[Primo Accesso] South Gate of Sound

[Free GdR] [Macro GdR]

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  1. Retsu Unohana
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    " Sappi Aloysius che non mi hai convinto. Ti sarei grata se la prossima volta che tenterai di reclutarmi ti scomodassi a venire tu da me. A casa mia, si intende, non vorrei che Shinodari o Febh, per quanto poco frequentino la mia area dell'ospedale, ci vedessero insieme...inizierebbero a farsi una serie di domande. Io e Rayleigh siamo amici di vecchia data ma in questo caso fare un favore a lui significherebbe avvantaggiare te e, per il momento, non ti devo nulla di più delle quattro chiacchiere che ci scambiamo ogni tanto. Fai in modo che ciò accada oppure trova la giusta leva; come puoi aver capito di soldi ne ho a sufficienza."

    Era il terzo tentativo e ancora quel caprone non aveva capito come prendermi per la gola. E pensare che gli basterebbe chiedere a Rayleigh...Mi sarei dunque alzata dalla sedia e avrei ripreso le due buste di spesa poggiate in precedenza sul tavolo. Incamminandomi poi verso l'uscita avrei detto:

    " Ora devo andare; devo preparare da mangiare ai due piccoli che a breve tornano dalla lezione...Ah, ti ho detto che io e mio marito abbiamo deciso di farli intraprendere la carriera ninja? Oggi è stata la prima intenzione con il maestro...chissà come sarà andata!"

    " No, non me ne hai parlato, ma ti consiglio di cambiare insegnante, Auron potrebbe essere impegnato in affari più importati fra un po..."

    " Uff...va bene, ho capito. La seconda scelta era Mifune, oppure hai intenzione di reclutare anche lui?"

    " I Takero sono un grande clan di combattenti da diverse generazioni ma di certo in Adward Mifune tale gene deve essere completamente assente. E' un tale incapace...perchè non li mandi in accademia?"

    " Sai come la penso a riguardo...non mi avresti contattata, altrimenti."

    Le sue solite frecciatine,La mano era già sulla porta quando...

    Toc Toc

    Senza importarmi del volere di Diogene abbassai la maniglia e mi trovai difronte un bel giovane, alto, dai capelli e dagli occhi di un rosso acceso che mai avevo visto. Con un largo sorriso sul volto dissi al ragazzo, il quale aveva assunto una espressione sorpresa, in tono scherzoso:

    image

    " Suvvia, è vero che sono un po avanti con gli anni ma non penso di essere una donna di così brutta presenza."

    "" Mi scusi, signora! Non intendevo darle questa impressione!"

    " Ahaha...non ti preoccupare e stai più rilassato. E' Aloysius che vi tiene così sull'attenti? No, non rispondermi, fai finta che non ti abbia fatto questa domanda...probabilmente ti metterei solo nei guai ahaha Io e Gene abbiamo finito, è tutto tuo."

     
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    E alla fine arrivammo ad Oto. Ne io, ne Shintaro parlammo molto durante tutto il tragitto che ci portò al Villaggio del Suono. Perlopiù si susseguirono brevi dialoghi forzati e risposte fatte di soli monosillabi, di fatto nulla che invogliasse troppo ad intavolare un altro tipo di conversazione dai toni più costruttivi. Man mano che ci avvicinammo a quelle che dovevano essere le mura di difesa del villaggio, l'atmosfera si fece sempre più cupa. Si diceva che Oto era un'inferno, e sebbene quel posto non lo fosse, accidenti, c'eravamo quasi. Quando iniziammo a scorgere il verdastro delle piante che ricoprivano quasi interamente i mattoni delle mura, più o meno a un paio di chilometri di distanza, fermammo la nostra corsa e ci mettemmo a camminare. Ora che eravamo in dirittura d'arrivo non aveva senso affrettarsi.

    « Guarda, quello è il lato sud del villaggio, siamo arrivati. »

    Mi rivolsi a Shintaro che mi rispose con un semplice cenno della testa, in perfetta sintonia col clima del viaggio. Quando partimmo da Konoha fu lui a muoversi per primo, e sebbene avessi potuto tranquillamente recuperare i metri che mi separavano da lui, decidetti di rimanergli sempre dietro. Sembrava come infastidito per qualcosa e non avevo intenzione affrontare il problema. Non mi andava. Quando però, nello stesso momento in cui lo feci io, anche lui avvistò le mura, si affiancò a me e camminammo fino alle mura uno di fianco all'altro, senza comunque mai aprir bocca.

    [ ... ]

    Il portone, di ferro nero, aveva le sembianze di un demone. Mai visto nulla di così cattivo gusto. Definirlo inquietante non avrebbe reso onore all'orripilante devianza che suggeriva quella costruzione. Ci fermammo ad un metro dalle fauci di quel demone presunto, nessuno ci degnò della minima attenzione. Probabilmente, se non avessimo saputo dove ci trovavamo, avremmo senza dubbio asserito che si trattasse di un complesso disabitato, privo anche solo della minima componente umana.

    - Che faccio, urlo? -

    « Fateci entrare, veniamo da Konoha! »

    Urlai.





