E' una questione di priorità

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  1. Ukitake Jushiro
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    Stavo davanti la mia "classe" di filosofia, era una delle prime lezioni del corso. L’amministrazione mi aveva chiesto di sensibilizzare gli aspiranti ninja, ma anche i veterani se necessario, all'importanza della propria vita in modo tale da rendere più lineare e facile l'essere shinobi. A chiedermelo fu Shinodari che, per quanto non mi avesse confidato da cosa fosse scaturita tale idea, mi aveva praticamente palesato la sua paura che i ninja Otesi diventassero spietate macchine da guerra senza morale. Certo a volte un nina deve dimostrarsi un tantino "imperturbabile" ma è diverso dal compiacersi per aver ucciso dieci uomini in una missione. In definitiva accettai la sua richiesta, non pechè Oto mi pagasse bene il servizio ma perchè condividevo in pieno le idee della giovane amministratrice. La classe era formata in tutto da una cinquantina di persone; mi avevano messo a disposizione una delle stanze più spaziose del Palazzo della Vipera. La lezione era la numero sei e forse una delle più importanti, a mio modesto parere. Avevo portato alcuni oggetti quel dì, roba che avrei tirato in ballo per aiutarmi nel difficile e verboso tema in programma. Quando la classe incominciò a zittirsi, presi un grande barattolo di maionese vuoto e lo iniziai a riempire di shuriken. Ne misi quanti più potevo.

    " Questo barattolo è pieno?"

    image

    E costoro risposero che lo era. Allora presi un barattolo di ghiaia e la rovesciai nel barattolo di maionese. Lo scossi leggermente e i sassolini si posizionarono negli spazi vuoti, tra uno shuriken e un altro. Chiesi di nuovo agli "studenti" se il barattolo fosse pieno e questi concordarono che lo era. Allora presi una scatola di sabbia e la rovesciai, aggiungendola nel barattolo; ovviamente la sabbia si sparse ovunque all'interno. Chiesi ancora una volta se il barattolo fosse pieno e la classe rispose con un unanime "Si". Estrassi quindi una mezza bottiglia di sakè da sotto la cattedra e aggiunsi il suo intero contenuto nel barattolo, andando così effettivamente a riempire gli spazi vuoti nella sabbia.

    "HAHAHAHA"

    "Ora", dissi non appena la risata si fu placata, "voglio che consideriate questo barattolo come la vostra Vita. Gli Shuriken sono le cose importanti: la vostra famiglia, la vostra salute, i vostri amici, le vostre Passioni e i vostri Sogni; le cose per cui, se anche tutto il resto andasse perduto e solo queste rimanessero, la vostra vita continuerebbe ad essere piena. I sassolini sono le altre cose che hanno importanza, come la vostra casa, i vostri averi... La sabbia è tutto il resto: le piccole cose. Se voi mettete nel barattolo la sabbia per prima, non ci sarà spazio per la ghiaia e nemmeno per oggetti più grandi. Lo stesso vale per la vita: se spendete tutto il vostro tempo e le vostre energie dietro le piccole cose, non avrete più spazio per le cose che sono importanti per voi. Prestate attenzione alle cose che sono indispensabili per la vostra felicità: godetevi la famiglia ed in particolare i genitori fin che ci sono; portate il vostro compagno/a fuori a cena... E non solo nelle occasioni importanti!
    Dedicatevi a chi amate e alle passioni, tanto ci sarà sempre tempo per fissare gli appuntamenti. Prendetevi cura prima di tutto delle cose più voluminose, quelle che contano davvero. Fissate le priorità...il resto è solo sabbia.


    Scese il silenzio; era bello avere dei ninja a cui esporre delle questioni...la loro mente allenata mi concesse il lusso di non dover ripetere le cose due volte. Erano in grado di apprendere i miei insegnamenti, trarne le giuste spiegazioni ed applicarle...Poi uno degli studenti alzò la mano.

    " Dimmi."


    " Professore, e il Sakè cosa rappresenta? "

    Sorrisi:" Sono felice che tu l'abbia chiesto. Serve solo per mostrarvi che non importa quanto piena possa sembrare la vostra vita: ci sarà sempre spazio, dopo una missione ultimata positivamente o un passaggio di grado, per una bevuta con un amico!


    La lezione poi continuò per altri trenta minuti buoni. Toccammo, in merito all'argomento trattato, tutti gli ambiti di sviluppo: dalle missioni alla vita accademica, dai rapporti con gli altri villaggi al raggiungimento dei propri desideri. Parlammo delle differenza tra arrivismo e ambizione, della linea sottile tra tacere e subire, in parte anche della morte.

    ::: dopo la lezione :::

    " Grazie Ukitake-sensei!"

