L'Uomo Misterioso

[Suna] | Verde+ Chakra I per Shu

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  1. Brando O'Kaais
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    Pochi giorni dopo aver addestrato il caro Dein dei danzatori, l'ubriachissimo Kazekage mi fece trovare una nuova notifica per una missione importante da portare a compimento nel paese della Roccia. Partii quindi con 2 uomini fidati per fare il nostro dovere di guardiani della pace di Suna. Durante la strada del ritorno però, ci imbattemmo in una carovana di persone, probabilmente mercanti diretti a Suna, o comunque qualcosa di simile, quindi ci fermammo per fare qualche baratto, magari per prendere un po d'acqua. Notai però che nella carovana di circa 10 persone, c'è n'era una che la'ria del mercante non l'aveva proprio per niente. Un ragazzo dai dritti capelli biondi e di buona corporatura, sarebbe stato molto più adatto a fare il ninja che non a vendere roba in giro per il deserto, quindi con la borraccia in mano mi avvicinai a lui e gli rivolsi la parola.

    - Hey tu ragazzo. Che ci fai con questi mercanti? -

    Così, mentre aspettavo una risposta, mi sedetti su un sasso vicino all'acqua, dato che la carovana si era fermata in un'oasi non troppo distante da Suna, ed era proprio in quel luogo che li avevamo incontrati. Così mentre io stavo conversando con il ragazzo, i miei due compagni preparavo i giacigli per riposare allestendo un piccolo campo base, fatto di sacchi per il sonno e una piccola tenda, contro le tempeste di sabbia. I mercanti fecero lo stesso, legando gli animali alle grandi palme che resistevano ai venti del deserto. Una volta sistamato il campo, i miei uomini si rilassarono, chi fumando la pipa, chi appisolandosi, mentre io e il giovane saremmo rimasti a fare due chiacchiere.
    Non mi aspettavo pericoli per la notte, ma come un buon uomo di Suna sa, il deserto non è un luogo ospitale e può riservarti pessime sorprese all'improvviso senza darti nemmeno il tempo di accorgertene.


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  2. Quicumque
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    L'uomo misterioso



    Dopo una settimana di viaggio nel deserto (e dopo circa un mese che il mio sensei mi lasciò da solo in un luogo sperduto praticamente senza indicazioni per arrivare a Suna) sembrava che finalmente fossi sulla strada giusta per arrivare nel villaggio della sabbia. Avevo incontrato una carovana di mercanti che mi aveva gentilmente accolto, dopo aver saputo che conoscevo i rudimenti del ninjutsu, e che mi avrebbe dato vitto e alloggio in cambio di un minimo di aiuto in caso dei briganti li avessero attaccati.
    Una volta conosciuta la loro destinazione accettai immediatamente. Avrei risparmiato molto tempo e non avrei rischiato di morire di inedia. Decisamente viaggiare poteva essere divertente ma a volte era solo una grossa rottura di scatole. Durante le pause per la notte mi sgranchivo e mi allenavo fisicamente, dovevo diventare decisamente più forte se volevo avere successo nel mondo del ninja. Avevo delle discrete conoscenze tecniche, oltre ad un buon fisico (il sensei mi disse che ero all'incirca al livello di un neo-genin) ma volevo migliorarmi. Ero cresciuto in un ambiente dove la forza, fisica e non, era l'unica cosa che contava e quindi ero sempre determinato a raggiungere nuovi livelli di potere. Essere un ninja mi poteva garantire di diventare molto più forte. Ero riuscito a trovare il sensei (o meglio, lui aveva trovato me) e ora mi trovavo in questo carro diretto a Suna con un identità rubata. Buffo.
    Dopotutto il mondo ninja è pieno di bugie e di tradimenti o almeno era questo che mi immaginavo di un mondo di assassini.
    Quando eravamo circa a metà del viaggio notai delle figure in avvicinamento (ero seduto a cassetta sul carro in quel momento, un po' d'aria, anche se secca non fa mai male). Chiesi in prestito un binocolo e gli osservai. Era un piccolo gruppetto, non più di tre elementi. Mhh. Troppo pochi per essere dei comuni briganti. Quindi le soluzioni erano tre: o erano dei briganti-ninja, o degli esploratori o qualcuno che non aveva alcuna intenzione offensiva.
    Informai il capo carovana e continuai a tenerli d'occhio. Quando furono a circa 100 metri di distanza potei distinguere i coprifronte. Erano di Suna. Notificai questa scoperta al capocarovana che sembrò rilassarsi.
    I mercanti accolsero i ninja e io feci un cenno di saluto. Dopotutto non avevo alcun coprifronte, per loro potevo essere un qualunque ronin o, peggio, un nukenin. Certo, avevo i documenti che attestavano la mia identità ma non sapevo se mi avrebbero potuto credere. Quello che sembrava il capo si avvicinò a me e mi chiese che cosa ci facevo li.
    Sorrisi. Evidentemente aveva un ottimo spirito di osservazione.

    Shu, genin di Suna. Sto tornando al villaggio dopo un... chiamiamolo periodo di pausa. Potrei sapere il vostro nome e grado ora?



    Mi rispose, dicendo di essere un chunin di nome Brando O'Kaais.
    Un chunin, ottimo. Questo presentava delle ottime opportunità di apprendimento. Ci stavamo accampando e dopo aver aiutato i mercanti spiegai il motivo per cui mi trovavo su quelle carovana (ovviamente evitando ogni riferimento al vero Shu e al mio passato). Chiesi quindi al ninja se avesse voglia di proseguire il viaggio insegnandomi quello che sapeva del ninjutsu, affermando che ero un po' arrugginito e che un po' di ripasso e allenamento mi avrebbero fatto bene, visto il prossimo ritorno al villaggio oltre al fatto che imparare da qualcuno più esperto e saggio era sempre un bene. Se mi avesse chiesto di dargli una breve dimostrazione l'avrei fatto, eseguendo qualche semplice esercizio di base. Dopotutto dovevo rimanere in piedi tutta la notte per stare di guardia alla carovana e passarla allenandomi ed incrementando le mie capacità sarebbe stato più divertente che non restare ad osservare il buio, oltre che più proficuo.

     
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  3. Brando O'Kaais
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    Il ragazzo mi dette vaghe spiegazioni su chi fosse e del perchè si trovasse nella carovana. Dal canto mio ascoltai senza fiatare mentre Shu parlava, affinchè potesse darmi quante più informazioni possibili, sembrava essere di ritorno da un viaggio per motivi personali, e si era aggregato coi mercanti sulla via del ritorno. Quando fu il momento delle presentazioni, parlai a mia volta.

