Selezione Naturale

Passaggio a energia Rossa - Allievo Kenzo Shimasu

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    Ultimamente Kenzo era vittima di strani mal di testa, che quasi non lo lasciavano dormire ed ovattavano ogni sensazione. Eppure non sapeva ancora quanto celasse quell'ottundimento, e quale

    [...]

    Si tratta di una missione relativamente semplice. Dovrete semplicemente recuperare mio figlio. E' un ragazzino testardo, ma sono sicuro che dopo due giorni di fuga sarà talmente affamato e stanco da implorarvi di riportarlo a casa.

    Così parlava quell'uomo calvo e benvestito, col collo che era una cascata di pelle flaccida, come se fosse stato un tempo grasso e poi fosse dimagrito di colpo. Daigoro Miyamoto non era un uomo che amasse granchè l'opera dei Ninja, preferendo invece affidarsi ai suoi Samurai, ma questo era un lavoro che richiedeva discrezione...la scomparsa del figlio di un governatore non era esattamente una cosa che potesse essere sulla bocca di tutti.

    Le assicuro che non ci saranno problemi..e come abbiamo pattuito, non vi saranno fughe di notizie. Specificava l'impiegato di Oto al nuovo cliente, in una sala degli uffici amministrativi del villaggio. Capisco...ma allora perchè due soli Shinobi?

    Febh Yakushi è un chunin del villaggio con diverse missioni portate a termine con successo... spiegò l'otese, anche se nel suo tono c'era un che di rassegnato..o forse incredulo.. Mentre Kenzo Shimasu è uno dei nostri genin più promettenti. In funzione della discrezione richiesta, due ninja saranno più che sufficienti..inoltre non dovrebbero esserci problemi visto che il ragazzo è scomparso non molto lontano dal villaggio.

    Il nobile borbottò qualcosa, ma non si capì esattamente cosa..in ogni caso sembrava avesse accettato, dall'alto del suo comodo cuscino.

    Kenzo e Febh erano lì davanti, inginocchiati..e per quanto lo Shimasu forse prestava attenzione, lo Yakushi a capo chino era lì lì per addomentarsi, con gli occhi che..non aveva dormito per nulla la sera prima, dopo essere tornato da una gita decisamente infernale assieme all'amministratore.

    [...]

    In un modo o nell'altro la missione era stata assegnata e vennero congedati. una volta nel corridoio lo Yakushi sbadigliò a lungo, con tanto di bocca spalancata al punto che a momenti gli si vedeva lo stomaco. Poi guardò il conterraneo, un poco spaesato. Ehm..si, giusto...dicevamo? Ah, si, mi pare che dobbiamo recuperare un gattino no? Si grattò la nuca Mah..pensavo fosse roba per neo-genin...comunque..prima non ci siamo presentati.. Infatti quando Kenzo era stato convocato, lo Yakushi era già nella stanza, inginocchiato e mezzo addormentato. Febh Yakushi! Tese la sinistra. Chunin..nessun punto di forza in particolare. E tu?

    Dopo l'eventuale presenzazione, febh avrebbe assunto un'aria pensosa...a conti fatti non ricordava una emerita mazza delle informazioni fornite per la missione..non le aveva proprio ascoltate!

    Uhm...ricordami ancora..dov'è che dobbiamo andare?

    Prese mentalmente nota di pestare Yasu...perchè a conti fatti era colpa sua..più o meno...

    CITAZIONE
    Prima introduzione con semplice gdr, presentati al compagno di squadra e se vuoi fai qualche domanda al mandante.

    Dato che Febh dormiva, sta a te far strada nella zona indicatavi (leggasi: inventa pure). Descrivi pure il viaggio fuori da Oto. La regione dove si ritiene che sia andato il ragazzo (8 anni circa) corrisponde grosso modo a quella dove c'è stata l'esplosione in cui hai perso il braccio.

     
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    Selezione Naturale ¬ Atto I



    Con la magra destra Kenzo aprì la porta di un piccolo ufficio della principale costruzione Otese, facendo cadere subito l'occhio attento sui personaggi presenti al suo interno. Mentre con una torsione del busto e del braccio il ragazzo richiudeva il duro legno alle sue spalle, i suoi occhi passarono dapprima su un ragazzo inginocchiato sul pavimento, più o meno della sua statura ma dai tratti leggermente più maturi, poi su un signorotto ben vestito. La lucida testa dell'uomo colpì con un lieve riflesso della luce lo Shimasu. Si accomodò di fianco al giovane, posando la mano destra sul pavimento per agevolare il movimento: odiava far vedere il suo innesco meccanico, aveva perso l'abitudine di usarlo. Solamente il campo di battaglia gli dava il "permesso" di far vedere il suo handicap. Oltre a questo senso di diversità e di odio verso quel braccio così anti-umano, ora Kenzo aveva un mal di testa che nemmeno nel più profondo dei sogni gli dava tregua. Per evitare quella spiacevole sensazione di dolore, il ragazzo iniziò a giocherellare con le fredde dita del suo innesco meccanico: non si era ancora abituato al duro ferro, muoverle così bene lo faceva sussultare ogni volta.

    Si tratta di una missione relativamente semplice. Dovrete semplicemente recuperare mio figlio. E' un ragazzino testardo, ma sono sicuro che dopo due giorni di fuga sarà talmente affamato e stanco da implorarvi di riportarlo a casa.


    Un sorrisino comparve sul volto del giovane. Che padre incapace. L'incredibile fuga di un infante lo faceva divertire, la convocazione di due ninja per una missione (se così si può chiamare) così banale addirittura ridere. Doveva essere un bambino molto importante per richiedere l'intervento di due forze Otesi.

    Le assicuro che non ci saranno problemi..e come abbiamo pattuito, non vi saranno fughe di notizie.


    Un impiegato Otese che fino ad ora lo Shimasu aveva snobbato prese parola. Lo sconosciuto vicino a Kenzo rimase invece in silenzio; sconosciuto era una parola grossa, il ragazzo aveva sentito parlare di quel ninja anche se non sapeva ne nome ne grado. Conosceva qualche suo merito, udito qua e la per le vie di Oto. I suoi capelli e i suoi occhi semplicemente castani restavano sul neutrale, ma sicuramente dentro possedeva grandi doti.

    Capisco...ma allora perchè due soli Shinobi?


    Kenzo si accorse che stava osservando da troppo tempo il ragazzo al suo fianco, nonostante non centrasse nulla con la situaizone. Grattandosi la nuca con la mano in carne ed ossa spostò nuovamente lo sguardo sul nobile pelato. Sembrava un po' agitato, anche se quella non era proprio la parola adatta. Voleva più ninja per ritrovare suo figlio, o era un padre davvero preoccupato oppure personaggi importanti erano nell'aria. Magari erano dei ricconi, e suo figlio, se catturato da banditi senza scrupoli, sarebbe costato un occhio della testa.

    Febh Yakushi è un chunin del villaggio con diverse missioni portate a termine con successo... Mentre Kenzo Shimasu è uno dei nostri genin più promettenti. In funzione della discrezione richiesta, due ninja saranno più che sufficienti..inoltre non dovrebbero esserci problemi visto che il ragazzo è scomparso non molto lontano dal villaggio.


    Incurante del complimento indiretto appena ricevuto, Kenzo passò in rassegna gli occhi del nobile. Le parole dell'impiegato calzavano a pennello con la sua precedente deduzione, un padre riccone che voleva ritrovare suo figlio con la massima discrezione per evitare che si sapesse in giro quanto valesse la vita del fanciullo. In realtà Kenzo sapeva che non era l'unica possibilità, ma gli piaceva pensare che lavorava per un nobil uomo dotato di molti soldini. Completamente immerso nei suoi pensieri, il ragazzo si girò nuovamente verso il suo compagno vicino, notanto con dei riflessi veramente tardi che l'impiegato ne aveva pronunciato il nome. Fissò attentamente i suoi lineamenti, ripetendosi il nome nella testa. Poi passò in rassegna gli occhi, che sempre dicono molto: quelli dello shinobi inginocchiato al suo fianco erano semichiusi. Che avesse sonno il caposquadra? A Kenzo venne la frenetica voglia di sbattergli le mani davanti.

    [...]


    Finì in un baleno la noiosa presentazione dei ruoli e della missione. I due giovani sgusciarono fuori dalla stanza, fermandosi nel corridoio: Febh sembrrava molto stanco, i suoi occhi si aprivano e chiudevano con velocità impressionante. Un fragoroso sbadigliò lo anticipò nel parlare.

    Ehm..si, giusto...dicevamo? Ah, si, mi pare che dobbiamo recuperare un gattino no? Mah..pensavo fosse roba per neo-genin...comunque..prima non ci siamo presentati.. Febh Yakushi! Chunin..nessun punto di forza in particolare. E tu?


    Kenzo abbozzò un sorriso, che un occhio acuto avrebbe subito tradotto in falso. Non amava in convenievoli, e l'amara situazione di dover spiegare tutto al Chunin non lo rallegrava per niente. Odiava dover parlare, ancora di più per ripetere cose già dette: perchè quel dormiglione non aveva ascoltato delle brevissime spiegazioni?

    Kenzo Shimasu, Genin. Dobbiamo recuperare un bambino scomparso.


    Un sorrisetto sempre più forzato riapparve sul volto del ragazzo. Quando il compagno gli presentò la mano, Kenzo mosse senza pensare la propria sinistra, andando a toccare la calda mancina di Febh. Non appena si accorse dell'errore, invece che stringerla il ragazzo diede un colpetto a quella del Chunin, spostandola di qualche centimetro. Detestava far vedere il proprio handicap. Detestava essere diverso, perchè quelli che lo scoprivano cercavano sempre di avvicinarsi a lui come se fosse un cane randagio ferito. Odiava la presenza di chi gli stava attorno.

    Uhm...ricordami ancora..dov'è che dobbiamo andare?


    Kenzo mosse la manò per incitare il compagno a seguirlo.

    [...]


    Il ragazzo condusse Febh fuori dal Castello della Vipera, e successivamente, con l'approvazione dei guardiani, attraversarono l'East Gate di Oto. I progettisti del paese del suono avevano lavorato molto bene sulla protezione del luogo, attorno alla strada dell'est erano presenti fili assassini capaci di fermare possibili invasori o comunque di rallentarne il passo. Ma per un Otese, sempre che non fosse stato incauto e un po' stupido, passare quel tratto immerso in una miriade di trappole era un gioco facile: i due ragazzi seguirono la East Way per un lungo periodo, senza intoppi, tranne per il fatto che la testa dello Shimasu continuava a pulsare come un cuore all'interno della gabbia toracica. Poteva sentire addirittura il cervello che si spremeva contro il cranio, il dolore simile a quello di una pugnalata.

    image

    Anf.. Ah...


    Kenzo si fermò un attimo, curvando un po' le gambe verso in avanti e appoggiando le mani sulla conca formata dalle ginocchia. Una gocciolina di sudore scese come sangue dalla fronte, per poi cadere a terra. Il dolore era divampato come il fuoco quando trova un materiale infiammabile; quel incessabile mal di testa non era mai arrivato ad un simile livello. Se Febh fosse intervenuto sull'accasciato ragazzo, quello lo avrebbe respinto con un duro movimento dell'arto meccanico. Se c'era una cosa che proprio detestava era la pietà e l'aiuto degli altri. Il dolore sarebbe durato per alcuni secondi, per poi tornare nel suo stadio più debole.