    OT


    A presentarci davanti alle mura siamo io e Drakonis, lo specifico nel caso che Diogene voglia rispondere senza attendere il post del suddetto. Giusto per non infierire sulla già risibile credibilità del mio PG, specifico che ha 17 anni, non 15 come scritto in scheda, causa errore mio. X'D
     
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  3. Drakonis.
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    L'ingresso Sud


    Il viaggio non durò poi così tanto. Sia Shin che Ryuji fecero economia di parole. Per loro di certo era più importante la meta che il viaggio in sé. Shintaro soprattutto voleva girare velocemente per Oto per poi andare a Kiri. Molto probabilmente Ryuji per ricambiare il favore lo avrebbe accompagnato. Ma in ogni caso prima c'era il villaggio del Suono da visitare. Per tutto il tempo sembrava come se il chunin fosse in qualche modo intimorito. Ryuji infatti era restato quasi sempre dietro Shintaro. Forse per il caratteraccio del genin.

    Erano ormai in prossimità delle mura. L'atmosfera era inquietante come si sussurrava a Konoha. Oto non era un villaggio per deboli. Ne era certo.

    Guarda, quello è il lato sud del villaggio, siamo arrivati.

    Ryuji interruppe il silenzio. Shin rispose con un cenno della testa. Effettivamente erano arrivati. Rallentarono il passo, oramai non aveva più senso forzare l'andatura. In dirittura d'arrivo i due cominciarono a camminare fianco a fianco. Il silenzio oramai era diventato il loro terzo compagno di viaggio. E nessuno dei due sembrava, al momento, intenzionato a scacciarlo.

    Il primo cancello, quello Sud, mostrava una porta dalla forma demoniaca. L'atmosfera rendeva quel posto cupo. Ad un tratto, dopo essere arrivati di fronte all'ingresso sud del villaggio, Ryuji decise di farsi sentire.

    Fateci entrare, veniamo da Konoha!

    Urlò sperando di essere udito da uno dei guardiani. Shin decise di smorzare la tensione che oramai era alta. Fece qualcosa che non faceva da tempo. E infatti non gli riuscì molto bene.

    Forse avremmo dovuto bussare...

    Sorrise guardando il piccolo chunin.

    Che battuta stupida...

    Pensò in seguito.



     
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    ::: Per Noise e Drakonis :::

    Stare al Gate è l'unico momento in cui posso trovare pace. Certo tenere sotto controllo il corretto funzionamento della macchina che ho messo in piedi non è come oziare davanti un camino scoppiettante ma di certo è meno stressante che lavorare per il mio progetto. Oramai non dormo sette ore di fila da...ahahah non mi ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta. Essendo Kurazu è ancora allettato e Gojyo in missione per mio conto, ho la scusa per starmene su quelle alte mura a svolgere compiti oramai poco impegnativi. Mi autoilludo che sia a buon punto del piano.
    A quei due foglioso sarebbe toccata proprio la sfortuna di arrivare al Suono in uno di questi rari momenti. "Fateci entrare, veniamo da Konoha" ?! Ma che scherzo è mai questo? ahahahah Estremamente divertito mi faccio vedere ai due, lì dalla sommità del Gate. Prima di parlare do un bel morso alla succosa mela rossa, raccolta stamane da uno degli alberi delle mie terre.

    " Fateci, chi? Entrare, cosa? Konoha, dove? Moccio hai detto talmente tante scemenze in un'unica frase che fare di peggio sarebbe stato difficile. Esordire in modo consono sarebbe stato "Grazie, oh misericordiosi signori, per averci permesso di giungere fin sulla soglia di questa grandiosa opera architettonica". Poi avreste dovuto presentarvi, con umiltà, e spiegare il perchè del vostro arrivo."

    Un altro grosso morso alla mela:

    " Allora, volete riprovare?"

     
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    In seguito alle mie urla una strana figura spuntò fuori da sopra le mura. Era un uomo alto come una montagna, forse anche mezzo metro in più di me. In mano aveva qualcosa, ma riuscii a capire che era un frutto solo quando si apprestò a divorarne un morso. Ci scrutò, sembrava divertito, ma nonostante l'aspetto rilassato aveva un qualcosa che mi inquietava in qualche modo. Cinque o forse sei secondi passarono silenziosamente prima che quel tale interrompesse il suo spuntino.

    CITAZIONE
    Fateci, chi? Entrare, cosa? Konoha, dove? Moccio hai detto talmente tante scemenze in un'unica frase che fare di peggio sarebbe stato difficile. Esordire in modo consono sarebbe stato "Grazie, oh misericordiosi signori, per averci permesso di giungere fin sulla soglia di questa grandiosa opera architettonica". Poi avreste dovuto presentarvi, con umiltà, e spiegare il perchè del vostro arrivo.

    - Eh? Ce ne è di gente strana a Oto. -

    Pensai. Evidentemente avevo sbagliato la forma. Quello che si presentò dinnanzi a noi era sicuramente il guardiano della porta ed era pure ovvio che volesse sapere con precisione chi fossimo prima ancora di prendere in considerazione la nostra richiesta d'asilo.

    « Io sono Ryuji Uchiha, chunin di Konoha, mentre lui è Shintaro Takeda, genin dello stesso villaggio. »

    Guardai Shintaro, come per chiedergli tacitamente se secondo lui poteva bastare quella sommaria presentazione. Decisamente sarebbe stato meglio aggiungere il motivo per il quale eravamo interessati ad entrare a Oto, ma un motivo vero e proprio non c'era. Scrollai le spalle e rivolsi di nuovo lo sguardo al guardiano.

