In cerca del Viola

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Salviamola

    Forse per questo che l’Accademia aveva scelto me: perché sapevano che avrei, se necessario, messo la terra al posto del cielo se fosse servito a tirare fuori Shinodari dal buco in cui qualcuno l’aveva buttata.




    Ero di fronte all’enorme distesa di mare. Un piccolo drago svolazzava allegramente vicino a me, ma vivace solo nei movimenti: nemmeno lui, come me, aveva molta voglia di essere felice. Con la mano destra strinsi appena il mio mantello da viaggio: sebbene la stagione estiva stesse per iniziare, il mio metodo di viaggio avrebbe richiesto ben più di dei semplici vestiti del suolo.
    Mi portai un dito alle labbra e lo morsi finché una piccola goccia di sangue non ne uscì. La fissai per un secondo e mi resi conto che, da quando era diventata abbastanza grande per sopportare i combattimenti, era la prima volta che richiamavo Yogan. Pensai alla missione che stavo per compiere.
    Pensai a Shinodari e pensai a ciò che avevo involontariamente scoperto parlando con Ryutsuki. Quel ragazzino aveva diritto, un giorno a conoscere la verità. Ed era giusto che quella verità fosse Shinodari a dargliela. Lei non poteva abbandonarlo così.
    Quella conversazione e la promessa che avevo fatto furono un ulteriore stimolo: avrei salvato Shinodari a qualsiasi costo.
    Strinsi la goccia di sangue nel palmo e iniziai a comporre i sigilli della tecnica del richiamo quando saltai, evocando in aria l’enorme drago. Yogan comparve sotto di me e con la sua solita cautela mi fece accomodare sul suo dorso. E si innalzò in volo. Anche Ko cercò di rimanere dietro ma non ci riuscì ed io l’afferrai prima che potesse rimanere troppo indietro e tenendolo con entrambe le braccia, lo feci stare forzatamente seduto sulla schiena dell’enorme drago, che procedeva spedito verso ovest.

    « Itai, che succede?»
    « Dobbiamo andare al paese del Thé, Yogan »
    « Sei in missione? »
    « Si Yogan. E devo recuperare una persona a me cara in questa missione. A proposito Yogan, lui è Ko. Ti farò restare con me più tempo possibile Yogan »
    « Ko? E chi è lui? » la dragonessa voltò l’enorme collo per fissare con un occhio me e il draghetto « Non sarai mica gelosa, Yogan? » dissi ridendo, mentre la dragonessa mosse la testa di scatto, come stizzita « Non dire idiozie Itai » posai una mano sulle enormi squame della dragonessa « Lui è un cucciolo di mia cugina Shinodari, Yogan. Ed è lei che stiamo andando a recuperare »
    « Che cosa è accaduto? »
    « Una missione non finita felicemente, Yogan »


    Grazie a Yogan e Ko, che ben presto fecero amicizia a discapito dell’iniziale gelosia della dragonessa, il viaggio passò rapidamente. La dragonessa sbatteva le ali imperiose lentamente eppure il mare scorreva rapido sotto di noi. Così, qualche ora dopo la nostra partenza, scorsi la terra dinanzi a noi. Yogan virò quanto bastava per dirigersi direttamente al luogo previsto e quando fu vicino la cittadina piegò appena le ali per scendere in una veloce picchiata che si concluse quasi repentinamente sui tetti. Suscitai un po’ di clamore in basse, ma non m’importò più di tanto: non potevo di certo scendere a centinaia di metri d’altezza!
    Prima di scendere con Ko – che era finalmente libero di volare – diedi qualche raccomandazione alla dragonessa.

    « Vola in alto, ma abbastanza da potermi vedere tranquillamente. Quando esco avvicinati, perché probabilmente dovremo partire »
    « Sta attento »
    « Fammi iniziare la missione, almeno! »


    Lei non rispose e si alzò in volo mentre io atterravo sul tetto di un palazzo, scendendo rapidamente per dirigermi alla locanda dove ci saremmo dovuti incontrare. Per la prima volta mi chiesi chi altri fossero stati convocati per quella missione e quando aprii la porta non riuscii a soddisfare la mia curiosità. Ero da solo, per ora.