    Ah.. Proseguiamo


    Visibilmente affaticato Kenzo avrebbe mosso nuovamente la mano per indicare a Febh la strada. Non avrebbero camminato più di due ore per raggiungere il luogo dove probabilmente le gambe piccole del bambino lo avevano portato: da quello che Kenzo - e non Febh - aveva capito, il bambino era fuggito verso est e probabilmente si era fermato in una piccola regione adiacente al villaggio, colma di boschetti intervallati da singolari piane color oro-verde, dove l'erba cresceva rigogliosamente almeno fino a 1 metro di altezza. Un luogo dove un piccolo bambino avrebbe potuto facilmente nascondervi, ma difficilmente sopravvivere. E intanto la testa pulsava ancora come un cuore impazzito.
     
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    Wow..mani fredde eh? Commentò al contatto momentaneo con l'arto del Genin, mentre quello ritirava rapidamente la mano. Almeno i convenevoli erano fatti. Era tempo di partire.

    Dì..sei da molto ad Oto? Non mi pare di averti visto all'insediamento del Kokage..o forse non eri ancora Genin? Chiese, francamente incuriosito da quel ninja di poche parole. Chi è stato il tuo sensei?

    [...]

    East Gate. Uno Sguardo agli spalti dove l'idiota era crepato lasciandogli tutta la sua metà del debito (tecnicamente gliela aveva riappioppata, ma dettagli). Poi la partenza. Almeno quel Kenzo sembrava aver ascoltato bene il briefing, perchè avanzava spedito, senza pause o distrazioni. Certo, era un pò lento, ma dettagli..dopotutto si va alla velocità del più lento, no?

    Ma ecco che dopo una corsetta di qualche ora quello si fermò di botto, come se fosse stanco..o se stesse male. Ehi, tutto bene? Chiese lo Yakushi dopo qualche secondo..non era abituato ad avere gente che stava male intorno. Non sarai mica partito con la febb...? Ma non fece a tempo a finire la frase che quello lo allontanò di malo modo. Ok, ok, non fare il permaloso.. Fece spallucce. Peggio per lui se stava male.

    Raggiunsero una piccola conca rivestita d'erba. Dovrebbe essere più o meno in questa zona, no? Beh..penso di poter mandare qualche lucertola a cercar.. EHI! Sbottò Febh non appena vide lo Shimasu accasciarsi al suolo. Simile a una stilettata incandescente, un dolore terribile aveva attraversato la testa del Genin, quasi travolgendolo..ed intanto il braccio metallico prese a pulsare e dolere..per quanto fosse impossibile..il classico caso di arto fantasma.

    Ma non era tutto. Quella conca. Quella conca in particolare era la stessa in cui era avvenuto l'incidente..l'esplosione. Ma se così era..per quale motivo i ricordi, simili a immagini riflesse su dei frammenti di specchio non avevano niente a che fare col fuoco? Kenzo vide una mano enorme che lo afferrava..un suono di flauto..poi un dolore acuto al braccio. Cosa significava? Difficile dirlo..ma quello che era più strano era il fischio acutissimo che trapanava il suo cervello!

    Pareva quasi un allarme o una sirena..e una terribile debolezza si faceva strada per le carni del Genin. Era come se gli stessero succhiando via le forze...come se qualcosa prosciugasse il suo chakra. Qualcosa nella sua spalla prudeva e doleva da impazzire..e sembrava intento a divorarlo. Era qualcosa che cercava disperatamente di tamponare quei frammenti di ricordo..e al contempo indebolire il Genin in modo da renderlo incapace di reagire...ma reagire a cosa? E come faceva lui a saperlo?

    In preda al dolore..doveva trovare un modo per resistere a quella forza che lo prosciugava...doveva cercare di generare più chakra..o proteggerne almeno una piccola parte, come se accentuasse la sua riserva..

    CITAZIONE
    Il sigillo sulla spalla tende a prosciugare tanto chakra da lasciarti con appena un 1/2 Basso e quindi farti svenire, ma è calibrato su una energia Verde. Porta la tua riserva a 18 bassi, come una Rossa, così da avere almeno 4 bassi residui e riprenderti subito da questa situazione semicomatosa. Nel mentre non sei consapevole di cosa ti succede intorno.

    Quando si fosse ripreso...o meglio, SE si fosse ripreso, Kenzo avrebbe trovato lo Yakushi in piedi davanti a lui, con l'abito sporco e un poco lacero, di fronte a due gigantesche e mostruose creature. Alte almeno sei metri, le colossali figure umanoidi avevano pezzi di armature e gli occhi bendati..e tutto nel loro aspetto lasciava presupporre che non fossero esseri umani.

    Oni. Demoni. Creature dell'incubo..e al contempo..stranamente familiari. Kenzo avrebbe percepito il braccio mancante pulsare di dolore, come se ancora lo avesse, solo osservando quegli orchi.

    Era ora che ti svegliassi.. Commentò il Chunin, voltandosi appena e rivelando un rivolo di sangue che scorreva dall'attaccatura dei capelli sulla tempi.

    Le dolci note di un flauto facevano da sottofondo a tutta la vicenda...e a suonare il flauto era una figura che il giovane aveva già visto..che aveva incontrato. Un amico dei suoi genitori o qualcosa del genere. Una cosa sola era sicura.

    Era uno Shimasu


    CITAZIONE
    Ormai sei troppo forte perchè il sigillo sulla memoria funzioni decentemente, quindi appena sul luogo dell'incidente i ricordi tendono a tornare.
    Prova del chakra. Devi trovare un modo decente per spiegare l'aumento della tua riserva...ovviamente un semplice "mi concentro forteforteforte e credo in me e nel cuore mio così risveglio le mie forze nascoste" non è fra queste :P
    A te l'identità dell'ignoto aggressore Shimasu, e puoi tranquillamente aggiungere altri frammenti di ricordo durante gli effetti del "sigillo"

     
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  4. ¬Hayabusa
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    Selezione Naturale ¬ Atto II



    FlashBack


    L'incubo del giorno per Kenzo era parlare con le persone, mostrarsi agli altri. Febh sembrava curioso del ragazzo, il quale, mentre l'altro lo cercava con lo sguardo, tentava di nascondere l'attenzione in qualche tasca dei suoi pantaloni. Cercava qualcosa che non c'era pur di partite di corsa, senza tante parole e senza tante perdite di tempo. Ma il Chunin Otese non voleva sentir ragioni, doveva sapere qualcosa sul suo compagno.

    Dì..sei da molto ad Oto? Non mi pare di averti visto all'insediamento del Kokage..o forse non eri ancora Genin? Chi è stato il tuo sensei?


    Kenzo mosse gli occhi verso la porta, dando le spalle al compagno di squadra. Gli avrebbe risposto solamente per dare il via alla missione, se così poteva essere chiamata.

    Non c'ero all'insediamento, ma sono nato e vissuto a Oto. Non ho mai avuto Sensei, ho superato l'esame Genin solo con le mie forze.


    Il ragazzo uscì dalla porta, cosciente che anche Febh lo avrebbe fatto.

    [...]


    Con qualche piccolo intoppo il duo raggiunse il posto con poche ore di corsa. Sicuramente il ragazzino non era andato più in la, impossibile per le sue gambe e per la sua resistenza. Ma se quel mal di testa gli serbrava insopportabile, ora ne avrebbe conosciuta la vera potenza.

    Dovrebbe essere più o meno in questa zona, no? Beh..penso di poter mandare qualche lucertola a cercar.. EHI!


    L'urlò partì quando Kenzo cadde a terra, in preda a strane convulsioni. La sua mente delirava, esplodeva in mille ricordi, straziava il corpo e, addirittura, l'arto meccanico. Come il demonio stesso il suo stesso corpo si stava rivoltando contro di lui, annegandolo in una spirale di debolezza e di ricordi. Un flauto stava accompagnando un bruto contro il suo braccio sinistro, integro, senza alcuna sorta di pezzo di metallo; la mano sgraziata dell'essere voleva un pezzo del suo corpo, voleva strappargli quello che una volta sostituiva l'innesco attaccato alla sua spalla. E se ora Kenzo vedeva solo l'Oni, in realtà i nemici erano in due: l'enorme essere e una specie di risucchio vitale, che pian piano divorava il Chakra del ragazzo. Ma lo Shimasu non lo sapeva, i ricordi ancora divampavano dentro la sua testa assieme ad un fischio assordante: nel suo stato di coma vedeva solamente il demone che gli stritolava il braccio, senza dilaniarne la carne, ma solo il Chakra. O comunque entrambi, il dolore dell'innesco meccanico - che stranamente doleva - non si sentiva granchè a causa del vero dolore, quello della perdita rapida e silenziosa del Chakra. La debolezza lo prendeva, mentre i suoi occhi infuocati ne vedevano l'Oni come creatore; doveva essere lui la causa della sua distruzione, non c'era dubbio.

    Questa volta non mi avrai!


    Questa volta? Delirava il ragazzo; non aveva mai visto quell'Oni, non doveva ricordarlo, e il sigillo del Chakra serviva proprio per impedirgli di ricordare. Ma qualcosa non andava nell'ultima difesa preparata dal suo stesso Clan: il ragazzo sembrava resistere al sigillo, anche se in realtà lui pensava di essere nel bel mezzo di un confronto - il secondo - con un Oni. Stava cercando di trovare dentro di se sgoccioli di Chakra perduti nel suo corpo, una spinta per impedire all'Oni di sopraffarlo, anche se in realtà stava agendo al contrario, stava aiutando quel ricordo a riemergere e non stava affatto sconfiggendolo. Il dolore vorticava rapidamente nella sua testa, l'immagine dell'Oni era sempre nitida, il braccio meccanico continuava a ferirlo nel fisico. E quel suono, un fischio, gli tormantava le orecchie. Ma nella sua mente poco lucida il ninja continuava a resistere alla perdita di Chakra, voleva impedire al demone di batterlo, non poteva perdere ancora; era diventato più forte, più forte di quel bruto che lo aveva afferrato e che ora gli stritolava il braccio sinistro, il quale agli occhi dello Shimasu era ancora di carne e ossa. Dentro di se Kenzo agiva secondo le normali leggi della sopravvivenza, ma in realtà avrebbe fatto meglio a lasciarsi andare a quella visione, a quel dolore, e soccombere al sigillo che lo avrebbe aiutato a dimenticare. Il suo spirito di guerriero gli impediva di cadere alla mano gigante, il suo corpo e la sua mente dilanianti dal dolore riuscivano comunque a trovare nel profondo uno sprazzo di Chakra, indispensabile per resistere alla tortura ma che allo stesso tempo utile a far riaffiorare i ricordi e dunque a spezzare il sigillo che lo aveva protetto dalla notte di tanto tempo prima.

    Aaaahhhh


    Un urlo soffocato dal coma. Il sigillo era spezzato, non poteva più bloccare i ricordi di un giovane privato del suo braccio. L'immagine del bruto scomparì lentamente dalla mente del giovane, il suono del flauto cambiò tutto di un tratto. Non si trovava più tra le grinfie della bestia, ma dietro alle spalle del suo compagno Febh; ma la visione che lo attendeva era ben peggio di quella del suo lontano ricordo. Il sudore scendeva sul terreno sotto di lui, attravendando vesti e pieghe della carne.

    Era ora che ti svegliassi..


    La scena si presentava agli occhi del giovane agghiacciante. Spostando leggermente la testa sul fianco, accasciato al terreno, Kenzo vide il suo compagno affrontare due colossi enormi, forse più di quello che teneva ora stretto nella mente. Il dolore del suo innesco meccanico accompagnava la scena assieme alle noti dolci di un flauto. Il ragazzo si rialzò, cupo, gelido, spaventato; con un braccio tenne l'equilibrio, con l'altro fece leva sul terreno; poi vide la figura che aveva scorto nel ricordo ma che ben ricordava dalla vita reale dietro le quinte, distante dal luogo del combattimento.

