Febh, the Banana King in the Wonderful Wood!

[?] | Giocata Prequel al Contratto delle Averle

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    Volare è una sensazione bellissima. Sfrecciare attraverso l'aria con le correnti che ti carezzano il volto, mentre il terreno si muove come un mare verde e marrone. Splendido.

    Un pò meno splendido è quando la causa del volo è una lucertola che frena istantaneamente durante una corsa, scaraventando il suo cavaliere in avanti, mandandolo a svolazzare sopra uno strapiombo. Ancora meno bello è quando le cime degli alberi del bosco in basso si fanno via via più vicine, ma mano che si precipita.
    Il momento dell'impatto, poi, è veramente pessimo.

    E lo è maggiormente quando disturba un alveare e ti costringe alla fuga a gambe levate, nonostante le ossa rotte.

    Dio salvi la Rigenerazione.

    Mezz'ora dopo Febh era appoggiato con la schiena a un albero, estremamente stanco dopo aver guarito tutte le sue ferite, e con le riserve al minimo storico. Non penso nemmeno di avere la forza di rievocare Ssalswift per picchiarlo...chissà poi perchè ha frenato così...razza di bastardo. Ah, ma me la paga. Eccome se me la paga. Un pò stordito, mise mano alla sacca che aveva con sè, per prendere qualcosa da mangiare. Anche se la sua capacità di riprendersi era eccezionale, comunque aveva bisogno di rifocillarsi ogni tanto.

    Il caso volle, complice la stanchezza, che Febh notasse un movimento con la coda dell'occhio poco lontano. Forse un uccellino o simili, ma fu abbastanza per fargli prendere l'incarto sbagliato dentro la sacca. Non fu un pezzo di pane quello che portò alla bocca, ma un fungo che aveva raccolto, per studiare le proprietà della sua tossina. Non era letale, quello no, ma rendeva estremamente disorganizzato il controllo del chakra...più qualche piccolo effetto collaterale

    Febh non si riprese, ma improvvisamente fu più felice, con le pupille un pò dilatate, e con una visione dei colori parecchio più nitida e interessante. Non era completamente andato, e avrebbe ricordato tutto, ma probabilmente le cose che avrebbe visto non sarebbero state del tutto aderenti alla realtà...forse.

    Comunque, se prima era incasinato in testa per il poco chakra e la stanchezza, ora che si aggiungeva il fungo sarebbe andato decisamente fuori di testa. Difficilmente avrebbe potuto usare le sue normali capacità...in pratica era inerme. Allegro e allucinato, ma inerme.

    C'era solo da sperare che non ci fossero brutte sorprese nei dintorni...
     
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    Era commossa. I suoi grandi color occhi nocciola, caldi e ingenui, erano spalancati e colmi di meraviglia mentre si posavano sul suo più grande desiderio finora mai avverato ma atteso tanto a lungo e con tanta passione: una sua predizione si era finalmente avverata! Sì, perché in fondo lei era nientemeno che una veggente, e come tale ci si aspettava da lei infallibili predizioni sull'avvenire e tramite esse un concreto aiuto alla comunità, eppure fino a quel momento non era stata in grado di prevedere nemmeno il tempo del giorno successivo durante la stagione delle piogge o la direzione in cui il sole sarebbe sorto al mattino del giorno dopo. Così, quando la più piccolina dello stormo le aveva chiesto aiuto, non era stata granché fiduciosa nelle sue rune che avevano profetizzato l'arrivo di una delle più mistiche creature magiche del regno fatato, perfino superiore alle kusagitsune nel risolvere indovinelli e rispondere alle domande!! Ma adesso che era di fronte a lei dopo che era piovuto dal cielo pur non avendo ali, non poteva non sentirsi veramente soddisfatta di se stessa, soddisfazione che era condensata in un'unica, accorata esclamazione:

    « Waaaaaah!!! »
    Febh, che fino a qualche attimo prima era da solo, si ritrovò quindi di punto in bianco con un trio di sguardi puntati su di lui: quello estasiato e sognante di una ragazzina forse di dodici anni con i capelli castani, quello stupito e meravigliato di una bambina ancora più piccola con i capelli neri, corti e liscissimi che non sembrava credere ai propri occhi, ed infine quello apatico e assente di una terza figura, una bambolina con i capelli lisci e lunghi grigio cenere che sembrava una bambolina a dimensioni naturali per quanto era immobile e silenziosa. Tutte, per quanto strambo fosse, erano vestite nella maniera più assurda con abiti lisci e lucidi di foggia sgargiante e stravaganti copricapi.
    « Non ci posso credere! »
    Esclamò Ran, la bocca aperta per cotanta meraviglia.
    « Dunque un Liopleurodonte è fatto così, Monica?!! »
    Poco più in là, la giovane veggente alzò un ditino agitandolo per redarguire la compagna di qualche anno più piccola.
    « Tzk! Non un normale Liopleurodonte, Ran!! Un Liopleurodonte magico!!! »
    « Oooh~...! »
    E quell'affermazione bastò a suscitare un acuto sospiro di stupore.

    « Oh, sommo Liopleurodonte magico... »
    Declamò la ragazzina rivolgendosi a Febh con un sorriso allegro e lo stesso tono che si usa nelle fiabe per rivolgersi a geni della lampada, porte stregate oppure folletti che regalano pentole d'oro.
    « ... La prego, mi dica dove posso trovare la decorazione più bella dello stormo da regalare alla somma Idia per renderla felice!! »

     
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    La foresta era tanto, tanto interessante. Specie con quelle bizzarre creaturine microscopiche che fluttuavano in mezzo alla luce filtrante dall'alto. Qualcuno diceva che fosse solo polvere, ma in quel particolare momento, Febh era assolutamente certo che si trattasse di un piccolo popolo alieno che ci studiava dal suo microcosmo. Se Keima fosse stato presente, avrebbe fatto i salti di gioia.

    Tuttavia la sua attenzione venne improvvisamente distolta dalla danza degli esserini, quando la foresta vomitò fuori tre figurette umanoidi. Forse "vomitare" è un pò di effetto, ma effettivamente Febh vide tre bocche aprirsi in mezzo agli alberi mentre apparivano le ragazzine. O forse era il fungo?