    " Ricordati che mi devi ancora portare il saggio della settimana scorsa"


    " Le piacerà! L'ho intitolato: " Il sacrificio del singolo per il bene del gruppo"

    Iniziai a mettere apposto tutte quelle cianfrusaglie e solo quando l'ultimo shinobi, più lento degli altri, lasciò la sala potei parlare liberamente. Non mi girai verso di lui e continuai a dargli le spalle.

    " Ho iniziato a percepire il suo chakra da metà lezione... Da quant'è che mi sta tenendo d'occhio, Aloysius-San? "

     
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    " La Patria, Ukitatke-San...si è scordato di citare lo shuriken più grande di tutti."

    Seduto sulla penultima fila dell'aula parlo con gli occhi fissi sull'unica altra persona nella stanza. I piedi sul tavolo e il braccio largo con il gomito poggiato sullo schienale della postazione vicina mi fanno assumere la classica posa da ragazzaccio. Un atteggiamento tanto indecoroso quanto provocatorio...eppure non mi guarda. Dunque incalzo con le pungenti parole:

    " Dunque è per dire queste sciocche parole che l'amministrazione la paga così profumatamente. L'amministratrice Shinodari è un bel bocconcino; chissà se è anche un tipo...perverso."

    " Ah...se prima potevo avere qualche dubbio sulla sua identità con queste parole si è rivelato, Colosso di Sangue. "Un tipo caratterizzato da una completa mancanza di rispetto per l'autorità"...si è così che Shinodari l'ha in parte descritta. Pare che lei richieda il rispetto per i gradi ma poi sia il primo a passarci sopra...non è vero, Guardiano Cremisi?"


    " HAHAHAHA Adesso non mi dica che sapeva già di una mia visita! "

    " Invece mi pare ovvio; non per altro perchè lei dovrebbe essere il primo studente a sedersi in quest'aula, proprio qui, al primo banco. Ma la prego, mi dica a cosa devo l'onore di parlare con il V Garth."


    Devo ammettere che con questo mi meraviglia. Ha detto proprio Garth?

    " Oh suvvia, non pensava mica che Shinodari mi abbia chiesto solo di portare avanti questo corso...So tante cose su di lei, Siomaru..."


    Un altro colpo al cuore. Ma chi è veramente questo tipo? Come fa a sapere queste cose? Ricomponendomi prendo la parola in modo da spezzare quel continuo flusso di verità sepolte:

    " Mi sta spiando per conto dell'amministrazione?"

    " Oh, spiare è una brutta parola. Ho solo ricostruito gran parte della sua storia, riportando alla luce documenti che abilmente aveva fatto sparire dalla circolazione. Ho fatto anche visita a casa sua...non ho potuto sorvolare sulla sua collezione di spade, l'adozione segreta della bambina, il particolare rapporto con la sua domestica Matsumoto."


    Sta davvero accadendo? Come può avere scoperto tutto queste cose da solo?

    " Da quanto tempo? "

    " Un mese e sette giorni, un tempo sufficiente per capire cosa sta tentando di fare, Diogenes-Sam..."


    La mia grossa mano è giù sul suo collo e come una pinza gli blocca il respiro. Il suo corpo è quasi piegato a metà, intrappolato tra il mio busto e la cattedra. Le sue mani sono bloccate dai miei arti superiori che con forza schiacciano quelle contro lo spigolo del tavolo. Le mie labbra sono vicinissime al suo orecchio ma un istante rima che parli è ancora lui ha prender l'iniziativa, seppur con un filo di voce:

    " Si, davvero un brutto carattere. Dalla mai analisi era apparso anche questo..."


    " Le sarebbe stato impossibile venire a conoscenza di tutte queste cose in così poco tempo. Qualcuno l'ha aiutata!"

    " Anche questo mi sembra ovvio."


    E in nuvola di fumo sparisce. Un Kagebushin!

    image

    " Lascia che le presenti i miei fidati collaboratori: Gennosuke Kouga, Cho Hakkai e Muroga Hyouma."


    imageimageimage

    " Come avrai intuito la tua amministratrice e quindi Oto non si fida di te, Aloysius-San."


    Wow, che gran bella situazione del cazzo.

     
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    Non ero stata del tutto sincera quando avevo parlato dei miei timori sui ninja di Oto ad Ukitake-San. Di lui mi aveva colpito il suo modo di parlare, i suoi paragoni, semplici, ma profondi al tempo stesso. Su di lui erano riposte le mie speranza che il villaggio, che ormai era la mia casa, non venisse inghiottito nuovamente da una spirale di violenza gratuita, dove la vita non contava nulla.

