Sotto una Pioggia Battente

[Ame] | [Energia]

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  1. leopolis
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    × Legenda
    Narrazione
    °Pensieri°
    «Dialoghi»


    L'esplosione, forte e vorace, che accompagnò il mio atterraggio sul Pterosauro, mi segnalò che forse ero riuscito ad eliminare una nemica. Difficile, però, pensare che realmente ci sarebbe cascata nel mio trucchetto. Generalmente, i ninja come lei, o come il suo compagno, erano shinobi che sapevano prevedere alcuni trucchetti ninja. In ogni caso avrei disciolto la tecnica del Velo di Nebbia e, da sopra il Pterosauro, non avrei osservato grandi spargimenti di sangue, o altro sul posto dell'esplosione. Segno che, alla fin dei conti, l'avversaria era riuscita ad avere la sua fuga.
    Prevedibile, del resto. Sbuffai. Forse, ero riuscito a sfuggire alla loro cattura.


    °Pivelli.°

    Il pterosaura si muoveva veloce. Presto, ne ero certo, sarei stato comletamente fuori dal loro raggio d'azione. Difficilmente avrebbero potuto arrivare a prendermi da quelle parti. Inoltre, dovevo scoprire al più presto cos'erano quei strani sigilli che quella - maledetta è dir poco - donna, mi aveva appiccicato sulle parti del corpo, qua e la. Non potevo perdere tempo: se fosse una tecnica pericolosa, dovevo allontanarmi quanto più possibile dal suo raggio d'azione per mettermi in salvo.

    «Accellera Daiba.»



    Subito, il Pterosaura avrebbe accellerato lievemente il suo volo, portandosi più in alto con una piccola diagonale. Fu quello che capii, prima di intravedere migliaia di stelline colorate dinnanzi ai miei occhi. Fu anche una delle ultime cose che capii. Difatti, poco dopo sentii lame su lame conficcarsi nel profondo delle mie carni, qua e la, lacerando i miei tessuti e provocandomi dolori di indefinita grandezza. Quel che feci prima di cadere esanime, fu un uso moderato di chakra nelle zone affini alle ferite, al fine per alleviare quanto più possibile quel dolore. Non servì, o meglio: servì decisamente a poco. La quantità di dolore provocatami (dolore a cui pur cercai di resistere), mi mandò fuorigiri il cervello che si spense poco dopo. Fu così che cascai come un peso morto sulla schiena della mia evocazione, brontolando qualcosa. L'ultima volta che vidi, era che il Pterosaura cominciava rapidamente ad atterrare su un tetto pieno di lenzuola bianche.


    «Ospe... »



    Il tempo in cui rimasi spento, non si rivelò poi essere così grande. O meglio: al mio risveglio pensai che non dev'essere passato molto tempo, poiché le ferite dolevano ancora e il chakra non si era ancora ripristinato del tutto. Inoltre, osservando l'ambiente che mi circondava, ne scorsi un qualcosa di misterioso e mistico. Decisi perciò che il pericolo c'era ancora, e che dovevano essere passate alcune ore dalla mia caduta nel profondo sonno. Quel che notai dopo, fu l'essere steso su un divano. Probabilmente, dopo la mia caduta, qualcuno aveva deciso di curarmi. Mi ricordai subito del fatto che servissi vivo ai due. Che fossero stati loro a curarmi? Perché allora farmi accomodare su di un divano? Sciocco da parte loro farlo.
    Fuggire? Sì. Fu quello che pensai. Tuttavia, mi trattenni notando la presenza di un'altra figura nella stanza. Mi osservava, inquietandomi da dietro la porta. Volli chiedergli chi fosse e dove mi trovassi. Poi ci ripensai: erano domande stupide e banali.


    «Mi hanno preso?»

    Chiesi rompendo il silenzio. La risposta sarebbe stata fondamentale. Per me, e per loro.




    Piccola tabella riassuntiva:
    Ferite: 1 leggera alla mano sinistra
    Chakra rimanente:81

     
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18 replies since 6/6/2011, 22:31   360 views
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