    - Mi chiamo Brando, sono un chunin della sabbia, e questi sono miei sottoposti, siamo di ritorno da una missione. -

    Come lui, anche io evitai dettagli importanti sulla missione, sui miei alleati, e su qualunque altra cosa. Anche perchè per quanto ne sapevo, il tipo poteva essere una spia. Oltretutto le sue spiegazioni non me la contavano giusta. In ogni caso avrei scartato a breve l'ipotesi della spia, poichè mi chiese di poterlo allenare prima di tornare al villaggio, che bene o male non era distante, quindi avrei potuto inviare i miei ragazzi a casa e restare col tipo. All'inizio non ero del tutto convinto, ma dalla sua espressione lui sembrava voler divenire più forte, e un alleato in più a Suna poteva solo fare comodo. Quindi andai un attimo nella tenda a parlare coi miei ragazzi, riferendo loro che sarei rimasto con il giovane Shu, e che loro avrebbero potuto tornare a casa la mattina seguente. Quindi uscirono per fare la guardia, e invitai Shu ad entrare.

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    - Bene Shu, prima mi hai parlato del ninjutsu, cosa ti interessa sapere con precisione? Io posso addestrarti nell'uso del chakra, o posso aiutarti a potenziare il tuo corpo, ma non credo di essere adatto ad insegnarti vere e proprie tecniche, dovrai dirmi tu cosa ti serve. Anche perchè non abbiamo molto tempo da dedicare agli allenamenti, almeno per quanto mi riguarda. -

    Edited by Brando O'Kaais - 27/12/2009, 15:32
     
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  4. Quicumque
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    Richieste




    Brando, così si chiamava il chunin, mi disse di essere di ritorno da una missione. Non mi disse nient'altro e io non domandai. Dopotutto potevo capire la sua situazione, come capivo la mia. Se gli avessi chiesto della missione e lui mi avesse risposto io mi sarei sentito in dovere di replicare a sue eventuali domande con la verità e non potevo mettere a rischio me stesso e il sensei. Senza contare che magari era una missione che doveva rimanere segreta. Mi era stato detto molte volte che il mondo degli shinobi era pieno di menzogne e segreti per cui non vedevo necessità di apprendere informazioni inutili. Desideravo solo diventare più forte. Grazie a questo ninja ci sarei riuscito e, come per il sensei, avrei ripagato questo sforzo lavorando per il villaggio di Suna. Brando entrò un attimo nella tenda, riferendo ai suoi uomini che sarebbe rimasto con me per qualche tempo, o almeno mi sembrò di sentire qualcosa di questo genere. Ottimo. La forza era ciò che serviva ad un uomo per tracciare il suo sentiero in questo mondo. E quando il sentiero del re si era esaurito avevo capito che dovevo trovare una nuova strada. Non la via del ninjutsu e nemmeno una via dell'onore ma il mio sentiero. Il sentiero di... Shu. Era ancora strano per me chiamarmi in quel modo, dopotutto era un nome non mio. Ma ci avrei fatto l'abitudine. A parte quello non avevo nessun nome se non quello che mi avevano dato i gladiatori, "Atlas".
    Mentre percorrevo queste strade nella mia mente vidi Brando uscire e invitarmi ad entrare nella tenda. Entrai e mi sedetti di fronte a lui.

    - Bene Shu, prima mi hai parlato del ninjutsu, cosa ti interessa sapere con precisione? Io posso addestrarti nell'uso del chakra, o posso aiutarti a potenziare il tuo corpo, ma non credo di essere adatto ad insegnarti vere e proprie tecniche, dovrai dirmi tu cosa ti serve. Acneh perchè non abbiamo molto tempo da dedicare agli allenamenti, almeno per quanto mi riguarda. -



    Ci pensai un attimo. Se volevo trovare la mia strada non dovevo seguire un allenamento specializzato, altrimenti sarei divenuto solo un'assurda accozzaglia di tecniche non mie. Non sarebbe stato diverso che combattere nell'arena. Dovevo semplicemente diventare più forte e magari più esperto nell'uso del chakra, dato che non ero molto bravo in quello. Dopotutto non era da molto che avevo imparato ad usarlo.

    Direi che mi servirebbe proprio un allenamento di base, sia sul fisico che sul mio controllo del chakra. E' da molto tempo che non mi impratichisco un po' quindi le mie abilità si sono un po' arrugginite. Ah Ah Ah.



    Dissi quasi ridendo e prendendomi gioco di me stesso. Era l'ideale. Diventare forti per poi trovare la propria strada in questo mondo di sciacalli assassini. Non mi spaventare dover rischiare ogni giorno la mia vita dato che era stato così per ogni singolo momento fino a poco tempo fa. Ogni giorno nell'arena era una scommessa. O tutto o niente. Ma come si sa, prima o poi il banco vince sempre. E più in alto si era, più è difficile risalire.
    Ma le imprese difficili non mi spaventavano, anzi, rendevano tutto più gustoso, piacevole e sopratutto divertente.

     
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  5. Brando O'Kaais
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    Come previsto, al giovane serviva una infarinatura di base sull'utilizzo del chakra, che tra l'altro era la cosa migliore da fare senza scoprire troppo le mie carte, quindi lasciai trascorrere la notte perchè il giovane si riposasse, concedendomi solo alcuni minuti di riposo per dare il cambio ai ragazzi. Quando fu mattina, e il sole sorse, i miei alleati disfarono il campo e si avviarono verso il villaggio, seguiti dai mercanti, che avevano guadagnato due guardie del corpo impreviste. Io e Shu restammo nell'oasi per iniziare gli allenamenti. Come prima prova avrei saggiato i suoi riflessi e la sua velocità.

    - Bene Shu, io sono abile nell'utilizzo di queste due spade strane che mi vedi legate addosso... -

    Riferendomi alle Lame Agarashi, che avevo una legata in vita a sinistra, una sulla schiena dietro la spalla destra.


    - Io eseguirò delle rapide estrazioni per cercare di colpirti sul serio, e tu dovrai evitare o parare con una tua arma. All'inizio cercherò di colpirti solo agli arti, poichè non conosco le tue abilità di reazione e di movimento, così se anche qualcosa dovesse andare storto, potrei soccorrerti senza rischi. Poi vedremo se fare addestramenti di questo tipo più avanzati. Se vedi di non riuscire nè ad evitare nè a parare in tempo un colpo, usa il tuo chakra per rendere più rapide e immediate le tue azioni. -

    Programma:
    3 Estrazioni orizzontali parallele al terreno con la spada che tengo a sinistra all'altezza del bacino, i bersagli sono le tue ginocchia.
    3 Estrazioni oblique al terreno con la spada che tengo a sinistra all'altezza del bacino, il bersaglio è il tuo braccio sinistro dal basso verso l'alto.
    3 Estrazioni verticali perpendicolari al terreno con la spada che tengo a destra dietro la schiena, i bersagli sono le tue spalle.
    6 Estrazioni casuali scelte tra le precedenti.

    Non avrei usato chakra e avrei adattato la mia rapidità a quella che supponevo avesse Shu. [Per intenderci io attacco da verde, e tu dovrai difendere sempre da verde.]

