", replicò l'osteolmo, prima che l'evocazione fosse sciolta e la creatura ritornasse da dove era venuta, cioé da una grotta subacquea sotto Kiri.
    Da lì, attraverso gli scoli fognari, Shiltar aveva creato un piccolo passaggio che portava ad una sala per i coccodrilli nel suo palazzo, dove, di quando in quando, il Mizukage passava il tempo dando della carne cruda ai rettili con cui aveva quel contratto di richiamo, oltre che ad altri normali, gli stessi che si trovavano all'esterno del palazzo, nel piccolo laghetto che lo circondava.

    Fatto anche quello, il Jonin riprese a correre verso il confine con il Paese del Fuoco, mentre il disappunto per quanto successo con Yami dava spazio ad un'ira molto più bruciante, mista al dispiacere per ciò che era successo a Godsan.
    Conosceva quel ragazzino da quando era uno studente, lo aveva visto fare cose assurde, come fingersi un otese durante un corso genin; lo aveva visto fallire il suo primo corso genin, non per errori, ma perché non aveva accettato il risultato.
    Ricordava di esserselo portato ad Oto al Torneo, dove quello s'era dimostrato in stretti rapporti con Shinodari, di come s'era parato dinanzi a Yashimata quando l'altro aveva dimostrato il poco amore per Kiri ed infine delle missive che gli aveva mandato con quei pennuti.
    Proprio nell'ultima Godsan accennava alla speranza di avere qualcuno di cui fidarsi anche a Oto e Suna.
    A quel pensiero, mentre correva, il pugno di Shiltar si chiuse su se stesso, pieno di frustrazione: << Konoha, il luogo dove c'era qualcuno di cui mi fidavo, lì lo hanno ammazzato! Facevo prima a dirgli di andare ad Oto! >>, pensò con sempre più cocente rabbia, chiedendosi quale insano amministratore, perché dubitava l'Hokage avesse fatto una cosa così avventata, avesse avuto l'idea di far uccidere un innocente!
    (Tutto ciò, mentre, a sua insaputa, già Oto e Yashimata stessa si muovevano, essendo venuti a sapere dello scontro fra il Kaguya ed il Kabane al pari di Itai ed Aokawa che erano partiti da Kiri poco dopo il Tengu)

    Il secondo giorno di viaggio, con una nuova meta, s'interruppe in un piccolo villaggio, dove Shiltar riposò poco e niente, ma dove poté richiamare l'Osteolmo che gli riconsegnò i nuovi tonici dalla sua riserva personale, così da poter recuperare ciò che aveva già consumato del suo equipaggiamento e che, di certo, gli sarebbe stato utile se doveva confrontarsi con l'intero villaggio della Foglia, quanto meno per reggere qualche minuto in più, Sennin Uchiha e Hokage permettendo.
    "Un'ultima cosa: avvisa Muggen, Schmit, Maximo ed anche Sobek che, probabilmente, fra qualche giorno li chiamerò e che se tutto va bene, ci sarà da mangiare per tutti voi.", concluse, rimandando il coccodrillo dai suoi simili.

    Nel successivo giorno di viaggio, Shiltar arrivò in vista di Kitami a mezzogiorno di una giornata di sole, peccato che, nella mente del Mizukage, ci fossero molte, molte nuvole.

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    OT: Mi sono permesso di accennare una cronologia ai fatti (e proprio perché molti dei fatti a cui mi collego sono divisi in più posts in più zone il mio è parecchio lungo^^) ed in più ho abbozzato una mappetta, se ci sono obbiezioni di qualsiasi genere, nessun problema per me, basta specificare/OT
     
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18 replies since 24/8/2009, 21:09   1433 views
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