     
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    Niente da fare. Il ragazzo sembra non capire...però una cosa interessante la dice: mi rivela di essere un Uchiha! E con un po di fortuna anche conoscitore dei segreti del suo clan. In parole povere un'occasione più unica che rara. Dovrò fare a modo mio.

    Gettando dalla sommità delle mura il torsolo di mela mi lancio anch'io a capofitto accelerando la mia andatura compiendo un paio di passi sullo stesso portone; il chakra adesivo me lo avrebbe permesso. Poi come una molla tocco terra e tramite il repulsivo mi dirigo verso i due fogliosi muovendomi a tutta velocità. Non so se i due avessero mai visto niente di così rapido, anzi probabilmente non avrebbero nemmeno saputo calcolare l'andatura da me assunta. La possente aura di timore sarebbe stata rilasciata per un istante e poco prima del mio arrivo, giusto per levare il tempo di reazione ai due, nell'ipotesi che ne avessero avuto le capacità per crearselo. Gli effetti sarebbero perdurati nel tempo a seconda della loro preparazione psicofisica, tuttavia non mi sarei aspettato meno di un paio di minuti. In caso contrario il tutto sarebbe stato molto interessante. Passo rapido tra di loro e superati di mezzo metro mi arresto; armato di un kunai per mano affondo in direzione della parte posteriore del ginocchio destro dell'Uchiha e il sinistro dell'altro. Sarei stato ben attento a non intaccare i legamenti o altre parti che avrebbero potuto causare un danno permanente. Dando poi un colpetto in avanti con le mani, ora libere dai due ferri, li avrei spinti ad inginocchiarsi davanti al Gate. Il duro colpo all'articolazione portante e l'effetto dell'aura avrebbe lasciato ben poche vie di scampo ai due sfortunati shinobi. Solo in quel momento il frutto consumato tocca terra.

    " Non è a me che avreste dovuto dimostrare il vostro rispetto ma al Fenrir e a questa storica porta. Adesso, cosa spinge un chunin e un genin della Foglia a visitare Oto in tempi così delicati? Visite di cortesia non sono ben accette. "

    Ma qualunque parola sarebbe stata vana. La mia decisione l'ho già presa.



    Edited by DioGeNe - 10/12/2010, 13:16
     
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  7. Aokawa Ryo
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    Questi fatti risalgono a un po' di tempo fa. Era il sesto giorno del sesto mese del calendario, di circa sei mesi prima delle vicende cui siamo abituati a leggere. Un salto temporale necessario, per comprendere da dove questo ennesimo e ridetto personaggio sia sbucato all'interno di quel palcoscenico che chiamiamo mondo. Con una singolare bramosia di potere, mirava a diventare il protagonista dell'opera.

    Chi.. chi sono?
    Domanda legittima, miei cari lettori. Immagino che in questo preciso istante vi stiate domandando da dove sbuco fuori! Ho azzeccato, vero? Cosa posso dire di me.. diciamo che reputo opportuno partire da una sommaria descrizione fisica: cosa desiderate sapere? I capelli? Sono di un singolare colore granata, con riflessi ruggine, portati in modo spettinato e ribelle verso l'alto; rispecchiano il mio essere caotico e disordinato! Gli occhi? Nessun colore speciale: non sono cerulei, smeraldini, porpora o di color ametista; sono dei banalissimi occhi neri, grossi occhi neri, privi di qualsivoglia luccichio. La corporatura? Esile, ma abbastanza modellata e scolpita. I muscoli sono tonici, plasmati con pazienza orefice, senza precipitare in un'ipertrofia disarmonica. Di statura media, direi che ad occhio, e con grossolane approssimazioni, mi dovrei aggirare circa attorno al metro ed ottanta, centimetri in più o centimetri in meno. Insomma, non ho un fisico da praticante di wrestling! Caratterialmente, non sono uno stinco di santo. Anzi, diciamo che mi avvicino più alla concezione comune di "bastardo". Spesso e volentieri mi accorgo di essere irritabile, malvagio, sadico, ma non riesco a cambiare questo lato di me, radicato nel mio essere. Allora ci ho fatto l'abitudine, e spero che riuscirete anche voi a fare altrettanto! Capisco di essere stato un po' anticonvenzionale con tutto questo sproloquio su di me, senza aver nemmeno accennato ad una presentazione formale. Ebbene, il mio vero nome lo conoscono in pochi.. anzi, a dire la verità penso di essere l'unico su questo mondo a conoscerlo, dopo la morte prematura dei miei genitori in quello spiacevole episodio; se proprio volete avere un nome che m'identifichi, in caso potreste utilizzare..