    La prova si sarebbe ambientata nell'acqua dell'oasi, dove il livello arrivava alle caviglie, per rendere i movimenti più lenti e macchinosi, così l'addestramento sarebbe stato molto più fruttuoso e interessante.
     
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  6. Quicumque
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    Difesa



    Brando mi disse di riposare in vista dell'allenamento del giorno seguente e, dopo essermi sincerato che i suoi sottoposti avrebbero provveduto ai miei doveri di guardia della carovana, mi posai sul giaciglio e mi addormentai. La mattina dopo mi svegliai abbastanza presto, com'era mia abitudine, e dopo una breve colazione e un po' di riscaldamento ero pronto per l'allenamento.

    Lo vidi immerso nell'acqua fino alle caviglie e mi diressi di fronte a lui. L'acqua era, ovviamente, calda. Mi sembrava quasi di sentire la folla incitarmi prima di uno scontro. Ma ormai quei giorni erano passati. Arrivai a circa un metro da lui.

    Scusa se ti ho fatto aspettare. Possiamo cominciare quando vuoi.

    - Bene Shu, io sono abile nell'utilizzo di queste due spade strane che mi vedi legate addosso...

    Io eseguirò delle rapide estrazioni per cercare di colpirti sul serio, e tu dovrai evitare o parare con una tua arma. All'inizio cercherò di colpirti solo agli arti, poichè non conosco le tue abilità di reazione e di movimento, così se anche qualcosa dovesse andare storto, potrei soccorrerti senza rischi. Poi vedremo se fare addestramenti di questo tipo più avanzati. Se vedi di non riuscire nè ad evitare nè a parare in tempo un colpo, usa il tuo chakra per rendere più rapide e immediate le tue azioni. -



    Mi misi in posizione di guardia, con la sinistra avanzata e la jitte nella destra, impugnata normalmente.

    L'allenamento cominciò subito. Un rapido attacco con la mano destra, dalla mia destra a sinistra che mirava alle ginocchia. Troppo lontano per pararlo con la jitte potevo solo schivare. Feci un balzo all'indietro, sfruttando al massimo il chakra che potevo impastare. Non fu abbastanza, la lama graffiò il mio ginocchio sinistro, delle calde gocce di sangue caddero nell'acqua e si mischiarono ad essa.
    Dovevo migliorare. Dovevo diventare più forte nel fisico e non dovevo usare il chakra. Altrimenti sarei rimasto solo un incapace. Un altro attacco partì e questa volta schivai all'indietro, ma senza usare il chakra. Un taglio più grosso si aprì sul ginocchio ma non volevo fermarmi. Dovevo progredire in fretta se non volevo restare dissanguato. Un terzo attacco, uguale agli altri, venne schivato anche se sapevo che era più perché il mio corpo intuiva quale sarebbe stato l'attacco che non per una mia abilità personale.
    La lama venne estratta di nuovo. Provai a schivare nello stesso modo ma notai che il tipo di assalto era diverso, dal basso verso l'altro, obliquo e bersagliava il mio braccio sinistro. Solo l'aiuto del chakra poté fare in modo che io subissi pochi danni, anche se venni colpito in pieno. Un altro attacco sopraggiunse e riuscii a toccare la lama con la jitte, deviandola leggermente in modo che la ferita che mi avrebbe causato non sarebbe stata profonda. Cominciavo ad affaticarmi ma non potevo fermarmi. Il terzo attacco giunse. Conoscevo quale sarebbe stato il bersaglio per cui ruotai leggermente in senso antiorario in modo da allontanare il braccio e avvicinare la jitte al bersaglio. Invertii l'impugnatura al volo e non appena l'arma cozzò con la lama un rapido movimento di polso e la lama venne deviata verso il basso, dove non poteva nuocere. Brando rinfoderò la spada e io tornai in posizione. Estrasse quindi l'altra lama, tentando un attacco verticale alla mia spalla sinistra. Con l'impugnatura ancora invertita girai sempre in senso antiorario con il busto e frapposi la jitte alla lama, ma non prima che essa poté assaggiare il mio sangue. Ero ancora troppo lento. Non potevo fermare questi assalti senza l'uso del chakra e la mia ostinazione poteva farmi rischiare molto sangue. Tuttavia potevo percepire che stavo diventando migliore a reagire a quegli assalti. Un altro attacco partì, diretto all'altra spalla. Non potevo pararlo con la jitte quindi spostai il piede destro, portandolo verso la mia sinistra e piegai il busto all'indietro, cercando di schivare l'attacco. Ci riuscii, ma per il rotto della cuffia. La mia maglia era rovinata e l'armatura ninja era visibile. Fortunatamente quella non era stata intaccata, segno che Brando comunque controllava i suoi fendenti. Se anche così limitato restava più veloce di me avevo quasi paura a vederlo a piena forza.
    L'ultimo attacco di quella serie mirava sempre alla destra. Questa volta indietreggiai semplicemente e solo un'altro pezzo di maglietta venne carpito dalla lama. Ormai ero quasi bravo a bloccare quegli attacchi. Brando estrasse quindi la sinistra e sferrò un altro fendente orizzontale. Eseguii un balzo all'indietro, schivando la lama. Muovere semplicemente le gambe mi avrebbe fatto colpire a causa dell'acqua, quindi dovevo saltare all'indietro per schivare quegli attacchi. Ora sempre la sinistra, ma attaccò nell'altro modo. Ruotai in senso antiorario e colpii la lama con la jitte dall'alto verso il basso. Sfruttando il chakra avrei potuto deviarla più facilmente, sapevo che stavo sforzando il mio corpo più delle sue reali capacità. Ma perlomeno non venivo ferito. Avevo il fiatone. Un'altro attacco, con la destra, diretto alla spalla sinistra. Spostai il braccio sinistro mentre ruotavo con tutto il corpo in senso antiorario e deviai la lama toccandola sul piatto con la mano sinistra, dall'interno verso l'esterno.
    Evita la linea dell'attacco e devia verso l'esterno del tuo corpo.
    Era un insegnamento fondamentale nelle arti marziali.
    Di nuovo la sinistra, un fendente verticale. Afferrai la jitte con entrambe le lame e la percossi con un movimento contrario rispetto a quello della lama. Avrei inoltre sfruttato l'energia dell'impatto per portarmi leggermente indietro.
    Fortunatamente l'acqua, essendo alta solo fino alle caviglie, non opponeva troppa resistenza ai movimenti.
    Un ultimo attacco con la destra, diretto alla spalla destra, che venne evitato in un modo simile al primo: spostai la gamba, piegai all'indietro il busto ed eseguii un piccolo balzo all'indietro. Riuscii a non cadere grazie alla gamba sinistra che venne spostata indietro e mi sorresse impedendomi di fare una pessima figura inzuppandomi d'acqua.
    L'ultimo attacco venne portato con la sinistra ed era parallelo al terreno, diretto al ginocchio avanzato. Mi piegai all'indietro con il busto e sollevai la gamba cercando di portare il mio ginocchio a toccare la spalla. Poi tornai in posizione cercando di colpire la lama con la suola della scarpa dall'alto verso il basso, come per schiacciarla ma Brando l'aveva già rinfoderata.

