Il culto dei demoni

[Addestramento Occhi demoniaci I e II. Allievo: Seinji Akuma]

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  1. leopolis
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    Pensato

    Potere-
    …vista …


    Il respirò mi mancò. Una luce fiacca e buia coprì totalmente i miei occhi, e sentii come la scintilla di vita abbandonò il mio corpo. Non ero in vita, stavo lentamente attraversando quella barriera che mi separava dal mondo dei morti. Nessun tunnel, seppure era facile aspettarmene qualcuno. Solo buio, buio e buio. Il mio viaggio continuò nel mentre mi vedevo dall’esterno. Il mio corpo totalmente nudo sdraiato su un pavimento prettamente nero. Nessuna luce, nulla di nulla. Poi però mi girai. Mi guardai attorno e vidi un lieve lume rossastro in fondo alla luce. Che fosse la luce della speranza e del potere?.. Qualcosa cominciò a girare. La mia presenza onnisciente rientrò all’interno delle nudità del mio corpo. Pian-piano rinvenni in me. Cominciai a sbattere le palpebre, poi assaporai il gusto di controllare le mani e i piedi. In quella stanza totalmente buia mi alzai. Rimasi un po’ stordito, seppure d’incamminarmi verso la luce crebbe ogni singolo istante che passava, ma non mi mossi. Rimasi eretto sul mio posto. Dapprima emanai un respiro. L’aria del luogo sembrava essere pulita, priva di rumori, pensieri, contaminazioni delle menti altrui. Nell’oscurità totale percepii il ritmo con cui batteva il mio cuore, come se fosse un orologio a pendolo ben fatto. Era un corpo perfetto, il mio. Rimasi lì per un lasso di tempo indefinito, intento a capire le mie voglie e osservare il raggio di luce. Quindi mi mossi, ma prima che ciò accadde sentii una voce provenire da qualche parte dall’esterno. O forse risuonò completamente nella mia mente senza potessi accorgermene? Sorrisi. Desideravo il potere di cui si parlava più di ogni altra cosa. Desideravo far parte del clan e desideravo assaporare la gloria di quest’ultimo attraverso quei due forellini all’altezza del cranio. Morte?.. Era impossibile essere più morto di quanto non lo ero già, ed in fondo la morte non mi spaventava per nulla. Non era altro che un semplice viaggio, una barriera da attraversare. Quindi, risposi alla voce con un cenno affermativo. Poco dopo cominciai a sentirmi osservato. Captavo gli occhi di qualcuno su di me, eppure speravo che fosse solo un’impressione. D’altronde ben sapevo che quei occhi potevano vedere oltre.
    Avanti!
    Sorrisi leggermente. Poi, non appena percepii le sue parole risuonare nella mia mente, corsi. Passo, poi un altro cercai di portarmi sempre più vicino a quella luce ingannatrice. Ed ecco che si faceva più grande, ed ecco che le fui vicinissimo. Solo un attimo dopo notai una scia di sangue dietro di me. Che fossi ferito? Non c’era tempo per pensare a simili sciocchezze. Altri passi e con un leggero fiatone riuscii ad arrivare alla luce rossastra. Quest’ultima mia abbagliò, ricoprendomi della sua intensità, e fu poco dopo che capii di trovarmi nuovamente nella stanza di prima, in quella Chiesa strana ed antica. La stanza, per quanto potesse sembrare strana, era completamente vuota. Solo il sottoscritto nel battistero, nessuna presenza apparente. Ma conoscevo le possibilità d’inganno di quei occhi magici. Forse non c’era nessuno, ma potevano essere ovunque. Dietro di me, sopra di me, sotto di me, ai miei lati. Rapido cominciai a guardare ovunque in cerca di una presenza, ma non c’era nessuno. Cominciai a pensare che quei maledetti si stessero prendendo gioco di me. Chiusi i pugni, la rabbia salì fino alla mia gola. Tanto per nulla. Desideravo molto sapere se rituali simili toccavano proprio a tutti.
    Comunque sia, è stupido rimanere qui all’impalato. Meglio tirarmi fuori da questa situazione…
    Senza volere perdere secondi e con la rabbia all’interno, decisi di uscire dalla Chiesa. Non notai altre porte se non la porta principale, quella attraverso cui si entrava e si usciva dal luogo. I passi d’avvicinamento furono abbastanza lenti, giacché la mia unica intenzione risiedeva nel trovare il nascondiglio di quei esseri. Un po’ lo dovevo ammettere, cominciavo ad odiare il mio clan. Tra le varie missioni e scherzi vari mi stavano distruggendo.
    Aprii la porta ed andai oltre, accorgendomi di non aver fatto progressi. Era come in un labirinto rotatorio. Camminavo e poco dopo mi ritrovavo nello stesso luogo di prima. Camminando in avanti, però, m’accorsi delle poche differenze avvenute con successo. Non ero più nudo, e le mie vesti di prima m’avevano raggiunto. La seconda cosa che notai, fu la macabra presenza di un figura davanti a me, girata verso di me con la schiena. Attirare la sua attenzione da lontano, poteva essere una buona idea.