    « A-Arriva Cobra!! » urlò la sentinella di guardia di un covo criminale, nascosto in una grotta alle pendici di un monte poco conosciuto. Appena in tempo, prima di svenire a causa di un forte colpo alla tempia. «Così mi rovini la sorpresa.. » ammisi con l'amaro in bocca mentre colpivo il malvivente. Ultimamente, mi ero fatto un nome in quei territori e riuscivano sempre più spesso ad identificarmi. « Speriamo che non l'abbiano sentito.. » sperai, mentre mi addentravo nell'oscurità della cava. Nel suo interno, un piccolo fuocherello e nessuno ad alimentarlo. La banda doveva essere fuggita da qualche uscita secondaria. « Che palleeee.. come non detto!! » mi lamentai, quando avvistati qualcosa nascosto nelle tenebre. « Ma cosa abbiamo qui.. ehy, ma è un uomo?! » mi avvicinai di più a quella figura legata ed imbavagliata, con una strana lastra di metallo sulla fronte, recante un simbolo, che luccicava allo scoppiettare del fuoco. Gli strappai violentemente il nastro adesivo sulle labbra e gli domandai chi fosse. Non mi sarei mai aspettato che quell'incontro avrebbe cambiato la mia vita. « Sono Gyokusho Mōdoku, un ninja del villaggio del Suono! Ti prego, liberami! » prese fiato. « La mia missione era sbarazzarmi di quel branco di banditi, ma mi hanno colto di sorpresa e mi hanno catturato. Per un istante, ho creduto che per me fosse arrivata la fine, ma poi ho sentito dei rumori provenire da fuori e sei arrivato tu.. » era convinto che io l'avrei salvato; non riuscivo a capire da cosa derivasse questa sua convinzione. Mi fermai ad osservare quel coprifronte, con sopra incisa una nota musicale. Ad occhio, pensai che quello dovesse essere il simbolo del suo villaggio. Avevo sentito parlare dei ninja, ma non si erano mai spinti verso quei luoghi lontani dal continente accademico. « Prima di liberarti, mi potresti spiegare di cosa vi occupate precisamente voi ninja? » mi guardò un attimino stupito, ma poi passò a raccontare dell'accademia, delle missioni, dei villaggi, del potere che si poteva acquistare e dei ryo che si ricevevano come retribuzione. Nessun particolare vincolo, se non quello di servire il proprio villaggio. I miei occhioni neri sembravo risplendere alla luce del focolare e all'idea di quante cose avrei potuto fare se fossi entrato in un villaggio e nel mondo dei ninja. « Che figata pazzesca! Ho deciso: diventerò un ninja! Grazie mille per le ottime informazioni.. come ricompensa, prendo in prestito il tuo coprifronte e.. in bocca al lupo per il futuro! » dopo essersi ripreso da un momentaneo smarrimento, provò a difendere con i denti il proprio coprifronte. Caso volle che "per sbaglio" lo scaraventai sul fuoco e lentamente cominciò a prendere fuoco. Prima i vestiti, poi, lentamente, il corpo. Presi la lastra di metallo che era caduta poco distante dal luogo della disputa e me ne andai; le urla di dolore mi facevano scoppiare la testa. « Quante storie per un po' di fuoco! »

    Il mio approdo in uno dei quattro villaggi ninja non fu così veloce come quanto avevo programmato inizialmente. Innanzitutto, non avevo considerato che non conoscessi minimamente la geografia del posto, quindi dovevo informarmi per bene prima di addentrarmi in un viaggio tanto complesso. In secondo luogo, ero al verde. In teoria, e sottolineo in teoria, dovevo accumulare un bel gruzzoletto assaltando il covo dei criminali descritto in precedenza, ma a causa delle vicissitudini, cui siete ampiamente a conoscenza, non sono riuscito a cavare un topo dal buco. Quindi, sono stato costretto a lunghe soste in piccoli paeselli lungo il tragitto per rifornirmi di soldi e cibo. Saccheggiandoli? No, no, no.. io lo chiamerei più che altro "prestito oneroso". Con questo andamento, ero giunto alla mia meta. Il villaggio doveva essere quello del Suono, a giudicare dalle cartine che avevo rubato. Poco male; un villaggio valeva l'altro, pensai. Un aspetto positivo di questa mia scelta, ponderata in base al percorso più breve che avrei dovuto fare, era che possedevo ancora il coprifronte di quel poveraccio che era stato catturato dai banditi. Non dovevano essere così forti i ninja se poi si facevano mettere in scacco da qualche bandito di montagna! La mia scalata al potere sarebbe stata più veloce e le mie condizioni di vita ne avrebbero giovato. Scorsi un manipolo di uomini sopra al cancello, un paio al di sotto. Era ben protetto, su questo non c'erano dubbi. Mi domandai se fossi stato in grado ad entrare con la forza, ma restò soltanto una domanda perché il mio intento era tutt'altro. Mi avvicinai ad uno dei due uomini posti a protezione del cancello, ma il mio incidere troppo spavaldo li allarmò entrambi. Feci un passo indietro.

    « Ehy, ehy, ehy.. » mi lasciai sfuggire una cantilena stizzita per come ero stato trattato. « Non ho cattive intenzioni.. diciamo che sono qui per una "visita di affari". Speriamo soltanto che questi affari siano favorevoli tanto a me quanto a voi.. » risi di gusto, ma non suscitai altrettanto riso alle due guardie, che rimanevano impassibile e sull'attenti« Che palle che siete.. vabbè, io per sbaglio mi sono imbattuto in questo.. » ed estrassi il coprifronte rubato. « Che ne dite, mi sono guadagnato un colloquio con il vostro capo? » sul mio volto si aprì un sorriso a trentadue denti, inequivocabilmente sinistro.

