[Primo Accesso] Mura di Konoha

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    Takoiyaki e "bottoni"








    Giornata banale, nonostante il suo nuovo ruolo una volta sistemate le incombenze non rimaneva poi troppo da fare, certo, aveva trovato qualcuno a cui scaricare le sue scartoffie. O per meglio dire aveva prima diviso le scartoffie per argomenti e richieste e poi le aveva assegnate ognuna ad uno specialista, cartaccia di poco conto per cui aveva dato istruzioni precise, e generalmente veniva contattato per ogni dubbio, era più efficiente e non doveva stare sempre col culo seduto.
    E poteva essere più puntuale nelle visite settimanali ad Atasuke per ottenere i suoi rapporti.
    Stava per versarsi nella bocca l’ultimo takoiyaki, direttamente dalla bustina, per raccattare anche le ultime briciole di pastella quando LE vide.
    Proprio in quel momento stava passando davanti all’enorme portone di legno, sempre aperto per quanto sorvegliato, per poi prendere le scale che l’avrebbero portato in cima alle mura ed all’ufficio di Atasuke quando LE vide.

    O M M I O D D I O.

    Sbarrò gli occhi, in pochi avrebbero potuto vantarsi di poter vedere con così tanta chiarezza le sue iridi scarlatte, e probabilmente tra le briciole di takoiyaki e l’ultimo che gli finì sul naso nemmeno quella volta ci sarebbero potuti riuscire.
    Non riusciva a credere ai suoi occhi e di certo non voleva perdere nemmeno un secondo del suo tempo a chiuderli o sfregarci sopra, no. Li avrebbe fatti seccare piuttosto. Non era certo il genere di persona a corto di rapporti sessuali, fior di quartieri a luci rosse e bordelli raffinati potevano raccontare delle frequenti visite di Raizen Ikigami -non dell'Hokage, lui era costretto a ricevere delle costose accompagnatrici a domicilio con cui pure la sua resistenza veniva messa a dura prova- , e probabilmente più di un bastardo dai capelli bianchi si aggirava per le terre di Kumo e del Fuoco, ma il momento, il Momento rendeva tutto magico.
    Quando recuperò l’utilizzo delle mani, sempre senza staccare gli occhi dalla donna le portò rapidamente alle tasche, vedeva che Atasuke era intento nella perquisizione e per tutti gli dei non gliel’avrebbe MAI fatta finire, ne estrasse una piccolissima sferetta metallica.
    Certe occasioni, certi gioielli, certi momenti non si potevano perdere o regalare a qualcun altro.
    Nell’esatto momento in cui la stoffa avesse abbandonato l’estremità del seno ancora coperto della ragazza, la punta più delicata e soffice, il piccolo manufatto di metallo avrebbe toccato terra seguito qualche istante dopo da una carica elettromagnetica che si portò dietro un uomo dalla stazza Colossale.
    Il Juudaime Hokage in persona.

    No, no.
    Non così, con tutto questo freddo la tua Fiamma si spegnerà.
    Qui a Konoha siamo dell'idea che il Fuoco vada alimentato


    Dotato di una rapidità indescrivibile avrebbe portato la mano all’altezza del lembo di tessuto, ancora posizionato a quell’altezza e Senza evitare di toccare il sensibile punto mentre rimetteva apposto il kimono in ordine sorrise.

    A Konoha il tempo muta in pochissimi secondi e...

    Mentre la mano destra teneva il lembo appena alzato del kimono la sinistra la imitava nel gesto.

    ...Non vorrei prendessi freddo.
    Vorresti continuare la perquisizione in un luogo più… appropriato?


    Appena posta la domanda un clone afferrò la spalla di Atasuke.

    Shhhht, tutto apposto.
    O si diverte lui, o ti diverti tu con quello che gli succederà.


    Annuì con aria seria.

    Se intanto gradisci possiamo andare ad occuparci dei rapporti settimanali.

    Intanto, l’Hokage più discutibile della storia di Konoha, staccò gli occhi dalla ricostruita scollatura della donna per fissarli in quelli di lei, ma non aspettò risposta, le cinse la vita con l'avambraccio avvicinandola a se.
    Neanche il tempo di un battito di ciglia e si sarebbe ritrovata a quasi una ventina di metri dal punto in cui stava prima, dentro alle mura, altri secondi e l’evento si verificò nuovamente, allontanandola dalla sua servetta.
    L’utilizzo più discutibile di una tecnica versatile come quella che gli Abomini gli avevano donato, ma se non altro poteva ringraziarlo di aver impedito a mezzo villaggio di vedere le sue nudità.
     
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    Controllo al monco

    Post Primo - Arrivo alle mura di Konoha



    Ero da qualche giorno in viaggio accompagnato dal Chikuma del vuoto. Saggiamente avevamo deciso di occultare il cognome della madre di lui. Sarebbe stato solamente Kojiro Sasaki, un nome come un altro di un ninja del paese del vento.

    Le cure che gli erano state date a Suna erano state sufficienti per riattaccare gli arti perduti, tuttavia era qualche giorno che Kojiro aveva degli strani dolori e formicolii alle braccia. Decisi quindi di accompagnarlo a Konoha per vedere qualche altro medico. Dopotutto era colpa mia se si trovava in quella situazione...

    Ci stavamo avvicinando alle mura quando vidi una figura di mia vecchia conoscenza, risaliva agli anni in cui praticavo solo come Detective. E vidi davanti a lui una donna mezza nuda, che gli mostrava chiaramente le sue nudità!

    Grazie al D-Visor riuscii ad ottenere delle ottime foto in alta qualità e con ottimo zoom sia della tipetta che di Atasuke.

    Sarei arrivato poco dietro la signorina, apostrofando Atasuke con finta superiorità.

    Yo, Atasuke. Se volevi cercare armi nascoste potevi aspettare due secondi e te l'avrei detto io. Lo sai che col metallo ci so fare, ahahahah. Lo so che mi hai visto arrivare... di la verità che non hai saputo resistere eh?

    Shinichi-sama. State dando spettacolo.

    Si, si. Scusa Kojiro. Perché non parli con quella ragazza la eh, mentre io e Atasuke ce la sbrighiamo tra noi eh?

    Forse il modo di parlare avrebbe causato una reazione nella ragazza che si sarebbe potuta girare verso il Kurogane. Era difficile da dire ma, nel fortunato caso, sicuramente Shinichi avrebbe scattato qualche foto grazie al silenzioso D-Visor. Non tanto per lui, aveva una memoria di ferro, ma sapeva che certo materiale era largamente apprezzato in certi circoli... sicuramente non si aspettava di avere tanta fortuna!

    Ben presto tuttavia sarebbe giunta una nuova figura, un vero e proprio colosso che faceva invidia al "committente" come Shinichi chiamava il Mikawa di Oto.

    Quest'ultimo avrebbe coperto la ragazza, cercando di condurla all'interno del villaggio e creando una propria copia che stava parlando con Atasuke.

    Attesi l'eventuale fuoriuscita della ragazza prima di parlare nuovamente con Atasuke, sempre che mi avesse prestato un minimo di attenzione.

    Ehi, Atasuke. Vorresti dire al signor Hokage che si è scordato anche questa qui? Non ha armi con se, ho controllato, ma non penso che gli importi più di tanto no?

    Difficile dire se la servetta si sarebbe spaventata dalle parole del ninja della sabbia o se avesse capito che, in fondo in fondo, era un modo per ricongiungerla alla sua padrona.

    Le espressioni e la postura del corpo della serva, unite ad eventuali parole delle stessa, sarebbero stati indizi più che sufficienti per il Detective per capire che c'era un legame di qualche tipo tra le due giovani.

    Inutile dire che come Kiyomi anche Shinichi faceva impazzire il suo sottoposto con il suo comportamento ma, dopotutto, nella vita bisognava pur divertirsi specie se, come Shinichi, si avevano avute svariate brutte esperienze in passato. Specie col sesso femminile.

    Ed in quanto all'Hokage: beh aveva visto delle foto del concerto e lo aveva riconosciuto facilmente. Se il clone si fosse fermato a parlare con lui, poco probabile ma era pur sempre un'eventualità:

    Bel concerto. Ho apprezzato molto la musica che avete suonato. Mi è un po' dispiaciuto non esserci stato... se mi faccio stampare una fotina me lo fa un'autografo? Ce l'avete una stampante qua alle mura no?

    Se l'uno o l'altro gli avessero chiesto dei motivi della sua visita:

    Sono qui per la mia... guardia del corpo. Kojiro Sasaki, shinobi di Suna. Purtroppo ha avuto un piccolo incidente di recente. L'ho fatto visitare da dei medici a Suna ma volevo un secondo parere. La prassi richiede che vi lasciamo giù tutte le armi vero?

    Non avrebbe menzionato che quel "piccolo incidente" era il fatto che il Kurogane con un sol colpo gli avesse mozzato entrambe le braccia. Preferiva non lasciar trasparire quel poco di vigore marziale che gli era rimasto, gli piaceva che lo sottovalutassero.

    Si sarebbe infine rivolto verso la "servetta" sempre che l'hokage non l'avesse "requisita" per farle fare la povera fine della sua padrona (Shinichi non sapeva ancora del rapporto che le legava, ma sicuramente pensava che la principessina fosse in realtà un qualche tipo di "signora della notte" dato che nessuna donna "normale" si sarebbe spogliata così in mezzo al gate. E sicuramente non era stato Atasuke a chiederglielo, conoscendolo)

    E tu? Come ti chiami? Hai ancora voglia di entrare a Konoha? Se ti va puoi passare all'ospedale con noi mentre attendiamo la fine della "perquisizione".

    Se c'era un talento naturale in Shinichi Kurogane quello era far incazzare le persone. Purtroppo, si incazzavano sempre con lui.
     
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    COINCIDENCE

    The world is so unpredictable. Things happen suddenly, unexpectedly.




