Riportando Tutto a Casa.

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  1. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    E così ritornammo alle paterne are.


    Aveva lasciato la sua Isola - come ormai amava definire il Paese dell'Acqua - con l'odore pungente del sale nelle narici, ed ora poteva assaporare il profumo delle foglie. L'autunno aveva spogliato i grandi alberi del loro abituale manto smeraldino ed ora svettavano verso il cielo forti solo dei loro tronchi maestosi. L'aria frizzante del mattino dava una sensazione inebriante ed il sole riusciva a scaldare il tanto possibile da godersela. Un giorno perfetto per tornare a casa. Il viaggio non era stato dei più semplici ed entrambi gli Shinobi portavano sulle spalle il peso di un'avventura delle più memorabili, oltre ad una bagaglio decisamente appesantito rispetto al momento della partenza. Ma questo non sembrava disturbare Konzen, che dimentico della propria delicata condizione si guardava attorno con l'emozione d'un ragazzino. Quel luogo era rimasto identico a come lo ricordava, eppure appariva sotto una luce diversa, del tutto nuova. Riconosceva strade e locali, ma percepiva anche con estrema chiarezza persino i cambiamenti più insignificanti. Quello vecchio negozio aveva ceduto il posto ad uno nuovo, quell'altro albero era stato tagliato. Piccole cose, a formare un insieme infinito e complesso. Prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi.

    Ed anche questa è fatta. - Rovesciò indietro la testa, espirando sino a svuotare i polmoni. - Prima volta nel Paese del Fuoco, pivello? - Il viola degli occhi brillava come mai prima mentre piegava il viso in sua direzione. - Niente male eh? - Fece scrocchiare il collo un paio di volte e vi passò sopra il palmo. - Comincio ad non avere più l'età per queste cose! - Tornò a guardare avanti, concedendosi una sana risata. - Che ti va di fare? - Abituale schianto contro la spalla. - Ho ancora tempo prima di andare a trovare quel Nara.



    L'Otafuku non era generalmente il luogo migliore dove condurre un ragazzino. Il Paese del Fuoco gestiva la cittadina col pugno di ferro, evitando il proliferare della feccia tristemente nota ai sobborghi di Oto, ma questo non impediva il proliferare delle attività criminali. Dietro ogni angolo si nascondevano bordelli, sale da gioco e locali, ognuno accuratamente studiato per appagare il corpo e svuotare il portafogli. Ma Yoku era completamente assorto dal paesaggio e probabilmente non si sarebbe neppure accorto di una maggiorata in bikini proprio al centro della strada. Camminava a passo tranquillo, mischiandosi alla folla con fluida naturalezza. Sembrava essere completamente a proprio agio in mezzo ad un marasma di potenziali nemici, e questo poteva o sottolineare la sua sicurezza o una volta di più classificarlo come un completo idiota. Ma a prescindere da queste elucubrazioni, la calma sembrava pervaderlo completamente. In realtà cercava in ogni modo d'impedire alla mente di pensare. Se evitava di riflettere poteva ritardare ancora di qualche momento il ricordo della famiglia. Era strano, ma se anche all'inizio l'idea delle lontananza l'aveva fatto quasi impazzire, ora invece provava un senso di profondo disagio all'idea di dover far visita alla sua vecchia casa. In fondo si trattava ancora di qualche minuto, forse un'ora. Non c'era niente di male.
     
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  2. ~Shiro
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    Finalmente erano arrivati nel Paese del Fuoco. Il viaggio era stato più rischioso di quanto potessi aspettarmi ed io e il Sensei ne portavamo le prove evidenti sul nostro corpo. Ora speravo che, almeno nella conclusione, il nostro viaggio sarebbe stato più tranquillo. Eravamo quasi arrivati a Konoha e non sembrava affatto male come posto, certo non aveva il mare che tanto amavo, ma la vegetazione e i colori così diversi e affascinanti di quel luogo sapevano farsi apprezzare. Purtroppo non potevo dire molto di buono della cittadina in cui eravamo capitati, Otafuku, un passaggio obbligatorio prima di raggiungere Konoha. Aveva un qualcosa di malsano quel posto, nonostante l'ordine apparente delle vie principali si vedeva benissimo lo squallore dei vicoli più nascosti.

    La mia attenzione era catturata dalle forme provocanti di una ragazza in bikini che per qualche motivo a me sconosciuto era in mezzo ala strada, quando venni preso alla sprovvista dalle parole di Yoku.
    - Emh... Si si... E' la mia prima volta qui... - Mi forzai a staccare gli occhi da quello spettacolo per potermi concentrare meglio sul discorso. - Si, niente male, anche se per ora preferisco Kiri... Comunque non so, ho sentito che il ramen di Konoha è piuttosto famoso, comunque siamo vicino, non so, potremmo cercare un posto dove provarlo, se ti va... - Sul mio volto un espressione leggermente dubbiosa. Davvero non sapevo che fare, l'unica cosa che avevo sentito di quel posto era la buona qualità del Ramen. - Comunque io non ho ancora molta fame, quindi se ti viene qualcosa di meglio da fare dimmi pure... -
     
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  3. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    Un goccio per alleggerire il cuore.


    Nemmeno io ho particolarmente fame. - Storse il naso. - Eppure ne abbiamo fatto di movimento! - Gli diede un pugno sulla spalla con il braccio ferito e mugolò per il dolore. - Però una ciotola di rame la mangerei comunque volentieri. - Gli brillavano gli occhi di una luce allegra. - Saranno passati almeno dieci anni dall'ultima volta! - Il pensiero del pranzo imminente lo portò a captare i mille effluvi che vagavano per la strada. - Ero venuto qui con la squadra per rapire una certa persona ed il giorno prima ci siamo fermati ad un chiosco.. - Profumi e ricordi di un passato nemmeno tanto lontano, quando i suoi occhi erano più bianchi ed i capelli più lunghi. - ..non saprei davvero dirti che spezia usasse, ma era qualcosa di.. - Inconsciamente si leccò le labbra. - ..ma potessi morire se ricordo dov'era, maledizione!



    La folla era una flusso caotico in perenne movimento e concedeva appena il tempo di qualche rapida occhiata prima di spingere per avanzare. Forse era questa la prima tangibile differenza rispetto al Villaggio della Nebbia, un rumoroso ed animato fiume umano che si riversava ovunque, portandosi dietro il proprio carico di suoni e profumi. Così, le spezie si mischiavano all'erba tagliata, ai cosmetici delle terre del nord ed ai fiori, mentre a tratti la carne arrosto copriva ogni cosa, un attimo prima di essere soppiantata da un qualcosa di più dolce ed appiccicoso. Yoku amava quell'inebriante sensazione di vita pulsante, quella consapevolezza di essere solamente una parte di un organismo più grande e complesso, capace di dare un immediato senso di appartenenza. O forse era solamente felice di essere tornato a casa.

    Andiamo di là. - Tese il braccio in direzione di una laterlae. - Vediamo se riusciamo a trovare un posto decente. - Dovette alzare un poco la voce per farsi udire. - Rapido e deciso, è questo che tutti si aspettano da te! - Si face largo con giusto l'accortezza di non gettare a terra nessuno, perfettamente consapevole di combattere una dura battaglia. - Mai paura, Allievo! - Schivò agilmente una una coppia di portantini. - O la folla ti mangia vivo e sputa fuori le ossa!



    Condì l'affermazione con una risata degna del miglior bucaniere, gettandosi con foga all'assalto della sponda opposta, incurante del pericolo. Il mare di uomini era un'avversario veramente ostico e la conquista di un approdo sicuro fu ardua impresa, anche perchè un paio di volte ricevettero occhiate inequivocabili da parte di grossi individui armati. Per loro fortuna si trattava veramente di una strada colma di locali e ristoranti, della quale per altro Yoku non ricordava nemmeno l'esistenza. Ovunque regnava sovrano il puzzo del curry industriale da quattro soldi, ma a sapere cercare si poteva anche riuscire a trovare uno spiraglio in mezzo a quei condimenti dozzinali. Serrò le labbra ed inalò a fondo, rischiando seriamente di svenire per la quantità di afrori che raggiunsero le sue narici. Da quel momento cominciò ad avanzare con il mento leggermente alzato, fiutando l'aria come un segugio. Una scena piuttosto ridicola a dire il vero, ma a giudicare dalla sua espressione concentrata doveva prendere il tutto molto sul serio.

