Il Tempio del Vento Glorioso

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  1. Hoshi
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    Manipolazione del Vento
    ..Per un Soffio!!!..
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    Superare il muro di armi rotante fu per il Chikuma un esperienza unica, lo sforzo richiesto era stato davvero troppo anche per lui ed ora al di la di quel terribile passaggio stava piegato sulle ginocchia ansimante per la fatica. A malapena riusciva a mantenere attiva la protezione d’aria, ora cominciava a capire perché quel luogo fosse stato scelto per addestrare i Chikuma di alto livello, i suoi polmoni non avevano smesso per un secondo di irrorare immense quantità d’aria, solo chi poteva dare fondo a tutto il suo potenziale poteva permettersi di uscirne fuori vivo. Gin alle parole di Hoshi rispose con una risata beffarda e con una frase adatta al vecchio che era, anche se non nell’aspetto, nei suoi occhi il rosso vedeva una certa luce malinconica a volte, molto probabilmente quel luogo rievocava nella sua mente memorie tristi o semplicemente troppo lontane dal suo attuale presente.

    I due proseguirono verso il centro del canyon senza esitare, il rosso era visibilmente stanco ma non per questo avrebbe mollato, era solo questione di tempo, presto i suoi polmoni si sarebbero abituati a quelle condizioni. La passeggiata proseguì senza tanti intoppi fino a quando non giunsero nelle prossimità di quello che aveva tutto l’aspetto di un tempio, il ragazzino non riusciva a vederlo completamente anche se l’entrata era visibile. Quello che vedeva grazie anche alla sua vista particolarmente sviluppata era un gigantesco volto scolpito nella roccia intento a soffiare, la bocca doveva essere l’ingresso. Il testone sembrava quasi una specie di Buddha data anche la presenza di due gigantesche mani poste ai lati del testone in una posizione che il ninja non riusciva ad identificare. Dalla sua posizione attuale non riusciva a notare altri particolari tuttavia ora sapeva dove voleva condurlo Gin, quello doveva essere il luogo più sacro dei Chikuma, il kazekage lo aveva chiamato il tempio del vento glorioso.

    --Wow!!!.. quindi li dentro ci sono nascosti i segreti più strepitosi del nostro clan?!.. ehi aspetta.. non è che mi vuoi fregare?!.. non mi farai spazzare anche il piazzale di questo tempio da oggi in poi?!!..-


    Il kazekage quindi prese un fuumha shuriken randagio spiegando al ragazzino che prima di proseguire era necessario che superasse un ulteriore prova. Doveva riuscire a fermare a mezz’aria quell’arma mentre viaggiava verso di lui, una semplice prova che se non fosse riuscito a superare lo avrebbe visto con la testa mozzata. Il rosso non aveva scelta, ormai si era spinto troppo oltre per tornare indietro, non gli restava che mettersi in gioco e provare a fermare quell’arma. Conosceva bene i suoi limiti il rosso, sapeva bene che un arma di quelle dimensioni non era in grado di bloccarla, almeno fino a poco prima di entrare in quel posto. Pronto ad entrare in azione attese che Gin scagliasse l’arma, di sicuro non si sarebbe trattenuto dal farlo.

    --Forza Gin.. lancia!!!-


    La lama quindi prese il volo verso il rosso con velocità stratosferica, sembrava un missile più che uno shuriken. Il suoi polmoni erano già carichi, subito lasciò che l’aria contenuta esplodesse verso l’arma nel tentativo di bloccarla, non poteva commettere errori, doveva concentrare il suo soffio solo ed esclusivamente verso l’arma senza sprecarne nemmeno un po’. Subito l’arma prese a rallentare anche se non sembrava volere interrompere la sua corsa, per ora aveva solo ritardato la sua morte, se voleva evitarla non doveva far altro che potenziare ancora di più il suo soffio mantenendo lo stesso livello di precisione. Con uno sforzo disumano il rosso caricò quindi un secondo soffio più potente per arrestare definitivamente la corsa dell’arma, il vento generato questa volta sorprese anche il piccolo Chikuma che non si aspettava di riuscire ad emettere un soffio di quella portata, il contraccolpo con l’arma fece scuotere tutta l’aria attorno bloccandola a mezz’aria a pochi metri del rosso. Il suo fiato si era fatto molto più rapido dopo lo sforzo denotando che ora stava realmente raschiando il fondo delle sue energie, aveva quasi raggiunto la meta, ancora un piccolo sforzo e quel terribile addestramento si sarebbe concluso.

     
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