    «Scusate, Ojou-sama, come avete detto...?»
    Ritsuko Aoki era ferma di fronte alla famosa “Pasticceria Usagi” di Konohagakure no Sato, e fissava allibita di fronte a sé. Il kimono puntinato blu notte che indossava, accollato e ben stirato, era sovrastato da un modesto Hanten di stoffa pesante che le copriva la punta delle dita strette attorno ad un sacchettino di carta azzurro recante l'emblema di un coniglio nero in corsa.
    «Si, Ritsuko... ultimamente lo sto trattando davvero male...» Borbottò Shizuka Kobayashi, la Principessa del Paese del Fuoco, grattandosi la testa con rammarico. Dava le spalle alla compagna, probabilmente per non sostenerne lo sguardo. «Siamo amici da una vita, continuare a bisticciare per queste piccole cose non ha senso. E in ogni caso ormai abbiamo venti e ventuno anni, siamo un po' troppo grandi per far queste ripicche, non pensi...?» Chiese, titubante.
    Quel giorno indossava uno splendido kimono argenteo dipinto a mano con una decorazione di un ruscello rosso vermiglio, in cui foglie di acero dondolavano tra i flutti nel loro tipico colorito autunnale ocra, reso in quel contesto da un ricamo fitto di puro filo d'oro. L'obi rigido, di un color crema dorato, era fermato dietro la schiena in un bel fiocco elegante ricco di pendagli d'argento che richiamavano il colore degli alti geta laccati.
    Sistemandosi lo scialle sfrangiato di seta chiaro sulle spalle, l'Erede dell'Airone sospirò, alzando poi lo sguardo al cielo, perplessa: sua madre era stata chiara in merito, doveva fare subito pace. E stavolta nemmeno lei poteva darle torto...forse il suo avergli tirato da sotto i piedi un tappeto facendolo inciampare con la testa nel piatto della zuppa di miso, l'ultima volta che lui l'aveva invitata a casa sua per “appianare le divergenze tra loro” era stato molto immaturo da parte sua. Che aveva fatto, poi, poverino? Aveva solo preso una lettera dalla nipote della sua vicina di casa.
    Già. Quella maledetta vicina assassina psicopatica Uchiha che la voleva morta da tipo cinque anni e che sembrava fosse persino andata a pregare al Tempio Shintoista perché lei si rompesse il femore il giorno delle danze autunnali della Foglia.
    «M-m-m-ma Ojou-sama!» Gemette con voce strozzata la Kumori, muovendosi nervosamente sul posto. Aveva la bocca secca come polvere mentre parlava. «E'... è solo Atasuke Uchiha! Non state a pensarci troppo!!» Pronunciare quel nome le costò uno sforzo non indifferente.
    […] Quell'infima creatura... erano anni che si metteva sulla strada della sua preziosa Signorina...
    Ah, ma stavolta non lo avrebbe perdonato. No di certo. Lo avrebbe ucciso, piuttosto. Lo avrebbe ucciso davvero, a costo di essere incarcerata.
    Come osava far balzare in mente alla sua Signora che era lei la colpevole di trattare uno straccione come uno straccione?! Ah, gli Dei lo perdonassero...era così stupido. E scialbo. E cosa diavolo era quella giacchetta a fiori che ultimamente indossava?! Faceva bene la sua Padrona a deriderlo, gli avrebbe solo insegnato il suo posto nel mondo, che solo per la di lei pietà non era un porcile!
    Maledetto Uchiha, sudicio anim–...
    «In ogni caso, Ritsuko, ritengo che portare lui dei dolcetti per una delle sue pause non sia un gesto così scandaloso...» Borbottò Shizuka, lanciando un'occhiata alla sua Kumori mentre si incamminava verso le Mura di Konoha. Sapeva che lo avrebbe trovato lì.
    Strinse a sé il sacchetto infiocchettato della Pasticceria Usagi e annuì: aveva preso i mochi alle castagne e alla crema. Lo conosceva bene, sapeva che erano i suoi preferiti. Era sicura che lo avrebbe fatto felice... e così avrebbero fatto pace, già...
    Socchiudendo gli occhi e abbassando il viso sul suo regalo, la Principessa sorrise, felice di quel pensiero. Era ormai una settimana e mezzo che non si parlavano, e adesso era troppo anche per lei.
    «G-gli uomini sono lupi, mia Signora! Chissà cosa potrebbe pensare quell'infame!» Strillò con voce da gallina strozzata Ritsuko Aoki quando vide il sorriso allegro della sua interlocutrice. Un brivido le corse lungo la schiena. «E c-cosa direbbe Raizen Ikigami-sama se vi vedesse fare queste moine?!» Aggiunse, stoccando impietosa.
    «Oh.» Esclamò per tutta risposta Shizuka, fermandosi perplessa un istante mentre la Kumori ghignava trionfante: sapeva sempre cosa dire per indurre in lei il giusto pensiero. Era pur sempre la sua fedele attendente. «Beh senza dubbio Raizen mi deriderebbe molto. Ma cosa c'entra, ora?» Domandò la ragazza, riprendendo a camminare. «Non è un affare di stato, sto solo portando dei biscotti, cosa pensi che possa succedere?»

    «Cosa diavolo sta succedendo?»



    La voce che si sollevò dal niente, gelida come ghiaccio di Genosha, era quella di una donna.
    E non una qualsiasi donna, di questo molti dei presenti al Gate Principale di Konohagakure no Sato, se ne sarebbero subito accorti, con un brivido lungo la schiena.
    Improvvisamente, l'aria parve farsi molto più pesante.
    «S-s-shizuka...» Si strozzò Maruo Arumari, uno dei guardiani del banco d'entrata e uscita del Primo Cancello, sentendo tutto il sangue defluire ai piedi quando vide la Principessa del Fuoco sostare immobile al centro della strada principale del villaggio. In un gesto secco e incoscio si girò di scatto, tanto veloce da sentir il collo scricchiolare, guardò con orrore ciò su cui la nuova arrivata teneva gli occhi, gelida e impietosa, e poi deglutì.
    Di punto in bianco si accorse di star sudando.
    «Maruo!» Cinguettò per tutta risposta l'altra, portandosi una mano al volto e reclinando leggermente la testa di lato, sorridendo nel far scivolare le sue splendidi iridi verdi dal gran spettacolo del suo arrivo ala figura dell'uomo che l'aveva chiamata. «Cosa sta succedendo, qui?» Domandò, iniziando ad avvicinarsi al banco dei registri. Per un attimo il poveretto ebbe come la netta sensazione di essere in procinto di un infarto.
    «Oh, abbiamo una perquisizione in corso, pare che... sai come vanno queste cose, Shizuka... il lavoro di un guardiano è duro...» Mentre pronunciava quelle parole il suo collega, seduto proprio di fianco a lui su una sediolina mezza sgangherata, sospirò sonoramente. Era un ragazzo con il volto bendato e gli occhi color dell'ambra, che dopo un attimo di rassegnata esitazione si alzò con molta flemma, chiuse il registro a cui era addetto, che si mise subito sotto il braccio, si inchinò rispettosamente ad Atasuke, l'Hokage e gli altri presenti, girò i tacchi e se ne andò.
    La spiegazione di quel comportamento, che in molti avrebbero forse definito maleducato, si sarebbe spiegata circa un secondo dopo, quando la Principessa dei Kobayashi fu di fronte alla scrivania dietro la quale egli era seduto fino ad un attimo prima.
    Bella come una bambola di porcellana, con quel suo volto ovale dalla carnagione color pesca incorniciata dai lunghissimi e lisci capelli castani, Shizuka appariva, molto più del solito, splendida. E spaventosa.
    Ma soprattutto, per qualche motivo, terribilmente calma.
    «Hara maa... dunque è così che conducete le perquisizioni qui ai Gate di Konoha?» Domandò dolcemente la Principessa, prendendo tra indice e pollice il registro del suo interlocutore, che sollevò con stizza di fronte ai suoi occhi, guardandolo un poco. Poi sospirò e posò una mano sulla scrivania di fronte a sé. Che un secondo dopo esplose in mille pezzi di fronte alla faccia cadaverica dell'ormai suo unico Guardiano del banco d'ingressi. «Ops, scusa... ho difficoltà a controllare il mio chakra ultimamente. Sai, il lavoro di noi medici è duro, ecco direi che mette a dura prova i nervi. Di continuo. Non puoi immaginare.»
    «Shizuka, pietà, io non c'entro niente stavolta. Te lo posso garantire.» Gemette con voce stridula Maruo. Conosceva abbastanza bene quella ragazza da sapere che non avrebbe esitato a prenderlo per il collo e lanciarlo oltre il Gate per il semplice fatto che non poteva permettersi un comportamento simile verso i veri oggetti della sua ira per una questione di apparenza. E ci sarebbe riuscita. Stava diventando pericolosamente forte, in quell'ultimo periodo. In effetti, anche troppo.
    «Ritsuko.» La giovane ignorò quel commento, preferendo alzare una mano con flemma per schioccare poi le dita. In un attimo la Kumori era già un passo dietro di lei. «Ricompra al corpo dei Guardiani questa scrivania. Anzi, ricompra loro tutte le scrivanie dei loro uffici. E anche gli uffici.» Ordinò, scostandosi una ciocca di capelli dal lungo collo chiaro e infilandosi poi sotto un braccio, in modo meccanicamente freddo, il registro che ancora teneva in mano.
    «Kashikomarimashita.» Rispose subito la Kumori, trattenendo a stento un sorriso nel vedere la polvere di legno che ancora si alzava in piccole volute dal punto della distruzione. Sorriso che non poté però più celare quando la sua Signora si voltò lentamente verso la scena principale di quel lauto banchetto giornaliero.

    «Atasuke.»

    Un sorriso dolce.

    «Raizen.»

    Un altro sorriso.

    «Come sempre così devoti al vostro dovere, vedo.»

    Shizuka Kobayashi si muoveva sempre con grazia, ma senza dubbio, in quel momento, non poté che ostentare un'eleganza rara. Quasi sovrannaturale.
    In effetti, mentre si avvicinava ai due compagni, sembrava più una Mononoke dei boschi, quelle creature delle leggende bellissime e pericolose. Ma era solo un'impressione, quella, perché nemmeno per un istante la ragazza smise di sorridere con gentilezza, tradendo nient'altro che quel sentimento. Chi non la conosceva avrebbe effettivamente potuto pensare di lei solo che fosse la più bella, leggiadra e ben educata fanciulla che avesse mai visto nella vita.
    «Ero qui nei paraggi per puro caso e ho pensato di andare a fare una passeggiata nel boschetto oltre le mura.» Spiegò la Chunin sorridendo ai due shinobi, muovendo gli occhi dall'uno all'altro. «Che sorpresa incontrarci qui, oggi, non è vero?» Chiese, poi cinguettò in una risata adorabile. Miele colante. «E' davvero una bella...» E stringendo il sacchetto di dolci della Pasticceria al petto con violenza tale da accartocciare il pacchettino regalo, la Principessa di Konoha strinse gli occhi. «...coincidenza.» E così dicendo, si girò con lentezza verso la donna semi-nuda da cui né l'uno né l'altro dei suoi compagni schiodava gli occhi.
    Per un lunghissimo istante ci fu il silenzio.
    Immobile al suo posto, Shizuka Kobayashi non disse assolutamente niente, né fece nulla. Un evento più unico che raro, visto il suo carattere. Poi però, improvvisamente, si mosse.
    E si mosse verso la donna mezza nuda.

    [...] Era la fine.
    L'avrebbe spezzata a metà.
    Sicuramente l'avrebbe rispedita con un pugno nel punto del creato in cui era stata rigurgitata, quella sgualdrina.
    Era la fine per Konoha.
    Guerra.
    Infamia.
    Era tutto drammaticamente...

    «Gli uomini non capiscono sovente le esigenze del mondo femminile, Okaku-sama.» Disse la Principessa del Fuoco, togliendosi dalle spalle il suo bel foulard di seta che avvolse con dolcezza attorno al corpo scoperto della straniera. Quel tessuto, leggero e splendido come un artefatto unico, profumava di fiori di loto e magnolie appena colte, come fosse davvero il velo di una Dea dei Boschi. «La via dello Shinobi inasprisce gli animi e rende gli uomini ancor più acerbi di ciò che la natura ha voluto.» Continuò la ragazza, guardando con dolcezza prima la giovane priva di vesti e poi l'altra a cui ella si accompagnava. Sorrise ad entrambe, poi, inaspettatamente, si inchinò. «Sono certa che qualora la vostra persona debba ancora essere perquisita, i miei compagni avranno piacere di farlo presso un luogo più idoneo.» E così dicendo si riportò in eretta postura, trattenendo con due affusolate dita chiare i suoi lunghi capelli, lasciati sciolti sulle spalle. «Benvenute a Konohagakure no Sato, Okaku-sama. E buona permanenza.» E così dicendo, con grazia sopraffina, la ragazza si girò, riprendendo a camminare sui suoi passi.
    Passò accanto a Raizen e Atasuke, ma non si fermò, limitandosi solo a dire a bassa voce qualcosa che sembrava una calda raccomandazione a portare la donna al riparo, poi, austera e gelida come neve, fece per andarsene.
    Nelle mani teneva ancora il sacchetto di dolcetti, ormai accartocciato irrimediabilmente, e nell'altro il registro delle entrate, che stava progressivamente piegando sotto l'inflessione delle dita.

    Erano salvi, pareva.
    A quanto sembrava Shizuka era davvero diventata una donna matura.
     
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  4. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Principessa di sto...~


    Atasuke poteva definirsi compiaciuto nel vedere quanto stava accadendo, ai suoi incitamenti la suddetta Kiyomi sembrò al fine reagire, zittendo lei stessa la domestica ed iniziando finalmente a parlare per suo conto. In fondo era lei a doversi giustificare ed in quel caso a nulla sarebbero valse le parole di una persona terza.

    “Temo che lei mi abbia frainteso…poiché io non ho alcun interesse a risultare cortese agli occhi degli sconosciuti. E se la mia domestica è abituata a parlare in mia vece non è affar suo, mi pare.”

    «Lo è dal momento che voi avete tentato di volare il perimetro del villaggio che io proteggo»


    Atasuke sbuffò appena, nel rispondere a tale irriverente esposizione, ulteriore segno di distacco da quella che poteva definirsi tra le conoscenze più “simili” a quella ricca e viziata studentessa di Oto.

