[Primo Accesso] South Gate of Sound

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    E' il Fenrir che parla, la creatura demoniaca con la quale ho deciso di legarmi per trarne potere.
    Dalla sua voce traspare potenza...è forte, lo sento. E' irato con me; mi accusa di essermi presentato al mondo come il Lupo di Oto, il protettore del South Gate. Non rispondo, restando in silenzio ma so che lo scontro è inevitabile; l'aria è colma di elettricità. Il suo ego è smisurato, come la sua ferocia. Eppure deve capire che sono in grado di gestire l'entrata che per anni, o forse secoli, lui ha sorretto forse solo mediante il timore della sua testa rappresentata sulle ferree ante.

    Quando queste si aprono Egli mi invita a seguirlo. Le guardie sembrano non percepire quanto mi sta accadendo...provo ad interrogare una di esse ma rimane impassibile. Quello che dovrò compiere è un viaggio interiore; è nella mia testa che la vera battaglia avrà luogo. O forse è un'illusione nella quale tutti siam caduti? Credo più solo io. Le mie gambe si muovono senza incertezza lungo la stretta viuzza indicatami. Il buoio mi avvolge quando entro nel fitto verde del bosco. Non sono da solo; il Fenir è lì più vicino che mai. E quando il buio viene squarciato dalla luce della Luna, il silenzio dall'ululato del Lupo e l'aria da un improvviso temporale il mio cuore si riempie di gioia. L'animo mi rugge, i battiti aumentano, l'adrenalina sale...sfoderlo la lama del clan e la poggio sulla spalla procedendo ancora avanti. Nessun albero mi è di intralcio nel mio cammino; lui vuole incontrarmi.

    image

    Dunque siam giunti.

     
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    Mentre avanzava tra gli alberi, Diogenes non avrebbe potuto scuotersi di dosso la sensazione di qualcosa in agguato. Sagome che saettavano tra gli alberi in lontananza. Fruscii di foglie smosse da qualcuno in corsa. Bagliori di zanne e occhi animali che duravano un istante, qua e là tra i tronchi.

    E poi, quando mancava appena un centinaio di metri alla zona illuminata, si levò un ululato terribile. Tanto intenso da scuotere il terreno stesso e riempire l'aria, negando ogni altro rumore e percezione.

    Col suono che ancora eccheggiava, ci fu una vibrazione in avvicinamento, un istante, e un paio di zanne spalancate cercarono di serrarsi sulla nuca di Diogenes, sbucando da dietro un albero. La terribile bestia era un lupo grande come e più di un cavallo, ma nonostante tutto si era mossa in maniera silenziosa, come un provetto cacciatore, approfittando della copertura del suo stesso ululato, intenso come un terremoto, per attaccare. [Energia Nera+3 tacche]

    Comunque Diogenes avesse reagito o si fosse difeso, la creatura si sarebbe dissolta in fumo, lasciando solo l'eco dell'ululato a riempire il tempo. E una sagoma sarebbe stata visibile su una roccia lontana, proprio dove cadeva la luce della luna.

    Quando il guardiano avesse raggiunto la piccola radura bagnata dall'argento, vi avrebbe trovato una bestia possente, che faceva della violenza e della forza la sua nobiltà. Le zanne parzialmente snudate lanciavano bagliori rossicci. Gli occhi iniettati di sangue erano capaci di fermare un cuore debole per il terrore. I muscoli del dorso erano assai più potenti di qualunque macchina l'uomo avrebbe potuto creare. Una creatura immensa, grande come e più di una casa.. Pura potenza nella forma di un Lupo.

    Eccoti qui.

    Davanti a me.

    Ma non stai tremando


    Parlò senza che vi fosse la minima alterazione nel suo muso. Comunicava con la mente.

    Dimmi, Guardiano. Ora che mi hai visto. Cosa vuoi da me?

    E perchè mai dovrei accontentarti, invece di sbranarti per la tua arroganza?