     
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  8. Drakonis.
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    Brutta piega


    Fateci, chi? Entrare, cosa? Konoha, dove? Moccio hai detto talmente tante scemenze in un'unica frase che fare di peggio sarebbe stato difficile. Esordire in modo consono sarebbe stato "Grazie, oh misericordiosi signori, per averci permesso di giungere fin sulla soglia di questa grandiosa opera architettonica". Poi avreste dovuto presentarvi, con umiltà, e spiegare il perchè del vostro arrivo. Allora, volete riprovare?

    Un tizio enorme e dall'aria per nulla rassicurante sbucò quasi dal nulla. Era uno dei guardiani di Oto a quanto pareva. Non aveva di certo apprezzato la presentazione scarna dei due visitatori e Shin sentiva che la cosa si stava mettendo male. Ryuji da parte sua continuò quella sorta di colloquio cercando di essere spalleggiato dal genin, che però non aveva niente da dire, purtroppo.

    Io sono Ryuji Uchiha, chunin di Konoha, mentre lui è Shintaro Takeda, genin dello stesso villaggio.

    Non era gran ché ma almeno il piccoletto ci stava provando. Quel colosso d'altra parte non gli dava molta importanza, tanto che continuò a mangiare quel frutto che teneva in mano. Shintaro stette ancora in silenzio. Ma fu un errore. In un attimo quell'uomo sparì. Il dolore arrivò prima che Shin potesse capire cosa era successo. Il tipo, al contrario di quanto la sua mole non lasciasse immaginare, era stato di una velocità incredibile. Il ragazzo non aveva mai visto niente di simile. Una velocità fuori dal comune, impossibile da seguire con gli occhi. La gamba sinistra era fuori uso [Ferita mediograve]. Quel tipo aveva superato i due visitatori per poi conficcare due kunai, uno ciascuno nella coscia della gamba. Shin, così come Ryuji, ricevette poi un colpetto sulla schiena che, date le condizioni, bastò a farlo cadere in ginocchio. Il dolore era forte e per tornare alla realtà servirono le parole di quell'uomo.

    Non è a me che avreste dovuto dimostrare il vostro rispetto ma al Fenrir e a questa storica porta. Adesso, cosa spinge un chunin e un genin della Foglia a visitare Oto in tempi così delicati? Visite di cortesia non sono ben accette.

    La porta che ora si faceva sempre più grande e inquietante fece tornare alla mente a Shin che quello non era il posto in cui sarebbe dovuto stare.

    Che merda di situazione...

    Il tempo stringeva e un'altra risposta sbagliata forse avrebbe provocato danni più ingenti di una gamba al momento inutilizzabile. Ryuji poi aveva già parlato troppo, ora toccava a lui provare qualcosa. E anche se quello che stava per dire non gli piaceva per niente, forse, era l'unico modo per uscire da quella situazione. La sua voce era affaticata, affievolita dal dolore, ed incredibilmente meno sprezzante del solito. Guardava fisso la maestosa porta, ancora in ginocchio, anche se il suo interlocutore si trovava alle sue spalle.

    Abbiamo saputo che qui ad Oto viveva uno shinobi dalle qualità uniche, un vero prodigio capace di sconfiggere cento uomini senza difficoltà. Noi volevamo diventare suoi allievi per imparare i segreti della sua potenza.

    Prese una pausa. La farsa era cominciata.

    Voi lo conoscete per caso?

    Quella fu la cosa più stupida che avesse mai detto. Eppure c'era poco da fare. In qualche modo dovevano uscire da quella situazione.



     
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  9. Sha Gojyo
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    ::: Per Ryo :::

    " Si, moccioso, ti sei guadagnato il dovere di spiegare come sei venuto in possesso di quel coprifronte. E sappi che dovrai essere molto convincere perchè ai miei occhi sei solo un bastardino che ha rubato un pezzo di carne dal bancone del macellaio. "

    Le guardie già stavano per esplodere in una sonora risata quando una voce, quella voce, fa cadere il Gate nel silenzio.

    " No Gojyo...dobbiamo ringraziare il ragazzo di averlo fatto. Un inetto ninja di Oto in meno, dopotutto..Il punto su cui avresti dovuto premere è la mancata assenza di rispetto. "

    " Si signore! Ha perfettamente ragione."

    Ogni tanto Gene faceva queste cose. Se ne stava lì sulla cime del Gate e mi vedeva fare il suo lavoro. Mi correggeva ad ogni errore per lui rilevante, mi valutava...e io non dovevo deluderlo. Tuttavia quella volta volle gestire lui la faccenda; avevo imparato a conoscerlo, almeno un po, e di tutte le cose che lo facevano imbestialire la presunzione immotivata era in cima a tutte. 9 su 10 avrebbe messo alla prova la sfacciataggine di quel ninja dalle ignote capacità. In questo era possibile definirlo un "tipo all'antica". Tuttavia non si alzò dalla sedia dove era comodamente seduto; mi stava dando un'altra possibilità. Dovevo coglierla al volo!

    "Non riceverai risposta da questo Gate se non ti esprimerai correttamente e vedi di farlo in fretta, prima che al Lupo venga fame. "

    Certo il giovane non poteva saperlo ma non stavo parlando del Fenir; i ragazzi di turno quel giorno mi avevano detto aveva fatto Aloysius a quei due ninja di Konoha nemmeno una settimana fa. In quel periodo era stressato; forse è per questo che mi lasciava gestire le cose al South.