    “Io sono una studentessa accademica di Oto e come le ha già detto Hanako, e lo ripeto, siamo qui per un viaggio di piacere e l’unica arma in nostro possesso era il tessen che abbiamo appena consegnato. Comunque… ”


    Atasuke ascoltò con attenzione, ma non potè evitare un lieve sussulto nel vedere ciò che la studentessa si stava accingendo a fare con tanta noncuranza.

    “…se lei è proprio convinto che io nasconda altre armi sotto i miei vestiti…mi perquisisca pure, non ho problemi.”

    °Non dirmi che sta facendo quello che credo! Ma sembrerebbe proprio di si... Altro che studentessa... °


    Atasuke rimase stranamente indifferente a quanto stava accadendo. Ancora una volta decise di non muoversi di un millimetro. Effettivamente dalla sua posizione poteva osservare con attenzione ed i suoi occhi, forse troppo ligi al dovere, scandagliavano i vari lembi di pelle alla ricerca di armi o quant'altro, concentranfosi maggiormente sulle pieghe dell'abito che la “studentessa” stava lasciando scivolare a terra.
    Sul suo volto si disegnò un lieve ghigno. Se fosse stato decisamente meno gentiluomo si sarebbe subito gettato a capofitto approfittando della situazione, ma il suo codice morale non poteva assolutamente permetterglielo e si limitò a commentare sarcastico.

    «Ora credo proprio di aver capito come volete risultare agl altri. Vedete di rimettervi i vestiti»


    Non ebbe il tempo di aggiungere altro che da lontano giunse una delle sue varie conoscenze di Suna, un tal Shinichi che evidentemente aveva un qualche motivo per trovarsi in quel luogo e per quel che Atasuke ricordava, spesso quel ragazzo era legato a fatti decisamente spiacevoli. Difficile stabilire se era spesso lui a trovarsi nel posto sbagliato al momento giusto o se fosse proprio lui a portare sfiga.
    Ad ogni modo, in quel momento ben poco importava, era un'altra la gatta morta da pelare e di certo non gli serviva l'ironia di Shinichi a complicargli la vita.

    “Si, si. Scusa Kojiro. Perché non parli con quella ragazza la eh, mentre io e Atasuke ce la sbrighiamo tra noi eh? ”

    «Shinichi, non è decisamente ne il caso ne il momento. Piuttosto, che ci fai qui?»


    Tagliò corto, prima di intimare nuovamente la donna a rivestirsi anziché continuare a dare spettacolo come una donnicciola da quattro soldi quale sembrava essere. Alle sue spalle un'altra presenza era però stata attratta come una falena. Una presenza certo meno contenuta e decisamente meno “ferrea” nella sua disciplina o quantomeno non sufficentemente contenuta da evitare di urlare attirando ulteriormente l'attenzione degli astanti.

    “O M M I O D D I O.”

    °Che gli dei mi assistano... Non l'Hokage, fate che il mio udito si sia sbagliato e che quella non è la voce di Raizen!°


    Sfortunatamente gli dei avevano deciso di giocargli un brutto tiro quel giorno.

    “No, no. Non così, con tutto questo freddo la tua Fiamma si spegnerà. Qui a Konoha siamo dell'idea che il Fuoco vada alimentato ”

    °Per gli Dei! Almeno fingi di non provarci gusto a tastarla tutta mentre le tiri su lo yukata!°

    “A Konoha il tempo muta in pochissimi secondi e... Non vorrei prendessi freddo.
    Vorresti continuare la perquisizione in un luogo più… appropriato? ”


    °Non ditemi che ora se la porta via... Di questo passo rischiamo di finire noi nei casini per un tentato stupro, maledizione! Quel deficente dell'Hokage!°


    Il suo sorriso mutò in una smorfia nell'osservare quella scena, ma ancor più nel sentire la pressione della mano dell'Hokage anche sulla sua spalla.
    Evidentemente un'altro clone aveva fatto la sua comparsa e per fortuna era il clone di Atasuke a pagarne lo scotto mentre lui se ne restava attentamente appollaiato ad osservare la scena lasciando il suo doppio ad operare.
    Come se la situazione non fosse già sufficentemente tesa, entrò in scena anche Shizuka a chiudere quel perfetto quadretto di assurdità, palesandosi con ostentata gentilezza, anche se non era decisamente difficile intuire che sotto sotto avrebbe preferito fare un macello in quel luogo.
    Ella si avvicinò alla donna, ancora semi nuda, interrompendo per un'istante quella serie di eventi decisamente agitata e decisamente poco piacevole, specialmente per Atasuke che si trovava a dover gestire un problema decisamente grosso. Da un lato Shizuka che evidentemente si stava trattenendo appena, dall'altro una zoccola di bassa lega che si era spogliata nel pieno passaggio del gate, da un'altro fronte ancora l'Hokage che sembrava ben intenzionato a palpeggiare ancora la donna ed infine Shinichi, sbucato dal nulla senza apparente motivo. Dall'alto della sua posizione non potè fare altro che sospirare. Quella volta Sougo avrebbe pagato, e parecchio anche.
    Per sua fortuna Shizuka non sembrò aggiungere ulteriormente danni, limitandosi a mettere il suo foulard di seta alla semi-nuda ragazza, sorrise alle due e diede loro il benvenuto, prima di voltarsi andandosene passando oltre Atasuke e l'Hokage, intenti ad osservare la scena. L'uno per fare il suo dovere, l'altro per sbavare sulle nudità della ragazza.

    “Shhhht, tutto apposto. O si diverte lui, o ti diverti tu con quello che gli succederà. ”

    «Non credo affatto. Ti sta colando del sangue dal naso. Fai almeno finta di contenerti.»

    “Se intanto gradisci possiamo andare ad occuparci dei rapporti settimanali.”

    «Vedi piuttosto di smetterla di sbavare, stai facendo fare una pessima figura all'intero villaggio. O ti sei forse scordato del ruolo che ricopri?»


    Lo rimbrottò l'Uchiha con un tono velatamente alterato da quanto stava accadendo, poco prima di vedere con quale velocità l'originale iniziò a fuggire, cercando di portarsi via la ragazza all'incirca rivestita.

    °Brutto idiota!°

    «Vedi piuttosto da ritornare dal tuo originale con l'informazione: La troietta arriva da Oto e stava cercando di entrare sfruttando il suo fascino passando con delle armi con se. Non proverò nemmeno a fermarti, voglio provare a credere che tu lo faccia con qualche scopo, ma vedi almeno di non vanificare il mio operato nell'averla bloccata»


    Sibilò rabbioso verso il clone stando bene attento che nessuno oltre al colosso potesse udire quelle parola, sperando che almeno questi avesse sufficente senso dell'onore da riportare l'informazione piuttosto che restare al gate per leggere una pila di documenti già pronta e che non sarebbe fuggita da nessuna parte, ne avrebbe potuto anche solo lontanamente attentare al villaggio.
    A quel punto non gli restava altro, se non intervenire direttamente nella situazione. Non poteva fermare il colosso, o almeno ben sapeva che a nulla sarebbero valsi i suoi sforzi a quel punto, tuttavia, poteva quantomeno cercare di riguadagnare il controllo della situazione.
    Balzò dalla sua posizione celata, atterrando alle spalle della povera accompagnatrice, ritrovatasi ormai sola.

    «Perdonate, non potevo immaginare una cosa simile, prego, seguite il ragazzo, vi condurrà in un ufficio, almeno potrete restare al caldo finccè non recuperiamo la vostra compagna»


    Nello stesso tempo, il clone stava ascoltando, o meglio ignorando le parole di Shinichi che ancora non si era reso conto di quanto stesse accadendo alle sue spalle.

    «Shinichi, perdonami, ma devo farti attendere, come puoi notare la situazione si è fatta decisamente insostenibile, segui il mio clone, ti condurrà nel mio ufficio e potrete discutere di quanto necessario. Intanto io ho una cosa decisamente importante da fare»


    Aggiunse Atasuke, rispondendo personalmente alle questioni del Sunese dopo che la compagna di Kiyomi venne condotta in uno dei vari uffici, concedendosi un'occhiataccia al clone dell'Hokage, ancora non ritornato dal suo originale, sottolineando quello che era il messaggio per lui: "Vedi di riportarla subito qui senza fare altre stronzate". Questo avrebbe voluto dirgli a voce, tuttavia il suo sguardo era decisamente più palese e conscio di chiò che Shizuka avrebbe potuto fare vedendo quel rapimento, sapeva bene quanto il clone del Colosso che le sue azioni difficilmente sarebbero passate in sordina in quell'occasione...
     
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    Controllo al monco

    Post Secondo - L'ufficio di Atasuke



    «Shinichi, perdonami, ma devo farti attendere, come puoi notare la situazione si è fatta decisamente insostenibile, segui il mio clone, ti condurrà nel mio ufficio e potrete discutere di quanto necessario. Intanto io ho una cosa decisamente importante da fare»

    Tranquillo. Il tempo di chiamare Kojiro e arrivo. Ehi, Kojiro! Dobbiamo andare in ufficio. Fatti dire dove stanno che le andiamo a trovare se vuoi, tanto di sti tempi non c'è mai niente da fare a casa.

    Il che era effettivamente vero dato che stavano aspettando che arrivasse una nave a prendere un carico.

    Seguimmo Atasuke nel suo ufficio, dove io e Kojiro ci saremmo seduti dalla parte opposta rispetto all'Uchiha.

    Eccoti qua le nostre armi intanto. Mi ha detto Shu che sei un po' schizzinoso su sta cosa, quindi ti ho messo qua tutto.

    Shinichi-sama. Non si sento per niente sicuro dentro ad un altro villaggio disarmato.

    Kojiro, ti potrei creare una katana non appena entrati a Konoha. Io lo so, tu lo sai, Atasuke lo sa. Per cui rilassati, a meno che l'Hokage non sia bisessuale non hai nulla di cui preoccuparti... Non è bisessuale vero? No perché se rapisce vittime sacrificali al gate io un po' inizio a preoccuparmi eh...

    Avrei concluso rivolto al clone di Atasuke.

    Comunque sono qui perché Kojiro si è fatto male in un piccolo incidente e da allora ha qualche piccolo problema. Meglio se gli mostri le cicatrici prima che ti tocchi spogliarti.

    Come? Questa... guardia, mi farebbe denudare come quella ragazza?

    Nah... Se c'è una cosa che puoi dire di Atasuke è che il suo senso del dovere supera la libido. Servirebbero più shinobi come lui, seriamente. Almeno non si rischierebbe un incidente diplomatico con... da dov'è che aveva detto di venire? Perché per me quella viene da Oto. Avrei considerato anche Otafuku, ma quelle di solito non le fermate al gate vero?

    Kojiro avrebbe quindi sollevato le maniche del Kimono, mostrando due cicatrici perfettamente circolari che contornavano le sue braccia poco sopra il gomito.

    Comunque visto che devo andare all'ospedale per fargli dare un'occhiata non è che nel frattempo hai qualche caso per me? Chessò, un omicidio, un furto... lasciamo stare gli stupri però, eh?

    Una breve pausa, sospirando ripensando a quanto in basso doveva essere caduto il paese del fuoco per ritrovarsi un potenziale stupratore come Hokage.

    Piuttosto, conosci qualche medico decente che possa aiutare Kojiro?

    Dopo le eventuali ulteriori domande di Atasuke, col suo permesso, mi sarei diretto verso l'interno del villaggio di Konoha, direzione ospedale. Prima però sarei ripassato di nuovo dal gate, giusto per vedere se stava succedendo qualcos'altro di divertente.
     