     
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    Mi sta braccando; è così palese. Posso quasi sentire il fiato della belva sul mio collo e le sue fanne pronte ad agganciarmi la testa...la sensazione è fortissima; e pensare che fa questo effetto solo la sua presenza.
    Quando l'ululato parte alzo la difesa, come un gesto istintivo. Come il cacciatore che avanza tra i rami secchi con il suo fucile stretto in mano così io mi avvicino alla mia presa armato della fidata lama. Sarebbe stata una prova di forza senza eguali; il palio c'è qualcosa in più di un semplice portone da difendere. Mi avrebbe potuto tendere un agguato da un momento all'altro; un bosco è il posto ideale; una flebile quantità di chakra va a incrementare le mie capacitò sensoriali (combattere alla cieca), le gambe sono pronte al balzo, la Katana a tranciare le carni.
    Uno flebile spostamento d'aria dal lato sinistro; l'impressione di odorare la pellaccia di quel lupo oramai vicinissimo, il suono dell'ululato oramai entrato nelle orecchie assordante. Mi giro solo in tempo per frapporre la lama al muso della grossa belva; mi avrebbe comunque ferito...ma l'impatto non arriva. Una illusione.

    " Ti diverti è! Sporco cane!"


    Ma quando continuo ad avanzare verso la luce della luna ecco apparire il Fenrir, demone di Oto. All'inizio è un immenso manto argenteo di spine ma poi l'immagine si fa più nitida e il sublime cattura il mio cuore. Che potenza! Che bellezza! Mai vista una fiera più bella di questa; l'impersonificazione di quella violenza e di quella potenza animale, selvaggia che ammutolisce tutti e disintegra i deboli. Quanto bramo questo potere!
    Mi parla da oltre venti metri. Forse cerca di intimidirmi ma io non sono mai stato più felice di adesso.

    " Che tu voglia o no la protezione di Oto adesso è nelle mie mani. Fai spazio al nuovo Lupo, Fenrir Vánargandr della foresta di Ferro."


    image

    E il chakra rompe le barriere del sigillo fuoriuscendo dal mio corpo per andare a ricoprire l'intero mio lato sinistro. Forse il demone si sarebbe sentito privato di parte del suo chakra, o del suo potere, ma è chiaro: come contro Garth fu una guerra tra Mikawa questa sarebbe stata una guerra fra belve, alle altre abilità avrei ricorso solo se costretto.

     
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    Sbaglio..o mi hai chiamato CANE prima?

    La voce carica di brutale forza riempì la foresta, mentre la possente bestia arricciava appena le labbra, mostrando le zanne in un ringhio.

    Lascia che ti mostri cosa vuol dire sfidarmi impunemente, Ragazzino. E accettane le conseguenze!

    Fu il tempo di un istante, e il lupo rilasciò un intento omicida pari, se non superiore, a quello del Guardiano. I due erano simili. La loro furia si scontrava e si comprendeva. Fu in quell'istante, probabilmente, che l'uno riconobbe l'altro davvero.

    Come un nemico da combattere per la Supremazia.

    Due Alfa nello stesso bosco.

    Doveva esserci una lotta.

    Nonostante la stazza, il lupo fu rapidissimo nel portarsi verso il Mikawa con un Balzo. Le immense fauci si sarebbero chiuse sulla sua testa se questi non si fosse in qualche modo difeso. Conscio che la folta pelliccia lo proteggeva almeno in parte dai contrattacchi, il Lupo mirava a uccidere e sbranare. [Energia Nera+3 tacche]

    In seguito, approfittando della sua massa e dello slancio accumulato, avrebbe provato a calpestare il nemico con una delle zampe anteriori, e in ultimo, un altro morso che mirava a afferrare il torace del Guardiano e stritolarlo tra le forti zanne. Questo anche se fosse stato già abbattuto, o si fosse scostato.

    La furia non guardava in faccia lo stato del nemico. Travolgeva e basta, fino alla soddisfazione completa.

     
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    Cronache di Oto; Parte Prima



    Non sembrava avere grande fretta. Era un'osservazione banale, ma a guardare quella figura sorgeva spontanea. Avanzava con lenti movimenti dinoccolati, muovendosi al centro esatto della strada. Era alta forse un metro e ottanta, ma più probabilmente qualcosa di meno. Indossava un lungo mantello nero con un cappuccio delicatamente appoggiato sulla testa ed i movimenti rivelavano porzioni di abiti eleganti. Un farsetto color crema sopra una camicia bianca, una cintura di cuoio dalla fibbia d'oro, dei pantaloni di fustagno con alla fine dei semplici stivaletti di pelle lucida. Il viso era in ombra, ma emergeva un paio di labbra chiare e sottili inarcate in un perenne sorriso, a mettere in mostra i denti candidi. Giunse di fronte alla porta, non senza attirare l'ovvia attenzione delle guardie. Si guardò attorno con calma, nuovamente senza dare l'idea di voler rendere quell'operazione più rapida del dovuto. Prima di parlare, si schiarì la voce portando educatamente la mano di fronte alla bocca.