    No.

    Il fungo non aveva la bocca.

    Che...che ci fanno tre bambine qui? Il fungo doveva avere effetti più potenti del previsto. Addirittura quelle allucinazioni parlavano! O per meglio dire emettevano suoni apparentemente organizzati, che potevano sembrare parole, ma non avevano il minimo senso. Liopleriocosa?

    Una delle ragazzine aveva l'aria apatica, come fosse un manichino, mentre le altre due sembravano parecchio più esagitate, una castana e una mora. Ok che c'è il fungo..ma comincio a pensare di essere strano se immagino cappelli così ridicoli... Quelle sembravano meravigliate, come se vedessero un essere umano per la prima volta. Certo che come allucinazioni erano bizzarre...Febh non pensava di avere una immaginazione così prolifica. Comunque parlavano, e sembravano allucinate pure loro..

    Decorazione? Ilia? Stormo? Vabbè, era un'allucinazione, quindi che importava? Con il cervello coi limiti logici ancor più indeboliti del solito, Febh rispose con la prima cosa che gli passò per la testa, puntando il dito in una direzione a caso. A trecento metri c'è un buco nel terreno che porta al magico mondo dei cavalli arancioni. La testa del re dei cavalli, che è fucsia, se tagliata diventa un fiore bellissimo. Poi tornò un attimo a osservare la polvere che si muoveva per aria. E i Microalieni luminosi ci ballano intorno quando c'è musica...però solo un lioplinocoso che piange può aprire il buco... Aggiunse poi, a ruota libera come se stesse sognando, facendo strani gesti con le mani.

    Pessima, pessima libera associazione di idee..
     
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    CITAZIONE (Febh @ 30/4/2011, 17:18) 
    A trecento metri c'è un buco nel terreno che porta al magico mondo dei cavalli arancioni. La testa del re dei cavalli, che è fucsia, se tagliata diventa un fiore bellissimo.

    E i Microalieni luminosi ci ballano intorno quando c'è musica...però solo un lioplinocoso che piange può aprire il buco...

    L'espressione che entrambe le piccoline rivolsero al magico Liopleurodonte era di estatica adorazione, gli occhioni brillavano come grandi gemme colorate e le piccole mani erano intrecciate in una forma di adorazione che rasentava quella che viene rivolta da un devoto all'idolo religioso o da un bambino piccolo al regalo di compleanno più grande di tutti.

    « Com'è saggio! E mistico! »
    « Sento che le sue parole ci condurranno al più bel dono che si sia mai visto!!! »
    Si voltarono entrambe, intrecciando le mani l'una con l'altra ridendo come se fossero di fronte ad un tesoro conquistato dopo lunghe fatiche.
    « Sarà la mia prima predizione andata a buon fine!!! E devo tutto a te, Ran!! »
    « Sarà il più bel compleanno della somma Idia di sempre!!! E devo tutto a te, Monica!! »
    Risero come scolarette e si abbracciarono con entusiasmo, finché...

    « ... E cosa ha detto? »
    Nell'udire la voce atona e straordinariamente fredda della bambina più piccola, le due rimasero paralizzate nell'atto di saltellare l'una abbracciata all'altra, e lentamente guardarono la piccolina con i capelli color cenere sbattendo i grandi occhi come se non capissero. Quando poi, all'unisono, tornarono a guardare il loro magico Liopleurodonte, tutte e due esibivano una sola cosa sul viso: erano semplicemente esterrefatte.

    « M... ma è ovvio! »
    Disse la giovane veggente, che in realtà non aveva capito niente della strana profezia di Febh.
    « Già, già!! Non è ovvio, Alv? Insomma: Monica è perfettamente capace di capire cosa ha detto! »
    « Oh, giaah~ »
    Toccò il mento con il dito indice e guardò in alto, oltre le fronde degli alberi, verso il cielo sereno...
    ... E trascorse cinque minuti buoni in quella posizione, immobile.

    « Bisogna farlo piangere, sì?? »
    « Beh, ma come? »
    « Uhm... »
    Si guardò intorno, poi si chinò a strappare alcuni ciuffi degli steli di un piccolo arbusto.
    « Così! »
    Non finì la frase che il Febh/Liopleurodonte si ritrovò con un mazzo di ortica selvatica strofinato con vigore direttamente sugli occhi mentre le due ragazzine sorridevano dolcemente e la terza fissava il terzetto senza una parola.

     
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    Improvvisamente Febh ebbe come l'impressione di aver fatto una completa idiozia. Sin dal momento in cui era uscito di casa. Ma era uscito di casa? Ma soprattutto, cos'era quel pesce arancione in aria? Il pesce....è...fucsia. No, era arancione, ma il poveretto era un filo confuso. E poi non era un pesce, ma un puntino rosso su sfondo verde. E si avvicinava pericolosamente. E di fatto c'era un ramo attaccato, e un braccio. E le ragazzine che parlavano di un modo per farlo piangere...

    Anche se cortocircuitati, i meccanismi logici di Febh fecero due più due: le svitate volevano farlo piangere piantandogli un ramo nell'occhio! Certo, accorgersene PRIMA che le foglie fossero state sfregate più volte sulla pelle sarebbe stato forse più piacevole. Improvvisamente il ragazzo sentì un calore atroce estendersi a tutta la faccia, e mentre una lacrima cominciava a brillare, il prurito esplose come un vero e proprio incendio.

    UUUUAAAAAAHHHH!H!!!!! MA SIETE COMPLETAMENTE MATTEEEEEE???? Scattò in piedi come una molla, verosimilmente travolgendole mentre si dava alla fuga con le braccia sollevate e le mani sugli occhi. Tre lacrime presero il volo durante lo spostamento, ma il repentimo movimento delle mani le infranse a mezz'aria. BBUUUAAAAAAHHHHHHH!!! Urlando come un disperato cerò di allontanarsi il più possibile, ma tra allucinogeni, dolore, e occhi tanto gonfi da rendere impossibile vedere, era impensabile andare lontano...a meno che...