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    Arrivo al villaggio - 5


    Parlato Kiyomi
    Parlato Hanako
    Parlato Atasuke
    Parlato Shinichi

    Kiyomi era lì, che mostrava i suoi splendidi seni al guardiano, che al contrario delle sue parole sembrava essere rimasto piuttosto contento dalla scena, soddisfacendo lo smisurato ego della ragazza. Il risultato sperato lo aveva ottenuto, ma prima che se ne potesse conto, altre 2 persone giunsero al cancello principale delle mura, osservando la scena e salutando il tetro guardiano come un vecchio amico, sminuendo così il rigido comportamento tenuto fino a quel momento da quest'ultimo davanti alle 2 ragazze di Oto. La situazione si dimostrò piuttosto spiacevole per Kiyomi, non tanto perché ci fosse altra gente a guardarla, ma per il fatto che il ragazzo appena arrivato si fosse limitato ad una squallida battuta piuttosto che rimanere estasiato dalla visione, facendola passare in secondo piano.
    A quel punto si sarebbe anche rivestita, ma un altro paio di mani le si piazzarono davanti, insieme ad un energumeno abnorme che si materializzò davanti a loro, intimorendo ancora una volte le giovani donne. Da parte loro, eccetto la sorpresa, non sembrò un tipo ostile, ascoltando la sua suadente voce mentre le sussurrava di trasferirsi in un luogo più tranquillo e rimettendole a posto personalmente lo yukata sotto gli occhi per niente sbalorditi degli altri presenti. Ma dall'altra parte, il suo tono di voce faceva intuire perfettamente a quale tipo di "tranquillità" si stesse riferendo, facendo capire a tutti le sue intenzioni. Un'altra ragazza giunse sul posto pochi istanti dopo, sorridendo a quelli che sembravano suoi amici stretti e tentando di dare a Kiyomi il suo foulard con l'intento di coprirla ulteriormente, non prima di essersi scusata per l'accaduto. Gesto praticamente inutile, dato che prima che avesse il tempo di completare quell'azione, il gigantesco individuo strinse a sè la bella otese, sparendo poi nel nulla con la ragazza e lasciando al vento il pregiato foulard.

    [Kiyomi]


    Prima che se ne potesse rendere conto, la ragazza si ritrovò in qualche modo all'interno del villaggio, sempre stretta al suo "rapitore" che non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare. Ma come...?! Non ebbe il tempo di finire la frase che già si erano catapultati ancora una volta in un punto del villaggio. Uuh!!

    [Hanako]


    La povera giovane vide volatilizzarsi sotto i suoi stessi occhi la sua padrona, ritrovandola con lo sguardo poco più lontana, solo per poi vederla nuovamente sparire una volta per tutte. SIGNORINA!! Oh, maledizione, ci risiamo! In quel momento si voltò furiosa verso la gelida guardia che era ancora lì ad assistere impotente alla scena, ritenendolo colpevole di tutto l'accaduto. Adesso capisce perché porta sempre con sè il suo tessen? Le garantisco che non è la prima volta che succede una cosa del genere. Ebbe appena il tempo di terminare la frase, che un altro individuo del tutto identico al cupo guardiano, spaventando per l'ennesima volta l'esasperata domestica.
    Ma santo cielo, in questo villaggio vi moltiplicate come funghi. Perdonate, non potevo immaginare una cosa simile, prego, seguite il ragazzo, vi condurrà in un ufficio, almeno potrete restare al caldo finccè non recuperiamo la vostra compagna. Alla povera Hanako non restava che rassegnarsi, tirando un lungo sospiro e chiudendo finalmente quel dannato ombrellino, dato che non c'era più la sua fastidiosa padrona a volere un po' d'ombra. La ringrazio dell'invito, ma fa già abbastanza caldo qui fuori. Non vedo perchè dovrei chiudermi in una stanza, a meno che non abbia anche lei dei secondi fini. Gli disse, lanciandogli uno sguardo accusatorio non indifferente e voltandosi successivamente verso il ragazzo forestiero che era stato impegnato a parlare con la copia/originale guardiano, ignorando la sua precedente provocazione.
    E tu? Come ti chiami? Hai ancora voglia di entrare a Konoha? Se ti va puoi passare all'ospedale con noi mentre attendiamo la fine della "perquisizione" Hanako gli rispose con un tono completamente diverso da quello a cui era abituata ad usare, sembrando addirittura molto rilassata e con un piccolo sorriso sul volto. Sta scherzando? La mia padrona non c'è ed io ho i suoi soldi, faccia 2 +2. Ormai mi sembra abbastanza ovvio che io non abbia armi, quindi, con il vostro permesso, vado a comprarmi dei vestiti nuovi. Anzi, al diavolo, voglio proprio andarmi a bere una buona birra. Quando la trovate fatemi un fischio, sarò probabilmente in una taverna. Ossequi. E detto ciò, si sarebbe diretta verso l'interno del villaggio, se nessuno l'avesse fermata, sotto lo sguardo probabilmente shockato dei presenti.
     
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    Fu il clone ad occuparsi delle reazioni dei presenti, rispondendo con la gentilezza di chi era impegnato in qualcosa di piacevole.

    Shinichi hai detto vero?
    La firmerò con piacere, sperò tu sia un bravo fotografo, le malelingue non impiegano molto a dire che sono poco curato, ma in realtà il mio è un disordine del tutto voluto, trasandato.
    Hai presente no?
    Riguardo la musica è semplicemente la mia preferita, non so se ti hanno informato ma me la cavo pure a cantarla.


    E, per quanto potessero percepire attraverso i sensi era vero, l’Hokage non puzzava di certo, ma con Atasuke tutto infiocchettato accanto queste cose era sempre meglio farle presenti.

    Shizuka cara, qual buon vento?

    Disse poco dopo con un sorriso eccessivamente pronunciato che gli faceva chiudere gli occhi.

    Atasuke, non ho mai sofferto di epistassi, tantomeno in queste situazioni, posso capire che a te il sangue ti affluisca al naso, ma a me in questi casi va da tutt’altra parte.
    Anche perché penso che un naso con un erezione sarebbe alquanto sgradevole.


    Aggiunse a mezza voce.

    Per l’otese non preoccuparti, poco importa delle motivazioni e delle armi, sarà perquisita fin troppo bene temo.
    Ah, Shinichi.
    L’unico ospedale delle terre ninja ha un prezzo, cerchiamo di non dimenticarcene eh.
    Altrimenti un po’ di finissima sabbia sulle ferite e tutti a casa!


    Tono ironico, ma molto probabilmente serio.

    [Kiyomi]

    Raizen Ikigami, l’Hokage ti mostra una delle tecniche più strabilianti delle terre ninja…
    E tu per tutta risposta a malapena un “uuh”
    Accidenti.


    Snocciolò con sufficienza.

    E io che pensavo ad un po’ di professionalità.

    Aggiunse con una nota di delusione.
    Erano arrivati dietro le mura che di fatto ora li schermavano dal resto dei partecipanti, nascondendoli alla loro vista.
     
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    Dietro le mura


    Parlato Kiyomi
    Pensato Kiyomi
    Parlato Raizen

    L’arrivo al villaggio non fu proprio come se l’era immaginato, sconvolgendo completamente i suoi piani e venendo rapita da un colosso albino e trascinata chissà dove. Era capitato già un altro paio di volte che qualcuno fosse rimasto colpito dal suo fascino e avesse tentato di approfittare di lei, ma in quelle occasioni aveva sempre avuto il suo tessen per difendersi, cosa che in quel momento, per colpa di quello scrupolo guardiano, non aveva. Dopo essere rimasta per un paio di istanti sotto shock per l’improvviso trasferimento in un altro luogo, decise finalmente di svincolarsi dalla presa che il gigante aveva su di lei, staccandosi di dosso la sua grossa mano che ancora la cingeva alla vita. Lasciami, toglimi le mani di dosso! Dopo essersi allontanata di un paio di passi per riprendere fiato, si voltò verso di lui, guardandolo in cagnesco per cercare di capire le sue intenzioni.
    Raizen Ikigami, l’Hokage ti mostra una delle tecniche più strabilianti delle terre ninja…
    E tu per tutta risposta a malapena un “uuh”
    Accidenti. … E io che pensavo ad un po’ di professionalità.
    Non mi interessa chi sei, chi ti dà il permesso di … eh? Rispose talmente rapidamente che solo dopo qualche istante riuscì ad elaborare che l’uomo che aveva davanti fosse proprio l’hokage in persona. Rimase letteralmente senza parole per qualche istante, totalmente allibita al pensiero di trovarsi difronte all’uomo più importante del villaggio della Foglia e non sapendo come reagire alla situazione, finché cominciò ad elaborare che forse avrebbe potuto sfruttare la situazione a proprio vantaggio. Gigante infoiato = Hokage … ma se Hokage = Informazioni top secret … Io + Hokage infoiato = Immortalità In un istante cambiò completamente espressione, passando da uno sguardo irritato per la situazione ad un viso innocente ed arrossito.
    Oh, Hokage–sama, quale onore. Sono terribilmente dispiaciuta per averle parlato in quel modo, io non avevo idea di chi foste. Devo aver completamente frainteso il suo comportamento di poco fa, credevo che foste un delinquente qualsiasi che aveva voglia di approfittarsi di una povera ragazza indifesa. Gli disse con un sorrisetto innocente (ovviamente falso), facendo un inchino per rispetto alla sua autorità e alludendo di non aver capito le sue vere intenzioni per non comprometterlo. Comunque lei è stato fenomenale, le garantisco che non avevo mai visto una tecnica tanto strabiliante, è solo che sono rimasta un tantino sorpresa.
    Non aveva certo intenzione di lasciarsi sfuggire un occasione del genere: finalmente era riuscita ad avvicinarsi ad un’alta autorità di un villaggio e quest’ultimo sembrava anche piuttosto interessata a lei, quindi sfoderò tutte le sue arti seducenti per apparire più ammaliante possibile. Cominciò con l’avvicinarsi lentamente verso di lui, con una voce suadente ed un sorrisetto innocente. Raizen… che nome virile ed esotico. Devo dire che lei è proprio un uomo affascinante. Disse, mentre intanto lasciò scivolare “distrattamente” un lato del suo vestito, in modo da lasciare scoperta la spalla sinistra, mentre appoggiò la destra sul fianco. E io? Non trova che anche io sia … molto bella? A quel punto si trovava vicinissima a lui, arrivando a sfiorargli una mano con la sua e cambiando espressione, divenendo improvvisamente molto triste e quasi con le lacrime agli occhi. Purtroppo, ho un cruccio che proprio non riesco a togliermi dalla testa: ormai non sono più una ragazza e molto presto il mio splendido corpo comincerà a sfiorire. Non crede anche lei che sarebbe proprio un peccato? Disse con tono sempre più apparentemente disperato e cominciando ad accarezzare il braccio dell’ hokage con una mano. Se solo ci fosse un modo per poter preservare questa bellezza per sempre. Io farei qualsiasi cosa se solo fosse possibile… Guardandolo dritto negli occhi con il suo sguardo profondo ed appoggiando il suo prominente seno contro il suo addome. …qualsiasi.
     
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    FATALITY

    Never make a decision when you are upset, sad, jealous or in love.




    «Cosa stai facendo?»
    «Salvo la situazione.»
    «Ah.»
    «Già.»


    Ritsuko Aoki era ferma di fronte alla Principessa del Fuoco e la fissava seriamente... mentre teneva le sue mani aperte sugli occhi della sua Signora, la quale, per contro, rimaneva ferma. Anzi, immobile.
    Le mani di lei, però, tremavano.

    «Ho già visto tutto, Ritsuko.» Osservò dopo un attimo la Chunin, sorridendo sardonica.
    «No, Ojou-sama.» Rispose prontamente la kumori. «Vi sbagliate. Non avete visto niente.»
    «Lasciami.»
    Ordinò l'altra, sibilante. «Fammi fare ciò che è giusto.»
    «Non costringetemi a farvi volare fino a casa, Signorina.» La supplicò la guardiana... come se fosse davvero in grado di riuscirvi.
    «L'unica cosa che volerà sarà la porta del Gate Principale. Verso l'amministrazione. A grande velocità.» Replicò la Principessa, poi però sentì improvvisamente che le braccia di chi le bloccava la vista si muovevano un poco. Esitò, perplessa: che stava facendo, ora, quella pazza donna?!
    La risposta arrivò un istante dopo.

    “Shizuka cara, qual buon vento?”