    Che... cosa...


    Era l'amico più intimo di suo padre, che ogni sera andava a trovare i suoi genitori. Poi, il giorno dell'esplosione, scomparve dalla casa, anche se ogni tanto Kenzo lo notava per i viottoli di Oto. Non aveva più sentito parlare di lui, i suoi genitori - dicevano - non sapevano nulla. Si chiamava Taka se ben ricordava; lo aveva appena visto nel suo ricordo, Kenzo ne era certo. Ma che centrava lui con quel luogo, con l'esplosione e soprattutto col suo braccio?

    Taka... è la seconda volta che ti vedo con un Oni...


    Parole che in parte venivano dal sigillo spezzato. E intanto il flauto suonava.
     
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    Seconda e ultima, giovane Kenzo. A quanto pare sono stato troppo incauto nel trasmetterti il sigillo che bloccava i ricordi..poco male però. Ora dovrò ucciderti.

    I ricordi erano ancora parziali...Kenzo era stato chiamato da Taka in quella zona gà una volta.... e gli avevano messo un flauto in mano. Doveva evocare dei demoni e dominarli..o qualcosa del genere..ma qualcosa era andato storto..

    Di grazia...che sta succedendo?

    Chiese Febh, probabilmente smorzando la tensione. Taka lo degnò appena di uno sguardo, poi con una nota secca impartì il suo ordine. Molto rapido, un Oni calò il pesante pugno contro lo yakushi, che di tutto rimando si limitò a sollevare una mano e subire in pieno la botta. Il terreno si spezzò sotto la spinta, ma il ninja era più che intatto con la mano tesa. La forza dell'oni era troppo inferiore alla sua capacità di incassare.

    Taka sembrò irritato, ma Febh si limitò a un sorrisetto sarcastico. Ora che non devo più stare a difenderlo, posso anche giocare secondo le mie regole, caro il mio pifferaio. Disse, mellifluo, per poi chiedere a Kenzo: Ehi! Chi è stò tipo? Che vuole?

    Due serie di note, e altri tre Oni fecero la loro comparsa. Carucci.. commentò Febh. Ehi, kenzo...io direi che questo tipo ci farà solo perdere tempo e rovinare i vestiti... fece cenno col capo in una direzione, lanciando un tonico al compagno [Recuperi Alto]. Seminiamolo e pensiamo al bambino...la missione innanzitutto..ok?

    Se lo Shimasu avesse accettato, scappando via nella direzione indicatagli, lo Yakushi sarebbe scattato contro un oni ad altissima velocità, atterrandolo con un solo calcio e dandosi la spinta col suo corpaccio per guadagnare distanza. Poi se la diede letteralmente a gambe, alle spalle di Kenzo. Forza muoviti! Prima ci riorganizziamo e più sarà facile intrappolarlo e capirci qualcosa!!

    Ma le grosse creature erano alle loro spalle...e lo Shimasu troppo lento. Maledizione! Accelera! Gli alberi erano belli ampi e non c'erano troppi problemi a correre senza rallentare..ma per vincere quegli oni avrebbe dovuto elevare parecchio la sua velocità...e anche se il chakra avrebbe potuto dargli qualche sprazzo istantaneo, non avrebbe comunque avuto effetto a lungo andare.

    Doveva diventare più veloce di quanto non fosse mai stato..
    [Richiesta velocità 300 per tenere gli oni ad almeno 100 metri di distanza]

    E la cosa peggiore era che dopo i primi mille metri di foresta ampia..si sarebbe andati via via tra gli alberi più fitti. Questo avrebbe rallentato gli Oni almeno un poco...ma anche i due ninja (o meglio, Febh non aveva problemi di sorta)..Kenzo avrebbe dovuto districarsi fra i rami o compiere curve improvvise ad alta velocità per cavarsela...sarebbe stata una corsa di altri mille metri almento..e circa ogni trecento metri diveniva più intricata...

    [Richiesta agilità pari a 225, poi 250, poi 275 ed infine 300]


    ________________________________________________



    Se invece lo Shimasu avesse rifiutato, preferendo combattere, Febh avrebbe semplicemente fatto spallucce. Come ti pare..in fondo stenderlo ora o più tardi fa più o meno lo stesso.. E ancora mentre parlava, senza preavviso, scattò a velocità incredibile in avanti, mollando un calcio devastante al volto di una delle creature e atterrandola. Subito un'altra gli fu addosso, raggiungendolo con la clava che portava e obbligandolo a un alto salto per schivare. L'altro oni si era rialzato..erano più forti di prima.

    Le altre due creature si lanciavano nel mentre contro il genin. Decisamente rapide a dispetto della stazza...troppo perchè il poveraccio non venisse circondato..e lì cominciò l'inferno..con calci colossali e pugni grandi quanto il suo intero corpo. Rapidi e potenti..alla lunga gli avrebbero forse spezzato le ossa!

    Impegnato da due Oni, lo Yakushi non poteva fare niente per aiutare il compagno...ma quelle creature erano troppo veloci e grossi perchè potesse schivarli....avrebbe dovuto resistere a quel brutale pestaggio..il più a lungo possibile!

    Ad occhio febh sarebbe riuscito a liberarsi dei due giganti che lo tallonavano in tre o quattro minuti...ma Kenzo avrebbe retto così a lungo contro quella serie di pugni e calci giganteschi?

    E in tutto questo le dolci note del flauto dipingevano un Notturno molto lento, come a voler far calare la notte e la quiete su quel che accadeva, nonostante la freneticità degli scambi.

    CITAZIONE
    A te scegliere se seguire la prova di Velocità o Resistenza.
    Ovviamente voglio una descrizione decente di come avviene il tuo miglioramento. Nel caso della resistenza non ho messo gli obbiettivi in tacche perchè non ne vale la pena (a conti fatti solo per la parte dell'agilità hanno un qualche senso, per indicare che si fa tutto via via più intricato)..vai ad occhio.

    Al termine della corsa vieni afferrato all'improvviso da una mano che ti trascina nel cavo di un albero (è febh) al termine del pestaggio Febh interviene e stende uno degli oni, ti afferra e ti porta a un quindici metri di distanza con la sostituzione.

    Anche in questo caso, sei libero di aggiungere a tua discrezione elementi di Bg sui ricordi che ti stanno tornando

     
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  6. ¬Hayabusa
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    Selezione Naturale ¬ Atto III



    All'ombra dei nuovi Oni, Kenzo iniziò nuovamente a ricordare. Erano ricordi sempre vaghi, ma si stavano pian piano intrecciando in una complicata trama di dolore e di menzogna. Nel ricordo appena riaffiorato, dietro al Demone che lo stritolava il ragazzo aveva visto l'ombra di Taka il quale, qualche minuti prima, gli aveva affidato un flauto. Prima amici e poi nemici? Cosa stava succedendo in quella distesa erbosa, qual'era la verità di quel sogno perduto nel tempo? Nel frattempo il braccio continuava a pulsare, come se avesse ripreso le sue sembianze umane; il ferro ribolliva contro la sua spalla, i nervi lanciavano segnali di dolore al cervello oramai stremato del giovane.

    Seconda e ultima, giovane Kenzo. A quanto pare sono stato troppo incauto nel trasmetterti il sigillo che bloccava i ricordi..poco male però. Ora dovrò ucciderti.


    Kenzo non capiva che succedeva, ma dentro di se aveva come la sensazione che Taka dovesse compiere quell'omicidio. I ricordi erano ancora troppo vaghi per permettere al 17enne di capire quale oscuro evento aveva celato nella mente. Ma il sigillo non c'era più, i suoi neuroni avrebbero lavorato per la verità.

    Di grazia...che sta succedendo?


    Non sorprese Kenzo quella domanda. Il Chunin probabilmente capiva meno del ragazzo: e quello capiva ben poco, il capogruppo aveva ben poche possibilità di arrivare alla terribile ragnatela del passato.
    Poi le note del flauto dolce di Taka ricominciarono a contornare l'atmosfera di una tetra presenza. All'udire il suono del suo padrone, un Oni scaricò tutta la sua furia in un pugno contro Febh, il quale incassò senza troppi problemi. La terra si ruppe sotto i suoi piedi, ma il corpo non subì alcun tipo di danno dal colpo: con la semplice imposizione della mano il Chunin riuscì a bloccare l'enorme potenza del bruto.

    Ora che non devo più stare a difenderlo, posso anche giocare secondo le mie regole, caro il mio pifferaio. Ehi! Chi è stò tipo? Che vuole?


    Kenzo osservò il compagno cercare il suo sguardo per avere spiegazioni. Ma stava riponendo la sua sete di conoscenza nelle mani sbagliate, il ragazzo ne sapeva poco piu di lui; gli avrebbe risposto solamente per il bene primario, ovvero quello di sopravvivenza: la presenza del Chunin gli avrebbe impedito una morte certa, a quanto sembrava.

    Si chiama Taka, vuole me.


    Non era di certo una risposta esauriente, ma, in fondo, era tutto quello che sapeva Kenzo. Dire che era uno Shimasu era inutile, dire che era un amico del padre altrettanto. Forse più tardi gli avrebbe raccontato di quel ricordo riaffiorato dopo tanto tempo, per vedere se il Chunin sapeva spiegargli il misterioso fatto.
    Con altri colpetti sonori ulteriori Oni apparirono sul campo di battaglia. Enormi e possenti, spaventosi al solo contatto visivo.

    Ehi, kenzo...io direi che questo tipo ci farà solo perdere tempo e rovinare i vestiti...


    Con quelle parole Febh lanciò al ragazzo un minuscolo Tonico. Kenzo non ci pensò due volte ad ingerire il farmaco: al contatto con la lingua, il giovane sentì che sprizzava addirittura energia viva lungo tutta la sua bocca. Una calorosa ventata colpì dall'interno il Genin Otese, facendogli recuperare un po' di quel Chakra che aveva perso nel combattimento mentale.

    Seminiamolo e pensiamo al bambino...la missione innanzitutto..ok?


    Il Chunin, giustamente, voleva dare la dovuta priorità alla missione in corso. Ma davanti a quella serie di Oni Kenzo aveva completamente dimenticato il bambino, voleva andare incontro al suo destino e capire la connessione tra Taka e la sua vita. Forse non era il comportamento idoneo in quella situazione, ma, diciamola tutta, a Kenzo non importava proprio niente in quel momento di uno stupido moccioso perso in qualche tratto di bosco o annegato dentro ad un torrente. Poteva aprire combattendo contro Taka forse la più importante porta della sua vita, oppure scappare alle meste mani del Fato; preferiva l'azione alla fuga, non doveva e non voleva tirarsi indietro.
    Il braccio meccanico sfilò dolcemente seguendo una linea ascendente in avanti, la mano metallica raggiunse una posizione a mezz'aria all'incirca davanti alla testa del Genin. Con un sorrisetto arrogante Kenzo agitò l'indice nel classico segno del dissenso. Sarebbero rimasti li, a combattere contro il destino. Tanto, anche se fossero sfuggiti alla furia dei demoni, quelli li avrebbero inseguiti e lo scontro sarebbe stato solamente rinviato.
    Poi il ninja avrebbe fatto scattare con il meccanisco interno del suo innesco la mano, che avrebbe lasciato libero campo a 5 frecce messe in linea retta lungo il suo avambraccio disteso. La molla fece partire in un lampo una delle 5, che avrebbe cercato la testa di uno degli Oni. Un paio di note bastarono comunque a Taka per far evitare al suo bruto il dardo, un altro paio per scagliare due Oni contro il piccolo Genin Otese. Poi un colpo duro contro l'innesco metallico, il quale partì violentemente indietro, trascinando la spalla e il corpo del giovane Kenzo: non fece nemmeno in tempo a bloccare il rude movimento che un secondo Oni lo stava già caricando con un calcio rapidissimo. Il Genin impastò un Bassissimo di Chakra nel braccio dentro e tentò di emulare una approssimativa difesa alla Febh, ponendo la mano dinanzi lo stinco avversario. Il duro colpo si fece sentire facendo vibrare l'intero sistema scheletrico del giovane: venne scagliato indietro, dove già si era posizionato il precedente Oni, e sbatte contro il ginocchio del bruto, rovinando a terra. Con uno scatto dovuto più alla paura e al senso di sopravvivenza che alla velocità, Kenzo riuscì a portarsi in piedi giusto in tempo per vedere due pugni che sincronizzati giungevano contro la sua testa.