    Avevo molto da imparare ma sapevo che avevo fatto qualche progresso.


     
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  7. Brando O'Kaais
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    Notai come il ragazzo si stesse molto applicando negli esercizi di schivata e parata. Era ancora molto impacciato, complice l'essere stato distante dalle pratiche di combattimento per un po troppo tempo forse. In ogni caso notai come soprattutto all'inizio, subisse molto più di quanto mi ero aspettato da lui, alla fine dell'esercizio di estrazione, praticamente era una maschera di sangue, le ferite riportate non erano certo gravi, ma nel deserto si sarebbero fatte sentire.

    - Shu io ho detto che posso farti un pronto soccorso, ma non sono un medico, dovrai impegnarti di più per evitare danni, o rischi di aggravarti oltre le mie possibilità di soccorso, intesi? -


    Mi fermai un attimo per creare nella mia mente la nuova prova cui sottoporre Shu prima di avvicinarlo alle pratiche di utilizzo del chakra, dovevo testare la sua mente, dato che avevo capito quale era il livello del suo corpo. Se avesse dimostrato capacità, avrei potuto introdurlo all'utilizzo primario del chakra, a camminare in verticale e a trattenere piccoli oggetti. Quindi optai per l'utilizzo di una delle mie pratiche preferite, senza che lui se ne capacitasse, per il momento.

    - Bene Shu, come sai il chakra è l'unione delle due energie fisiche principali, la stamina e la concentrazione mentale; ho compreso il tuo livello di addestramento per quanto riguarda il fisico, ora proverò a testare la resistenza della tua mente e la tua concentrazione. Riscalderò con una mia tecnica la temperatura di questa zona, e tu dovrai resistere immobile per un paio d'ore, quando sei pronto allontaniamoci dall'acqua. Potrai sederti dove c'era la tenda, così potremo iniziare. -

    Non avrei usato una vera tecnica di riscaldamento, ma mentre gli parlavo, lo avrei sottoposto ad una illusione, di basso livello certo, ma abbastanza potente da farlo investire dal caldo per un paio d'ore. Io mi sarei seduto a circa due metri da lui e avrei continuato a fissarlo.
     
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  8. Quicumque
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    Due ore nel deserto



    - Shu io ho detto che posso farti un pronto soccorso, ma non sono un medico, dovrai impegnarti di più per evitare danni, o rischi di aggravarti oltre le mie possibilità di soccorso, intesi? -

    Non preoccuparti. Ho subito ben di peggio. E poi sono solo dei graffi.



    Brando mi spiegò quindi la prova successiva che sarebbe dovuta servire a testare e sviluppare la mia resistenza mentale: avrei dovuto resistere al calore del deserto per due ore, incrementato da una delle sue tecniche.

    Nessun problema per me. Mi sedetti a gambe incrociate e con le braccia appoggiate sulle cosce. Mi rilassai e cominciai a respirare profondamente. Per un sunese questa prova sarebbe stata ridicola, peccato però che non fossi un sunese. O meglio, lo ero solo "ufficialmente".
    Avevo patito molto spesso il caldo e a volte avevo anche combattuto in quel caldo infernale però il caldo che mi stava facendo sentire Brando era decisamente più forte. Piano piano la temperatura si era alzata fino a livelli quasi insopportabili. Dovevo resistere. Chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi, di escludere le sensazioni di calore, di ignorare il calore. Dovevo riuscire a sopportarlo e il farlo era solo una questione di mente. Dopotutto era una prova di resistenza mentale.
    Continuavo a respirare lentamente, tenendo gli occhi chiusi mentre lasciavo che il sudore colasse. Un sistema fisiologico per riportare la temperatura corporea alla normalità. Continuai a respirare lentamente. Essendo stato addestrato alle arti marziali fin da quando ero piccolissimo sapevo quanto la respirazione era importante.
    Inspiro e raccolgo l'energia positiva dentro di me.
    Espiro ed emano l'energia negativa fuori di me.
    Inspiro e rafforzo me stesso.
    Espiro e distruggo i miei avversari.

    Lentamente resisto. Il calore non può farmi nulla. Non può ledere la mia carne e non può placare il mio spirito. Il calore è solo un illusione. Io sono a mio agio. Nulla può perturbarmi. La mia forza è inalterata. Perché io sono il vento, che soffia tra le calde dune del deserto. Io sono il fulmine, che porta la benedizione della pioggia nelle fredde notti del deserto. Io sono la terra, che è lo scheletro di questo mondo. Io sono l'acqua, che porta la vita. Io sono il fuoco, che distrugge e crea. Io sono nel mondo. E il mondo è in me.
    Siamo una cosa sola. Per cui non può ferirmi. Il caldo non mi riscalda e il gelo non mi raffredda.
    Tutto ciò che viene in me è pace. Perché l'uomo che è in pace con se stesso è in pace con il mondo. E l'uomo imperturbabile non può essere sconfitto, perché non si lascia turbare dalla sconfitta.

    Ripeto dentro di me gli insegnamenti del maestro Shikoshin, il saggio che mi allenò nelle arti marziali e nella filosofia.

    Rinforzare la mia mente per rinforzare il mio corpo. Rinforzare il mio corpo per rinforzare la mia mente.
    Anche se non ne conosceva l'uso Shikoshin conosceva perfettamente la natura del chakra e mi impartì i suoi insegnamenti. Forse è grazie a lui se mi è stato così facile apprendere le arti ninja.
    Ma ormai quello era passato, e rimuginare troppo sul passato porta solo sofferenza.
    Il mio futuro era davanti a me, la mia strada. Il... sentiero di Shu.
    Il mio presente era di fronte a me. E si chiamava Brando O'Kaais.
    Aprii gli occhi e Brando mi confermò con un cenno che le due ore erano trascorse.



     
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  9. Brando O'Kaais
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    Via via che il tempo passava e il calore invadeva le membra del ragazzo, notai come il suo corpo iniziasse a produrre sudore. Era incredibile come se sottoposta ad una illusione, la mente fosse in grado di creare realtà più vere della realtà stessa. Dopo circa due ore di addestramento, considerato che oltre alla sua fatica, anche il mio chakra veniva speso, mi alzai ponendogli un cenno per vedere se era ancora cosciente. Quindi mi avvicinai e posi la mano destra sulla sua spalla. In quel momento la sua mente fu liberata dalle corde dell'illusione e il calore scomparve. Non fu un passaggio termico ma illusorio, quindi il suo corpo non ne fu danneggiato. Mi rivolsi a Shu:

    - Bene, a quanto sembra sei dotato di una discreta concentrazione, direi che possiamo passare agli allenamenti veri e propri, ma prima, è il caso di riposare un attimo. -

    Lo invitai a rifocillarsi con le provviste che avevo portato con me, mentre mi prendevo cura solo dei graffi più profondi causati dalle mie lame. Mentre, intanto, pensavo a cosa fargli fare per addestrarlo nell'uso del chakra di controllo base. Avrei dovuto insegnargli a trattenere piccoli oggetti, e a camminare su superfici intabili, e alla fine, su terreni verticali. Avrei iniziato dalle basi, una volta finita la pausa, che avrei fatto durare circa un'ora.

