Acqua Cristallina

Grado C

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  1. Cougar™
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    ~ Acqua Cristallina


    E così la prima minaccia che il gruppo si trovò davanti non era che un giovane. Alquanto intimorito inoltre. Non proprio quello che ci si aspetterebbe da una situazione del genere. Ma i ninja non si fecero fuorviare dall'aspetto apparentemente normale del ragazzo. Il rosso per primo provò a torchiare il giovane, cercando di capire se fosse effettivamente quello che diceva di essere oppure nascondesse qualche segreto. Dopo di lui fu il turno di Jyazu, che rincarò la dose con una non troppo velata minaccia. Infatti quel apparentemente innocuo giovane stava reggendo alcuni documenti ritrovati nella casa, che rappresentavano appunto l'obiettivo della loro missione. Non potevano infatti lasciare che finissero nelle mani sbagliate oppure avrebbero rischiato di perdere l'unica flebile traccia che portava alla Canzone del Deserto. Per ultimo l'Iga sembrò più accondiscendente dei primi due. Eppure qualcosa non tornava. Certo, il Genin poteva essersi intrufolato di nascosto nella casa seguendo le squadre speciali, ma come mai li minacciava? Cosa sapeva della Canzone? Cosa sapeva della faccenda? Inoltre i nuovi arrivati, quelle ombre che minacciosamente si avvicinavano dalle mura, come facevano a conoscere esattamente la direzione in cui dirigersi? La risposta portava a pensare che il ragazzo fosse una spia, un esploratore. Ma c'era da calcolare anche un altro fattore: quella casa apparteneva a uno della Canzone, quindi era possibile che egli stesso avesse indirizzato i suoi compagni. Questa conclusione alleggerirebbe la posizione del Genin, che sarebbe solamente nel posto sbagliato al momento sbagliato. Queste domande di certo frullavano nelle menti del gruppo, ma il tempo era poco, ad ogni secondo le ombre si avvicinavano. Cosa fare? Ucciderlo? Lasciarlo vivere? Prenderlo con loro? Tutte opzioni comprensibili, tutte opzioni percorribili, tutte opzioni valide. Quando il giovane parlò di nuovo il Rosso era ormai uscito di corsa, richiamato all'ordine dall'incedere degli eventi. Entrambi i suoi compagni invece, lo Yama e l'Iga, erano rimasti all'interno dell'abitazione, a controllare la situazione.

    - Ve l'ho detto! Sono solo un Genin di Suna! Mi chiamo Wakari. Sono entrato dalla finestra! Ve lo giuro! - dicendo queste parole posò i documenti al suolo - Va bene, va bene! Poserò questi documenti, ora che sono sicuro di potermi fidare...- guardò quindi l'otese - ...ho sentito infatti che tutti i membri della Canzone sono di Suna. Se c'è uno di Oto con voi vuol dire che siete di quelli buoni. Meno male...-lasciò andare il kunai e si appoggiò ad un angolo, più rilassato - Non ci tenevo davvero a incontrare i loro emissari. Vi chiederete come mai so' tutte queste cose... Beh, mene sono accorto poco tempo fa. Un mio vecchio compagno di corso Genin, Shuhei Banken, ha iniziato a fare discorsi strani... Ci vedevamo sempre meno, credevo mi odiasse. Diceva che non avevo il diritto di stare nel villaggio, che non ero un vero ninja di Suna. Poi c'è stato quel trambusto... quando è scappato. L'ho visto combattere dalla finestra della mia camera, e ho capito subito che qualcosa non andava. Per questo sono qui, voglio cercare qualsiasi prova che possa aiutarmi a riportarlo indietro! Non è cattivo!- la voce gli si ruppe in singulti sommessi mentre ripensava al suo amico e con lentezza si prese le ginocchia tra le braccia.1


