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Tokì.
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[Assaltati]
La reazione del giovane non sorprese più di tanto l'otese: sembrava determinato e ben deciso a fare la parte del buono, ma infondo a Jyazu non l'aveva data a bere. Le ultime parole del rosso vennero seguite dall'annuire dello Yama che rapidamente s'apprestò a recuperare i vari documenti sparsi sul terreno. Fogli e foglietti che cercò inizialmente di infilare all'interno della sacca porta oggetti preoccupandosi poco di doverli piegare per tenergli al "sicuro".
Doveva trovare un modo per farne sparire qualche pagina, giusto un paio per portare qualcosa allo Yakushi. Ma il rosso sembrava vigile e quall'altro sembrava anche lui sapere il fatto suo: per di più il nemico era in arrivo.
Ora che aveva i documenti poteva tentare la fuga, infilarsi fuori dalla casa e sfuggire ad oto con le informazioni: ma no. Non era di certo nello stile dello Yama. Si alzò e puntò con decisione l'indice contro il giovanotto: « Prova a mettere un piede fuori da questa stanza o fare azioni sospette e ti strappo il cranio: è una promessa otese. » il tono scadeva nella minaccia con una decisione folgorante: non sapeva nemmeno lui che diavolo era una promessa otese ma aveva una sonorità che gli piaceva.
Poi venne il sonoro boato di una serie di esplosioni: lo Yama non sembrava aver inizialmente capito dove fosse avvenuto l'impatto, mura o terreno.. Era difficile quantificarlo da quella stanza e ancora di più era difficile intendere l'angolazione d'attacco: alla fine fece un paio di passi verso la finestra, distese la mano destra e scostò il legno cercando di creare uno spiraglio con l'esterno: avrebbe guardato prima in strada e poi avrebbe cercato di cogliere movimenti all'altezza dei tetti circostanti, il tutto tentando di rimanere nell'ombra: che diavolo, rispetto hai propri compagni aveva una vista piuttosto nella media ed era sicuramente inferiore a loro, ma di certo si sarebbe unito alle danze. In qualche modo. « Perchè sei venuto qui dentro? e cosa stavi cercando? .. Ma soprattutto sai perche questo luogo è il bersaglio di questi quattro infami? » Mormorò poco dopo, cercando di recuperare qualche informazione in più: informazioni che di certo sarebbero state utili alla missione ma che probabilmente sarebbero state qualcosa di più da portare a Febh. Nel mentre rimase vigile a metà fra la finestra e la porta della stanza preparandosi alla battagli: le ombre della stanza gli avrebbero probabilmente offerto una protezione almeno minima che l'otese si sarebbe preoccupato di sfruttare al massimo.
Non poteva e non doveva fare errori: morire a suna sarebbe stato davvero un problema.
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