    A meno che non entrasse in azione una delle doti latenti dello Yakushi. Un suo potere intrinseco, che lui stesso non aveva ancora imparato a dominare perfettamente. Scientificamente viene chiamato "Propagazione entropica autoalimentantesi" o anche "non è possibile che quell'idiota abbia causato tutto questo", ma perlopiù la gente diceva "oh mio dio sta arrivando!!!". Era quello stesso potere che circa dieci...o quindici volte aveva devastato l'amministrazione di Oto. In pratica...un febh disattento causava un piccolo guaio..bastava inciampare, o sbattere da qualche parte...e per qualche motivo ignoto il danno andava amplificandosi senza limite apparente, fino alla totale distruzione di qualcosa...

    Nello specifico, Febh inciampò su una pietra, e cadendo in avanti mollò una craniata cosmica su un albero. Pare che in qualche angolo della foresta il rumore eccheggi ancora. La pietra criminale venne sparata via mentre lui ci inciampava, e rimbalzò su un tronco poco lontano. Di rimbalzo cadde su un rametto che stava a terra, facendolo saltare. Questo salì fino a toccare le fronde più alte, facendo cadere una singola ghianda. La ghianda impattando al suolo colpì una pietruzza, e con effetti biglia questa prese il volo contro l'albero che aveva appena subito la craniata.

    Ohiu...ahi..brucia...BUAAAAAHHH....dolore... Febh nel mentre, completamente stordito stava barcollando, con le mani sugli occhi, e non capì bene cosa accadeva...ma in pratica quell'unico sassetto fu sufficiente per finire l'albero già indebolito. Con un lento e terribile suono di legna spezzata, il tronco si spaccò, e l'albero precipitò...proprio addosso alle ragazzine se non si fossero levate rapidamente di torno!!

    E perdipiù lo spostamento d'aria fu tale da sbalzare via il Jonin...a sufficienza perchè cominciasse a rotolare in una zona un pò scoscesa del bosco, impattando su rocce, alberi e quant'altro in quella che sembrava una caduta senza fine.. UUUUAAAAAAAAHHHHHHHH!!!!!!! AHI! OHI! OFF! AHIA! ACC! AHI!!

    Almeno ebbe la buona creanza di svenire dopo la terza o quarta roccia che gli batteva sul cranio...
     
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    Non c'è da stupirsi di come le due piccoline furono letteralmente travolte dalla terribile ira del Febh-Liopleurodonte, che praticamente le raccolse nella foga e le trascinò di foga per parecchi metri. Invano, le due si aggrapparono come poterono agli abiti della creatura mitologica, urlando disperatamente come due bambine che salgono per la prima volta sulle montagne russe e che giunti sulla discesa più alta rimpiangono la scelta. Il risultato fu che Febh corse qua e là per la foresta sventolando come drappi bianchi e neri le due bambine, almeno fino alla craniata finale. Lì, finalmente, le due riuscirono a staccarsi e gattonare via in lacrime e con tanta voglia di tornare dalle rispettive madri. Fu più o meno allora che... il cielo si oscurò.

    « Eh...? »
    Sussurrò Monica, la prima ad accorgersi dell'insolito cambiamento atmosferico.
    La sua voce bastò ad allertare la piccola Ran, che a sua volta si voltò soltanto per vedere la terribile sagoma di un albero piombarle addosso.
    Urlarono all'unisono. Febh, che per allora era già privo di sensi, non fece in tempo a sentirle gridare...

    Buio.


    image

    « Bensvegliato. Del thé? »
    Come il jonin di Oto aprì gli occhi, una voce serena e dolce lo accolse assieme al suono rassicurante del cozzare tenue di tazzine di ceramica. La visione celestiale di una donna giovane e bella accentuò lo straniamento di quella situazione, subito seguita dalla presa di coscienza del luogo in cui ora si trovava lo shinobi. Era sdraiato in un futon verde acqua soffice e generosamente imbottito, con la testa immersa in un cuscino grande tre volte il normale e gli abiti con cui era giunto misteriosamente puliti e profumati.
    Con un sorriso serafico sulle labbra sottili la donna seguitò a porgere la tazza fumante piena fino all'orlo di liquido ambrato e dall'odore intenso. Non sembrava affatto una cameriera, né per come vestiva né per la sensazione che dava a pelle. L'abito era quasi completamente bianco, fatta eccezione per le rifiniture nere ed un singolo tocco d'argento dato da un campanellino legato alla lampo del vestito. Era alta, ma i vertiginosi tacchi a spillo portati con disinvoltura incrementavano ulteriormente la sua statura portandola forse anche al di sopra di quella di Febh.

    L'ambiente, di contro, era quasi familiare e ricordava per lo stile orientale e le dimensioni perfino eccessive del soffitto villa Yakushi. Le pareti erano di sottili assi di legno foderate in carta di riso bianca che avevano l'aria di rompersi soltanto a guardarle, il pavimento era di un parquet immacolato di un caldo color castagno e ovunque si posasse lo sguardo c'erano motivi floreali di ogni genere, con una predominanza dei colori bianco e rosa tenue come quello dei fiori di campo. L'odore che permeava la stanza era lo stesso composto da una mescolanza di aromi diversi che è proprio della foresta, eppure non c'era incenso né candele profumate in giro, segno che in qualche maniera l'odore naturale del bosco riusciva a penetrare anche in quel luogo chiuso...

     
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    Buio.

    Per molto tempo.

    Poi Buio e odore di The.

    E infine buio e odore di tazzine, con contorno di voci.

    Mmh...quel fungo mi ha decisamente fatto male...già... Mugugnò lo Yakushi, girandosi appena sul materassino.

    Materassino?

    Febh spalancò gli occhi, rizzandosi a sedere. Ma cosa? Dove...come?...Dove sono?? Non solo era comodamente seduto su un futon in una bella casa, ma aveva accanto una infermiera da copertina di playninja. Ok...il fungo è davvero potente..addirittura una casa...

