L'Uomo che Uccise il Sole

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  1. Boreanz
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    E per la prima volta dopo lungo tempo, le ginocchia di Vergil Hyuga toccarono nuovamente il suolo.



    Il giovane chunin degli Hyuga boccheggiò dalla sorpresa, privato della libertà di muoversi da un attacco che neanche aveva visto arrivare. Lo sguardo cadde sulla sua veste candida, sporcata dal contatto con l'erba fresca del giardino. Le sue mani, però, non tremavano. Non c'era alcuna umiliazione in quello che stava accadendo in quel momento. Il discorso tagliente, la dura realtà di essere ancora tutto sommato un neonato nel mondo degli shinobi sbattutagli in faccia, la privazione dell'uso della parola.

    In un mondo sommerso dall'acqua, suo padre gli stava semplicemente insegnando a nuotare. Senza una parola - volente o nolente - si rialzò e guadagnò ancora una volta la sua posizione. Soken Hyuga parlò di nuovo e Vergil realizzò la sua duplice pecca, pratica e morale. Annuendo brevemente, quindi, più che a sè stesso che al genitore, il giovane Hyuga si rimise in posa.

    La faticosa danza di corpi che si allungavano per evitare e colpire ricominciò, con Vergil che tentava di comprendere dove sbagliasse ancora e come mettere in pratica quando suo padre aveva appena detto. Indubbiamente, nelle ultime tre ore si era concentrato sulla difesa, ignorando l'attacco, ma concesse a sé stesso che tale comportamento non era stato una pecca, quanto piuttosto una necessità: se avesse fatto altrimenti il suo fisico in quel momento avrebbe avuto problemi ben peggiori della semplice fatica.

    Il suo braccio destro si alzò fulmineo per deviare alla sinistra del suo viso un colpo di palmo, mentre il suo corpo si lanciava in avanti con tutto il proprio peso, scambiando così posizione con il suo avversario. A rigor di logica era chiaro: trovare l'equilibrio tra difesa e attacco integrandolo poi in una serie di schemi mentali declinati nello stile juken gli avrebbe permesso un'efficienza ed un'accuratezza invidiabili, e nessun punto debole. Il problema era come riuscire a sintetizzare un così perfetto composto di arte marziale e logica pura.



    Questa volta il taglio della mano del genitore intercettò il suo movimento evasivo, rallentato dal troppo ragionare, assestandogli una frustata in piena regola sul tricipite sinistro. Trattenendo un grido di dolore Vergil indietreggiò più del normale, tentando di guadagnare tempo. Diavolo, faceva un male cane! E se lo Hyuga era uso a fatiche improbe, la gestione del dolore non era il suo forte. Un effetto collaterale del suo stile di combattimento caratterizzato da una forte propensione alla difesa.

    Una voce piccola e tenue si fece largo tra il dolore ed il cumulo dei suoi pensieri, suggerendogli che forse era proprio questo il problema di base. Non l'impronta alla difesa che il suo stile aveva, ma questa sua abitudine di analizzare ogni cosa che i suoi occhi erano in grado di captare. Aveva sempre avuto l'impressione che se non avesse fatto così avrebbe in qualche modo sprecato il grandioso dono di cui era portatore, e di sicuro c'era della verità in questo, ma forse aveva esagerato. Forse, disse a sè stesso, era il momento far pendere la bilancia dall'altra parte. Sbilanciare sè stesso, per bilanciare l'equazione.

    Fu così che riguadagnando la distanza si lanciò in una serratissima serie di attacchi, sfruttando impasti per migliorare la propria velocità anche durante delle finte, o comunque in momenti nei quali prima non l'avrebbe mai fatto. In buona sostanza, cessò di pensare troppo. Annullò il flusso di pensieri, lasciando che l'unica cosa percepita dal suo cervello fosse il rumore dei passi sull'erba, le vesti che frusciavano ed i corpi che si colpivano. Si affidò all'istinto, ma ciò che ne risultò non fu una carica senza capo nè coda. Il suo corpo era troppo ben allenato, le vecchie abitudini dure a morire, e l'esperienza delle numerose battaglie in cui aveva combattuto continuava a fare la sua parte.