    " Innanzitutto presentati. Sei un ninja? E se si, di quale villaggio? Affari di che tipo?"


     
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  10. Aokawa Ryo
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    Lo Shinobi sconosciuto, conoscendolo, non si sarebbe mai piegato alle domande del guardiano. Diciamo, che il suo carattere difficile non lo aiutava nel rapportarsi con gli altri. Era cresciuto secondo il Cane mangia Cane. O, in questo caso.. Lupo mangia Lupo.


    « Si, moccioso, ti sei guadagnato il dovere di spiegare come sei venuto in possesso di quel coprifronte. E sappi che dovrai essere molto convincere perchè ai miei occhi sei solo un bastardino che ha rubato un pezzo di carne dal bancone del macellaio. » la prima impressione non fu delle più rosee, questo è certo! Apparivano un po' troppo arroganti e petulanti quei ninja del Suono. Portai la mano alla testa, grattandomi la nuca e scompigliandomi senza volere la pettinatura. «Ascolta-!! » « No Gojyo...dobbiamo ringraziare il ragazzo di averlo fatto. Un inetto ninja di Oto in meno, dopotutto..Il punto su cui avresti dovuto premere è la mancata assenza di rispetto. » una voce autoritaria sovrastò la mia, rendendo le mie parole un eco lontano a cui difficilmente si presta attenzione. La figura di un uomo si ergeva sulla cima del Gate, imponente. La forza che lo circondava era visibile ad occhio nudo.« Deve essere quello lì il capo.. » dalla mia bocca uscirono parole a metà tra un sussurro ed un pensiero. Il sorriso, stampato indelebilmente sul mio volto, assunse tinte ancora più fosche.

    Il cielo plumbeo ci minacciava con lontani fulmini all'orizzonte. Un vento gelido sferzava su quel luogo, dai caratteri spogli e desolanti. Sentivo il freddo penetrare nelle mia pelle, nelle mie ossa, nella mia anima malvagia. Le labbra screpolate, piegate in un sorriso demoniaco, erano di un colore violaceo. Di tanto in tanto, un formicolio intenso attraversava le mie mani, esposte alle intemperie. Però, c'era qualcosa che non riuscivo a spiegarmi e a cui non riesco a dare una risposta neppure ora, a distanza di mesi. Sentivo qualcosa pervadermi, una fiamma che ardeva e divampava dentro di me, che, dall'eccitazione del momento, ne traeva forza e vigore. Quell'uomo era riuscito a scatenare in me tutto ciò, una serie di emozioni contrastanti ed antitetiche, senza neanche volerlo. Da lì ne derivò un'assoluta certezza: la mia permanenza in quel villaggio sarebbe stata divertente.

    « Non riceverai risposta da questo Gate se non ti esprimerai correttamente e vedi di farlo in fretta, prima che al Lupo venga fame. » esternò alla fine il guardiano, dopo aver ricevuto la paternale dal colosso. « Ah ah ah.. siamo dunque arrivati già alle minacce? » il mio sguardo era fiero, troppo per soffermarsi sul mio interlocutore. Cercavo lo sguardo del capo, dei subordinati non m'interessava nulla. « Non credere che abbia ancora paura del lupo cattivo! » ed abbassai lo sguardo, dedicandogli parte della mia attenzione. Il mondo brulicava di inetti arroganti. «Innanzitutto presentati. Sei un ninja? » mi tempestò con una serie di domande incalzanti.. «Forse sì! » a cui attribuii un'incalzante serie di risposte. «E se si, di quale villaggio? » ognuna più provocante dell'altra. «Di tutti! E di nessuno al tempo stesso! » Feci di tutto..«Affari di che tipo? » pur di attirare la "sua" attenzione.. « Affari che necessitano l'attenzione di quel tipo lassù! » arrivando persino ad additarlo con l'indice sinistro. Non poteva più redimersi dallo svolgere il suo compito!

     
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  11. Sha Gojyo
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    " Basta così. Aprite il Gate..."

    Un minuto interminabile. Gene scendeva quelle scalinate con assente solerzia. Avevo imparato a memoria il suono caratteristico dei sandali dettato dal quel suo andare così unico nel suo genere. Quando permetteva di farcelo udire, certo. Il ragazzo aveva giocato con il fuoco e aveva tirato troppo la corda...si, di certo Gene in quel periodo non era il miglior Jonin di sempre, così lucido e attento nei suoi interventi. E questa andazzo sarebbe durato per un po...per lo meno fin quando non era riuscito a mettere insieme il gruppo. In più occasioni rischiò di scatenare apertamente conflitti tra villaggi e solo con l'aiuto della dea bendata si evitò il peggio. Solo Ukitake, col la sua superba retorica, era in grado di riacquietare il suo animo tempestoso; o forse anche Matsumoto, in ben altri modi certo, ma queste sono solo mie congetture.

    Il Gate era in silenzio, gli schiamazzi erano cessati e alla divertita aria giunta con l'arrivo del forse-ninja(?), un sentito senso di commiserazione aveva preso il suo posto. Ogni guardia che stava osservando la scena stava ringraziando il proprio Dio per non essere al posto di quel malcapitato. Indipendentemente dalle capacità di quel ninja, la sua vita rimaneva appena ad un filo e il Capo aveva in mano le forbici delle tre moire o parche, che dir si voglia. Probabilmente anche se fosse stato il Mizukage in persona a presentarsi in quel modo sfacciato all'entrata South del Suono, Aloysius avrebbe riservato lo stesso trattamento. Non accadde, per fortuna. Poi dal cancello aperto quel tanto che bastava per farci entrare le spalle del Mikawa, la voce di quello riprese la scena del film interrotto solo un minuto prima.