    Quel giorno non ero riuscita ad arrivare in tempo alla lezione, per via delle ultime faccende burocratiche che dovevo assolvere.
    Tempo prima avevo salutato Saito, il mio attendente che era sempre stato al mio fianco nei momenti in cui nessuno poteva occuparsi dell'amministrazione.
    E Miroku... la mia ombra, probabilmente già aveva intuito i miei piani.
    Gli ultimi incartamenti da visionare, su cui apporre il miosigillo e poi...

    Sollevai lo sguardo verso la finestra persa nei ricordi.


    … e poi avrei lasciato Oto...

    Non sapevo per quanto tempo sarei stata via, ma non potevo più restare per quanto desiderassi il contrario.
    I tempi erano cambiati, il mio villaggio stava crescendo, e se tutto andava per il verso giusto non sarebbe sprofondato nell'oblio come ai tempi del primo torneo.
    Avevo visto le macerie, le ceneri, l'egemonia di chi gettava la vita come se non fosse importante, ma solo uno strumento per raggiungere il potere supremo.
    Ero sopravvissuta ad un mondo diverso da quello in cui ero cresciuta, un mondo che avevo odiato, ma che ora amavo... E alla fine per mer erano diventati tutti importanti, quasi senza rendermene conto.

    Poggiai lentamente l'ultimo foglio sopra la pila, sospirando.


    No, non era il momento di pensare al passato, di rivivere le memorie di ogni giorno trascorso al villaggio.

    IL fruscio della tenda mossa dal vento, fu l'unica breve testimonianza che quello fosse un tempo il mio ufficio, l'ufficio dell'amministratrice Shinodari Kazekumo.


    image
    Arrivai a lezione terminata.
    Gli studenti stavano ormai uscendo dal palazzo, ma dai loro commenti, mi feci un'idea dell'argomento trattato dal loro sensei.


    Lo stesso vale per la vita: se spendete tutto il vostro tempo e le vostre energie dietro le piccole cose, non avrete più spazio per le cose che sono importanti per voi. Prestate attenzione alle cose che sono indispensabili per la vostra felicità: godetevi la famiglia ed in particolare i genitori fin che ci sono; portate il vostro compagno/a fuori a cena... E non solo nelle occasioni importanti!
    Dedicatevi a chi amate e alle passioni, tanto ci sarà sempre tempo per fissare gli appuntamenti. Prendetevi cura prima di tutto delle cose più voluminose, quelle che contano davvero. Fissate le priorità...il resto è solo sabbia.


    Mi fermai, abbassando lo sguardo verso il pavimento.
    Le mie priorità...
    Avevo vissuto in base alle mie priorità...
    Ed ora?


    e il Sakè cosa rappresenta?

    Serve solo per mostrarvi che non importa quanto piena possa sembrare la vostra vita: ci sarà sempre spazio, dopo una missione ultimata positivamente o un passaggio di grado, per una bevuta con un amico!

    O con un avversario degno del mio rispetto.

    Sapevo cosa fare... ma prima volevo parlare con Ukitake-San.

    Non era solo all'interno della stanza...
    Quattro persone gli facevano compagnia.
    Il mio sguardo si soffermò su ognuno fino ad incrociare quello dell'ospite più illustre.
    Tutto attorno a loro aleggiava un'atmosfera davvero interessante.


    -Signori... vedo che avete fatto conoscenza...- osservai, entrando nell'aula, facendo un cenno con il capo ai presenti.

    A quanto pareva vi era stato uno sviluppo interessante nella vicenda.
    Mi mossi verso la cattedra mantenendo la massima calma, tenendo bene in vista una bottiglia di sake e due bicchierini.


    -Avevo pensato ad una bevuta di sake in compagnia, ma vedo di aver sottostimato il numero dei presenti.- commentai, poggiando i bicchierini sul tavolo.

    Sulle mie labbra apparve l'ombra di un sorriso.


    -Aloysius Diogenes Mikawa non mi aspettavo di trovarvi qui, ma alla fine mi avete risparmiato un viaggio al vostro gate. Che dite facciamo un brindisi?- osservai lasciando che le mie labbra sfiorassero l'orlo della bottiglia, inumidendosi con il vino di riso.

    Poi gli porsi la bottiglia.
    -Accettate di bere in mia compagnia o non vi fidate di me?- lo fissai con un'espressione indecifrabile.

    Non avevo avvelenato il sake, non c'era nessun trucco, soltanto una bevuta con un degno avversario, stava solo a lui scegliere.

    Questa volta avevo intenzione di conoscere tutta la verità prima di andare via.
     