    Una soluzione per certi versi semplice, che però Vergil fu in grado di adottare solo grazie al fatto che i numerosi e complicati ingredienti per la stessa erano già stati meticolosamente, quanto inconsapevolmente, messi da parte nel passato. Fu così che quando la quarta ora consecutiva di attacchi e contrattacchi senza quartiere, il flusso di Soken Hyuga venne disturbato, anche se non interrotto, dalle offensive del figlio. Riprendendo per la prima volta dall'inizio di quel faticoso giorno le distanze lui stesso, dunque, il genitore concesse al figlio una breve pausa, della quale Vergil fu grato.

    Il giovane Hyuga, che ancora non poteva parlare a causa del colpo alla gola, approfittò del tempo concessogli per entrare lentamente, camminando, nel lago privato della tenuta. Arrivò fino al punto di bagnarsi gli addominali alti, immergendosi poi qualche secondo in modo da rinfrescare il proprio corpo ed al contempo detergerlo dal sudore accumulato. Uscì subito dopo, dirigendosi verso le sue stanze. Lì si cambio d'abito, indossando un'altra tenuta da combattimento, e sistemò i capelli ancora gocciolanti in una lunga coda, in modo che non dessero fastidio durante spostamenti particolarmente rapidi. Mentre tornava all'esterno provò a schiarirsi la voce, e con sollievo scoprì di poter nuovamente proferire verbo.

    " Vi chiedo perdono, padre. Sono pronto a ricominciare. "

    Ad un cenno positivo da parte del genitore Vergil riprese la sua offensiva, determinato a migliorare i risultati ottenuti finora. Soken Hyuga respinse con facilità le prime due ondate, ogni movenza del suo corpo espressione di armonia, potenza e fluidità. Quando il figlio tornò ad attaccarlo con un allungamento del braccio sinistro verso il suo polmone, questi colpì con un fendente dall'alto il polso il ragazzo dai capelli corvini, distruggendo la sua coordinazione. Vergil non ebbe nemmeno il tempo di indietreggiare o alzare una guardia di chakra: avvertì un colpo secco agli addominali, e senza che se ne rendesse conto le sue ginocchia cedettero. Un secondo dopo si ritrovò a terra, sputando sangue.

    Il suo sgomento fu notevole: non aveva mai sputato sangue prima d'ora, ma soprattutto non aveva mai subito un reale colpo dell'arte juken. O almeno, non agli organi interni. Una volta, quando aveva sedici anni, aveva sperimentato la chiusura dei punti di fuga su di sè per averne una migliore comprensione, ma il dolore che provava in quel momento era tutta altra cosa. Le parole taglienti del padre si fusero con la sensazione pulsante allo stomaco, dando vita ad un crogiolo di piacevolezze che Vergil accolse con un amaro sorriso dipinto sul volto.

    " No, avete ragione. "

    Era stato davvero così cieco da non accorgersi di aver corrotto l'arte marziale che la sua gente aveva speso decenni e decenni a perfezionare? L'utilizzo di lame quali katana, wakizashi o lama celata gli era stato necessario e lo rimaneva tuttora; probabilmente ciò che andava modificato, ancora una volta, era lo schema mentale delle proprie posizioni d'attacco e difesa. Scindere l'arte della spada dall'arte del pugno per poi riunirle, ma solo dopo aver guadagnato totale padronanza su entrambe. Per quanto riguardava l'arte della spada era confidente di sapere ciò che faceva, ma per l'arte juken il discorso era diverso. Fino a poche ore prima avrebbe detto il contrario, ma i continui scambi con suo padre continuavano a provargli quanto acerba fosse ancora la sua arte marziale.

    Mentre si rialzava, però, sul volto di Vergil era dipinta un'espressione sicura e confidente. La sua mente analitica in quel frangente avrebbe aiutato non poco. Senza indugiare si lanciò nuovamente all'attacco, bruciante dal desiderio di verificare la validità del percorso da lui individuato. Provò un approccio laterale con il braccio destro, seguito da una rotazione del busto ed un tentativo di taglio con la mano sinistra. Soken Hyuga parò l'attacco con frapponendo il gomito, piegato orizzontalmente, al secondo colpo, evitando il primo con una semplice inclinazione del busto.