    Avrei necessità di conferire con Aloysius Diogenes Mikawa.. - Il tono tagliente della voce si abbinava in una bizzarra alchimia con il linguaggio desueto. - ..potreste usarmi la cortesia d'avvisarlo prima di morire?


     
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    Nuove visite nella tarda mattinata di quel di. Il sole inizia a calare e i colori di Oto prendono le tonalità dell'arancio e del rosso. Con la mezza sfera alle spalle la figura si avvicina fin sulla soglia del Gate di Diogenes. Le guardie glie lo permettono; ordini del capo: " Dovete vedere bene il faccia sia il rivale che il compagno". L'atmosfera al Gate è esattamente quella indicata dal Mikawa; quando si è di turno non si ammettono errori e quindi le bottiglie di alcolici e le carte di Poker sono ben riposte nella credenza della piccola saletta antistante il grosso portone. Il tempo dei divertimenti non è quello. Tuttavia il carattere dei difensori del Suono è esattamente quello del tipico Otese, che per arroganza, prepotenza e sconcezza è il migliore tra i 4 grandi villaggi ninja. Si mormora sulle alte mura all'arrivo del nuovo ospite ma quando parla Kurazu, il più alto in grado quando in assenza del boss, tutto tace.

    " AHAHAHAH Frocetto fin quando non mostri il tuo volto e non ti presenti adeguatamente l'unica cosa con cui puoi conferire è il kunai che ho stretto in pugno. Allora, chi cazzo sei?"

    :::

    Korazu sta parlando con qualcuno, c'è troppo silenzio di sopra.

     
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  7. Kuronekochan
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    Una Mattina Qualunque.
    Cronache di Oto; Parte Prima



    Sospirò, certo in modo teatrale, ma a modo suo sincero. Tutti poterono udirlo ma solo l'esperienza di Korazu gli permise di notare un accenno di rabbia. La mano destra carezzò il mento col dorso dell'indice e poi proseguì in alto sino al cappuccio, dove si arrestò lungo il bordo. Non era indecisione, la sicurezza dei movimenti non la suggeriva, semplicemente una volta di più era come se sottolineasse l'assoluta tranquillità con la quale stava affrontando la situazione.

    L'irruenza di voi abitanti del Villaggio di Oto mi era stata più volte menzionata. - Il sorriso si allargò, trasformando la cordialità in una minaccia cortese. - Un gran peccato però! - Anche l'esclamazione era contenuta. - Non è affatto elegante.


    Finalmente il cappuccio scivolò all'indietro. Rivelò un viso dai tratti affilati, caratterizzato da un perfetto naso alla greca sul quale si appoggiavano degli occhialetti rettangolari dalla montatura dorata il cui riflesso riusciva appena a nascondere un paio di occhi azzurri, in perfetto accordo con una corta zazzera di capelli biondo chiaro. Tutto sommato aveva un aspetto giovanile, anche se qualcosa in lui suggeriva una certa maturità, fosse anche solo la fronte leggermente aggrottata.

    Il mio nome è Devon. - Aveva mantenuto inalterato il sorriso. - Preferisco non far menzione della mia provenienza. - Chiuse gli occhi per un istante, in un cenno di diniego. - Detto questo credo sarebbe opportuno che voi accoglieste la mia richiesta.. - Li riaprì di scatto, trasformando il suo sguardo in qualche di mortalmente tagliente. - ..in ogni sua parte.


    La sua figura cominciò a farsi opaca e sfuggente agli occhi del guardiano. E con essa tutto l'ambiente circostante, almeno sino a quando non cominciò a barcollare. Ma era davvero il Mondo a muoversi oppure.. era lui stesso? Avvertì una sorta di conato acido provenire direttamente dalle viscere.
     
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    Non appena il capo delle guardie cade sulle ginocchia, tremante di paura, l'intero Gate si arma. Lungo 50 metri di mura il giovane shinobi avrebbe visto una schiera di braccia alzate pronte a scagliare kunai muniti di bombecarta. Aspettano solo l'ordine del capo, ora steso a terra ed impegnato da un conato di vomito. E se questo non fosse arrivato entro pochi secondi, il secondo in comando avrebbe dato il via allo spettacolo. La regola è sempre la stessa.