    - Bene direi che è il caso di passare all'ultima prova fisica, prima di completare l'addestramento e passare all'insegnamento, hai provato bene la tua concentrazione e il tuo livello di chakra, così come la tua velocità e i tuoi riflessi. Ora ho una nuova prova ascetica a cui sottoporti, con essa testerò la tua mera forza fisica e la tua resistenza sotto sforzo, preparati, sei pronto? -

    All'arrivo della risposta positiva, avrei composto alcuni sigilli con le mani e avrei ficcati le stesse sotto la sabbia. Sulla mia fronte si fecero vistosi i segni dell'apparato circolatorio, mentre i bicipiti si gonfiavano, e tiravo fuori dal terreno un masso decisamente pesante. Quindi lo porsi a Shu.

    - Ufff, però, pesantuccio eh? Sarà sui 60kg, il tuo compito è di fare cento giri di corsa attorno all'oasi, senza far cadere il masso, dovrai sempre sorreggerlo, il come, è a tua guisa. Quando avrai finito, suppongo sarà ora di cena, quindi ci vediamo più tardi. -


    Nel frattempo avrei approfittato per riposare, mantenere una illusione termica per un paio d'ore non era uno scherzo, e oltretutto non ero mai stato una gran cima nei Doton, ero decisamente stanco. E i postumi della missione si facevano sentire.
     
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  10. Quicumque
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    Il masso




    La prima parte dell'addestramento era quasi conclusa, Brando mi invitò a riposarmi e rifocillarmi prima di continuare con un altra prova. Mangiai di gusto mentre Brando medicava le ferite più "preoccupanti" che altro non erano che dei graffi abbastanza profondi. Un'oretta dopo, decisamente più riposato e in forze, Brando decise di riprendere gli allenamenti.


    - Bene direi che è il caso di passare all'ultima prova fisica, prima di completare l'addestramento e passare all'insegnamento, hai provato bene la tua concentrazione e il tuo livello di chakra, così come la tua velocità e i tuoi riflessi. Ora ho una nuova prova ascetica a cui sottoporti, con essa testerò la tua mera forza fisica e la tua resistenza sotto sforzo, preparati, sei pronto? -


    Quando vuoi.


    Brando eseguì quindi dei sigilli ed immerse le sue mani nel terreno. Che strano Doton... chissà che vuole fare, pensai. Sembrava sforzarsi molto. Decisamente stava facendo qualcosa di strano. Alla fine mi fu tutto chiaro.
    Aveva estratto dal terreno un gigantesco masso!
    E ora voleva che io facessi 100 giri di corsa attorno all'oasi con quel coso sulle spalle?!
    Cercai di mantenere un'espressione impassibile.

    Nessun problema.

