[Primo Accesso] South Gate of Sound[Free GdR] [Macro GdR]

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    Il Fiore Lupo

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    Gate


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    Evidentemente le mie parole non convinsero il mio futuro aguzzino. E questo di certo non mi permise di guadagnare terreno o sfruttare l'occasione per andarmene.

    Anzi una volta ritornato a terra con il Kuroi il Kiriano mi seguì a ruota, avvicinandosi e raggiungendomi. Iniziò a parlare di Hayate e del mio ruolo all'interno di quella Setta. Mentalmente rigettai ogni parola nei miei confronti e in quelli della Settache mi disse. Non condivisi nulla. Hayate dava la forza, a chi la cercava. E teneva al proprio nome. Il Coraggio era un uomo, o meglio mostro di parola, ed era evidente quanto Kensei Hito lo stesse sottovalutando. Tralasciai completamente le minacce che mi lanciò, scrollando la testa in segno di evidente delusione. Ero stato sincero con lui, ma lui non aveva accennato nemmeno per un secondo a cogliere quanto avevo detto.

    Di tutto quello una cosa era certa: non mi avrebbe mai lasciato andare. E di conseguenza una fuga in quel momento sarebbe stata una ipotesi, che per quanto voluta e desiderata si sarebbe rivelata fin troppo ardita. Avrei scelto di seguire il mio aguzzino, appunto. E di mantenere così, per il momento, la mia copertura ad Oto. Difficile dire il destino che mi sarebbe stato riservato a Kiri. Ma di certo non sarebbe stato per nulla positivo, viste le premesse di Kensei.

    Allo stesso tempo non potevo certo sperare in un supporto di Hayate. Qualcuno nella catena di comando sarebbe venuto a sapere della mia partenza con il Mizukage, ma allo stesso augurarsi di ricevere un supporto dalla Setta perché al Coraggio o ad una delle Virtù sarebbero giunte queste notizie, decisamente sospettose, sarebbe stato una vera utopia. Avrei dovuto arrangiarmi, per conto mio. Di conseguenza voltandomi verso Kensei, e segnandomi nella mente quel giorno funesto per l'eternità di Hayate risposi al Mizukage Di quale decisione stai parlando Kensei Hito? E perché queste minacce? Guardai sconcertato il Mizukage, quando in realtà stavo proprio pensando a quello, come se mi stesse leggendo nella mente. Tuttavia avrei cercato di mantenere per quanto possibile un certo grado di serietà e di finzione Come ti ho detto... sto andando al Gate. E' semplicemente ordinaria amminastrazione. Se vuoi seguirmi fai pure. Anche se non ha senso. Ed era assolutamente vero, non capivo il suo comportamento Terminate le mie faccende, ti ripeto... partiremo alla volta di Kiri sottostando evidentemente alla tua piena volontà, Mizukage. Allargai le braccia e alzai le mani scrollando le spalle. Che alternative avevo?

    Se da una parte sarei partito verso Kiri una cosa però era certa. Niente e nessuno mi avrebbe smosso dalla mia fede e fiducia nei confronti di Hayate, men che meno una persona sporca e corrotta come Kensei Hito.





     
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    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Shin, il Mangiafuoco

    E di quella volta che, in una piazza di Ame



    La compagnia teatrale di Shin non aveva mai attraversato le terre dell'Otokagure e tantomeno gli era stato concesso l'ingresso al villaggio vero e proprio, quindi, quando l'invito ad esibirsi in uno dei teatri della capitale del paese delle risaie, aveva raggiunto la loro carovana, tutti i presenti erano rimasti sbalorditi, quasi sospettosi della veridicità del messaggio. Nonostante questi dubbi, l'occasione era troppo giotta da rifiutare, sia per la fama che questo spettacolo avrebbe portato alla compagnia, sia per creare degli agganci all'interno di uno dei villaggi più potenti.


    Quando riuscirono poi ad entrare nell'Otokagure senza problemi, a delle facce preoccupate si sostituirono dei sorrisi, la gioia di essere stati davvero invitati da quell'importante paese che riempiva le loro espressioni. Il viaggio verso Oto fu piacevole ed in diversi punti la carovana si fermò per dare qualche piccolo spettacolo, intrattenendo i diversi villaggi sparsi per le pianure del paese e anche ricavando qualche denaro.

