Ogni storia ha un inizio

[Giocata Free]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Gama
        Like  
     
    .

    User deleted


    Ogni storia ha un inizio

    1/?

    Il sole veniva lentamente nascosto dalle alte fronde degli alberi del Bosco dei Sussurri, più si avvicinava il tramonto e più il sole si tingeva di rosso illuminando gli edifici che dal tetto di casa mia si vedevano. I Mikawa mi avevano accolto e con loro il villaggio del Suono mi aveva adottato rendendomi, a tutti gli effetti, un ninja di questo paese; ormai il tempo passato a Konoha mi sembrava appartenesse ad un'altra vita e lo era, effettivamente. Quante cose erano cambiate da quel giorno in cui, in compagnia di Toro e Shinji, ero partito verso il paese dell'Erba? Fu là che morì Kenzaru Kurotsuchi e nacque Hisagi Diogene Mikawa. Una persona nuova che non possedeva più nessun legame con il passato e che rinnegava la sua trascorsa appartenenza a Konoha, questo villaggio mi aveva accolto: mi è stata messa a disposizione questa piccola casa sul cui tetto ora mi trovo, è stata rimessa fiducia nelle mie abilità e capacità e io non l'avrei disattesa.

    Le mie giornate ad Oto, dopo essere tornato da Suna, erano piuttosto tranquille e senza molte cose da fare per questo dedicai il mio tempo libero per esplorare la città. Le strade mostravano senza alcun filtro gli abitanti di questo paese, forse non molto diversi da Konoha, però nei loro sguardi era evidente una rabbia silenziosa e covata; forse sbaglio a definirla rabbia - o meglio - la rabbia è solo la conseguenza dell'orgoglio e dolore nel vedere il proprio paese alla deriva. Il villaggio del Suono è sempre stato considerato un villaggio minore, villaggio fondato e costituito da nukenin, vagabondi e ladri; e questa credenza sulle sue origini ha portato ad una svalutazione del valore reale di questa gente, delle sue istituzioni e della sua forza.

    I passi mi portarono verso l'estremo occidentale del paese, dove il West Gate si apriva verso il mondo e le mura proteggevano la città. Fu proprio lì che lo vidi, un volantino appeso alle mura le cui prime parole attirarono la mia attenzione e mi fecero indugiare. "Il momento di uscire dalle tane è giunto.", "Oto ti chiede di rispondere all’appello. Tua madre ti chiama e se sei suo figlio non puoi tirarti indietro" Continuai così a leggerlo e, dopo averlo letto una volta, lo lessi un'altra e un'altra ancora finché ogni frase non fosse incastonata nella mia memoria. Una richiesta d'aiuto da parte di oto ma non firmata dall'amministrazione ma, anzi, tenuta nell'anonimato; un enigma finale che sembrava accennare in maniera indiretta al Neko Senzai, noto bordello di Oto. (Non mi soffermo su come io conosca certi luoghi, ognuno ha diritto alla propria vita privata e sessuale) Sempre nell'enigma venivano date una serie di disposizioni su cosa fare per poter raggiungere, così supposi, quelli che avevano stampato il volantino.

    Attesi la notte in cui la luna fosse stata piena e splendente nel cielo, la sua luce copriva quelle delle più sparute stelle ed illuminava le strade della città. Il giorno precedente, quando trovai il foglietto, compii un primo giro di ricognizione al bordello ma c'era una cosa che non riuscivo a capire: "e il gomitolo di lana gialla è intero e luminoso" sia dall'esterno che dall'interno non vidi nulla che potesse, anche lontanamente, ricordare un gomitolo di lana gialla; per questo decisi di tornare a casa per poterci riflettere con più calma e l'illuminazione mi avvenne quando alzai lo sguardo al cielo dove una parte della luna era illuminata, a quel punto dovetti solo compiere una semplice addizione. (tipo 1+1 o 2+2, come preferite voi) Non ero sicuro che la mia supposizione fosse giusta, infatti se avessero voluto realmente indicare il giorno in cui la luna sarebbe stata piena perché usare un sostantivo maschile? "Il gomitolo di lana". Avrebbero, infatti, potuto intendere di doverci andare di giorno ma allora mi spiegavo perché precisare che il "gomitolo" è "intero e luminoso" gli unici momenti in cui il sole non è "intero" è all'alba o al tramonto e quindi ogni momento della giornata sarebbe stato buono per andar lì?

    Decisi che c'avrei provato quella notte, quando la luna era piena, e se non fosse andato bene ci sarei andato il giorno dopo in pieno giorno; la pulce che quel volantino mi aveva messo nell'orecchio era troppo fastidiosa per non essere soddisfatta e la curiosità mi rodeva le viscere. Portai con me tutto il mio equipaggiamento, sebbene mi trovassi all'interno del villaggio non avevo nessuna intenzione di farmi trovare impreparato, nascosi il kimono scuro su cui era presente, all'altezza del cuore, il simbolo di oto con un lungo mantello nero e poi guardai nuovamente il mio volto tumefatto dalle profonde cicatrici che mi stravolgevano il volto prima di mettermi la maschera nera priva di espressione. La strada dalla mia dimora al Neko Senzai non richiedeva molto tempo e in dieci minuti arrivai al locale, vidi le vetrine le cui ragazze all'interno cercava di attirare possibili clienti; iniziai a contare e mi soffermai sulla quarta nella quale stava Cristie ma con cui, come diceva il volantino, non ne condividevo il sesso, quindi arrivai alla sesta e mi ci piazzai di fronte bussando tre volte. Ora, se avessi fatto tutto giusto, avrei dovuto vedere dei canini e, a quel punto, sarei entrato dirigendomi verso la quindici, altrimenti sarei avanzato di altre quattro vetrine arrivando alla decima, avrei rifiutato le avanche di Maria e sarei entrato chiedendo di Kasumi.


     
    .
44 replies since 28/10/2010, 20:17   1433 views
  Share  
.