    Maledizione, non si può star mai tranquilli.

    " Alt!"

    D'un tratto l'atmosfera sarebbe diventata incredibilmente pesante; il cuore di ogni ninja distante dal gate meno di 60 metri avrebbe preso ad accelerare e i pori della pelle a secernere sudore. A passi lenti e pesanti mi muovo sulla piccola scalinata in pietra che conduce alla passerella della cinta muraria. Interminabili secondi per il ninja che stava per essere spazzato via dalla faccia della terra. Senza dire nulla di più arrivo allo stesso livello delle guardie pronte a scagliare il letale proiettile...vedendomi arrivare non si scompongono, rimanendo tutti fissi sul bersaglio. Altra regola: sotto attacco le cerimonie sono rimandate a dopo la vittoria. Tuttavia i loro occhi tremano come, a tratti, le loro ginocchia; nonostante sappiano da quale parte giochino non riescono a resistermi. Senza togliere le mani dalle larghe tasche della mantella mi calo agilmente dall'altra parte delle mura mediante un semplice balzo. Atterrando non faccio più rumore di quello che farebbe un sassolino lasciato cadere da un metro di altezza. Continuando con il medesimo andamento mi avvicino al bersaglio senza perdere per un attimo i suoi occhi tinti di azzurro. L'espressione è seria e ad ogni passo verso di lui, l'intensità dell'aura si sarebbe fatta più forte. Dalla sua reazione avrei capito realmente chi fosse.

    image

    " Bene, sei riuscito nel tuo intento di incontrarmi. Adesso piega me sulle ginocchia, se ci riesci. "



    ____________________________

    SPOILER (click to view)
    ~ Aura del capoclan [1]

    Grazie a tale abilità il ninja, facendo disperdere nell'aria a lui circostante una minima quantità di chakra, è in grado di incutere con la sua sola presenza una forte sensazione di disagio, insicurezza, paura accompagnata da una rigidità dei movimenti e una eccessiva sudorazione a tutti i ninja in essa presenti. L'aura non intaccherà le statistiche seppure il timore nei confronti del Mikawa susciterà un drastico calo della concentrazione che si ripercuoterà in tutte le azioni del ninja e un cospicuo aumento della sudorazione e del battito cardiaco. In questo stato è facile per i ninja soggetti all'abilità compiere errori o in alcuni casi alla dimenticanza dei sigilli delle tecniche.
    L'entità della "paura" varia a seconda delle energie di differenza che intercorrono tra Diogenes e i bersagli fino a raggiungere, in casi di eccessivo squilibrio di forze situazioni di completa rigidità del corpo, incapacità di elebarorare strategie e quant'altro.
    ~ Parienergia: Stanto di ansia con aumento dei battiti cardiaci
    ~ 1 energia: Sudorazione e battiti aumentati; timore
    ~ 2 energie: Sudorazione e battiti aumentati; calo di lucidità e capacità di analisi; timore
    ~ 3 energie: Sudorazione e batitti aumentatai di molto; possibile dimenticanza delle sequenze delle posizioni magiche; paura
    ~ 4 energie: Sudorazione e battiti aumentatai di molto; impossibilità di elaborare strategie, sequenze dimenticate; paura
    ~ 5 o più energie: completa rigidità del corpo; terrore.
    Uscire dalla portata dell'abilità permette un graduale (un turno completo ogni energia di distacco) smaltimento dei "malus" e rende immuni dall'ablità stessa per un giorno intero.
    L'aura ha un raggio di 10 metri ogni bassissimo impiegato da Diogenes (max medio).
    [Essere capoclan]
     
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  9. Kuronekochan
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    Resse lo sguardo. Non si mosse, non cambiò espressione. Si limitò a mantenere la posizione, rivolgendo a Diogene quello stesso sorriso tagliente, ed a tratti persino sinistro. Anche quando l'imponente figura del Mikawa gli fu addosso sovrastandolo di almeno una ventina di centimetri, semplicemente piegò la testa all'indietro per poter mantenere il contatto fra i loro sguardi. Il Ninja di Oto era in possesso delle conoscenze necessarie per poter scrutare dietro quegli occhi azzurri ed in essi riusciva a leggere soltanto gli ultimi accenni di un lieve eccesso d'ira, ma di certo non paura. La sua presenza però non poteva essere certo ignorata, e seppur in un gesto impercettibile ai più, il ragazzo degluì, deformando appena il viso ai lati della bocca.