    L'arrivo ad Oto fu annunciato da Josuke, uno dei due fratelli che il ragazzo aveva incontrato ad Ame ed invitato a viaggare con lui. Insieme ad Hanzo, Shin ed il ragazzino corsero verso la punta della carovana, osservando l'imponente cancello davanti ai loro occhi. Il nero acciaio luccicava nella luce del mezzogiorno, l'imponente testa di lupo, con i suoi ardenti occhi, che squadrava chiunque incrociasse i suoi occhi, quasi respingendo chiunque volesse avvicinarsi, solamente con la sua presenza.

    Ai lati, due torri di guardia, abbastanza semplici, che osservavano chiunque entrasse e chiedevano il motivo della loro presenza. Le mura erano ricoperte da piante, e nonostante Shin fosse un amante della natura, anch'egli non si sarebbe avvicinato a quelle creature, che sembravano pronte a prendere chiunque si avvicinasse e sbranarlo. Così, la compagnia arrivò davanti al cancello, tenedosi a distanza ed aspettando che qualcuno arrivasse a farli entrare.
     
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    Arrivi a Oto

    Strani Guardiani

    Mentre la compagnia itinerante attendeva davanti alla porta, dopo aver annunciato il proprio arrivo (non che fossero giunti in sordina, essendo stati identificati già da parecchio), una sottile nebbia dall'aria sinistra si levò nell'aria, mentre il suono di uno shamisen, ritmico e quasi mistico, seguiva i passi di una figura dai lunghi capelli corvini che avanzava sulla cima delle mura, dove degli spalti permettevano alle guardie di muoversi senza eccessive difficoltà. Una donna di rara bellezza e dall'aria quasi eterea si fermò proprio al centro del gate, sopra il cancello con l'effigie del lupo, scrutando con occhi rossi e severi i nuovi arrivati, quasi giudicando la leggerezza con cui si muovevano ed esistevano.



    Io sono Sunako, Chunin di Oto. Siete dunque qui per porre fine alla mia esistenza? Avrebbe allargato le braccia. Non posso permettervi di radere al suolo il villaggio ma sono pronta a cedere la vita in un atto eroico contro le vostre lame assetare del mio giovane sangue. Ogni sua parola era accompagnato dalla musica che un qualche galoppino al suo servizio continuava a suonare, nascosto dietro le mura. Chi siete, dunque? Quale il nome di chi prenderà la mia vita? Va detto che se questa Sunako sembrava oltremodo seria nelle sue parole, le guardie vicine, anche sulle mura, si guardavano e la guardavano con estrema perplessità, e qualcuno aveva anche fatto un cenno come per fermarla e chiarire, ma una sola occhiata ai suoi occhi estatici era bastata a farli desistere. Cosa avrebbe fatto la compagnia?
     
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    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Shin, il Mangiafuoco

    E di quella volta che, in una piazza di Ame



    Il personaggio che si era presentato davanti a loro aveva un atteggiamento strano, presentandosi sul cammino delle mura con una lenta camminata, mentre una sottile nebbia, che fece accaponare la pelle ai presenti, mentre il rumore ritmico di uno strumento accompagnava quella apparizione. Davanti a loro dunque, giunse una donna dai lunghi capelli neri, i cui occhi rossi sembrava stessero penetrando l'animo stesso dei viaggiatori, inducendoli a tremare, un brivido lungo la loro schiena.

    Quando però la giovane donna aprì bocca, la tensione che si era creata quasi svanì, le sue parole confusero la carovana, dato che l'ultimo dei loro pensieri era quello di attaccare un villaggio di tali dimensioni. Avevano effettuato alcune scorribande nei tempi passati, quando la loro arte non era stata bastante per il proprio sostentamento, ma molti di loro erano ladruncoli, ricercati, ma per furti, insulti, risse. Nessuno di loro aveva neanche in mente ciò.

    Detto ciò, Shin voleva essere sicuro di entrare all'interno di Oto, dunque, dopo un attimo per prepararsi, si parò davanti alla donna, di fronte alla sua carovana.

    "Siamo la Carovana che è stata invitata a esibirsi, proprio ad Oto. Il mio nome è Shin, il rappresentante di questa carovana, e questa è la lettera con la quale siamo stati invitati."




    Disse, mostrando davanti a sè il pezzo di carta.
     