    Quella voce la fece congelare come un pezzo di ghiaccio e quando scansò con un ceffone le mani della sua amica, si rese conto che il tentennamento della stessa era dovuta al cenno di diniego che ella stava continuando a perpetrare, scuotendo la testa a destra e a sinistra con foga.
    Il messaggio che sembrava mandare l'Aoki sarebbe stato chiaro persino ad un idiota: “non ora, non è il caso”...
    ...Ma Raizen Ikigami non aveva mai brillato per la sua intelligenza in quel genere di cose.

    «Oh, Raizen, caro.» Rispose prontamente la Principessa, voltandosi verso il Clone dell'Hokage. I suoi lunghi capelli castani ondeggiarono mentre si voltava, e lei sorrise con dolcezza, reclinando leggermente la testa di lato. «Sono felice di incontrarti, tutto bene?» Cinguettò, avvicinandosi a piccoli passettini all'uomo. Nella mano stringeva ancora il sacchetto di dolci, ormai divenuti pappa, della Pasticceria Usagi. «Ma certo che stai bene, come potresti stare male?» Chiese, ironica. «Per favore, manda questo messaggio al tuo originale.» Supplicò, mentre metteva il sacchetto di dolci spappolati tra le mani del Clone e poi apriva la sua borsetta. Sembrò cercare qualcosa, passando le dita qui e là, poi annuì. «“Tocca quella cagna con un solo dito, e farò in modo di disinfettare il tuo corpo con il fuoco e le fiamme, giacché i malanni che trarrai nel giacere con un simile rifiuto saranno peggiori di quelli che potresti ottenere possedendo la peggior maiala di Kumo. Ti avverto, ovviamente, non perché mi fai vomitare, ma perché una donna di quel calibro potrebbe tornare tra qualche mese pretendendo da te responsabilità. E visto il grado della sua famiglia e il suo Villaggio di appartenenza, rischiamo una crisi diplomatica.”» E così dicendo tirò fuori dalla sua borsa un taccuino degli appunti, che porse al Clone. «E' la reputazione del MIO Villaggio che è in ballo, animale schifoso. Rifiuto obsoleto. Qualcosa che ovviamente a te non sembra interessare.» Per un attimo parve in procinto di vomitare, ma lasciò subito perdere, sorridendo sbrigativamente. «I miei appunti, in merito a quanto richiestomi circa l'ospedale. Buon proseguimento e addio per sempre.» E così dicendo, si girò, poi, furiosa, accelerò verso la strada principale, afferrando Ritsuko per una della maniche del kimono e trascinandola via con sé, furente.

    Qualora il clone avesse aperto il suo taccuino, controllando il materiale ospedaliero che avrebbe dovuto ricevere solo il giorno successivo, dentro questo ci avrebbe trovato nient'altro che una cartabomba a detonazione che stava già scoccando il suo -1 …
    Terribile, davvero terribile ripicca.
    Peggiore di quando la principessa, sbattendo un piede in terra nel digrignare i denti ferocemente, fece eruttare il terreno in due obelischi di pietra appuntiti mentre continuava ad allontanarsi molto velocemente dal Gate. Sembrava fuori di sé dalla rabbia.
    «STUPIDO ATASUKE.» Aggiunse allora, ancora più furiosa. Non che il povero Uchiha avesse fatto niente, ma pareva sempre che la Principessa dei Kobayashi gli riconoscesse qualche colpa, in quel caso forse essersi soffermato a guardare il corpo nudo di quella puttana. Perché non aveva distolto gli occhi? Doveva morire.
    Era livida di rabbia mentre camminava. Paonazza e tremante.
    «UOMINI. VOGLIONO SOLO UNA COSA.» Urlò, tremante. Evidentemente era quella la conclusione a cui era arrivata.
    «Tutti lupi.» Acconsentì Ritsuko, mancando dei passi nell'essere trascinata con quella foga.
    «CON ME HAI CHIUSO.» Strillò la Chunin, probabilmente rivolta ancora ad Atasuke, alzando poi un pugno che fece per battere sul primo edificio accanto al quale camminava, cosa in cui sarebbe senz'altro riuscita se la Kumori degli Aoki, trasalendo, non le avesse fermato il braccio. «AVETE CHIUSO.» Puntualizzò, cominciando a perdere chakra dalla punta delle dita con uno scoppiettio continuo e assolutamente fuori controllo.
    Non aveva mai pensato che i due fossero casti e puri. Supponeva che entrambi, senz'altro molto belli e per altro di una certa nota popolarità, giacessero spesso con donne sempre diverse... non che la cosa la infastidisse, non li possedeva ed erano liberi di fare ciò che volevano, del resto anche lei non era l'ultima arrivata. Ma ecco, un conto era saperlo tacitamente. Un conto era trovarli a guardare capezzoli ammiccanti che sfarfallavano dal corpo (alto, magro e perfetto) di una stronza straniera.
    Ecco.

    Shizuka Kobayashi era la più potente, famosa e ambita Principessa delle Terre del Fuoco.
    Bramata da molti giovani rampolli, era celebre soprattutto per la sua eleganza, cortesia e intelligenza. Ma soprattutto, per il suo impeccabile controllo e le sue invidiabili doti da Yamato Nadeshiko.
     
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  10. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Furia Uchiha~


    Prima di uscire di scena, il clone di Atasuke ascoltò non poco stizzito la risposta del clone dell'Hokage, volgare, ovviamente come il suo originale e non meno sbruffone dello stesso, cosa che non fece altro se non far salire ulteriormente la furia dell'Uchiha che di li a poco avrebbe anche dovuto incontrare Sougo, l'uomo causa di tutto quel male che aveva ben pensato di mettersi a dormire anziché fare il suo dovere, delegando un'inetto ed un ragazzino.

    “Atasuke, non ho mai sofferto di epistassi, tantomeno in queste situazioni, posso capire che a te il sangue ti affluisca al naso, ma a me in questi casi va da tutt’altra parte.
    Anche perché penso che un naso con un erezione sarebbe alquanto sgradevole.”


    «Preferisci forse che sottolinei quanto sembri l'ultimo dei cazzoni in questa scena? Non ti lamentare poi che ti ho mancato di rispetto nel dirti le cose, cercavo di fartelo notare con un minimo di tatto come si converrebbe. Ma sembra che tu ti sia dimenticato, anzi, te ne stia fregando altamente di quanto ti dissi»


    Sibilò rabbioso in risposta all'Hokage, cercando ancora una volta di non farsi udire dagli altri.

    “Adesso capisce perché porta sempre con sè il suo tessen? Le garantisco che non è la prima volta che succede una cosa del genere.”

    «Volete forse farmi credere che è sua usanza spogliarsi in mezzo alla piazza!?»


    Ringhiò il clone verso la donna, chiedendosi che cosa avessero quelle due nel cervello oltre a finissima crusca di bassa qualità appena masticata e sputata dall'ultima delle cavalcature.

    «Ci credo poi che la troia si fa rapire... Non voglio nemmeno immaginare come quella prova ad occupare il suo tempo libero di solito...»


    Si sitrovò a sibilare tra se a denti stretti, allontanandosi e lasciando correre il resto, ormai in mano al suo originale, per allontanarsi dalla scena con i due sunesi.

    [...]


    Il suo clone aveva assistito a tutta la prima parte di quella vicenda, mentre ora, per sua fortuna se l'era scampata andando nel suo ufficio assieme ai due sunesi, mentre a lui toccò rimanere sul posto a vedere come le cose continuavano a precipitare.

    “La ringrazio dell'invito, ma fa già abbastanza caldo qui fuori. Non vedo perchè dovrei chiudermi in una stanza, a meno che non abbia anche lei dei secondi fini.”


    A quella frase Atasuke si limitò a sgranare gli occhi e con appena una folata di vento estrasse la sua katana con una velocità inaudita, almeno per l'accompagnatrice e fermò la sua fredda lama giusto a contatto con la pelle della donna senza tagliarla, facendole sentire il gelo della lama, mentre la furia nei suoi occhi non accettava quella assurda forma di insinuazione.

    «Vi invito a non azzardarvi nemmeno per sogno di permettervi certe licenze. Voglio ricordarvi che al momento siete accusate di aver cercato di violare il gate con delle armi ed entrambe siete sotto accusa. Inoltre la vostra “padrona” attualmente è accusabile di atti osceni in luogo pubblico per la sua più che totale mancanza di decoro. Spero non vogliate costringermi ad aggiungere insulti a pubblico ufficiale nella lista a vostro carico!»


    Concluse con furente determinazione, mentre a stento cercava di mantenere un tono quantomeno equilibrato nei confronti della visitatrice.

    «Ed ora, voi seguirete il mio sottoposto che vi scorterà in un ufficio dove una guardiana procederà con la vostra perquisizione, come da manuale e come sarebbe accaduto alla vostra...»

    °...Amica troia di basso borgo...°


    Si fermò per un'istante, come a voler cercare le parole, anche se in quella situazione sapeva bene cosa avrebbe voluto dire. Discorso a parte era su quanto avrebbe potuto dire.

    «... Disinibita compagna di viaggio, se solo non avesse avuto la brillante idea di spogliarsi in mezzo alla via come la peggiore delle prostitute! Sono stato sufficentemente chiaro!?»


    Non avrebbe aggiunto null'altro in merito a quel punto. Abbassò semplicemente la lama quando vide che la donna non si sarebbe opposta, lasciando che venisse condotta da uno dei guardiani nell'ufficio per le perquisizioni.
    Solo alla fine, se non fossero state rilevate armi, l'avrebbero lasciata proseguire oltre, lasciandola definitivamente entrare nel villaggio. Se invece avessero trovato una qualsiasi cosa o se ella si fosse rifiutata, l'avrebbero condotta senza problemi all'interno delle prigioni per schiarirsi le idee su come poteva o doveva comportarsi a casa d'altri.
    Davanti a lui, intanto, mentre il clone si allontanava, Shizuka stava riempiendo, a ragon veduta, il clone dell'Hokahe di insulti, insulti che Atasuke non potè che apprezzare, sorridendo quasi divertito alla vista di quella sfuriata, sfuriata che terminò con la detonazione di una cartabomba e con shizuka, visibilmente alterata che si dirigeva da qualche parte all'interno del villaggio.

    «Shizuka!»


    Urlò dietro alla giovane, nella vana speranza che si fermasse, ma ella non esitò e continuò a correre senza dare risposte.

    “Atasuke sama! Sono tornato e Sougo è nel suo ufficio”

    «Ottimo lavoro Yamazaki. Ora allerta il resto dei guardiani e fai chiamare Isao, qualcuno deve prendere il posto di Sougo per oggi e dovremo riorganizzare i turni per un po... Il Capitano della seconda divisione sta per finire nuovamente in infortunio»


    Sibilò l'Uchiha, senza aggiungere null'altro alle sue parole. Rinfoderò la sua arma scosse il mantello e si mise in marcia verso l'ufficio, fortunatamente isolato dall'esterno, in modo che le urla del sottoposto non potessero uscirne, se non risuonare negli uffici adiacenti, cosa a cui gli altri gaurdiani erano abituati.
    Alla fine di tutta quella storia, il conteggio dei danni nel complesso era elevato, anche se la maggior parte dei danni era a livello politico e diplomatico del villaggio, piuttosto che a livello di edifici e materiale.

    […]

    ~Questioni d'Ufficio~


    L'allievo di Shu seguì il clone di Atasuke senza fare alcuna storia, accondiscendendo, a ragion veduta, alla sua richiesta. In quell'istante, si poteva dire che si trovava piacevolmente sorpreso nel vedere che qualcosa alla fine della storia stava andando come aveva progettato. Gli urtava invece il sistema nervoso sapere che era un Sunese, piuttosto che un suo compaesano a non dargli problemi. Lasciano poi correre su “quale” compaesano in particolare continuava a creargli problemi, anche se questa volta stava creando problemi molto più grossi del previsto e dannatamente sotto gli occhi di tutti. Solo lungo il tragitto osò pensare tra se con quale cazzata avrebbe poi giustificato quel suo “giusto modo di agire” davanti alla massa che “sicuramente avrebbe apprezzato i risultati”. A stento evitò di vomitare nel ripensare alla serie di buffonate che gli aveva sparato in faccia tempo addietro proprio su quell'argomento.
    Giunti nell'ufficio, Atasuke fece cenno ai due di accomodarsi sulle due semplici sedie in legno mentre lui girava attorno alla scrivania, andandosi ad accomodare al suo posto sulla sua poltrona da ufficio.