    Dopotutto se lui credeva che io ce la potessi fare dovevo credere in me stesso e nelle mie capacità.
    "L'uomo usa solo il 30% delle sue capacità in condizioni normali e solo quando è particolarmente sotto stress riesce a tirare fuori la sua vera forza. Noi dobbiamo imparare ad usare il restante 70% sempre e comunque.
    Solo così potremo sopraffare i nostri avversari"
    Una massima del mio vecchio maestro che io avevo adottato come mia. Il mio scopo era superare sempre me stesso fino a raggiungere il mio limite. E poi infrangerlo. Non sarebbe stato questo patetico masso a causare la fine del mio viaggio.
    Il modo migliore per trasportarlo era prenderlo sulla schiena e curvarmi leggermente in avanti, sostenendolo con le braccia. In questo modo non mi avrebbe dato problemi durante la respirazione e non avrei avuto problemi di equilibrio dovuto allo spostamento del baricentro. E in questo modo avrei potuto potenziare il mio intero corpo dato che lo avrei sostenuto con le braccia, le gambe e la schiena contemporaneamente.
    Andai davanti al masso e mi piegai, afferrandolo da davanti con le braccia. Impastai del chakra per sollevarlo al livello ottimale e posarlo sulla schiena. Ero ancora piegato per cui distesi le gambe lentamente, fino a raggiungere quasi la posizione eretta. Le gambe dovevano essere leggermente piegate in modo da ammortizzare le vibrazioni causate da tutto il mio nuovo peso.
    Cominciai quindi a camminare. Prima infatti dovevo abituarmi al fardello che dovevo portare. Una volta eseguiti un paio di giri, per niente facili ma che riuscii a compiere mettendo un passo davanti all'altro un po' alla volta, cominciai ad aumentare gradatamente la velocità. Era sempre faticoso però in questo modo non avrei sforzato il mio corpo troppo e troppo in fretta. Mi stavo semplicemente riscaldando. Dopo qualche giro cominciai a fare una corsetta leggera, in modo da non stancarmi troppo e per poter arrivare in fondo a quella gara di resistenza. La schiena era già completamente sudata a causa del contatto con il masso e la fatica si faceva sentire anche a causa del torrido clima, anche se ormai avevo imparato a convivere con quell'arsura. Il peso era decisamente enorme e con le mani in quelle condizioni, fra l'escoriazioni e il sudore rischiavo che il masso potesse scivolarmi di mano. Fortunatamente quando succedeva mi piegavo un po' più in avanti in modo da farlo aderire maggiormente sulla schiena prima di tornare in posizione (il tutto, ovviamente, senza arrestare la corsa). Ero arrivato circa al ventesimo giro quando la vera fatica si fece sentire. Ero già stufo? Impossibile. Eppure era vero. Se avessi potuto avrei voluto lasciare il masso a terra e gettarmi a dormire ma non potevo. Dovevo terminare quel compito. Se mi fossi arreso ora non avrei mai potuto diventare un vero uomo e trovare il mio posto in questo mondo. Dovevo tenere duro. Anche perché sarebbe stato divertente. Se la storia del 30% era vera sarei potuto arrivare a circa 70 giri. Il che significava che avrei dovuto migliorare le mie capacità in modo da fare altri 30 giri. Interessante. Era decisamente una sfida contro me stesso. Che avevo intenzione di vincere. Continuai a correre, decisamente più determinato dentro di me. Sarei migliorato. Sarei diventato più forte. Avrei sopraffatto tutte le difficoltà che mi si sarebbero parate davanti. Un po' come questo masso. Quando avrei finito questa corsa lo avrei sbriciolato, giusto per sfizio personale.
    Continuai la mia corsa, rinnovato nello spirito ma non nel corpo. Stavo rapidamente esaurendo le mie energie e la fatica si stava facendo sentire. La schiena stava cominciando a farmi male e le mani faticavano a tenere una presa solida. La bocca mi si stava impastando ma non me ne potevo preoccupare ora. Avevo una missione da portare a termine. Continuai la corsa, ignorando i classici segnali di avvertimento da parte del mio corpo. Sapevo benissimo che questa impresa era al di sopra delle mie capacità ma riuscire contro tutte le possibilità era il bello di intraprendere un impresa. Era sempre più difficile mettere un piede davanti all'altro ed era sempre più difficile mantenere il ritmo (ero circa al 50esimo giro e dal 40esimo la velocità stava calando).
    Continuai a correre, cercando dentro di me la forza per continuare. Avevo la motivazione, avevo la volontà, avevo le energia. Ora dovevo solo avere la forza di continuare. La mente doveva superare il corpo. La fatica era sempre più grande, il cuore batteva, i polmoni faticavano ma le gambe continuavano. Ero poco oltre la metà e già da tempo desideravo che ogni passo fosse l'ultimo. L'unica cosa importante era non far cadere quel masso e continuare quei dannati giri. Alla fine mi sarei vendicato di quel masso che mi aveva fatto faticare in quel modo. Ero sfinito e il limite dei 70 giri si avvicinava sempre più. Limite che alla fine raggiunsi. Ormai un circolo di sabbia nera era il mio percorso, il percorso che avrei dovuto seguire per altri 30 giri ancora. La corsa era quasi alla fine. Ce l'avrei fatta. Dovevo solo mantenere un ritmo costante. La mia schiena era decisamente dolorante. Non so se sarei riuscito a riacquistare la stazione eretta. Ma di quello mi sarei preoccupato in un secondo momento. Ora l'unica cosa importante era riuscire a finire questa dannata corsa. Ogni giro che stavo facendo era un guadagno. Un miglioramento. Un piccolo passo per rendere me stesso più forte e robusto. Sarei riuscito a vincere questa sfida. E quando avrei finito avrei riso di quel maledetto masso. Subito prima di ridurlo in briciole. Mancavano circa 10 giri. Ormai ero quasi morto e avanzavo quasi camminando. Ma non mi ero mai fermato e il masso non era mai caduto (seppur un paio di volte avevo rischiato). Ormai persino il percorso di sabbia bagnata si stava distruggendo dalla frizione con i miei piedi (a proposito avrei dovuto comprare un nuovo paio di calzature una volta guadagnati un po' di soldi). Mhh... chissà se si poteva scommettere sugli incontri in accademia. Sapevo che si potevano affrontare ninja di altri villaggi ma se si poteva scommettere avrei potuto guadagnare un po' di soldi facilmente. Scartai immediatamente l'idea. Probabilmente era vietato. E mi sarei cacciato in un mare di guai se mi avessero beccato. Sarei dovuto restare con il classico programma: fare delle noiose missioni intra-villaggio per racimolarmi da vivere. Peccato.
    Questi pensieri mi avevano distratto dal dolore e mi accorsi che mi mancava solo un giro o due. Ottimo. Sarei riuscito a concludere in fretta. E all'improvviso mi accorsi che non sentivo più le mie braccia. Dannazione. E che diavolo avevano adesso? Oh, beh. Due minuti e ci avrei pensato. Terminai, a fatica, gli ultimi due giri, arrivando in fondo praticamente camminando. Quando giunsi all'ultimo passo gettai praticamente il masso a terra e rimasi in piedi a respirare affannosamente per cinque minuti. Non riuscivo più a muovere un muscolo. Eseguii qualche piccolo esercizio di stretching fino a quando non mi sentii meglio. Avevo decisamente voglia di mangiare. Ero sfinito. Ma prima un ultima cosa. Dovevo distruggere quel masso. Avrei decisamente goduto nel farlo. Mi avvicinai ad esso, con un espressione quasi crudele in volto.
    Eseguii un pugno diretto dall'alto verso il basso, utilizzando il chakra per migliorarne al massimo la potenza, sfruttando una tecnica che si diceva potesse distruggere le montagne. Perforai completamente il masso e, quando ritirai la masso, esso si frantumò in mille pezzi. Mi voltai, cercando Brando con lo sguardo. Se non l'avessi visto sarei entrato nella tenda. Quando l'avessi trovato gli avrei sorriso:

    Allora, è pronto da mangiare?


     
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  11. Brando O'Kaais
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    6/8



    - Si direi che è quasi pronto. -

    Risposi a Shu appena entrato nella tenda. Sembrava davvero stravolto, forse avevo esagerato, ma questo era l'unico modo per fargli davvero capire i suoi limiti. Quando si fosse seduto avrei tirato fuori il piccolo thermos dal fornelletto. Il sole era ormai tramontato e nel deserto si passava rapidamente da inferno a gelo, infatti si sentiva già arrivare una certa brezza.

    - Sto preparando del ramen, lo preferisci al miso o alla carne? -

    Avevo in una sacca due cilindri con del ramen, come gli avevo detto uno era vegetariano, l'altro con la carne. Quando avesse scelto avrei mostrato che nel fornelletto c'era dell'acqua calda che avrei versato nelle confezioni di cibo. Quindi dopo qualche minuto dentro di essi, avrei rimosso nuovamente il coperchio del ramen e avrei passato a Shu un paio di bacchette.

    - Buon appetito. -

    La cena passò in fretta tanto quanto era venuta e poco dopo, verso circa le 22, ormai il buio era quasi una regola lì nel deserto. Almeno adesso senza le tempeste di sabbia che imperversavano, si poteva scorgere la grande massa muraria che rappresentava l'entrata di Suna. Uscii dalla tenda, non era ancora del tutto buio pesto, e il freddo si sopportava ancora. Invitai Shu ad uscire. Quindi tirai fuori alcune piccole biglie dal mio equipaggiamento, erano abbastanza grandi perchè in una mano ne entrassero circa 3 o 4.

    - Caro ragazzo adesso imparerai a usare il chakra in modo diverso dal solito. La base per il suo utilizzo è un velo adesivo. guarda. -

    Impastai il chakra nella mano che reggeva le biglie, e la voltai a terra, le biglie però non caddero ma rimasero attaccate alla pelle.

    - Non è così difficile basta emettere il chakra nella zona del corpo che vuoi trasformare in una colla, non pensare ad altro, solo a questo, vedrai che riuscirai a mantenere piccoli oggetti con molta facilità. Tieni le mie biglie prova con queste, appena sarai riuscito a tenerle tutte senza farle cadere, passaremo a qualcosa di più avanzato. -
     
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  12. Quicumque
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    Ramen e Biglie

    - Si direi che è quasi pronto. -


    Ottimo.

    Mi sedetti di fronte a lui. Brando estrasse un thermos, mentre un brivido mi attraversò la schiena.