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    Arrivi a Oto - 2

    Lettere della Discordia

    La donna osservò con molta attenzione la lettera che le veniva porta, scrutandola con cura quasi maniacale. Dunque...quella carta è avvelenata e anche solo sfiorandola la sostanza mortale entrerà nelle mie vene dalla pelle, fino a stritolarmi il cuore? O forse le scritte vergate con un inchiostro mi indurranno al suicidio per via di un'antica maledizione? Il mio cuore freme al pensiero... Non aveva ascoltato una parola di quanto il ragazzo aveva detto, o anche ascoltando se ne era infischiata, allungando quindi la mano per prendere, delicatamente tra i polpastrelli, la lettera di invito. Lesse diverse volte quanto veniva scritto, strofinando le dita sulla carta da quattro soldi, con aria assorta, quasi rapita, prima di fermarsi ed emettere un lungo sospiro. Niente...anche stavolta niente.

    Le esibizioni non sono di mio gusto. La gioia e l'allegria sono qualcosa che impatta negativamente sull'animo. Avrebbe detto lanciando di malagrazia i documenti a Shin. Ma il Kage e i Consiglieri hanno idee diverse. Potete entrare, ma le guardie verificheranno che non abbiate armi, e nel caso le dovrete consegnare a me. Chissà...forse una di esse è degna di cogliere il prezioso fiore della mia vita. Aggiunse con tono teatrale, portando una mano alla bocca mentre la musica sottolineava quell'affermazione. Per riaverle dovete chiedere alla consigliera Dokujita, in Amministrazione. E anche per potervi muovere liberamente.

    Non abbiate da temere da quella donna. Nonostante le mie ripetute richieste non mi ha voluto uccidere...è una persona dal cuore tenero e facilmente sviabile. Commentò, prima di assumere un'aria sognante. Oh, se solo le sue spire potessero spezzare una a una le mie costole al chiaro di luna mentre i gufi cantano una malinconica serenata... Constatato che la Guardiana era completamente sciroccata, il gruppo avrebbe potuto avere accesso, ma lasciare le armi e farsi ispezionare poteva essere un problema. Come si era organizzato Shin, assieme agli altri, per nascondere eventuali "cose illegali"?
     
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    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Shin, il Mangiafuoco

    E di quella volta che, davanti al Cancello di Oto



    Il discorso del guardiano fece impensierire Shin. Non aveva mai visitato il villaggio di Oto, ma se ogni abitante fosse stato simile a quella donna, molto probabilmente non avrebbe guadagnato tanto...con i biglietti si intende. Infatti Shin, e qualche altro esponente della sua compagnia avevano degli obiettivi diversi dal resto degli attori, degli artisti che componevano il gruppo. Naturalmente, la maggior parte di loro conoscevano le intenzioni di Shin e dei suoi gregari e li lasciavano fare, dato che quasi tutti i Ryo guadagnati andavano nel fondo di cassa della compagnia. Inoltre, le storie di quei giovani erano un lieto passatempo per quelle serate passate davanti ad un fuoco, nella natura.

    Quando gli venne detto che avrebbero dovuto lasciare il proprio equipaggiamento e poi riprenderlo alla loro uscita, o parlando con una consigliera all'interno del villaggio, Shin annuì, dando delle rapide istruzioni ad i suoi compagni. Dal più vecchio al più giovane, i membri della carovana composero una fila dinnanzi al portone, lasciando cadere le più svariate tipologie di armi all'interno della cesta offerta dalle guardie. Anche i due fratelli che il Mangiafuoco aveva recuperato ad Ame lasciarono i propri pugnali nella cesta, con un sospiro.

    Nonostante ciò, la carovana non sarebbe rimasta senza protezione. All'interno infatti, dell'equipaggiamento di alcune delle attrazioni, erano state nascoste alcuni armamenti, abbastanza per armare Shin ed il suo fedele compagno, Hanzo. Specificamente, all'interno del martello utilizzato dall'uomo "forte" del circo vagante, era stati nascosti un paio di spiedi da combattimento, mentre, all'interno della parrucca di uno dei pagliacci erano stati infilati alcuni coltelli da lancio.

    Questi erano gli unici contrabbandi che la carovana stava inflintrando nel villaggio e se fossero passati senza problemi, Shin ed Hanzo si sarebbero diretti verso l'Amministrazione, lasciando gli altri a trovare un alloggio.
     