    “Eccoti qua le nostre armi intanto. Mi ha detto Shu che sei un po' schizzinoso su sta cosa, quindi ti ho messo qua tutto. ”

    «Più che schizzinoso, ci tengo alla sicurezza del mio villaggio... E mi risulta sia cosa comune disarmare i visitatori, o forse a Suna avete altre usanze?»


    Sorrise, ricordando quanto accadde tempo addietro con Shu al gate che si rifiutava di depositare i suoi rotoli.
    Non diede poi peso eccessivo alla battuta di Shinichi, come non diede troppo peso alle capacità del kurogane. In effetti quello era un punto fondamentale che non poteva ancora essere risolto. Un qualsiasi shinobi di medio-alto livello non aveva necessità di alcuna arma con se per essere pericoloso, tuttavia almeno togliendo ogni arma ai visitatori si poteva annullare la stragrande maggioranza di problemi e quantomeno limitare gli avversari di alto livello, costringendoli a consumare più chakra ed energie.

    «Non preoccupatevo per le armi, le farò sigillare in un rotolo e potrete recuperarle alla vostra uscita dal villaggio. Fino a quel momento fidatevi di me e della protezione dei miei guardiani. Da quando ho il comando non accetto insubordinazioni e potrei quasi vantari del fatto che il villaggio non è mai stato così sicuro... Per quanto riguarda l'Hokage invece... Gentilmente vi chiederei di dimenticare la cosa»


    Lasciò cadere per un'attimo il suo sorriso, lasciando posto ad uno sguardo che non ammetteva repliche a quella richiesta. Era palese per tutti quanto quella storia fosse un problema non da poco per il villaggio ed Atasuke, come era nei suoi interessi, non si sarebbe fatto problemi nel difendere il villaggio, nome dello stesso incluso. Discorso invece a parte per l'uomo che era stato posto alla guida dello stesso...

    “Nah... Se c'è una cosa che puoi dire di Atasuke è che il suo senso del dovere supera la libido. Servirebbero più shinobi come lui, seriamente. Almeno non si rischierebbe un incidente diplomatico con... da dov'è che aveva detto di venire? Perché per me quella viene da Oto. Avrei considerato anche Otafuku, ma quelle di solito non le fermate al gate vero? ”

    «Si, arrivano da Oto, per quanto la cosa possa interessarvi. Ad ogni modo ti ringrazio per i complimenti, faccio solo il mio dovere. E no, ultimamente fermiamo chiunque entri nel villaggio, specialmente se trasporta con se armi o possa rappresentare una possibile minaccia, ma non mi pare il caso di dirti altro. In fondo non sono questioni che ti riguardano»


    Sorrise sornione, lasciando pienamente intendere che non avrebbe svelato altro in merito ai controlli, specialmente eventuali informazioni utili ad evitarli, sempre che vi fosse un modo.
    Per quanto Atasuke si fidasse si Shu o del suo allievo, sapeva che un'informazione data poteva essere anche estrapolata dal giovane sunese, anche se questi fosse stato ben intenzionato a tenerla nascosta.

    “Comunque visto che devo andare all'ospedale per fargli dare un'occhiata non è che nel frattempo hai qualche caso per me? Chessò, un omicidio, un furto... lasciamo stare gli stupri però, eh? ”

    «Come ti ho detto ultimamente il villaggio non è mai stato più al sicuro e ne consegue che per ora non abbiamo reati all'interno del villaggio su cui indagare, mentre le questioni esterne sono al momento tutte sotto controllo. Quindi mi spiace, ma non ho nulla per te nell'attesa che il tuo amico riceva le sue cure.»


    Ascoltò poi la domanda successiva ed a stento trattenne una risata. L'unico medico che poteva effettivamente consigliargli era la stessa donna che poco prima era arrivata al gate e per poco non faceva una carneficina.

    «Se devo essere onesto... conosco solo una persona... Una dottoressa... Shizuka Kobayashi... Ed hai avuto il piacere di incontrarla poco fa...»


    Sorrise, alzandosi dalla scrivania, prendendo con se le armi dei due sunesi

    «Lasciate solo che risolva un'attimo questa faccenda al gate e vi accompagnerò personalmente. Intanto gradite qualcosa da bere nell'attesa? Daisuke fa un'ottimo the, se volete ve ne faccio portare una tazza»


    Disse, avvicinandosi alla porta che aprì chiamando a se uno dei guardiani a cui consegnò le armi ed eventuali richieste dei due ospiti.

    «Ora, se volete scusarmi, sono obbligato a ritornare fuori. Se intanto volete mettervi comodi, a breve giungerà un mio sottoposto. Appena potrò tornerò a prendervi e vi porterò all'ospedale»


    E con un semplice inchino se ne andò abbandonando i due nel suo ufficio, facendo ritorno non molti minuti dopo per condurli all'ospedale.


    OT - Shu, puoi passare con entrambi. Se vuoi puoi fare un'ulteriore post di interazione, poi puoi direttamente procedere all'ospedale di Konoha dove saremo io, tu ed arashi.
    Fenix, posta se vuoi la dipartita del tuo clone perchè al gate non farai altro dopo quanto accaduto
    Yusnaan: Se la tua PNG esegue gli ordini è considerabilmete passata. Altrimenti sai bene come va a finire. Per quanto riguarda la tua interazione con shu, considerala annullata dato che Atasuke non vi concede di scambiare parole, come hai potuto notare XD
    Quindi puoi al più postare nel villaggio con la tua PNG mentre la PG è bloccata con Fenix tu sai dove
    - /OT
     
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    Inside Konoha



    [Con Raizen alle mura]

    Shinichi hai detto vero?
    La firmerò con piacere, sperò tu sia un bravo fotografo, le malelingue non impiegano molto a dire che sono poco curato, ma in realtà il mio è un disordine del tutto voluto, trasandato.
    Hai presente no?
    Riguardo la musica è semplicemente la mia preferita, non so se ti hanno informato ma me la cavo pure a cantarla.


    Devo dire che non me l'avevano detto. Un mio conoscente era qui quando c'è stato il concerto, ma quello non capisce niente di musica. Per le foto al momento non ne ho dietro... magari passerò dal suo ufficio tra qualche oretta, giusto il tempo di riprendersi un po'...

    L'insinuazione non sarebbe passata inosservata all'Hokage. Il modo in cui aveva "colto" la giovane esibizionista (per usare un termine educato) faceva intendere che Raizen Ikigami fosse uomo di mondo.

    La nostra conversazione sarebbe stata interrotta da una kunoichi prima, che sembrava molto irritata per il comportamento del suo hokage (e come darle torto, del resto) e da Atasuke successivamente, che mi invitò a seguirlo nel suo ufficio.

    [con atasuke]


    «Più che schizzinoso, ci tengo alla sicurezza del mio villaggio... E mi risulta sia cosa comune disarmare i visitatori, o forse a Suna avete altre usanze?»

    Non saprei, non sono così edotto sulle regole delle mura di Suna...

    «Non preoccupatevo per le armi, le farò sigillare in un rotolo e potrete recuperarle alla vostra uscita dal villaggio. Fino a quel momento fidatevi di me e della protezione dei miei guardiani. Da quando ho il comando non accetto insubordinazioni e potrei quasi vantari del fatto che il villaggio non è mai stato così sicuro... Per quanto riguarda l'Hokage invece... Gentilmente vi chiederei di dimenticare la cosa»


    Sarà un po' difficile Atasuke... ma diciamo che per ora quanto accaduto può restare tra queste mura.

    Non avevo intenzione di dirgli che avevo delle fotografie "compromettenti" del suo Hokage salvate nel visore (che avevo da tempo già rimesso in tasca), prese quasi per caso per giunta.

    Essendomi occupato di casi di questo tipo (ricatti tramite fotografie, per intenderci) sapevo che il potere di quegli scatti sarebbe solo aumentato nel tempo.

    Magari quando Raizen fosse stato un membro rispettabile della società. O magari quando la ragazza fosse diventata più... famosa.

    «Si, arrivano da Oto, per quanto la cosa possa interessarvi. Ad ogni modo ti ringrazio per i complimenti, faccio solo il mio dovere. E no, ultimamente fermiamo chiunque entri nel villaggio, specialmente se trasporta con se armi o possa rappresentare una possibile minaccia, ma non mi pare il caso di dirti altro. In fondo non sono questioni che ti riguardano»


    Tranquillo tranquillo. Se accetti una piccola critica costruttiva ogni tanto dovresti un po' meno aggressivo... capisco che il lavoro sia frustrante ma insomma...

    Non gli avrei detto "togliti quella scopa dal culo" perché quella scopa oramai si era fusa con la colonna vertebrale dell'Uchiha ed era divenuta un tutt'uno con il corpo del ninja. Questo però non cambiava il fatto che ogni tanto potesse rilassarsi pure lui.

    «Come ti ho detto ultimamente il villaggio non è mai stato più al sicuro e ne consegue che per ora non abbiamo reati all'interno del villaggio su cui indagare, mentre le questioni esterne sono al momento tutte sotto controllo. Quindi mi spiace, ma non ho nulla per te nell'attesa che il tuo amico riceva le sue cure.»


    Che palle. Siete più noiosi di Suna. E li il panorama è tutta sabbia, renditi conto.

    Mi rincresce che questo viaggio vi disturbi, Shinichi-sama

    Nah, tranquillo. Sei sotto la mia responsabilità dopotutto Kojiro.

    «Se devo essere onesto... conosco solo una persona... Una dottoressa... Shizuka Kobayashi... Ed hai avuto il piacere di incontrarla poco fa...»


    Quella che ha sclerato con te e l'hokage? Quella sarebbe una dottoressa? Uff... spero almeno che sia brava o avrò fatto questo viaggio a vuoto.

    «Lasciate solo che risolva un'attimo questa faccenda al gate e vi accompagnerò personalmente. Intanto gradite qualcosa da bere nell'attesa? Daisuke fa un'ottimo the, se volete ve ne faccio portare una tazza»


    Grazie guarda. Meglio andare con qualcuno che ci metta una buona parola... e se non è disturbo prendo volentieri un the. Anzi fai due. E una lunga cannuccia che non voglio doverlo fare sorseggiare a Kojiro.

    In effetti, nonostante il pronto intervento di Hoshikuzu, le braccia del Chikuma non erano totalmente guarite e tornate alla normale funzionalità e anche un'azione semplice come bere una tazza di the gli risultava difficile.

    Grazie della vostra considerazione, Shinichi-sama

    Se all'apparenza l'unica preoccupazione del detective fosse il non doversi scomodare per far bere lo spadaccino Kojiro ben sapeva che in realtà lo faceva solo per farlo sentire più a suo agio. Nonostante i suoi modi a volte irritanti Shinichi teneva davvero al suo "servitore".

    «Ora, se volete scusarmi, sono obbligato a ritornare fuori. Se intanto volete mettervi comodi, a breve giungerà un mio sottoposto. Appena potrò tornerò a prendervi e vi porterò all'ospedale»


    Ottimo. Vedremo di non rompere nulla finché sei via.


    [... continua all'ospedale di Konoha ...]
     
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    Gelosia








    Battè un’altra pacca sulla spalla del clone.

    Tranquillo tranquillo, ricorda che forse i modi sono errati, ma portano sempre a risultati più che buoni.
    E poi, tu cos’hai visto?
    Io ho visto l’Hokage che aiutava quella poverella costretta a denudarsi… che si forse ha preso un po’ troppo la palla al balzo ma sono sottigliezze… ma dicevo costretta a denudarsi, a rimettere apposto i vestiti per poi portarla in un luogo più adatto per completare la vestizione.
    Sai, i kimono da donna sono tediosi da mettere, tutti quegli strati…


    Ma non fece in tempo a completare chissà quale allusione che Shizuka decise di fare il suo infiammato ingresso, stupendo non poco il Colosso.