    " Ci sono due modi per avere un vero dialogo con me: il primo è provare di essermi superiore in uno scontro e il secondo è dimostrarmi che ho di fronte un uomo e non un mero pezzo di carne senza Disciplina nè Valori. Nonostante preferisca decisamente il primo metodo, questa seconda possibilità è dovuta al fatto che ogni tanto vorrei anche scambiare due parole con qualche persona. Presentandoti a questo Gate posso assicurarti che questi sono anche gli unici due modi che tu hai per accedere nel villaggio da uomo libero e per continuare a vivere la tua insignificante, se così si dimostrerà, vita."

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    Di certo un trattamento migliore di quello che aveva riservato ai due Fogliosi. Che la nottata non l'avesse passata in solitudine? Che le fredde lenzuola si fossero riscaldate a contatto con il bollente corpo della Kunoichi dal seno prosperoso?

     
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  12. Aokawa Ryo
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    La sicurezza, che sfociò nella spavalderia, con cui quell'uomo si presentò non spaventò il ragazzo. La sua vita era appesa ad un filo.. ma questo filo, già in altre situazione, aveva dato prova di quanto fosse spesso. Sicuri che spezzarlo fosse la chiave di volta del problema?


    Infine, la sua voce scosse le mura di cui era guardiano. « Basta così. Aprite il Gate.... » mi sfuggì un sorriso appena percettibile, provocato dal mio sperato successo. Ero riuscito ad attirare la sua attenzione, non credete che sia stato bravo? «Finalmente.. »
    Già, finalmente!

    Il mia viaggio e la mia permanenza in quel villaggio erano stati programmati ancor prima che il mio piede ne valicasse il confine. Mi ero dato una scadenza di sei mesi, nei quali avrei dovuto apprendere l'arte ninja, le prerogative di quel villaggio.. e, sopratutto, fare la conoscenza di un "Dominus", che mi permettesse di fare tutto ciò. Neppure nelle mie più rosee aspettative credevo di poterne fare la conoscenza ancor prima del mio ingresso al villaggio. Per una volta, sembrava che la Fortuna giocasse dalla mia parte. Quel ninja sembrava la perfetta personificazioni di tutte le virtù che cercavo; non potevo lasciarmi sfuggire un'occasione così ghiotta che il destino mi stava offrendo su un piatto d'argento. Mi passai celermente la lingua sulle labbra, pregustandomi già il delizioso successo. Il Lupo stava esordendo con il suo primo, reale, discorso.

    « Ci sono due modi per avere un vero dialogo con me: il primo è provare di essermi superiore in uno scontro e il secondo è dimostrarmi che ho di fronte un uomo e non un mero pezzo di carne senza Disciplina nè Valori. Nonostante preferisca decisamente il primo metodo, questa seconda possibilità è dovuta al fatto che ogni tanto vorrei anche scambiare due parole con qualche persona. » Sicuramente, non peccava di modestia. « Presentandoti a questo Gate posso assicurarti che questi sono anche gli unici due modi che tu hai per accedere nel villaggio da uomo libero e per continuare a vivere la tua insignificante, se così si dimostrerà, vita. » Mi avvicinai alla sua figura colossale, con passi lenti e sicuri. Camminavo, mantenendo fisso lo sguardo sulla sua sagoma, senza che riuscisse minimamente ad incutermi terrore. Ero abituato ad avere incontri ravvicinati con la morte. « Scommettiamo che riesco a trovare un terzo modo? » un sorriso a trentadue denti si spalancò sul mio volto iniquo. « Scusa.. scusa.. lungi da me voler essere altezzoso nei tuoi confronti. » colpii il petto sei volte prima di continuare il discorso. «Ad ogni modo, sicuro che uccidermi sia la cosa giusta da fare? » domandai, senza girare attorno all'argomento. « Tu non sai chi io sia realmente.. come detto, potrei essere chiunque! » feci spallucce «Putacaso dovessi essere un ninja di un altro villaggio, sicuro che la mia morte, la morte di un ragazzo dalla "vita insignificante", valga un conflitto con gli altri villaggi? » feci altri due passi verso la sua figura imponente. « I guardiani non dovrebbero forse proteggere il proprio villaggio? » Il mio sguardo scavalcò il grottesco interlocutore per posarsi sulle fiere mura del villaggio. « Se sei convinto che la mia morte sia la soluzione, allora, prego, accomodati pure.. » spalancai le braccia, in attesa del colpo fatale. « ..oppure, potresti sentire cosa ha questo insignificante ragazzo da proporti! Affari che potrebbero portare giovamento ad entrambi. » abbassai le braccia, se me ne avesse dato l'opportunità. « Mi presento: sono Cobra, disposto a servirti, qualora te lo stessi domandando! »