    Cazzo


    Kenzo mise le braccia a croce sopra la testa, giusto in tempo per ricevere il colpo contro i due avambracci. Sprofondò a terra.
    Non poteva farcela in quel modo, doveva osservare i colpi e capire come resisterne. Con la giusta osservazione in quella ressa Kenzo riuscì a capire che i colpi non erano eccessivamente forti, la grande mole faceva aumentare solo psicologicamente il dolore. Caricò un Basso di Chakra sulle braccia e le mise a protezione del successivo colpo, subendo poco poco, ma non cadendo. La loro forza era impressionante, ma non irresistibile: doveva raccogliere in se tutte le sue forze fisiche e psicofisiche, contrastare quei colpi con la resistenza corporea che aveva acquisito in duri allenamenti mirati a migliorare.

    Cazzo non mi avrete!!!


    Un grido liberatorio e poi un calcione lo prese sul fianco destro. Venne capovolto a terra: si rigirò giusto in tempo per vedere un piede enorme precipitare sulla sua testa. Era forse finita? Kenzo non la pensava così. Con un colpo di reni il giovane si mise sulle gambe ben piegate, posizionò le mani sopra la testa, dove colpì il piedone avvolto in umide lenzuola. La colonna vertebrale del ragazzo venne compressa, ma non rotta: come una molla kenzo rimase tra la terra e il bruto, sostenendone il peso. I denti per la fatica mordevano sempre più forte il labbro inferiore, finendo infine per tagliarlo. Mentre il ragazzo ringhiava, una vena gli apparve sulla fronte, pulsando di rosso sangue; il sudore zampillò fuori dai suoi vestiti, scivolando a terra. Con un grido di rabbia il giovane sollevò leggermente il piede del bruto e, cercando di smuoverlo dal punto dove era calato, si lanciò indietro, sfuggendone alla terribile minaccia. Con altre dolci note i due Oni caricarono nuovamente, mentre il ninja, coscienzoso di non poterli battere in rapidità, si apprestava a difendersi: raffiche di pugni e calci iniziarono a far tremare l'aria, ma le braccia di Kenzo, senza nessun potenziamento, sembravano poterne resistere almeno in parte. Le gambe, sempre più doloranti, non volevano mollare l'assurda presa sul terreno, e le braccia reclamavano tranquillità che però Kenzo sapeva non potergli donare. Sempre più dolorante, il ragazzo si accasciò sulle ginocchia, proteggendo il fulcro vitale del corpo con il solo utilizzo delle braccia: subiva ma non mollava, il suo corpo sembrava non volersi sottomettere alla forza degli abomini. E mentre il corpo soffriva, la mente del giovane vagava nel dolori di quel ricordo di tanto tempo fa. L'Oni gli strappava il braccio, il flauto cadeva assieme al suo dolore nel buio più totale. E Taka rimaneva a guardare.
     
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    Vuole te, eh? Per un secondo il chunin accarezzò l'idea di mollare il compagno al pederasta e lavarsene le mani, ma dopotutto sarebbe stato un pò da carogna. Forse un pò troppo. E poi avrebbe dovuto riempire un sacco di scartoffie....meglio evitare.

    Beh..oddio..non che io sia un esperto ma non sei poi questa gran bellezza... Borbottò in tutta risposta... Ehi, pifferaio! E' pieno di bei ragazzi ad Oto..e di sicuro qualcuno con le tue stesse tendenze lo trovi..ce n'è uno nei Vicoli della Serpe, se non sbaglio

    Gli occhi del loro aggressore si spalancarono minacciosamente a quel commento, mentre gli Oni partivano alla carica. Più forti e veloci, ci volle un pò perfino per lo Yakushi per metterli a nanna con le buone..ed arrivò appena in tempo per far stramazzare i due bestioni che infierivano sul genin. Quello si era accucciato, con le braccia raccolte a difesa. Febh gli sfiorò una spalla. Ehi..ci sei ancora? Riesci ad alzarti?

    Febh aveva un altro tonico con sè..ma non sarebbe servito al giovane Kenzo..era un tonico da guerra..e anche se probabilmente avrebbe risollevato il poveraccio, gli effetti immediatamente successivo gli avrebbero devastato il corpo. Sembri conciato male...ne hai ancora di quelle frecce?

    Taka in quel momento smise di suonare. Gli oni comparvero ad un suo semplice cenno e quando parlò la sua voce era dura e i suoi occhi puntati sul chunin otese.

    Non ti intromettere, Yakushi. Kenzo è un pericolo per il clan Shimasu e deve essere eliminato. Non possiamo permettere che i rituali di legame con le nostre creature vengano divulgati al di fuori del clan.

    Tutto questo parlare di clan mi è fastidiosamente familiare.. sbuffò il chunin comunque non vedo il problema..Kenzo è uno Shimasu, no? Una volta che imparerà a suonare quel piffero..

    Nella mente di Kenzo ci fu un nuovo flash...i suoi genitori che gli davano un flauto quando era bambino...gli esercizi..le lezioni con Taka...e poi l'esame in cui doveva imparare a controllare gli Oni.

    Ma qualcosa era andato storto, e l'enorme creatura che avrebbe dovuto danzare sulle sue note impazzì, attaccando tutto e tutti...persino il suo evocatore.

    Il suo flauto è stato spezzato. Non avrà mai i nostri poteri. E' ancora vivo solo perchè gran parte della sua memoria è stata cancellata.

    Febh tacque qualche istante. Tutto sommato a lui non importava particolarmente della faccenda...ma almeno stava guadagnando un pò di tempo per far riprendere il compagno di missione. Riesci ad alzarti, ora? Avrebbe sentito il genin, come se il caposquadra gli avesse sussurrato qualcosa all'orecchio..eppure non aveva aperto bocca.

    Al mio tre scattiamo. Quello è più veloce di te, ma non penso lo sia anche di me...io cerco un'apertura..tu spaccagli il piffero..o levaglielo o altro..non so, vedi tu cosa ti riesce bene. Ancora quella comunicazione silenziosa [Ventriloquio]

    Il piano sarebbe anche potuto andar bene, ma non appena i due ninja fossero partiti alla carica, poche note dello shinobi avversario li raggiunsero, proiettando i loro corpi e le loro menti in un intricato Genjutsu. Alle loro spalle un enorme masso (quello di Febh assai più grande di quello di Kenzo) li ancorava con delle robustissime catene. Persino sollevare un braccio si sarebbe rivelato difficile..e sebbene si trattasse sicuramente di una illusione, il rilascio non avrebbe avuto alcun effetto, a dispetto del grande controllo del chakra dello Yakushi. Doveva essere un genjutsu ad altissimo potenziale!

    Taka ne approfittò per indietreggiare..e subito i massi si fecero un pò più leggeri..ma non moltissimo [per Kenzo, serve una forza di 225 per muoversi]. probabilmente più si era vicini alla musica e più era efficace l'illusione. Eppure dovevano avvicinarsi, se volevano fermarla..prima che il sicario Shimasu avesse il tempo di recuperare le forze!

    CITAZIONE
    Prova di forza. L'illusione Shimasu ti appesantisce come se avessi decine di catene a trattenerti ai polsi, alle gambe e alla vita. Man mano che ti avvicini il peso aumenta, fino a richiedere una forza di circa 300 per avanzare a velocità decente. Nonostante questo devi riuscire ad avanzare, percorrendo almeno una cinquantina di metri (Taka continua ad indietreggiare prima di venire raggiunto). Febh, che riesce a muoversi più velocemente, per quanto non al suo massimo, cercherà di darti un'occasione per attaccare. Il tuo scopo è fermare la musica!

     
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    Vuole te, eh?
    Beh..oddio..non che io sia un esperto ma non sei poi questa gran bellezza... Ehi, pifferaio! E' pieno di bei ragazzi ad Oto..e di sicuro qualcuno con le tue stesse tendenze lo trovi..ce n'è uno nei Vicoli della Serpe, se non sbaglio


    Kenzo non raccolse la battuta, troppo stremato per poter rispondere con un sorriso a quel tentativo di sdrammatizzare la situazione. Le sue labbra, anzi, caddero a terra. Iniziava a sentirsi troppo stanco nonostante il Tonico, forse gli stava salendo la febbre in quel pazzo giorno fuori Oto; effettivamente era rosso in faccia, ma sul momento il ragazzo non poteva vedersela e nemmeno avrebbe voluto dato il nemico oramai prossimo. Febh infatti aveva sconfitto pressochè tutti i suoi tetri aiutanti, salvando il Genin da quella situazione terribile. Quel ninja avrebbe lasciato un segno indelebile nella memoria del giovane, non si sarebbe dimenticato presto l'enorme potenziale del Chunin. Ovviamente il suo interesse era mirato solo alla forza mostrata fino a quel momento dal compagno.

    Ehi..ci sei ancora? Riesci ad alzarti?


    Febh inizialmente sembrò volergli dare una mano, ma all'ultimo toccò appena il giovane e lo lasciò alzarsi da solo. Snobbando il - forse - tentativo di aiuto, Kenzo saltò sulle gambe ancora tremolanti, sentendo delle ossa scricchiolare pericolosamente, come una solida struttura che tuttavia a causa del tempo si ritrova su gambe traballanti. Una smorfia di dolore lo inghiottì mentre un brivido freddo correva lungo la sua schena ammaccata.

    Sembri conciato male...ne hai ancora di quelle frecce?


    Kenzo osservò l'innesco meccanico ben visibile oramai, la veste stracciata, il guanto rotto. Frustrato, spaventato dagli occhi del compagno che cercavano il duro ferro presente al posto della carne, Kenzo afferrò un'ulteriore freccia dal grande portaoggetti e la caricò dentro il voluminoso cilindretto meccanico. Non era servita a molto contro i bestioni, ma, chi lo sa, magari avrebbe riservato qualche sorpresa in avanti. Utilizzare il proprio handicap era l'unico modo per fargli capire che forse quello era stato un dono, e non una mancanza. E se fino ad allora il sottofondo musicale era stato ignorato dal Genin, ora la sua improvvisa mancanza gli urtò le orecchie, come se fosse stato abituato da sempre ad ascoltare la melodia del flauto di Taka. E gli venne in mente il suo maestro che gli mostrava gli Oni, fedeli compagni degli Shimasu. Ma che maestro? Stava avendo pesanti allucinazioni o era un altro effetto di quel fantomatico sigillo?

    Non ti intromettere, Yakushi. Kenzo è un pericolo per il clan Shimasu e deve essere eliminato. Non possiamo permettere che i rituali di legame con le nostre creature vengano divulgati al di fuori del clan.


