Dimora di Eiatsu Nai

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  1. - Hohenheim -
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    Ricordi di Eiatsu
    Terza parte: Hohenheim



    Eiatsu si stava prendendo un attimo pausa. Era arrivato a quel punto del giorno in cui si concedeva un pò di riposo dalle sue estenuanti ricerche, dal lavoro in obitorio nonché dai vari incarichi derivanti l'essere un chunin di Oto. Stava seduto sul divano; la maschera che sempre portava in volto era poggiata su di un tavolo a dieci centimetri dalla sua mano. In sottofondo, il suono di un tornio girare lo cullava tranquillamente.

    “Non c'è nulla di più gratificante che un pò di lavoro manuale”

    Disse il ragazzo seduto davanti la macchina di legno. Con il piede destro faceva girare un piatto sul quale era posto dell'argilla. Le mani del ragazzo erano abili e veloci e la materia grezza in poco tempo veniva plasmata in forme più o meno articolate.

    “ Ah è sempre bello poter ritornare sentire l'odore dell'argilla fresca e la sua consistenza porosa...sai dall'altra parte non possiamo...”

    Lasciò la frase in sospeso.

    “ Si, me lo hai già detto Hohe...”

    “Bhè se così è significa che mi hai riportato indietro troppe volte, non trovi?”

    Disse ridendo. Eiatsu tuttavia era pensieroso come ogni volta che richiamava dall'aldilà il suo più grande amico, forse l'unico che aveva mai avuto. Questa volta però era diverso. Nei suoi pensieri, oltre ai sensi di colpa che normalmente lo attanagliavano in compagnia del Suense, si mischiavano quelli relativi agli avvenimenti che stavano per essere messi in moto dalle sue stesse mani...e che avrebbero stravolto tutto...

    “Oggi sei più pensieroso del solito...”

    Disse infine il sunese smettendo di far girare il vaso finito a metà e rivolgendosi all'Eliminatore di Cadaveri.

    “Pensieroso? No...veramente stavo ricordando il nostro primo incontro...”

    “Ah si! Davvero un bel combattimento!”

    [ Tre anni prima]


    “Signori questo è uno scontro di valutazione, per cui andateci pensanti ma non uccidetevi. Intesi?”

    Un Eiatsu neo chunin era al centro di un ring. L'uomo che gli aveva parlato stava uscendo dall'ampio rettangolo che doveva essere l'arena dello scontro. Non era in accademia...in effetti non era propriamente cosciente dell'ubicazione di quel luogo. Come tutti era stato portato lì bendato...

    Il suo avversario era un ragazzo addirittura più giovane di lui. Era bassino , con il corpi fronte sunese che gli schiacciava i capelli. Il volto era solare e gli occhi di un marrone profondo facevano intuire un profondo acume e un'intelligenza fuori dalla norma. Di fatti era tutto il contrario di Eiastu, pallido ed emaciato...

    “ Che muso lungo amico! Dai che ci scaldiamo un po!”

    Indossava una tonaca color panna e blu e, a tracolla, portava una borsa nella quale non si riusciva a capire cosa contenesse.

    “Sai ,per esperienza, i tipi surriscaldati come te fanno rapidamente una brutta fine in questo mondo!

    Disse con tono piatto l'eliminatore:

    “Questi sunesi hanno proprio il sangue caldo”

    Tuttavia le parole taglienti dell'otese non provocarono alcun cambiamento nel modo di fare del ragazzo che anzi stava saltellando sul posto per riscaldarsi. Improvvisamente si fermò e aprì la sacca:

    “Bhè forse ti riesco a dimostrare il contrario”

    Fu un lampo: dalla borsa sbucarono due creature composte di uno strano materiale biancastro che ad Eiatsu ricordò vagamente il cemento, sebbene fosse molto malleabile. A vederle meglio, le due creature avevano le sembianze di uccelli , ma non solo: si muovevano come uccelli...ed erano velocissimi!

    Rapidamente il chunin si destò dal torpore e battè forte con il piede a terra. Una cospicua parte di ring si rivoltò su se stessa creando un muro dalle notevoli dimensioni.

    BOOOOM

    Una doppia esplosione mutilò la difesa che il chunin si era creato.

    “Altro che sangue caldo, qui esplode tutto!!”

    Cambiò rapidamente la sua posizione muovendosi ad arco contro il sunese.

    “ Se le sue armi sono le bombe è impossibile che riesca ad usarle in corpo a corpo...”