    Ah.

    Riuscì a commentare a quella cascata di insulti e paranoie fin troppo infondate, stupore che continuò quando gli venne data una cartella che non si ricordava di aver mai richiesto, cosa rara per lui in quanto preferiva conferire verbalmente anziché mediante carta straccia, come con Atasuke.
    Fu per questo che il fumo che emergeva dalla cartella lo insospettì facendogliela lanciare per aria ad una distanza sufficiente ad allontanare l’esplosione dei presenti.

    Ehhhhhhh!
    Giornata internazionale della gelosia!


    Disse poco dopo la deflagrazione.
    Anche perché, dall’alto delle sue azioni inadatte non poteva prendere seriamente una carta bomba fatta detonare tra un gruppo di civili e ninja. Non avrebbe voluto applicare la legge sopra il suo nuovo primario.
    Per cui si limitò a sospirare.

    Ehhh… le donne…

    Scosse la testa mentre guardava sconsolato il terreno, recitando la parte dell’uomo di mondo tediato da uno stuolo di amanti in competizione.




    CITAZIONE
    La parte di Kyomi continua qui
     
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    BITTER TRUTH

    Three things cannot be long hidden:
    the sun, the moon, and the truth.




    “Ehhhhhhh!
    Giornata internazionale della gelosia!”



    La cartabomba esplose.
    E la voce del Colosso arrivò a lei persino da quella distanza. Volutamente alta. Forse troppo.
    «Idiota.» Ringhiò tra i denti Ritsuko Aoki, abbassando lo sguardo quando la sua Signora si fermò di botto e lentamente iniziò a girarsi. Stavolta non disse né fece nulla per fermarla. Si stava innervosendo persino lei, che non era l'oggetto del contesto, ed era pertanto sicura che qualsiasi cosa avesse detto per calmare la sua Padrona sarebbe apparsa nient'altro che pura falsità. Si limitò dunque a far finta di nulla quando questa tornò sui suoi passi e si diresse di fronte al Clone di Raizen.
    A dispetto di quello che si sarebbe potuto immaginare, stavolta la Principessa del Fuoco non era comicamente arrabbiata.
    Era arrabbiata sul serio, in quel modo educatamente freddo e molto composto che contraddistingueva tumulti ben maggiori.
    «Gelosa? Io, di te?» Domandò Shizuka quando ebbe inchiodato i suoi occhi in quelli scarlatti del Colosso. Rise e lo fece di gusto. Poi, molto elegantemente, riprese il suo foulard da terra, quello che la puttana otese aveva lasciato cadere con maleducazione e che lei, stupidamente presa dalla rabbia, aveva abbandonato lì. Lo sbatté un paio di volte per pulirlo dalla polvere, poi se lo passò sopra il braccio e tornò con lo sguardo su Raizen, a cui sorrise con educazione.
    «Ho sbagliato a supportare la tua elezione come Hokage.» Annunciò, e fu lapidaria nel dirlo. La sua voce era bassa, perché solo lui sentisse. Come sempre, quel tipo di discorsi era una faccenda privata tra i due, che non poteva essere resa partecipe a nessun altro, ma aveva smesso di essere una questione di rispetto e amore quando lui aveva tirato troppo la corda. E quella corda sembrava essersi rotta. «Non sei degno di rappresentare il mio Villaggio. Il mio affetto per te mi ha resa cieca. Ho sbagliato, quel giorno. Avrei dovuto usare il potere del mio Clan per rimandarti da dove sei uscito.» Disse, puntando i suoi occhi in quelli dell'interlocutore. «Un randagio resta e resterà per sempre un randagio. Non è importante quanto io mi sforzi di supportarti, proteggerti e migliorare disperatamente per essere al tuo passo, per diventare il tuo braccio destro. Tu sei un cane e io una Principessa. Il divario tra noi è sempre stato troppo netto. Volevo renderti un Capo degno di questo nome, aiutarti in tutto ciò che io so già perché tutti ti apprezzassero come ti ho apprezzato io. Ma è evidente che un animale avrà sempre impulsi a cui non potrà opporsi.» Detto questo la ragazza sorrise gentilmente. «Non è la prima occasione in cui non ti dimostri all'altezza del tuo titolo, ma questa volta, Raizen... è stato troppo anche per te.» Affermò la Principessa, facendo spallucce. «Non mi interessa cosa fai fuori dalle Mura del Villaggio, purché tu lo faccia con discrezione e cura di non essere scoperto. Ma qui sei l'Hokage. Le tue responsabilità, il tuo volto, il tuo carattere... tu rappresenti Konohagakure no Sato, adesso. Quanto pensi che ci metteranno i guardiani e i civili che hanno assistito a chiaccherare che il Kage si è fottuto una troia otese? Oppure pensi di fare la voce grossa, come al solito, e mettere a tacere con minacce velate e sempre di così buon gusto?» Rise, scuotendo la testa con rassegnazione. «Contestami, ora, ti prego. Dimmi che non posso permettermi di risponderti in questo modo. Come ha detto il tuo amichetto della combriccola dei Kage inetti quel giorno alla Festa della Fondazione? “Sono solo una misera Chunin, devo imparare il mio posto”.» Affilò lo sguardo, reclinando leggermente la testa di lato. Sarebbe stato bello poterle attribuire un qualche tipo di espressione o sentimento, ma sembrava profondamente apatica. Gelida come neve. «Ma prima di essere una ninja, sono una rappresentante Politica. Sono la prima persona che si erge al tuo fianco, quando hai ragione, ma anche l'unica che è capace di contestarti quando erri. E stavolta hai sbagliato, Raizen. Sbagliato amaramente.» Stoccò, impietosa. «Ci sono modi e modi per fare la medesima cosa, ma tu non sembri ricordare mai cosa sei diventato quando agisci. E questo comincia a diventare un peso.» Si passò lentamente una mano sull'obi del suo bel kimono, poi sorrise nuovamente. «Ovviamente era un commento casuale, il mio.» Esitò sulla spilla d'oro del suo abito, mentre alzava di nuovo gli occhi socchiusi in quelli dell'interlocutore. «Noi Kobayashi supportiamo il Fuoco dalla nascita del Fuoco stesso. Non sarò diversa da nessuno dei miei predecessori. Ma la prossima volta che parli, Raizen...» E adesso, la sua voce scadette nel disgusto. «...ricordati che non sono più la tua allieva. Non sono più niente di quello che mi legava a te. Sono una shinobi indipendente e una donna adulta. Ho sbagliato a reagire con quel tono, prima. E' vero e chiedo scusa. Le mie azioni contestano i miei gesti, la mia persona e il mio rango, quindi permettimi di redimermi.» Detto questo si inchinò. «Ucciderò quella donna, il bambino che potrebbe portare in grembo prima ancora che nasca, e qualsiasi altro individuo che minerà il mio Villaggio. Lo farei senza rimorso e questo perché il mio dovere è verso Konoha e non verso di te. La fiducia e la fedeltà, Raizen, sono concetti che tendono a rovinarsi con il tempo, se non curati. Ricordalo la prossima volta che siedi sulla tua bella poltrona imbottita e indossi il tuo elegante mantello. Ricordalo la prossima volta che ti comporterai da ragazzone scherzoso mancando di rispetto all'intero Corpo Guardiani del tuo Villaggio. Ricordalo quando schivi le celebrazioni ufficiali, lasciando la sedia del nostro Villaggio vuota. Quando dissemini bastardi in giro per il continente.» E alzando ancora una volta, l'ultima, gli occhi in quelli di Raizen, perse il sorriso. E lo perse del tutto. «Ricordalo quando ti rivolgi con maleducazione, pur essendo in errore, all'Erede del più potente Clan del tuo Paese, che detiene la stragrande fetta di moneta sonante del tuo Villaggio.» A quel punto però cambiò completamente registro mentre si girava per andarsene. «Questa è ciò che viene chiamata Diplomazia, Hokage-sama. Un pilastro potrà essere valido quanto più desiderato, ma se le persone in mezzo al quale sorge continueranno a biasimarlo, spingerlo e minarlo, quel pilastro cadrà e con esso il tetto del mondo che sorregge. Questo è necessario ricordarlo quando si diventa grandi personalità internazionali. E' ciò che viene insegnato alle basi delle basi. Verità universali, valide per tutti.» Inchinandosi ancora una volta con rispetto, aggiunse solo: «Con permesso.» e così dicendo se ne andò.

    E per Raizen sarebbe andata via per parecchio tempo.
     
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    Piccoli problemi di Cuore








    Già, aveva effettivamente dimenticato con chi aveva a che fare.
    E purtroppo la solfa sarebbe sempre stata la stessa, “tu non puoi” “io qui” “io faccio” “io disfo” “non avrei dovuto”. Sospirò pesantemente mentre ascoltava la nuova ramazina, gli rivennero alla mente le parole di Atasuke, ed al contempo le sue.
    Rifletté non poco tra se e se ripensando alle sue azioni, cosa aveva fatto dopotutto?
    Esclusa la malizia il gesto era uno ed inconfutabile: aveva preso una povera… “donzella”, termine che si sentì di virgolettare anche nei suoi pensieri, e come aveva detto portarla in un luogo più appropriato per terminare la perquisizione, era davvero qualcosa di così osceno dal mettere in croce una persona?
    Avrebbe avuto da che ridire il Daimyo su una simile prassi dall’alto delle sue due mogli e chissà quanti amanti di guerra.
    Ma le parole di Shizuka per quanto ancora potevano minare la sua posizione?
    Poteva permettergli di spingersi così tanto oltre?
    Persino Atasuke era riuscito a tacere.

    Ti devo… ti devo qualcosa Atasuke.
    È necessario ammettere che nel tuo delirante discorso qualcosa aveva illuminato il tuo intelletto.
    E beh… direi che non mi resta che assecondare il tuo consiglio, ricordamelo qualche volta in più, sii gentile, mi vedrai accondiscendente.


    Nuovamente una pacca sulla spalla prima di allontanarsi verso la SUA allieva.
    C’erano limiti invalicabili che nessuno poteva sorpassare, Atasuke l’aveva imparato, Shizuka l’aveva dimenticato.

    Hai esagerato.

    Per molti dei presenti quelle poche parole sarebbero state niente più che un fruscio, dopotutto ai loro livelli la velocità dell’Hokage era ancora incomprensibile[vel nera +8] mentre afferrava Shizuka per la vita e se la portava via come un sacco, un uscita di scena ben più classica rispetto alla precedente.
    Perché tanta fretta?
    Perché una volta ricordatosi di chi era Shizuka era fin troppo lesivo lasciare che la situazione potesse peggiorare ulteriormente, qualche salto ed i due scomparvero.
    Era un caso che avesse rubato un’altra ragazza?
    Difficile dirlo, ma dal nuvolone di polvere emerse un altro clone, creato sicuramente qualche istante prima di afferrare Shizuka.

    Bene signorine, direi che per oggi è abbastanza, o si ripristina un po’ di ordine oppure iniziano le Vere manganellate.
    Ritsuko, a casa! Marsh!
    Shizuka arriverà a breve, spero più tranquilla.
    Signorina otese, lei immagino debba proprio andare con il signor guardiano qui presente, si?


    Domanda retorica, l’alone di spensieratezza di qualche minuto prima era svanito, Raizen, non l’Hokage, si poteva contraddirlo solo una volta.




    CITAZIONE
    continua... *_*
     
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  15. Asgharel
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    User deleted



    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    ~Kare wa Hokage arimasen, obaka mitai~


    L'Hokage, anzi no. L'idiota che Atasuke si trovava davanti in quel momento, stava dando perfetta prova della stupidità delle sue azioni, oltre che dell'assoluta mancanza di disciplina, rispetto e quant'altro un Kage avrebbe dovuto dimostrare. A stento Atasuke, o meglio il suo clone riuscì a trattenersi dal sottolinearlo, tuttavia, all'ennesima pacca del colosso sulla spalla, seguita da quell'insulsa teoria secondo cui stava facendo la cosa giusta, anche se poteva non sembrare, Atasuke non potè evitare di tendere tutti i muscoli stringendo i pugni per cercare di scaricare il nervoso che con grande gioia averebbe riversato su quell'imbelle che continuava a spacciarsi per Hokage.
    Più per rispetto del ruolo che ricopriva in quel preciso istante, oltre che per il rispetto verso il suo corpo dei guardiani, tuttavia, si impose il decoro necessario e si limitò a sbuffare vigorossamente, scaricando la tensione in modo da poter mantenere un tono quantomeno “cordiale” per rispondete alle belinate di Raizen.