    Hei!
    Nulla. Continuai a camminare, fino a scorgere le macchie di sangue sui miei vestiti. M’avvicinai ancora. Quella figura poteva risultare la chiave dell’intera avventura, e non appena fui a pochi passi da essa, che capii cos’era.
    La figura si girò verso di me, mostrandomi le sue vere fattezze e i suoi lineamenti naturali. Era demoniaco. Rimasi allibito a vedere un demone con la coda e con due occhi rossi, ma con le mie fattezze sul volto. Non mi ci volle poi molto per capire chi mi trovavo all’interno di me. Forse in un’altra dimensione, ma giacché non potevo evocare demoni, ero sicuro di trovarmi nel mio subconscio tutto appositamente preparato dai saggi Akuma. Pian piano cominciai a rifletterci, e i miei dubbi scomparvero proprio quando il demone aprì bocca per comunicarmi qualcosa d’importante.

    Incredibile!.. Mi legge nel pensiero!
    Sorrisi. Era davvero il mio demone personale. Ero l’immagine specchiata di me. Non riuscivo a muovere un passo. Mi trovavo dinnanzi ai miei sogni. Ogni singola notte di ogni giorno della mia esistenza sognavo lui, ed ecco che mi ci trovavo di fronte e non riuscivo a muovere un dito. Davvero. Era un Dio in confronto di me, ed io ero l’involucro atto a contenerlo. Non avevo possibilità. Qualcosa mi diceva ch’ero sin troppo debole per l’essenza del suo potere, ma ormai ch’ero lì ero deciso a provare. Al massimo c’avrei rimesso la vita, ed ogni ninja dovrebbe essere pronto a rimettere quest’ultima in ogni istante della propria esistenza.
    No, non me ne vado.
    Un ghigno si formò sul mio viso. Ero determinato nel raggiungere il mio, e ce l’avrei fatta.
    Vedi… sin dalla nascita ero ossessionato dalla tua presenza. Ti sognavo, ti cercavo, ammiravo il potere dei altri demone, ma ciò nonostante non sono mai riuscito a trovarti. Tu sei l’immagine riflessa di me. Tu hai il potere, puoi uccidermi, squarciarmi, farne quel che vuoi, ma se mi uccidi dovresti cercarti un altro nascituro in cui convogliare la tua presenza, e poi rimanere segregato al suo interno.
    Sorrisi, ero destramente sicuro di quel che dicevo.
    Oppure puoi decidere di donarmi il tuo Potere, e potremmo entrambi vivere battaglie gloriose, esperienze incredibile e viagi straordinari. Se è la mia vita il prezzo solo per tentare di raggiungere tali scopi… stai certo che non mi tirerò indietro, proprio ora che il frutto delle mie ricerche è dinnanzi a me.
    Poche parole che sembrarono aver convinto parzialmente il demone. Parlò. Decise di darmi una possibilità, eppure rimase nel suo tono scherzoso facendomi sentire come una nullità dinnanzi a lui, ma in effetti sapevo di essere. Una volta concluso il suo dialogo, il Demone sparì, lasciandomi col mio eco rimbombante sulle mura della Chiesa. Dovevo trovarlo, ma coi occhi normali non ci sarei mai riuscito, mi serviva qualcosa di più potente per farcela.
    Occhi demoniaci.
