In cerca del Viola

Livello A

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  1. Deidara
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    Prologo
    Abitazione di Shaina Otori, Sunagakure


    « Ma secondo lei... va meglio questo? »
    Esibì una maglietta di un verde acceso, tenendola premuta contro il petto con lo sguardo indeciso.
    « Ah, no, aspetti!! »
    Volò letteralmente in direzione degli abiti che erano stati appoggiati sullo schienale del divano e ne prese un altro di colore scuro, sostituendolo alla maglietta e tornando di corsa dalla donna con gli occhi verdi che l'attendeva in cucina, per poi esibirsi in una piroetta.
    « Sensei, meglio questo?? »
    L'espressione era quella di "finché non mi dai un parere serio non sono contenta", e infatti non ci voleva un genio per capire che era capace di andare avanti fino a sera con quella specie di mini-sfilata di moda, il tutto a danno del tempo di Shaina Otori, padrona di casa nonché maestra della kunoichi diciassettenne che in procinto di partire per una missione di grado altissimo come prima cosa ci teneva a vestire bene, come se tutto il resto fosse assolutamente trascurabile.

    In attesa di una sistemazione un po' più stabile, Deidara si era accampata nel piccolo salottino di Shaina, dove aveva un divano per dormire e spazio sufficiente per il suo consistente guardaroba -stipato in due valige grandi quanto lei e pesanti il doppio. A guardarla sembrava che quel periodo di convivenza fosse la cosa migliore che potesse mai capitarle, infatti sorrideva il doppio rispetto a quando abitava da sola e dieci volte tanto quanto sorrideva nel periodo di reclusione nel liceo di Ame no Kisaki. Si era data da fare, nel giro di poche settimane aveva recuperato uno stralcio di forma fisica e ripreso ad addestrarsi con regolarità ed impegno straordinario per una propensa all'incostanza e abituata ai comportamenti svogliati come lei, tanto che poteva dirsi essere tornata più o meno allo stesso livello di due anni prima.

    « Sarà... »
    Stava per dire che sarebbe stato divertente, ma si fermò mentre la chioma biondo grano spuntava dalla maglietta nera che aveva scelto dopo molto tentennare.
    « ... Istruttivo. Vero?? »
    Disse alla fine, scegliendo con cura l'aggettivo per non sembrare troppo frivola. Dopotutto era una missione di livello "A", la sua seconda in assoluto dopo la scampagnata in mezzo al disastro di Iwa, in un'altra vita.
    Stava per aggiungere dell'altro, ma un suono distinto proveniente dall'esterno la mise in allerta. Dimenticò quello che voleva dire e in due passi raggiunse il divano, dove giacevano legate da dei lacci i foderi delle sue wakizashi, che si sbrigò ad infilare alle spalle come se fossero uno zainetto. Guardò la sensei senza aggiungere altro, erano al sicuro nel villaggio fra mura amiche, però era meglio essere pronti a tutto; ammesso che ci fosse davvero qualcosa o qualcuno, là fuori. Iniziava a pensare di aver preso un abbaglio...
    Interludio
    Carovana Mercantile, sulla via per il Paese del Thé


    Viaggiare con l'Amministratrice del villaggio non significa automaticamente godere di un miglior trattamento, anzi, a voler essere proprio onesti stavano viaggiando a costo zero con una carovana mercantile che faceva la spola fra il paese del vento e quello del thé, e che in cambio di quel piccolo passaggio domandava soltanto un aiuto nel carico e scarico delle merci.
    Deidara era stata dispensata dal lavoro quando un omaccione gioviale con i capelli incanutiti e le mani grandi quanto la sua testa le aveva dato una pacca sulla nuca sbraitando con un gran sorriso che non erano così a corto di manodopera da far lavorare anche i bambini. In quel momento (e per tutto il viaggio), lei l'avrebbe volentieri ridotto a macinato di carne trita per poi sobbarcarsi ben volentieri la sua parte di lavoro per compensare la sua perdita, ma quando arrivarono a destinazione e ci fu da portare giù tutta la merce e caricarne dell'altra, cambiò immediatamente idea.