    Kenzo. Kenzo. Quel Taka voleva a tutti i costi ucciderlo, e sembrava volerlo fare a nome del Clan Shimasu, della sua casa, dei suoi genitori. Portava dentro di se un passato troppo oscuro che minava i poteri di un intero Clan. Un boato nella mente del Genin; le mani raggiunsero precipitosamente la testa, spremendola per il dolore, e davanti ai suoi occhi non c'era più Febh, ma lo stesso Taka coi suoi genitori. Kenzo trotterellava per casa eccitato, con un flauto in mano. E poi numerosi addestramenti, le labbra del giovane che sfioravano il magico strumento, il volere a tutti i costi evocare un Oni. Si stava strappando i capelli dal dolore. LOni veniva evocato, un essere colossale, che lo afferrava, gli distruggeva lo strumento, lo privava della sua carne.

    Il suo flauto è stato spezzato. Non avrà mai i nostri poteri. E' ancora vivo solo perchè gran parte della sua memoria è stata cancellata.


    La voce calma di Taka lo riportò alla realtà, dolorosa quanto il ricordo. Era un rifiuto del suo Clan, un indegno, un debole, che andava annientato per il bene stesso di tutti i suoi fratelli. In quel momento voleva realmente uccidersi da solo, per porre fine a quella caccia all'impuro; forse anche i suoi genitori non lo volevano più, aspettavano il momento della sua morte per un bene superiore. Quel bene superiore valeva ben più della vita di un 17enne.

    Riesci ad alzarti, ora?


    Una voce gli fece notare che era ricaduto a terra nel sogno a occhi aperti. Non era Febh, ma qualcosa dentro di lui forse. Una voce misteriosa, ma che sapeva appartenere a qualcuno che voleva aiutarlo.

    Al mio tre scattiamo. Quello è più veloce di te, ma non penso lo sia anche di me...io cerco un'apertura..tu spaccagli il piffero..o levaglielo o altro..non so, vedi tu cosa ti riesce bene.


    Ancora quel sussurro di Febh. Il caposquadra voleva porre fine a quella vicenda nella vicenda. Dovevano ancora recuperare il bimbo disperso dopo tutto. E nel piano del Chunin una strana forma di eccitazione toccò l'animo più profondo e oscuro di Kenzo: voleva uccidere Taka, voleva uccidere il suo Clan, voleva uccidere tutti coloro che volevano privargli della vita. Era a causa loro che aveva perso il braccia, era a causa di quel stupido flauto e dei suoi possessori se ora camminava per Oto nascondendosi nell'ombra. Li odiava tutti. Avrebbe ucciso per primo Taka, con o senza l'aiuto di Febh. E quando quello iniziò contare, Kenzo non seppe resistere, e al 2 scattò in avanti, furioso: probabilmente il capogruppo lo avrebbe comunque seguito rapidamente.
    Ma non appena il piano ebbe inizio, le note del flauto di Taka ricominciarono ad addolcire l'aria ormai satura di rabbia. Kenzo non pensò minimamente ad alcuna contromossa, continuò la sua folle corsa: in una frazione di secondo, mentre il suo busto si getteva in avanti, tutti i suoi arte vennero bloccati da catene ferree. Venne catapultato in avanti, facendosi non poco male: un piccolo gemito sfuggì alle sue labbra rosso fuoco. Subito si voltò all'indietro: alla decina di catene che lo bloccavano era legato un grosso masso, scuro come la maledizione che gli aveva lanciato il nemico. Kenzo, consapevole degli enormi poteri degli Shimasu, subito riconobbe in esso un Genjutsu, e imprecò del fatto che non aveva mai imparato alcuna tecnica di Rilascio. Osservò Febh, anch'esso legato: dubbioso, il suo compagno iniziò a spingere il corpo in avanti con enorme forza, quasi sapesse che alcuna tecnica o ferita li avrebbe risvegliati da quella illusione. Kenzo iniziò a fare lo stesso.
    Con una spinta poderosa che proveniva direttamente dalle gambe il Genin iniziò a muovere il corpo in avanti, tirando le catene con braccia e polpacci. Non voleva proprio muoversi il massone, e intanto Taka, consapevole del fatto di aver creato un illusione potentissima, indietreggiava per recuperare le forze. In quel momento il pazzo e giovane Kenzo decise di potenziare le sue gambe con un Bassissimo, notando con meraviglia e con un esplosione di forza che il masso alle sue spalle si mosse rudemente in avanti, seguendo la scia dello sforzo. Non appena il Chakra finì - ovvero dopo alcuni metri - il masso si bloccò nuovamente: Taka nel frattempo era alla stessa distanza, continuare a potenziare così il corpo non sarebbe servito a nulla, doveva trovare dentro se il modo per usurfruire di una potenza inesauribile e micidiale. Con un Basso di Chakra Kenzo si diede semplicemente la spinta iniziale, poi iniziò a trasportare il masso con la forza della volontà. Più si avvicinava, più il peso aumentava, rendendo il muoversi solamente un lontano desiderio. Ma Kenzo non era il tipo di ragazzo che si arrendeva, tanto più che ora la rabbia sembrava donargli qualcosa di più di quello che potevano dargli solamente i suoi muscoli. E mentre i polpacci e i bicipiti si ingrossavano e le vene comparivano lungo la pelle quasi volessero esplodere, Kenzo avanzava, furioso, indomabile. I suoi occhi fiammeggianti sembravano poter da soli trascinare quell'enorme peso. Avanzava costantemente, ad ogni passo il peso aumentava, ma la rabbia rilasciava dentro se una "tossina" in grado di distruggere qualsiasi cosa: ogni passo affondava sul terreno, ogni passo inacidiva i pensieri del ragazzo. Taka si trovava oramai a 20 metri da lui, la sua illusione era forte, ma la voglia di ucciderlo di Kenzo andava ben oltre il potere di quel ninja. E non appena il ragazzo fu a 15 metri dallo Shimasu, beh, in quel momento fece lo sforzo più doloroso ma più benvoluto di quel lungo cammino: iniziò ad alzare il braccio metallico verso l'alto, imprecando dal dolore delle catene, imprecendo a causa del doloro della testa. Non appena il braccio fu ben disteso, carico di odio e di legno mortifero, questo scoccò una freccia contro il nemico. Magari la mira non era precisa, Kenzo era stremato e allo stesso tempo furente, una coppia non idonea per combattere. Ma la freccia sembrava proprio mirare allo strumento maligno, per far terminare quell'intenso valzer della morte.


     
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    In quella corsa contro resistenza Febh si era avvicinato abbastanza da gettare una salva di Kunai contro lo Shimasu illusionista. Quello aveva scartato lateralmente senza grossi problemi, ma non si aspettava l'improvviso attacco da parte di Kenzo. La freccia si conficcò nel flauto, incrinandone la superficie lucida e rendendolo di fatto inservibile. Quasi al rallentatore, il volto di Taka si distorse per lo stupore..ma probabilmente non avrebbe avuto il tempo di ammirare orripilato il danno perchè lo Yakushi, ora libero dall'illusione, era scattato a velocità incredibile, atterrando lo Shimasu con un solo pugno diretto al volto.

    Dopo essersi goduto appieno la sensazione delle nocche che scartavetravano gli zigomi dell'avversario, Febh attese che il corpo dello shinobi più anziano finisse lungo disteso a terra prima di voltarsi verso Kenzo. Ottimo lavoro!

    Non conoscevo quel tipo di meccanismo, ma ricordami di fare i complimenti a chi te lo ha piazzato addosso, è fantastico!
    Disse sorridendo e sollevando un pollice in segno di vittoria. Ora riprenditi un poco..questo qua dormirà per un bel pò. Quindi legò la vittima, assicurandosi che non potesse scappare, assicurandolo a un albero a una cinquantina di metri, proprio dove cominciava il bosco.

    Mi è parso di capire che sia una questione di famiglia..quindi credo sia meglio se ne parlate voi due. Io faccio un giro per vedere se ha qualche compare qui intorno...te la senti di restare solo con lui? Disse, scoccando al genin una occhiata che lasciava perfettamente intendere un "evita di ammazzarlo senza una buona ragione, o passo casini io in amministrazione". Quindi si allontanò.

    [...]

    Lasciati soli, se Kenzo avesse voluto parlare con l'ormai disarmato e inoffensivo Taka, avrebbe dovuto semplicemente svegliarlo.
    Lo shimasu più anziano lo avrebbe fissato con occhi duri e colmi d'odio.

    Sapevo che non dovevamo permetterti di continuare...sapevo che se fossi diventato più forte il sigillo non avrebbe retto. Ma non pensavo saresti diventato tanto forte.

    Ma nonostante questo resti un fallimento. Hai avuto paura degli Oni..ne hai perso il controllo. Non ti accetteranno mai come maestro. Non potrai mai imparare la Hijutsu. Sei uno Shimasu senza un futuro, anzi..non sei minimamente degno del nome Shimasu! Quasi gli sputò addosso, come a sfidarlo ad ucciderlo.

    Ma hai visto il rituale..non puoi vivere. In nessun modo può essere permesso a un non iniziato di possedere quelle conoscenze. Ti daremo la caccia per sempre!

    [...]

    Niente soci, ma ho trovato un pò di selvaggina! Avrebbe detto lo Yakushi al suo ritorno, alcuni minuti più tardi, portando sottobraccio un ragazzino che scalciava e tentava inutilmente di dimenarsi. Il polletto stava cercando di ammazzarsi mangiando dei funghi velenosi, ma lo ho fermato in tempo. Qui tutto bene?

    Lasciami andare stronzo!! Non voglio tornare dal vecchio! Lasciami! Lasciami!

    E che palle...sta un pò zitto. Mi han pagato per portarti indietro, ma non si è mai parlato di farti da balia o ascoltare quello che dici, quindi a cuccia! Ringhiò il chunin.

    Se qui hai finito vediamo di tornarcene a casa. Lo porti tu il dolce frugoletto? Avrebbe chiesto a Kenzo, prima di accorgersi che qualcosa non gli tornava. Un attimo..ma sbaglio o qui qualcosa non va? Si guardò intorno, come se cercasse qualcosa. Per la precisione qualcosa che non c'era. Gli alberi.

    Per essere precisi gli alberi c'erano, ma erano tutti identici. Tutti. In ogni più infimo particolare. Nessuno escluso. Troppo anomalo. Troppo strano. Genjutsu...merda...ce ne deve essere un altro!

    Nemmeno il tempo di finire la frase che dal terreno emersero una quantità impressionante di mani gigantesche, del tutto simili a quelle degli Oni di poco prima, ma prive del corpo. Che fosse un genjutsu o un ninjutsu o altro importava poco..nn c'era il tempo per il rilascio o per altri artifici..l'unica soluzione era SCAPPA!!!!!

    Scappare. E a gambe levate se non volevano venire afferrati e stritolati da quella valanga di braccia. Quindi si trattava dapprima di correre lungo quei quasi cinquecento metri di pianura, evitando le mani che spuntavano dal terreno ad ogni passo, per poi farsi un chilometro e passa di bosco..il tutto sperando di non essere ancora prigionieri dell'illusione.

    [Richiesta velocità e riflessi 300 per correre e al contempo schivare le mani. Nella foresta è richiesta agilità pari a 225, poi 250, poi 275 ed infine 300, per il sentiero che si fa sempre più intricato, anche se le mani restano indietro]

    CITAZIONE
    Puoi interrogare Taka per avere le tue risposte nella prima parte del post. Al solito, puoi aggiungere ogni elemento di Bg che vuoi sulla mia traccia. Non ho volutamente parlato dei genitori del tuo personaggio per lasciare a te la loro relazione con la faccenda, ma puoi mettere in bocca a Taka quel che ti pare.