    La sua allucinazione gli offriva del the, e per quanto Febh si sentisse stranamente lucido e riposato, senza più lo stordimento, decise comunque di stare al gioco fino a che la sostanza tossica non fosse stata completamente smaltita. Uhmm..si, grazie..grazie del the....ehm...posso chiedere dove siamo...e chi sei tu? Non sentiva il bisogno di dare del lei a un parto della sua immaginazione. E poi sentiva ancora odore di foresta, segno che probabilmente era seduto su un tappeto erboso e stava discutendo con un albero, in realtà.

    Beh..le ragazzine erano davvero strane, questa allucinazione va un pò meglio.. Borbottò, accettando il the e bevendo un lungo sorso. Sembrava quasi vero, alla faccia dell'allucinogeno!
     
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    « ...? »
    La donna rivolse al jonin uno sguardo ed un sorriso incolore ma dolce, segno di benevolenza che significava forse piacere nel servire del thé ad un ospite pacifico e capace di creanza come Febh si stava dimostrando fino a quel momento. Non fece caso al fatto che le veniva dato del tu, ma non era possibile dire con certezza se stava volutamente ignorando il dettaglio in nome della buona ospitalità o se proprio non l'aveva notato perché lo reputava irrilevante. Di certo, i gesti cordiali ma familiari che ostentava suggerivano la seconda ipotesi e qualcosa suggeriva che quell'apparizione in bianco avrebbe risposto con un sorriso ed una parola gentile anche al peggiore degli insulti.

    « Sono Bari. »
    Rispose alla domanda dello shinobi.
    « E' un piacere avervi qui, vi trovate nella residenza della nostra sovrana. Ho ritenuto opportuno a nome della comunità manifestare la nostra gratitudine per... Oh...? Hanno già iniziato. Domando scusa, la nobile Idia deve aver già dimenticato la sua presenza... »
    Si sfiorò il viso con le dita lunghe e affusolate dalle unghie curatissime, in un gesto di sorpresa contenuto e impeccabile da cui però trasparivano bene quelle scuse invero apparentemente insensate.
    Un attimo dopo, un cinguettio basso e delicato si fuse con poche, basse note musicali che per un attimo sembrarono prodotte da un'arpa cristallina, ma che in breve risultarono palesemente frutto di una splendida voce di donna, delicata come nessun'altra al mondo.

    « Prego, la nobile Idia intendeva attendere il suo risveglio per sanare le sue ferite... »
    Disse la donna a bassa voce chinandosi di un poco e porgendo il braccio a Febh e invitandolo ad alzarsi, così come un cavaliere delle fiabe farebbe con una fanciulla seduta a terra, ma a parti inverse. Frattempo, il canto cresceva di un poco di intensità ed altre voci eteree si univano a quella principale, formando un coro dolcissimo.
    « ... Tuttavia noto che avete una straordinaria capacità di recupero, e me ne felicito. Avevate delle brutte ferite, quasi peggiori di quelle della piccola Ran. »
    Schiuse la parete scorrevole, e dietro di essa tutte le tonalità di verde della foresta esplosero all'unisono formando un intricato quadro fatto di innumerevoli foglie d'ogni genere di pianta, miste a rampicanti, innumerevoli rovi cui erano appese piccole coccarde e fiori colorati, tronchi d'albero, fiori di tutti i tipi, in un tipico e meraviglioso panorama primaverile così come lo si può ammirare nel più profondo cuore nascosto della foresta. E in mezzo a quello scoppio di tonalità floreali, sedevano in circolo una dozzina di fanciulle, tutte giovanissime, ed una donna interamente vestita di bianco che appariva fuori posto anche più di quella casa in perfetto stile orientale posta proprio nel mezzo alla foresta. Indossava un abito barocco di colore niveo e sfarzoso come quello di una principessa, sebbene nessun occhio avrebbe mai potuto esimersi dal correre immediatamente ad uno scollo da capogiro che a malapena rientrava in quella che è la soglia minima di pudore -tanto erano generose le forme che metteva in evidenza; lo status regale della donna era evidente per via della corona dorata che portava in capo e che sembrava poggiare su di un velo di fili dorati, tanto erano luminosi e belli i suoi capelli. Ma se tutto quel quadro era da meraviglia, ancora di più lo erano le decine e decine di piccoli uccelli dai piumaggi più disparati, lunghi ognuno sì e no quindici centimetri o poco più, e che in perfetta armonia con la donna cantavano con una sola voce. Al centro di tutto quell'effusione di suoni armoniosi, una scena pietosa che vedeva la ragazzina con i capelli scuri e corti che Febh aveva incontrato nella foresta, che con il visetto imperlato di sudore e corrotto dal dolore ansimava disperatamente in lotta fra la vita e la morte. Lì dove ci dovevano essere le sue gambe il ninja poté vedere due moncherini tranciati di netto da qualcosa che non poteva che essere un'arma da taglio, e gli arti mutilati giacevano poco più in là coperti da un piccolo drappo bianco imbrattato di sangue prossimo a diventare scuro.

    Ma proprio sotto gli occhi di Febh, in meno di un attimo un alone di luce si formò attorno alle terribili ferite. Nessuno rimase accecato, né fu ferito in alcun modo da quel lampo luminoso che in breve avvolse le ferite ed il sangue, facendo sparire come per effetto di una magia sia le une che le altre. D'un tratto libera dalla sofferenza di quelle ferite ed immersa nel silenzio generale che era seguito alla guarigione miracolosa, la ragazzina sbatté gli occhi e si sollevò come se fosse convalescente da una semplice febbre. Per allora, Bari -che era al fianco di Febh- si era già prodigata in un breve inchino rivolto a quest'ultimo.

    « La ringraziamo di cuore per aver salvato i nostri piccoli. »
    Disse rivolgendosi proprio allo Yakushi, e nel giro di un attimo tante e tante vocette candide replicarono quella formula con poche variazioni.
    « Grazie per aver salvato i nostri piccoli! »
    Dissero animatamente tutti i presenti, e fu come se una scolaresca delle elementari parlasse in coro. Ma ciò che era davvero strano non era tanto il fatto che quella dozzina di marmocchietti con i loro abiti assurdi bianchi e neri e con i loro altrettanto assurdi cappelli d'ogni foggia parlassero tutti insieme, ciò che era davvero assurdo era che anche gli uccellini, tutti insieme, si erano prodigati in quel ringraziamento... e non con un "cip cip" qualsiasi, ma bensì usando una voce umana e di bambina...