    Lì! - Il braccio scattò di fronte ad Ippei, tagliandogli la strada. - Cumino fresco, forse addirittura di Kusa, non si può sbagliare. - Sorriso a trentadue denti mentre si avviava verso le porte di un modesto edificio. - Qui si mangia bene, credimi!



    L'aspetto non prometteva niente di niente. Un singolo stanzone quadrato di una quindicina di metri per lato senza neanche dei pannelli a separare piccoli tavoli da due persone mentre quattro colonne dividevano una piccola zona centrale dal resto del ristorante, sulla cui parete di fondo si trovava il bancone e l'accesso alla cucina. L'atmosfera però era piuttosto piacevole e nonostante tutto non faceva nemmeno troppo caldo, grazie a qualche finestra sapientemente posizionata in alto sulle pareti. Vennero accolti da un uomo di mezza età in abiti di stoffa a motivi floreali che li fece accomodare in un tavolinetto laterale lasciando loro una semplice tavoletta di legno con la lista delle pietanze.

    Ecco una piccola lezione prima di pranzo. - Il suo indice destro scorreva a contemplare il listino. - Quando andrai in missione ricorda che la preparazione avviene in tre momenti distinti. - Lo sguardo fisso e le sopracciglia aggrottate rivelavano una volta di più la sua concentrazione. - Prima di tutto devi conoscere esattamente l'obbiettivo, e questo avviene all'Accademia oppure direttamente sul campo. - L'indecisione lo portò a mordersi un labbro. - Poi occorre conoscere la destinazione, il luogo dove si svolgerà il tutto. - Gli occhiali emersero da oltre il legno. - Infine, e spesso questo aspetto viene sottovalutato, è fondamentale capire le persone con cui avrai a che fare. - Annuì impercettibilmente. - Non serve a molto conoscere alla perfezione bersaglio e posizione se poi finisci in mezzo ai casini dei locali e ti fai ammazzare. - Con un lento movimento del braccio andò a coprire la stanza nella sua interezza. - Ed eccoci qui, nel luogo migliore dove raccogliere informazioni. - Da qualche momento parlava a voce bassa. - Scegli un locale modesto, di quelli adatti ai viaggiatori ed alla gente normale, così troverai persone tranquille con voglia di parlare. - Mezzo sorriso, appena visibile a lato della tavoletta. - Ma andiamo per ordine. - Tornò a pensare al cibo. - Rapidamente, dettagli del nostro bersaglio, del luogo in cui ci troviamo. - Tono pacato, molto tranquillo. - Pensa a quello che hai potuto osservare, consiglio mio. - Soffiò fuori la frustrazione a denti stretti. - Sembra tutto così buono..

     
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  4. ~Shiro
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    Dall'espressione in viso e dalle sue parole intuii che la mia proposta di andarci a mangiare una ciotola di ramen fu molto apprezzata da Yoku. - Ah, quindi sei già stato qui... - Dovevo intuirlo, comunque era un Jonin quindi era ovvio che avesse visitato molti posti. Certo mi stupì che era stato ad Otafuku per un rapimento, non mi immaginavo il Sensei a fare qualcosa del genere, ma lasciai perdere. Lo seguii rapido, mentre si buttava in mezzo al fiume di gente. Non mi piaceva tutta quella confusione, camminavo con le mani vicine alle aperture delle mie sacche in cui tenevo il mio equipaggiamento, temendo un furto a mie spese, ma dovevo usare molta della mia attenzione a non perdere d'occhio il Sensei mentre avanzava imperterrito tra la folla. L'unica cosa che trovavo davvero divertente erano gli avvertimenti che ogni tanto mi urlava da davanti, sembravano quasi uno di quei discorsi fatti dai vecchietti arzilli ai giovani su cose che questi ultimi già sapevano fare piuttosto bene. - Va bene, Yoku-Sensei! - Risposi con tono divertito.

    Alla fine Yoku sembrò sentire un particolare odore in mezzo a tutto quel turbinio di confusione e, seguendo quella traccia, portò entrambi ad locale dall'aria piuttosto tranquilla ed anonima. Ci accolse quello che pensavo fosse il proprietario e ci fece accomodare ad un tavolo dopo averci portato il menù. Il primo a prenderlo per studiarlo fu il Sensei, che però non si limitò a parlare di cibo. Il suo discorso mi prese alla sprovvista e ci misi qualche secondo ad intuire di cosa parlava. Io pensavo che avessimo rimandato la nostra promessa a quella strana donna che ci aveva assalito durante il viaggio, invece da quelle parole intuii che non era affatto così. Mi feci passare il menù e gli diedi una rapida occhiata prima di cominciare a parlare con voce bassa.
    - Umh... Beh, per quello che sappiamo, il nostro bersaglio dovrebbe essere giovane... Poi, se è dello stesso tipo di quelli che ci hanno fatto visita durante il viaggio, dovrebbe avere capelli biondi e occhi decisamente azzurri... Oppure potrebbe essere come Mayhem, allora avrebbe caratteristiche decisamente più vistose probabilmente... Occhi gialli, denti affilati, capelli dagli strani colori e pelle azzurrognola magari... - Vidi che c'era l'imbarazzo della scelta per il tipo di ramen da ordinare, ma tornai presto agli argomenti importanti. - Per quanto riguarda il luogo dove ci troviamo... Mi sembra una cittadina piuttosto caotica... Il posto ideale per far fiorire attività illegali. E' vicino a Konoha, quindi potrebbero esserci dei criminali capaci di usare le arti Ninja... O comunque ben forniti di armi, basandomi sui brutti ceffi che ho potuto vedere mentre cercavano per le strade un locale tranquillo. - Questo era tutto quello che ero riuscito a notare, speravo che fosse abbastanza. Tornai poi sorridente, finalmente avevo deciso. - Ecco qua! Io penso che mi prenderò una bella porzione di Miso Ramen! - Esclemai allegro, mentre posavo il menù sul tavolo e indicavo col dito la mia scelta.
     
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  5. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    Un goccio per alleggerire il cuore.


    Io credo prenderò.. - Concentrazione terminale, ultimo guizzo della mente. - ..del sakè! - Sembrava piuttosto soddisfatto, ma non ancora completamente. E poi.. - D'un tratto parve ricevere una sorta di illuminazione. - ..del! Ah no, è sempre sakè.. - Deluso, si grattò il naso con il dorso dell'indice. - Vada per riso con salsa di manzo al curry. - Mise da parte la tavoletta tornando su Ippei. - Buona analisi, considerato il poco tempo a tua disposizione. - Mezzo sorriso d'incoraggiamento. - Riguardo al luogo hai detto tutto quello che si poteva dire, non c'è stato modo di scoprire informazioni più approfondite ed hai giustamente evitato di sbilanciarti, bravo. - Annuì appena. - Concentriamoci ora sul bersaglio, sappiamo com'è fatto e questo aiuta sicuramente molto, ma ora dobbiamo fare il passaggio successivo. - Appoggiò le mani sulle ginocchia assumendo quella che ormai era la sua posizione ufficiale. - Ti chiedo ora di entrare nella sua testa. - Occhi negli occhi, affilò lo sguardo. - La dolce Mayhem ci ha dato dei dettagli preziosi per capire come si stia comportando il nostro giovane amico. - Ancora lo sguardo inchiodato sul suo. - Ora devi diventare lui, devi pensare come lui, devi capire come si sta muovendo, quali sono i suoi pensieri. - Due iridi viola spezzate dalla linea degli occhiali. - Cosa faresti al suo posto?



    Quel momento di tensione venne dissipato dall'arrivo del cameriere, lo stesso uomo di mezza età che li aveva accolti al loro ingresso. Raccolte le ordinazioni si disse piuttosto soddisfatto delle scelte fatte, sottolineando come quel giorno fosse arrivato un carico di spezie direttamente dal Paese dell'Erba e che quindi il ristorante fosse orgoglioso di offrire quelli che probabilmente sarebbero stati i migliori piatti mai cucinati nell'arco di almeno una decade. Si perse anche un poco a vantare le proprietà del sakè proveniente dal Paese del Fulmine, dove il riso è talmente bianco da fare invidia ai conigli della Principessa Usagi e fornisce un distillato chiaro come l'acqua del primo giorno del Mondo. Il tutto poteva facilmente essere bollato come le millanterie di un bravo venditore, non fosse stato per Konzen, che a metà della descrizioni sembrò seriamente sul punto di cominciare a sbavare. Si riprese di colpo, non appena consapevole di essere prossimo ad una figura decisamente orribile, e tornò a guardare Ippei, congedando il cameriere con un mezzo inchino di ringraziamento.