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    Gli eventi susseguono veloci; prima le scioccanti rivelazioni, poi la scoperta di un intero gruppo di jonin(?) alle mie calcagne ed infine l'arrivo di Shinodari. Come reagire ad una situazione simile? Se sono preoccupato? Se temo per la disfatta del mio piano? Si e anche molto. Eppure non un'altra volta perderò la calma in questa situazione. Sono il V Garth e questo loro devono ficcarselo in testa.

    Dunque, ritrovando un'espressione consona, mi avvicino all'amministratrice; arrivatole in mischia allungo il braccio verso la bottiglia di sakè. L'afferro e senza troppa accuratezza nei movimenti riempio i due bicchierini della bevanda. Riposando la bottiglia sul tavolo porgo uno dei due preparati alla ragazza.

    image

    " A cosa brindiamo, Shinodari? "

    Un comportamento simile è associabile ad un evento importante; dopotutto i suoi scagnozzi non hanno scoperto ancora nulla di così importante sui miei progetti e questo solo perchè ho avuto l'accortezza di tenermi le mie idee per me. Sarebbe venuta a cercarmi persino al Gate...Comunque una cosa è certa: quelle informazioni non devono uscire da questa stanza. Pronto a qualunque cosa attendo la risposta della kunoichi tenendo comunque sotto continua vigilanza i tre shinobi ora alle mie spalle.

     
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    MI domandai se al Mikawa potesse adattarsi il vecchio detto: "Il lupo perde il pelo ma non il vizio".
    Il mio sguardo seguii il guardiano del Gate mentre afferrava la bottiglia di sake e ne riempiva i due bicchieri, focalizzandomi su ogni minimo particolare.
    Nessuno dei due poteva veramente fidarsi dell'altro, eppure...


    " A cosa brindiamo, Shinodari? "

    Presi il bicchiere che mi stava offrendo.

    -Ad Oto, alla vostra carriera di shinobi, alla mia partenza imminente e alle verità nascoste...-

    replicai senza distogliere lo sguardo da lui.

    -Non pensate sia ora di svelarle?-

    aggiunsi, lasciando che il liquido trasparente scivolasse sui bordi del bicchiere, mentre oscillava tra le mie dita.

    Ora che avevo deciso di lasciare il villaggio intendevo andare a fondo di tutte quelle vicende che erano state tenute segrete.
     
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    Ero pronto ad un attacco a sorpresa, ad un ricatto...insomma al peggio, ma mai avrei pensato di sentire quelle parole uscire dalla bocca della Kunoichi. "Alla mia partenza imminente"...con questo cosa vuole dire? Che sta abbandonando Oto per sempre? Che sta partendo per un viaggio senza sapere se tornerà o meno? E perché poi?
    Gli amministratori non lasciano il proprio villaggio nel momento del bisogno; il mondo sta cambiando, le alleanze sono instabili e i rappresentanti se ne vanno?!

    Avrei svuotato il bicchierino in un sol colpo e posandolo rumorosamente sul tavolo mi sarei rivolto a Shinodari con animo:

    " E per quanto tempo vossignoria ha intenzione di abbandonare il suo villaggio? Quando la crepa con Kiri diventerà tanto profonda da scatenare una guerra o quando i Curotempi decideranno di conquistare i territori accademici? Sarà interessante vedere Febh, il disastro fatto persona, gestire le faccende burocratiche del villaggio e quello svogliato di Ledah occuparsi dell'Ospedale...E non dimentichiamoci poi del nostro illustrissimo Kage, il Nidaime, che non si è mai interessato del miglioramento di Oto e mai lo farà.

    Tu ti presenti da me con una bottiglia tra le mani ma la realtà è che mi stai pugnalando, stai voltando consciamente (perché tu sai quanto servi qui) le spalle al tuo villaggio...Le verità nascoste? Ma quali verità nascoste! Puoi leggere i miei piani nei miei stessi occhi se solo non avessi la mente impegnata in altre faccende! Io renderò grande questo villaggio, ridarò importanza alla legge naturale del più forte...l'accademia non è altro che il ricordo di una politica perdente attuata tempo fa per necessità, per convenienza e per quieto vivere. E quel sentimento di unità che in un primo momento si era instaurato ora, dopo decine di anni, è quasi del tutto scomparso. E' il mondo ninja che mi sta chiedendo di cambiare le cose e questo mi è apparso evidente durante l'attacco dei Kurotempi. Un tempo quella struttura non sarebbe mai caduta per l'intervento di una manciata di furfanti! E questo perché la vera alleanza è rimasta solo nelle menti e negli animi degli studenti e nei genin alle prime armi che non conoscono nulla del mondo ninja. Ma non vedi quanto basta poco per scatenare un putiferio? I villaggi sono diffidenti e si stanno chiudendo in loro stessi...il significato dell'opera di Gaara è andato perduto e mantiene intatti i suoi ideali nelle menti di shinobi che si possono contare sulle dita delle mani.