     
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    Cosa successe me lo chiedo ancora. Vidi scomparire il guardiano davanti ai miei occhi, nient'altro. O meglio, non scomparì veramente, ma si mosse ad una velocità che non mi lasciò il minimo tempo di reazione. Il frutto che teneva in mano prima di muovere contro di noi rimase come sospeso in aria, divenendo l'unica cosa da fissare. Già, perché quell'inquietante figura era già arrivata alle nostre spalle, e io non ebbi nemmeno il tempo di pormi, o di porre, alcuna domanda. Improvvisamente un'aura di terrore si impossessò di me. Io, Ryuji Uchiha, promessa del clan, non avevo mai provato nulla di simile. Fino a quel momento tutto era stato così facile, così calcolato, mai e poi mai mi ero trovato in una situazione in cui risultavo evidentemente inferiore a qualcuno. Forse a causa delle mie scelte troppo posate, o delle mie non-scelte, non saprei. Sapevo solo che quella paura significava molto, significava che le mie esperienze passate non avevano alcun significato di fronte a quella forza. Quasi non mi accorsi del dolore lancinante che arrivò subito dopo. Non sentivo più il ginocchio destro, l'articolazione non aveva più forza. La paura fece sì che non riuscii nemmeno ad abbassare lo sguardo per verificare ciò che era realmente successo. Per quanto ne sapevo potevo anche aver perso la gamba. Quegli attimi scorsero a rallentatore, la mela lentamente cadde e contemporaneamente sentì una forza mettermi in ginocchio. Il frutto andò a terra, spappolandosi, e così si spappolarono anche tutte le mie convinzioni. Non avevo mai avuto modo di realizzare quanto la mia mente fosse debole, a quel tempo.

    CITAZIONE
    Non è a me che avreste dovuto dimostrare il vostro rispetto ma al Fenrir e a questa storica porta. Adesso, cosa spinge un chunin e un genin della Foglia a visitare Oto in tempi così delicati? Visite di cortesia non sono ben accette.

    Qualcuno parlò, ma non udii le sue parole. Paura. Ecco qual'era l'unica cosa che sentivo.

    « Questo... Voglio raggiungere.... un potere simile... »

    Fu tutto ciò che riuscii a dire in evidente stato confusionale. I miei occhi guardavano il gate fisso davanti a me. Ricordandolo, quel demone faceva davvero paura.

     
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    « Scommettiamo che riesco a trovare un terzo modo? »

    Non ci siamo proprio.

    « Scusa.. scusa.. lungi da me voler essere altezzoso nei tuoi confronti. »

    Divertente.

    «Putacaso dovessi essere un ninja di un altro villaggio, sicuro che la mia morte, la morte di un ragazzo dalla "vita insignificante", valga un conflitto con gli altri villaggi? »

    Chi ha parlato di morte? Tu non continuerai a vivere la vita da uomo libero HAHAHA Come si vede che non mi conosci...

    « I guardiani non dovrebbero forse proteggere il proprio villaggio? »

    E' compito di ogni ninja di Oto fare il bene per il proprio villaggio. Un guardiano ha solo il titolo necessario per poter usare eventuali maniere forti.

    « Se sei convinto che la mia morte sia la soluzione, allora, prego, accomodati pure.. »

    La morte sarebbe una liberazione per te. Di certo non te la sei meritata.

    « ..oppure, potresti sentire cosa ha questo insignificante ragazzo da proporti! Affari che potrebbero portare giovamento ad entrambi. »

    Ti spremerò fino a farti dire anche i tuoi segreti più profondi.

    « Mi presento: sono Cobra, disposto a servirti, qualora te lo stessi domandando! »

    Il tuo nome al momento non è rilevante. Il tuo aiuto si vedrà, se riuscirai a resistere...forse.

    " Risposta sbagliata. "


    [Per tutti e tre continua negli "Inferi di Oto"]

     
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    Ledah si ritrovò a passare nuovamente per il South Gate e nuovamente per un operazione che solo lui al momento era in grado d'eseguire con notevole abilità, non importava quanto forte fosse un ninja, prima o poi si sarebbe ferito e forse, quella ferita si sarebbe rivelata impossibile da curare con la normale medicina ma l'arte degli innesti poteva trasformare una perdita in un vantaggio.
    O più semplicemente, andare a donare nuove armi a quello shinobi e renderlo così ancora più potente.

    Quella volta, avrebbe operato all'interno del primo caso ed indossando un mantello nero, il Chunin avrebbe risposto col solito tono assente alle guardie nel caso in cui mostrare il permesso ottenuto poche ore prima non gli fosse bastato:

    "La mia destinazione è Suna, lì mi attende un paziente che necessita di un arto nuovo e scintillante, tuttavia, mi tratterrò anche per altri affari di natura personale."

    Una volta ottenuto il permesso al passaggio, Ledah avrebbe portato un dito alla bocca a pochi passi dal portone e dopo averlo morso, l'avrebbe posato in terra esguendo l'oramai familiare Tecnica del Richiamo e come di consueto, Harley apparve sotto la forma maestosa di una cavalla dal pelo nero come la notte, con occhi rossi fiammanti ed un temperamento orgoglioso, tuttavia, avrebbe concesso ancora una volta al ragazzo l'onore di montarle in groppa e di portarlo lontano, in terre dalle quali avrebbe ricordato solo le rare soste tra un punto di ristoro ed un altro prima dell'arrivo nella terra del vento e della sabbia dorata.
     
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