    Veri gli Dei, la prossima tappa del nostro viaggio sarà Kusa! - A Kumo era già stato e conosceva meglio di chiunque altro quanto eccezionale fosse l'alcol che producevano. - Voglio vedere fino a che punto riesco a spingere la mia abilità culinaria avendo fra le mani prodotti tanto superbi! - Sembrava infervorato ai massimi livelli ma si costrinse nuovamente a ritrovare la sua usuale compostezza. - Ma torniamo a noi. - Si schiarì pacatamente la voce. - Analizza bene la situazione, e trasponila nella mente del bersaglio, come se fosse una recita. - Di nuovo il suo mezzo sorriso incoraggiante. - Ricorda, non sei tu a dover agire, ma il tuo personaggio.

     
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  6. ~Shiro
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    - Umh... - Yoku mi aveva dato un bel grattacapo da risolvere, avrei dovuto usare tutta la mia capacità di immedesimazione e il mio acume per riuscire in quel compito. Per prima cosa dovevo ricordarmi le parole che avevo ascoltato durante il discorso tra il Sensei e la strana donna... Purtroppo però tutta la mia concentrazione venne dissipata dall'arrivo del cameriere. Dopo averci chiesto le nostre ordinazione, cominciò a millantare le qualità del proprio sakè e io in tutta risposta gli rivolsi uno sguardo scocciato: dovevo concentrarmi e quel fiume di parole non mi aiutava di certo. Rimasi invece stupito dell'espressione di Yoku mentre ascoltava quella descrizione, anche se per sua fortuna riuscì a bloccarsi prima di cominciare davvero a sbavare e mandò via il cameriere. Alle sue parole sul prossimo viaggio, il mio stupore venne sostituito da una faccia piuttosto divertita. - Ti piace proprio bere, eh? - Scoppiai quindi in una leggera risata. Per me non era un problema, forse un giorno avrei anche io preso gusto in quell'abitudine che a me non era ancora permessa.

    - Comunque ok, ora mi concentro. - Tornai di nuovo a pensare alle parole di quel discorso e mi ci vollero una decina di secondi per estrarre dalla mia memoria dettagli utili. - Mayem ha parlato di un passaggio fatto per errore... Non riescono a trovarlo in acqua, quindi, come hai detto te, si dovrebbe trovare sulla terraferma... Un luogo a cui non dovrebbe essere abituato... - Cercai di immedesimarmi in quel ragazzo. Mi trovavo in un luogo sconosciuto e ci ero arrivato per sbaglio. Probabilmente sarei stato spaventato, confuso... Forse avrei cercato di ritornare subito a casa, ma allora perchè Mayem e i suoi compagni non sono riusciti a trovarmi? Forse non posso ritornare, probabilmente perchè... - Credo che il nostro bersaglio sia stato catturato, o comunque impossibilitato a muoversi. Se è passato sulla terraferma per sbaglio, allora sarebbe dovuto tornare subito in mare, poichè più che la curiosità, lo avrebbe dovuto muovere la paura e la confusione... Eppure in mare non è tornato, quindi probabilmente non ha potuto farlo... - Mi fermai un attimo, pensieroso. Mi immaginai un giovane biondo e dall'aria non del tutto umana messo in gabbia, spaventato e solo, una visione veramente triste. - D'altronde la cosa non mi stupisce... Non sono dei semplici esseri umani, quindi un bastardo interessato ad avere qualche "novità" potrebbe esserci... Oppure, visto che secondo Mayem lei aveva "sentito l'odore di qualcuno dei tuoi", qualsiasi cosa volesse dire, forse esiste una persona o un gruppo di persone in grado di individuare "qualcuno dei suoi"... - Guardai Yoku con aria leggermente insicura. Forse ero andato un pò troppo oltre con quella teoria del fiuto, però mi sentivo abbastanza certo del resto delle mie supposizioni.
     
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  7. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    Un goccio per alleggerire il cuore.


    È un'analisi interessante. - Sentenziò dopo averci riflettuto qualche secondo. - Un soldato non addestrato disperso in territorio nemico tende ad agire in maniera elementare, ossia cercando un ambiente a lui familiare. - Scelta di parole emblematica che lui condì con un sorriso altrettanto emblematico. - Se questo non avviene è logico pensare che sia incorso un ostacolo di qualche genere. - Si grattò il naso col dorso dell'indice sinistro, epsressione meditabonda. - Sì, in definitiva concordo con te, ben fatto.



    Erano davvero buone riflessioni. Molte volte si tende a sopravvalutare le capacità di reazione degli individui posti in situazioni estreme e questo è in gravissimo errore, soprattutto quando ci si prefigge l'obbiettivo di andarli a recuperare. L'essere umano messo sotto eccessiva pressione tende a riportarsi ai comportamenti più elementari ed istintivi, gli stessi che hanno guidato la sua specie per generazioni e se anche questo da un lato rende prevedibili le sue reazioni, dall'altro garantisce una buona dose di successo. Ippei era una continua sorpresa, nonostante quella fosse la sua prima missione - se così poteva essere chiamata - di alto profilo era già riuscito a compiere dei processi sui quali Yoku aveva faticato durante gli anni della sua latitanza. Non c'era dubbio, il ragazzo aveva del talento. Purtroppo però quello non era che il primo passo verso la risoluzione di un problema di gran lunga più complesso.

    Ottimo, abbiamo un punto di partenza. - Appoggiò le mani sulle ginocchia, annuendo distrattamente. - Sappiamo chi cercare e soprattutto sappiamo cosa cercare. - Il suo sguardo si era spostato di lato, verso il passo, e la sua espressione si era fatta ancora più pensierosa. - Possiamo quindi arrivare al terso passaggio, sfruttare l'ambiente per raccogliere indizi. - Tese l'orecchio, chiuse gli occhi. - In un locale come questo si svolgono contemporaneamente decine di conversazioni, delle quali normalmente si captano al massimo dei frammenti, la maggior parte dei quali si perde fra le pieghe della memoria. - Lentamente il caotico brusio della locanda cominciò a calmarsi. - Con l'allenamento è possibile riuscire a captarne coscientemente un gran numero, anche se il più delle volte si tratta solo di scemenze. - Segmenti di conversazione invasero la sua mente, cominciando ad assumere una struttura ordinata. - Per ora non strafare, cerca con lo sguardo un gruppo di persone utile per le informazioni che stiamo cercando, poi chiudi gli occhi e libera la mente così da poterti concentrare solo ed esclusivamente sulla conversazione che t'interessa. - Scampoli di vita invasero la mente di Yoku, esistenze condensate in poche parole. - Il più delle volte è un gioco di fortuna, direi che due potrebbero bastare.



    Quella che Yoku aveva presentato come una procedura relativamente facile era in realtà di una complessità assurda. Innanzi tutto il locale era gremito e tutti e trenta i tavoli erano occupati, il che comportava in media almeno venti o trenta persone che parlavano contemporaneamente, il più delle volte a voce alta se non altissima. A questo si aggiungeva il rumore di bicchieri e bacchette, le urla dei camerieri ed i suoni della cucina, senza contare ovviamente quelli proveniente dalla strada. Sempre per lo stesso motivo era poi molto difficile capire chi valesse la pena ascoltare e chi no. C'erano uomini e donne con vestiti non particolarmente elaborati ed i bagagli al seguito, poi persone in abiti da lavoro che nel complesso erano fra i più chiassosi, mentre altri erano vestiti in maniera piuttosto elegante e ricercata, ma non abbastanza da essere realmente raffinati, si accompagnavano a donne appariscenti e bevevano alcolici più che mangiare, ed infine c'erano quelli che puntavano allo sfarzo e si deliziavano dei piatti più ricercati, vantando una compostezza che appariva di facciata anche all'osservatore meno accorto. Di fatto quello era un tempio della mediocrità, dove anche gli eccessi non riuscivano a raggiungere le vette più elevate. In merito alle conversazioni la situazione non era dissimile. Un miscuglio di banalità, chiacchierate di lavoro, pettegolezzi, racconti di viaggio, sbruffonaggini di vario genere, discorsi sul cibo e sul bere, minacce più o meno velate e frasi sconce da far arrossire. Districarsi in quel mare era alquanto complesso.
     