    Chiusi gli occhi componendo il mezzo sigillo della tigre col braccio destro. In un tal modo riuscivo a concentrarmi meglio. Poi partì una ricerca endoterica, una ricerca interiore che mi doveva permettere di scovare quei due occhi. Dovevo farcela.
    Dopo aver raggiunto una buona dose di concentrazione, tanto da percepire solo il rumore di un falso vento fuori da quelle mura, cercai di immedesimarmi nel profondo del mio subconscio, sebbene mi ci trovavo già. Decisi di andare oltre, decisi di trovare quella corda che avrebbe fatto comparire due occhi rossi nelle mie orbite. Ero alla ricerca di quel “Seinji Akuma” interiore che spesso risuonava. E nuovamente, nella Chiesa, la testa cominciò a rotearmi e cascai sul suolo con una smorfia sul viso. Pochi secondi passarono che vidi una figura in miniatura di me, dritto nel mio corpo. Polmoni, fegato, rene, milza. Vedevo tutti gli organi con un Seinji Akuma piccolo dimezzo ad essi. Vidi come la figura salì in cerca di qualcosa, rimasi allibito. Continuò a salire su, finché non raggiunse la testa. Piano, vidi come si posizionò dinnanzi ai nervi oculari. Cosa volevo fare?.. Prese con ambe le mani quei nervi e li tirò violentemente a se, strappandoli.
    Un’altra smorfia comparve sul mio viso mentre ero disteso sul suolo della Chiesa.
    Ero cieco, eppure al posto di quei nervi strappati dalla figura comparve un sigillo gigante. Il Seinji piccolo dapprima ci mise una mano. Vidi come nel punto in cui il suo braccio entrò in contatto con il sigillo, comparvero delle onde, come se un sassolino fosse caduto in un specchio d’acqua. Nello stesso istante in cui ciò accadde, percepii un freddo intenso lungo il mio braccio destro. La coscienza ch’ero cominciò ad assumere la forma che desideravo. Una volta che la figura entrò completamente in quel sigillo, mi ricomposi, divenendo un tutt’uno con quel Seinji Akuma in miniatura, atto a rappresentare l’essenza del mio “io” interiore.
    Dopo il sigillo, non mi vidi più in terza persona, ma fui il partecipe attivo delle mie azioni. Mi trovavo in un luogo buio, stesso sul suolo. Nulla dietro di me e ai miei lati, davanti a me solo un muro. Due occhi rossi giganti disegnati ai vertici alti del muro stesso, mentre al centro di questo il sigillo di prima. Piano m’avvicinai al muro, toccandolo. Era solido, ma non era né pietra, né legno, né ferro, né roccia. Provai a spingerlo, e quel muro diventò un specchio, mostrandomi le mie fattezze dopo l’unione. Incredibilmente, avevo due corna sul capo e una coda dietro di me. Entrambi gli elementi si fondevano facendomi somigliare al demone di poco prima. Ero vicino al potere, né ero certo. Tuttavia, c’era ancora quel sigillo dinnanzi a me, dovevo abbatterlo per acquisire il potere totale del Magan. Caricai un pugno all’altezza del fianco, e lo sparai contro quel specchio. Niente. Dovevo sconfiggerlo con la mente, capire ch’era un illusione generata dal mio subconscio.
    Sorrisi. Poi mi concentrai chiudendo gli occhi. Ero dentro di me, potevo farne quel che volevo di quel muro demoniaco.

