L'aratro dello Spaventapasseri

[Suna] | [TS]

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  1. Quicumque
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    La storia del Sandaime Kazekage




    Seguii Aizen, prima fuori dalla casa e poi lungo un corridoio fino a giungere di fronte ad una porta. Sopra vi era un ritratto e in quel momento sentii il mio sangue e il mio chakra ribollire. Si, lo sapevo persino prima che Aizen mi rivelasse la sua identità: lui era il Sandaime Kazekage, il mio progenitore. Ascoltai con interesse la sua breve storia, raccontata da Aizen. L'avevo già sentita ma l'emozione nella voce del mio parente non poteva uguagliare quella di Shu. Mi inchinai di fronte al ritratto in segno di rispetto prima che Aizen aprisse la porta e mi conducesse all'interno dell'arena. Potevo vedere dei blocchi di sabbia nera, disposti in cerchio. Mi misi al centro del cerchio e Aizen mi spiegò questa prova:

    - Ho preparato questi blocchi di sabbia nera per te mentre riposavi, dovrai riuscire a sollevarli e muoverli, non serve tutti assieme, per il momento. Meglio che tu prenda confidenza con la pesantezza della sabbia. Quando avrai imparato a manovrarla, ti insegnerò a scinderla come polvere. -



    Annuii. Mi concentrai sulla sensazione che avevo provato prima e generai un campo magnetico. Tutti i blocchi si trovavano al suo interno. Li percepivo. Si, decisamente non era marmo, pensai sorridendo. Mi concentrai sul blocco che si trovava di fronte a me. Provai a muoverlo senza muovermi, solo con la concentrazione della mente. Niente. Dovevo ancora aiutarmi con le mani. Decisamente quello era un problema che avrei dovuto risolvere presto. Tesi la mano e il campo si concentrò attorno a quel gigantesco blocco di acciaio. Cominciai ad aumentare il flusso di chakra e a sollevare la mano. Il blocco si alzò. Perfetto. Sentivo però che era decisamente pesante e dovevo concentrarmi molto di più per mantenere il campo magnetico e per tenere sollevato il blocco ma, piano piano, riuscii a sollevarlo decentemente e a muoverlo. Lo spostai nei tre piani dello spazio prima di farlo ruotare su se stesso. Stavo sudando e sentivo che ben presto lo avrei fatto cadere. Prima che ciò avvenisse abbassai la mano e lo feci posare al suolo. Decisamente era un attività faticosa sollevare blocchi di metallo, anche con la forza del pensiero. Ok, del magnetismo ma l'importante è che è faticoso lo stesso.

    Mi riposai un paio di minuti. Dovevo dimostrare di che pasta ero fatto. Come aveva detto Aizen l'unica cosa che potevo donare al clan e a Sandaime era il mio onore. E in questo momento significava risvegliare le capacità del mio sangue, sopite in me. Era il momento di svegliarsi e di vivere la mia nuova vita!

    Decisi che avrei superato la prova senza usare le mani. Pertanto le incrociai e inchiodai con lo sguardo uno dei blocchi di metallo. Guardai verso l'alto, giusto per conferirmi un ultimo minuscolo aiuto ma quello non si sollevò. Stizzito gli ordinai mentalmente di alzarsi, mentre il chakra ribolliva dentro di me. Intimidito da quella dimostrazione di rabbia (a me piace pensarla così) quel blocco si sollevò e cominciò a ruotare come una trottola impazzita. La cosa mi divertiva molto e cominciai a farlo ruotare, prima di spostarlo nuovamente. La forza di volontà è decisamente forte, quando la si sa usare. Ma sapevo che non potevo diminuire la mia concentrazione.

    Mi rilassai un attimo mentre il blocco cominciò a ruotare attorno a me a causa del campo magnetico. Feci posare il primo blocco al suolo, lentamente, visto che dato il suo peso avrebbe potuto fracassare il pavimento se lo avessi semplicemente mollato. Mi concentrai sul secondo blocco e anche quello cominciò a sollevarsi e a muoversi. Eseguiva i miei ordini, proprio come un soldatino. Proprio come una marionetta. Proprio come il corpo di Sandaime profanato dal maledetto Sasori. Ci mancò poco che perdessi il controllo e che scagliassi il blocco contro Aizen (anche se ero sicuro che avrebbe potuto bloccarlo senza problemi). Però cominciai a farlo ruotare sempre più veloce, fino a quasi demolirlo a causa dell'attrito con l'aria. Lo posai a terra, con violenza ma senza rompere nulla. Mi concentrai quindi sul terzo blocco.

    Il mio corpo era pieno di adrenalina per cui non sentivo ancora la fatica e lo stress a cui era sottoposto il mio corpo. Riuscii a manovrare senza problemi il terzo, il quarto e il quinto blocco tuttavia al sesto cominciavo a sentire la fatica.

    Il blocco si muoveva decisamente più lentamente degli altri ma si muoveva ancora. Il settimo riuscii a sollevarlo solo con molta fatica e solo dopo molta concentrazione e un enorme flusso di chakra riuscii a farlo ruotare su se stesso, anche se decisamente lentamente. Sentivo la fatica e come il mio chakra veniva rapidamente prosciugato da quello sforzo. Mancavano ancora tre blocchi. Avrei resistito? Certo che si. Ne ero sicuro? No. Ma non importava. Ne andava del mio onore. Dell'onore del clan Kurogane. Dell'onore della stirpe dell'uomo che aveva iniziato tutto questo. Mi voltai verso gli ultimi tre blocchi. Non avevo chakra sufficiente per sollevarli tutti separatamente per cui la soluzione era ovvia. Chiara come il sole. Entrai in contatto con il mio spirito, con i poteri racchiusi nel mio DNA. Il flusso di chakra incrementò a dismisura mentre urlavo con tutto il fiato che avevo in gola. Presto il mio corpo sarebbe crollato svenuto se non facevo qualcosa. Ma non era ancora abbastanza veloce. Concentrai il campo magnetico attorno a tutti e tre gli ultimi blocchi di sabbia nera e mi preparai per il gran finale. Cominciai a sollevare tutti e tre i blocchi insieme. Piano piano. Una volta raggiunta un'altezza ottimale li feci ruotare su loro stessi. All'inizio lentamente poi sempre più velocemente. Una volta raggiunta una velocità ottimale li feci cozzare tra loro, provocando la loro distruzione in numerosi grossi pezzi, che caddero al suolo in modo casuale attorno a me e ad Aizen, lasciandoci illesi. Rimasi stupito dal potere che avevo ereditato mentre mi riprendevo da quell'enorme fatica e il mio chakra rallentava il suo flusso.

    Allora, soddisfatto?



    Dissi ansimando. Manipolare la sabbia era un enorme fatica, sia fisica che mentale come sempre, quando si manipola il chakra.

     
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