    Non credo ve ne sarà bisogno. - Piegò appena un poco la testa di lato, così da inclinare la linea dello sguardo. - La vostra presenza è come l'avevano descritta. - Prese il mento fra pollice ed indice, carezzandolo leggermente con quest'ultimo. - Imponente ed altera. - Ridusse le dimensioni del sorriso, altro segno evidente della sua tensione. - Mi scuso per questa dimostrazione ma non ho in simpatia in lacchè troppo intraprendenti. - Piegò il viso dalla parte opposta così da poter sbirciare la figura di Korazu. - Spero non comprometterà le possibilità d'intrattenere una civile conversazione.


    In quel momento il corpo della guardia venne scosso da violenti spasmi, mentre quello cominciava ad urlare. Era un verso lontano da una qualsiasi parvenza umana, una sorta di ruggito rantolante, intriso di puro dolore. Un altro movimento involontario e dalla bocca uscì un fiotto di sangue il cui colore tendeva pericolosamente verso il nero, mentre dalle profondità della gola emergeva un gorgoglio agonizzante. Gli occhi degli altri soldati andarono tutti in direzione dell'uomo, e lì si fermarono. Diogene non poteva saperlo ma molti di loro cominciavano ad essere colpiti da una paralisi totale, impossibilitati anche solo a parlare.

    Come segno di buona volontà potrei fargli salva la vita. - La cordialità era a modo suo sincera, ma non era difficile leggervi una reale intenzione ben diversa. - Che ne dite? - Con un flemmatico movimento del capo tornò ad incrociare lo sguardo del suo interlocutore, riproponendo la candida dentatura. - Non trarrei alcun beneficio dall'arrecarvi un danno, soprattutto se di natura economica.
     
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    Che la giornata finalmente stesse prendendo una piega tale da poterla definire meritevole di essere vissuta? Da quando è che non incontro un tipo che resta impassibile, a questa distanza, alla mia aura? Ma che dico, mai ho avuto il piacere di guardare begli occhi un tale shinobi.
    In profondità, dentro di me, sento già quel focolare ingrandirsi progressivamente. E' veramente possibile?
    Tuttavia quanto segue di li a poco mi lascia interdetto, nonostante esteriormente non una ruga sul mio volto si sarebbe spostata. Quando le condizioni del mio sottoposto peggiorano, un'altra volta al solo sguardo del ragazzo, i miei sospetti si fanno sempre più forti. Tre solo le possibilità: uno, quel giovane sbarbatello è effettivamente più forte di qualunque ninja abbia mai affrontato; due, quella non è altro che una mera copia, di certo di pregevole fattura, di un furbo ninja appostato da qualche parte che si diverte a fare genjutsu e ninjustu; tre, siamo già tutti sotto un' illusione di buon gusto. Di certo ciò che sta capitando a Kuzaru è l'effetto di un genjutsu, forse oculare; non possono esistere arti magiche in grado di provocare quei sintomi, per giunta senza posizioni magiche. Che sia dunque in possesso di un occhio parimenti interessanti quegli degli Uchiha? In realtà c'è un'altra alternativa...una possibilità remota: nella storia di Oto una persona era in grado di trasmettere, tramite il semplice contatto visivo, una furia omicida talmente grande da provocare a chiunque avesse a torno effetti praticamente medesimi a quelli di un'arte illusoria.
    Ma questa è sicuramente l'ipotesi migliore; non conto di avere la possibilità di stare difronte un ninja del genere.
    Dunque rilasciando l'aura, ora utile solo a far star male le guardie, avrei levato le mani dalle tasche e poggiato la migliore delle due sul manico della lunga katana. Poi concedendo ad un dito di elsa di essere catturata dai raggi solari, avrei detto con il medesimo tono utilizzato in precedenza:

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    " L'unico modo per te di impedirmi di estrarre questa lama è rilasciare il genjutsu che hai attivato."

    Ti prego...fa che mi sia sbagliato!