     
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    Bari? Certo che la mia mente va a elaborare strane cose... Quella continuava a comportarsi con estrema gentilezza, niente a che vedere con le bambine che lo picchiavano con l'ortica (che poi, anche quello era un flash di immaginazione decisamente bizzarro) Intanto la ragazza sembrò distratta da qualcosa, forse un suono. Si decisamente un suono, dato che anche Febh lo percepiva.

    Un'arpa? No... Sembravano più delle parole estremamente armoniche..un effetto molto difficile da spiegare. Mentre Bari si avvicina, Febh poggiò la tazza, accettando poi la mano per alzarsi, sempre con una espressione estremamente confusa. Si, no..in effetti non è un problema curarmi..ma chi è Idia? Doveva avere una immaginazione allucinativa molto più sviluppata di quanto pensasse, se il numero di personaggi assurdi andavano via via aumentando. Sarebbe questa "cosa" che parla come un'arpa?

    Si lasciò condurre oltre la parete in quello che sembrava un palazzo arboreo. Ma dove siamo? Sembra un palazzo..ma è un bosco... e poi. Poggiò infine lo sguardo sulla scena principe di quell'ambiente. Un trono arboreo dove sedeva una vera e propria principessa, attorniata da ragazzine e diversi uccellini canterini. Questa deve essere uscita dalle riviste che mi ha prestato Yasu... mormorò, ammirando l'abbondante "esuberanza" della donna in bianco.

    Dopo una pausa più che abbondante passata a lucidare gli occhi, lo sguardo del Jonin cadde poi in basso, al centro del cerchio. Oddio..qui però si va di splatter...troppi film di serie B. La ragazzina della prima parte dell'allucinazione era a terra, ferita pesantemente. Ma che le è successo? aveva i piedi bloccati e glieli avete fatti a fette? Era un parto della sua mente, tanto valeva stare al gioco.

    Ed intanto quelli cantavano, e la musica evocò come una luce, via via più abbagliante. Beh, gli effetti psichedelici ci mancavano...è proprio un allucinogeno a tutto tondo! Ed ecco la ragazzina guarita. Ci stava perfettamente, essendo uscita dalla testa di uno che rigenerava. E via coi ringraziamenti di rito per aver "salvato" la ragazzina. Anche se tecnicamente lui la aveva ridotta in quello stato, pur involontariamente. Si, ehm, prego, prego.. Fece spallucce. Gli uccellini qua e là ringraziavano a loro volta, sottolineando ulteriormente l'assurdità della situazione. Ma la scena da dottor dolittle era un pò troppo. Ecco, ora però se permettete, io leverei il disturbo, dovrei sdraiarmi e smaltire del tutto il fungo

    Era lì lì per andarsene, ma ecco che con la coda dell'occhio colse uno scintillìo poco lontano. E questo cos'è? Non capiva bene, ma sembrava prezioso. Sicuramente una proiezione del suo desiderio di ricchezza, manifestata nell'allucinazione. Ma tu guarda.. Allungò la mano, afferrandolo. Prezioso, di ottima fattura, ma non gli era chiarissimo cosa fosse. E' un tesoro, immagino. Beh, allucinazione mia, tesoro mio Lo sollevò e intascò rapidamente.

    Se le allucinazioni fossero insorte, agendo come per istinto Febh avrebbe lanciato a terra un fumogeno, occultando l'intera area mentre si dava alla fuga. Anche se erano allucinazioni, aveva sentito dolore con le ortiche e gli urti, quindi meglio evitare ulteriori botte!
     
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    Si, ehm, prego, prego..


    Per la durata di un istante, lungo e straniante come entrare in un locale affollato di gente e vedere mille sguardi voltarsi all'unisono a guardarti, nella radura incoronata da alberi secolari e rovi ci fu silenzio. La principessa del bosco biancovestita, le bambine che componevano la sua assurda corte, perfino le dozzine di piccoli rapaci sembrarono appuntare i loro occhi sullo shinobi, improvvisamente silenziosi laddove un attimo prima cantavano con voce soave. Non c'era avversione o anche solo il minimo senso di minaccia in quel tacere prolungato, ma qualcosa di ben più complicato da descrivere. Forse... curiosità? La stessa dei bambini molto, molto piccoli davanti ad uno spettacolo che non capiscono ma che ne cattura l'attenzione. Era come se per pochi secondi Febh fosse diventato attore di un teatro sull'erba davanti ad un pubblico che non ha mai assistito ad un'opera recitata.
    CITAZIONE

    Ecco, ora però se permettete, io leverei il disturbo, dovrei sdraiarmi e smaltire del tutto il fungo


    [center]All'unisono, le testoline decorate da quei grandi e sfarzosi cappelli ornati si voltarono lentamente, seguendo i movimenti dello shinobi con inquietante coordinazione, come se fossero le iridi di un gattino che non riescono a staccarsi da un piccolo gomitolo rosso che si muove lento-lento.
    CITAZIONE

    E questo cos'è?
    Ma tu guarda..
    E' un tesoro, immagino. Beh, allucinazione mia, tesoro mio


