Obitorio di Suna

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  1. Suna Elders
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    Death and All His Friends



    L'Ospedale di Suna. Un luogo pulito, luminoso, all'avanguardia. L'aria condizionata regola la temperatura in modo da rendere la degenza il più possibile confortevole, le infermiere sono allo stesso tempo bellissime e preparate, la responsabile una donna rude ma gentile che mette i pazienti e l'ospedale prima di tutto. Insomma, un luogo in cui tutti vorrebbero capitare se disgraziatamente avessero bisogno di un ricovero.

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    Ma alla luce corrisponde sempre l'ombra. A un luogo in cui tutti vorrebbero essere corrisponde quello in cui nessuno vorrebbe andare mai. E così scendendo una scala di servizio o premendo il tasto B3 dell'ascensore dell'ala ovest ci si trova davanti a una scena che dà l'idea di essere finiti in un'altra realtà.

    Qui tutto sembra più freddo, dall'aria alle luci al neon che illuminano scarsamente lo stretto e angosciante corridoio. Il silenzio forma una cappa così pesante che anche il minimo rumore sembra rimbalzare sulla mura con un'eco centuplicata. Una panca a lato del corridoio sembra pronta per accogliere sfortunati visitatori che ancora viventi giungano in questo luogo di morte.

    In fondo al corridoio, una doppia porta basculante conduce al gelido cuore dell'ospedale di Suna. Qui la temperatura si fa ancora più bassa, probabilmente si tratta dell'unico luogo veramente freddo di tutto il villaggio, le pareti metalliche sono in realtà una serie di sportelli che si aprono sulle celle frigorifere pronte a contenere le spoglie mortali dei ninja caduti.

    Al centro dell'immenso stanzone, si trovano una serie di lettini mobili in acciaio, privi dei materassi, ormai inutili per gli ospiti della struttura, accanto ai quali sono predisposti dei carrellini con gli strumenti necessari alle autopsie, perfettamente allineati e puliti.
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    Sull'unica parete sgombra dalle celle frigorifere prendono posto gli strumenti di misurazione, le bilance, lo schedario con le cartelle cliniche e i referti autoptici e alcune macchine per le analisi, e nell'angolo più buio, ma disposta in modo da vedere la porta, una scrivania di metallo con un portapenne e dei fogli bianchi perfettamente impilati. E lì, a lavorare sotto la luce bianca del neon, ci sono io.

    Chi sono io? Sono l'Ombra in un mondo di luce, sono la Notte in pieno giorno, ma più semplicemente sono l'unica persona a parte la responsabile dell'Ospedale a poter scendere qui sotto, a poter premere il tasto B3 che appare solo se sfioro la pulsantiera nel modo giusto, a poter aprire la porta sulla scala di servizio. Sono colei che parla con la Morte e a cui essa risponde, perché sa che in fondo sono come Lei, perché non la rifiuto e so che un giorno l'abbraccerò con queste mani. Io sono Namida Kuroi, e questo è il mio regno. Questo è l'Obitorio Nascosto di Suna.



    Immagine a sx by *thorcx on Deviantart
     
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19 replies since 29/5/2010, 00:42   696 views
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