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    Arrivi a Oto - 3

    Ingressi per cercare Guai

    Importare armi illegalmente ad Oto avrebbe potuto avere conseguenze disastrose per il gruppo, a meno di incontrare Febh Yakushi che con la sua politica del "corpo peggio di un'arma" avrebbe perdonato il tutto, bombe a parte, ma dai controlli eseguiti non ci furono sorprese, e sebbene Sunako guardasse con aria mesta le armi, ritenendole rozze e ineleganti, inadatte a prendere la sua vita, non fermò l'ingresso della carovana, intimando però di recarsi in Amministrazione per i permessi e, qui si è letterali, "quelle facezie inutili per soddisfare l'animo".
     
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    Debiti da Saldare

    I



    Era un po' in ritardo sulla tabella di marcia era vero, ma il suo viaggio aveva bisogno di essere organizzato, ed era necessario partisse da Oto.
    Il vento gli scompigliava i capelli, ricresciuti a sufficienza da renderlo la copia sputata di Tian, cosa che pur rendendolo orgoglioso non lo ispirava poi troppo, amava essere unico ragione per la quale li avrebbe continuato a farli crescere, ma per ora bisognava rassegnarsi al fatto che se qualcuno avesse mai intravisto suo padre, vedendolo, avrebbe creduto di star impazzendo, soprattutto quando li teneva legati.

    Ti hanno mai detto che i pensieri pesano?

    Chiese il giovane drago agitando la schiena nel tentativo di sgranchirla, senza preoccuparsi che Raizen potesse fare un volo di qualche centinaio di metri e spalmarsi al suolo, dopotutto era in grado di mantenersi in groppa a prescindere dalle posizioni che assumeva il drago.

    Si, me lo dite sempre che quando sono troppo rigido sono una specie di macigno, ma che posso farci, quando mi sposto ho sempre qualche grana da risolvere e spostarsi per aria aiuta a riflettere.
    E trattare con Ogen deve sempre far riflettere.
    Non so chi sia peggio, se la vecchia o Febh.
    Manco posso parlarne eccessivamente, se dovessi scoprire troppo le carte con chiunque sono certo che Tenchou potrebbe dirle qualcosa.
    Sai quanto è stressante vivere costantemente con quest’ansia?
    Dovrei parlare ogni volta un paio di metri sotto terra se volessi essere certo di nasconderle realmente qualcosa.


    Intanto le mura di Oto si avvicinavano all’orizzonte, era da un po' che non entrava al villaggio, fu strano ricordare l’ultima volta, considerando che rischiò di perdere un amico sincero per poi andare all’Inferno era incerto se catalogarlo come un ricordo positivo o negativo, nonostante avesse avuto successivamente la possibilità di stare con Hebiko per molto più tempo del solito.

    Vorrei anche andare da Hebiko, anche se inizio a trovare odioso dover dividere il tempo fuori dal villaggio sia per le missioni che per la mia vita personale, dovrebbero essere cose distinte, e soprattutto dovrebbe essere più semplice incastrarle.

    Ci avrebbe rimuginato sopra fino all’arrivo alle porte del villaggio, era tarda mattinata avendola presa comoda alla partenza era anche sufficientemente riposato, e intenzionato a non compiere nessun passo falso, dopo aver concordato un appuntamento con Ogen aveva specificato che non sarebbe giunto prima delle undici.

    Sempre il solito Hokage.

    Disse al guardiano che lo ricevette alle mura.

    Sono atteso a Villa Yakushi da Ogen-sama e a breve anche da Hebiko Dokujita suppongo.
    Inoltre ho da incontrare per primo Febh Yakushi, quindi avvertite prima lui del mio arrivo.


    Avrebbe utilizzato il tempo d’attesa per la solita perquisizione, affidando il suo equipaggiamento ad Ou.

    Te lo scordi che ti affido qualcosa ragazzo, ci compri mezza Oto con questa roba e se la vedono le persone sbagliate ci avvii persino una guerra.

    All’arrivo Febh l’avrebbe trovato accomodato tra le spire di Kaze, intento a lamentarsi con lui.

    ...beh fa freddo!
    È inverno!
    Non puoi prendertela perché quelli rossi in quelle situazioni sono più comodi!
    È normale che faccia piacere appoggiarsi su qualcosa di caldo piuttosto che su qualcosa di freddo, in estate è il contrario dopotutto!


    In qualche modo fu la goccia che fece traboccare il vaso, visto che si ritrovò in piedi e Kaze lievitò sufficientemente in alto in modo da non offrirgli più un appoggio.

    Permaloso!

    Ma il rettile guardava altrove, con le sopracciglia troppo alte perché non stesse fingendo di non sentirlo.