     
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  11. Kuronekochan
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    Cronache di Oto; Parte Prima



    La sua prima reazione fu una sincera sorpresa. Le sopracciglia s'inarcarono leggermente e per qualche istante le labbra si arricciarono con fare interrogativo. Ma se anche aveva avuto una domanda da fare, quelle era stata ricacciata indietro. Gli occorse un attimo per ricomporre l'espressione di pacata indifferenza, ma alla fine quel largo sorriso accomodante fece nuovamente la sua comparsa. I suoi occhi erano in quelli di Diogene, ed ancora una volta l'esperienza del Ninja poté confermare che quell'accenno di perplessità era stato sincero. Allo stesso modo anche lo spettro dell'ansia era svanito assieme all'aura del capo clan. Socchiuse gli occhi prima di parlare.

    Come desiderate. - Nessun movimento, ma i rantoli cessarono. - Ma lo faccio per una forma di cortesia.. - Ora ansimava pesantemente ed ancora un rivolo di sangue misto a bava gli colava lungo il mento, ma aveva smesso di urlare. - ..non per la vostra minaccia. - Scostò d'un poco il capo, ammiccando con l'occhio sinistro. - Non vorrei darvi un'impressione sbagliata.


    Anche questa volta nessun accenno di menzogna. Tutto nella voce e nell'espressione lasciava intendere una sincerità ora inquietante, anche perchè velata da una sorta di ambiguità sottile. Era impossibile capire quale fosse il vero significato delle sue parole, bastava rifletterci un attimo per capire quante implicazioni differenti potessero avere. Kozaru nel frattempo aveva smesso di tremare ed ora giaceva a terra, immerso in una mozza fangosa formata dal suo stesso sangue, se non svenuto sicuramente prossimo ad esserlo. Purtroppo però nessuna delle guardie poteva aiutarlo. Ormai erano tutto ridotte all'immobilità, statue di sale ad adornare le mura.

    Si riprenderà. - Il sorriso si tese per un istante, ed allo stesso modo anche lo sguardo si assottigliò, rivelando una luce sadica. - Probabilmente fra qualche settimana comincerà a camminare. - Durò il tempo di un battito, per poi sprofondare in quella controllata cordialità. Ma chi può dirlo? - Si strinse nelle spalle, e con somma indifferenza congiunse i palmi. - Come convenevoli ritengo siano sufficienti, non credete? - Annuì appena. - Possiamo procedere oltre? - Allungò il braccio destro, rivolgendo in direzione del cancello. - Avrei diverse questioni di cui discutere con voi.


     
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    Qualche dubbio mi si toglie ma di certo non la piena certezza che far entrare un ninja del genere dentro il villaggio, anche se sotto mia scorta, sia una mossa intelligente. Questo fin quando non mi giro, dando completamente le spalle al nuovo arrivato quasi come dimostrazione di superiorità, propenso ad incamminarmi verso l'entrata di Oto per condurlo all'interno...l'immobilità delle guardie mi appare sin da subito evidente. Certo le ho addestrate bene ma non fino a questo punto: non un movimento di troppo su quelle alte mura. Arresto il mio lento andare. Che soggetto interessante.

    " Mi sembrava di averti detto di rilasciare l'arte illusoria...devo dedurne che, forse, ho sbagliato a formulare la richiesta? Le mie guardie sono in questo stato per qualche altro motivo?"

    Cerco di catturare qualche informazione. Senza dare tempo di rispondere, continuo ma in modo più distaccato questa volta, dando del lei:

    " Sarebbe stato cortese da parte sua riportare alla normalità il Gate, in segno di non voluta belligeranza. Ma a quanto pare non posso contare sull'educazione che le è stata impartita. Ne consegue un cambio di meta, non avrà il piacere di vedere le bellezze del villaggio."

    Chi se li sente Febh e Shinodari se questo qui fa qualche casino. Mi avrebbero perseguitato per giorni...Mi avvicino dunque al portone e, immessa una ignota quantità di chakra all'interno, avrei sussurrato:

    " Il Gate ora è tuo amico mio."

    [Segue Qui]

     
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    Ledah aveva preparato tutto il necessario per l'operazione in un rotolo da richiamo, indossando inoltre un lungo mantello da viaggio di colore nero dotato di cappuccio che s'abbinava molto bene al manto della sua cavalcatura, una creatura evocata che poteva assumere un aspetto umanoide all'occorrenza e che avrebbe potuto aiutarlo in caso di pericolo, ma che soprattutto, riusciva a percorrere grandi distanze in tempi brevi.