    Lo Yama sarebbe stato spettatore di tutta la scena, a lui spettava quindi la reazione successiva. Hamano infatti si era ripromesso di studiare l'edificio, cosa che il quel momento stava facendo. Avrebbe sentito ovviamente il discorso del giovane, che parlava con un tono innaturalmente alto e nervoso, ma la sua attenzione si sarebbe focalizzata da un'altra parte. La missione infatti parlava di proteggere dei documenti, ma nessuno aveva parlato di carta. Quello che notò l'Iga, grazie alla sua perlustrazione e alla vista notturna, era un dettaglio importante che fin'ora, nella fretta di scoprire l'intruso, a tutti era sfuggito. Oltre a vari fogli e cartelline sparse per la casa infatti vi erano innumerevoli scritte su ogni muro della sala principale e così in ogni altra sala, ad eccezione di due: quella in cui era penetrato il giovane e la stanza da letto. Ma ciò che più risultava inquietante era la forma di quelle frasi. Sembravano infatti scritte da una mente completamente alterata, o da mani differenti. Ogni tanto le parole erano leggibili e corrette, scritte con una grafia pulita e composta. Ogni tanto il tratto era graffiante, scomposto, aggressivo... violento. I colori inoltre non erano mai uniformi, saltando dal nero al rosso intenso, al bianco, al viola. Anche i tipi di inchiostro non sembravano mai coincidere: alle volte sembrava che fossero scritti con inchiostro da pergamena, che lentamente era colato sulla muratura, altre volte sembravano appuntate con una penna, altre con vernice brillante, altre ancora sembravano incise. Inoltre ogni tanto apparivano, quasi senza motivo, riferimenti a canzoni popolari, spartiti e note musicali. La cosa più inquietante era di sicura la quantità delle scritte: ogni muro era infatti scritto oltre le sue possibilità. Le parole, le frasi, si accavallavano senza sosta, senza lasciare uno spazio vuoto. Soltanto il mobilio era intatto, lasciato intonso e integro, cosa che rendeva ancora più preoccupante la faccenda. In quel momento l'Iga avrebbe capito che non erano solo i fogli che dovevano proteggere. L'intera casa era un documento prezioso, l'intera casa era la traccia. E la sua integrità era il loro fardello, il loro compito. E in quel momento solo lui lo sapeva. Ma il destino non gioca a dadi e nulla avviene per caso.

    [...]


    In quel momento infatti sul tetto Hoshi avrebbe percepito la vera entità del pericolo. Le ombre che dopo essere apparse all'interno delle mura erano sparite all'interno delle vie di Suna, riapparvero davanti ai suoi occhi. Dagli occhi del condor ciò che vide fu un gruppetto di ninja che con dei balzi coordinati si raggruppò sul tetto di una casa ad una trentina di metri da lui. Alla luce rossa della luna poteva vedere benissimo i volti e le forme di quella minaccia che poco fa gli era sembrata così distante. Cinque ninja infatti osservavano il gruppo composto da Hoshi e gli animali con un sorriso beffardo. Alla luce rossa della luna il carapace nero dell'uomo scorpione che stava alla sinistra del gruppo sembra ancora più inquietante, mentre le sue chele fendevano l'aria con rapidità incredibile producendo un rumore sordo che rimbombava tra i vicoli. Metà della sua faccia era coperta da delle facie intricate, mentre l'altra metà osservava malignamente la casa. Alla sua sinistra, quindi alla sua destra dal punto di osservazione del rosso, stava un altro ninja. Seminascosto dalla figura imponente dello scorpione sembrava in attesa. Era vestito in maniera particolare: da quello che riusciva a vedere dalla sua posizione il rosso intuì che possedeva una quantità impressionante di armi, legate a dei lacci su tutto il suo corpo. Alla sua destra quello che sembrava il capo: un giovane ninja con il bavero alzato a ricoprirgli la bocca e una folta chioma bianca. Attorno alla sua figura turbinava qualcosa, ma da quella distanza era difficile distinguere cosa fosse2. Il quarto del gruppo era invece un vecchio, sicuramente oltre la cinquantina, che sembrava a malapena reggersi in piedi. L'ultimo invece portava una maschera e le stesse vesti che il rosso aveva già visto su Imuz.Inoltre sembrava aver qualcosa di nascosto dietro di lui, ma data la quantità di figure era difficile distinguere la sua natura3. Il capo del gruppo si fece avanti di un passo e con grazia stese una mano. In quel momento il rosso lo riconobbe come Shuhei Banken, la Gazza Ladra. Non c'era dubbio, erano emissari della canzone. Ma probabilmente il Chikuma non si sarebbe aspettato una mossa tanto azzardata. Infatti il suo distendere la mano verso il rosso non era affatto un gesto amichevole. Basto qualche secondo al giovane per capire che i quattro attorno a lui avevano appena lanciato qualcosa in direzione della casa. E ci volle ancora meno per capire cos'erano gli oggetti lanciati: kunai con un foglio attaccato. Di certo non andavano per il sottile. Se erano tutte bombe l'intento era chiaramente quello di radere al suolo tutto, accademici compresi. Una bella gatta da pelare per il gruppo. Come avrebbero reagito?


    1 Interpretazione
    2 Vista migliorata
    3 Vista migliorata

    la 2 e la 3 sono contemporanee, non possono essere fatte insieme.
     
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14 replies since 9/5/2011, 13:28   279 views
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