L'aratro dello Spaventapasseri

[Suna] | [TS]

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  1. Quicumque
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    L'armaiolo



    Ascoltai attentamente Aizen. Quindi, a quanto pareva, non ero l'unico con problemi di visualizzazione. Rimasi però praticamente di sasso quando lo vidi eseguire delle sculture viventi di sabbia nera che si affrontavano come dei veri e propri shinobi.

    - Sebbene non sia fatta per questo, la tecnica permette anche certi divertimenti, eheheheh. Ora voglio che sia tu a ricomporre la sabbia. -

    Diavolo, è stato davvero stupefacente!



    Ascoltai attentamente le istruzioni e già da questo capivo che questa volta sarebbe stato decisamente difficile. Mi concentrai su una piccola parte di sabbia e la sollevai in aria, fino a compattarla in una palla. Poi cominciai a visualizzare nella mia mente un kunai, dal manico alla lama e cominciai a farlo letteralmente fuoriuscire dalla sfera metallica. Lo afferrai ma quello si sgretolò subito. Non ci avevo messo abbastanza impegno. Si trattava di un compito che richiedeva una precisione non indifferente. Continuai a concentrarmi fino a quando non visualizzai perfettamente il kunai nella mia testa. Lo visualizzai per intero e questa volta cercai di manipolare la sfera di metallo perché si adattasse al mio volere. In poco tempo ci riuscii, e un kunai venne formato. Un sorriso di sollievo si dipinse sul mio volto. Lo afferrai con la mano e lo scagliai addosso ad Aizen, giusto per testare il lavoro che avevo fatto. Il kunai andò addosso ad un muro e si frantumò in mille pezzi. Cominciai a crearne degli altri, sempre di dimensioni simili a quelle normali. Per esercitarmi cominciai anche a creare degli shuriken, dei coltelli da lancio e degli spiedi per poi lanciarli in rapida successione contro Aizen. Non funzionava. Era troppo veloce e schivava sempre tutte le armi che lanciavo. Cominciavo a sentirmi frustrato ma capivo che dovevo calmarmi e ragionare a mente fredda se volevo trionfare.

    All'improvviso capii dove stavo sbagliando. Dovevo controllare le armi con il campo magnetico e non scagliarle. Che idiota che ero stato. Dovevo sfruttare tutte le mie capacità, manipolare un enorme quantità di sabbia, creare un sacco di armi e scagliargliele addosso controllandole col magnetismo. Seguii anche il suo consiglio. Allargai le braccia e la sabbia nera cominciò a raccogliersi attorno al mio corpo. Cominciai quindi a muovere le braccia e le mani, muovendo quell'informe ammasso di materia e cominciando a fabbricare un gran numero di armi. Shuriken, Kunai, coltelli da lancio, spiedi. Ne creai una quantità quasi industriale e li scagliai addosso ad Aizen. Tutti insieme ovviamente, cercando di mantenerne il controllo. Era una sfida di abilità e precisione non di potenza. Aizen riuscì a schivare tutti i lanci ma lasciai perdere metà delle armi per concentrarmi solo sull'altra metà che mossi in aria e, prima che potessero conficcarsi al suolo, invertirono la loro posizione e tentarono di attaccare il capoclan da dietro. Con un saltò poté evitare le armi ma presi il controllo di uno dei kunai che avevo lasciato a terra e glielo scagliai contro. Riuscii solo a strappargli un pezzo di kimono.

    Che rabbia. Ma mi calmai. Dovevo concentrarmi e ragionare a mente fredda. Dovevo pensare alla precisione dei miei lanci e non alla loro forza. Questa era come una partita a scacchi e come quella di prima avevo tutta l'intenzione di vincerla. Continuando a muovere le mani cominciai a bersagliarlo da più fronti ma riusciva sempre a trovare il punto debole dei miei lanci, il varco in mezzo all'oceano di metallo che si stringeva attorno a lui.
    E all'improvviso mi venne in mente un idea per beccarlo. Solo perché ora usavo le mani non significava che non avrei potuto utilizzare anche la mente da sola per manipolare. La manipolazione di tre gruppi di armi sarebbe stata dura ma avevo tutto il tempo per allenarmi a farlo.

    Mentre con le mie mani manovravo due gruppi di armi cercando sempre di colpire Aizen, ma sempre senza successo, con la mia mente cercai di acquisire il controllo di un kunai. Dopo qualche tentativo ci riuscii (nel frattempo Aizen aveva evitato altri 5 lanci) e la mia trappola poteva ritenersi conclusa. Avevo già programmato tutto e in cuor mio sperai che fosse vero che non era un ottimo scacchista.

    Scagliai il primo gruppo di armi, controllato dalla mano sinistra, in modo che potesse spostarsi solo a destra per schivare, dove l'aspettava al varco il gruppo di armi controllato dalla mia mano destra. L'unione dei due gruppi gli permetteva di evitare solo in un senso e, come avevo previsto, schivò esattamente nel modo in cui avevo previsto. Li lo aspettava al varco l'ultimo kunai. Sbucò da terra e bersagliava il suo petto. Scacco matto. Se fosse indietreggiato sarebbe stato infilzato da una decina di spiedi, in alto si trovavano degli shuriken e dai lati era circondato da un discreto numero di kunai. La mia morsa si era stretta, e non aveva alcun modo di evitare quell'ultimo, letale, attacco.

    Se fossi riuscito a toccarlo mi sarei accontentato fermando il kunai nel momento stesso in cui avessi percepito che aveva toccato qualcosa. Mi sentivo decisamente sollevato e fiero di me, oltre ad essere orgoglioso del mio retaggio.

     
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