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  8. ~Shiro
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    Ora le cose si facevano un pò più complicate. Avevo sempre avuto un udito piuttosto buono, tanto che da piccolo facevo fatica ad addormentarmi a causa dei vari rumori notturni che potevo sentire fuori dalla mia camera, ma quando si trattava di luoghi rumorosi e affollati facevo spesso fatica a capire quello che mi dicevano gli altri a causa dei moltissimi rumori che ogni volta invadevano le mie orecchie. Eppure Yoku proprio questo mio limite mi chiedeva di superare, dovevo imparare a selezionare le conversazioni giuste in mezzo a quella giungla di suoni.

    Seguii il consiglio del Sensei e cercai con lo sguardo i gruppi adatti su cui concentrare le mie attenzioni. Per prima cosa esclusi il gruppo molto chiassoso vestito con abiti da lavoro: quelli con tutta probabilità erano operai del luogo che si stavano prendendo una giusta pausa dal loro lavoro, mi sembrava improbabile che sapessero qualcosa su una persona scomparsa.

    Un gruppo che invece mi sembrava molto interessante era quello composto da alcuni uomini vestiti con abiti piuttosto costosi, anche se pacchiani. Le grandi quantità d'alcol che ingurgitavano e soprattutto le donne molto appariscenti che avevano con loro mi facevano pensare che quei tipi erano probabilmente dotati di parecchio denaro, ma la loro assoluta mancanza di stile che si poteva notare dai loro abiti e dai loro comportamenti faceva pensare a guadagni improvvisi, spesso associati ad attività poco legali.

    Rimanevano due gruppi di persone, uno composto da quelli che avevano tutta l'aria di essere dei viaggiatori di passaggio e l'altro composto da persone che cercavano di darsi un tono con i loro modi piuttosto appariscenti e raffinati, senza però ottenere grossi risultati. Decisi di puntare sui viandanti, forse nei loro viaggi avevano incontrato un ragazzino dall'aria piuttosto strana o avevano sentito qualcosa a riguardo.

    Avevo così scelto i miei bersagli e chiusi gli occhi, pronto a concentrarmi. Per prima cosa dovetti escludere dalla mia mente i rumori provenienti da fuori al locale e dalle cucine, concentrandomi solo in quelli della sala dove ci trovavamo io e il Sensei. Non fu facilissimo soprattutto a causa delle varie ordinazioni che venivano urlate dai camerieri ai cuochi, ma dopo qualche secondo ci riuscii. La mia mente era quindi invasa solo dalle molte conversazioni della sala, stralci di parole confuse mi vorticavano in mente senza sosta. Mi concentrai quindi verso le direzioni dove erano seduti i miei obiettivi: il gruppo che avevo classificato come probabili criminali si trovava alla mia sinistra, mentre quelli che credevo dei viandanti erano alle mie spalle. Puntai subito verso i primi, cercando di orientare tutta la mia attenzione verso la mia sinistra, per poi concentrarmi solo sulle parole di quei tizi. Ci volle di nuovo qualche secondo in cui dovetti sforzarmi per escludere tutto il resto, ma alla fine ci riuscii: le parole di quei tizi risultavano finalmente abbastanza chiare, risaltando su un brusio di fondo che era composto dai restanti rumori che avevo escluso.
    Rimasi quindi in ascolto per il tempo necessario, per poi eseguire lo stesso metodo sull'altro gruppo da me scelto. Speravo solo di aver ragionato bene e di trovare delle informazioni interessanti.
     
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  9. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    Seguire i fili.


    Il Mondo è un insieme di stimoli che la maggior parte delle persone si limita a ricevere in maniera disordinata, senza imporre una gerarchia propria e lasciando ai sensi il compito di discriminare fra quanto è immediatamente necessario e quanto invece merita di rimanere ai confini della memoria. Per molti questa è la semplice realtà, mentre per un Ninja può diventare una scelta. Ordine nel caos, trovare il senso all'accozzaglia d'informazioni che la mente elabora per guidare questo processo nella direzione desiderata. Non è però possibile percepire ogni cosa con la medesima precisione, occorre fare una scelta. Ippei aveva fatto la sua. Facendo appello a tutte le sue risorse interne era riuscito a compire un ulteriore passo nella lunga via che l'avrebbe portato a diventare un grande Shinobi ed aveva così avuto modo di raccogliere un buon numero d'informazioni. Che fossero o meno utili, questo era tutto da vedere.

    La sua intuizione riguardo gli uomini tutti agghindati si era rivelata corretta. Stando a quanto aveva potuto apprendere dal frammento di conversazione, si trattava di alcuni pezzi da medio calibro di una qualche organizzazione criminale, probabilmente della bassa manovalanza che era riuscita a fare carriera, ma evidentemente non aveva ancora appreso le basi del buongusto. Si accompagnavano ad un gruppo di ragazze facili che avevano raccattato in vista della serata, un qualche evento organizzato per intrattenere alcune Personalità della malavita ed il loro Staff, impegnate in una trattativa segreta. Nel dettaglio si trattava di alcuni combattimenti clandestini dei quali il più eccessivo del gruppo era il promotore e proprio in quel momento stava parlando di avere per le mani un piccolo fenomeno, una mezza tacca raccolta da qualche parte al porto. Continuava dicendo che era stato capace di sbaragliare un gran numero dei suoi uomini prima che fossero in grado di metterlo a dormire, e contava di guadagnare un bel pò di soldi tanto dallo spettacolo in sè quanto dal giro di scommesse che ne sarebbe seguito.

    I viaggiatori sembravano essere niente più che viaggiatori. Provenivano da una regione a sud del Paese del Fuoco e si stavano dirigendo verso Konoha dopo che il loro Villaggio era stato duramente attaccato qualche settimana prima. Nonostante l'evidente stanchezza sembravano allegri, probabilmente grazie alla speranza di ottenere condizioni di vita migliori in un grande città, il genere di posto che da facilmente un'occasione a chiunque. Volevano trattenersi nell'Otafuku il tempo necessario per racimolare qualche soldo e stavano giusto discutendo delle possibili offerte di lavoro. Il più delle volte si trattava di attività non propriamente lecite, o comunque abbastanza degradanti, e per questo motivo non sapevano davvero dove sbattere la testa. Sembravano sul punto di allontanarsi di lì a poco, a capire fino a che punto potessero rivelarsi utili non era sicuramente facile.
     
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    Bingo. Sembrava proprio che avevo trovato quello che stavamo cercando. I viaggiatori sembravano tipi a posto, forse delle persone un pò sfortunate che in altre occasioni avrei pure pensato di aiutare, ma quello che avevo sentito dal gruppo di criminali aveva decisamente attirato la mia attenzione.
    Combattimenti clandestini: eventi in cui povere anime venivano spesso obbligate a combattere per non diventare carne da macello. Ma soprattutto la notizia che avevano trovato un tipo particolare nei pressi del porto sembrava proprio una risposta a quello che io e Yoku stavamo cercando. Di sicuro se il ragazzo che cercavamo era un parente di quelli che ci avevano attaccati, non doveva avere un aspetto comune, quindi le probabilità che parlassero della stessa persona erano molto alte.


    - Sensei. - Dissi a bassa voce, con un mezzo sorrisetto. - Penso di aver trovato qualcosa di interessante... - Una mezza idea cominciava a prospettarsi nella mia mente, ma prima dovevo finire di spiegarmi. - A quanto pare quei tipi là, vestiti in modo pacchiano con delle "accompagnatrici", stanno per organizzare un qualche scontro clandestino... E sembra che vi parteciperà un tipo dall'aria strana, preso, guarda un pò il caso, nei pressi del porto... - Lanciai uno sguardo d'intesa al Sensei, ero quasi sicuro che fosse lui il nostro bersaglio. - Mi stavo chiedendo... E se ci "iscrivessimo" anche noi? Magari potrebbe essere un modo più facile per infiltrarci e trovare quello che stiamo cercando... -

    Mi stupii da solo di tutta quella mia intraprendenza da parte mia, eppure sembrava che quello strano viaggio avesse risvegliato qualcosa in me. Sospettavo che potesse essere relazionato all'aver sentito parlare di mio padre da quella strana Mayhem, ma non ne ero sicuro. E non ero nemmeno sicuro che quella fosse una buona idea, poteva essere che Yoku avesse già in mente qualcosa di più prudente ed intelligente per trovare il ragazzo, ma dopo aver subito un assalto da degli strani ragazzi provenuti dal mare ed essere sopravvissuto, non pensavo che fosse poi così pericoloso un torneo organizzato da qualche ladruncolo... D'altronde ero un Ninja oppure no?
     