    Per il resto, è una semplice prova di velocità, più o meno con le stesse regole descritte due post fa :zxc:

     
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    Fiero del suo gesto, Kenzo non ebbe altro da fare che vedere il genjutsu spezzarsi sotto l'azione della sua freccia e Febh attaccare con una velocità davvero impressionante il nemico. Il volto di Taka si scompose in mille pezzi mentre veniva impressa su di esso una grandissima forza: il suo corpo cadde poco distante, inerme a causa del dolore. Il suo volto compiaciuto infine si volse verso Kenzo, anch'esso felice per la buona riuscita dell'offesa.

    Ottimo lavoro!
    Non conoscevo quel tipo di meccanismo, ma ricordami di fare i complimenti a chi te lo ha piazzato addosso, è fantastico!


    Alzò il pollice. Che ninja singolare, quel Febh, di certo Kenzo se lo sarebbe ricordato. Non gli sarebbe passato di mente il suo primo compagno di squadra, anche se magari in un futuro plausibile avrebbe potuto trasformarsi in nemico. Il mondo ninja - pensò Kenzo - è fatto di dolore e di tradimenti, di nemici e di amici. Dopo un piccolo pensiero filosofico, Kenzo gettò gli occhi a terra, frustrato per i complimenti del compagno sull'innesco: quel che per Febh poteva essere un'arma di vanto, per Kenzo era fonte di dolore. Anche se cominciava a trovare diverse utilità in essa.

    Ora riprenditi un poco..questo qua dormirà per un bel pò.


    Febh trasportò Taka in un luogo più distante, assicurandolo ad un albero con una robusta fune.

    Mi è parso di capire che sia una questione di famiglia..quindi credo sia meglio se ne parlate voi due. Io faccio un giro per vedere se ha qualche compare qui intorno...te la senti di restare solo con lui?


    Febh concluse il discorso con un'occhiata quasi minatoria, come se volesse avvertire Kenzo che avrebbero pagato ogni eventuale azione impulsiva. Probabilmente voleva evitare un omicidio inutile, evitare casini con l'Amministrazione, nonostante invece Kenzo pensasse che erano giunti gli ultimi momenti di amara vita per Taka. Voleva strangolarlo, infilzarlo, ucciderlo con le sue stesse mani: ma prima doveva torurarlo, fagli pagare col sangue e col dolore tutto quello che lui aveva passato nascosto per la paura degli altri. In un lampo Kenzo decise che le parole di Taka gli avrebbero fatto prendere la decisione finale: al suo istinto la falce della morte.
    Febh si allontanò, con meta ignota: il ragazzo si avvicinò allo Shimasu - si, lo considerava un estraneo - e si mise proprio dinanzi a lui, osservandogli il volto distrutto dall'attacco del compagno. Non seppe resistere, gli scaricò addosso un pugno di duro metallo, che cozzò contro i giallastri denti. Con un sussulto e un gridolino Taka si risvegliò, lanciando contro Kenzo qualche sorta di maledizione; il suo sguardo colmo d'odio fissava quello del Genin, ma di certo quella piccola quantità non poteva competere con quella che portava ora in grembo Kenzo per il suo intero Clan. Trattenne uno sputo.

    Sapevo che non dovevamo permetterti di continuare...sapevo che se fossi diventato più forte il sigillo non avrebbe retto. Ma non pensavo saresti diventato tanto forte.
    Ma nonostante questo resti un fallimento. Hai avuto paura degli Oni..ne hai perso il controllo. Non ti accetteranno mai come maestro. Non potrai mai imparare la Hijutsu. Sei uno Shimasu senza un futuro, anzi..non sei minimamente degno del nome Shimasu!


    Kenzo gli sputò in faccia, la biancastra saliva non riusciva più a trattenersi in bocca, quasi fosse dotata di una vita propria. Poi gli lanciò contro una furente occhiataccia, colma di odio, odio che veniva dal più profondo del suo cuore. Fanculo gli Shimasu, non aveva bisogno di gente che si affida a delle creature demoniache per combattere. Deboli come era Taka.

    Non ho bisogno del vostro nome! Non sono uno Shimasu! Non so come abbiate potuto convincere i miei genitori a farmi tutto questo...


    Taka iniziò a ridere sonoramente, sputacchiando sangue qua e la. La sua risata echeggiava nelle membra di Kenzo, quasi venisse anch'essa dagli Inferi, proprio come gli Oni.

    I tuoi genitori? Sono stati loro a suggerire l'idea del Sigillo del Ricordo! Io mi ero opposto, ma alla fine vinsero loro! Ma hai visto il rituale..non puoi vivere. Alla fine l'hanno capito, hanno deciso di farti uccidere per il bene del Clan! In nessun modo può essere permesso a un non iniziato di possedere quelle conoscenze. Ti daremo la caccia per sempre! Morirai per mano nostra, il Clan non può permettersi di lasciarti vivere!


    Kenzo lanciò la mano metallica contro la gola di Taka, iniziando a stritolarla, sempre più forte. Piangeva, piangeva ricordandosi del suo passato. Lo stava rimuovendo, stava cancellando tutto, in un misto di odio e di vendetta. Ma la sua vita non finiva qui, e non sarebbe finita per mano del suo stesso Clan. Anzi, ex Clan.

    Non hai capito una cosa...


    Strinse ancora più forte, al limite del sopportabile.

    Non mi ucciderete, ma tranquillo, il vostro segreto è al sicuro. Al sicuro perchè gli appartenenti del vostro Clan moriranno, dal primo all'ultimo, per mano mia: non resterà nessuno in vita, nessuno, e così i vostri poteri periranno nell'abisso del passato, assieme ai miei ricordi. Gli Shimasu terranno per se i loro poteri nell'angolo più buoi dell'Inferno, assieme ai loro Oni!


    Poi tolse la mano, sferrò un pugno con la destra sul volto oramai sfigurato dai colpi di Taka.

    Ma il tuo giudizio lo daranno ad Oto, per te non ci sarà la mia mano a toglierti la vita.


    Un ultimo grido di bontà nell'animo oramai corrotto di un giovane ragazzo.

    [...]


    Niente soci, ma ho trovato un pò di selvaggina! Il polletto stava cercando di ammazzarsi mangiando dei funghi velenosi, ma lo ho fermato in tempo. Qui tutto bene?


    Kenzo osservò un bambino che si dimenava come un pazzo sotto la presa sicura del Chunin. Kenzo sorrise all'idea che quel nanerottolo aveva vissuto così tanto senza nessuna protezione, per poi tentare di suicidarsi mangiando funghi velenosi.
    Lasciami andare stronzo!! Non voglio tornare dal vecchio! Lasciami! Lasciami!

    E che palle...sta un pò zitto. Mi han pagato per portarti indietro, ma non si è mai parlato di farti da balia o ascoltare quello che dici, quindi a cuccia!
    Se qui hai finito vediamo di tornarcene a casa. Lo porti tu il dolce frugoletto? Un attimo..ma sbaglio o qui qualcosa non va?


    La seconda domanda fu talmente fulminea e preoccupante che Kenzo non riuscì a rispondere nemmeno alla prima. Ancora distratto dal bambino e da Taka, il ragazzo non aveva notato niente di strano, cosa che invece aveva fatto il Chunin. Iniziò a roteare la testa, in cerca di anomalie, ma non vide nulla: non era mai stato un genio nel controllo del Chakra, e sembrava dallo sguardo che Febh avesse proprio individuato un genjutsu. Era davvero preoccupato.

    Genjutsu...merda...ce ne deve essere un altro!


    Finalmente Kenzo vide la stranezza di quel luogo: gli alberi si erano incrinati in un illusione, erano tutti uguali, tutti precisi come due goccie d'acqua, il genjutsu era stato scagliato, la squadra ne era in sua balia. E proprio in quel momento Kenzo imprecò per non aver mai imparato nulla su come contrastarli, forse fiducioso, allora, che il suo Clan glielo avrebbe spiegato. Non era il momento di pensare al passato, dal terreno iniziarono a sbucare braccia enormi, segni del Demonio. Braccia di Oni.

    SCAPPA!!!!!


    Kenzo si lanciò nel bosco, sperando che questo sbucasse prima o poi da qualche parte: in un campo aperto le braccia avrebbero finito per afferrarlo subito, all'interno di una fitta vegetazione il ragazzo avrebbe avuto ben più probabilità di sopravvivenza. Iniziò a correre, a saltare, a sudare freddo: le braccia si snodavano nelle fittissime radici degli alberi, tentavano di afferragli le gambe, il suo Chakra ne irradiava completamente i muscoli per poter sfruttare ben più forza e velocità. Braccia sempre più frequenti sbarrarono la strada di Kenzo, dovette cambiare più volte direzione per evitarle, fino a che una balzò repentina da sotto il suo corpo, afferrandogli la caviglia destra.

    Fanculo!


    Con la sinistra in pochissimi decimi di secondo Kenzo iniziò a colpire la mano, violentemente, facendola scivolare nuovamente nell'abisso. Si rialzò, spaventato, col cuore a mille, e si rilanciò nella corsa, con gli occhi vigili, pronti a qualche carica: quella mano lo aveva come svegliato dal torpore, la paura di essere preso e inghiottito nella sabbia o stritolato per aria lo aveva come svegliato. I suoi occhi si gettarono davanti al suo corpo, le sue gambe inziarono a correre spericolate all'interno della foresta: le mani sbucavano, gli occhi le vedevano, Kenzo le schivava. La sopravvivenza forzata lo aveva caricato, il suo corpo sembrava più libero, più forte sia fuori che dentro: le sue gambe balzavano qua e la, i suoi occhi individuavano le braccia. Quando una sbucò all'ultimo un metro dinanzi lui, Kenzo spiccò letteralmente il volo, ne colpì il mano aperto, saltò verso l'alto e ricadde poco avanti. Il suo corpo raccoglieva tutta l'adrenalina che produceva e la scagliava al cervello: Kenzo non aveva mai visto se stesso compiere simili prodezze, la voglia di vivere faceva miracoli, davvero. Poi, tuttavia, la foresta si fece sempre più fitta, i rami rigogliosi erano annodati in un incredibile percorso ad ostacoli: il ragazzo provò a buttarsi a capofitto dentro di essi, il legno lo bloccava, doveva assolutamente evitare la vegetazione o gli Oni lo avrebbero preso ed ucciso. Non fece nemmeno in tempo a liberarsi dai cespugli che un braccio sbucò alle sue spalle, gli afferrò nuovamente la gamba. Kenzo lanciò un grido folle, carico di paura, una lacrima gli scivolò sul volto: con uno slancio del quadricipite staccò letteralmente la gamba dalla presa, ricominciò a correre per la foresta, a scansare rami e radici. Iniziò a saltare di qua e di la, in mezzo agli alberi verdi, abbassando il capo, lanciandosi in qualche plastico volo, scivolando tra le foglie. Sempre più vegetazione si parò davanti al giovane, ma questo voleva vivere, nessun ostacolo poteva fermarlo: il suo corpo instintivamente compiva azioni incredibili, l'adrenalina caricata nel cervello compiva il ruolo di carburante per i suoi movimenti. Continuò a correre per la foresta, mentre lo spettro degli Oni lo rincorreva maligno.

     
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    I due correvano come disperati, saltando e schivando le mani demoniache che sbucavano dal suolo. Il fatto che non si fermassero era indicativo del fatto che il nemico li seguiva...o che era tutto nella loro testa e in realtà non si stavano muovendo affatto?