    Dunque vuoi sapere cosa sto realmente facendo? Sto armando questo villaggio...lo sto preparando ad un conflitto che prima o poi avverrà. E per come si stanno mettendo le cose forse non sarò nemmeno io a dover fare la prima mossa."


    image

    Ho parlato schietto. Forse troppo, lasciando trapelare qualche informazione e emozione che probabilmente la kunoichi ancora non aveva potuto scoprire. Ma che importa...Shinodari aveva fatto il primo passo e questo lo avrei premiato con l'accontentare i suoi desideri:

    " Kiri e Suna sono già nel mio mirino. Ho spie anche a Konoha...Intanto qui ad Oto sto rianimando gli animi spenti di shinobi realizzati, rieducando promettenti squilibrati e sto dando l'opportunità alle piccole stelle nascenti di avere una vera istruzione. Ufficialmente Oto conta pochi shinobi e questo può renderci vulnerabili nei confronti degli altri accademici...E' sempre stata la qualità dei ninja del Suono a fare la differenza ma la disparità numerica adesso si sta facendo troppo grande. Ho anche un progetto per la Rosa: è da troppo tempo che il clan Mikawa è separato; riunendolo qui spero di convincere altri ninja del Kotetsu Bara ad unirsi alla mia causa."

    Riempiendo un'altra volta il bicchiere di sakè, avrei fatto un altro lungo sorso prima di riprendere la parola:

    " Il progetto è in larga scala, ci sto lavorando da quasi sei mesi oramai: non solo voglio spazzare via i resti dell'Accademia ma voglio creare un impero che ricopra tutti i villaggi conosciuti, dai mari freddi dell'est ai deserti aridi del Paese del Vento. Non prendermi per pazzo: questo è il fine ultimo, ma a piccoli passi, prima che questo stanco corpo cessi di vivere, il vessillo di Oto sventolerà su ogni terra conosciuta."

     
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    Ma davvero avevo creduto che lui se ne sarebbe rimasto in silenzio, accettando senza ribattere la mia decisione di andarmene da Oto?
    Lo lasciai parlare, in un certo senso quasi stupita e forse dispiaciuta di non aver conosciuto meglio la persona che avevo davanti ai miei occhi.
    Avevamo viaggiato per tanto tempo su due strade diverse, strade che quando si toccavano portavano inesorabilmente ad uno scontro di volontà.
    Avevo perso Yami per quelle mezze verità, per quelle parole non dette, nel mio voler credere di avere tutto sotto controllo.
    Ora avevo allontanato Ryutsuki dal villaggio per proteggere un segreto che solo poche persone conoscevano.
    E l'unica mia speranza era che il Mizukage fosse in grado di proteggerlo quel bambino otese dal sangue Kaguya.
    Davvero servivo qui?
    Davvero ero un bene per Oto?
    Purtroppo non lo credevo più.
    Non ero abbastanza spietata, non riuscivo a mettere da parte i miei sentimenti...
    Se ad uno shinobi vacillano le sue convinzioni, se un ninja perde il suo credo, cosa resta di lui?
    La crepa con Kiri non era forse un mio fallimento?
    Non ero riuscita ad appianare la tensione scatenata dall'attacco al nostro Gate, e nel corso del tempo nuovi avvenimenti erano accaduti portando altro attrito.
    Non ero stata abbastanza forte da impedirlo per quanto volessi la pace, per quanto finora avessi creduto nell'Accademia.
    Febh, lo stesso Ledah... No, si sbagliava... Erano una risorsa per Oto, ma solo se avesse letto nei loro cuori.
    Ed io sul serio li conoscevo così bene?
    Forse no, forse era solo una facciata, eppure la maschera incrinata di Ledah, il volto serio di Febh, non volevano dire qualcosa? Io avevo risposto la mia fiducia incondizionata in loro e non l'avrei mai ritirata.
    Le parole lasciarono il posto ad un bicchiere di liquore e ammisi con me stessa che ne avrei preso volentieri un sorso anche io, se non fosse stato che avevo bisogno di mantenere la mente lucida.
    Riprese a parlare; in un altro momento sarei rimasta raggelata da quella verità, che in fondo già avevo intuito.
    L'altra me avrebbe trovato il modo di impedirlo, di proteggere Oto da quel destino di sangue, ma era appunto un'altra me stessa, quella che avevo perso in un lontano continente.
    Non so se in quelle parole leggessi una sorta di tradimento o provassi una sincera ammirazione per la sua determinazione.