    Ciao Febh!
    Non ti eri dimenticato che dovevo passare per aggiustare una manciata di debiti contratti all’inferno vero?
    Ho anche mandato qualche pennuto ad Ogen per prendere un appuntamento anche se per altra roba.


    Che la risposta fosse positiva o negativa avrebbe continuato.

    Beh, poco importa, tu sei uscito da lì insieme a noi quindi ti tocca la tua parte, dopotutto è la più semplice.
    Devi solo farti dare il cuore da Ogen, per voi Yakushi è come lavare il viso al mattino no?
    Ovviamente non cercare di tirare colpi mancini, il patto è stato fatto con gente che preferirei non correre il rischio di deludere.


    Era il suo piano fin dall’inizio dopotutto chiedere a Febh di adempiere a quella parte del fatto, Ogen era una vipera dalla lingua biforcuta, sapeva che se avesse visto un minimo di debolezza o un tocco in più di necessità da parte di Raizen avrebbe sfruttato la cosa a suo vantaggio per fargli contrarre un altro debito.

    Poi vabbè, devo portargli anche qualche notizia riguardo i Draghi che penso vorrà sentire.
    Andiamo?


    Sorrise amichevolmente.

    Ah, non preoccuparti del clone, sta facendo un salto da Hebiko per avvisarla.

    Appena varcarono il cancello di ingresso al villaggio infatti un clone si sarebbe separato da loro, procedendo spedito sopra i tetti conoscendo la strada e volendo evitare la marmaglia cittadina che c’era per le strade.




     
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    Hokage in Visita

    Raizen, caro...
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    La donna dai lunghi capelli neri che già da tempo si occupava delle Mura di Oto dietro indicazioni dirette del Consigliere Yakushi era sufficientemente strana da dissuadere gran parte dei visitatori, e sebbene questo fosse piacevolmente utile per evitare gli scocciatori, non si poteva dire lo stesso dei mercanti che attendevano le merci o dei visitatori di alto rango quale poteva essere Raizen Ikigami, Hokage e ospite di Ogen Yakushi in quella specifica circostanza. Ma Sunako tendeva a essere monotematica, per non dire ossessiva, quando si trattava della sua personale visione del mondo. Per questo motivo all'arrivo dell'Hokage e del suo Drago sarebbe scesa dalle mura con pochi rapidi salti, aiutandosi col chakra adesivo, atterrando quindi davanti all'ospite, con una mano sulla katana come se fosse pronta a estrarla. Illustre guerriero trasportato da un drago...sei dunque giunto per porre fine alla mia vita? Un duello in questo clima gelido e prossimo alla neve, una danza di spade che portano il peso dei nostri cuori sconsolati e infine un colpo netto, con il tuo acciaio che lambisce la mia gola dimostrando la tua maggiore abilità... Chiuse gli occhi, come pregustando la scena. Una morte degna, infine, così che io mi spenga lentamente osservando il mio sangue che si infrange tutto intorno come petali di una rosa scarlatta...eccellente. Mi concederai questa fine, Hokage? Io sono Sunako, la Notte che Muore. Da sottolineare quanto ci tenesse alla vicenda dato che una delle guardie, pur esasperata, aveva tirato fuori uno shamisen accompagnando le parole e le movenze della donna con note toccanti, nemmeno fosse uno spettacolo Kabuki.



    Fortunatamente prima che la situazione precipitasse uno dei suoi sottoposti aveva già premuto il bottone che mandava un chiaro messaggio sonoro al Consigliere Yakushi, che aveva approntato quel sistema di comunicazione esattamente per circostanze del genere. Apprezzerò se vorrete riporre quelle armi con la lama che trapassa le mie carni, abbandonandomi come una vittima sacrificale all'altare di una morte degna. Sunako sembrava particolarmente eccitata da quella situazione, come tradiva il suo respiro via via più veloce che traeva nuvolette di vapore vicino al volto, e stava per estrarre la spada e scattare in avanti quando venne colpita alla testa da una scarpa con forza tale da farla stramazzare al suolo priva di sensi. Febh Yakushi sarebbe atterrato dietro di lei, senza una scarpa e con uno sguardo decisamente irritato. Ti pare che devi venire a far dare di matto a Sunako? Avrebbe alzato gli occhi al cielo. E che gli prende al tuo biscione bianco? Non gli fa piacere vedermi? Sembrava aver preso la cosa un pò sul personale...e le parole successive del Kage lo misero ancor meno di buonumore. Ancora quella storia? Io speravo di metterci una pietra sopra e seppellirla come se non fosse mai successa, per la mia e la tua sanità mentale, oltre a quella di Hebiko. Sul tappo rosso c'è poco da salvare quanto a capoccia quindi non conta.