    Vergil però non aveva finito: in un combattimento puramente in corpo a corpo incalzare l'avversario era la chiave per vincere, un principio che ogni praticante dell'arte juken sapeva ma che lui in prima persona non aveva messo in pratica da un messo. Tutta "colpa" della sua scelta di affinare le arti assassine secondo il principio dell'Igeki Hissatsu. Ma questa volta fu diverso. Lo Hyuga mantenne ben separati gli schemi di azioni tipici di ciascuna disciplina, e invece di scartare a destra e riguadagnare la distanza come normalmente avrebbe fatto afferrò il gomito del padre con la mancina, strattonandolo, e mandando un colpo di palmo direttamente al collo del genitore.

    Questa volta la reazione di Soken Hyuga fu leggermente ritardata - tutto probabilmente perchè era privo della vista - e quando gettò il busto in avanti assecondando lo strattonamento la mano di Vergil riuscì a sfiorare leggermente il collo, anche se il chakra dell'arte juken che il colpo avrebbe contenuto se fosse stato reale sarebbe risultato inutile, avendo il palmo colpito null'altro che i capelli. Senza dare tregua al genitore Vergil tentò un calcio alla gamba destra per minare il suo equilibrio, ma senza alcun preavviso il gomito sinistro del padre lo colpì alla spalla, minando invece il suo flusso. Ancora non abituato a questo tipo di movimento, Vergil fu qualche attimo in ritardo nell'alzare la sua guardia e un nuovo, doloroso colpo, questa volta alla milza, lo frustrò.

    Con un espressione di dolore cadde a terra, nuovamente in ginocchio. Sentì il sangue risalire dalle sue interiora, che si premurò di sputare fino all'ultima goccia. Era incredibile quanto potesse essere potente un tocco per così dire non violento come quello del genitore. Doveva aver affinato le sue capacità di controllo del chakra a dei livelli inimmaginabili, che lui, pur con i suoi occhi, riusciva a malapena a scorgere.

    " I vostri colpi sono pesanti, padre. "

    Gli fece presente. Era un complimento, ma anche un modo di comunicare quanto ardentemente lo Hyuga stesse provando a migliorare, lottando contro quel dolore. Stringendo i denti dunque Vergil si rialzò, osservando il flusso placido del chakra del padre. Era andato meglio. Stava andando meglio, quello era certo. Mancava solo la pratica. Doveva portare il suo corpo a sentire la sensazione della danza pur con quei nuovi schemi motori. Il tutto richiedeva, oltre ad un talento innato, un'estrema maestria che poteva essere solo il risultato di lunghi ed estenuanti allenamenti. Ed in effetti, pensò, se ora era in grado di seguire quel percorso lo doveva solo al genitore, che così magnificamente aveva provveduto alla sua educazione.

    Con un urlo marziale, Vergil si lanciò nuovamente in combattimento. Alternò attacco e difesa, spinse le sue articolazioni ai loro limiti e più di una volta venne nuovamente messo a tappeto, tingendo il manto del giardino di rosso vermiglio. Ma ogni volta si rialzava, tentando di leggere nei movimenti del padre una falla che potesse permettergli di far atterrare i suoi colpi. Il suo corpo, nuovamente terso da innumerevoli sfere di sudore perlato, acquistava sempre maggiore velocità e scioglievolezza, raggiungendo vette che raramente aveva mai sfiorato senza massicce quantità di chakra[Serie Interminabile: 9 slot azione consecutivi -> 18 tacche bonus ipotetiche].


    Fu così che finalmente, dopo un numero di tentativi di cui perse il conto, il suo palmo destro riuscì ad evadere la guardia del genitore, atterrando sul suo pettorale sinistro e idealmente danneggiando cuore e polmone. Non si fece distrarre dal successo ottenuto, però, e indietreggiando rilasciò una notevole quantità di chaka per proteggere tutto il suo corpo da eventuali contrattacchi[Arte Juken: Difesa di Chakra]. Una volta riguadagnata la distanza di sicurezza Vergil rimase immobile, in guardia, attendendo una reazione da parte del padre. Nel silenzioso giardino della tenuta, il veloce ritmo di respirazione di Vergil pareva fare più rumore di un tamburo, soprattutto se comparato alla quieta calma che la figura del genitore emanava nonostante tutto.


    OFF GAME

    Tacche ovviamente ipotetiche, per via del CAP. Ho messo per rendere l'idea del miglioramento, soprattutto con 9 slot consecutivi(Slot TB -> 3 Slot Azione + Agilità e Acrobata -> 2 slot Azione).


     
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17 replies since 26/6/2011, 20:24   454 views
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