    Non prendermi per pazzo: questo è il fine ultimo, ma a piccoli passi, prima che questo stanco corpo cessi di vivere, il vessillo di Oto sventolerà su ogni terra conosciuta.

    Quelle parole ancora aleggiavano nell'aria, quando fui io a rompere nuovamente quel breve attimo di silenzio.
    Sulle mie labbra affiorò un sorriso indecifrabile.


    -In un altro frangente ti avrei fatto arrestare per tradimento nei confronti dell'Accademia e nel mio modo di vedere le cose anche nei confronti di Oto.- esordii, tornando seria. -Ma credo sia giusto che gli avvenimenti facciano il loro corso. Quello che accadrà non riporterà indietro le vittime di queste macchinazioni, non ci riporterà indietro Yami...- commentai senza distogliere lo sguardo da lui.

    -Lascio Oto a tempo indeterminato. Se vuoi che il vessillo di Oto sventoli su queste terre dovrai contare su tutti gli shinobi rimasti al villaggio. E questo vale anche per Febh e Ledah. Impara a prenderli per il verso giusto. Non mi sono mai pentita di averli al mio fianco. Per quanto riguarda il Kokage, sinceramente a me non interessa del suo destino. Quello che è sempre contato per me è che mai e poi mai nessun otese torni ad essere uno schiavo, una marionetta senza sentimenti, un giocattolo da usare per i propri scopi. Quello che ho sempre desiderato per Oto è la libertà. Ma i tempi cambiano e non c'è posto qui per chi crede nella vita, sebbene negli ultimi tempi le mie convinzioni abbiano subito un duro colpo.- ammisi. Alla fine era un dialogo alla pari, non intendevo nascondermi dietro a mere giustificazioni.

    Mi concessi di versare un po' di sake nel mio bicchiere, ma non lo portai alle labbra. Lasciai che il liquore descrivesse delle onde all'interno del bicchiere mentre lo tenevo tra le dita.

    -L'ultima volta che sono stata alla Rosa fu per il mio addestramento in preparazione all'esame per diventare chunin. Mi domando se davvero saranno disposti ad aiutare Oto. Mi pare che alcuni di loro fossero pro Accademia, se non addirittura hanno risieduto in altri villaggi. Ma questo suppongo è accaduto tempo fa.- considerai, riflettendo su quanto stavo per dire.

    Poggiai il bicchiere a mia volta sulla cattedra, mentre le mie iridi viravano verso il colore delle ombre.


    -Per quanto stia andando via non significa che non tornerò. Sono legata a doppio filo a questo villaggio. Per quanto non sembri, per me le persone che vivono in questo luogo sono molto importanti. Eppure ci sono sentimenti che non intendo cancellare, Diogenes. Ho amici a Suna, parenti a Kiri ed a Konoha, e non mi mi macchierò mai del loro sangue, ma tu questo lo sapevi già. Non ti prendo per pazzo, al contrario. Potresti avere successo ed ottenere più di quello che desideri. Ma quando questo avverrà, a seconda degli avvenimenti che scatenerai e al mio percorso, potremo diventare alleati o nemici. Per il momento posso solo augurarti “Good Luck!”-
     
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    Shinodari ha preso la sua decisione...e inevitabilmente mi sta voltando le spalle. Sì, perchè io conquisterò gli altri villaggi e sebbene non sia mia intenzione mietere più vite del necessario, gli shinobi miei rivali daranno la vita per proteggere la loro terra e i loro ideali. E' così, è sempre stato così: ognuno pensa di essere dalla parte del giusto, ognuno si accanirà contro il distruttore del proprio credo...e io lo sarò per migliaia di ninja. Quindi avrò migliaia di avversari, spezzerò migliaia di vite, diventerò la nuova minaccia del "mondo libero", mi caricherò del peso di essere il nuovo Cattivo. Shinodari invece avrebbe difeso i suoi amici e parenti, non la sua patria, perchè nei miei progetti Oto non sarebbe che diventata l'estensione materiale della mia mente; dunque la troverò difronte difronte a me, in prima linea, con la Katana sfoderata per combattere il suo nemico. In fondo nulla di nuovo...come ha detto lei, questo lo sapevo già.

    " Bene, ognuno ha chiarito la sua posizione nel mondo che verrà. E in virtù di quanto mi hai detto non mi lasci altra scelta...non posso farti andar via così."