    « Ehi!! Quello appartiene alla somma Idia!!! »
    Esclamò stizzita una vocetta esattamente sopra la testa di Febh. Sollevando lo sguardo, il ninja di Oto avrebbe potuto incrociare i suoi occhi con quelli color ghiaccio di un minuscolo volatile di sì e no quindici centimetri di lunghezza appollaiato su di un rovo, nel cui volto si poteva leggere chissà come un disappunto che sfociava nell'ira che non aveva niente a che vedere con l'espressività comune di un uccel di bosco.
    Ma più importante ancora, lo Yakushi si trovò a distanza ravvicinata con un dettaglio che prima era stato decisamente in secondo piano rispetto alla stranezza di tutto il resto. Quelle che erano state recepite da un occhio disattento come semplici coccarde o innocui fiori dai colori vivaci appese sui rovi come per decorarli, in realtà si rivelarono ben altro. I filamenti che parevano stelle filanti, erano lunghi drappi di scaglie delle più disparate, appartenenti a piccole serpi dall'improbabile colore arancio le cui carni erano essiccate lì dove erano state appese. I bottoni azzurri, bianchi e verde giada non erano boccioli di fiore, ma i carapaci di grossi coleotteri che qualcuno di molto crudele aveva conficcato nei pruni, come se le avesse scambiate per le palline di natale di un abete decorato fuori stagione. I festoni non erano tali, e all'improvviso lo strano comportamento di Ssalswift sarebbe riaffiorato dalla memoria alla vista di carcasse di lucertole delle sottorazze più disparate, scuoiate e appese qua e là secondo un gusto perverso.
    « Lascialo!!! » Una bambina si era alzata, con i lineamenti delicatissimi deformati dalla rabbia. Come prima, tutte le bimbe ed i piccoli rapaci parlarono all'unisono, con un'unica voce. « Ha rubato il regalo per la somma Idia, uccidiamolo!!! »

    Si protesero tutti in avanti, comparendo da ogni direzione, ma si ritrassero per quell'attimo sufficiente a garantire la fuga quando Febh scagliò prontamente un fumogeno a terra, sparendo nel nulla...

     
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    Vocetta fastidiosa in alto, dopo un movimento sincrono di tutti i presenti che dava i brividi. Uhm..ho idea che l'allucinazione stia cominciando a diventare un filo troppo inquietante. Suvvia, è solo un orecch..Stava cercando di calmare le acque, con un bel sorriso di circostanza. Ma poi perchè mi giustifico..è solo un'allucinazione e.. Ma a quel punto cominciò a guardarsi attorno con un pò di attenzione extra.

    E poi...un attimo... Rovi. Animali infilati nei rovi. Serpenti e lucertole impalati e lasciati a sanguinare, appesi fino agli ultimi spasmi di morte. Questi...non sono fiori, giusto? L'allucinazione stava diventando rapidamente un incubo. E un incubo tutt'altro che allegro! Ok, qui si esagera.. Ma era sempre stato così o si stava immaginando il cambiamento? Forse gli effetti del fungo oscillavano tra momenti utopici e momenti devastanti...come le ragazzine di prima, che erano passate da una conversazione strana alla tortura.

    Beh, spiacente ma ho proprio da fare! Bomba fumogena, e si diede alla fuga, correndo a perdifiato. Senza nemmeno starci a pensare, aveva portato con sè l'orecchino, cercando di farsi strada tra le stanze, i rovi e gli alberi. Non aveva una chiara idea di dove fosse o di come fosse fatto quel posto, e anche provando, non riuscì a evocare nessuna lucertola in suo aiuto..che poi in un'allucinazione non funzionassero bene le arti ninja era anche plausibile.

    Ma sentiva ancora un frullare di ali alle sue spalle. Gli strani uccellini con lo sguardo malvagio gli erano alle costole, forse seguendo le sottili tracce di sangue dovuto ai graffi causati dai rovi. Febh correva senza una meta precisa, e come per riflesso, infilò l'orecchino rubato in una delle tasche segrete della manica. Le maniche della sua casacca avevano talmente tante tasche interne piene di roba che nessuno avrebbe mai trovato tutto quello che contenevano, a meno di essere Febh.

    Ma anche un Jonin del suo livello, quanto poteva correre prima di stancarsi? E perchè la strada sembrava sempre uguale? Che stesse girando in tondo??
     
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    Aria se ne stava appesa sul ramo più alto di una betulla anziana, lo sguardo perso sopra le fronde degli alberi che si stendevano senza fine oltre l'orizzonte, pensando a come dopotutto gli umani possono anche essere divertenti quando sono presi dal panico. Fatta forse eccezione per Bari, tutte le altre si erano bevute la storia di Monica secondo cui quell'essere sgraziato era una sorta di creatura fatata, ma era talmente chiaro che si trattava di un comune umano di sesso maschile da farle vergognare di appartenere alla sua razza. Ora, la preda più grande e grossa mai cacciata dalla giovane Lanius Nubicus si stava dimenando furiosamente in mezzo ai rovi della foresta, deviata ad ogni passo sempre più verso destra finché non finiva invariabilmente con il girare in tondo.
    Immerso com'era nella folta vegetazione della foresta era impossibile vederlo, ma Aria non aveva bisogno di usare la vista per sapere dove si trovava l'umano. Ogni suo passo ed ogni suo movimento era talmente pesante che era facile intuire la sua posizione, perfino troppo facile, talmente tanto che quel gioco iniziava a stancarla e sentiva già il bisogno di provare qualcosa di nuovo e più eccitante. Le altre Averle volevano soltanto riprendere il piccolo monile d'oro che era stato donato ad Idia, ma limitarsi a riprendere il maltolto era troppo noioso! Si stava giusto chiedendo cos'era più interessante: se strappare gli occhi all'umano e vedere come andava a sbattere nei rovi, oppure se recidergli la lingua e torturarlo fino a costringerlo a chiamare aiuto! Tutte e due le opzioni sembravano molto graziose da attuare, ma non riusciva proprio a decidersi su quale delle due buttarsi...

    Realizzò che poteva anche attuarle entrambe, prima l'una e poi l'altra, soltanto venti minuti più tardi, dopo una lunga e profonda riflessione che le risvegliò la fame e la spinse a volare via in cerca di qualche piccolo rettile o di un insetto grasso con cui cenare...
    « Non ci provare nemmeno, Nephtys!!! »
    Situazione: dopo aver corso in tondo per lungo tempo, improvvisamente e senza apparente motivo alcuni rovi si sono aperti rivelando alcune vie percorribili nel folto della foresta. Una di esse ha condotto in una radura, dove sembrava non esserci nessuno. Sembrava, appunto. Finché da dietro un albero non è comparsa una ragazzina con i capelli rossi ed il fiatone, che aveva l'aria di aver corso più di Febh e che senza motivo alcuno si era messa a parlare ad un punto imprecisato tra i rami sopra la testa dell'Otese.
    « Questo territorio di caccia mi appartiene!!! Sarò io, Felia, a sfidare l'intruso in uno scontro onorevole per il possesso del grande tesoro sacro della somma Idia!!! »

    « Come sei noiosa... »
    La voce proveniva dai rami, dove però non c'era niente.
    « E poi quello non è un tesoro, scema. Idia l'ha gettato per terra dopo che se n'è stancata, come per tutte le cianfrusaglie che le portate. »

    « Dovresti imparare ad usare le giuste onorificenze!!! »
    Urlò la ragazzina rossa in risposta alla voce.
    « Dovresti imparare ad usare la testa... »
    Ribatté apatica la voce.