    Quello ovviamente sapeva come trattare con Febh e proseguì per la sua strada ignorando qualunque commento dell'otese, con sua somma irritazione. E' un patto che avete stretto tu ed Hebiko, io non centro nulla e non ho nessuna parte. Se vuoi un cuore di Ogen dovrai chiederglielo tu, figurati se mi vado a impelagare in situazioni strane! E io non ho nessun debito con chicchessia. Anzi, ancora nessuno mi ha ringraziato per avervi praticamente salvato la pelle là sotto. Difficile capire fino a che punto fosse serio e fino a che punto volesse solo fare l'arrogante...o forse più semplicemente non conosceva il concetto di vergogna. Ma almeno ora ho capito come mai ho dovuto passare la cera al salotto buono stamattina, Ogen aveva parlato di ospiti importanti ma di sicuro non mi aspettavo...beh... indicò Raizen con aria delusa. ...questo. A saperlo non avrei usato i prodotti più costosi. Incrociò le braccia, anche se qualcosa nel suo tono sembrava tradire che stesse volutamente esagerando la sua reazione e forse la capoclan gli aveva in realtà detto tutto. Ma se hai notizie per lei, allora meglio non farla aspettare. Borbottò, facendo strada, mentre il clone scivolava via. Oh, fantastico. DUE pivelli per Oto. Non c'è più religione! Comunque non la troverà a casa, le sto facendo fare un piccolo addestramento sul tetto dell'amministrazione. La fanciulla infatti era stata costretta a indossare un costume da asino senza buchi per gli occhi (scelto da Ssalar) e doveva trovare alla cieca la chiave per andare via dal tetto senza alcun aiuto se non una singola ed elementare Hebiton otese, il tutto mentre Ssalshape la lucertola camaleonte le dava la caccia usando tutte le sue doti di furtività...ma questa è un'altra storia.

    [...]

    In piedi nel salotto buono di Palazzo Yakushi, un ambiente tirato a lucido che sembrava uscito dalle più patinate riviste di arredamento classico all'orientale, Ogen stava sforbiciando con deliberata lentezza alcuni rami di un bonsai che faceva la sua figura sopra un piccolo mobile proprio mentre l'Hokage entrava nella stanza. Considerando che a parte Febh quasi tutti gli Yakushi della generazione precedente erano alti ben oltre il metro e ottanta e avevano un fisico da armadi, le stanze erano assolutamente adeguate alle misure di Raizen, che non avrebbe certo avuto alcun impaccio nell'entrare. Raizen caro, benvenuto. Non lo aveva salutato come Hokage, come a sottolineare che intendeva quell'incontro come un qualcosa di informale. Prego, siedi pure e non badare a me, sono leggermente concentrata al momento. Nuova sforbiciata su un minuscolo ramoscello che cresceva nel modo sbagliato. Kaji, caro, prepara del The. Disse con naturalezza, e anche se lo Yakushi ebbe un minimo brivido non fece una piega, sospirando e andando nella stanza accanto, lasciandoli da soli per qualche secondo. Lei non sembrava dedicargli troppa attenzione. Mio nipote mi ha raccontato diverse cose della vostra disavventura, una disavventura che nemmeno io avrei potuto osservare con gli occhi del mio amico. Ma mi ha raccontato molte cose, e dato molti spunti di riflessione. Continuava a scrutare il bonsai. Ora...ti ho parlato di Ura-Masamune perchè lo ho a cuore, quindi naturalmente voglio aiutarti. Ma alla mia età rigenerare è molto faticoso e qualcosa di pesante come un cuore strappato...oh, temo potrei non sopravvivere. La voce si era fatta flebile e quasi tremante, pieno specchio della fragilità che poteva trasmettere una donna così anziana. La tua è una richiesta che comporta un grande rischio per me...spero tu capisca almeno questo... Dove volesse andare a parare con quelle frasi era decisamente ovvio, ma come avrebbe reagito l'Hokage a quella che sembrava, sulla scacchiera delle contrattazioni, la prima mossa della capoclan Yakushi?
     
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    La Dama dei Draghi

    II




    Continua a Palazzo Yakushi





     
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