    Certo non era quella la sua specialità, ma contro un nemico che disponeva di una tale potenza di fuoco non c'era molto altro da fare. Prese quindi le sue armi preferite, gli spedi maggiori di Young, ed inizò quella danza caratteristica del suo stile di combattimento. Sfruttando il vestiario ampio riusciva, tramite le giravolte sul posto, a creare delle volute nell'abbigliamento che confondevano l'avversario .E in quel mare di tessuto partivano guizzanti i copli con gli spiedi .Rapidi e precisi miravano a colpire gli Tsubo per paralizzare l'avversario,sebbene questi fosse rapido nello spostarsi Ben presto, ad ogni modo, il giovane si ritrovò pieno di ferite più o meno profonde.

    Non riusciva nemmeno a prendere le distanza per cui:

    “ Vediamo come te la cavi nel uno contro due”

    Mise un'altra volta la mano nella sacca per plasmare velocissimo un clone. Immediatamente questi caricò il chunin di Oto sbilanciandolo. I due caddero insieme a terra:

    “Devo togliermi questa bomba da dosso!!”

    Così, prima che Hohenheim avesse il tempo di conquistare una posizione più sicura da cui far detonare l'ordigno,Eiatsu poggiò i palmi delle mani sul busto del clone (questa volta capì che era proprio argilla il materiale di cui era fratta) e impastò una grossa quantità di chakra nei manipolatori d'aria. Un'onda tagliente dalle grosse dimensioni fece volare il costrutto che, tuttavia, non si dissolse. Questo permise ad Hohenheim di attivare la sua trappola!

    “Sei troppo prevedibile!”

    In volo, sebbene abbastanza lontano da non far subire danni all'otese, il clone detonò. A differenza delle precedenti, questa vola l'esplosione non fu grossa parimenti ma, in compenso, Eiatsu sentì una forza molto intensa scaraventarlo lontano ad inseguire il cline che volava via.

    “Dannato stronzetto! Non sono io prevedibile, sei tu che sei dannatamente forte!”

    Ben presto si ritrovò in volo, sottosopra, mentre l'effetto di cavitazione della tecnica dell'artista lo allantanava. Mentre ruotava, per un attimo, il sunese ricomparve nel suo arco visivo. Come Eiatsu immaginava stava nuovamente attingendo alla sua riserva di argilla. Pensò a come agire in un solo istante:

    “Il tempismo deve essere perfetto”

    In men che non si dica due nuove creazioni del ragazzo erano già in volo:altri due pettirosso.
    Eiatsu attese fino ad un secondo prima che esplodessero. Quindi lanciò partire due spiedi,uno dei quali aveva arrotolata una bombacarta, ma non verso Hohenheim, ma verso il soffitto.
    Quando gli ordigni esplosero colpirono in pieno il corpo dell'eliminatore e sollevarono una fumera di polvere che occultò i due proiettili alla vista di Hohenheim....

    Questi rimbalzarono contro il soffitto e si diressero dall'alto contro il corpo del ragazzo. Solo allora Eiatsu compose i pochi sigilli della sua tecnica preferita e , da un solo spiedo, se ne vennero a creare dieci.Un'ondata si spiedi si conficcarono nel corpo del sunese infliggendoli gravi danni, ma non solo:la precisione del chunin era tale da riuscire a colpire un numero discreto di tsubo. In breve Hohenheim si ritrovò paralizzato e fu costretto a subire anche la bombacarta che arrivò con un ritardo calcolato ed ottenuto tramite un diverso angolo di impatto...

    BOOM

    […]


    Qualche giorno dopo, quando Eiastu riuscì a rimettersi in piedi dopo che le ferite subite lo avevano massacrato, si recò nella stanza a lui affianco dove anche il sunese era stato medicato. Essendo le sue ferite più gravi, ci sarebbero voluti altri sette giorni perchè si potesse alzare...

    Arrivato, prese una sedia e si collocò a fianco del ragzzo.

    “Sai forse ho esagerato nelle parole che ti ho rivolto prima del nostro scontro.Mi scuso!”

    “Bhè forse non avevi tutti i torti!Guarda come sono ridotto! Comunque il mio nome è Hohenheim piacere!”

    Il bimbo provò a muovere la mano, cosa che gli causò solo un mucchio di dolori.

    “Ahaha non ti preoccupar delle formalità: rimandiamo queste cose a quando ti sarai rimesso.Sono sicuro che ci sarà nuovamente occasione di rincontrarci. Ora torno anch'io al mio letto: tutto questo moto mi ha distrutto...”

    Così dicendo uscì piano dalla stanza chiudendo piano la porta al suo passaggio.

     
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