Sepolto nelle Profondità del Cielo

[?] | Addestramento per Boreanz

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  1. Boreanz
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    Pronunciando la sentenza di morte, Vergil stringeva con forza lo specchio fonte della sua salvezza ma, una volta finito, il suo tatto sensibile lo informò che qualcosa non andava. Sembrava un'incrinatura. Non ne era sicuro per via delle lacrime, che gli impedivano una visione nitida, ma non le tolse dal suo volto: simboleggiavano l'intensità del giuramento cui si era legato. Eppure in quelle crepe scorse qualcosa che scagliò il suo cuore in un abisso ancora più profondo: una luce di intelligenza malvagia e sinistra brillò per un attimo in un volto che era suo, ma non gli apparteneva. Poi, ancora la voce avvolgente del Re risuonò nella sua testa.

    L'enorme grifone planò con grazia verso il chunin dagli occhi bianchi, accorciando le distanze. Di cosa parlava? Cosa intendeva per lotta contro natura, e perchè ne parlava come se fosse stato lui a portarla avanti? Gli occhi di oro fuso del Re si inchiodarono su quelli perlacei dello Hyuga, e mentre questi ascoltava non lo abbandonarono per un istante. Probabilmente, si disse, era solo grazie al tremendo potere del Byakugan che riusciva a sostenere quello sguardo antico senza abbassare forzatamente il capo.

    La voce del sovrano ebbe un guizzo di rabbia mentre poneva una domanda che Vergil aveva atteso tanto: finalmente il dubbio che quello davanti a lui fosse lo Hyuga reale si era insinuato nella sua corteccia! Eppure, perchè lui stesso sentiva come un vuoto dentro? Un male quasi fisico, che poco a poco pareva divorare le tenebre coprenti qualcosa di indefinito ma che, terribile, suscitava orrore al suo intero essere al solo pensiero. Perso nei meandri della sua mente, pronunciò le prime parole al sovrano con voce poco convinta e quasi assente.

    " V-Vergil Hyuga. "

    Si dimenticò persino di terminare la frase con l'appellativo adeguato, tanto era turbato, ma anche in quello stato la potente reazione del sovrano dei cieli lo sorprese notevolmente. Di nuovo l'aria stessa parve distorcersi e gridando maledizioni il grifone si scatenò nuovamente. Ma questa volta fece sul serio. Pure con le capacità da poco acquisite riuscì appena a vedere la possente ala che si abbattè sul suo fianco sinistro, slogandogli la spalla con facilità e sbalzandolo diversi metri lontano.

    Non lasciandogli scampo, il Re lo raggiunse in un battito di ciglia e tramite i suoi artigli lo inchiodò a terra. Era la seconda volta che una cosa simile succedeva - anche se la prima volta era stato ad opera del Re Corrotto - e sapeva bene che liberarsi non era ancora in suo potere. Ma questi considerazioni erano banali e prive di qualsiasi importanza di fronte al cuneo che le parole rabbiose del grifone piantavano sempre più nel cranio del chunin. Sapeva quanto fosse facile per gli altri arroccarsi sulle loro posizioni e quindi stupidamente difendere un'idea o un pensiero che traballava fin dalle fondamenta. Allo stesso modo, in tutta la sua vita, aveva sempre tentato di non cadere nello stesso errore. E credeva di esserci riuscito sempre, fino ad ora, e anche piuttosto bene. Ma la saggezza dell'essere che gli negava la libertà era indiscutibile e la sua convinzione non faceva che gettare Vergil nella confusione più profonda. E quella situazione incredibile non faceva che peggiorare ogni cosa. La sua testa pareva stesse per spaccarsi in due dal dolore, l'esaurimento, la confusione. Arrivò come un colpo di martello in piena fronte.

    Era di nuovo là, sdraiato nell'ombra del proprio corpo. Stava volando sul dorso di Omune verso la dimora del Re e di tanto in tanto il suo viso lo guardava sorridendo, e nei suoi occhi scintillava un bagliore di perdizione assoluta. Rabbia ulteriore montò alle scene seguenti: vide Hanketsu, la creatura alla cui distruzione aveva votato se stesso, che sfruttando il suo corpo si presentò al Re in maniera perfetta, avanzando le stesse proposte che lui aveva intenzione di fare e dimostrando un'abilità nell'arte oratoria pari alla sua.

    Il suo cuore affondò in tenebre ancora più oscure quando vide il resto: il Re accettò, ed il tradimento ebbe inizio. Vide il suo corpo colpire il sovrano con l'arte juken in maniera sopraffina e in pochi istanti sopraffare altri possenti grifoni lì presenti. Quello che lo distrusse ulteriormente fu il fatto che Hanketsu sfruttò non solo il suo aspetto, ma anche i jutsu di sua invenzione per compiere quello sterminio. Le fiamme pentagonali, nere come la notte e crepitanti di un potere che lui mai aveva saputo sprigionare colpirono Omune accompagnate dal suo grido di muta disperazione. Un shunpo rotatorio, qualche abile colpo di katana e altre vite vennero mietute dal suo stesso corpo. Il Re attaccò. Il suo chakra era disturbato in un modo che Vergil non avrebbe saputo ben definire, ma restava potente oltre ogni dire. Ancora quel maledetto sfruttò la sua arte deambulatoria per sfuggire dalle grinfie del Re, che non arrestando la sua offensiva scagliò un enorme lama di luce bianca contro il suo stesso corpo, mentre in qualche modo Hanketsu faceva lo stesso con una nera come la pece. E fu lì, in quel luogo denominato Artiglio del Cielo, che l'impatto avvenne.