    Mi avvicino di un passo, facendo sentire alla kunoichi il peso dei centimetri che ci dividono. Poso il bicchiere sul tavolo mantenendo lo sguardo fisso in direzione dei suoi occhi e lentamente porto la destra all'altezza del petto di Shinodari. Indipendentemente dalla sua reazione avrei finito di distendere il braccio e, allargata la mano come per invitare la ragazza a stringerla, avrei detto:

    " Non posso fidarmi di te. Non posso fidarmi dei ninja con cui continuerai la tua avventura in queste terre...ma un tempo mi accogliesti in questo villaggio fidandoti delle parole di un traditore di Suna. Sono in debito con te e non voglio portarmi questo ammanco ora che le nostre strade si dividono...non ti proverò ad uccidere ma dovrai sottoporti a questa tecnica. Non avrai altre possibilità."

    Se Shinodari stringe la mano:

    Il luminoso vincolo ci cinge i polsi con una forza spropositata. La tecnica di Kaiso si manifesta nella sua mistica potenza avvolgendoci in un innocuo candore; solo passati alcuni secondi riprendo la parola e con voce solenne:

    image

    " Prometti di impegnarti a mantenere nascoste le informazioni su questo incontro, ogni notizia sul mio conto e sui miei alleati? Prometti di non agire mai contro gli interessi del tuo villaggio, se questi coincidono con il tuo credo, e in nessun caso di rivelare o far trapelare informazioni segrete riguardanti Oto? Di muoverti analizzando il momento e mai in funzione di quanto ti ho detto riguardo i miei piani?"

    Infine, escluso dal vincolo del solenne giuramento:

    "E in ultimo ma non meno importante...promettimi che lotterai intensamente. Rimarrei enormemente deluso se scoprissi di aver lasciato in vita un rivale più debole e meno motivato di molti altri."

    In caso di rifiuto:

    " Speravo di non dover arrivare a questo..."

    <<segue lo scontro>>



    CITAZIONE
    Se scegliessi per la seconda ipotetica, sia nel rifiutare di stringere la mano a Gene sia nel rifiutare le condizioni del patto, i quattro gregari ti si affiancherebbero nello scontro. I dettagli li possiamo stabilire in privato^^

    Patto di Sangue - "Chi Kyoutei"
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna
    Richiede: Controllo del Sangue III

    ― Tecnica Personale di Kaiso Mikawa. ―
    Incisione sulla Prima Tavola: "Troppe volte ho visto promesse infrante."

    Previo sacrificio di una Medo-Grave alla vitalità e avendo l’esecutore stretto la mano del suo rivale, un costrutto chakrico luminoso serra i polsi della coppia con forza pari a quella dell'esecutore aumentata di 3 tacche. Se e solo se entrambe le parti sono concordi, gli accordi presi durante la tecnica vengono suggellati dal Patto di Sangue. Trasgredire il Patto provoca l'azzeramento della vitalità e l'individuo va in coma. Sono necessarie Arti Mediche Assolute per guarire questa condizione.
    Tipo: Hijutsu - Chiiton
    (Livello: 3 / Costo Attivazione: Alto)
    [Da Jonin in su]

     
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    Sapevo che non sarebbe finita lì, che il discorso non si sarebbe chiuso con il silenzio da parte di entrambi, mentre mi avviavo verso l'uscita.

    Mi aspettavo le sue parole...
    Percepii la sua presenza che si avvicinava a me, il suono del bicchiere che si posava sulla cattedra.
    Nessuno dei due aveva staccato lo sguardo dall'altro, neanche quando il colosso dei Mikawa stese il suo braccio all'altezza del mio petto. Non mi mossi, ma ero pronta a scattare via al minimo segno di pericolo, pericolo che per ora ero in grado di gestire.


    In un certo senso rimasi stupita. Una stretta di mano, pura e semplice?
    No, c'era dell'altro.


    " Non posso fidarmi di te. Non posso fidarmi dei ninja con cui continuerai la tua avventura in queste terre...ma un tempo mi accogliesti in questo villaggio fidandoti delle parole di un traditore di Suna. Sono in debito con te e non voglio portarmi questo ammanco ora che le nostre strade si dividono...non ti proverò ad uccidere ma dovrai sottoporti a questa tecnica. Non avrai altre possibilità."

    Potevo comprendere, in fondo stavo lasciando Oto e in base alle sue future azioni ci saremmo potuti trovare su due fronti opposti.
    Però in quello stesso momento mi resi che avevo davanti uno shinobi d'onore e questa constatazione mi lasciò un po' interdetta.


    Stesi a mia volta il braccio destro e accettai la stretta. In quel momento la tecnica si attivò e mi sentii stringere in una morsa sempre più forte.

    " Prometti di impegnarti a mantenere nascoste le informazioni su questo incontro, ogni notizia sul mio conto e sui miei alleati? Prometti di non agire mai contro gli interessi del tuo villaggio, se questi coincidono con il tuo credo, e in nessun caso di rivelare o far trapelare informazioni segrete riguardanti Oto? Di muoverti analizzando il momento e mai in funzione di quanto ti ho detto riguardo i miei piani?"