    «Hokage-sama... La vostra vista evidentemente sta perdendo fragorosamente colpi, e non voglio ipotizzarne inutilmente la causa... anche se visto il vostro “modo di operare” mi sembra alquanto palese...»


    Aprì con una frecciata diretta, senza prendersi il lusso in questo caso di tenere un tono sufficentemente celato per essere udito solo dal colosso, ma limitandosi a tenerlo sufficentemente basso da essere udito dai pochi nelle dirette vicinanze. L'Hokage aveva sbagliato, Atasuke aveva cercato di aiutarlo a correggersi, ma ormai era tutto inutile. Troppi avevano già assistito alla scena e per quanto potesse sforzarsi, nemmeno lui avrebbe potuto coprire oltre quell'eccesso che l'Hokage non si sarebbe mai potuto anche solo sognare di permettersi.
    L'apertura dell'Uchiha non lasciava scampo all'Hokage, qualunque potesse essere la sua risposta, era sotto doppio scacco ed in entrambi i casi era la sua faccia a cadere, un danno limitato, valutando la facciata che aveva appena tirato sfondando violentemente il fondo del barile in cui aveva iniziato a raschiare dal momento della sua comparsa.
    Per i presenti, Hokage incluso, era probabilmente palese che il Guardiano si rifesisse a strane abitudini masturbatorie, tuttavia, come soleva dirsi, la malizia è nell'orecchie di chi ascolta e se l'Hokage avesse pensato di ribattere a quella forma di offesa, altro non avrebbe fatto che confermare tale sospetto in maniera ancora più palese di quanto già non fosse, costringendo l'Uchiha a controbattere a sua volta.

    «Hokage-sama! Voi mi disonorate! Come potete pensare che mi prenda tali libertà, specialmente durante il mio lavoro!? Io mi riferivo al duro lavoro che avete nel leggere fino a tarda notte tutti i rapporti che mi richiedete giornalmente sugli ingressi al villaggio!»


    Avrebbe risposto, sempre se l'Hokage avesse in qualche modo cercato di giustificarsi o di ribattere alla prima affermazione.

    Quale che fosse la decisione dell'Hokage, una volta “ristabilito” un minimo di ordine, l'uchiha si sarebbe nuovamente avvicinato, questa volta sussurrando l'informazione. Non voleva in effetti che troppe persone venissero a conoscenza dei livelli di sicurezza delle mura del villaggio.

    «La mia vista alquanto allenata, invece, ha visto un'uomo che si spaccia per rappresentante del MIO villaggio che rapisce una donna che si è volontariamente spogliata senza alcuna apparente motivazione, portandosela dietro balzando lungo il perimetro delle mura per finire in uno dei pochi hotel proprio a ridosso delle stesse... Senza contare che l'amministrazione era esattamente dalla parte opposta del villaggio...»


    In quelle parole c'era del vero, e se solo il colosso avesse pensato con la testa, anziché con un'altra appendice, si sarebbe ricordato dei sistemi di sorveglianza delle mura e del fatto che, per quanto veloce poteva essere, i Guardiani potevano individuarlo lungo il perimetro delle mura. Da li poi a dedurre che si fosse infilato in un'Hotel, era un paso ovvio dato che l'unico edificio a cui poteva accedere dall'ultima posizione registrata era appunto, o l'Hotel o una delle case private, ma Atasuke voleva quantomeno sperare che avesse la decenza di concupire la zoccola almeno in una stanza d'albergo e non in una abitazione privata aggiungendo anche la violazione di domicilio alla lista degli errori di Raizen Ikigami. [Abilità]

    [...]


    Molto accadde poi, dalla sfuriata di Shizuka alla detonazione della cartabomba e per ultima la sparizione della stessa in braccio all'ennesimo clone dell'Hokage che svaniva nel nulla portandosela via, lasciando al suo porto un'ulteriore clone, mentre quello di Atasuke si era ormai allontanato assieme ai due sunesi.

    “Ti devo… ti devo qualcosa Atasuke.
    È necessario ammettere che nel tuo delirante discorso qualcosa aveva illuminato il tuo intelletto.
    E beh… direi che non mi resta che assecondare il tuo consiglio, ricordamelo qualche volta in più, sii gentile, mi vedrai accondiscendente.”


    «No, Hokage sama, non solo qualcosa viste le libertà che vi siete preso in questa situazione»


    Sorrise, sibilando la sua risposta a denti stretti, cercando di darsi un contegno nel rispondere all'esternazione del colosso poco prima che questi iniziasse la sua ennesima scenetta portandosi via Shizuka e lasciando un'ulteriore clone al suo posto, lasciando l'originale di Atasuke, già visibilmente innervosito dalle parole della rimanente Otese, addirittura allibito, oltre che shockato. Possibile che all'Hokage proprio non gli importasse nulla delle buone maniere e dell'apparire in pubblico?
    Alla fine del tutto erano rimasti a quel gate solo un nugolo di curiosi che ancora osservavano la scena allibiti, chiedendosi che diavolo avessero visto, Ritsuko, già furente per ciò che aveva visto, ed ulteriormente inviperita per quanto era accaduto alla sua padrona, l'ultimo clone dell'Hokage ed Atasuke che allertato da Yamazaki a breve si sarebbe apprestato a calare la giusta punizione su Sougo.

    «Ritsuko-sama, perdonateci per quanto accaduto, comprendo la vostra furia più che giustificata, ma per quanto la mia parola possa contare per voi, vi prometto che non accadrà nulla a Shizuka, ve ne prego, tornate alla villa»


    Regalò un profondo inchino alla kumori, nella speranza che ella accettasse quantomeno le parole ben più gentili di Atasuke rispetto all'irrispettosa richiesta del colosso che la scacciò quasi alla stregua di un cagnolino.

    «Hokage-sama... come ben sapete il mio ufficio al momento è occupato, quindi per il rapporto ve lo farò avere da Yamazaki nel vostro ufficio nel pomeriggio, ma prima di andare, vi invito a seguirmi in privato, vorrei parlarvi di questa questione con maggiore libertà...»


    Non attese una vera e propria risposta da parte dell'Hokage, ma si diresse verso uno degli uffici per le perquisizioni, tra i più isolati del piano terra, oltre che studiati apposta per non essere disturbati durante un colloquio.
    Prima di entrare però, diede ordini affinchè il gate venisse sgomberato dai curiosi e venisse ristabilito l'ordine ed il meccanismo di ingresso. Bloccare i gate era una cosa che non poteva e non doveva succedere, specie in una giornata qualsiasi come quella, anche se ormai quel giorno sarebbe rimasto nella sua memoria come “il giorno in cui nulla andava come sarebbe dovuto andare”.
    Una volta entrati nella stanza, Atasuke avrebbe acceso la luce, chiudendo la porta ed attivando il piccolo semaforo posto all'esterno indicando che la sala era occupata, di modo che a nessuno saltasse anche solo lontanamente in mente di interrompere i due.
    Si accomodò su una delle due sedie, facendo cenno all'Hokage di fare altrettanto, sempre che questi non lo avesse già fatto per suo conto.
    A quel punto, lasciò cadere la maschera di rigore che era stato costretto ad indossare fino a quel momento.

    «Che diavolo era quello che ho visto là fuori!?»


    Sbottò diretto, limitandosi a dare a quell'individuo che aveva davanti, anzi, al clone che aveva davanti il rispetto che meritava, ovvero poco o nulla, tolto il minimo di rispetto che l'etichetta poteva imporre.

    «So benissimo che nuovamente non apprezzerai i miei modi, le mie elucubrazioni sull'argomento e blah, blah, blah. Ma da quello che ho visto non solo non hai ascoltato quanto ti ho detto, ma addirittura ti sei preso libertà ben più grandi, ed addirittura in pubblico!
    Ora: partiamo da un punto: Shizuka forse e dico forse ha esagerato nei modi, ma non puoi negare che avesse piena ragione di trattarti a quel modo. Non solo hai mancato di rispetto a te stesso ed alla carica che ricopri e ti fai vanto di ricoprire. Ma hai gettato in ridicolo l'intero villaggio, la sua amministrazione e l'intero corpo dei guardiani.»


    Resosi conto del fervore che lo stava portando nuovamente ad un'inutile battibecco basato sul chi urlava più forte, fermò per un'istante il discorso, inspirando profondamente dal naso e cercando di ridarsi un tono adeguato.

    «Ma voglio fare finta di dare un senso al tuo comportamento. Voglio realmente fingere che tutta quella tua str... messinscena avesse uno scopo che mi sfugge. Ora: Tu ti incazzi se qualcuno ti fa passare per un deficente o ti contraddice in pubblico... Mi spieghi con quale faccia continui anche solo a fingere che stia andando tutto bene!?»


    Si fermò nuovamente, rendendosi conto che il suo tono di voce stava nuovamente andando fuori controllo. Anche per l'Hokage, per quanto ottuso potesse essere, risultò palese la fatica con cui Atasuke cercava di trattenersi, cercando di non indisporlo più del dovuto, anche se era palese che bastava una sola goccia per riportarlo nuovamente fuori dai fogli.

    «Che gli dei mi stramaledicano... Non dico che non puoi fotterti la prima puttana che ti capita sotto tiro. Non sono qui per farti la morale sul come gestire la tua vita privata. Ma che gli dei ti fulminimo, almeno abbi la decenza di presentarti sotto henge se devi farti queste scene in pubblico! O devo forse ricordarti che non sei più semplicemente lo sconosciuto “Raizen Ikigami” ma addirittura il “Decimo Hokage” come tanto ti vanti in giro!?»


    Non riuscì a trattenersi oltre, da troppo tempo si stava tenendo dentro tutta una pesante serie di insulti, decisamente meno cordiali dei toni che era riuscito a manterener fino a quel momento.

    «Ora: Hai almeno una mezza idea di cosa fare in merito a questa questione o credi che le mie “deliranti idee” siano solo una delle tante cazzate che ti sei sentito dire, quindi te ne fregherai tornandotene a casa tutto contento della scopata lasciando che la gente mormori ciò che ha visto?
    Perchè se la tua soluzione è la seconda, vorrei mettere alla tua attenzione il fatto che qui non si tratta di malelingue, ma di fatti. Informazioni che possono essere usate contro di te e che se i miei conti, per quanto raffazzonati sono anche solo lontanamente corretti, sono informazioni che fin troppe organizzazioni possono usare e per quel che ti conosco, temo che questo non sia solo un caso isolato»


    A quel punto stava al clone giustificarsi, o quantomeno rispondere alle domande di Atasuke. L'Uchiha aveva ben altri impegni e non aveva alcuna intenzione di finire come l'ultima volta a discutere di retorica per ore. Tutto stava nel vedere se Raizen aveva in mente piani differenti per la giornata o se voleva costringere l'Uchiha ad un'altra discussione infiammata.


    OT -
    Sistema di Sorveglianza
    Abile: L'utilizzatore, quando è sulle mura, percepisce in qualunque punto delle mura: la differenza tra la Percezione dell'utilizzatore e la Furtività dell'obiettivo Furtivo definisce la distanza in metri dalle mura di villaggio entro la quale l'utilizzatore può percepire l’obiettivo Furtivo. La percezione dell'utilizzatore è ridotta di 3; l'utilizzatore percepisce automaticamente solo coloro presente entro 1,5 metri da sé.
    [Da Chunin in su]

    Ricordando che raizen, saltellando lungo le mura fino al fantomatico hotel nemmeno si prende la briga di provare a muoversi furivamente :zxc:
    - /OT
     
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