    La sequenza di immagini cessò e lo Hyuga si ritrovò nuovamente sotto la presa serrata del Re. Tutto era chiaro, ora.

    " No, non è possibile. "

    Il tono della sua voce era spento. Le parole con cui il grifone lo inondava come un fiume in piena non facevano che confermare quel sospetto che, per quanto assurdo gli apparisse, sembrava acquistare sempre maggiore fondatezza. Poi, la debolezza improvvisa. Le sue dita divennero fredde, il suo fiato si accorciò. In pochi attimi l'oscurità lo avvolse, ma in quell'abbraccio che sapeva di morte riconobbe qualcosa di familiare, che già aveva provato ma che aveva rifiutato. Non era possibile! Ma quel dolore alla testa, quella sensazione fisica che qualcosa fosse sigillato nelle profondità del suo essere e che tentasse disperatamente di riguadagnare ciò che era suo non lasciavano scampo. Lui era Hanketsu e Hanketsu era lui.


    Cos'era divenuto? Fuggendo dalla morte rubando corpi e corrompendoli sempre più con il suo spirito avvizzito era infine giunto a convincersi, struttando i suoi ricordi, di essere Vergil Hyuga, l'identità dell'ultimo corpo assunto con l'inganno. Ma pur facendo così, cambiando identità, era giunto a odiare sè stesso e ad emettere una sentenza di morte dal profondo della sua anima per... sè stesso. Che senso c'era a proseguire? Un'improvviso senso di stanchezza, diverso dal dolore che provava o dalle energie che venivano meno, lo avvolse. Era stanco di tutto quel male perpetrato. Desiderava la pace.

    Ma ecco nuovamente la fredda mano che lo trascinava verso il basso, verso pensieri differenti e più autoconservativi. Un'oscurità strisciante lo tirava gradualmente verso il basso, sottraendogli energie ogni momento che passava. Mentre il corpo che abitava diveniva sempre più freddo e rigido e lui lentamente veniva blandito da quei pensieri seducenti che tanto a lungo lo avevano strappato dall'abbraccio mortifero della Mietitrice, davanti ai suoi occhi si manifestarono le espressiondi di sofferenza delle sue vittime, i loro corpi mutilati, e la scintilla di intelligenza perversa che risplendeva negli occhi di chi veniva posseduto.

    Ma l'orrore che provò nel rivedere tutto questo non venne accolto male, anzi. Quasi come un incoraggiamento o un regalo alla totalità della sua anima da parte della minuscola parte buona che ancora era in lui, che in quel momento atteso forse da decenni o più finalmente era la parte predominante. Quell'orrore gli diede la forza per respingere quegli artigli gelidi e trovare il coraggio di fare la cosa giusta. Quell'orrore gli diede certezza, l'unica cosa che davvero poteva far tacere la voce suadente che all'orecchio sussurrava promesse di immortalità e pace.

    " Sì, avete ragione... sono Hanketsu. "

    Non appena pronunciò quelle parole sentì il suo intero corpo tremare, e non per il tremendo sforzo energetico cui era stato sottoposto. La superficie incrinata dello specchio si infranse completamente, liberando un torrente di energia che arrivò a ferire persino il Re. Ma ormai non gli importava più di nulla. Rivolse l'ultima supplica al sovrano.

    " Non vi offenderò chiedendo il vostro perdono.. ma nell'oscurità potrei perdere me stesso un'altra volta, e non deve succedere. Per cui, vi supplico, ponete fine tutto. "

    Lacrime rigavano le guance impolverate del viso del corpo che occupava.

    " Mi dispiace per tutto.. il ragazzo era.. vi prego, fatelo adesso. "

    La sua coscienza si faceva sempre più debole, accompagnata dagli orrori che nella sua non vita aveva causato. Per Hanketsu era giunta la fine.

    OFF GAME

    Vergil Hyuga, Chunin Rossa

    Vitalità: 70/160
    Ferite: Lacerazione Grave al busto, da spalla destra ad addominali bassi sinistri. Spalla sinistra slogata(Media).

    imageTesta: 60/60
    imageBraccioDx: 50/50imageBusto: 40/100imageBraccioSx: 20/50
    imageGambaDx: 50/50imageGambaSx: 50/50

    Chakra Rimanente: 2.5/400
    Spese di Chakra:

    - ½ Basso(5)[Chakra Repulsivo]
    - 6x Basso(10)[Risucchio Energetico]
    ____________________________

    Sei veramente un fottuto sadico :sgrunt:



    Edited by Boreanz - 3/6/2011, 19:28
     
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14 replies since 24/4/2011, 23:02   337 views
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