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  11. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    Il filo è teso, combattimenti nell'immediato futuro.


    Andata! - Esclamò senza alcuna esitazione. - È un'idea abbastanza folle e ardita da poter funzionare! - Sbattè il palmo sul tavolo con evidente soddisfazione. - Stai cominciando a comprendere la forza che muove i Ninja della mia risma.. - Annuì con tanta decisione da farsi scivolare la banda sulla testa. - ..me ne compiaccio!!



    Quel ragazzo aveva davvero talento, Yoku sentiva il bisogno di ribadirlo. Non soltanto perchè era stato in grado di fare proprie delle conoscenze tanto elaborate ma anche perchè era stato in grado di metterle a frutto nel modo giusto. Era stato in grado di rischiare. Nel Mondo esiste un numero sconfinato di Ninja, al quale va sommata la quantità assolutamente assurda di tecniche e conoscenze, che a loro volta vanno moltiplicate circa un migliaio di volte ogni volta che una nuova generazione vede la luce. Ma di tutti quegli Shinobi, solo alcuni hanno la scintilla necessaria ad emergere per diventare qualcosa di cui il Mondo si ricorderà. Sono quegli individui capaci di fare il grande passo quando la realtà degli eventi li richiede, coloro in grado di seguire con ardore l'urlo del miglioramento, il grido che spinge gli uomini a diventare.. Eroi. Anche se ancora non se ne rendeva conto, quel giorno Ippei non aveva solamente mosso i primi passi nella lunga strada della vita, ma aveva anche preso la decisione di diventare il tipo di Guerriero capace di osare. Presto o tardi l'avrebbe capito, ed a quel punto nulla sarebbe più stato in grado di fermarlo.

    Se ho capito bene l'evento avrà luogo questa sera, il che significa che abbiamo tutto il pomeriggio a disposizione per prepararci adeguatamente. - Evidentemente aveva anche lui ascoltato la stessa conversazione di Ippei, cosa comprensibile considerata la sua esperienza. - Ma le informazioni in nostro possesso sono ancora parziali, e di sicuro non sufficienti. - Intrecciò le dita davanti al viso e vi appoggiò sopra il naso cominciando a riflettere. - I tre passi iniziale di studio direi che li abbiamo assecondati rigorosamente, ora tocca passare all'azione. - Soppesò le parole con cura ma senza spenderci sopra una vita. - Abbiamo diverse alternative, con vari gradi di rischio e guadagno. - Con i risoluto movimento del braccio fece da parte le stoviglie fatta eccezione per un tovagliolo che distese nella sua interezza. - L'approccio più diretto è abbastanza intuitivo, aspettiamo che i nostri amici lascino il locale, magari un pò brilli, a quel punto scegliamo un vincolo isolato e BAM! - L'enfasi di quell'ultima esclamazione tradiva una certa eccitazione per quanto molto ben dissimulata. - Il guadagno è sicuramente alto, con tre organizzatori per le mani avremo tutte le informazioni che ci servono senza dover faticare più di tanto, però farli sparire desterebbe sicuramente dei sospetti e rischieremmo di farci scoprire ancora prima di esserci avvicinati al bersaglio, senza contare che c'è sempre la remota possibilità che siano dei Ninja, per quanto coglioni. - Fissava il foglio come se vi vedesse impressi chissà quali segreti. - Oppure potremmo mirare alle puttane, probabilmente il pranzo è parte del pagamento e dubito abbiano voglia di portarsele in giro per tutta la giornata, considerato l'onore di mettere in piedi un evento del genere, quindi con la giusta attenzione potremmo facilmente prenderne una da parte per corromperla ed ottenere quello che ci occorre. - Storse un poco il labbro, nemmeno questa volta era molto convinto. - In questo caso il rischio è veramente basso, se rubi una gallina dal pollaio difficilmente il contadino ti lancerà contro tutti i suoi cani, sempre che se ne accorga, ma al tempo stesso il guadagno è veramente incerto, potremmo scoprire tutto come niente, ed a quel punto avremmo perso l'occasione di prendere i diretti interessati, inghiottiti dalla folla chissà dove. - Sciolse l'abbraccio delle mani per afferrare una bacchetta con la quale cominciò a tamburellare sul tavolo. - Infine potremmo semplicemente fare qualche domanda in giro, farci strada un livello alla volta nella cupola della criminalità sino a ottenere tutti i dettagli necessari ad un'entrata dinamica e senza effetti collaterali. - A giudicare dalla sua espressione nemmeno quell'approccio lo entusiasmava troppo. - Questo però richiede molto molto tempo, il che significa averne meno per prepararci, inoltre c'è la possibilità di bussare alla porta sbagliata a tirar su un gran casino, senza contare che potremmo semplicemente non scoprire un tubo, e finire costretti a sfondare l'ingresso a calci urlando come dei pazzi. - Prese una pausa che usò per sospirare. - Siccome ti sei dimostrato piuttosto intraprendente scegli tu, e già che ci sei mettila direttamente in pratica, io ti farò da spalla.






    Motiva la tua scelta e descrivi la sua messa in pratica, decidendo tutti i dettagli non specificati sempre mantenendo una certa coerenza generale e possibilmente senza scivolare in situazioni chiaramente a tuo favore, come per esempio "Li assalto vicino ad una ENORME piscina", per quanto al contrario non è necessario che l'ambiente sia tutto contro di te. Non farti troppi trip su cosa farà il mio personaggio, lo descriverò nel prossimo post. Buon lavoro!
     
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  12. ~Shiro
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    Sorrisi. Avevo avuto un'idea che usciva molto fuori dagli schemi e non rientrava nelle opzioni date dal Sensei. Ma mi sembrava che valesse la pena metterla alla prova. - A dir la verità avrei qualcosa di differente in mente... - Esitai un attimo. Potevo sprecare tempo ad esporre il mio piano, rischiando che quei criminali finissero di mangiare e se ne andassero, oppure potevo agire direttamente. Scelsi la seconda opzione. - Ora io vado al bagno e probabilmente uno entrerà con me. Se senti troppo casino oppure reputi sia il caso di intervenire, fallo pure, ma aspetta un pò di tempo per favore. - Sorrisi, stranamente sicuro di me.

    Mi alzai e con noncuranza lanciai uno sguardo sul tavolo dei nostri "obiettivi". Una bottiglia d'acqua era attaccata molto vicina ad un piatto con dentro ancora un pò di zuppa e quest'ultimo era molto vicino al bordo del tavolo di fronte ad uno dei commensali, proprio quello che mi serviva. Una volta entrato nel bagno mi accertai che fosse vuoto, poi mi concentrai sulla bottiglia che avevo visto prima e soprattutto sull'acqua al suo interno. Mi bastò muoverla e rovesciarla verso il bordo del tavolo giusto un poco per sentire il rumore di cocci che si rompevano seguito subito dopo da una forte imprecazione di qualcuno che era stato macchiato dall'acqua e la zuppa. Speravo che fossero troppo ubriachi per notare che la bottiglia si fosse mossa da sola. D'altronde si stavano comportando in maniera decisamente incivile ed erano piuttosto brilli, probabilmente avrebbero pensato che qualcuno aveva urtato il tavolo.