    - Sto preparando del ramen, lo preferisci al miso o alla carne? -


    Carne, grazie.

    Finita la frugale cena Brando mi invitò ad uscire. Il sole era calato e il freddo mi si stava insinuando nelle ossa (dopotutto indossavo dei vestiti decisamente leggeri. Inadatti al clima di Suna. Non proteggevano dal caldo e non riparavano dal freddo. Dovevo decisamente risistemarmi una volta giunto al villaggio, le cui mura erano visibili in lontananza. Fortunatamente il freddo non era eccessivo.
    Brando estrasse delle biglie di metallo e mi fece vedere qual'era il risultato che dovevo ottenere.

    - Non è così difficile basta emettere il chakra nella zona del corpo che vuoi trasformare in una colla, non pensare ad altro, solo a questo, vedrai che riuscirai a mantenere piccoli oggetti con molta facilità. Tieni le mie biglie prova con queste, appena sarai riuscito a tenerle tutte senza farle cadere, passaremo a qualcosa di più avanzato. -


    Spero che non sia così facile come la corsa coi massi...


    Una piccola battuta. Si, anch'io mi permettevo di scherzare ogni tanto.
    Afferrai le biglie nella mano destra. Dunque dovevo emettere del chakra. Provai ad impastare del chakra nel palmo della mano e a farlo fuoriuscire. Non sembrava difficile. Ruotai la mano ma le biglie cascarono al suolo. Mhh. Forse non avevo emesso abbastanza chakra. Riprovai emettendo una quantità doppia di chakra, per poi ruotare il polso. Le biglie cascarono di nuovo. Di sicuro c'era un trucco che non avevo capito.

    Mhh

    Forse... ma si, certo! Non dovevo pensare al chakra come ad un oggetto ma come ad energia! Non era come della colla che bastava applicare una volta perché avesse effetto, l'emissione doveva essere continua! Ora che avevo capito il trucco sarei riuscito a trattenere quelle biglie senza problemi!
    Impastai del chakra, lo feci fuoriuscire e continuai l'impasto. Ruotai la mano e due biglie su quattro cascarono. Perfetto! Ero riuscito a trattenere due biglie! Anche se però mi sentivo stanco e sentivo la mano come intorpidita. Interruppi immediatamente l'emissione di chakra. Avevo riconosciuto i classici sintomi da eccesso di chakra. Tutti i ninja li dovevano conoscere a memoria, in modo da non rischiare di causare dei danni permanenti. Dunque dovevo ottenere un effetto migliore con un impasto minore. Inoltre mi sembrava di aver sprecato troppo chakra. Non ne avevo fatto uscire molto, anzi la maggior parte era andata a finire nei muscoli e così provocava danni e non benefici. Dovevo impastare solo il chakra necessario per trattenere le biglie e farlo fuoriuscire tutto. Capii che quell'allenamento era utile per migliorare il proprio controllo del chakra, oltre ad imparare dei trucchetti utili in missioni di infiltrazione e di spionaggio.

    Provai prima a migliorare il mio controllo, in modo da non rischiare di procurarmi una paralisi alla mano. Impasti poco chakra, cercando di farlo uscire. Ok. Provai ad incrementare la quantità dell'emissione di poco. No. Non riuscivo ad ottenere l'efficienza necessaria. Provai, tenendo l'emissione costante, ad aumentare la sua efficienza. Poco per volta ci riuscii. Una volta riuscitoci continuai a tenerla costante e appoggiai una biglia sul palmo. La sentii aderire alla pelle. Girai la mano e la biglia restò attaccata. Provai ad appoggiare una seconda biglia ma questa non rimase attaccata.

    Evidentemente l'emissione non era uniforme su tutto il palmo. Un altro problema da risolvere. Istintivamente avevo concentrato tutto il chakra sotto la biglia. Così sarebbe stato inutile. Provai a rendere l'emissione uniforme e appoggiai un'altra biglia. Sembravano attaccate. Girai la mano e una delle biglie cascò. E qual'era il problema questa volta? La quantità di chakra era corretta, l'emissione uniforme. Un attimo. Forse avevo capito. Non ero riuscito a mantenere la quantità di chakra costante nel tempo e, in questo modo, la biglia non era rimasta attaccata. Mi concentrai nuovamente e, in poco tempo riuscii a risolvere anche questo problema. Per riuscirci impastai all'inizio solo nell'area centrale del palmo e misi una biglia. Ruotai la mano. Perfetto. Allargai leggermente l'area di impasto e ricalibrai la quantità e l'emissione di chakra. Appoggiai una seconda biglia. Ottimo. Continuai così anche per la terza e la quarta biglia. Alla fine ci ero riuscito, anche se ci avevo messo troppo tempo.

    Disattivai il chakra e poi lo impastai di nuovo in un istante tutto insieme, appoggiai le biglie e ruotai la mano. Per un attimo quasi sobbalzai. Ma poi feci un sorriso. Ci ero riuscito! Ero riuscito a tenere attaccate quelle biglie! Sospirai. Ora dovevo riuscirci con l'altra mano. Impastai il chakra in tutto il palmo e appoggiai le biglie. Cascarono, però con altri 3 tentativi ero riuscito ad ottenere la perfezione anche con quella mano.




    OT Zone
    OT A dispetto dell'autoconclusività della prova la sua riuscita è a completa discrezione dell'addestratore /OT
     
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  13. Brando O'Kaais
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    7/8



    Notai l'esercizio svolto da Shu e mi complimentai con lui, stava imparando in fretta. Certo all'inizio un po di errori lo avevano frenato, dato che avevo volontariamente omesso la meccanica di riuscita perchè apprendesse con le sue forze, ma era in ogni caso arrivato alla fine. Ottimale. Avevo in mente di fargli adesso un esercizio per mantenersi in equilibrio su una superficie verticale, quindi unire le due prove in un test finale che mi avrebbe rivelato la sua effettiva preparazione. Quindi lo invitai a riporre le biglie nel sacchetto che avevo poggiato a terra, e di seguirmi. Ci allontanammo dalla tenda di circa una ventina di metri, quindi posi le mani nella posizione del Cane, e mi piegai sulle ginocchia. Con un po di concentrazione e un suono gutturale, una parete di roccia alta circa 6 metri crebbe dal terreno. Non era molto spessa ma abbastanza per reggere il suo peso. Mi alzai nuovamente in piedi.

    - Bene Shu, questo esercizio è diverso, ma la meccanica è la solita, immagina stavolta che i tuoi piedi siano le tue mani, e che tu sia una biglia. Spiegata così fa abbastanza ridere ma il chakra adesivo che dovrai usare sulla parete di roccia è dello stesso tipo di quello che hai usato fino ad ora. Qui però dato che il tuo peso è maggiore di qualche biglia, dovrai controllare con più attenzione il chakra, se ne usi troppo rischi di essere rimbalzato via come due calamite con poli uguali. Se la tua emissione sarà costante e uniforme riuscirai non solo a restare incollato alla parete, ma anche a camminarvici sopra, e anche a correre. Ora vai, prova un po e vediamo come te la cavi. Voglio che tu continui ad esercitarti fino a che non avrai acquisito abbastanza naturalezza da correre con leggiadria su quella parete, ora comincia. -

    Mi sedetti a gambe incrociate a guardare i suoi progressi.
     