    In ogni caso, appena sbucati dalla foresta, li attendevano le mura di Oto in lontananza. Dopotutto non erano poi tanto lontani dal villaggio.

    Bastaaa!! Mi viene la nausea a correre così! Smettetela! Si lagnava il ragazzino sorretto dal Chunin, mentre atterrava finalmente a terra dopo la lunga corsa tra i rami. Kenzo gli fu dietro dopo qualche secondo. Ah, eccoti. Disse Febh E tu piantala! apostrofò poi al ragazzino.

    Le mani sembravano aver smesso di inseguirli e non pareva proprio che ne dovessero emergere altre. Da lì al villaggio erano forse venti minuti a piedi, se si fosse andati di corsa. Valeva la pena fare un ultimo sforzo, o era meglio preoccuparsi dell'inseguitore? Kenzo sembrava piuttosto provato..febh invece era ancora al pieno delle forze o quasi..il ragazzino invece era solo un collaterale. Beh..quel taka non penso proprio che possa combattere, lo abbiamo conciato maluccio..ma l'altro tipo potrebbe essere un problema. Pensò tra sè il chunin, prendendo rapidamente una decisione. Ok..li affronteremo qui.

    Ohi! Esclamò per richiamare l'attenzione di Kenzo, cui gettò un pezzo di pane appena preso da una sacca. Visto che vanno con la musica, credo sia meglio tapparci le orecchie. La mollica magari farà un pò schifo, ma ci sarà utile. Te la senti di combattere senza poter sentire i suoni?

    Probabilmente vedendoci attaccheranno sulla distanza approfittando del bosco, così da stancarci o indurci a scappare e dar loro le spalle. Vediamo di tenere duro. Con qualche Bunshin dovremmo guadagnare un pò di vantaggio


    Come previsto (dopo aver messo al sicuro il giovane fuggiasco in una fossa scavata alla meglio con un jutsu) i due Ninja attesero con diversi bunshin a mò di copertura. Non ci volle molto perchè una delle copie svanisse all'improvviso. Eccoli! Disse lo Yakushi, bne conscio che il compagno non poteva sentirlo. Quel che non era previsto era quella vera e propria pioggia d'acciaio che emerse dagli alberi più fitti. una pioggia di acciaio assetata di sangue. Ok..questo è un pò esagerato... Ma che razza di gente c'era nel clan Shimasu???
    Nonostante le copie, la raffica di armi era così mostruosamente numerosa che anche gli originali avrebbero avuto il loro bel daffare.

    Per venti volte un gruppo di tre proiettili avrebbe cercato il genin di oto, si trattava di spiedi assai sottili e opachi, così da non venire traditi da bagliori rivelatori. Kenzo avrebbe dovuto migliorare grandemente le sue capacità visive, per non parlare della sua prontezza di riflessi, visto che le sottili armi erano tutt'altro che lente [Forza 300]

    Dopo un tempo che sarebbe parso infinito, una sferetta nera sarebbe volata in mezzo agli spiedi, eruttando senza preavviso una nube di fumo terribilmente fitto. Vedere era fuori questione, e lo stesso valeva per il levarsi i tappi. Dovevano arrangiarsi...e nel mentre una figura minacciosa avanzava nel fumo per cercare di finirli. Febh era troppo lontano per percepirla, e in ogni caso coi tappi non avrebbe avuto senso gridare aiuto...quella sembrava puntare proprio a Kenzo..e stava a lui difendersi dai suoi attacchi [A velocità di 275, 300 e 375 rispettivamente, portati con una Wakizashi] e poi contrattaccare in qualche modo, affinando quei pochi sensi su cui poteva ancora fare affidamento.

    CITAZIONE
    Ultima prova: I Sensi e i Riflessi
    Una prima prova in cui devi schivare venti attacchi migliorando i tuoi riflessi e soprattutto contando solo sulla vista (e gli spiedi sono di difficile individuazione)

    Poi una seconda (e ultima) prova per migliorare l'olfatto e il tatto. Basandoti solo su di essi devi trovare e colpire la figura che ci si sta avvicinando in mezzo al fumo

     
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    Selezione Naturale ¬ Atto VI



    Come il Paradiso Terrestre, le mura di Oto comparvero all'orizzonte. Mai una volta aveva provato quella felicità nel vedere le tetre barriere del suo Villaggio natale. I suoi occhi brillarono di luce di speranza, la paura che quelle braccia mostruose lo prendessero sembrava lontana, quasi facesse parte solamente di un brutto incubo. Solo in quel momento di euforia Kenzo notò Febh già fuori dal bosco, con attaccato il piccolo e capriccioso fuggiasco, continuava a lamentarsi quella peste, Kenzo ebbe la voglia matta di corrergli contro e di tirargli un pugno in faccia per farlo smettere.

    Bastaaa!! Mi viene la nausea a correre così! Smettetela!


    Monello viziato - pensò Kenzo.

    Ah, eccoti. E tu piantala!


    La minaccia del Chunin sembrò fermare l'inarrestabile lamento del bambino, che stava mettendo a dura prova Kenzo già in quei pochi secondi. Chissà come aveva fatto Febh a correre con quello appresso, doveva avere un grande autocontrollo, al contrario del Genin. Nel frattempo, mentre Kenzo pensava a quanto avrebbe voluto menare per bene il moccioso, Febh era avvolto in pensieri tutto suoi: quel che era certo è che non voleva muoversi da li, voleva aspettare i nemici. Il suo squardo passò prima sulle mura che si intravedevano in lontananza, poi sul bosco; non mosse di un centimetro i piedi.

    Ohi!


    Kenzo, che si era assopito nella sua stessa mente, si voltò rapidamente verso il Chunin, giusto il tempo per permettere ai suoi riflessi di guidare le mani per aria: afferrarono con facilità un pezzo di pane che quello gli aveva lanciato, forse per mangiare. Anche se non era il momento adatto.

    Visto che vanno con la musica, credo sia meglio tapparci le orecchie. La mollica magari farà un pò schifo, ma ci sarà utile. Te la senti di combattere senza poter sentire i suoni?
    Probabilmente vedendoci attaccheranno sulla distanza approfittando del bosco, così da stancarci o indurci a scappare e dar loro le spalle. Vediamo di tenere duro. Con qualche Bunshin dovremmo guadagnare un pò di vantaggio


    Kenzo approvò con un piccolo cenno del capo e, mentre Febh lanciava il bambino dentro un enorme fossetto creato sul momento, scompose il pane in piccoli pezzi e se ne infilò due nelle orecchie. Non appena il pane entrò Kenzo provò una sensazione strana, quasi di squilibrio: gli dava abbastanza fastidio muoversi con le orecchie tappate, ma era l'unico modo per impedire agli Shimasu di prenderli coi loro Genjutsu musicali. Finito di prepararsi, Kenzo si voltò verso il capogruppo, il quale stava usurfruendo del suo Chakra per creare dei costrutti illusori, dei semplici Bushin, proprio come aveva dichiarato qualche secondo prima nel piano.

    Tecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin no Jutsu
    Villaggio: Tutti
    Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane
    Questa tecnica permette di creare dei cloni di se, composti unicamente di chakra, i cloni saranno identici all'esecutore della tecnica nel momento in cui la esegue. Essendo costrutti illusori, le copie non possono ne' emettere suoni, ne' produrne a contatto con l'ambiente circostante, non possono lasciare impronte o muovere oggetti al loro passaggio, tuttavia possederanno un ombra.
    Le copie possono essere create ad una distanza massima di 3 metri dall’utilizzatore e possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 10 metri, superata questa distanza si dissolvono in una nuvoletta bianca; questa avrà una dimensioni pari a metà della copia stessa e rimarrà presente per circa un secondo. Se colpite fisicamente, il clone scompare. Un clone che non fa nulla di particolare dura 6 turni mentre un clone costretto a correre o altro dura solamente 3 turni.
    I cloni creati con questa tecnica, possederanno la controparte illusoria di qualsiasi arma del ninja che le ha create. Potranno simulare attacchi, tranne quelli a distanza. Tutti i loro movimenti saranno eseguiti ad una velocità ridotta di 3 tacche rispetto quella del ninja e non potranno eseguire tecniche. Le copie potranno simulare attacchi a patto che l'utilizzatore consumi uno Slot azione, indipendentemente dal numero di copie che simula l'attacco.
    Tipo: Ninjutsu
    (Livello: 6 / Consumo: ¼ Basso per copia)
    [Massimo numero di copie: Studenti 3, Genin 5, Chunin 8, Jonin D 11, Jonin C 15, Jonin B 20, Jonin A 30]
    [Da Studenti in su]



    Le mani - o meglio la mano e l'innesco - si intrecciarono nei quattro seals necessari per l'utilizzo di una delle tecniche più conosciute nel mondo ninja. Il Chakra iniziò a creare copie perfette di Kenzo, esattamente in fila indiana davanti a lui. Non appena il numero raggiunse la sufficienza per permettere una strategia elusiva efficace, Kenzo impartì l'ordine di sparpagliarsi nel campo di battaglia, e prepararsi all'attacco del nemico. Si sentiva un pazzo a comandare delle persone identiche a lui. Poi l'offesa del nemico iniziò: una copia di Febh scomparve con una tenera nuvoletta di fumo. La furente battaglia stava per iniziare. Tutti i componenti del numeroso team iniziarono ad osservare il bosco, poi il cielo: una miriade di pungilioni era partiti dalle tetre ombre create dagli alberi, e stavano puntanto proprio la piana dove erano presenti Febh e Kenzo. Le copie provarono a scansare i colpi, ma erano troppo lente: ad intervalli troppo frequenti queste iniziarono a scomparire, lasciando sul campo solamente pochi Febh e pochissimi Kenzo. E stupida distrazione, proprio nel momento in cui Kenzo cercò di osservare le azioni dei bushin, la sua spalla venne trafitta da tre piccoli aghi. Un dolore non proprio forte ma abbastanza fastidioso ricordò a Kenzo che erano in guerra e che non poetva permettersi di fare i cavoli proprio mentre contro di lui erano indirizzati migliaia di spiedi: strappò con la sinistra gli aghetti dalla tenera carne e iniziò a scandagliare il cielo, concentrato, spaventato. All'ultimo secondo Kenzo vide un guppetto di spiedi puntare proprio contro il suo busto: impastando un Bassissimo Kenzo si lanciò di lato, evitando di un pelo le piccole e quasi invisibili armi: il vestito che portava addosso si lacerò sul fianco destro. Non fece nemmeno in tempo ad alzare nuovamente gli occhi al cielo che un nuovo trio di aghi lo colpì sull'innesco meccanico, non ferendolo, ma facendolo sobbalzare dalla paura. Istintivamente Kenzo rialzò lo sguardo, vide altri spiedi vogliosi di traforargli la carne: fece un piccolo balzo all'indietro, le armi si conficcarono nel suolo. Se voleva sopravvivere, Kenzo doveva assolutamente non perdere d'occhio il cielo, controllare con minuziosa concentrazione la direzione di ogni aghetto. Erano quasi invisibili, ma Kenzo, con non poco sforzo, riusciva a distinguerne le forme, le minacce che portavano su quel luogo. Gli occhi di Kenzo individuarono con fatica un'altra serie di spiedi indirizzati contro di lui, e il messaggio passò dal cervello ai muscoli: scartò lateralmente, sempre osservando il cielo, e venne mancato clamorosamente. Se manteneva la giusta attenzione non poteva venire colpito, i lanci erano effettuati con modesta forza. Continuò a scartare lateralmente, avanti, indietro, sempre tenendo d'occhio di cielo, portatore involontario di un oscuro attacco. Gli spiedi si facevano sempre più frequenti, ma gli occhi del Genin non perdevano d'occhio le loro direzioni, il suo corpo poteva muoversi con la giusta velocità per schiavare gli attacchi senza problemi.
    Arrivò il momento della fine dell'attacco: il cielo tornò a splendere celeste, l'erba a brillare sotto i raggi del sole. Forse era finita. Kenzo si rigirò su stesso, per capire dove era finito dopo quella lunga serie di schivate: erano abbastanza vicino alla foresta, Febh poco distante a lui, in direziono Oto.