    Io mi mossi subito verso uno dei due lavandini e aprii il rubinetto, facendo finta di lavarmi le mani. Speravo che l'uomo che avevo sporcato si sarebbe subito diretto verso il bagno per pulirsi un minimo e le mie aspettative non vennero deluse. Dopo poco tempo entrò uno dei commensali visibilmente scocciato, le macchie sui pantaloni e sulla sua maglietta risaltavano subito agli occhi, ma feci finta di nulla. Tuttavia non appena lui aprì il rubinetto, entrai in azione. Indirizzai l'acqua che usciva dal suo rubinetto a formare un anello attorno alla testa che congelai subito, lasciandogli libero solo gli occhi e il naso; quella proveniente dal mio andò prima verso le sue gambe e poi verso le sue mani, per poi finire ghiacciata anch'essa. Cercai di agire il più rapidamente possibile sfruttando l'effetto sorpresa e la rapidità con cui riuscivo a manipolare l'acqua [Velocità: 400] e in poco tempo ebbi l'uomo accanto a me impossibilitato a muoversi o a parlare. Gli diedi un calcione in mezzo allo stomaco per buttarlo a terra, poi estrassi la mia lama e gliela puntai alla gola, assumendo un'espressione completamente minacciosa [utilizzo Recitazione].

    - Ho sentito che te e i tuoi amici stavate parlando di combattimenti clandestini, come puoi vedere sono uno che non si fa problemi ad utilizzare la violenza. Avevo poco tempo a disposizione prima che i suoi amici si insospettissero, decisi quindi di sbrigarmi e mettere tutte le carte in tavola. - Voglio partecipare, quindi ora ti farò una proposta conveniente per entrambi: tu mi dici come posso farne parte e dove vengono organizzati. Se accetti ti libero e torni dai tuoi amici incolume, inoltre avrai un altro combattente che frutterà nuovi soldi per le vostre scommesse; se non accetti ti sgozzo qui seduta stante e ti faccio morire come un maiale. Sorrisi, con espressione folle. - Se sei d'accordo annuisci pure con la testa. - Se avesse annuito avrei sciolto l'acqua attorno al suo viso facendola cadere a terra, ma tenni la mia spada vicino al suo collo. Ovviamente non avevo alcuna intenzione di sgozzarlo e se avesse urlato non potevo mica utilizzare la mia arma, ma speravo che bastasse come deterrente per farlo rigare dritto.
     
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  13. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    All'altro capo del filo, la fortuna arride agli audaci.


    Maledezione! - Si tirò faticosamente in piedi e parve più volte sul punto di cadere nuovamente. - Ninja di merda, maledetti Ninja di merda! - Con qualche gesto incerto cercò di pulirsi il vestito ormai fradicio. - Non ne capite un cazzo di affari, fanculo a voi! - Nonostante tutto sembrava avere pieno controllo sulla situazione. - Ma almeno sapete combattere. - Frugò dentro la giacca, estraendo un biglietto da visita. - Dillo anche agli altri tuoi amici straccioni, il prossimo che viene a cercarmi lo faccio ammazzare. - Fatta comparire una penna, vi scribacchiò sopra qualcosa. - Entrata posteriore, entro le 8. - Per l'ennesima volta provò a sistemarsi il vestito, senza grande successo. - Le armi sono a carico tuo, se hai un Manager porta anche lui.


    Ecco com'era andata la cosa. Non appena aveva varcato la soglia del bagno, il mafioso - se così possiamo chiamarlo - era subito caduto vittima della trappola di Ippei, strabuzzando gli occhi per la sorpresa ed il terrore. Impossibilitato a muoversi com'era aveva potuto soltanto ascoltare ed evidentemente la recita del ragazzo era stata efficace perchè alla fine del discorso l'altro aveva annuito con grande foga. Era rimasto rigido come un cadavere e dalla tensione sul suo volto si capiva benissimo che quel genere di situazioni erano ben oltre la sua portata, ma almeno aveva avuto la prontezza di recuperare una volta libero. Evidentemente, era il tipo di persona bravo soltanto a parole. In ogni caso, l'aggancio era stato ottenuto. Il biglietto recava l'indirizzo di un locale a pochi i solati di distanza, dal nome abbastanza anonimo di Cube.

    [...]


    Mhh. - Dopo l'aggiornamento da parte del suo allievo, Yoku si era fatto pensieroso. - Tattica rischiosa, ma sicuramente ben applicata. - Si concesse un mezzo sorriso mentre con lo sguardo indagava le profondità della scodella ormai vuota. - Ottimo, almeno sappiamo il dove ed il quando, ora non rimane che armarci adeguatamente. - Battè sulle labbra un paio di volte con i bastoncini. - Direi di darci un paio d'ore per recuperare l'equipaggiamento, un'altra per vestirci ed andare lì con debito anticipo, così riusciremo a studiare il posto. - Sbatté gli occhi un paio di volte per poi tornare su Ippei. - Ti sei comportato bene, lascio a te la scelta dell'equipaggiamento, io interverrò sole se dovessi commettere qualche grave errore.


    Detto questo si alzò e pagato il conto i due lasciarono il locale. Le strade non si erano fatte meno affollate e muoversi richiese la solita dose di fatica ed attenzione. Trovare un luogo dove vendessero armi di contrabbando, così da rimanere fuori dai radar della Polizia di Konoha, non fu particolarmente complicato dato che più si avvicinava al locale più i quartieri si facevano malfamati ed alla folla di gente allegra si sostituivano gruppi sparsi di malviventi. La contrattazione per il materiale richiese più tempo del previsto, anche perchè dopo poco Yoku si alzò ed uscì per sbrigare certe faccende, lasciando tutto nella mani del suo Allievo, compreso il portafoglio con tutto il denaro a loro disposizione. Tornò solamente un'ora dopo, con diversi rotoli di tessuto sotto braccio ed un'espressione raggiante. Trascorse buona parte del pomeriggio a cucire, ed alla fine tirò fuori un nuovo kimono nero per Ippei ed un altro di foggia più elegante per sé.

    [...]


    Ricorda, io sono il tuo Manager. - Si era tirato indietro i capelli ed aveva indossato il solito paio di occhialetti scuri. - Mi chiamo Hideaki Toshimano e vengo dal Villaggio delle Azalee, al confine col Paese del Tè. - Il kimono era lungo e stretto sul davanti, cinto in vita da una fascia bianco candido. - Per te stesso scegli un nome, un nome che dissimuli la nostra provenienza possibilmente. - Si era comprato un paio di sandali dall'aria costosa ed una lunga pipa di ceramica. - Non sospetteranno nulla, e se anche dovesse succedere me ne occuperei io. - Ogni tanto la mordeva, anche se non l'aveva riempita e probabilmente nemmeno sapeva fumarla. - Rilassati e comportati esattamente come ti sei comportato al ristorante, andrà tutto bene.



    L'edificio non sembrava molto grande dall'esterno, ma una volta dentro rivelava una stanza immensa con due livelli di spalti a gradinate ed una loggia coperta per i vip. Su due lati erano disposti i piani bar, già muniti di un gran numero di alcolici, mentre su quello opposto all'entrata erano situate le porte degli spogliatoi. Al centro c'era il ring, un grande cubo di sbarre metalliche nere sopra un'arena circolare da torneo di arti marziali. Un solo ingresso munito di una robusta serratura, nessun'altra uscita disponibile. Probabilmente era quello a dare il nome al locale ed era abbastanza ampio di permettere di muoversi con una certa semplicità, anche se non abbastanza da sentirsi al sicuro. Ancora non c'era praticamente nessuno, salvo alcuni organizzatori ed un paio di combattenti che si stavano allenando. Per entrare Yoku aveva dovuto corrompere una delle Guardie all'ingresso e discutere un paio di minuti con una donna dall'aria altezzosa, ma alla fine l'aveva spuntata anche con lei.

    Bene, non l'avevo immaginata così ma dovremo accontentarci. - Inarcò le sopracciglia. - Principi di Chakra Adesivo e Repulsivo, lezione sul campo. - Lo disse in diretta prosecuzione del discorso, anche se non c'entrava moltissimo. - Impasti il Chakra, lo sposti ai piedi. Fallo con calma, soprattutto all'inizio, o schizzerai via come un elastico. - Tentò un sorriso, ebbe un successo solo parziale. - Se devi rimanere attaccato a qualcosa, immagina te stesso, immagina la superficie alla quale vuoi legarti e pensa al Chakra come al legame fra le due cose. - Unì i palmi, muovendoli per mostrare come si fossero uniti. - Viceversa, se vuoi respingere qualcosa immagina che il Chakra sia la molla che li tiene separati. - Premette le mani una contro l'altra e le staccò. - Lo stesso vale per i piedi, se vuoi migliorare il tuo salto devi farlo cercando di allontanare il terreno. - Si strinse nelle spalle, come se fosse tutto abbastanza semplice. - Vorrei spiegartelo meglio, ma devo sistemare alcuni dettagli e tu è meglio se vai a prepararti, mancherà si e no un'ora.