    « Sono Itai Nara, di Kiri. Immagino di essere il primo qui. Il drago qui è con me »


    Dissi indicando con un cenno Ko che continuava a svolazzare sul posto alla mia destra. Ben presto giunsero anche gli altri e non mi sorpresi quando notai che tra di loro c’era molta gente legata a Shinodari, come Febh e Shaina Otori, c’era la ragazzina rumorosa – che non era cambiata di una virgola – che affrontai in combattimento quando ancora ero uno studente (bei tempi quelli) c’era Vergil Hyuga (che però non avevo idea se avesse qualche legame con Shinodari) e Hoshikuzu (ultimamente ci buttavano sempre in missione insieme). Un tipo strano di Oto che non conoscevo, c’era anche Yuki, un tizio di Suna del quale non sapevo il nome e infine Miyori. Guardai la mia neo-cugina (o meglio dire cugina ritrovata) un attimo e poi mi avvicinai a lei.

    « Miyori-chan? Ti hanno chiamata anche a te per questa missione? »


    Dopo quello scambio amichevole di battute i ninja che ci avevano convocati iniziarono a spiegare la situazione. Subito mi feci serio e ascoltai per bene le parole che il Sanga aveva da dire.
    Alla fine non ragionai molto, ma il mio desiderio di salvare Shinodari era abbastanza forte che mi fece rispondere forse la cosa più ovvia.

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    « Vado alle prigioni » dissi e mi affrettai a giustificare la cosa « Io do il mio massimo sulla breve distanza, sono portato per il corpo a corpo. Credo che ci sia più gente che lo sappia che gente che non lo sappia, ma sono il Jinchuuriki del Nanbi. Ho una riserva di chakra diciamo sterminata, sono pertanto portato ai ninjutsu e il demone mi rende molto forte in corpo a corpo. All’aperto potrei disperdere molto e anche parecchie delle mie evocazioni non superano in dimensioni un uomo, quindi, in definitiva, ho un certo vantaggio nei luoghi chiusi. Le prigioni rispetto alle grotte... vi va bene se vi dico che odio i luoghi umidi? »


    Certo, detto da uno che veniva da Kiri aveva del ridicolo. Shinodari aveva la stessa probabilità di trovarsi in ognuno di quei tre luoghi, ma preferivo controllare nella struttura adibita a contenere prigioni per cercare una prigioniera.

    « In qualsiasi caso, Shinodari è mia cugina da parte di mio padre, quindi farò di tutto per salvarla » dissi per poi girare appena il capo verso Miyori « Per le squadre... l’unica preferenza che ho è che Miyori Uchiha sia in squadra con me. Se c’è qualcuno che non ha caratteristiche fisiche ottimali per la lotta ma alcune capacità speciali, se c’è un ninja medico, preferirei che fosse in squadra con me così potrà occuparsi di curare le ferite che mi procurerò spaccando i culi di chi ha rapito Shinodari »


    Dissi con un tono quasi naturale. Ero “furioso” e forse si vedeva. Raramente in missione – e di solito mi spendevo in lunghi ragionamenti – agivo così d’impulso chiedendo che l’altra mia parente venisse con me affinché non avessi altri pensieri per la testa e che un ninja medico mi curasse le ferite. Sembrava che avessi deciso di rivoltare da solo quelle prigioni dalle fondamenta al solo scopo di ritrovare Shinodari.
    Che poi, accidentalmente, avevo deciso qualcosa di decente (Miyori non sapevo molto bene che abilità avesse, sebbene sapessi che era assai abile nel disegno – e non ero del tutto sicuro che fosse una cosa inutile – e un medico faceva sempre comodo) era un altro paio di maniche: era chiaro che per me quella missione era una questione personale. Forse avrei rischiato di mandarla all’aria quanto però aumentavo il mio impegno nel portarla al termine. Anzi, non avrei fatto nulla per mettere in ulteriore pericolo Shinodari. Forse per questo che l’Accademia aveva scelto me: perché sapevano che avrei, se necessario, messo la terra al posto del cielo se fosse servito a tirare fuori Shinodari dal buco in cui qualcuno l’aveva buttata.


    Edited by -Max - 4/6/2011, 10:51
     
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