    Si era quindi posizionata in disparte, in modo da non dare fastidio. Lì, da perfetta principessina, se ne stava a fissare il cielo terso ed a non far nulla, la mente vuota che vagava fra pochi pensieri sconnessi fra loro, finché non incorse la noia e rischiò sul serio si addormentarsi in piedi. La verità era che aveva una gran voglia di farsi un bagno caldo. Si sentiva i capelli polverosi, e gli abiti sporchi. Le missioni in cui i viaggi erano più lunghi erano una vera seccatura, da quel punto di vista, e la vita di una kunoichi dura e ricca di privazioni...
    Riunione
    La Stella del Porto, Paese del Thé


    Fantastico, a parte il Rosso non conosceva nessuno.
    Sospirò, posizionata al seguito della sensei al suo fianco destro, dove sostava in piedi con uno sguardo non particolarmente presente, mentre alcuni tizi spiegavano cose, altri tizi facevano domande oppure si atteggiavano da divinità discese in terra per portare la loro maestà assoluta, altri tizi ancora davano risposte, più in generale dal punto di vista di Deidara c'era una gran confusione di idee e dati che lei non aveva la pazienza né la voglia materiale di elaborare. Quello che era importante l'aveva capito: una tizia era stata rapita, la sensei conosceva la tipa in questione e di conseguenza la suddetta andava tirata fuori in qualche modo. Di tanto in tanto le ripetevano pure il nome di questa tizia, ma il suo suono non le diceva niente e comunque finiva sempre con lo sfuggirle di mente cinque secondi dopo che lo udiva.
    Le era tornata in mente le parole che aveva udito durante una certa missione svolta con le sue (ex) colleghe Danzatrici che aveva svolto in passato in un luogo abbastanza lontano, fra casini di tutti i tipi. Quella volta, la capopalestra Haruka aveva detto una cosa, a proposito di chi veniva catturato dal nemico: "consideratevi come morte", aveva detto con il suo modo di fare imperioso che non accettava repliche, "essere catturate è come essere morte. Non si inseguono i nemici per strappargli delle compagne, non si perde inutilmente tempo organizzando missioni di salvataggio senza senso. In battaglia le regole dettate dall'onore sono solo sciocchezze da ragazzine stupide, e usare i prigionieri di guerra come esche per causare ulteriori danni è cosa comune."
    Già. Per Deidara quelle parole avevano un senso. Si finiva per lasciare che il nemico uccidesse o catturasse la squadra di soccorso, e quindi bisognava allestire una squadra di soccorso per salvare la squadra di soccorso, e poi magari anche una squadra di soccorso per salvare la squadra di soccorso inviata a salvare la squadra di soccorso. Un bel circolo vizioso del cavolo, il genere di cose che le davano sui nervi.

    Ad innervosirla ulteriormente ci pensò un tizio che scelse la sua destinazione in base ai suoi reumatismi. In pratica non voleva andare nei luoghi umidi. Povero. Il Rosso le fece venire voglia di strillare e fuggire via urlando per la vergogna. Non c'era un particolare motivo -anzi, a dire il vero era stato anche abbastanza composto per essere lui-, è solo che Deidara si aspettava che Hoshi facesse qualcosa di particolarmente stupido e/o infantile e sebbene niente di ciò che si immaginava si fosse avverato la consapevolezza che era Hoshi rendeva ogni sua cosa stupida e/o infantile sebbene non lo fosse sul serio. In pratica, il Rosso poteva anche risolvere tutta quella missione con una brillante uscita da genio stratega, ma inesorabilmente agli occhi della biondina avrebbe comunque fatto qualcosa passibile di pena capitale. Le sparate di un tizio assurdo vestito come un nobile retrò di settant'anni e con i modi di fare altrettanto spocchiosi non contribuirono a migliorare il suo umore. Lo fissò e le fremette un sopracciglio per la voglia che aveva di mollargli un pugno, non perché le avesse fatto qualcosa o avesse detto qualsivoglia frase sballata, soltanto... era irritante a pelle. Comunque si sorbì il suo discorso, mentre la sua testolina lo immaginava appeso a testa in giù con un fiotto di sangue al posto della lingua, e nel mentre pregava che uno così non toccasse a loro.

    Stava andando in ebollizione. Rimanere lì, in una stanza, chiusa con tanta gente che le provocava irritazione a pelle stava avendo lo stesso effetto di sovralimentare una batteria nucleare. Di lì a poco, di questo passo, sarebbe diventata intrattabile come una tigre inferocita ed altrettanto irritabile.
    Gettò uno sguardo di supplica a Shaina, con gli occhioni azzurri di un bambino che chiede un giocattolo alla sorella maggiore, che tradotto nel linguaggio Deidaroso significa...

    image

    "tipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotiprego, scegli qualsiasi cosa che mi permetta di mettere le mani addosso a qualcuno e fargli tanto del male,
    tipregotipregotipregotipregotipregotipregotipregotiprego, se mi fai felice prometto che (forse) farò la brava"


    Forse, beneappunto.
     
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132 replies since 28/5/2011, 16:49   3769 views
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