Dimora di Eiatsu Nai

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  1. - Hohenheim -
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    La sala era avvolta nell’ombra. Poche luci soffuse erano posizionate in maniera strategica all’interno della stanza con il solo scopo di infittire l’oscurità in precisi punti del salone. Al centro della sala stava in piedi l’eliminatore, come al solito avvolto nei suoi drappi scuri. Ai suoi piedi una serie di sigilli disegnavano un cerchio che lo conteneva perfettamente. Analoghi fuinjutsu erano sparsi nella sala in maniera satellite rispetto al circolo in cui stava l’eliminatore.

    “Chi ha preso questa decisione?”

    Disse in un sussurro Eiatsu, apparentemente parlando solo con se stesso. Gli rispose invece una voce eterea proveniente dal sigillo alla sua sinistra. In quel punto l’ombra naturale della stanza sembrava acquistare una densità notevole, tanto da poter dire che l’oscurità stessa avesse preso sembianze umane. L’ombra, che aveva la forma di un uomo incappucciato, si mosse sinuosamente sul posto con un lieve fremito e disse.

    “ E’ stato il consiglio delle Ombre! Abbiamo votato unanimemente che il giovane di Suna venga riportato alla vita e restituito al suo villaggio. Siamo convinti che da vivo potrà servire meglio la nostra causa , piuttosto che nelle tue mani”

    Eiatsu se ne fregava di quello che diceva il consiglio. Sebbene fossero i comandanti dell’impero del male creato da Yashimata, lui non rispettava nessuno di loro in quanto lui era il Portatore, colui che custodiva le spoglie mortali dell’Avatar nonché colui che aveva le chiavi per farlo tornare tra i vivi.
    Tuttavia questa volta il chunin non avrebbe disubbidito al consiglio e l’unica ragione era perché si stava parlando di Hohenheim. Eiastu non aveva mai avuto un grande senso di morale, anzi, non ne aveva affatto. Tuttavia , se c’era stato un tempo in cui si era sentito vicino a qualcuno, oltre il padre, bhè quello era stato con il giovane chunin di Suna, quando entrambi militavano sotto i D10. Sentiva quindi quasi elettrizzato all’idea di poter riportare in vita un suo caro amico. Se non altro sarebbe stato un modo per scusarsi di averlo usato ed abusato di lui negli ultimi mesi. Certo Hohenheim non avrebbe ricordato nulla di quello che era accaduto dopo la sua tragica dipartita…

    “ Mi rimetto alla decisione del consiglio. Eseguirò la procedura immediatamente”

    “ Bene” disse l’ombra di fronte a lui, in un tono leggermente sollevato, come se non si aspettasse una risposta positiva da parte dell’eliminatore senza dover discutere nemmeno un po’.

    “ Ci aspettiamo un lavoro ben fatto. Abbiamo già predisposto un corpo idoneo”.

    Le ombre improvvisamente si dissolsero, facendo tornare la stanza a livelli di luminosità più elevati. Andandosene era stato spezzato anche il jutsu che impediva il rilevamento a distanza di quella conversazione e che bloccava il flusso di materia verso il luogo dell’incontro. Per cui, una volta finito il meeting, una fresca brezza iniziò a circolare nuovamente nella stanza e a muovere dolce i vestiti dell’eliminatore.
    Presto sarebbe tutto finito

    […]

    L’obitorio quella notte era vuoto. Essendo uno dei pochi ninja che vi lavoravano, non ne rimase stupito. Il chunin si mosse a luci spente verso l’ala più a nord dell’edificio, quindi in una stanza della quale conosceva lui solo l’esistenza: ovviamente uno degli infiniti retaggi lasciati da Orochimaru.
    La stanza in questione era spoglia di tutto , al di fuori di un bancone e dei cassetti bassi contenenti materiali medici e ninja. Completamente in pietra a vista, la stanza era fresca ed umida , e puzzava leggermente di terra. Insieme ad Eiatsu c’era lì un’altra persona. Era un ragazzo, meno di 20 anni, completamente nudo che giaceva sotto un leggero telo di tessuto bruno, mani e piedi legate. Stava dormendo, o meglio era stato drogato perché non si intromettesse nel processo che lo avrebbe portato ad un rapida ed indolore morte.
    Eiatsu non si era mai fatto problemi ad eliminare qualcuno, e questo bambino non faceva differenza. Si posizionò a due metri da quello che ora appariva essere un altare sacrificale e stese a i suoi piedi un rotolo. Questo conteneva un complesso fiunjutsu in cui era evidente un parte centrale, a forma di cerchio, nella quale andava inserito il materiale biologico della persona da resuscitare.
    Effettuata questa semplice procedura, il chunin iniziò a comporre i pochi sigilli che conosceva a memoria per dar vita alla tecnica più potente e distruttiva che fosse mai stata creata dal secondo Kage di Konoha: La resurrezione Impura.
    Completati i sigilli, il fuinjutsu si mosse verso il corpo sacrificale e lo circondò. Quindi la pelle del giovane incominciò a sfaldarsi sostituita da una carnagione chiara e da capelli color del caramello. In pochi secondi il corpo di Hohenheim ritornò integro davanti agli occhi dell’eliminatore di Cadaveri. Il chunin si avvicinò per vedere il risultato: era perfetto! Entrambe le mani avevano i segni delle aperture di due innaturali bocche sui palmi, sul petto era tatuato il simbolo di appartenenza al consiglio dei D10, ed ingenerale il corpo era perfetto. Per sicurezza gli iniettò un’altra dose di sonnifero.
    Invero, rispetto ai cadaveri che normalmente usava nelle sue evocazioni, il sigillo che aveva prodotto la resurrezione completa di Hohenheim era leggermente diverso.La cosa che realmente cambiava era la mancanza del sigillo di controllo che andava impiantato nella testa di ogni corpo resuscitato.
    Quindi andò verso uno dei cassetti bassi e ne estrasse un pennello ed una ciotola che conteneva una sostanza nera simile ad inchiostro. Con precisione intinse l’utensile da disegno nella tinta e disegnò un piccolo marchio all’interno del simbolo dei D10 sul petto del giovane. In realtà quei pigmenti non erano nulla di speciale, semplicemente era una colorazione che reagiva se in contatto con il chakra dell’eliminatore. Nero su nero, nessuno si sarebbe accorto di nulla. Provò una sola volta che la colorazione effettivamente si attivasse con il suo chakra, quindi si mise a vestire il corpo del ragazzo.

    […]


    La notte seguente il corpo di Hohenheim viaggiò su un carro pieno di corpi morti diretti alle fosse comuni al di fuori delle cinte murarie di Oto. Con la connivenza del South Gate non ci furono problemi a far uscire il corpo fuori dalle mura .Tuttavia Hohenheim non venne seppellito con gli altri. A metà strada un emissario delle Ombre venne a prendere il corpo e lo portò lontano da Oto verso i territori sabbiosi del Deserto di Suna.


     
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