    Tu non se reale, sei solo frutto della mia mente.
    Parole accompagnate da un ghigno sul mio viso, e un schiocco con le dita, a cui seguì una lunga striscia di rottura sulla superficie di quel specchio. Una volta che aprii gli occhi fissandomi nella superficie di quel specchio, vidi come i lineamenti demoniaci rimasero con me fino a poco prima della rottura totale del sigillo della “Mente”, poi sparirono. Un’altra liberazione di chakra a mo di vortice nacque dentro di me. Il tutto continuò a ruotare, e disteso sul pavimento della chiesa tornai in me. Alzandomi, m’accorsi di avere due fuochi al posto di quei occhi.
    Magan…
    Incredulo li sfiorai con le dita. Non riuscivo a credere di aver raggiunto un tale potere, il mio sogno da sempre. Tuttavia, sapevo che la cosa non sarebbe durata se non avessi scovato il demone. Quella Chiesa era solo un strato superficiale del mio subconscio. Tuttavia, una cosa dovetti notare durante la permanenza di quei due occhi nelle mie orbite. E la cosa rappresentava il mio brusco indebolimento. Mi sentivo molto più debole rispetto a poco prima, seppure quei occhi mi davano un potere infinito. Decisi di non pensarci, il mio obiettivo principale fu quel demone.
    DOVE SEEEEI…?!
    Rapido corsi in una delle direzioni. Quei occhi funzionavano a meraviglia. E’ come se un laser uscisse da essi, penetrando negli oggetti e scovandone il contenuto. Corsi per un po’, finché non vidi una giara interessante al lato del muro dietro a cui mi scovavo. Il muro non era tanto spesso, dato ch’era di circa 30cm. Oltre il muro una giara. Dentro ad essa riuscii a riconoscere i lineamenti del demone, ed un fuoco rosso dentro ad esso.
    La sua energia vitale?..
    Era meglio controllare. Rapido corsi indietro trovando un’entrata accessibile per quel corridoio e m’avvicinai alla giara. Conun brusco movimento la spostai, e vidi come il demone balzò di lì, sparendo nuovamente. Allora dovetti correre nuovamente per la Chiesa. Tutti quei corridoi intricati, tutta quella moltitudine di stanze. Porta dopo porta le aprii, e fu in una di essere che trovai un armadio in legno scuro. M’avvicinai ad esso trapassando il legno con il mio sguardo. All’interno dell’armadio nuovamente i lineamenti del demone, e quel fuoco rosso all’interno del suo petto. Cominciavo ad essere sicuro che quella fosse la sua energia vitale, il fuoco che lo manteneva in vita.
    Trovato!
    Con un brusco movimento aprii la porta dell’armadio e con un ghigno sul volto il demone sparì nuovamente. Non sapevo dov’era, e corsi nuovamente a cercarlo. Altre stanze furono aperte, altri angoli controllati. La ricerca continuò per un po’, finché non arrivai sul retro della Chiesa, dove trovai un piccola cimitero, ma nulla oltre l’atmosfera di morte. Solo gli ammassi di terra, stetti quasi per andarmene, quando…
    Ehi, cos’è?
    Nuovamente le corna e la coda, e quel strano fuoco rosso al centro del suo petto. Era lui, nascosto sotto un ammasso di terra spesso circa 1 metro. Presi una pala e scavai raggiungendolo in profondità, dopodiché lui nuovamente sparì.
    Mi toccò allora tornare in Chiesa e controllare le stanze varie fino ad arrivare alla stanza principale, quella del battistero. Una croce gigante messa dinnanzi a me. La ignorai continuando a cercare altrove, poi la guardai meglio, scorgendo i lineamenti del demone. M’avvicinai alla croce, ach’essa era robusta all’incirca 1 metro. Il fuochino al centro del petto di quel demone mi fu ben chiaro, quando presi un kunai e lo scagliai contro la croce, comunicando al demone di averlo scoperto nuovamente. Dovevo ammetterlo, come giocatore a nascondino era bravo.
    Poco dopo che il kunai impattò sulla dura roccia, vidi i lineamenti scomparire e corsi nuovamente. Aprii altre stanze e persi un sacco di tempo senza trovarlo. Un po’ cominciai a disperarmi, dato che non riuscivo a trovarlo e decisi quindi di tornare alla navata principale disperandomi. Ero ad un passo dal mio sogno di sempre, e non riuscivo nel raggiungerlo seppur m’impegnavo per farlo. Quasi casualmente, il mio sguardo si abbassò sul terreno, notando il demone direttamente sotto di me, ad un metro di profondità circa. Non ci pensai due volte…

    MIO!
    Con un impasto di chakra nel pugno, mirai a distruggere tutte le piastrelle del pavimento, con l’unica intenzione di tirarlo fuori da lì. L’avrei costretto a collaborare anche se non l’avesse voluto. Ero fatto così…
     
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