    Visibilmente irritata, la rossina gettò uno sguardo di fuoco a Febh, per poi estrarre dal nulla due corte sciabole di dimensioni ridotte ma dall'aria alquanto affilata. Quando caricò a testa bassa con un grido, lo shinobi avrebbe intuito che le sue capacità non erano superiori a livello di un buon genin, ma che per tenacia non aveva niente da invidiare a nessuno. Certo, avrebbe potuto stenderla anche con una mano sola e tutte e due gli occhi bendati... se solo un enorme ramo di quercia proveniente dall'alto non si fosse spezzato all'improvviso cadendo con precisione millimetrica sulla testa di entrambi i contendenti...
     
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    Finalmente una strada sicura, dopo tanto penare e girare in tondo. Ancora pochi minuti di corsa e Febh si trovò in una radura. Radura, radura...almeno non ci sono più animali appesi ai rovi...chissà perchè corro sempre nei sogni? Ok, è un'allucinazione ma suppongo sia più o meno lo stess.. Nuovo personaggio in scena. Sempre una ragazzina, ma stavolta armata. Com'è che vedo solo ragazzine? Comincio a pensare di avere qualcosa che non va... Borborttò, abbastanza disturbato.

    Ok, miss allucinazione, che vuoi tu con quegli stuzzicadenti? Felia, si chiamava. Più un'altra voce che arrivava dall'alto. Forse quella Nepthys. Litigavano tra loro. Se posso dire la mia, signorine allucinazioni, è solo uno stupidissimo orecchino. Ed è un parto della MIA mente, quindi gentilmente vorrei farne quello che mi pare. E se possibile vorrei anche che questo bosco lasciasse il posto a una catena di alberghi di lusso. Aggiunse poi a voce alta, parlando al cielo. Chissà che il fungo non lo accontentasse.

    Ed ecco la carica ad alta velocità. O meglio, era più ira che velocità. E più corsetta leggera che carica. Ma forse era più corretto dire che erano le doti di Febh a essere troppo superiori per considerare pericoloso quell'assalto. Bah, forse non funzionano le lucertole, ma penso di poter schivare tranquill.. Rumori dall'alto. Legna dall'alto. O per meglio dire un tronco dall'alto. Da splatter a catastrofico...devo smettere di guardare B-movie... Senza starci a pensare troppo, Febh battè il piede a terra, sollevando in questo modo un'enorme lastra di terra [Rovesciamento Terrestre] che deviò il ramo in caduta, con l'effetto extra di frapporsi alla carica della svitata spadaccina.

    Oh, almeno questo funzionava.. Aveva qualche istante prima che l'altra aggirasse il muro di roccia, e ne approfittò per darsela a gambe, stavolta correndo sui rami, qua e là, grazie al chakra adesivo. Spiacente Felia, ho da fare!
     
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    « Dannato intruso, restituisci il maltolto!!! »
    Nell'impeto della carica, la piccola Averla si schiantò di naso contro la parete di terra sollevata da Febh, che comparve proprio sulla sua traiettoria. Cadde sbattendo il sedere, restando lì per alcuni attimi dolorante e ferita nell'orgoglio quanto nel visino.
    « M... maledetto... io... io... »
    Si era sbucciata un ginocchio. Con orrore, osservò come dal graffio sulla pelle sottile colava una lacrima rosso rubino, che scivolò lungo la gamba prima di colare a terra, spargendosi su di uno stelo d'erba.
    « Nephtys... mi sono fatta male!! »
    Si lagnò con gli occhioni umidicci e la voce
    « Lo straniero mi ha colpita a tradimento! Esce un sacco di sangue! Morirò dissanguata!!! Nobile Idia, mi aiuti... hau~ »

    « Quante storie. »
    Lì dove pochi istanti prima c'erano soltanto i rami della foresta che si intrecciavano, comparve la figura diafana e spettrale di una ragazzina vestita di bianco, con un basco calato sui capelli color oro e vivaci occhi viola che sorridevano divertiti laddove le labbra sottili erano incurvate soltanto un po', come se l'Averla trovasse la scena di Felia piangente per la "terribile ferita" divertente ma dozzinale, piacevole come un bello spettacolo visto e rivisto due volte di troppo.
    « ma se devi morire almeno fallo in silenzio, no?? »
    Cinguettò canzonando la compagna di stormo più piccola, prima di alzarsi sul ramo, dove sostò in bilico sulla punta, apparentemente priva di peso perché capace di rimanere assisa su di un ramo così sottile. Guardò nella direzione intrapresa dall'umano, che era fuggito assieme al prezioso oggetto trafugato alla sovrana dello stormo, e nel farlo sbuffò. Era già uscito dal territorio di Felia per entrare in una terra di nessuno, ed ora qualcun altro si era messo in caccia...

    image

    « Ho cambiato idea. »
    Disse freddamente, per poi voltarsi in direzione del suo albero preferito
    « non ho voglia di litigare con quella là. Me ne torno a dormire. »