    Febh!


    Lo chiamò, per poi ricordarsi che col pane nelle orecchie non potevano assolutamente sentirsi. Schivando gli attacchi aveva perso quella fastidiosa sensazione che gli davano le orecchie tappate, come se si fossero abituate al silenzio e al corpo estraneo. Non passarono che pochi secondi quando una sfera nera richiamò l'attenzione del Genin: questa esplose sul terreno, producendo una tetra cortina di fumo. La nube rapidamente coprì il campo di battaglia, e Kenzo si ritrovò in alcuni attimi in una totale impossibilità di visione. Non fece nemmeno in tempo a togliersi i tappini dalle orecchie che una presenza toccò la sua mente tramite il senso che maggiormente poteva utilizzare, ovvero il tatto. Il suo naso lo seguì, fiutando un corpo che oramai era a pochissimi metri dal ninja. preso dalla paura, Kenzo tentò di raccogliere in se quel poco di autocontrollo che ancora possedeva: percepì all'istante un movimento vicino, troppo vicino, ma non erano passi, bensì qualcosa di più alto, a livello del suo busto. Qualcosa stava giungendo, il "taglio dell'aria" era ben percepibile data la prossimità del movimento: qualcosa di tagliente si sarebbe abbattuto in pochissimo contro il Genin. Sfruttando una velocità che nemmeno sapeva di possedere, Kenzo si gettò in basso, sfruttando la mobilità delle ginocchia: sopra i suoi capelli percepì il movimento pericoloso di qualcosa che poteva benissimo essere una lama, un bastone, una frusta. Poi il cambio di direzione del colpo, i sensi di Kenzo si riattivarono: la stessa arma stava tornando indietro, questa volta adiancente al terreno, la corposità del movimento era diversa, più vicina alle sue gambe. Questa volta fu l'esatto opposto della schivata precedente a salvarlo: le gambe diedero la forza per spiccare un piccolo saltello verso l'alto, e l'arma passò sotto i suoi piedi, come un mortale gioco della corda. E in quel momento qualcosa cambiò: l'offesa si fece più pesante, il colpo sembrò partire con più forza, spostando più rapidamente una gran quantità di aria. E sarebbe stato colpito Kenzo, se il colpo non si fosse abbattuto - peccato per il nemico - sul metallo del braccio sinistro, cozzando terribilmente. Una situazione simile non si saperre ripetuta due volte: il Genin caricò un Basso nel braccio destro, il muscolò venne irradiato dal Chakra. Velocemente Kenzo lanciò un pugno in avanti, bramando il corpo avversario, cosciente del fatto che doveva per forza trovarsi li. Avrebbe mirato un possibile busto, aiutandosi con la mira rievocando davanti a se un corpo simile al suo.


     
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    Il braccio di kenzo non trovò alcuna resistenza, segno che il colpo non era andato a segno, ma almeno era riuscito a non farsi troppo male in quella sequela di attacchi. Non percepì alcuna presenza nel fumo che ancora non si diradava..ma quando infine cominciò a vedere nuovamente vide una sagoma stesa a terra a qualche metro di distanza, e lo Yakushi seduto con aria annoiata sopra di essa.

    Febh fece cenno al genin di levarsi il pane dalle orecchie. Sistemato. E non è un Genjutsu, ti assicuro che la sua espressione sofferente era più che reale...ora la questione è cosa farne...

    Mi è parso di capire che il tuo clan non sia esattamente fiero di te....boh..perlomeno ti vogliono morto invece che usarti come colf.. Fece spallucce senza andare più nei dettagli. Certi particolari della vita di un uomo è bene che restino segreti. Direi che ci conviene andare in amministrazione e spiegare la cosa..ma prima..

    Nemmeno il tempo di pensarci e il ninja scattò a piena velocità verso il genin [Velocità 550] puntandogli un Kunai alla gola. Vista la fatica accumulata era improbabile che Kenzo potesse reagire. Prima voglio che mi spieghi esattamente cosa è successo.. disse serafico, in piena opposizione alla minaccia che stava mettendo in atto. Ti giuro che terrò la bocca cucita, non apprezzo avere casini intorno! Sono una persona ordinata e metodica, io! In quel momento probabilmente una shinodari o uno yami avrebbero preso a sbellicarsi dalle risate, mentre gli impiegati dell'amministrazione avrebbero cominciato a strapparsi i capelli in preda all'isteria, ma dettagli.

    Al termine della conversazione, recuperato il marmocchio, sarebbe stato il momento di tornare a far rapporto al villaggio.

    CITAZIONE
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    Selezione Naturale ¬ Atto Finale



    Febh comparve dalla cortina fumogena in una posa più da baretto che da scontro. Tranquillamente, il Chunin teneva davanti a se il corpo del loro aggressore, un ragazzo che aveva già visto percorrere le vie delle residenze Shimasu. Un altro appartenente al suo Clan, insomma, ma questo era ovvio già da un bel po' di minuti. Febh si tolse il pane dalle orecchie, e invitò Kenzo a fare altrettanto.

    Sistemato. E non è un Genjutsu, ti assicuro che la sua espressione sofferente era più che reale...ora la questione è cosa farne...
    Mi è parso di capire che il tuo clan non sia esattamente fiero di te....boh..perlomeno ti vogliono morto invece che usarti come colf..


    Kenzo tentò di formulare dentro di se un valido motivo per risparmiare la vita ai due Shimasu. Bramava il loro ancora pulsante cuore, voleva privargli del bene primordiale del respiro, ma farlo gli sarebbe costato davvero troppo. E in più la vendetta era un piatto che andava gustata freddo.

    Direi che ci conviene andare in amministrazione e spiegare la cosa..ma prima..


    Non ci volle molto al Chunin per portare un kunai alla gola del compagno. Solamente gli occhi riuscirono a scorgere il movimento, il corpo, infatti, restò immobile. Solo un tremito di paura ne mosse i muscoli.

    Prima voglio che mi spieghi esattamente cosa è successo..Ti giuro che terrò la bocca cucita, non apprezzo avere casini intorno! Sono una persona ordinata e metodica, io!


    Kenzo deglutì, ancora spaventato. Certo che Febh sapeva bene come farsi dare ogni sorta di informazione, non era uno sprovveduto. E sapeva che il Genin, tranne che sotto tortura, non avrebbe detto una parola sul suo Clan e sui loro atti, poichè voleva avere campo aperto per agire come meglio credeva. La "bocca cucita" del Chunin lo convinse a parlare degli ultimi avvenimenti.

    Non sono stato degno di ricevere il potere del mio stesso Clan, e questo ha cercato di uccidermi vedendomi come un pericolo a causa delle mie conoscenze. Nulla di più semplice, purtroppo, la mia storia non nasconde grandissimi misteri. Ora ti pregherei solamente di lasciarmi alle tue spalle, saprò gestire al meglio la situazione. Te porta il bambino in Amministrazione senza parlare degli Shimasu, a questo ci penserò io e io soltanto.


    Il Chunin sembrava un uomo di parola, e forse la convivenza con Kenzo per un giorno gli avrebbe dato la forza di mantenere la bocca chiusa e di lasciarli procedere come meglio credeva. Infatti prese in braccio il bamboccio, destinazione Oto.
    Quella di Kenzo invece sarebbe stata diversa. Aveva in mente qualcosa di diabolico, la giusta punizione per il tentativo di togliergli la vita: privarne della stessa il nemico sarebbe stato fuoriluogo, lo sapeva benissimo, poichè un omicidio insensato di un compaesano lo avrebbe messo in guai molto seri con l'Amministrazione. No, la punizione era ben più geniale, e ben più utile a Kenzo: veder morire Taka senza soffrire nemmeno un po' non lo avrebbe ripagato abbastanza, doveva soffrire quanto lui, morire dal dolore e non dalla mano veloce di un Ninja. Kenzo raccolse la Wakizashi che lo Shimasu svenuto aveva utilizzato per la sua offesa e si diresse al di la del bosco che lo aveva salvato da una marea di braccia demoniache. Non ci volle molto per raggiungere l'albero, già, quell'albero: Taka era sveglio, accartocciato contro il busto legnoso della quercia, e cercava dimenandosi di slegarsi dai fitti nodi che lo imprigionavano. Una prigione ben più temibile di un Genjutsu - pensò Kenzo.

    Ciao Taka, sai, mi è venuto in mente che abbiamo lo stesso gruppo sanguineo... Che divertente coincidenza, non trovi?


    Sorrise, brandendo davanti se la Wakizashi priva ancora di sangue nemico. La fece roteare attorno al polso metallico.

    E così vuoi uccidermi eh? Sappi che la mia morte non farà altro che scatenare contro di te ongi singolo elemento del nostro Clan, non solo due!


    Kenzo sorrise ancora più esplicitamente, quasi rise: divertente la paura dell'uomo di perdere quell'alito di vita che lo tiene legato al mondo terreno. Guardò attentamente il volto dello shinobi, 30enne, bagnarsi spudoratamente a causa del sudore. Sicuramente non era l'unica cosa che si era bagnata.

    Mi dispiace mio caro Taka, ma la vendetta è un piatto che va gustato freddo!


    Quella frase era un continuo ritorno nella sua mente.

    Temo che tu debba ora salutare il tuo braccio sinistro!


    Puntò esattamente sotto la spalla, dove anche il suo braccio era stato reciso. Non era un genio in anatomia, ma sapeva che se il colpo fosse andato a segno in modo perfetto il braccio avrebbe potuto benissimo attaccarsi al suo corpo. Magari con qualche magheggiò da parte di un buon medico, nella peggiore delle ipotesi andava fatta qualche piccola sistemazione al nuovo arto per adagiarsi senza problemi al nuovo contenitore.
    Un fendente partì deciso, recidendo il braccio sinistro del giovane shinobi. Un ululato di dolore echeggiò nel fitto sottobosco, il sangue schizzato contro il vestito di Kenzo non fece altro che aumentare la sua eccitazione. Poi il polso lanciò l'arma alla destra, la quale, silente, colpì l'attaccatura dell'innesco meccanico, lasciandolo cadere a terra. Il dolore penetrò nella testa di Kenzo, ma seppe resistere, cosciente del fatto che da li a poco un nuovo arto lo avrebbe aiutato a tornare un essere normale. Si strappoò di dosso la maglia, e lacerandola la usò sia per coprire l'arto di Taka, che sanguinava in modo troppo vistoso, sia per bloccare l'emorragia alla sua spalla sinistra. Poi fece un cenno al suo ex fratello, deciso a raggiungere in poco tempo l'Ospedale Otese. L'Amministrazione poteva aspettare, tanto i due Shimasu erano ancora impossibilitati nel parlare sia per il loro complotto sia per la loro situazione fisica.

    CITAZIONE
    L'utente Hayabusa ( che sarei io :omgsaw: ) ottiene pure un braccio sinistro gratis, con autorizzazione di Febh



     
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