    [...]



    Lo spogliatoio era niente più di uno spogliatoio. Docce da una parte, bagni dall'altra, armadietti nel mezzo. Ben presto si radunò almeno una decina di potenziali avversari fra uomini e donne e l'atmosfera si ravvivò un poco. Alcuni erano chiaramente gente vissuta di risse ed espedienti perchè i loro corpi erano pieni di cicatrici e le espressioni incrinate da una profonda rabbia repressa a stento. Altri invece potevano dirsi più simili ad Ippei, ragazzi e ragazze dall'aria tranquilla, intenti e valutare le armi e chiacchierare fra loro. Semplicemente ascoltando a casaccio le conversazioni era possibile capire come molti avessero partecipato attirati dalla possibilità di confrontarsi con un misterioso combattente che si diceva non fosse mai stato sconfitto da quando, appena qualche giorno prima, aveva massacrato il campione in carica. Per chiunque fosse disposto ad affrontarlo, il premio era di ben 5,000 ryo, ma l'organizzazione declinava qualunque responsabilità sull'eventuale morte dei partecipanti. Oltre a questo, gli scontri consistevano in tre round senza regole, vinceva chi riusciva a stendere l'avversario per primo senza troppe condizioni aggiuntive. Gli abbinamenti erano determinati in maniera casuale, quindi per quanto ne sapeva Ippei quelli potevano essere tutti nemici come anche persone che non avrebbe mai incontrato. A lui la scelta se chiedere informazioni oppure no.




    Ultimo post di studio. Per la scelta dell'Equipaggiamento aggiuntivo puoi anche pensare di prendere un paio di armi da Chunin, se vuoi. Per quanto riguarda le altre fasi, ossia arena e spogliatoio, sentiti libero di fare qualunque domanda tu ritenga opportuna nel post stesso, soprattutto per quanto riguarda eventuali richieste agli altri contendenti. Nel prossimo post entriamo nel vivo dello scontro, quindi preparati.[/center]
     
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  14. ~Shiro
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    Era andato tutto come avevo programmato, o meglio sperato, potevo concedermi un sorriso pieno di soddisfazione davanti a Yoku. A quanto pareva ero capace di fare il duro, quando necessario, il che oltre che rendermi orgoglioso mi stupiva un po'. Quel viaggio si stava rivelando sempre più pieno di sorprese, sia dal punto di vista di legami familiari rispuntati dal nulla, sia per lati della mia personalità che scoprivo solo in quel momento.
    Annuii comunque convinto al compito che mi aveva affidato il Sensei, scegliere l'equipaggiamento sarebbe stato fondamentale per poter proseguire in quello che stavamo facendo. In poco tempo fummo nella parte peggiore di Otafuku, come se quella migliore non fosse già abbastanza.
    - Che squallore... - Eppure anche lì si avevano determinati vantaggi che in luoghi più "civili" non si potevano trovare: il mercato nero era estremamente fiorente, così da rendere facile trovare la maggior parte della merce "calda" come droga e armi. Proprio quelle ultime mi interessavano e quando fui lasciato da solo con il brutto ceffo che si spacciava da commerciante, cominciai ad esaminare la sua merce e a trattare sul prezzo.

    - Spera con tutto te stesso di non avermi dato merce scadente, oppure ritornerò qui e ti farò risarcire tutto con gli interessi, hai capito? - Guardai con aria ostile l'uomo da cui avevo comprato l'equipaggiamento e lui annuì in silenzio. Non capii se l'avevo impressionato o meno, d'altronde aveva spesso a che fare con gente pericolosa, ma era meglio non mostrare la mia natura calma in quei posti. Poco dopo tornò il Sensei e mi trovò con un pacco a forma di tubo lungo quasi un metro e mezzo, una scatola più piccola e compatta e il portafoglio un pò alleggerito. Io guardai incuriosito i tessuti che aveva con lui, ma quando ci fummo spostati e cominciò a cucire, capii subito. - Wow, complimenti! Non sapevo che fossi così bravo Yoku Sensei! - Dissi quando completò il Kimono nero per me e il suo vestito. - Io invece ho preso questa roba! - Presi i pacchi con la merce che avevo comprato e li misi tra me e lui, quindi cominciai a scartarli. Per prima cosa aprii quello lungo: al suo interno si trovava una Katana. I miei occhi si illuminarono di gioia a vedere quell'arma, nonostante fossi stato io a comprarla. - Ehm... So che a noi Genin non dovrebbe essere permesso possedere quest'arma... Ma ho pensato che per questa missione fosse più adatta questa spada piuttosto che la mia... D'altronde dovrò partecipare ad un torneo in cui non ci sarà gente con queste limitazioni... - Non pensavo che il Sensei avesse avuto problemi con quell'acquisto, d'altronde la spada era di ottima qualità e il prezzo con cui l'avevo presa era stato molto vantaggioso, quindi aprii subito l'altra scatola. Al suo interno si potevano vedere varie boccette contenenti dei liquidi e alcune piccole sfere. - Ho preso anche dei tonici e dei fumogeni. I primi potrebbero servirmi sia tra uno scontro e l'altro, sia per il ragazzo che dovremo liberare, nel caso dovesse essere troppo indebolito. I fumogeni potrebbero esserci utili per fuggire... Spero di non aver sprecato i soldi con questi acquisti... -

    Ascoltai le indicazioni di Yoku con attenzione, quindi annuii e assunsi un'espressione seria. - Va bene Toshimano-san! Io, Yari Takanashi, non fallirò! - Ci incamminammo quindi verso il locale. Ero piuttosto teso, ma fortunatamente ero addestrato a simulare le mie emozioni, quindi ostentai un'espressione tranquilla e leggermente strafottente. Osservai il Sensei mentre ci faceva entrare assecondando la nostra recita, ma una volta dentro la mia attenzione fu subito attirata dall'enorme gabbia che si trovava in mezzo al locale: il ring dove avrei dovuto combattere. Anche Yoku sembrava sorpreso, tanto da darmi una lezione veloce per migliorare il mio controllo del Chakra. Lo guardai con aria piuttosto dubbiosa, ma non c'era tempo per farmi dare altre spiegazioni e dovetti farmi bastare quelle parole, poichè era tempo di dirigermi negli spogliatoi. Arrivai per primo e li trovai vuoti, dall'aria piuttosto banale. Decisi di approfittare di quel momento di tranquillità per provare quello che mi era stato spiegato poco prima.

    Mi avvicinai vicino ad una parete e appoggiai la pianta del piede sul muro mentre cominciai ad impastarci del Chakra. All'inizio non cambio molto, ma pochi secondi dopo regolando la quantità sentii che, come aveva detto il Sensei, il Chakra agiva come una colla. Con molta attenzione provai a fare altrettanto con l'altro piede, ma persi l'equilibrio e caddi a terra. Mi rialzai e capii che dovevo agire più velocemente, quindi riprovai: stavolta andò meglio e posai entrambi i piedi sulla parete, purtroppo però mi feci prendere dall'entusiasmo e inviai più Chakra del dovuto. Come aveva detto il Sensei, il Chakra agì da molla e schizzai indietro, finendo addosso ad una panca. Mi rialzai leggermente dolorante e feci appena in tempo a mettere a posto la panca che arrivò un'altra persona, probabilmente un partecipante. Da quel momento in poi gli spogliatoi cominciarono sempre più a riempirsi e fu impossibile per me continuare ad allenarmi: dovevo farmi bastare quei due tentativi.