    Per l'otesenon c'era creatura più veloce e quando l'incubo fece la propria apparizione in forma animale, dei nitriti di scontento si fecero sentire, era molto tempo che i due non andavano da nessuna parte ed il desiderio di correre era forte, tuttavia, dovevano attendere gli allievi di Alexander Hima, sperando che fossero puntuali e che le loro cavalcature potessero correre quanto la sua.

    Alla guardia avrebbe mostrato solamente un foglio ricevuto dall'amministrazione in risposta al messaggio che Haru avea recapitato.
    L'innestatore non ci teneva a mettersi nei guai per qualche stupida formalità burocratica.
     
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  14. Alexander Hima
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    Alla Volta Di Konoha


    La Via Dei Tutori



    I
    l quartetto si era diviso due di loro sarebbero passati per il gate dove erano venuti in modo da recuperare tutto l'equipaggimento mentre gli altri due invece si sarebero diretti verso uno stalliere per comprare dei cavalli, uno per ogni membro di quel gruppo. L'avrebbero messo sul loro conto spese, o per meglio dire sul conto spese del loro sensei. Si ritrovarono tutti e quattro dinnanzi al gate south esattamente dopo trenta minuti da quando avevano lasciato la casa di Ledah; quest'ultimo era stato molto più veloce di loro con i prepartivi, infatti era già lì che aspettava. Kilik nel momento in cui il gruppo si era riunito e ogniuno di loro si fosse preso il proprio equipaggiamento prese la parola rivolgendosi sia al gruppo che al mastro innestatore dicendo:-Pronti A Partire?- Una risposta positiva non avrebbe fatto altro che innescare la partenza di quel gruppo che in teoria non doveva ricevere problema alcuno nel momento della partenza. Il viaggio che li avrebbe aspettati era abbastanza lungo, fin troppo se si considerava la velocità che il loro sensei voleva con cui questa missione fosse portata a termine.


    Continua Qui



    Edited by Alexander Hima - 29/11/2010, 11:49
     
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  15. Sha Gojyo
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    " La prego di attendere qui..."

    Avevo preso il posto di secondo in comando dopo il ritiro momentaneo di Kurazu e sinceramente non ne ero felice. E se prima di prendere effettivamente il suo posto pensavo comunque che dare ordini, invece che riceverne, fosse molto più glorificante devo dire che non è affatto così. Sono rogne, solo rogne. Di ogni specie è: dal compilare le scartoffie al far star calmi i soldati, dall'accertarsi del contenuto delle carovane al controllare i permessi. E quando vidi quel ninja, che per qualche strano motivo pensavo di dover sapere chi fosse, avvicinarsi con il solito foglietto nella mano pensai " Oh no, un'altra volta no". Ma perchè mi sembrava di averlo già visto da qualche parte? Che fosse un ninja di rilievo del villaggio? Nel dubbio decisi di controllare; di certo non volevo beccarmi le mazzate di Diogenes per un errore così elementare. Quindi dando una rapido sguardo al documento amministrativo e accertandomene la validità, continuai per "tranquillizzarlo".

    image

    "...ci vorranno pochi minuti."

    Dunque, allontanandomi dal ragazzo, raggiunsi la mia postazione e presi dalla sacca il libretto che il Mikawa mi aveva consegnato al momento dell'assegnazione dell'incarico. Non vi erano molte pagine...la ricerca sarebbe stata breve. L...l...l...ledah! Si c'è! Mi sembrava di aver già visto quella strana conciatura! Devo farlo sapere ad Aloysius.

    :::

    Scesi la piccola scalinata in roccia che conduceva dalla sommità delle mura all'ufficio del capo, allungando leggermente il percorso, in modo da non farmi notare dal ragazzo e dai suoi accompagnatori. Avevo l'ordine di informare istantaneamente Diogenes riguardo i movimenti dei ninja presenti nello schedario che adesso stringevo in mano; figuriamoci se anche in compagnia di ninja stranieri. Arrivato davanti alla grossa porta di legno buttai la sigaretta a terra, quasi ultimata, e la spensi con la suola dello scarpone. Scostai il lungo ciuffo di capelli dal volto, liberando completamente la fronte, con la mancina mentre la destra andava a sistemare la cintura. Poi facendo un lungo respiro abbandonai la scompostezza del mio corpo per acquisirne una più marziale. Quanto odiavo il rigore militare.

    Toc Toc

    " Signore! Desidererei chiedere di poter entrare."

     
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