    Sapevo che c'erano due possibili scenari in base alle mie future azioni.
    Per ora non potevo permettermi di rischiare di morire, non avrei potuto proteggere nessuno agendo d'impulso o peggio scioccamente, e alla fine quella promessa non andava contro il mio credo.
    Ero pur sempre una Nara e mi riuscivano meglio i piani a lunga scadenza.


    Senza battere ciglio promisi.

    -Prometto.- dissi senza un minimo di esitazione.
    E quando la tecnica si sciolse ci fu un'ulteriore promessa.


    "E in ultimo ma non meno importante...promettimi che lotterai intensamente. Rimarrei enormemente deluso se scoprissi di aver lasciato in vita un rivale più debole e meno motivato di molti altri."

    Sulle mie labbra si dipinse l'ombra di un sorriso.

    -E' per questo che lascio Oto, perché un giorno avrai di fronte a te una degna rivale.- considerai.

    Era ora di andare, rivolsi un leggero inchino al Mikawa.


    -E' un vero peccato che solo ora abbia conosciuto Diogenes MIkawa. Ci rivedremo quando verrò a riprendermi Oto. Fino ad allora abbi cura dei suoi abitanti, anche di coloro che non la pensano come te.- dissi, poi mi allontanai con passo calmo fuori dalla stanza.





     
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    Shinodari se ne va, chissà quando la rivedrò. A lei vanno i meriti di aver tenuto unito il villaggio durante questo periodo di transizione, di più non le si poteva chiedere. Non aveva la forza e i mezzi per contrastare un Kage che anche lei non riteneva degno di governare il Suono...questo anche prima della morte di Yami, figuriamoci dopo. Yami...quanto mi sarebbe stato utile nei giorni a venire un ninja di tale spessore. Si è vero, era un buono ma se si parlava del bene del villaggio era il primo a muovere battaglia. Certo, posso ancora contare su di lui, prelevandolo dalle schiere di Eiatsu, può ancora servire il suo paese ma non è la stessa cosa. Controllato dal potente jutsu dell'eliminatore perdeva l'ardore che lo contraddistingueva, lo stesso che gli ha fatto incontrare la morte per mano di Shiltar. In ogni caso ora entrambi se ne sono andati, lasciando della vecchia guardia solo me, Febh e Ledah a mandare avanti la baracca. Eppure sarei riuscito a cambiare le cose, a ridare ad Oto forza e potere...era un promessa, un patto di sangue stipulato con me stesso.
    Rimaniamo nella stanza noi quattro, io e i tre di Shinodari.

    " Non ve ne andate? "

    " Shinodari ci ha ordinato di rimanere con voi, siamo ai vostri ordini."

    " Cosa?!"

    " E' il suo volere, l'ultimo incarico impartitoci, e noi intendiamo adempierlo in pieno."

    Che dire...Un regalo inaspettato. Ninja delle squadre speciali, addestrati ad eseguire gli ordini e dotati di un'eccellente preparazione fisica. Cosa posso chiedere di meglio?

    " E le vostre identità? Non risulteranno mancanti i vostri tre nomi negli archivi segreti del villaggio?"

    " Abbiamo già provveduto a questo; nessuno, oltre Shinodari, conosceva sia il nostro nome che il nostro volto. Ufficialmente saremo in missione quinquennale nel paese della Roccia, una lunga indagine atta ad accertarsi che i rapporti dei nostri paesi siano rimasti neutrali negli anni. "

    " Avete capito di cosa si sta parlando? Di quello che faremo e dei miei progetti? "

    " Certo, signore. E posso aggiungere che il nostro aiuto le può fare comodo; siamo riusciti a penetrare nella sua abitazione senza grandi problemi, a trovare le spade e ad ascoltare conversazioni tanto scottanti da procurarle un biglietto di sola andata per gli Inferi. "

    " Usi la nostra esperienza e la nostra forza, così noi potremmo rispettare il compito affidatoci e lei aumentare le probabilità di riuscita del suo piano..."

    Non che non sappia di aver bisogno di più uomini, ma hanno ragione...il loro aiuto può farmi comodo per mantenere la situazione sotto controllo. Certo dovrò interrogarli e sapere ogni cosa di loro prima di renderli completamente partecipi del mio piano: hanno famiglia? Che gente frequentano? Qual'è il loro status sociale? Hanno possedimenti? Hanno nemici? E molte altre domande; ma le aspettative erano elevate per quei tre ninja dalle indubbie capacità.

    " mmm...affare fatto. Ho un paio di giorni senza grandi impegni, li sfrutterò per conoscervi meglio...per il momento starete da me, poi si vedrà."


     
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