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  14. Quicumque
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    La parete di roccia



    Brando si complimentò con me per il lavoro svolto, per poi invitarmi a riporre a posto le biglie e a seguirlo. Ci allontanammo di una ventina di passi dalla tenda prima che lui utilizzasse un altro doton per creare una parete di roccia. Una buona tecnica difensiva. Mentre osservavo la parete crescere dal terreno, come fosse una sorta di albero, mi stupii di ciò che il chakra e il ninjutsu potevano generare. Veramente incredibile.
    Mi spiegò poi l'esercizio che avrei dovuto svolgere questa volta.

    Un'applicazione decisamente utile e pratica. In questo caso la strada per il successo era già tracciata: dovevo solo procedere per gradi. Il segreto, come mi aveva appena rivelato Brando, non stava nella quantità di chakra ma nel suo controllo. Troppo chakra e sarei crollato a terra. E una caduta da sei metri non era certo piacevole. Cominciai quindi ad impastare il chakra come per le mani e appoggiai il piede destro (solo il destro) sulla parete. Provai a tirare leggermente e il piede si staccò. Come immaginavo. La forza che avevo applicato era decisamente inferiore rispetto a quella del mio peso (anche se sapevo che non sarebbe stata applicata interamente, ma non era quello il momento di discutere di fisica). La cosa importante era che non avrei fatto neppure un passo in quelle condizioni.

    Dovevo imparare a controllare il chakra in modo migliore. Eseguii gli stessi esercizi che avevo svolto per le mani con i piedi, in modo da controllare alla perfezione l'uniformità dell'emissione e poi provai ad incrementarne la quantità gradualmente fino a giungere al punto in cui il mio piede venne respinto dalla parete. Bene, avevo trovato la massima quantità che potevo concentrare. Lo feci con il piede destro poi provai a tirare. Si staccò. Uniformai nuovamente l'emissione e la sua uniformità. Non si staccò più. Perfetto. Feci lo stesso con il piede sinistro, fino a renderlo un processo naturale con entrambi. Poi appoggiai entrambi i piedi, riuscendo a farli rimanere attaccati. Uff. Ora dovevo solo camminare. Cominciai a diminuire la quantità di chakra impastata sul piede sinistro per poi muoverlo in avanti e farlo attaccare ad un punto successivo della parete di roccia. Feci lo stesso con il destro. Avanzavo decisamente piano e mi ci volle un po' per trovare un equilibrio stabile però stavo comunque camminando su una parete verticale. Dovevo un attimo abituarmi a quella nuova condizione, sia fisicamente che psichicamente.

    Salii e scesi un paio di volte a quella velocità, per poi cominciare ad incrementarla piano piano. Stava decisamente andando. Qualche volta mi fermai per ritrovare la concentrazione ma dopo qualche tempo non fu più necessario. Ormai avevo capito il meccanismo e riuscivo a controllare la quantità e l'uniformità dell'emissione di chakra in un istante. Dopo una decina di camminate a velocità sempre maggiore decisi di provare a correre. Andò abbastanza bene, non fosse altro che una volta dovetti appoggiare la mano alla parete dato che stavo quasi per cadere. Dopo un altro paio di volte riuscivo a correre senza problemi. Ma non avevo ancora finito. Finora, infatti, avevo solo fatto dei percorsi in linea retta. Dovevo imparare a muovermi in verticale con la stessa naturalezza con cui mi muovevo a terra. Corsi fino a metà della lastra e poi cominciai a camminare nelle varie direzioni, sia di fianco che in obliquo e poi eseguii delle traiettorie curvilinee, in modo da adattarmi sia al metodo di concentrare il chakra che nelle varie traiettorie eseguite. Quando pensavo di aver effettuato tutti i movimenti possibili cominciai a ripeterli a velocità maggiore fino ad acquisirne il completo controllo.

    Cominciai quindi a correre a tutta velocità su quella lastra eseguendo tutti i movimenti possibili. Sembravo una specie di pazzo. Però nessuno avrebbe potuto dire se ero a terra o in verticale. Ero riuscito, grazie alla pratica e alla concentrazione, ad ottenere quella capacità. E ne ero decisamente felice. Arrivai a circa un metro da terra prima di concludere con un balzo.
    Mi avvicinai a Brando.

    Allora, che te ne pare?



    OT Zone
    A dispetto dell'autoconclusività mostrata nel post il successo della prova spetta solo all'esaminatore.
     
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  15. Brando O'Kaais
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    8/8



    Osservai Shu inclinando la testa in segno di approvazione di tanto in tanto, stava facendo un buon lavoro. Via via che proseguiva nell'esecuzione dell'esercizio stava acquisendo una fluidità e una sicurezza sempre maggiori, segno che aveva capito la parte tencica della questione e riusciva ad applicarla alla pratica dei movimenti. Quando ebbe raggiunto una certa sicurezza si gettò dalla parete venendomi incontro.

    CITAZIONE

    Allora, che te ne pare?


    - Beh direi che ci siamo e che possiamo mettere in pratica tutti i miei insegnamenti. -

    Passai a Shu in altro sacco di biglie, decisamente più grande del precedente, del peso di circa 10 kg. E io me ne caircai uno in spalla della stessa grandezza. I due sacchi erano pieni delle biglie con cui ci eravamo adoperati prima, e stavolta l'esercizio finale sarebbe stato l'uniione di tutto ciò che avevamo fatto in precedenza.

    - Gli esercizi fisici ti hanno dato forza, resistenza e velocità, quelli del chakra ti permetteranno di applicare alle biglie e alla parete questi vantaggi. Io correrò attorno alla parete cercando di colpirti con le biglie, tu dovrai camminare sulle surfici del muro evitando i miei colpi e sparando mi a tua volta le biglie che ora possiedi. Chiaramente se cadrai avrai fallito e ricominceremo fino a che non avrai evitato tutte le biglie del mio sacco. Quando sei pronto cominciamo. -

    All'inizio della prova sarei scattato per colpire Shu al corpo con le mie biglie trattenendole col chakra mentre eseguivo spostamenti aerei, quando lui avesse scavalcato lo spessore della parete nascondendosi sull'altra faccia del muro lo avrei seguito, evitando a mia volta i suoi colpi, e rispondendo a tono fino a che il mio sacco non si fosse svuotato. Se fosse caduto avrei richiamato un nuovo sacco e la partita avrebbe ripreso dall'inizio.
     
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16 replies since 24/12/2009, 16:48   268 views
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