    Mi misi quindi ad osservare quelli che probabilmente sarebbero stati i miei avversari. Rimasi stupito nel vedere altri ragazzi che probabilmente avevano la mia età, ma non potevo farmi condizionare dalle apparenze, d'altronde nel mondo dei Ninja molti erano addirittura più giovani di me. Mi guardai intorno in cerca di qualcuno da cui potessi prendere delle informazioni e notai un ragazzo di poco più grande di me che stava lucidando la sua Katana. Mi avvicinai, fingendo interesse per quell'operazione.
    - Ehi, bell'arma complimenti! - Sorrisi, osservando la lama splendente appena lucidata. - E se lo dico io, che vengo da una famiglia di fabbri, puoi starne certo che hai proprio un'ottima spada! - Mi misi a ridere in maniera bonaria, quindi porsi la mano all'uomo. - Io mi chiamo Yari, piacere! E' la prima volta che partecipi ad un torneo del genere? - Feci una piccola pausa per ascoltare le sue risposte, prima di passare alla domanda che mi premeva di più. - Io mi sono iscritto a questo.... Torneo per cercare qualcuno che mi potesse dare uno scontro degno di questo nome... Sai per caso chi è che qui ha tanta abilità?Oltre a te ovviamente! - Mi misi di nuovo a ridere. Speravo di esser risultato convincente, non mi andava di ripetere quella farsa con qualcun altro.
     
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  15. Kalastor
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    Storia di una Foglia Caduta.
    All'altro capo del filo, una prova per il giovane Ippei.


    Fammi dare un'occhiata ai tuoi acquisti. - Trascorse qualche minuto ad osservare il materiale, soffermandosi in particolar modo sulla spada. - Ma tu guarda, chi l'avrebbe mai detto. - Commentò alla fine, non senza un certo orgoglio nella voce. - È un ottima katana ed hai fatto bene ad acquistarla, come hai giustamente sottolineato i tuoi avversari non risponderanno alle nostre stesse regole, ed è bene tenerne conto. - Bloccò la lama e la fece scorrere per qualche centimetro, osservandola in controluce. - Una katana è molto più lunga e pensante di una wakizashi, per ora faresti meglio ad usarla a due mani. - La ripose da una parte ed appoggiò una mano sulla spalla di Ippei. - Non solo hai sfruttato al meglio il denaro che ti avevo dato ma sei stato anche previdente, pensando a cosa ci servirà quando dovremo fuggire con il prigioniero. - Sorrise, stringendola un poco. - La maggior parte dei Ninja non ragiona in questo modo, sei stato bravo. - Allargò il sorriso sino a mostrare una fila di denti candidi. - Avevo per le mani un Infiltratore e nemmeno me n'ero accorto! - Lasciò la presa e tornò a cucire. - Ne riparleremo, ora preparati.


    [...]


    Oh? - Era una ragazzo sulla ventina, piuttosto muscoloso e vestito con un kimono molto semplice. - Ah, grazie! - Un sorriso incerto. - Il mio nome è Omi dei Takado, piacere mio! - Fece un contenuto cenno della testa, ancora evidentemente a disagio. - Sì è il mio primo torneo serio, ho fatto solo qualche incontro su commissione, quindi non so ancora bene come funzioni. - Una risata piuttosto forzata che gli fece tendere le labbra e l'espressione. - Miseria, sembri parecchio sicuro di te, t'invidio! Comunque c'è un tipo di cui parlano tutti. - Diede un'occhiata agli altri partecipanti per poi tornare su Ippei. - Non ne so molto, ma da quello che ho capito qualche giorno fa la Polizia stava per arrestare un ragazzino, ma questo non voleva farsi catturare! - Alzò involontariamente la voce, infervorato dal suo stesso racconto. - Erano in sei e lui ne ha feriti a morte quattro prima di riuscire a scappare! Quattro, hai capito?! Ed erano Ninja di un certo livello! - La sua espressione si illuminò per l'ammirazione. - Uno capace di schiantare così tanti di quei porci è degno di ammirazione, non credi?! - Annuì, come a dire che lui ci credeva eccome. - Da quello che ho capito, chi uscirà dal primo combattimento potrà combattere contro di lui! Spero di riuscire a batterlo, ho proprio bisogno di quel denaro..


    [...]



    Il resto del tempo a disposizione trascorse senza grossi incidenti. Man mano che l'ora del combattimento si avvicinava i partecipanti cominciavano a mostrare i primi segni di nervosismo ed in diverse occasioni venne sfiorata la rissa, mentre un paio di contendenti cedettero alla pressione e si assentarono per diverso tempo. L'aspettativa nei confronti del torneo era quasi palpabile e dagli scampoli di conversazione era facile capire come la maggior parte dei combattenti riponesse grandi speranze nel premio in denaro, anche se per motivi fondamentalmente diversi. C'era chi lo voleva per tentare la carriera Ninja, chi per aprire un'attività, chi per pagarsi un viaggio lontano dal Continente. Con somma sorpresa di tutti, uno degli organizzatori si presentò in spogliatoio quando ormai mancava meno di un'ora, annunciando che su pressioni di alcuni personaggi illustri la modalità degli scontri era cambiata ed ora consisteva in un unico round tutti contro tutti, dove solo l'ultimo rimasto in piedi avrebbe avuto la possibilità di arrivare al combattimento finale. Di colpo quella che prima era soltanto una realtà ipotetica divenne tremendamente concreta: erano nemici gli uni degli altri.

    Alla fine, il momento giunse. L'edificio si era riempito a livello inimmaginabili per un'arena tanto periferica e malfamata e tutti gli spalti erano ghermiti di persone festanti. Evidentemente le voci sul misterioso combattente erano circolate veloci come il vento e molto gente era accorsa attirata dall'idea di vederlo combattere. Nonostante l'ampiezza dell'edificio il boato della folla era tale da eclissare qualunque altro suono e sovrastare persino la musica ad altissimo volume che proveniva da alcuni altoparlanti. Il pubblico li accolse con un'ovazione mentre percorrevano la breve passerella che li separava dall'ingresso della gabbia ed i riflettori seguirono i loro passi accompagnati dalle grida degli spettatori. In quel mare umano era impossibile distinguere qualcuno ma se Ippei avesse cercato con lo sguardo il suo Sensei avrebbe potuto notarlo nel loggia, intendo a chiacchierare amabilmente con alcuni personaggi eleganti ma dall'aria piuttosto losca.

    Signori e signore!! - La voce proveniva da una donna in piedi al centro del ring, vestita con un kimono molto appariscente. - Grazie per la partecipazione e per l'onore che ci avete fatto presentandovi qui, oggi!! - Un boato di acclamazione fu la risposta. - Fra pochi istanti assisterete al combattimento fra i migliori atleti del Paese, venuti appositamente per sfidare il misterioso.. - Pausa ad effetto. - ..RAGAZZO DEL MARE!! - Altra esplosione di grida. - Ma non perdiamo altro tempo, che lo scontro abbia inizio!!

    [...]



    Il tempo di chiudere la porta e sul ring si scatenò l'Inferno. Dopo la prima mischia furiosa già in tre versavano a terra feriti malamente oppure tramortiti e lo scontro si era frammentato in diverse piccole scaramucce. Da una parte una ragazza con non più di quindici anni stava agilmente evitando e colpi di un uomo con almeno il doppio dei suoi anni e della sua stazza mentre in un altro angolo due ragazzi si stavano confrontando a colpi di wakizashi e lancia corta. Ippei era paradossalmente stato il più sfortunato di tutti perchè si era trovato contro due avversari che evidentemente avevano formato una temporanea alleanza per eliminare il maggior numero possibile di rivali. Una era una ragazza decisamente alta dai capelli biondi tagliati quasi a zero che indossava una tuta succinta ed era armata di due tonfa, mentre l'altro era Omi. Appena fu loro possibile, considerato che l'estensione del cubo era di circa una trentina di metri per lato, i due cercarono di chiudere il ragazzo ai fianchi e dove la ragazza andava con brevi serie di colpi rapidissimi, il ragazzo usava la katana - che pareva maneggiare molto meglio di Ippei - per sferrare attacchi contenuti ma dalla potenza molto elevata. Pur nella disgrazia c'era un accenno di fortuna. Poco prima del loro arrivo erano state accese del fontane di scintille, un fuoco d'artificio molto comune ma altrettanto spettacolare, e per evitare un incendio ai lati del ring erano state disposte delle vasche piene d'acqua illuminate da alcune luci. Come gestire lo scontro stava tutto ad Ippei.




    Al solito, descrivi tu li scontri tenendo presente che se anche non sono Ninja in senso stretto sanno usare il Chakra e possiedono un'Energia in meno della tua. Tieni inoltre presente che oltre a loro ci saranno altri avversari, quindi pensa ad un modo per neutralizzare/sistemare anche loro! Buona fortuna.
     
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18 replies since 23/11/2010, 22:01   294 views
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