    Stavolta Febh aveva scelto di correre a diversi metri da terra, saltando di ramo in ramo alla maniera degli shinobi più esperti, usando piccole quantità di chakra adesivo per mantenersi in perfetto equilibrio anche sui rami più scivolosi, carichi di muschio, rovi ed arbusti rampicanti così comuni in quella foresta. Fu proprio uno di questi a tradirlo. Come se avesse preso improvvisamente vita, nell'istante stesso in cui lo Yakushi avrebbe poggiato il suo piede sul ramo si sarebbe mosso, saettando veloce come una serpe per cercare di avvinghiarsi sulla sua caviglia, in modo da fargli perdere l'equilibrio e scagliarlo a terra. Sia che lo shinobi di oto sarebbe caduto, sia che al contrario sarebbe riuscito in qualche modo a rimanere aggrappato al ramo, altri due rovi simili a fruste che in precedenza erano avvinghiati all'albero si sarebbero animati ed avrebbero cercato di avvolgerlo su entrambi i polsi quasi fossero corde, lacerando la carne con i pruni mentre vi sfregavano. Infine, qualcosa di molto rapido e capace di confondersi nelle fronde avrebbe distrutto il ramo, facendo precipitare Febh qualora fosse assiso su di esso oppure facendoglielo piovere in testa se fosse invece precipitato a terra.
    In tutti i casi, la figura sfuggente sarebbe rimasta celata all'ombra delle fronde, sebbene la sua presenza fosse tradita dalla sua sagoma esile ben visibile in controluce.

    SPOILER (click to view)
    Arte dell'Uccello Macellaio: Danza dei Rovi ~ L'utilizzatore evoca dal terreno due lunghe fruste di rovi, che la seguono durante i suoi spostamenti, restando a circa 50 cm dal suo corpo. Previa l'utilizzo di una slot azione, l'utilizzatore può dirigere volontariamente una frusta in un attacco entro tre metri. Può impastare chakra nell'attacco. Le fruste hanno potenza 15 e durezza 4, e continuano a seguire l'utilizzatore a patto che esso rimanga entro 30 metri dall'origine delle stesse. Recidere la base distrugge le fruste. (Posizioni magiche: Nessuna - tempo di caricamento pari ad 1; Consumo: Medioalto - Mantenimento: Basso)
     
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    Senza badare troppo a quello che accadeva alle sue spalle, lo Yakushi scappava il più rapidamente possibile, maledicendosi per non essere stato più attento quando aveva preso quel Fungo per errore. Maledizione a quella pazza svitata, maledizione al mio dannato inconscio e maledizion.. ehi? Gli mancò all'improvviso un appoggio solido, ed anzi il ramo si ribellò, afferrandolo e gettandolo a terra Mapporc..!!

    Grazie al chakra adesivo ammortizzò l'impatto, ma due rovi animati lo afferrarono all'improvviso, mordendo i polsi. AHIA!! Ma possibile che quest'allucinazione abbia il dolore così real..Oh-oh.. Tronco in caduta, e lui era semiappeso da quella tortura naturale. Ma cadono solo tronchi da queste parti? Non poteva toccare terra per sollevare un altra lastra di roccia, ma anche se era solo un'allucinazione, non ne poteva più di farsi pestare.

    Ora BASTA! Con uno strattone incrociò le braccia, liberandosi dei rovi e del ramo al contempo, grazie a due costrutti di chakra creati ad hoc: dalle mani si espandevano in avanti come due grossi e crepitanti artigli elettrici. Alla sola creazione avevano tranciato le catene vegetali, e col rapido movimento il legno in bombardamento era stato affettato con violenza. [Manipolazione della Forma]

    Basta così! Voglio svegliarmi da questo dannato incubo! Ringhiò esasperato. A costo di fare tutto a pezzi, io non ne posso più! Non poteva stare a scappare a oltranza fino a che non fosse finito l'effetto della droga. Poco gli importava se sarebbe stato tutto inutile, ma voleva sfogarsi, e c'era un modo assolutamente perfetto per farlo: la sua tecnica più devastante!

    Prese a comporre un elevato numero di posizioni magiche, in rapidissima successione, fino a completare quello che era il primo stadio della tecnica. All'esecuzione dell'ultimo, un'aura di potere si irradiò dallo Yakushi mentre questi plasmava il suo chakra adesivo, affondandolo in profondità nel terreno. Shin Kaiten no Jutsu! Uno spostamento d'aria ai suoi piedi scosse violentemente i fili d'erba e i piccoli sassi..stava per succedere qualcosa di devastante! SEKAI!! E il chakra divampò dai piedi del ninja, fino a concretizzarsi in tre enormi strutture simili a lame piantate nel terreno, che ruotavano lentamente attorno a lui. Semitrasparenti, era palese che fossero solo un indicatore.

    Pochi sigilli, e una delle tre lame cominciò a muoversi più rapidamente...via via più rapida fino all'esecuzione dell'ultimo seal. GEKIMETSU!! (Distruzione) La lama che ruotava si sarebbe fermata di colpo, penetrando nel terreno, come un proiettile sparato con una enorme spinta. Era il segno che, per una frazione infinitesimale di secondo, il chakra di Febh si sarebbe opposto, con la sua forza adesiva, alla stessa rotazione terrestre!!

    Una alterazione limitata nello spazio, ma che avrebbe causato un violentissimo terremoto in un'ampia area del bosco, facendo forse crollare qualche albero... E ORA VEDIAMO QUANTO DURA QUESTA MALEDETTA ALLUCINAZIONE!!!! Estatico, in quello scenario apocalittico che lui stesso stava evocando, Febh riprese a comporre sigilli. C'erano altre due lame...altri due terremoti dalla medesima potenza pronti a colpire quel territorio già dilaniato!


    CITAZIONE

    Shin Kaiten no Jutsu: Sekai (True Spin Skill: The World)
    Villaggio: Oto - Tecnica Personale
    Posizioni Magiche: Tre turni completi (Lento+)
    L'utilizzatore genera un terremoto in un'area di 150 metri di raggio per livello di controllo del chakra. La scossa causa danni notevoli agli edifici [Potenza 80] e genera spaccature nel terreno profonde fino a 3 metri. Il danno si ripete nei due turni successivi, aggravando sempre di più la distruzione. Non causa danni diretti alle persone. Escluso l'utilizzatore, Chiunque sia a contatto col terreno o un edificio perderà due slot azione e difesa ogni round.
    L'utilizzatore deve rimanere immobile per tutti e tre i round.

    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 2 / Consumo: Elevato - Mantenimento: Medioalto)
    Tecnica Personale

    [Da specializzazione in su]

     
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20 replies since 25/4/2011, 21:32   293 views
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