[Primo Accesso] Ingresso di Ame

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  1. Cougar™
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    ~ Ame
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    - Già! È proprio così, devi aspettare il prossimo ninja. Ma non intendo star qui un minuto di più, io la mia parte l'ho fatta. Ora sta a te. E se vuoi entrare con la forza bruta fa pure.-


    Queste furono le parole che il giovane proferì di rimando all'Akuma. Condite da una gustosa risata plateale a sottolineare l'ultima parte. Un modo per far capire al nuovo arrivato che lui non era che un... nuovo arrivato. Per quanto la Pioggia si presenti infatti come villaggio nukenin ha le sue regole. E non rispettarle non è il biglietto da visita migliore per farne parte. Ma questo forse il traditore della nebbia non lo sapeva, o non lo intuiva. Non sfruttò la corda offertagli dal giovane, che ormai era sparito tra i condotti che portavano all'interno della città. Una situazione alquanto spinosa. Ora era davvero solo, di fronte ad una porta senza guardiano. O meglio, una porta di cui era guardiano, anche se non sembrava ancora interamente conscio del fatto. Sì perché come tutti sanno essere Guardiano delle Mura ,nonostante implichi un certo peso ed un ottima posizione nella gerarchia, è anche un incarico che richiede una buona dose di fatica e impegno per essere eseguito debitamente. E ora il fu kiriano si ritrovava di fronte ad un bivio. Poteva girarsi e cercare un altro accesso, oppure salire e diventare guardiano, oppure ancora cercare di penetrare nel villaggio per lo stesso condotto usato dal suo predecessore, ignorando la Prima Regola di Ame.

    [...]


    Se avesse deciso di diventare Guardiano a tutti gli effetti avrebbe trovato il registro dei nominativi all'interno della spartana abitazione sopra il portone. Con esso una penna e un secondo registro: una specie di quaderno in cui segnare le persone in entrata e in uscita, retaggio probabilmente delle vecchie logiche di villaggio ninja. In quel registro era anche segnato l'avvento di un nuovo guardiano e con esso il suo nome. Dal volume di questo, non veniva probabilmente cambiato da almeno una decade e i fogli, ormai impregnati dall'umidità, erano morbidi e facili alla rottura. All'interno dell'abitazione vi erano anche delle razioni di cibo e alcune cerate nuove. Fra i vari ferri del mestiere, tra cui il cappello che aveva visto sull'altro, vi era anche un nuovo coprifronte, con le insegne del villaggio.

    Se altrimenti avesse deciso di proseguire avrebbe potuto seguire il condotto che dalla porta portava alla città. Dopo qualche minuto sarebbe così penetrato nella vera Ame, un misto di bordelli e case diroccate, sovrastato da enormi grattaceli con insegne al neon. Quel primo livello, il piano terra, non somigliava decisamente a quello che ci si aspetta da un villaggio di pericolosi nukenin: decine di barboni si ammassavano ai lati delle strade cercando di intrufolarsi in taverne o bordelli e non vi sembrava essere un organizzazione particolarmente accurata. Da ogni dove però si vedevano sorgere altri condotti, vie non convenzionali per salire e raggiungere, forse, una qualsivoglia struttura di controllo.
     
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23 replies since 21/3/2010, 12:02   647 views
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